MacPlas 401 (giugno-luglio 2024)

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ITALY IS MORE THAN FOOD... WE ARE LEADERS IN PLASTICS AND RUBBER TECHNOLOGY

SOMMARIO

Nata nel 1964 con il nome di Sirte, poi divenuta Sirmax, l’azienda di Cittadella (Padova) è diventata nei decenni un player internazionale, pur mantenendo solide radici sul territorio: nel 2023 ha raggiunto 850 dipendenti, distribuiti in 13 stabilimenti in diverse aree del mondo e un fatturato che sfiora il mezzo miliardo di euro.

Nei 60 anni la crescita è stata costante, grazie soprattutto alla forte adattabilità e flessibilità dell’azienda non solo alle turbolenze del mercato ma anche alle necessità di nuovi modelli organizzativi, digitali e tecnologici, indispensabili per mantenere la propria competitività. Nel tempo, Sirmax ha saputo mantenere viva la passione per l’innovazione e l’intraprendenza internazionale, rivolgendo lo sguardo sempre al futuro. Ha investito e investe sulla sostenibilità, sull’economia circolare, sull’upcycling. Ha migliorato e migliora il proprio know-how e la ricerca tecnologica per rendere i suoi prodotti sempre più performanti.

Ne sono una prova gli ambiti di sviluppo sui quali l’azienda veneta sta attualmente puntando, come ad esempio l’elettrico e l’elettronico per l’automotive, ma non solo. Il settore elettrico ed elettronico, che per Sirmax ha segnato un particolare sviluppo nel primo semestre di quest’anno, richiede compound molto performanti e conformi agli stringenti standard internazionali. Per questo motivo, l’azienda ha deciso di premere l’acceleratore sulla produzione di compound autoestinguente (flame retardant), ovvero il granulo in grado di sopprimere, ridurre e ritardare la propagazione della fiamma, potenziando anche gli impianti negli Stati Uniti e in Polonia, a fronte di una crescente domanda di soluzioni innovative in grado di migliorare la sicurezza contro gli incendi in numerose applicazioni finali.

Si tratta di granuli termoplastici con all’interno additivi flame retardant, cioè sostanze chimiche progettate per ridurre la combustibilità dei materiali su cui vengono applicati. La forte spinta del mercato verso l’utilizzo delle batterie elettriche all’interno, ad esempio, di un’auto, induce i produttori (di auto) a prediligere materiali sempre più sicuri, ma l’applicabilità di questa tipologia di prodotti non si limita solo all’automotive. I prodotti autoestinguenti formulati da Sirmax sono utilizzati per costruire i basamenti o altri componenti tecnici degli elettrodomestici, come i piani cottura o le coperture per caldaie e parti di power tools, come le saldatrici elettriche.

www.sirmax.com

EDITORIALE

10 … e due!

MARKETING

12 Assemblea Amaplast: fatturato record per il comparto

16 Il futuro dei servizi digitali per le macchine industriali

18 L’imballaggio flessibile a 360 gradi

22 Spostata di altri due anni l’entrata in vigore della plastic tax

24 Crescita, investimenti e innovazione

26 In equilibrio nonostante le incertezze

26 Soddisfazioni dal 2023

27 Per un ambiente di lavoro inclusivo

27 Risultati positivi nel primo trimestre 2024

28 Nuova sede strategica per il mercato statunitense

28 Rafforzare post-vendita e servizi

29 Tutte le filiali europee sotto un’unica gestione

30 Riccardo Cavanna confermato presidente di Ucima

30 Gomma-plastica traino per l’economia del Paese

31 In calo gli ordini di macchine utensili

31 Alessandra Fazio riconfermata alla presidenza dell’Istituto Italiano Imballaggio

32 Avvicendamento alla guida dell’industria chimica europea

32 Plastica britannica

PLASTICA E AMBIENTE

34 Chi è favorevole e chi è contrario al PPWR

38 L’Italia conferma il suo primato nella circolarità

40 Gli imballaggi non in plastica non sono sempre i più sostenibili

42 Un eco-compattatore Recopet donato a Papa Francesco

43 Accordo a tre contro i “falsi compostabili”

44 Promuovere un uso consapevole della plastica nella generazione Z

45 Migliorare la gestione dei flussi di PFU

45 Procedura di infrazione sulla plastica monouso

N. 401 - GIUGNO/LUGLIO 2024

SOMMARIO

46 Riciclo circolare di film plastici impiegati nel settore ceramico

46 Sacchi durevoli e sostenibili per la Croce Rossa internazionale

47 Materie prime riciclabili: in UE su esportazioni, giù importazioni

MACCHINE E ATTREZZATURE

48 L’innovazione come tratto distintivo

52 Soluzioni che alimentano crescita e sviluppo

56 Una tecnologia da sempre all’avanguardia

58 Diventare digitali per diventare sostenibili

60 Per fare le cose bene ci vuole… testa

62 Tutto per l’estrusione di cavidotti

63 Un pieno di soluzioni per un mercato interessante

65 REM e nuova VCV verticale

34 48 70

65 Riflettori sulla tecnologia per LSR

66 Film HTHW ultrasottile con PCR

66 Tre bolle per film soffiato termoretraibile

67 Produttività ed efficienza nell’estrusione e nel riciclo

67 Soluzioni per il soffiaggio a elevate prestazioni e ridotti consumi

68 Migliorare produttività e connettività

68 Nuove soluzioni per la lavorazione di poliuretano

MATERIALI E APPLICAZIONI

70 L’avventura di una imprenditrice nostrana

74 Resine epossidiche additivate con polimeri termoplastici: adesivi ecosostenibili per giunzioni smontabili

78 Una strategia per i materiali avanzati

80 Da una a tre società

81 Al “Giulio Natta” del PoliMi il premio EuChemS

Historical Landmarks Award

81 Espandenti sicuri ed ecologici

82 Produzione di copolimeri di policarbonato su scala industriale

82 Nuovi compound con adesione a EPDM per il settore auto

83 Pannelli in policarbonato per una scuola materna

RUBRICHE E VARIE

84 Corsi Cesap

85 Corsi SBS

86 La migliore in quarant’anni

88 Numeri da record a Shanghai

89 Soddisfazione per il ritorno dopo sei anni

89 Verso un futuro 5.0, sostenibile e umano-centrico

Anno 49 - Numero 401 Giugno/Luglio 2024

Direttore responsabile

Mario Maggiani

Caporedattore Luca Mei

Redazione

Giampiero Zazzaro

Segreteria di redazione Alice Polimeno

Ufficio commerciale

Roberta Pagan

Amministrazione Debora Mastrangelo

Comitato di direzione

Massimo Margaglione, Gabriele Caccia, Barbara Ulcelli

Hanno collaborato a questo numero:

Stefania Arioli, Vincenzo Fiore, Marco Luciano, Riccardo Miranda

Editore

Promaplast Srl

Centro Direzionale Milanofiori - 20057 Assago (Milano, Italia)

Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490

E-mail: macplas@macplas.it - www.macplas.it

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976

Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994

Impaginazione e prestampa Faenza Printing SpA

Stampa e inoltro postale Faenza Printing SpA

Prezzo copia: 5 euro

La direzione della rivista declina ogni responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità degli articoli e delle note redazionali di fonte varia

ASSOCIATO A:

INSERZIONISTI

47 ALPHAMAC www.alphamac.it

3; 69 AMAPLAST www.amaplast.org

53 BATTENFELD-CINCINNATI www.battenfeld-cincinnati.com

IV Cop. CHIMAR www.chimar.com

33 ECOMONDO www.ecomondo.com

21 FAKUMA www.fakuma-messe.de

7 GAMMA STAMPI www.gammastampi.it

41 GIBITRE www.gibitre.it

83 GRAFE www.grafe.com

51 GREENPLAST www.greenplast.org

5 MACCHI www.macchi.it

29 MACPLAS www.macplas.it

23 MAST www.mastsrl.it

9 MIXACO www.mixaco.com

90 PACKAGING SPEAKS GREEN www.packagingspeaksgreen.com

III Cop. PRESMA www.presma.it

87 ROBOLINE SYTRAMA www.sytrama.com

79 SBS www.scuolabenistrumentali.it

57 SIKORA www.sikora.net

64 SILICONE EXPO USA www.silicone-expo.com

I Cop. SIRMAX www.sirmax.com

25 SITRA www.sitramasterbatch.com

II Cop. TECNO SYSTEM www.tecnosystemfe.it

61 VANETTI www.vanettimaster.com

11 ZAMBELLO www.zambello.it

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE

AMAPLAST ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI DI MACCHINE E STAMPI PER MATERIE PLASTICHE E GOMMA

AIPE

ASSOCIAZIONE ITALIANA POLISTIRENE ESPANSO ASSOGOMMA ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRA LE INDUSTRIE DELLA GOMMA, CAVI ELETTRICI ED AFFINI

SPONSOR ISTITUZIONALI

ASSORIMAP

NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI MATERIE PLASTICHE CIPAD COUNCIL OF INTERNATIONAL PLASTICS ASSOCIATIONS DIRECTORS IIP ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI

SPE ITALIA SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERS

UNIONPLAST FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA

UNIPLAST

Eccellente flessibilità di miscelazione, alta qualità, facilità di pulizia

Le sue CARATTERISTICHE DISTINTIVE.

Tempi di pulizia ancora più brevi grazie ai nuovi componenti della macchina

Iniezione di liquidi innovativa attraverso l’albero

Un miscelatore per contenitori da 300, 450 e 600 o 800, 1000 e 1300 litri

Massima flessibilità e ottima omogeneizzazione senza aderenze

Elevata efficienza energetica grazie ai motori a risparmio energetico a controllo di frequenza

Eccellente qualità di miscelazione con tempi di miscelazione brevi e minimo riscaldamento

… e due!

Si sono appena aperte le iscrizioni a GreenPlast 2025, la seconda edizione della mostra dedicata all’ambiente che si terrà dal 27 al 31 di maggio del prossimo anno presso il quartiere Rho-Pero di Fiera Milano.

La prima edizione si era svolta dal 3 al 6 maggio del 2022, occupando un’area espositiva netta di circa 6.000 metri quadrati (tutto il padiglione 14), per complessivi 170 espositori (80% italiani e 20% esteri) e 20.000 visitatori, provenienti da 30 Paesi (oltre ovviamente agli italiani, tedeschi, svizzeri, francesi, spagnoli, turchi ecc.).

Da non dimenticare la concomitanza con altre tre importanti fiere della filiera: Ipack-Ima (mondo packaging), Intralogistica Italia (logistica, come dice il nome stesso) e Print4All (stampa e converting).

Nata, quasi per scommessa, in pieno periodo Covid, GreenPlast, grazie anche alla formula mostra-convegno e a un prezzo di vendita assolutamente competitivo (particolarmente apprezzata la formula dell’area preallestita obbligatoria fino a 48 metri quadrati, portati a 64 per l’edizione 2025) ha riscontrato un eccellente successo.

D’altro canto, gli espositori sono alla ricerca di formule innovative, a prezzi contenuti.

E poi, siamo sinceri, la questione ambientale è troppo importante.

Durante il periodo Covid qualcuno si era illuso che visto il largo uso di polimeri per la produzione di mascherine, ma anche, più semplicemente, di imballaggi monouso in plastica che garantiscono la sicurezza alimentare (e non solo), la plastica sarebbe stata definitivamente “sdoganata” e gli attacchi contro questo materiale sarebbero andati scemando.

Nulla di più falso!

La gestione responsabile degli imballaggi in plastica, l’ecodesign, l’economia circolare, sono questioni all’ordine del giorno.

E GreenPlast è un’ottima vetrina per tutti coloro che offrono innovazione: dai materiali, ai prodotti, alle tecnologie.

Ecco perché GreenPlast 2025 sarà un successo ancora più grande dell’edizione 2022.

Vi aspettiamo numerosi, sia espositori sia visitatori, per vedere tutte le ultime novità, ascoltare i guru del settore e, perché no, contribuire tutti insieme a migliorare il nostro mondo.

MARIO MAGGIANI

L’appuntamento annuale con i soci

Assemblea Amaplast: fatturato record per il comparto

Ulteriore crescita per l’associazione nazionale dei costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma nel 2023. A fare da traino soprattutto le esportazioni, che consolidano l’Italia quale terzo esportatore del settore a livello mondiale. Seppure meno significativa rispetto al biennio precedente, essa rappresenta un motivo di soddisfazione, insieme alla nascita di una nuova federazione che mette a fattore comune esperienze e competenze di quattro associazioni di categoria.

Si è tenuta giovedì 6 giugno, presso Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (Milano), l’annuale assemblea dei soci Amaplast, l’associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa circa 170 costruttori di macchine, at-

trezzature e stampi per materie plastiche e gomma. Due i temi sotto i riflettori: il fatturato record per il comparto e il lancio ufficiale della nuova Federazione Confindustria Macchine per ceramica, legno, plastica e gomma, imballaggio e confezionamento.

Nel suo intervento, il presidente Massimo Margaglione ha commentato l’andamento dell’industria italiana di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma, stilato in base alle stime del centro studi Mecs-Amaplast, osservando come, nonostante il complicato contesto mondiale, il comparto abbia chiuso il 2023 con una ulteriore crescita (+2,8%) che, seppure meno significativa rispet-

to al biennio precedente, ha portato la produzione al valore record di 4,8 miliardi di euro. Le esportazioni si confermano il traino del settore, con una progressione di quasi 11 punti percentuali rispetto al 2022, consolidando l’Italia quale terzo esportatore mondiale assoluto, dopo Cina e Germania.

I vicepresidenti Gabriele Caccia e Barbara Ulcelli hanno illustrato le attività portate avanti da Amaplast nel corso dell’ultimo anno - con particolare riferimento alla fiera Plast 2023 - e i programmi per i mesi a venire, sottolineando in primo luogo l’avvio dell’organizzazione di Greenplast 2025, che andrà in scena a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025, nuovamente

Massimo Margaglione, a destra, e Mario Maggiani, rispettivamente presidente e direttore di Amaplast, sul palco dell’assemblea.

A c ura di Stefania Arioli e Luca Mei

nell’ambito di The Innovation Alliance. Nel corso dell’assemblea, sono stati rinnovati gli organi associativi, che risultano adesso composti come segue:

- consiglio generale, per il periodo 20242026: Luna Artico (Friul Filiere), Alessandro Balzanelli (FB Balzanelli), Michele Bandera (Bandera), Alessandra Bosco (Inglass), Gianfranco Cattapan (Plastic Systems), Maria Grazia Colombo (BFM), Giovanna Franceschetti (Gefran), Gianni Luoni (Elba), Fabiola Plebani (Mast); - probiviri, per il periodo 2024-2028: Erica Canaia (Fimic), Carlo Cominelli (Itib Machinery), Andrea Fantozzi (Moss), Valeria Giacomoni (Sica), Aldo Zaffaroni (Zaffaroni);

- revisori contabili, per il periodo 20242028: Gianni Cazzulo (dottore commercialista), Claudia Cribiù (Crizaf), Roberta Rivi (Rivi Magnetics).

L’assemblea ha anche deliberato l’adesione al progetto federativo alla base della costituzione di Federazione Confindustria Macchine per ceramica, legno, plastica e gomma, imballaggio e confezionamento, di cui fanno parte, oltre ad Amaplast, Acimac, l’associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica, Acimall, l’associazione dei costruttori Italiani di macchine e

accessori per la lavorazione del legno, e Ucima, l’unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio. L’obiettivo del progetto è quello di mettere a fattor comune le competenze e le esperienze di ciascuna associazione nel proprio campo di rappresentanza, per ampliare la gamma e migliorare ulteriormente la qualità dei servizi offerti alle aziende aderenti a ciascuna di esse. La costituenda federazione rappresenta più di 1.300 aziende e raccoglie un fatturato complessivo di oltre 19 miliardi di euro e quasi 70.000 addetti.

In chiusura, si è tenuto l’intervento di Federico Rampini - giornalista e scrittore, editorialista de “Il Corriere della Sera”che ha illustrato le macro-tendenze economico-politiche che caratterizzano lo scenario globale attuale, con particolare riferimento a conflitti, turbolenze, rischi e opportunità.

Panoramica del settore

In base alle elaborazioni del centro studi Mecs-Amaplast, nonostante il complicato contesto mondiale - colpito da conflitti, spinte inflattive, elevati tassi di interesse - l’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma ha chiuso il 2023 con una

ulteriore crescita (+2,8%) che, seppure più contenuta rispetto al biennio precedente, ha portato la produzione al valore record di 4,8 miliardi di euro.

Il presidente di Amaplast, Massimo Margaglione, durante la sua prolusione.

Un momento dell’assemblea di Amaplast, che ha annunciato la costituzione, insieme ad Acimac, Acimall e Ucima, della nuova Federazione Confindustria Macchine per ceramica, legno, plastica e gomma, imballaggio e confezionamento.

Il trend 2023 dell’export italiano di macchine per aree geografiche

Il trend 2023 dell’export italiano di macchine per aree geografiche

Seppure in presenza di criticità e fattori di incertezza economici e commerciali in diversi quadranti geografici, aggravatisi soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, la prestazione del settore è risultata positiva ancora una volta grazie al traino delle esportazioni, che hanno registrato una progressione di quasi undici punti percentuali in confronto al 2022. Le vendite dei costruttori italiani di macchine per plastica e gomma sono risultate particolarmente positive nelle principali aree di riferimento come l’Unione Europea (+9% sul 2022), il Nordamerica (+18%) e l’Asia (+8%, con il +50% del Medio Oriente e il -1% dell’Estremo Oriente); soddisfazioni sono arrivate anche dal Sudamerica, che, pur con quote più contenute, ha messo a segno un +23%.

I

primi

10 mercati di sbocco nel 2023

Il trend 2023 dell’export italiano di macchine per aree geografiche

(Δ% 2023/2022 e quote % sul totale)

Nella “top ten” dei mercati di sbocco per i costruttori italiani si osservano risultati particolarmente positivi per le vendite in Francia, Spagna e Romania, ma anche in Messico e Turchia. In tale classifica, sono solo due i segni meno e riguardano la Polonia e l’India, che peraltro avevano registrato andamenti molto favorevoli nei periodi precedenti.

(166,7 milioni di euro nel 2023)

+9,8% (366,3 milioni di euro

(97,6 milioni di euro nel 2023)

Il confronto con Germania e Cina - ovvero i due principali concorrenti dell’Italiaevidenzia come le rispettive esportazioni di macchinari per plastica e gomma abbiano registrato incrementi del 7,5% e del 12,9% rispetto al 2022. Anche allargando l’orizzonte all’ultimo decennio, la prestazione italiana si pone nel mezzo di quelle realizzate dai due principali concorrenti: +3,5% in media, in confronto al +2,9% della Germania e al +9,0% della Cina. È comunque un dato di fatto la crescente pressione commerciale cinese, che nell’ultimo decennio si è rafforzata in tutti i principali quadranti geografici. Peraltro, in occasione di Chinaplas 2024, svoltasi a Shanghai dal 23 al 26 aprile, è stato possibile osservare come il livello qualitativo della tecnologia cinese stia crescendo progressivamente. Ciò costituisce anche uno stimolo per sfruttare la capacità tutta italiana di sviluppare soluzioni sempre più innovative, flessibili e naturalmente

Ai partecipanti all’assemblea è stata offerta una visita guidata alla bella Villa Arconati, che ha offerto una suggestiva cornice, oltre che per la parte privata e pubblica dell’evento, anche per un aperitivo e la cena, che in queste occasioni sono ulteriori momenti utili per incontrare partner e fare networking in un’atmosfera più rilassata e conviviale.

performanti, anche in termini di risparmio energetico.

Il bilancio 2023 per le aziende aderenti ad Amaplast appare in linea con quello dell’intero comparto nel suo insieme. La compagine associativa ha infatti registrato una progressione del fatturato del 2,4%, più attenuata rispetto a quella del biennio precedente ma comunque significativa. In leggera crescita (+1,1%) anche la forza-lavoro. Se la produzione delle “core machinery” - ossia gli impianti per la trasformazione primaria - è mediamente rallentata, ancora in decisa crescita è risultata quella di ausiliari, attrezzature a valle, componenti e stampi.

Geopolitica

Come detto, la tendenza del comparto - analogamente a quella dell’industria e dei beni strumentali - si è raffreddata negli ultimi mesi del 2023, ma in aprile e maggio le imprese hanno registrato segnali più incoraggianti. Nel complesso, le previsioni per i prossimi mesi sono piuttosto prudenti, poiché per molte aziende non sarà facile mettere a segno una ulteriore crescita ed è realistico attendersi un periodo di assestamento e transizione. Soprattutto la domanda domestica potrebbe rimanere debole, alla luce delle incertezze in merito all’effettiva operatività dei provvedimenti della Transizione 5.0.

“Vi è tra gli imprenditori della filiera una giustificata preoccupazione, ma preferisco esprimere ottimismo e non lo voglio fare perché filosoficamente è preferibile parlare del bene piuttosto che del male o per quello spirito corporativo che a volte ci porta a celare le negatività, ma perché, nonostante i nostri difetti, grazie a una fantasia senza eguali, a un’intraprendenza vigorosa, a un tessuto imprenditoriale estremamente variegato e dinamico, sappiamo mettere sempre in campo virtuosismi veramente eccezionali”, ha sottolineato in chiusura il presidente di Amaplast Massimo Margaglione.

Gli “highlight” di Federico Rampini

Aprendo la sua “lectio” all’assemblea annuale di Amaplast, Federico Rampini ha sottolineato come non tutto sia andato o vada male tanto per il nostro Paese, al quale, forse, fa difetto un pizzico di autostima, quanto a livello globale. Pur non negando le tante e profonde difficoltà sotto gli occhi di tutti, che non serve elencare a mo’ di promemoria, il giornalista ha messo l’accento sugli aspetti macroeconomici che possono essere riconsiderati in tale luce e permettere di vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto. Ecco di seguito alcuni passaggi chiave del suo intervento che riassumono in parte questa visione e altri che possono offrire ulteriori interessanti spunti di riflessione e approfondimento.

“Spesso le previsioni apocalittiche generate dalle criticità verificatesi negli ultimi anni sono state smentite dai fatti: c’è un deficit di autostima nei confronti

del nostro sistema, l’economia di mercato in realtà si adatta rapidamente agli impulsi che riceve”.

“Viviamo in un mondo di rinascita di imperi antichi con processi evolutivi che rompono con il passato: Cina, Russia, Arabia Saudita, Iran, Turchia”.

“Reindustrializzazione, autonomia strategica e integrazione delle industrie nazionali: possono essere queste alcune delle chiavi per fronteggiare le criticità del contesto geopolitico mondiale?”.

“Perché la Cina rimane competitiva nonostante il miglioramento dei salari? Aumento qualitativo dei processi, dei prodotti e del management; basso costo dell’energia; aiuti di Stato, per supportare l’export”.

“Stati Uniti verso un nuovo trend isolazionistico? Guerra dei dazi verso la Cina, immigrazione clandestina,

transizione verde da definire, questi alcuni tra i principali nodi da affrontare, a prescindere dall’esito del voto di novembre”.

“Luci e ombre per l’India: PIL 2023 a +7%, ma il manifatturiero stenta a decollare, la logistica è poco competitiva, permangono squilibri interni”.

“La vicina Germania - primo partner commerciale dell’Italia nel settore macchine gomma plastica - rischia di entrare in una nuova “stagione di malattia”? Fattori critici la perdita del mercato cinese, del gas russo a buon mercato, la crisi industriale, il vuoto di leadership politica”.

L’intervento del giornalista e scrittore, editorialista de “Il Corriere della Sera”, Federico Rampini all’assemblea di Amaplast ha catturato l’interesse dei soci presenti in sala fornendo interessanti informazioni e spunti di riflessione utili per le loro attività.

I risultati di un’indagine congiunta

Il futuro dei servizi digitali per le macchine industriali

Il 25% del fatturato delle aziende del settore deriva dall’attività di service. Il portafoglio servizi offerto dalle imprese è piuttosto ampio ma genera ricavi ancora contenuti. Le grandi aziende appaiono molto più mature rispetto al digital service in tutte le sue forme. L’offerta di servizi digitali risulterà sempre più fondamentale nelle scelte di acquisto dell’utilizzatore: quasi il 70% delle imprese considera che, entro tre anni, saranno determinanti per la vendita dei macchinari.

Il 25% del fatturato delle aziende del settore machinery deriva dall’attività di service; il portafoglio servizi offerto dalle imprese è piuttosto ampio, ma genera ricavi ancora contenuti; le grandi aziende appaiono molto più mature in termini di digital service in tutte le sue forme; l’offerta di servizi digitali risulterà sempre più fondamentale nelle scelte di acquisto dell’utilizzatore e quasi il 70% delle imprese considera che, entro tre anni, saranno determinanti per la vendita dei macchinari.

In sintesi, sono questi i risultati dell’“Osservatorio Digital Servitization nel settore machinery”, progetto di ricerca di Digital Industries World, associazione multidisciplinare che riunisce, tra gli altri, aziende del settore industriale e istituti di ricerca con l’obiettivo di accelerare la trasformazione digitale dell’industria manifatturiera, realizzato in collaborazione con Asap Service Management Forum, Acimac, Acimall, Acimit, Aita, Amafond, Amaplast, Siri, Ucima e Fondazione Ucimu e presentati a un recente evento intitolato “La voce del mercato: il futuro dei servizi digitali per le macchine industriali”, organizzato dalla stessa Digital Industries World e patrocinato da Federmacchine, la federazione dell’industria italiana dei beni strumentali.

Le rilevazioni, condotte su un ampio panel di imprese (circa 200 quelle che hanno risposto al questionario) del comparto machinery, contribuiscono a rendere una fotografia del grado di maturità digitale dell’industria dei beni strumentali nel nostro Paese.

Il ruolo dei servizi per le imprese del machinery

Il fatto che attualmente il fatturato derivante dall’attività relativa ai servizi valga circa il 25% di quello totale delle imprese del comparto machinery dimostra che il modello di business dominante nel settore è ancora di stampo tradizionale, incentrato sulla vendita di macchinari. Assetto, questo, che appare evidente in modo più marcato nelle PMI. Infatti, per le piccole imprese, il service contribuisce per poco meno di un quarto al totale del fatturato, mentre per le grandi contribuisce per quasi un terzo. Se è ragionevole immaginare che il business delle aziende del machinery sia focalizzato sulla produzione di nuovi beni, è altrettanto vero che la ripartizione tra produzione e servizi rispetto ai ricavi risulta ancora decisamente sbilanciata sul lato manifatturiero.

Più della metà dei produttori di macchinari (57%) ha implementato una strategia mirata per lo sviluppo dei servizi. L’approccio strategico al tema del service appare profondamente differente nella visione delle grandi aziende rispetto a quello delle piccole. Infatti, la definizione di una strategia per i servizi riguarda l’83% delle grandi imprese e il 48% delle PMI. Più della metà delle imprese (53%) si aspetta che il fatturato del business dei servizi aumenterà significativamente in futuro. Anche in questo caso sono le grandi aziende a credere maggiormente in questa aspettativa (70%) rispetto alle PMI (47%).

Questi due indicatori confermano l’importanza crescente che le

Le rilevazioni dell’“Osservatorio Digital Servitization nel settore machinery” sono state effettuate su un panel di circa 200 aziende operanti nel comparto machinery.

aziende del settore machinery attribuiscono a questo business. La traduzione della strategia in attività operative risulta però ancora piuttosto limitata. Solo il 41% ha definito ruoli dedicati alle attività correlate al business dei servizi. Ancora meno, il 34%, ha definito ruoli e responsabilità specifiche per lo sviluppo di nuovi servizi e solo il 29% degli intervistati ha allocato un budget dedicato.

Il portafoglio di servizi offerti dalle imprese del settore è piuttosto ampio ma resta ancorato ai servizi più tradizionali venduti in modalità transazionale. Sono servizi ampiamente consolidati, vale a dire offerti da oltre l’80% del panel delle imprese intervistate: l’installazione e l’avviamento, la formazione, la vendita di ricambi, l’assistenza tecnica reattiva, ma anche il monitoraggio e il supporto da remoto tramite connessione alla macchina o realtà aumentata. Sono considerati servizi diffusi, proposti dal 50-80% del totale degli intervistati, quelli di revamping, retrofitting, consulenza e ottimizzazione, i contratti di manutenzione e i servizi di reportistica per le macchine, mentre risultano meno diffusi (sotto il 40%) i servizi finanziari per il cliente, il customer care 24 ore su 24 7 giorni su 7, la manutenzione predittiva, che comincia comunque a prendere piede, e i servizi legati al ritiro, all’ammodernamento, al ricondizionamento o al riciclo della macchina. Il ruolo che i servizi possono avere in termini di riduzione dell’impatto ambientale è ancora limitato ma, in questo ambito, si registra una maggiore sensibilità tra le grandi aziende. Osservando il dettaglio dell’attività di service, i ricavi più rilevanti rispetto al fatturato derivano da servizi di tipo transazionale. Rispetto al contributo al fatturato, l’attività di service si concretizza per lo più in servizi di tipo transazionale quali vendita di ricambi, prodotti consumabili e accessori che, a ben guardare, sono assimilabili alla vendita di prodotti (16%). Tra i servizi postvendita vi sono anche quelli legati ad assistenza tecnica, formazione, upgrade e revamping, che rappresentano l’8% del fatturato totale. I servizi relazionali e ricorrenti, come i contratti di manutenzione, incidono per il 3%, quelli digitali e connessi, quali per esempio la vendita di software, dati e connessione per i macchinari, rappresentano solamente l’1% del totale dei ricavi. Anche per le grandi imprese questa attività attualmente ha un peso irrisorio, pari al 2% del totale. I modelli di vendita “as a service” del prodotto sono ancora in una fase embrionale di sviluppo. Sono offerti da quasi il 20% delle imprese intervistate ma i ricavi derivanti sono trascurabili: al momento rappresentano più che altro casi di sperimentazione. Il 35% degli intervistati dichiara però intenzione di implementarli nel prossimo futuro. In prospettiva, però, l’offerta di servizi digitali dovrebbe risultare sempre più determinante nelle scelte di acquisto dell’utilizzatore di macchinari: quasi il 70% delle imprese che ha risposto alla ricerca considera che, entro tre anni, questi servizi saranno determinanti per le decisioni di acquisto di un bene strumentale. Valutazione, questa, che è ancora più forte tra le grandi imprese (92%).

Foto Ucimu

Come mutano le imprese con l’adozione di tecnologie digitali

Per oltre la metà delle imprese del panel di imprese coinvolte nella ricerca le tecnologie digitali e le competenze in questo ambito rappresentano un fattore determinante per lo sviluppo del business dei servizi. In particolare, per il 55% di esse queste tecnologie aiutano a migliorare l’erogazione di servizi tradizionali, il 53% dichiara di essere impegnato nello sviluppo di nuovi servizi, proprio grazie a queste tecnologie e il 40% ha definito una strategia di crescita dei servizi digitali. Oltre la metà del panel, per offrire servizi digitali, ha dovuto sviluppare nuove competenze attivando anche partnership con realtà esterne all’azienda. Le grandi aziende sono nettamente più mature relativamente allo sviluppo e all’offerta di servizi digitali rispetto alle PMI.

L’adozione delle tecnologie digitali per l’offerta di servizi risulta comunque ancora limitata. Le più diffuse sono IoT, cybersecurity e cloud computing, seguite da digital twin, realtà aumentata, big data analytics, intelligenza artificiale, manifattura additiva. Nettamente distanziata la blockchain. Rispetto alla dimensione, le grandi imprese adottano mediamente 3,5 tipi di tecnologie digitali differenti a supporto dell’offerta di servizi tra quelle analizzate, le PMI solo 1,5.

Sempre in tema di strumenti digitali, l’utilizzo delle piattaforme e dei sistemi informativi rappresenta una pratica affermata nelle aziende del comparto machinery per il monitoraggio da remoto dei macchinari installati presso le imprese clienti (73%) e la gestione di segnali di anomalie/allarmi ecc. (76%), e sarebbero diffusi presso le grandi e le piccole imprese. La gestione della richiesta di assistenza/customer care (62%), l’elaborazione dei dati per manutenzione predittiva di componenti e prodotti (57%) e l’e-commerce di parti di ricambio (37%) sono infine appannaggio solo delle grandi aziende.

Secondo lo studio il modello di business dominante nel settore machinery sarebbe ancora di stampo tradizionale, ossia incentrato sulla vendita di macchinari, mentre quella di servizi a essi legati sarebbe ancora minoritaria, se non marginale.

Ucimu

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Il convegno annuale di Giflex

L’imballaggio flessibile raccontato a 360 gradi

Si è svolto a Roma il 17 e il 18 aprile il convegno annuale di Giflex. Tanti i temi sul tavolo: dalle prospettive e gli sviluppi all’annuncio delle linee guida LCA per il settore, dall’ecodesign alla messa a punto di strutture di imballaggio semplificate in funzione del riciclo. La più stringente attualità ha animato il dibattito di un’edizione record.

A c ura di Luca Mei

Successo di partecipanti per il congresso annuale di Giflex - il gruppo di Assografici specializzato nell’imballaggio flessibile e parte di Federazione Carta e Grafica - intitolato “Flessibile, un packaging da raccontare” e svoltosi a Roma il 17 e il 18 aprile scorsi, che, con oltre 300 presenza, ha archiviato un’edizione record. Come sempre occasione di approfondimento, dibattito e networking per tutti i partecipanti, l’obiettivo del tradizionale appuntamento primaverile del gruppo imballaggio flessibile era quello di aggiornare gli operatori del comparto sulle ultime novità tecnologiche e di prodotto, sostenere lo sviluppo di una cultura aziendale di settore e rafforzare la comunità imprenditoriale di filiera. Il ricco programma congressuale ha portato all’attenzione dei presenti i grandi temi d’attualità, a cominciare dalla difficile situazione geopolitica tra guerre, tensioni internazionali e interdipendenze economiche. Oltre a questo, è stata proposta una analisi di modelli e processi aziendali per rispondere al grande tema dello sviluppo sostenibile, tra bisogni del consumatore, reputazione dei marchi e impatti del nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggio (PPWR).

Prospettive e sviluppi del settore

Alberto Palaveri, presidente di Giflex, ha tracciato prospettive e sviluppi di un settore chiave del Made in Italy. La lotta al cambia-

mento climatico è una sfida estremamente complessa, urgente, senza facili soluzioni. Il faticoso iter di approvazione del PPWR, che ha visto l’industria del packaging pesantemente coinvolta, ne è un esempio. Dopo un anno e mezzo di negoziazioni ne è emerso un documento complicato, a volte di difficile interpretazione.

Nonostante queste difficoltà, l’industria dell’imballaggio flessibile si è attivata responsabilmente per tracciare, attraverso azioni concrete, la sua roadmap per la sostenibilità 2030, anno a partire dal quale tutti gli imballaggi dovranno essere progettati in funzione del loro fine vita.

Se fino a oggi gli imballaggi performanti sono stati immaginati sugli scaffali dei supermercati, ora vanno pensati altrettanto performanti anche negli impianti di riciclo, meccanico o chimico che sia. Progettare il packaging del futuro significa partire dal suo fine vita e per questo diventerà sempre più strategico fare ricorso al “design thinking” per realizzare imballi con caratteristiche che diano al riciclatore la possibilità di valorizzarli. Partire dall’ecodesign per rispondere a queste logiche è necessario così come sviluppare linee guida esaustive per produrre valutazioni LCA (Life Cycle Assestment) inserite in un contesto di circolarità ripetibili, confrontabili e supportate scientificamente.

“Per questo sono orgoglioso e ringrazio i comitati tecnici di Giflex per il lavoro egregio nella stesura delle prime linee guida di

LCA, specificamente elaborate per l’imballaggio flessibile che presentiamo in occasione del nostro congresso”, ha sottolineato Palaveri.

“Il nostro obiettivo è stato quello di sviluppare linee guida esaustive per produrre valutazione LCA di FCM (Food Contact Material) inseriti in un contesto di circolarità, riproducibili, confrontabili e supportate scientificamente. La sfida? Una linea guida che mitighi la diversità di approccio, di assunzioni, di metodologie, la carenza di dati primari, per arrivare ad approcci di Life Cycle Assesment, frutto di protocolli validati e confrontabili con condivisi indicatori e confini di sistema”, ha dichiarato Andrea Cassinari (Group Quality&Global Regulatory Affairs Director at Cellografica Gerosa), coordinatore dei comitati tecnici nello sviluppo delle linee guida LCA.

Grazie a tali strumenti “su misura” i vantaggi per l’industria dell’imballaggio flessibile sono molteplici: formare personale e sviluppare competenze all’interno delle aziende senza ricorrere all’outsourcing, facilitare la progettazione in chiave di ecodesign avendo a disposizione dati e strumenti validati e certificati. È il primo passo ma sono già stati avviati i lavori per la fase due, ovvero la costituzione di una banca dati che raccolga le informazioni necessarie per il calcolo di LCA dell’intera catena di fornitura del flessibile. Sul palco del congresso, oltre a presentare approccio, obiettivo e sfida del progetto sono state simulate esercitazioni concrete attraverso l’utilizzo di software specifici per illustrare il funzionamento del metodo e l’applicazione delle linee guida.

Parallelamente ricerca e sviluppo delle aziende del settore va nella direzione di strutture semplificate o monomateriale. Per esempio, sulle poliolefine esistono crescenti possibilità di avere materiali stampabili con tecnologie tradizionali ad altissima barriera grazie all’utilizzo di lacche e metallizzazioni trasparenti. In aggiunta, si assiste a un’interessante tendenza di mercato verso il passaggio al “rigid-to-flex”. È in aumento, infatti, per esempio nel segmento di prodotti per la cura della persona e per la detergenza domestica, l’utilizzo di flessibile come packaging primario e soluzione per la ricarica di prodotto, con vantaggi in termini di minore immissione di imballaggi e materiali nell’ambiente, come imposto dal PPWR.

In sintesi, l’imballaggio flessibile è leggero, anzi leggerissimo, e incide per il 2-3% circa sul peso totale del prodotto, utilizzando poco materiale e producendo poca CO2. In altre parole, ridurre l’immesso al consumo è possibile.

La stringente attualità al centro

In Italia l’industria dell’imballaggio flessibile registra circa 10.000 addetti, una produzione intorno alle 400.000 tonnellate, un fatturato di oltre tre miliardi di euro ed esportazioni per circa il 55% della produzione nazionale.

La sua importanza viene raccontata nelle sedi istituzionali nazionali e internazionali. Da gennaio 2024 sono stati organizzati

diversi incontri con esponenti della maggioranza, dell’opposizione e del Governo, con al centro temi di stringente attualità e dal valore strategico: PPWR, spreco e sicurezza alimentare, riciclo chimico e fine vita, Made in Italy. A questo riguardo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha istituito la Giornata Nazionale del Made in Italy che a partire dal 2024 verrà celebrata il 15 aprile, nel giorno della nascita di Leonardo Da Vinci, considerato il più grande genio della storia.

L’evento di Giflex, in rappresentanza di un settore chiave nel nostro Paese, è stato inserito nel calendario delle iniziative per celebrare tale ricorrenza. Il filo conduttore degli appuntamenti in programma era quello di tramandare valori, abilità e capacità a

Alberto Palaveri, presidente di Giflex, interviene al convegno illustrando prosepttive e sviluppi del settore.
Andrea Cassinari, coordinatore dei comitati tecnici di Giflex che hanno sviluppato le linee guida LCA per il settore dell’imballaggio flessibile.

L’imballaggio flessibile è leggero, anzi leggerissimo: incide per il 2-3% circa sul peso totale del prodotto, utilizza poco materiale e produce poca CO2

quelli che saranno i futuri imprenditori di domani, sensibilizzando ancora una volta l’opinione pubblica sul valore delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani.

L’industria del packaging è troppo spesso oggetto di una comunicazione pregiudizievole che rende necessario accendere i riflettori su eccellenze, talenti e innovazioni di cui il nostro Paese è capace. Ed è necessario farlo e raccontarlo bene, allo scopo di informare, approfondire e promuovere una riflessione con una prospettiva razionale.

Il dibattito sul PPWR

Centrale nel dibattito del congresso Giflex sono state le ricadute del PPWR giunto agli atti finali di approvazione.

“Le tre istituzioni europee sembrano aver trovato un accordo

preliminare sul testo del Regolamento. Molti dettagli sono ancora da chiarire o saranno fissati in atti legislativi secondari, ma Flexible Packaging Europe accoglie con favore il focus sulla minimizzazione degli imballaggi, la riciclabilità e l’uso di contenuto riciclato in plastica. Il PPWR è un’opportunità per creare un’economia circolare per gli imballaggi e l’industria del packaging flessibile è pronta a fornire soluzioni di imballaggio sostenibili riducendo al minimo le risorse utilizzate e aumentando la riciclabilità”, ha spiegato Roberta Colotta, Public Affairs Manager Flexible Packaging Europe.

Per Francesca Siciliano Stevens, segretario generale di Europen, l’impostazione del nuovo Regolamento è un’occasione in parte mancata per ripristinare la centralità del mercato unico e “tutta l’industria, incluso il settore degli imballaggi, sta chiedendo in maniera corale azioni concrete che permettano all’Europa di rimanere competitiva, sostenibile e inclusiva. Ripristinare il ruolo centrale del mercato unico, è fondamentale se vogliamo provare a colmare il divario di concorrenza crescente a livello internazionale e avanzare verso un’economia circolare. Il PPWR va solo in parte in questa direzione perché lascia ancora molta flessibilità di introdurre misure unilaterali, rischiando di svilire l’iniziale obiettivo di armonizzazione delle regole europee”. L’impatto di questo Regolamento definisce le future strategie di sviluppo e innovazione del settore e per questo Giflex ha svolto un incessante lavoro di presidio e informazione. Come ha spiegato Lorenzo Sacchi, coordinatore del comitato sostenibilità di Giflex, “è stato importante mantenere un filo diretto con le aziende associate per informarle con regolarità sullo stato d’avanzamento delle nostre istanze e sui contenuti del PPWR che via via si andavano definendo. Il grande lavoro di advocacy e confronto, condotto da Giflex in sinergia con Flexible Packaging Europe, è stato e sarà di fondamentale importanza per dimostrare che l’imballaggio flessibile può diventare un modello virtuoso per l’economia circolare”.

Tanti i temi trattati dai relatori che si sono avvicendati sul palco nel corso dei due giorni di convegno, offrendo al pubblico interessanti spunti di approfondimento.
Quella del 2024, con oltre 300 partecipanti, è stata un’edizione record per il convegno annuale di Giflex.

Spostata di altri due anni l’entrata in vigore della plastic tax

Ennesimo rinvio, il settimo appunto, per un tributo controverso e fin dalla sua istituzione malvisto e osteggiato dall’industria della plastica. Che continua a chiedere al legislatore provvedimenti capaci di affermare lungo tutta la filiera comportamenti virtuosi e una cultura della sostenibilità, anziché generare preoccupazioni e ripercussioni economiche sui vari fronti.

A c ura di Luca Mei

L’emendamento al Decreto Legge Superbonus (39/2024), depositato dal Governo presso la Commissione Bilancio del Senato tra il 10 e l’11 maggio e approvato in via definitiva prima dal Senato e poi dalla Camera dei Deputati, contiene anche l’ennesimo rinvio dell’entrata in vigore della così detta plastic tax, che sarebbe dovuta avvenire il 1° luglio 2024. In particolare, l’articolo 9-bis sulle disposizioni finanziarie modifica l’articolo 1 della legge 160 del 27 dicembre 2019, differendo di due anni la suddetta data, che quindi viene riprogrammata al 1° luglio 2026. Si tratta della settima proroga in quattro anni, da quando l’imposta è stata istituita con la Legge di Bilancio del 2020 varata dal secondo Governo Conte. L’entrata in vigore della plastic tax era stata rinviata una prima volta al 1° gennaio 2021 dal Decreto rilancio del 2020 e quasi subito dopo di nuovo spostata al 1° luglio 2021 dalla Legge di Bilancio del 2021. A maggio 2021 il Decreto sostegni bis aveva poi nuovamente rinviato l’entrata in vigore dell’imposta a luglio 2022. Infine, le Leggi di Bilancio dal 2022 al 2024 avevano provveduto al quarto, quinto e sesto rinvio.

Stimolare e favorire comportamenti virtuosi

Il rinvio, per la settima volta, dell’entrata in vigore della plastic tax al luglio 2026 contenuto nel DL Superbonus rappresenta la più lunga proroga finora concessa all’imposta. A tale riguardo viva soddisfazione è stata espressa da Unionplast, l’associazione che rappresenta i trasformatori italiani in seno a Federazione Gomma Plastica.

“Il rinvio della plastic tax a luglio 2026 è un intervento legislativo che accogliamo con favore e riconosciamo al Governo e al MEF in particolare il merito di aver prestato ascolto alle istanze delle imprese, che sono pronte ad affrontare gli sforzi ancora necessari per rendere sempre più sostenibile il settore, ma che subirebbero dalla tassa in questione un rischio sanzionatorio del tutto spropositato in relazione al gettito. Bene dunque questa lunga moratoria, che si riflette positivamente sul comparto, e a cascata su numerose filiere industriali, quali quella agricola, quella alimentare, quella cosmetica e tante altre ancora”. Così si è espresso il presidente di Unionplast e vicepresidente di Federazione Gomma Plastica, Marco Bergaglio.

“La plastic tax è un’imposta dal valore fisso di 0,45 euro che produttori, importatori e consumatori dovrebbero pagare per ogni chilo di prodotti in plastica, venduti o acquistati, che non è stata accompagnata da una valutazione di impatto che ne provi

Da più parti viene sottolineato come i comportamenti virtuosi da parte di imprese e consumatori siano la strada da percorrere per affermare la transizione verso l’economia circolare e la neutralità climatica. Mentre a poco servono provvedimenti impositivi e coercitivi.

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Crocco

in modo scientifico la sua effettiva utilità ambientale. Il suo introito non è previsto che venga utilizzato per finalità ambientali, come potrebbero essere delle misure volte a implementare il riciclo della materia”, ha ricordato al riguardo il presidente di Unionplast.

“La strada da seguire è quella piuttosto di favorire e stimolare comportamenti virtuosi, sia dei consumatori che delle imprese, per aumentare le percentuali di riciclo della plastica, perché la transizione verso un’economia circolare e climaticamente neutra passa attraverso l’incremento dell’utilizzo di materie plastiche di riciclo nella realizzazione di nuovi prodotti”, ha infine concluso Bergaglio.

Sviluppare una nuova mentalità a favore della sostenibilità

Anche il Gruppo Gomma Materie Plastiche di Unindustria Reggio Emilia, attraverso le parole del presidente Gianluca Melli, ha sottolineato “l’importanza che il Decreto Superbonus ha avuto in funzione del rinvio - il settimo - al 2026 della Plastic Tax. Il problema primario dei prodotti in plastica risiede esclusivamente

nel loro smaltimento improprio e l’abbandono nell’ambiente. Processi che devono essere affrontati attraverso la consapevolezza e l’educazione collettiva, essenziali per raggiungere una transizione sostenibile”.

“Le imprese del distretto gomma materie plastiche devono perseguire l’obiettivo di un’evoluzione al fine di un crescente riciclo della plastica. Favorendo lo sviluppo di una nuova mentalità sostenibile nell’ideazione e realizzazione dei propri prodotti, affrontando i cambiamenti necessari per rendere questo settore sempre più green”, ha proseguito il presidente.

Il Gruppo Gomma Materie Plastiche di Unindustria Reggio Emilia è nato nel 2008, rappresenta oltre 60 aziende dello stampaggio a iniezione e rotazionale, della termoformatura, dell’estrusione e del soffiaggio, con 4.600 lavoratori per un fatturato complessivo superiore al miliardo e mezzo di euro.

Il settimo rinvio sposta la plastic tax a luglio 2026. Se ne riparlerà allora per conoscerne la sorte: entrata in vigore, ulteriore proroga o possibile abolizione.

Foto Alphapack

Il 2023 di Camozzi Group

Crescita, investimenti e innovazione

L’assemblea degli azionisti di Camozzi Group, azienda italiana multinazionale che opera nell’automazione industriale, nella manifattura additiva e sottrattiva e nello sviluppo di soluzioni meccatroniche per la smart factory, ha approvato il bilancio consolidato 2023. Il gruppo, che nel 2024 raggiunge 60 anni di attività, chiude l’esercizio con ricavi consolidati pari a 560 milioni di euro, in aumento del 5% rispetto ai 534 milioni di euro del 2022. I ricavi esteri sono stati pari al 76% del totale, con l’Italia che da sola ha realizzato il 24% del totale. A livello complessivo, la suddivisione dei ricavi per aree geografiche è stata: EMEA (esclusa Italia) 54%, America 16%, APAC 6%. Per quanto riguarda gli altri valori di riferimento, l’Ebitda è stato pari 105 milioni di euro rispetto ai 93 milioni di euro del 2022 (+13%), l’utile netto è stato pari a 37 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto ai 35 milioni di euro del 2022 e il cash flow è stato di 98 milioni di euro rispetto ai 86 milioni di euro del 2022 (+14%).

Gli investimenti sono stati pari a 47 milioni di euro. Buona parte di quelli relativi a innovazione e tecnologia riguardano un importante ampliamento

della divisione Digital and Mechatronics, che si è dotata di una linea con elevata capacità produttiva di schede elettroniche. Questa divisione ha inoltre recentemente avviato una nuova business unit - Camozzi AIdedicata allo sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale generativa a servizio di tutte le aziende del gruppo e del mercato. Altrettanto significativi sono stati gli investimenti per lo sviluppo del settore additive, che hanno riguardato l’installazione di una stampante 3D per il metallo, all’interno dell’impianto di Polpenazze (Brescia), e di due nuove stampanti con tecnologia robotica nel sito di Milano.

Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono stati pari a 17 milioni (circa il 3% dei ricavi), in aumento rispetto ai 16 milioni del 2022. Attualmente il gruppo collabora con 11 istituti universitari, sei partner tecnologici, tre istituzioni e quattro centri di ricerca per studiare sistemi innovativi nei campi della meccatronica, dell’IIOT, della robotica, della stampa 3D e delle scienze dei materiali.

Prosegue inoltre lo sviluppo del Camozzi Research Center (CRC), situato nell’area

ex Innocenti a Milano. Il CRC non è soltanto il centro di ricerca del gruppo e di coordinamento della proprietà intellettuale di tutte le sue aziende, ma diventa sempre di più un polo tecnologico d’eccellenza e un punto di riferimento per la ricerca avanzata nazionale e internazionale, offrendo l’opportunità a studenti, ricercatori, enti istituzionali e professionisti dell’industria di sperimentare tecnologie tra le più avanzate al mondo.

Il 2023 ha inoltre portato a un’ulteriore evoluzione nella strategia di vendita del gruppo, grazie all’apertura su scala globale di un e-commerce tramite cui vengono vendute tutte le principali referenze della divisione Camozzi Automation.

Il 2023 è stato inoltre un anno di consolidamento della academy aziendale - Camozzi Link - lanciata all’inizio del 2022 con l’obiettivo di facilitare i processi di upskilling e reskilling dello staff, ma anche di sostenere la crescita professionale delle persone attraverso un’attività formativa capillare sulle cosiddette soft-skills.

Sito produttivo di Camozzi.

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Camozzi

Il bilancio di Gefran relativo all’esercizio 2023 riflette una performance aziendale solida e positiva.

Approvato il bilancio 2023 di Gefran

In equilibrio nonostante le incertezze

L’assemblea ordinaria di Gefran ha approvato il bilancio della società relativo all’esercizio 2023 e la proposta del consiglio di amministrazione di distribuire un dividendo ordinario, al lordo delle ritenute di legge, pari a 0,42 euro per ogni azione avente diritto. Per quanto riguarda i risultati della capogruppo Gefran sono stati registrati ricavi pari a 78,5 milioni di euro, margine operativo lordo di 13,8 milioni di euro e risultato netto positivo per 10,9 milioni di euro. I risultati consolidati hanno raggiunto ricavi di 132,8 milioni di euro, margine operativo lordo di 24,1 milioni

di euro, risultato da attività operative di 11,9 milioni di euro, risultato netto da attività disponibili per la vendita e attività cessate negativo di 0,2 milioni di euro e risultato netto positivo per 11,7 milioni di euro.

“Il bilancio di Gefran relativo all’esercizio 2023, approvato dall’assemblea, riflette una performance aziendale sicuramente solida e positiva. Nonostante un contesto di mercato incerto, il gruppo ha mantenuto la sua redditività, confermando la capacità di investire, di rafforzare la struttura organizzativa e di generare dividendi per gli azionisti. La distribuzione del dividendo ordinario, il più alto in valore assoluto degli ultimi cinque anni, è una conferma della sostenibilità del percorso industriale di Gefran nel medio e lungo periodo. Con il 2023 si è concluso il primo anno di operatività del nuovo consiglio di amministrazione all’insegna di una collaborazione concreta e proficua, che ha generato valore per il

Il fatturato di Sacmi supera 2 miliardi di euro

Soddisfazioni dal 2023

Sacmi archivia il 2023 con ricavi di 2,036 miliardi di euro (+12%), il miglior risultato nella storia del gruppo, e un patrimonio netto a quota 883 milioni di euro. Cresce anche l’occupazione al suo interno, con 5.200 persone nel mondo, +8% sul 2022. È quanto emerge dal bilancio consolidato presentato dalla società il 17 maggio, all’assemblea dei soci della capogruppo Sacmi Imola.

le

in positivo.

A livello di settori, tutti i business di Sacmi chiudono l’anno con indicatori in positivo e, nella maggior parte dei casi, con il miglior risultato di sempre. A contribuire al risultato sia l’onda lunga dell’eccezionale ripresa del 2022 - con un

elevato backlog di ordini - sia la capacità dell’azienda di accompagnare il mercato con ulteriori innovazioni a livello di prodotto, processo produttivo e servizio. La digitalizzazione dei sistemi si conferma un veicolo di sviluppo trasversale ai settori di business, insieme agli investimenti in sostenibilità, per un 2023 che segna anche la chiusura di due importanti operazioni, l’acquisizione del 100% delle quote di BMR (linee di squadratura, taglio, lappatura e finitura superficiale di lastre e piastrelle ceramiche) e la costituzione di SacmiCassioli Intralogistics (automazione della logistica degli impianti).

gruppo”, ha dichiarato Marcello Perini, amministratore delegato di Gruppo Gefran.

“Desidero, inoltre, esprimere un ringraziamento al collegio sindacale uscente e dare il benvenuto al nuovo che, ne sono convinto, proseguirà nel solco dell’ottimo lavoro svolto nel triennio appena terminato. Il primo trimestre del 2024 si è concluso in linea con le aspettative, che prevedevano ricavi in contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, imputabili al rallentamento della domanda e una marginalità assolutamente positiva, a conferma della solidità del nostro approccio operativo. Pur consapevoli dell’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, confermiamo le nostre proiezioni per l’anno in corso che anticipavano, in assenza di evoluzioni positive sul fronte della domanda, ricavi in linea con l’anno precedente e marginalità positiva”, ha aggiunto l’amministratore delegato.

Dal punto di vista della sostenibilità ESG (Environmental, Social, Governance), il Gruppo Sacmi archivia un 2023 ricco di soddisfazioni, mediate da un’intensa attività di ricerca e sviluppo, da un alto livello degli investimenti e dall’inserimento in azienda di nuove competenze strategiche. Tra gli esempi, descritti nel rapporto annuale integrato 2023 di gruppo, l’accelerazione in ambito packaging sui nuovi standard di capsule più leggere e performanti - con soluzioni pronte all’uso per agevolare i clienti nella transizione - e sui nuovi materiali d’incarto ecosostenibili.

Accanto all’offerta tecnologica, Sacmi migliora anche il profilo ambientale delle proprie strutture produttive, con una riduzione del 9% dei consumi di gas, un aumento del 10% dell’energia elettrica autoprodotta, una riduzione del 9% delle emissioni dirette, del prelievo idrico e della produzione di rifiuti (-13%), il tutto a fronte di un aumento del fatturato e delle ore lavorate.

Foto Gefran
Tutte
divisioni di Sacmi hanno chiuso il 2023 con indicatori
Foto Sacmi

Previero verso la certificazione di genere

Per un ambiente di lavoro inclusivo

Il costruttore comasco Previero si sta preparando a ottenere la certificazione di parità di genere in azienda. In corso in questi giorni la preparazione della documentazione necessaria per ottenerla, l’iter intrapreso conferma l’impegno di Previero nel promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e diversificato, in accordo con la normativa UNI PDR 125/2022.

Per raggiungere questo obiettivo è stata avviata un’analisi approfondita delle politiche aziendali in aree identificate come significative rispetto a una organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere: cultura e strategia, processi di welfare, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere

e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

“Il raggiungimento di questa certificazione riconoscerà il nostro impegno a creare un’organizzazione inclusiva, dove ogni individuo ha la possibilità di crescere e contribuire in uguale misura al successo dell’azienda”, ha affermato Flavio Previero, presidente di Previero. “La parità di genere in azienda non è solo una questione di regolamentazioni, ma è per noi un investimento strategico che generà benefici tangibili, come una maggiore crescita nell’innovazione e una capacità di attrarre e trattenere talenti”.

In merito alla parità di genere, delicato aspetto della vita aziendale, Previero ha intrapreso un percorso virtuoso

che prevede l’adozione di metodologie imparziali di selezione e remunerazione delle lavoratrici e dei lavoratori, aspetto testimoniato dall’incremento della presenza femminile nelle mansioni di sviluppo della tecnologia e della ricerca, oltre a quelle impiegatizie.

Risultati positivi nel primo trimestre 2024

Il consiglio di amministrazione di Piovan ha approvato i risultati finanziari consolidati del primo trimestre 2024, periodo in cui il totale dei ricavi è stato pari a 136 milioni di euro, 3,6% in meno rispetto al 31 marzo 2023, e l’utile di esercizio è risultato di 15,1 milioni di euro, in aumento rispetto ai 9,6 milioni di euro del primo trimestre 2023. Nei primi tre mesi di quest’anno l’Adjusted Ebitda consolidato ha raggiunto 16,3 milioni di euro (12% del totale di ricavi e altri proventi), in aumento del 3,4% rispetto ai 15,8 milioni di euro del primo trimestre dell’esercizio 2023, mentre il risultato operativo (Ebit), al netto della Purchase Price Allocation di Ipeg, è risultato pari a 13,6 milioni di euro, in aumento

rispetto ai 13,3 milioni di euro del primo trimestre 2023.

L’area Technical Polymers (i cui ricavi rappresentano il 78,5% del totale) ha registrato un calo dell’8%, imputabili a un mercato influenzato da tassi d’interesse elevati e dal settore del riciclo che nei primi tre mesi del 2024 ha subito l’incertezza della normativa europea registrata nella seconda parte del 2023, con un conseguente rallentamento della raccolta ordini. Al contrario, crescono le applicazioni nel settore medicale e farmaceutico.

Il portafoglio ordini al 31 marzo 2024 è risultato stabile rispetto ai numeri di fine 2023 e superiore alle medie storiche di gruppo, alimentando la fiducia nei risultati del resto dell’anno.

Il Gruppo Piovan ritiene che anche la normativa europea, che sarà rivolta all’uso di plastica riciclata e di polimeri compostabili, insieme alle nuove normative per l’uso di plastica riciclata nel packaging alimentare in via di approvazione in diversi Paesi della regione asiatica contribuiranno a creare opportunità di vendita per le tecnologie per l’automazione, il trattamento e lo screening di materie plastiche riciclate e compostabili. Secondo le stime dell’azienda, includendo anche i due mesi di attività della joint-venture indiana Nu-Vu, che circa il 29,4% delle automazioni vendute nel settore di packaging, fibra e riciclo nei dodici mesi precedenti siano utilizzate per l’uso di materiale riciclato.

Per Previero la parità di genere rappresenta un investimento capace di generare molteplici vantaggi.

L’utile di esercizio di Piovan nel primo trimestre 2024 ha raggiunto 15,1 milioni di euro, in aumento rispetto al primo trimestre 2023.

Utile di Piovan in crescita
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Piovan

Bausano in North Carolina

Nuova sede strategica per il mercato statunitense

In occasione dell’ultima edizione di NPE (Orlando, 6-10 maggio), è stata aperta una nuova sede di Bausano a Charlotte, in North Carolina negli Stati Uniti. Negli intenti della società la nuova struttura rappresenta non solo un ampliamento geografico della sua presenza, ma ha anche la funzione di seguire i clienti locali e di promuovere la sua tecnologia nell’area. North Carolina, Texas e Louisiana, infatti, disegnano un triangolo importante nel panorama industriale dell’estrusione statunitense e, non a caso, la nuova sede si posiziona proprio al centro di esso da cui trarrà consistenza per la propria attività e fornirà servizi postvendita.

Bausano da Rivarolo Canavese (nella foto) sbarca negli USA per seguire i clienti locali e promuovere la propria tecnologia in nordamerica.

Integrazione di REP Italiana ed RPM

Rafforzare

post-vendita e servizi

Le due filiali italiane di REP, costruttore francese di presse a iniezione verticali per la lavorazione della gomma, REP Italiana ed RPM, azienda specializzata nella realizzazione di presse orizzontali, sono state integrate strategicamente e la direzione è stata affidata a Benjamin Paganelli, già direttore operativo e commerciale di REP Italiana. Il nuovo direttore sarà affiancato da Monica Bonometti come responsabile vendite Italia e da Marco Inverardi in qualità di responsabile produzione e assistenza postvendita. In concomitanza dell’operazione di integrazione, dopo quasi quarant’anni di attività, di cui venti alla guida di RPM, Gianfranco Inverardi è andato in pensione alla fine di marzo L’integrazione risponde all’intenzione di creare una partnership commerciale in Italia e unire le rispettive risorse delle due società per fornire una gamma completa di servizi e rafforzare l’attività postvendita. Gli organici di

Da destra: Benjamin Paganelli, Gianfranco Inverardi, Marco Inverardi ed Hervé Revel, CEO di REP.

entrambe le società non hanno subito riduzioni o ricollocamenti così da non perdere né disperdere i rispettivi

know-how e rappresenteranno la base per l’espansione delle attività dei due partner.

Foto REP
Italia

Riorganizzazione in casa KraussMaffei

Tutte le filiali europee sotto un’unica gestione

Prosegue la ristrutturazione commerciale di KraussMaffei: dopo quella tedesca, anche le altre filiali europee saranno riorganizzate. Segnatamente quelle di Regno Unito, Benelux, Francia, Italia e Svizzera saranno riunite sotto un’unica gestione, per rafforzare la cooperazione, sfruttare le sinergie e razionalizzare le strutture.

La guida della gestione unificata è stata affidata a Christophe Longuet, già direttore delle attività della filiale francese. Longuet, con una lunga esperienza in aziende francesi e italiane in settori tra cui l’automobile e le energie rinnovabili, oltre al nuovo ruolo opererà anche come amministratore delegato nel Regno Unito e in Italia (presso la filiale di Arese, sostituendo in tale ruolo Tiziano

Caprara, che lo aveva ricoperto negli ultimi tre anni), riportando direttamente a Manuel von Varchmin, direttore vendite globale.

La nuova organizzazione mira a migliorare l’efficienza e la velocità di azione, rafforzare la collaborazione e offrire un servizio più uniforme ai clienti. Christophe Longuet, nell’assumere i nuovi ruoli, ha sottolineato l’importanza di unire risorse e condividere strumenti e processi, intensificando lo scambio di informazioni tra i diversi team per garantire un supporto ottimale ai clienti nei diversi Paesi.

A Christophe Longuet, direttore di KraussMaffei Francia, è stata affidata la guida delle filiali unificate.

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Rinnovo delle cariche per il periodo 2024-2026

Riccardo Cavanna confermato presidente di Ucima

Riccardo Cavanna è stato confermato presidente di Ucima (l’associazione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) per il periodo 2024-2026. Lo ha sancito all’unanimità l’annuale assemblea generale dei soci, svoltasi il 5 giugno a Baggiovara di Modena.

Cavanna potrà così dare continuità all’intenso lavoro svolto negli ultimi due anni, completando un quadriennio di presidenza. Alla vicepresidenza è stato confermato Massimo Marchesini ed è stata eletta Antonella Candiotto.

“Ci tengo a ringraziare tutti gli associati per la fiducia concessa. Sono stati due anni molto impegnativi”, ha dichiarato il presidente, subito dopo la rielezione.

“Insieme ai vicepresidenti, al consiglio direttivo e allo staff di Ucima abbiamo potenziato e aumentato i servizi, dato nuovo impulso all’internazionalizzazione con il lancio del brand We Make

Packaging, orientato alla valorizzazione delle tecnologie made in Italy, e messo a disposizione nuovi strumenti legati al mondo della sostenibilità”.

Un comparto di prim’ordine

Grazie poi al network con le associazioni partner Acimac e Amaplast”, ha proseguito Cavanna, “abbiamo consolidato il nostro ruolo di interlocutore con le istituzioni, con mirate attività di advocacy, che ci hanno portato anche ad essere ricevuti dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. In particolare, abbiamo fatto sentire la nostra voce lungo tutte le fasi del lungo

iter del nuovo regolamento imballaggi e su temi strategici come quelli legati all’Industria 5.0. Tante altre sono le attività in cantiere per il prossimo biennio e siamo già al lavoro per un’associazione sempre più forte e vicina agli associati. Infine, ricordo le tante iniziative in corso per celebrare i 40 anni di Ucima, che culmineranno con un grande evento che si terrà in ottobre”.

Gomma-plastica traino per l’economia del Paese

L’Italia è il secondo Paese europeo più rilevante nel settore di gomma e plastica, dopo la Germania, per numero di unità locali, fatturato e valore aggiunto: il comparto, infatti, che sostiene le più importanti industrie del Paese, è trainante per l’economia del Belpaese, con oltre 150 mila addetti e con migliaia di aziende che fatturano complessivamente oltre 26 miliardi di euro, pari all’1,3% del nostro PIL. Specchio di questa dinamicità è Federazione Gomma Plastica, l’organizzazione di categoria in ambito confindustriale che sostiene gli interessi delle aziende italiane del settore a essa associate, giunte ormai alla soglia delle 500 unità e con una rappresentanza di

quasi 47.000 lavoratori.

Numeri, questi, che, insieme al ruolo che svolge nella gestione del CCNL del comparto, per parte datoriale, fanno di Federazione Gomma Plastica una delle più importanti federazioni di settore di Confindustria e che sono nettamente in crescita: dal 2021 al primo trimestre del 2024 le nuove adesioni sono state 110 e nello stesso periodo la rappresentanza in termini di lavoratori è aumentata di oltre il 10%, ovvero più di 4.000 addetti in meno di quattro anni, con prospettive di ulteriore crescita da qui a fine 2024, nel cui primo trimestre sono state 31 le nuove aziende associate.

“Non possiamo che esprimere grande soddisfazione per l’andamento positivo

delle adesioni alla federazione e per la crescita della sua rappresentanza, che restituisce in termini numerici l’impegno proficuo svolto in tanti ambiti, con servizi complementari rispetto a quelli forniti dalle numerose associazioni territoriali di Confindustria con cui la federazione collabora. La capacità di interloquire con i decisori politici e istituzionali italiani ed europei, le positive relazioni industriali costruite nel tempo, la competenza tecnica e normativa, l’approccio consulenziale nei confronti delle aziende associate sono fattori attrattivi che trovano conferma nelle tante nuove adesioni di questi anni”, ha dichiarato il presidente di Federazione Gomma Plastica, Marco Do.

Riccardo Cavanna, con la conferma della carica, proseguirà e darà continuità all’intenso lavoro svolto negli ultimi due anni, completando un quadriennio alla presidenza di Ucima.
Il presidente di Federazione
Gomma Plastica, Marco Do.

Rilevazioni Ucimu del primo trimestre 2024

In calo gli ordini di macchine utensili

Nel primo trimestre 2024 l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi e Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre ha segnato un calo del 18,9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2023. In valore assoluto l’indice si è attestato a 77,9 (base 100 nel 2021). Il risultato negativo è stato determinato dalla riduzione degli ordinativi raccolti dai costruttori italiani sul mercato sia interno che estero. In particolare, gli ordini raccolti oltreconfine sono risultati in calo del 18,5% rispetto allo stesso periodo del 2023 e il valore assoluto dell’indice si è attestato a 91. Sul fronte interno, gli ordini hanno segnato un arretramento del 19,4% rispetto al primo trimestre del 2023, per un valore assoluto pari a 55,1. “Comincia dunque con segno negativo il 2024 dei costruttori italiani di macchine utensili e, sebbene si tratti di una conferma rispetto a ciò che ci

attendevamo, occorre ora superare la fase di impasse, dando al mercato un segnale chiaro di distensione e stabilità, condizione fondamentale per chi deve fare investimenti in macchine di ultima generazione”, ha dichiarato Barbara Colombo, presidente di Ucimu, alla luce di tali risultati del primo trimestre 2024.

“Sul fronte estero dopo un 2023 positivo questo primo scorcio dell’anno mostra un avvio piuttosto cauto della raccolta ordini oltreconfine. Pesano il rischio dell’allargamento delle tensioni oltre l’area israelo-palestinese e il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina. Ma pesano certamente anche le incognite legate alla transizione energetica e all’indirizzo che prenderà l’Europa dopo l’appuntamento elettorale di giugno”.

“Detto ciò, rispetto all’export, le nostre aspettative per l’anno in corso sono positive: ci attendiamo un andamento a ritmo moderato della nostra attività

negli Stati Uniti, e un incremento delle vendite in alcuni Paesi europei e in Paesi che cominciano a scalare la classifica delle aree di destinazione del Made in Italy settoriale, quali Turchia, Messico e India. Anche per questo Ucimu ha avviato i primi step per la creazione di una nuova rete di imprese in Messico che sta vivendo un intenso sviluppo manifatturiero, strettamente collegato all’economia USA. Di differente tenore è invece la valutazione del mercato interno, la cui domanda è in standby da diversi (troppi) mesi, in attesa dell’operatività dei nuovi provvedimenti per la competitività. Noi costruttori continuiamo a ricevere dai nostri clienti richieste di quotazioni di offerte per progetti anche importanti che restano però in sospeso perché manca certezza sugli incentivi che saranno resi disponibili dal governo”, ha sottolineato la presidente di Ucimu.

Per la presidente di Ucimu Barbara Colombo, nonostante il primo trimestre in salita, le aspettative per l’anno in corso sono positive rispetto all’export, mentre di diverso tenore è la valutazione del mercato interno, la cui domanda è in stand-by.

Nel segno della continuità

Alessandra Fazio riconfermata alla presidenza dell’Istituto Italiano Imballaggio

L’assemblea degli associati dell’Istituto Italiano Imballaggio, svoltasi a Milano il 21 maggio, ha riconfermato Alessandra Fazio alla guida dell’associazione per il periodo 2024-2026. Riconfermarti anche i vicepresidenti Chiara Faenza e Osvaldo Bosetti. L’assemblea ha rinnovato anche il consiglio direttivo, in cui sono stati eletti Fulvio Bosano, Roccandrea Iascone, Luca Fornaroli, Paolo Caiani e Lorenza Zanardi in rappresentanza dei produttori, Vittorio Brinati, Barbara Guzzo, Alessandro Ruggeri, Adele Scicchitano e Paolo Tagliabue per la componente utilizzatori. Completano la squadra Italo Vailati e Maurizio Bertocco per le associazioni e Giannicola Lambrocco per i soci aggregati. Alessandra Fazio ha ripercorso obiettivi e risultati del suo primo mandato, ponendo l’accento sui temi della comunicazione, attraverso il digital marketing e i canali social, le attività

di PR e il rafforzamento dei rapporti con gli altri stakeholders della filiera, in particolare nella sfera internazionale.

Altro tema seguito da vicino dalla presidente è quello della formazione professionale, che nell’ultimo biennio ha fatto registrare numeri significativi in termini di presenze, con 3.586 partecipanti, e di ore di formazione erogate, oltre 3.100.

Infine, terzo tema su cui si è concentrata l’attività della presidenza riguarda l’assistenza agli associati, che rappresenta il core business dell’attività associativa per le imprese. Nel biennio il numero dei senior advisor coinvolti è salito a 14, sono stati organizzati diversi webinar gratuiti sui temi di maggiore attualità come la plastic tax in Europa, l’etichettatura ambientale e i green claim.

Il programma di presidenza per il prossimo biennio vedrà Alessandra

Fazio impegnata su nuove tematiche quali il supporto scientifico alle attività di advocacy, standard di qualità e sostenibilità, monitoraggio e analisi delle nuove tendenze del mercato ed espansione della base associativa.

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Ucimu
Alessandra Fazio, rieletta presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio per il biennio 2024-2026.
Foto Istituto Italiano Imballaggio

Kadri succede a Brudermüller alla presidenza di Cefic

Avvicendamento alla guida dell’industria chimica europea

Ilham Kadri, CEO di Syensqo, spinoff di Solvay, è stata chiamata a guidare Cefic, il consiglio europeo delle federazioni dell’industria chimica.

La CEO di Syensqo, Ilham Kadri, è stata eletta alla presidenza di Cefic, il consiglio europeo delle federazioni dell’industria chimica, alla cui guida succede a Martin Brudermüller. Laureata in ingegneria chimica presso L’École des Hauts Polymères di Strasburgo e con un dottorato di ricerca in chimica e fisica macromolecolare presso l’Università Louis Pasteur di Strasburgo, Kadri già ricopriva il ruolo di vicepresidente in seno a Cefic, detiene diverse cariche importanti in varie associazioni imprenditoriali a livello globale e, nel corso della sua trentennale carriera, ha ricoperto e tuttora ricopre incarichi presso multinazionali di primordine, con responsabilità nella ricerca e sviluppo, nella strategia di business e in ambito digitale in molteplici settori.

Ilham Kadri, infatti, è attiva sul fronte scientifico, dell’innovazione, della sostenibilità e dell’inclusione ed è promotrice del ruolo delle donne nella scienza, nella tecnologia, nell’ingegneria e nella matematica. Insieme al presidente uscente di Cefic, Martin Brudermüller, ha giocato un ruolo

chiave nell’organizzazione del recente vertice industriale europeo a Genk, cui hanno preso parte importanti funzionari governativi e istituzionali come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il Primo Ministro belga Alexander de Croo e l’ex Primo Ministro italiano Enrico Letta.

“Sono onorata di assumere questo ruolo in quello che è un momento cruciale per l’Europa e gli europei, l’industria in generale e la stessa industria chimica europea. Sono quindi molto ansiosa di supportare la prossima generazione di politici europei e la nuova leadership della Commissione europea”, ha dichiarato Ilham Kadri. Nei prossimi mesi Bruxelles ospiterà una serie di “Dialoghi di Anversa”, che esploreranno ulteriormente le richieste chiave contenute nella recente Dichiarazione di Anversa.

“La nostra industria è impegnata da tempo a raggiungere gli obiettivi europei di neutralità climatica e circolarità, e non ci sono dubbi su ciò che stiamo cercando di ottenere. Con la “Dichiarazione di Anversa”, sostenuta da oltre 1.100 organizzazioni in 25 settori, abbiamo delineato le modalità per realizzare neutralità climatica e circolarità. Nei prossimi mesi, la nostra ambizione è quella di vedere l’Europa mettere la competitività dell’industria al centro del processo decisionale europeo. I leader del settore vogliono vedere l’Europa diventare un polo globale dell’innovazione e un luogo in cui le tecnologie possano essere ampliate in modo efficace, nei tempi previsti e con meno burocrazia, realizzando un mercato unico con una politica industriale che attragga investimenti sul suolo europeo e dove esista una solida domanda di mercato, anche pubblica, per prodotti sostenibili”, ha aggiunto la neopresidente di Cefic.

Nigel Flowers rieletto Confermato il presidente della plastica britannica

In occasione dell’assemblea generale annuale svoltasi lo scorso 16 maggio, i membri del consiglio di British Plastic Federation (BPF) hanno riconfermato Nigel Flowers alla presidenza per un altro anno e hanno eletto Martin Hitchin nuovo vicepresidente. “Siamo molto lieti di avere Martin Hitchin come nuovo vicepresidente della British Plastics Federation. La sua nomina è del tutto meritata. Martin ha avuto una carriera molto prestigiosa ed è un membro molto apprezzato del consiglio di BPF. Sono sicuro che sarà un eccellente vicepresidente, aiutando BPF a continuare a fornire valore ai suoi membri e a promuovere gli interessi del nostro settore”, ha commentato Philip Law, direttore generale di BPF.

“Sono lieto di dare il benvenuto a Martin Hitchin come vicepresidente. La sua esperienza in diverse aree della lavorazione della plastica sarà preziosa. Martin ha esperienza nel settore delle finestre, dei tubi, dell’automobile e del riciclo e, quindi, offre davvero un patrimonio di conoscenze di cui tutti possiamo trarre beneficio”, ha dichiarato il riconfermato presidente Nigel Flowers.

“È un onore essere eletto vicepresidente di BPF. Collaboro con l’associazione di categoria da molti anni e sono consapevole della mole di lavoro che svolge per sostenere il nostro settore. Il lavoro del consiglio di BPF aiuta a definire l’approccio e le priorità dell’organizzazione. Non vedo l’ora di iniziare il mio nuovo incarico e sono desideroso di sostenere i programmi del presidente Nigel Flowers”, ha aggiunto il neo vicepresidente Martin Hitchin.

Martin Hitchin ha conseguito una laurea in Ingegneria combinata presso l’Università di Coventry prima di intraprendere una formazione postlaurea in Cina, seguita da un Master in scienza e ingegneria dei polimeri presso la North London University. In seguito ha lavorato nel settore manifatturiero e delle costruzioni per 35 anni. Hitchin ha iniziato a lavorare con Rehau nel 1988 come ingegnere applicativo, divenendone CEO nel 2007 e supervisionandone l’evoluzione e la crescita. Martin Hitchin è anche vicepresidente del New Model Institute for Technology and Engineering (NMITE), startup universitaria di ingegneria a Hereford.

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Cefic
Da destra: Nigel Flowers, Martin Hitchin e Philip Law.

Il Regolamento imballaggi approvato dal Parlamento europeo

Chi è favorevole e chi è contrario al PPWR

Ormai da mesi l’iter legislativo europeo per l’approvazione del provvedimento riguardante gli imballaggi e i rifiuti di imballaggio nell’Unione Europea ha acceso il dibattito tra chi lo considera al passo con i tempi della sostenibilità ambientale e chi lo ritiene una crociata mossa da pregiudizi ecologici quasi esclusivamente contro la plastica. Il 24 aprile il Parlamento europeo lo ha approvato in via definitiva. Vediamo come è andata e quali sono le principali posizioni assunte dalle parti chiamate in causa.

A c ura di Luca Mei

Con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni, il Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR) è stato approvato dal Parlamento europeo in via definitiva il 24 aprile. Le misure, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio europeo, comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e impongono ai Paesi dell’Unione Europea di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggi in plastica. Per limitare gli sprechi, è stata stabilita una proporzione massima di spazio vuoto del 50%, che sarà applicata agli imballaggi multipli e a quelli per il trasporto e per il commercio elettronico. In aggiunta, produttori e importatori dovranno garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano ridotti al minimo. Determinati tipi di imballaggi in plastica monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030. Tra questi figurano gli imballaggi per frutta e verdura fresche non trasformate e per i cibi e le bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (per esempio condimenti, salse, panna da caffè e zucchero), i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse in plastica al di sotto dei 15 micron di spessore. Il testo vieta anche l’utilizzo dei cosiddetti “inquinanti eterni”, ovvero le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), al di sopra di determinate

soglie negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari. Sono previsti obiettivi di riutilizzo specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande alcoliche e analcoliche (a eccezione, tra gli altri, di quelli per latte, vino, anche aromatizzato, e superalcolici), imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. A determinate condizioni, gli Stati membri potranno concedere deroghe di cinque anni a questi requisiti. I distributori finali di bevande e alimenti da asporto dovranno dare ai consumatori la possibilità di utilizzare i loro contenitori e adoperarsi per offrire il 10% dei prodotti in un formato di imballaggio riutilizzabile entro il 2030.

Con le nuove norme, tutti gli imballaggi (a eccezione di legno leggero, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana e cera) dovranno essere riciclabili sulla base di criteri rigorosi. Le misure comprendono anche obiettivi sul contenuto minimo riciclato per gli imballaggi in plastica e obiettivi minimi di riciclo in termini di peso per i rifiuti di imballaggio. Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso per bevande fino a tre litri dovranno essere raccolti separatamente mediante sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni che consentano di raggiungere l’obiettivo di raccolta.

“Per la prima volta in una legge ambientale, l’UE sta fissando

Da sinistra, sopra: la relatrice Frédérique Ries, la direttrice di Plastics Europe Virginia Jansenss, il presidente di Unionplast Marco Bergaglio; sotto: il presidente di Corepla Giovanni Cassuti, il presidente di Assorimap Walter Regis, il presidente di Pro Food Mauro Salini. (Elaborazione grafica di MacPlas con foto di Araniredhel/Wikipedia, Danny Gys/Plastics Europe, Federazione Gomma Plastica, Linkedin Giovanni Cassuti, Assorimap e Linkedin Pro Food).

obiettivi per ridurre gli imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato. Le nuove norme promuovono l’innovazione e prevedono esenzioni per le microimprese. Il divieto di sostanze inquinanti eterne negli imballaggi alimentari è una grande vittoria per la salute dei consumatori europei. Chiediamo ora a tutti i settori industriali, ai paesi dell’UE e ai consumatori di fare la loro parte nella lotta contro gli imballaggi in eccesso”, ha dichiarato la relatrice Frédérique Ries.

Le norme previste dal PPWR approvato dal Parlamento europeo hanno suscitato immediatamente reazioni a livello tanto europeo quanto nazionale, alcune favorevoli altre contrarie al provvedimento. Di seguito i commenti espressi dalle parti interessate a vario titolo nell’industria delle materie plastiche.

Una pietra miliare

“Il voto della seduta plenaria del Parlamento europeo rappresenta una pietra miliare importante nella transizione verso un’economia circolare della plastica. Nel complesso, il testo adottato è ambizioso e richiederà un’attuazione pratica”. Con queste parole, Virginia Janssens, direttrice generale di Plastics Europe, l’associazione europea dei produttori di materie plastiche, ha accolto l’approvazione del PPWR da parte del Parlamento euro-

peo come un importante passo verso un’economia sempre più circolare delle materie plastiche.

Per la Janssens, stabilire nella legislazione obiettivi obbligatori sul contenuto di riciclato per il settore degli imballaggi rappresenta un chiaro segnale per il settore riguardo al fatto che la domanda di plastica riciclata aumenterà e stimolerà gli investimenti nelle tecnologie di riciclo e nello sviluppo di prodotti riciclabili. “Misure simili devono ora essere applicate ad altri settori che utilizzano la plastica, tra cui l’edilizia e l’industria automobilistica, come parte di un quadro politico e normativo più ampio che stimoli la domanda di materie prime circolari e consenta un clima positivo per gli investimenti e l’innovazione in Europa. Tuttavia, vediamo la necessità di un’attenta revisione dell’impatto degli obiettivi di riutilizzo e dei formati interessati, soprattutto negli imballaggi per il trasporto”, ha proseguito la direttrice di Plastics Europe.

“Nonostante la mancanza di neutralità materiale che compromette gli obiettivi originali del PPWR di ridurre i rifiuti di imballaggio, sosteniamo l’adozione del PPWR in modo tempestivo. Ora l’attenzione dovrebbe spostarsi sulla legislazione secondaria necessaria per attuare il regolamento in modo tempestivo, pratico e realistico. Continueremo a lavorare in collaborazione

Foto Parlamento Europeo

Gli obiettivi introdotti dal PPWR scatteranno a partire dal 2030 e saranno scaglionati al 2035 e al 2040 per quanto riguarda la riduzione degli imballaggi rispettivamente del 5, 10 e 15% e “colpiranno” in particolar modo quelli in plastica.

con i decisori politici, i partner della catena del valore e altre parti interessate per garantire che il regolamento venga implementato con successo come politica abilitante chiave che accelera il percorso verso la circolarità della plastica”, ha aggiunto Virginia Janssens.

Una scelta ideologica

Di segno diametralmente opposto il parere dei trasformatori italiani di materie plastiche aderenti a Unionplast, il cui presidente Marco Bergaglio ha dichiarato che “il nuovo regolamento imballaggi europeo (PPWR) che il Parlamento ha votato a Strasburgo vieta molteplici tipi di packaging monouso in plastica, e temiamo fortemente che danneggerà un intero sistema di eccellenza nel riciclo, e intere filiere produttive, per la scelta ideologica di penalizzare il riciclo a favore del riuso, che comporta una serie di impatti negativi, dalla logistica alla sicurezza fino al maggior consumo di acqua ed energia. Decenni di investimenti e progressi per la creazione di un modello italiano di economia circolare assurto a leader a livello internazionale, certificato dal recente 72% dei rifiuti da imballaggio riciclati, non sono serviti a nulla contro un’impostazione iniqua, dai dubbi risultati ambientali e che incredibilmente non poggia su nessuna valutazione di impatto credibile”.

Un commento molto severo che stigmatizza la violazione del principio di neutralità che dovrebbe guidare la normativa, ed esprime lo stupore di Bergaglio per le numerose regole speciali previste per gli imballaggi in plastica e le eccezioni per quelli realizzati con altri materiali. “Con le nuove norme UE sul packaging in pericolo c’è il 60-70% del fatturato del settore del packaging alimenti freschi italiano, che vale 1,5 miliardi di euro. E il rischio concreto è che in nome del no “senza se e senza ma” alla plastica si inneschi una reazione a catena a detrimento della sostenibilità: prodotti con una durata media minore, condizionata dall’assenza della protezione data dagli imballaggi, con

l’aumento di scarti e sprechi alimentari, e il ricorso al cartoncino accoppiato con plastica o altri materiali, che produce più rifiuti e maggiore CO2 per lo smaltimento. Se dunque l’obiettivo del PPWR era di diminuire i rifiuti da imballaggio, il fallimento è concreto”, ha concluso Bergaglio.

A rischio il riciclo italiano

Dello stesso orientamento anche il giudizio di Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica che raggruppa le imprese della filiera del packaging. “Il voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi PPWR rischia di penalizzare il nostro Paese poiché non tiene conto delle peculiarità e dei risultati di ciascun Stato membro e mette a rischio gli sforzi finora compiuti in materia di economia circolare”, ha commentato al riguardo il suo presidente, Giovanni Cassuti.

“Il rinnovato focus sul riutilizzo è in contraddizione con tutto quello che l’Unione Europea ha promosso negli ultimi anni e questo cambio di strategia rimette in discussione un modello di riciclo consolidato che non consentirà alle amministrazioni nazionali di gestire con flessibilità l’assetto normativo e regolamentare. Ci auguriamo che il prossimo Parlamento e la prossima Commissione abbandonino quest’ottica pregiudizievole verso gli imballaggi in plastica e che si possa davvero collaborare a favore della sostenibilità ambientale, economica e sociale”, ha aggiunto Cassuti.

L’ecodesign è la risposta al riciclo

“Non più solo prodotti realizzati con materiali sostenibili ma prodotti che abbiano un ciclo di vita e un uso anche al termine del loro scopo. Ideazione, progettazione, produzione, utilizzo e riciclo. Sì, l’ecodesign è a nostro avviso una risposta forte e concreta al riciclo meccanico delle plastiche”. Con queste parole Walter Regis, presidente di Assorimap, ha commentato positivamente l’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo del nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggi. Sostenibilità della produzione di imballaggi, quindi, ma anche nuovi obblighi per la loro riciclabilità: senza dubbio una soluzione per il riciclo effettivo delle plastiche. “Come associazione di imprese riciclatrici delle materie plastiche”, ha proseguito Regis, “siamo felici che sia stata recepita la nostra proposta di inserire un contenuto minimo obbligatorio di riciclato”. “È evidente che le misure introdotte vadano nella direzione del pragmatismo e siano state individuate per il raggiungimento fattuale degli obiettivi di sostenibilità ambientale già garantiti da questi materiali rispetto ad alternative meno performanti. Per

Le critiche al nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggio mettono in evidenza preoccupazioni che non sono solo di carattere corporativistico, ma riguardano l’intera filiera dell’imballaggio, allargandosi a monte fino ai produttori di materiali e a valle fino ai riciclatori.

Foto Pro Food

Tra i pareri più critici al PPWR rientrano quelli di Unionplast, l’associazione italiana dei trasformatori, Corepla, il consorzio nazionale raccolta, riciclo e recupero, e Pro Food, il gruppo produttori di imballaggi per ortofrutta, mentre tra quelli più favorevoli troviamo quelli di Plastics Europe, l’associazione europea dei produttori di materie plastiche, e Assorimap, l’associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche.

questo motivo apprezziamo tutte le misure introdotte a informare i consumatori, orientandoli a scelte consapevoli e verso un mercato green”, ha aggiunto il presidente di Assorimap. “Siano quindi promosse politiche per la tracciabilità delle materie prime seconde, ovvero della plastica riciclata utilizzata, certificazioni di prodotto, etichettatura e informazioni commerciali. Solo così avremo davvero chiuso il cerchio”, ha concluso il presidente di Assorimap, Walter Regis.

Misure contradditorie

La fiera Macfrut 2024 dedicata al settore ortofrutticolo e svoltasi a Rimini dal’8 al 10 maggio è stata scelta da Pro Food, il gruppo produttori di imballaggi per alimenti freschi in seno a Unionplast, per mettere in evidenza davanti quelli che ritiene numerosi paradossi del Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR) davanti agli operatori della filiera che più direttamente ritiene coinvolta dal nuovo provvedimento. Fin dall’avvio del percorso legislativo del regolamento, Pro Food ha presentato in tutte le sedi nazionali ed europee motivate ragioni per evitare la messa al bando degli imballaggi in plastica per prodotti ortofrutticoli, decisa in nome della lotta agli imballaggi non necessari e di una presunta maggiore sostenibilità; una misura, secondo il gruppo produttori di imballaggi, non supportata dalla valutazione d’impatto realizzata dalla Commissione europea, e messa in discussione da studi scientifici in base ai quali l’eliminazione degli imballaggi plastici non comporta affatto alcun miglioramento ambientale, anzi, in molti casi ne peggiora l’impatto. Anche se il Parlamento europeo aveva recepito tutte le sue osservazioni, Pro Food ritiene che il testo scaturito dall’accordo fra Consiglio e Parlamento europeo non tenga conto delle critiche mosse al PPWR e di fatto vieti gli imballaggi per ortofrutta, danneggiando così non solo il comparto dei produttori di imballaggi in plastica, (un’eccellenza italiana in Europa), ma tutta la catena del valore fino al consumatore finale. Una scelta che danneggia anche l’intero sistema del riciclo. Tra gli impatti negativi generati dal PPWR, Pro Food elenca anche: riduzione della vita a scaffale, poiché non vi sono dubbi che gli imballaggi in plastica prolungano la vita dei prodotti e che la loro eliminazione porterà, oltre a una riduzione del raggio d’esportazione delle eccellenze ortofrutticole italiane, un ulteriore aumento dello spreco alimentare, che nel 2023 ha già superato 4,2 milioni di tonnellate per un valore di 13,2 miliardi di euro; minore igiene e sicurezza

alimentare, che la vendita di prodotti sfusi non può garantire; aumento dei costi; minore praticità. Inoltre, per tutta la filiera si renderanno necessarie modifiche di processi logistici oggi efficaci ed efficienti.

Secondo Pro Food quelle introdotte dal PPWR sono misure paradossali di stampo draconiano per arrivare a un modesto risparmio dello 0,68% di emissioni di CO2 previsto dall’applicazione di tutto il PPWR, che mette a rischio intere filiere produttive, oppure dalla messa al bando delle vaschette in PET, che contengono già oggi il 70% di materiale riciclato e sono a loro volta riciclabili, ben oltre quanto previsto per il 2040 dallo stesso PPWR. In definitiva, Pro Food si chiede se non sia paradossale mettere in crisi un’intera filiera e le aziende italiane di un settore di primo piano in Europa quando gli imballaggi in plastica per ortofrutta rappresentano solo l’1,5% di tutti gli imballaggi per alimenti.

Con le nuove norme, tutti gli imballaggi (a eccezione di legno leggero, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana e cera) dovranno essere riciclabili sulla base di criteri rigorosi; le misure comprendono anche obiettivi sul contenuto minimo di riciclato per gli imballaggi in plastica e obiettivi minimi di riciclo in termini di peso per i rifiuti di imballaggio.

Sesto rapporto CEN-Enea

L’Italia conferma il suo primato nella circolarità

I dati presentati in occasione della conferenza annuale sull’economia circolare 2024 rivelano quanto il nostro Paese sia virtuoso in tema di riciclo e riutilizzo dei materiali nella cinquina delle principali economie dell’UE. Sebbene vi siano anche alcune zone d’ombra che potrebbero essere rischiarate.

In Italia, il risparmio non è solo quello delle famiglie. Quasi un quinto di quello che produciamo viene dal riciclo: nel tasso di utilizzo circolare dei materiali siamo secondi solo alla Francia. E primi tra le cinque principali economie dell’Unione Europea - Italia, Francia, Germania, Spagna, Polonia - nella capacità di utilizzare al meglio i materiali: nel nostro Paese la produttività delle risorse vale mediamente 3,7 euro per chilo, contro una media UE di 2,5 euro per chilo. Il nostro sistema economico e produttivo insomma apprezza la circolarità e a farlo sono an-

che le piccole e medie imprese: il 65% di esse dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare, oltre il doppio rispetto al 2021.

Sono, questi, dati di grande attualità perché l’economia circolare è una delle poste in gioco e il futuro del Green Deal passa attraverso la circolarità, fronte su cui l’Italia da sempre ha un ruolo di primissimo piano in Europa. In questo ambito, nel corso della conferenza annuale sull’economia circolare tenutasi a Roma il 10 maggio, sono stati presentati i dati del sesto rapporto sull’economia circolare in Italia realizzato da Circular Economy Network (CEN) ed Enea.

Per la prima volta, in questa edizione del rapporto, le prestazioni di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Unione Europea - le suddette Italia, Francia, Germania, Spagna, Polonia - sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Anche con questi “nuovi” indicatori, risulta confermato il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e

Edo Ronchi, presidente di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Circular Economy Network, interviene alla sesta conferenza nazionale sull’economia circolare.

Foto Linkedin Fondazione Sviluppo Sostenibile

Spagna (26). Il risultato positivo dell’Italia deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti.

Primi nel riciclo dei rifiuti

Il nostro Paese è primo in classifica per il tasso di riciclo dei rifiuti. Nello specifico, nel 2021 ha registrato un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, ossia l’8% in più della media UE27 (64%). Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%, rispetto a una media UE del 48,6% e alla Germania al primo posto con il 69,1%. Il Belpaese torna in testa nel riciclo dei RAEE: nel 2021 è stato pari all’87,1% (meno due punti percentuali rispetto al 2017), rispetto a una media UE dell’81,3%. Tutto ciò a fronte di una produzione media pro capite di rifiuti urbani di 513 kg nel 2022 nell’UE, mentre l’Italia è passata da 504 kg per abitante del 2018 a 494 kg per abitante del 2022. Per ciò che concerne la produttività, nel 2022 per ogni chilo di risorse utilizzate in Italia sono stati generati 3,7 euro di PIL, 2,7% in più rispetto al 2018 e con una media UE nel 2022 di 2,5 euro a kg. Anche il dato relativo alle altre quattro principali economie UE è inferiore a quello dell’Italia. Per quanto riguarda il tasso di utilizzo circolare di materiali, ossia il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate col riciclo e il consumo complessivo di materiali, l’Italia conferma la sua posizione del 2022, con un valore pari al 18,7%. Gli investimenti in economia circolare nell’UE27 sono stati di 121,6 miliardi di euro, pari allo 0,8% del PIL, nel 2021. L’Italia con 12,4 miliardi di euro (0,7% del PIL) si posiziona al terzo posto, dietro Germania e Francia. Rispetto al 2017, in questo ambito, segniamo però un aumento del 14,5%.

L’economia circolare crea lavoro Nel 2021, gli occupati in economia circolare nella UE27 erano 4,3 milioni, il 2,1% del totale, in Italia 613.000, cioè il 2,4%, 4% in più rispetto al 2017, subito dopo la Germania, che conta in questi settori 785.000 lavoratori (1,7% sul totale). Il valore aggiunto dell’intera UE relativo ad attività dell’economia circolare nel 2021 è stato di 299,5 miliardi di euro, il 2,1% del totale dell’economia; in Italia tale valore risulta di 43,6 miliardi di euro, 2,5% del totale (era il 2,1% nel 2017). Anche in Spagna e Germania è aumentato, mentre in Francia e Polonia è diminuito.

Il sesto rapporto sull’economia circolare in Italia mostra come il sistema economico e produttivo nostrano, in particolare quello rappresentato dalle piccole e medie imprese, apprezzi la circolarità come motore di sviluppo e crescita.

Anche qualche nota dolente

Il quadro complessivo presenta però anche qualche nota dolente. Per esempio, il consumo dei materiali in Italia nel 2022 è stato di 12,8 tonnellate per abitante, inferiore alla media europea (14,9 t/ab) ma in crescita (+8,5%) rispetto alle 11,8 t/ab del 2018. Sempre nel 2022, la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materiali (46,8%) risulta più del doppio della media europea (22,4%), anche se in calo (-3,8%) rispetto al 2018. Infine, per ciò che riguarda i brevetti relativi alla gestione dei rifiuti e al riciclo, nel 2020 per ogni milione di abitanti ne sono stati depositati 0,46, cioè complessivamente 206 nell’Unione Europea, ma solo 21 in Italia, ossia 0,36 per milione di abitanti, il 25% in meno rispetto al 2016. Nel loro insieme gli indicatori dell’andamento della circolarità, basati sulla dinamica degli ultimi cinque anni, segnalano una certa difficoltà dell’Italia a mantenere la sua posizione di leadership.

“Puntare sulla circolarità deve essere la via maestra per accelerare la transizione ecologica e climatica e aumentare la competitività delle nostre imprese”, ha dichiarato Edo Ronchi, presidente di Circular Economy Network. “Ancora di più per un Paese povero di materie prime e soprattutto, nel contesto attuale, caratterizzato da una bassa crescita e dai vincoli stringenti del rientro del debito pubblico. L’Italia può e deve fare di più per promuovere e migliorare la circolarità della nostra economia, con misure a monte dell’uso dei prodotti per contrastare sprechi, consumismo e aumentare efficienza e risparmio di risorse nelle produzioni; nell’uso dei prodotti, promuovendo l’uso prolungato, il riutilizzo, la riparazione, l’uso condiviso; e a fine uso, potenziando e migliorando la qualità del riciclo e l’utilizzo delle materie prime seconde”.

L’Italia guida la classifica del riciclo di RAEE, pari all’87,1% rispetto a una media europea dell’81,3%.
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Studio del Politecnico di Milano sui materiali alternativi

Gli imballaggi non in plastica non sono sempre i più sostenibili

L’ateneo milanese ha provato a riequilibrare le sorti riguardanti i vari materiali utilizzabili per la produzione di imballaggi, sfatando il mito che senza la plastica questi siano più sostenibili. Non è sempre così e le valutazioni vanno effettuate caso per caso, materiale per materiale, per cui risulta necessario eseguire analisi del ciclo di vita e prendere in considerazione anche gli aspetti di tipo socio-economico.

UGli imballaggi in plastica continuano a svolgere un ruolo cruciale in diversi settori, soprattutto in quello alimentare.

na sensibilità e un senso di responsabilità crescenti verso l’ambiente da parte sia delle aziende sia dei consumatori hanno innescato una transizione verso l’utilizzo di materiali alternativi percepiti come più sostenibili per realizzare i più vari generi di imballaggi rispetto all’impiego di plastica. Seppure si tratti di un fenomeno fortemente caratterizzante i nostri tempi e in taluni casi mosso da pregiudizio, la reale sostenibilità di tali materiali è stata oggetto di uno studio da parte del gruppo di ricerca Aware (Assessment on WAste and REsources) del Politecnico di Milano recentemente pubblicato sulla rivista “Waste Management & Research: The Journal for a Sustainable Circular Economy”. La ricerca ha preso in esame e

comparato 53 studi sulla valutazione del ciclo di vita (LCA) pubblicati negli anni 2019-2023, considerato come il vero spartiacque per cogliere appieno tutte le reali implicazioni legate all’uso di materie prime, processi produttivi e di trasformazione, utilizzo, gestione del fine vita e logistica con l’obiettivo di acquisire una conoscenza più approfondita degli impatti ambientali degli imballaggi sulla base del confronto tra plastica e materiali a essa alternativi.

Giocare un ruolo ancora cruciale

Gli imballaggi in plastica continuano a svolgere un ruolo cruciale in diversi settori, soprattutto in quello alimentare, dove rappresentano oltre la metà delle vendite totali. Contrariamente alla percezione comune, lo studio ha rivelato che le plastiche convenzionali non sono sempre la scelta meno rispettosa dell’ambiente. Le bioplastiche, in particolare, sono risultate una valida alternativa se considerate per il loro effetto sul cambiamento climatico e sull’esaurimento delle risorse fossili. Tuttavia, altre valutazioni in termini di impatto ambientale presentano alcuni svantaggi, indicando che non esiste una soluzione univocamente valida.

L’utilizzo del vetro, sebbene possa sembrare una scelta più sostenibile, comporta considerazioni legate al suo peso, che incide sulle prestazioni di tale materiale non solo nella fase di produzione bensì anche in quella del trasporto. Quanto al riutilizzo di tale materiale, sebbene comporti un miglioramento dal punto di vista ambientale, deve essere effettuato in condizioni specifiche

Foto Squirrel photos/Pixabay

La ridotta quantità di materiale necessario per unità di confezione, insieme ad altri fattori, come, per esempio, la leggerezza, è uno dei punti di forza che rendono le prestazioni della plastica eccellenti anche in chiave ambientale.

per rendere il vetro più vantaggioso rispetto alla plastica conven zionale. Per quanto riguarda i metalli, come per esempio l’allu minio, il confronto con le plastiche risulta invece più equilibrato, soprattutto nel settore delle bevande. Tuttavia, anche in questo caso esistono opportunità di miglioramento, concentrandosi sul riutilizzo e limitando le distanze di trasporto e i carichi ambientali associati al recupero e al lavaggio degli imballaggi.

Spazi di miglioramento per tutti i materiali

L’analisi degli studi LCA ha inoltre individuato aree di migliora mento per tutti i materiali esaminati. Vetro e metalli potrebbe ro trarre vantaggio da un maggiore riutilizzo, mentre le biopla stiche necessitano una ottimizzazione dei processi produttivi e della gestione del fine vita. È importante sottolineare che una valutazione complessiva della sostenibilità degli imballaggi ri chiede anche un’analisi degli impatti sociali ed economici. Solo considerando l’intero ciclo di vita è possibile comprendere ap pieno le implicazioni della scelta di ogni tipo di imballaggio.

“Dagli oltre 50 studi analizzati emergono due aspetti fondamen tali”, ha spiegato Giovanni Dolci, ricercatore del gruppo Aware. “Innanzitutto, la scelta tra plastica e materiali alternativi dipen de fortemente dall’applicazione specifica, oltre che dalle carat teristiche intrinseche del materiale. Allo stesso tempo, molti studi mostrano criticità metodologiche che possono influenzare i risultati del confronto, come per esempio analizzare solo gli effetti del cambiamento climatico senza valutare altri potenziali impatti o analizzare scenari non realistici di gestione del fine vita degli imballaggi”.

qualità permette di ottenere risultati di prova affidabili.

PressCheck - Drive è la soluzione ideale per lo stampaggio a compressione di provini e placchette di prodotti termoplastici o reticolati in conformità con le norme ISO 293 ed ISO 2393

“La plastica si rivela un materiale con ottime prestazioni ambientali, a condizione che venga utilizzata correttamente; questo è dovuto alla sua leggerezza, che consente un utilizzo minimo di materiale per unità di confezione e un’ottimizzazione dei processi produttivi rispetto a materiali più giovani come le bioplastiche. Tuttavia, non vanno dimenticate le due principali criticità, ovvero la produzione da risorse fossili e, soprattutto, l’elevata propensione alla dispersione della plastica nell’ambiente, dove impiega tempi molto lunghi per degradarsi, aspetto, quest’ultimo, generalmente non compreso in valutazioni come quelle analizzate nella ricerca”, ha sottolinea Mario Grosso, docente di gestione dei rifiuti.

In conclusione, sebbene la ricerca scientifica offra preziose informazioni su quali materiali possano essere più sostenibili, è fondamentale considerare attentamente tutti gli aspetti coinvolti nella scelta del packaging, dalla produzione al riutilizzo e riciclo, per un futuro più sostenibile per tutti.

La pressa, con forza di chiusura di 25T, superficie di stampaggio di 200x200mm e temperatura impostabile fino a °300C, è dotata di PLC di controllo per preparazione dei cicli di stampaggio, stampo scorrevole, controllo della forza di chiusura, raffreddamento dei piani con gradiente impostabile.

Foto HuengSoon/Pixabay

Contributo ecologico di Corepla

Un eco-compattatore Recopet donato a Papa Francesco

Anche il Vaticano guarda alla sostenibilità: in vista del Giubileo del 2025, infatti, Corepla ha donato a Papa Francesco un ecocompattatore Recopet che verrà installato in uno dei luoghi maggiormente frequentati da turisti e fedeli, per evitare la dispersione di plastica nell’ambiente e sensibilizzare cittadini e turisti al riciclo.

“La scienza ci permette di estendere l’orizzonte molto di più e di sentire maggiormente il mistero che ci circonda e che ci abita”, ha dichiarato Papa Francesco in occasione dell’incontro con Corepla in Vaticano. “L’umiltà è alla base della vita cristiana. Umile, infatti, deriva da humus, terra. Basterebbe contemplare un cielo stellato per ritrovare la giusta misura”.

A nove anni dalla “Laudato si’”, l’Enciclica con cui Papa Francesco ha lanciato un appello per la costruzione di un mondo migliore stimolando un approccio diverso verso la nostra Casa Comune, Corepla si è fatto promotore di un dibattito sul rapporto tra progresso, ambiente e responsabilità sociale, puntando l’attenzione anche sulla sostenibilità e sul futuro degli imballaggi in plastica

per affermare quanto il ruolo della comunicazione sia fondamentale per contrastare le false narrazioni attorno questo materiale.

“Quello di Corepla è un impegno verso la sostenibilità e l’innovazione che nasce dalla necessità di proteggere la nostra Casa Comune. I giovani esigono da noi un cambiamento e mostrano continuamente preoccupazione rispetto ai temi legati alla crisi climatica e a un futuro ai loro occhi incerto. Contro l’eco-ansia abbiamo però un potente strumento, l’informazione. Da sempre Corepla è impegnata in attività rivolte ai più giovani: grazie ai nostri progetti scuola e alle nostre iniziative sul territorio da più di 25 anni abbiamo coinvolto oltre mezzo milione di studenti e, forti di questi risultati, puntiamo a rafforzare la nostra offerta formativa, consci di quanto sia sempre più importante dare delle risposte e cercare insieme delle soluzioni”, ha dichiarato Giovanni Cassuti, presidente Corepla.

Papa Francesco davanti all’eco-compattatore Recopet installato in Vaticano.

Contrastare gli ostacoli alla raccolta differenziata

Accordo a tre contro i “falsi compostabili”

Tra gli obiettivi dell’accordo anche la tutela dei cittadini dalle conseguenze sanitarie e ambientali di prodotti non conformi.

Condividere dati e informazioni per migliorare le attività di controllo e contrasto alla diffusione di falsi shopper e imballaggi in plastica non compostabile: è l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto da Assobioplastiche, Biorepack e TÜV Austria. Un’alleanza quanto mai urgente e necessaria, non solo per far progredire la raccolta differenziata delle bioplastiche compostabili e, conseguentemente, della frazione umida, ma anche per tutelare i cittadini dalle conseguenze sanitarie e ambientali della diffusione dei “falsi compostabili” e per aiutare il consolidamento della filiera di produttori legali, che subiscono la concorrenza sleale causata da chi opera fuori dalle regole. Grazie all’accordo i tre partner lavoreranno sui casi di illegittimità in relazione a prodotti di bioplastica compostabile muniti di marchi di conformità rilasciati da TÜV Austria che fornirà l’elenco sia dei prodotti da essa certificati sia degli usi ingannevoli e impropri dei suoi marchi. “Le violazioni delle attuali normative che, ormai da anni, vietano l’uso di sacchetti in plastica tradizionale per la spesa e l’ortofrutta rappresentano un danno economico per gli operatori che lavorano onestamente”, ha commentato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “Inoltre, sono un dumping illegale perché i costi di produzione sono molto più bassi, a fronte però di impatti ambientali ben più elevati. Costruire sinergie tra le diverse realtà della filiera è quindi indispensabile per porre in essere azioni efficaci di contrasto all’illegalità”.

Nel caso degli shopper illegali, le cause di violazioni sono molteplici: molto frequente è la vendita di borse per asporto merci o per alimenti sfusi privi dei requisiti di

legge (certificazioni di biodegradabilità, compostabilità, rinnovabilità e relative etichettature). Ma spesso compaiono marchi di certificazione di compostabilità contraffatti su sacchetti che in realtà sono privi dei requisiti stabiliti dallo standard europeo EN 13432. C’è infine il caso, sebbene più marginale rispetto agli altri appena citati, di sacchetti dichiarati compostabili ma che, una volta ottenuta la certificazione, vengono poi prodotti con quantità più o meno rilevanti di polietilene, materia prima non ammessa per i bioshopper ma usata per ridurre i costi di produzione. Tante violazioni che finiscono per danneggiare l’immagine della filiera legale, aumentare le difficoltà dei cittadini che effettuano la corretta raccolta differenziata e creare danni alla quantità del compost prodotto grazie ai rifiuti organici e compostabili negli impianti di trattamento. “La diffusione di sacchetti e manufatti rigidi non compostabili induce in errore i cittadini che finiscono per gettarli insieme ai rifiuti organici. Di conseguenza, gli impianti di digestione anaerobica e compostaggio devono porre in essere una serie di attività per rimuovere i materiali non compostabili”, ha spiegato Marco Versari, presidente di Biorepack. “Le analisi effettuate dal nostro consorzio hanno rilevato che ogni chilo di materiali non compostabili presenti nell’umido sottrae tra uno e due kg di rifiuti organici al trattamento. In questo modo si riduce la quantità di compost prodotto e aumenta, al contrario, la quantità di rifiuti che deve essere invece smaltita in termovalorizzatori o, peggio, in discarica. Ecco perché, tra i compiti di Biorepack c’è quello di porre in essere azioni di contrasto a tutti i fenomeni di illegalità del settore”.

Foto Biorepack

Lo spettacolo teatrale “Deus Ex Plastica” contro i luoghi comuni

Promuovere un uso consapevole della plastica nella generazione Z

Divertire, informare, educare, riflettere.

Sono questi i principi alla base dello spettacolo teatrale “Deus Ex Plastica” che ha debuttato al Teatro Civico di Tortona (Alessandria) il 3 aprile. Realizzato con il sostegno di Alpla Italia (filiale italiana di Alpla, attiva a livello globale nel settore degli imballaggi plastici), la rappresentazione ha posto al centro della scena la plastica e attraverso un’esperienza coinvolgente ha stimolato il pubblico alla riflessione e al dibattito sulle tematiche di attualità a essa legate.

Nel corso dello spettacolo gli attori hanno partecipato a un quiz a premi, condotto da un presentatore virtuale, durante il quale attraverso un meccanismo di domande e risposte, sono stati portati all’attenzione del pubblico i paradossi di una società “plastic-free”. Sono state così esplorate in modo divertente e provocatorio le implicazioni dell’uso della plastica nella nostra vita quotidiana. Al termine, un dibattito ha coinvolto tutti gli spettatori invitati a condividere le proprie riflessioni

dopo essere stati messi di fronte alle molteplici complessità e contraddizioni legate all’uso di quello che, a tutti gli effetti, è uno dei materiali più importanti e discussi della vita quotidiana nella nostra epoca.

In questo modo, la campagna “La plastica è cambiata, cambia idea sulla plastica”, lanciata oltre due anni fa e sostenuta da Alpla per sfatare i luoghi comuni e i falsi miti su questo materiale, trova nella rappresentazione teatrale un ulteriore format per la propria narrazione volta a sensibilizzare e a diffondere la cultura di un uso consapevole della plastica, modalità unica e imprescindibile per continuare a beneficiare di questo insostituibile materiale e, nel contempo, cercare di limitare al massimo il suo impatto sull’ambiente.

Messo in scena dalla compagnia teatrale Naif, un collettivo artistico che ha al suo attivo rappresentazioni teatrali incentrate su temi di attualità e di interesse per i giovani, anche delicati e di difficile trattazione, questo spettacolo ha

un copione pensato e scritto su misura per parlare a/e con la generazione Z. Ciò non solo in funzione di una crescente sensibilità alle tematiche ambientali e sociali da parte dei più giovani ma anche dall’evidenza di quanto questa generazione risulti essere sempre più coinvolta e consapevole di dover, a breve, prendere il testimone per gestire il nostro pianeta con maggiore responsabilità.

Dopo il debutto a Tortona lo spettacolo è andato in scena al Teatro P. Giacometti di Novi Ligure (Alessandria) il 7 e l’8 aprile e al Teatro Comunale di Monastero Bormida (Asti) il 9 aprile. La prima tournée di “Deus Ex Plastica” si è posta l’obiettivo di coinvolgere in modo particolare gli alunni delle scuole superiori per stimolare un dialogo aperto che conduca a una maggiore consapevolezza e azione concreta verso un futuro più sostenibile per tutti.

Lo spettacolo teatrale “Deus Ex Plastica” ha debuttato al Teatro Civico di Tortona (Alessandria) il 3 aprile 2024.

Un nuovo strumento per Ecopneus

Migliorare la gestione dei flussi di PFU

Migliorare efficienza e controllo delle proprie attività sul territorio: con questo obiettivo Ecopneus ha adottato il nuovo sistema gestionale I-Smart che, grazie a un avanzato sistema di tracciamento, consente il monitoraggio accurato e dettagliato dei flussi di PFU (Pneumatici Fuori Uso), dalla raccolta al trattamento finale.

Adottata da gennaio, la nuova piattaforma, dopo un periodo di test, assicura adesso che ogni fase del processo sia registrata e tracciata, migliorando la comunicazione tra Ecopneus e tutta la filiera, fornendo una visione chiara e trasparente della gestione dei PFU e offrendo uno strumento ancora più funzionale, semplice ed efficace. Il nuovo sistema si distingue per un’interfaccia semplice e intuitiva, che semplifica le richieste di ritiro e la comunicazione. Ogni utente dispone di un profilo personalizzato, che garantisce un elevato livello di sicurezza nell’accesso ai dati e una

personalizzazione avanzata. Il sistema è, inoltre, fruibile da una nuova app mobile per Android e iOS che permette ai gommisti e agli altri utenti autorizzati di inoltrare le richieste di ritiro direttamente dai loro dispositivi, per una maggiore comodità e accessibilità.

“Con l’introduzione di questa innovazione, Ecopneus rafforza il proprio impegno nel fornire un servizio di qualità, basato su principi di trasparenza ed efficienza”, ha affermato Giuseppina Carnimeo, direttrice generale di Ecopneus, in merito al lancio del nuovo strumento gestionale. “Questa nuova piattaforma rappresenta un’evoluzione tecnologica che ribadisce il ruolo e la responsabilità di Ecopneus nel contesto del sistema nazionale di gestione dei PFU, fornendo al Ministero dell’Ambiente dati, informazioni e strumenti fondamentali per supervisionare un settore strategico per l’economia circolare del Paese, nel complesso scenario attuale. Questo strumento

La Commissione europea contro l’Italia

Procedura di infrazione sulla plastica monouso

Una procedura di infrazione è stata avviata dalla Commissione europea contro l’Italia per il recepimento con “eccezioni” della Direttiva 2019/904 sulla plastica monouso, la cosiddetta SUP. La Commissione europea ha indirizzato al Governo del nostro Paese una lettera di messa in mora, ossia il primo passo di tale procedura, per non aver recepito completamente e correttamente la direttiva sulla plastica monouso e per aver violato gli obblighi previsti dalla direttiva sulla trasparenza del mercato unico.

La Direttiva SUP rappresenta un elemento essenziale della strategia sulla plastica della Commissione europea e del suo piano d’azione per l’economia circolare. L’obiettivo è quello di prevenire e ridurre l’impatto di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente e sulla salute umana, nonché promuovere la transizione verso un’economia circolare.

L’Italia non sarebbe riuscita a recepire o a recepire correttamente diverse disposizioni di tale Direttiva nel proprio diritto nazionale, influenzandone la portata e l’applicazione. L’obiettivo della direttiva sulla trasparenza del mercato unico è quello di prevenire la creazione di ostacoli nel mercato interno. Gli Stati membri devono notificare alla Commissione tutti i progetti di regole tecniche riguardanti i prodotti prima che siano adottati nella legislazione nazionale. Secondo la direttiva, gli Stati membri devono rispettare un periodo sospensivo di tre mesi tra la notifica del progetto di regola tecnica e la sua adozione.

L’Italia avrebbe violato le norme procedurali stabilite dalla Direttiva adottando la legislazione del suo recepimento durante il periodo di stallo, mentre il dialogo con la Commissione europea era ancora in corso. La

non solo garantisce un accesso più efficiente al servizio, ma rafforza anche gli standard di tracciabilità e quindi di controllo, rigore e legalità per ogni operazione, e conferma il nostro impegno verso gli obiettivi di economia circolare del Paese, che ispira e guida il nostro lavoro”.

Il sistema gestionale I-Smart, adottato da Ecopneus, permette di monitorare con precisione i flussi di PFU.

Commissione europea, pertanto, ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia, a cui deve rispondere entro luglio e colmare le carenze sollevate a suo carico. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione europea potrà decidere di emettere un parere motivato.

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La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia.
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I film di scarto, dopo la fase di selezione e riduzione volumetrica, vengono riconvertiti in granuli e, successivamente, in nuovi film per imballaggio, pronti per essere reimmessi nel circuito produttivo.

Accordo tra Aliplast e Mirage

Riciclo circolare di film plastici impiegati nel settore ceramico

Attiva nella produzione e nel riciclo di plastica, Aliplast unisce le forze con Mirage, realtà di punta nel settore ceramico, per dare vita a un processo circolare per recuperare i film plastici utilizzati nel comparto della ceramica. Da oltre 50 anni, infatti, Mirage produce piastrelle per rivestimenti interni ed esterni e il processo che porta alla loro realizzazione passa attraverso differenti fasi, durante i quali le piastrelle sono più volte imballate con l’utilizzo di film

plastici, con una procedura che porta a impiegarne e dismetterne grossi quantitativi.

Il progetto di recupero messo in atto da Aliplast prevede anzitutto la selezione e la riduzione volumetrica di tali film di scarto, fase che avviene direttamente negli stabilimenti di Mirage. Successivamente, il materiale è inviato al polo Aliplast, dove viene riconvertito in granulo e, successivamente, in nuovo film per imballaggio, pronto per essere reimmesso nel circuito produttivo della stessa Mirage. Il recupero avviene in “closed loop”, principio volto alla massima sostenibilità che prevede il recupero degli scarti plastici dalle aziende e le successive fasi di trattamento e rigenerazione per ottenere un prodotto di qualità, con caratteristiche tecniche pari a quello realizzato con materiale vergine, pronto

Riciclo e riuso anche nelle attività solidali

Aimplas ha formulato un materiale contenente riciclato con cui realizzare 500 sacchi per coperte.

a essere reimmesso nel ciclo produttivo. Il settore ceramico è sempre più improntato verso logiche green. Per questo è importante sapere in maniera precisa e puntuale in che misura un prodotto o un processo contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale. Quantificare in maniera oggettiva il risparmio è sempre stato uno dei capisaldi di Aliplast, che, da diversi anni, monitora le proprie emissioni di gas serra associate a cinque tipi di prodotto: granulo di PE, film di PE, granulo di PET, lastra di PET e scaglia di PET. Nello specifico, Aliplast opera seguendo la metodologia LCA (Life Cycle Assesment), che valuta l’impronta ambientale di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita, così da avere una rilevazione oggettiva sulla portata del contributo in termini di riduzione delle emissioni, tra cui l’impronta di carbonio.

Sacchi durevoli e sostenibili per la Croce Rossa Internazionale

Oltre 2.000 sacchi per alimenti e beni di prima necessità sono stati sviluppati da Aimplas, centro tecnologico spagnolo dedicato alle materie plastiche, per il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) utilizzando sacchi intrecciati in polipropilene riciclati, tessuto di rafia e additivi per ottenere strutture multistrato resistenti e durevoli. Questo sviluppo rientra in un progetto, finanziato da Innovation Norvegia

e guidato da CICR, UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e WFP (programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite) con lo scopo di ricercare alternative e soluzioni innovative per il riutilizzo di sacchi in polipropilene intrecciato utilizzati per il confezionamento di alimenti e articoli di soccorso, è gestito da dss+ (società di consulenza sulla sostenibilità e governato da un comitato direttivo composto dai rappresentanti delle tre organizzazioni umanitarie (ICRC, UNHCR e WFP), di Innovation Norvegia e della Croce Rossa norvegese. Aimplas ha contribuito progettando una struttura multistrato a base di polipropilene che si avvale di formulazioni valutate per migliorare le prestazioni del sacco. Questo sviluppo è stato applicato a più di 1.500 sacchi per il trasporto di farina di frumento e fagioli secchi con l’obiettivo di ritardare il degrado dei sacchi dovuto all’esposizione a

condizioni ambientali estreme. Il centro tecnologico ha inoltre formulato un secondo materiale, anch’esso contenente riciclato, utilizzato per realizzare altri 500 sacchi per coperte. I sacchi sviluppati da Aimplas saranno inclusi in tre catene di approvvigionamento selezionate dalle organizzazioni coinvolte in Camerun, India e Turchia per essere testati sul campo in ambienti diversi e mutevoli nel difficile contesto degli interventi umanitari.

Tra i partner di progetto, Rafia Industrial, parte del gruppo spagnolo Armando Álvarez, ha fornito la rafia, AUST, università del Bangladesh il cui dipartimento di ingegneria tessile, ha sviluppato un sacco di iuta con rivestimento in biopolimero, e Giotto (centro di competenza svizzero) e Supsi (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), hanno messo a punto un materiale a base di fibre naturali trattato strato per strato.

Materie prime riciclabili: in UE esportazioni su, importazioni giù

In base ai dati Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, nel 2023 le esportazioni di materie prime riciclabili dalla UE ammontavano a 39,3 milioni di tonnellate, volume che nel 2024 registra una tendenza al rialzo del 74% (+16,7 milioni di tonnellate). Sempre secondo l’ufficio statistico dell’Unione Europea, lo scorso anno le importazioni di materie prime riciclabili da parte dell’UE sono state pari a 39,8 milioni, volume pressoché analogo ma che nel 2024 registra invece una tendenza al ribasso dell’8,6% (-3,8 milioni di tonnellate).

La serie storica dal 2004 al 2024 mostra un aumento delle esportazioni e una diminuzione delle importazioni pressoché costante. Per quanto riguarda i singoli materiali, la plastica si posiziona al sesto posto sia per esportazioni sia per importazioni. Nel 2023 la Turchia risultava la destinazione principale

per le materie prime riciclabili dell’UE, dove si sono dirette 12,2 milioni di tonnellate, seguita, nell’ordine, da India (5,2 milioni di tonnellate), Regno Unito (3,5 milioni di tonnellate), Egitto (1,7 milioni di tonnellate) e Indonesia (2,5 milioni di tonnellate). Sempre lo

scorso anno, il primo Paese da cui giungevano le importazioni risultava il Brasile (9,7 milioni di tonnellate), seguito da Argentina (4,5 milioni di tonnellate), Regno Unito (3,5 milioni di tonnellate), Ucraina (2,5 milioni di tonnellate) e Stati Uniti (2,5 milioni di tonnellate).

Per quanto riguarda i materiali, la plastica si posiziona al sesto posto sia per esportazioni sia per importazioni. Per quanto riguarda i Paesi di destinazione e di arrivo, invece, si piazzano al primo posto rispettivamente Turchia e Brasile.

Qualche domanda a Luca Oliverio, direttore generale di WM Thermoforming Machines

L’innovazione come tratto distintivo

Sviluppo tecnologico, consolidamento e penetrazione di mercato, previsioni per il futuro. Questi i temi toccati da Luca Oliverio, direttore generale di WM Thermoforming Machines. Con un cenno particolare per l’Italia, che per l’azienda gioca un ruolo cardine e funge da fondamentale laboratorio di innovazione.

Di Luca Mei

Per concepire l’innovazione come il, anziché un, tratto distintivo della propria attività bisogna fermamente credere che essa sia finalizzata non solo al proprio profitto, che evidentemente non può mancare in un’attività imprenditoriale, bensì anche a beneficio di quanti su cui tale in-

novazione ha la capacità di riverberarsi: gli utilizzatori dei propri prodotti e quelli dei prodotti per mezzo di questi ultimi a loro volta ottenuti. È questa la “filosofia”, emersa dalle risposte di Luca Oliverio, direttore generale di WM Thermoforming Machines, alle nostre domande, che sembra caratterizzare l’attività dell’azienda di Stabio, in Svizzera, sul fronte tanto della ricerca e dello sviluppo tecnologico quanto dei mercati consolidati o ancora da penetrare.

E affinché l’innovazione diventi un marcato tratto caratteriale della propria attività deve possedere una capacità implicita: sapere stare al passo con i tempi, cosa più facile a dirsi, o a scriversi che dir si voglia, che a farsi. Questo, oggi, per WM Thermoforming Machines vuol dire (soprattutto) capacità di integrare in una solida base tecnologica ciò che l’evoluzione mette a disposizione di più vantaggioso e facilitante per le attività produttive, dai moderni sistemi di automazione industriale di ogni fase di processo ai più so-

fisticati sistemi di visione artificiale. Che ancora più in dettaglio allo stato attuale significa intelligenza artificiale come strada da percorrere verso, nel caso specifico, la termoformatura del futuro. Ma per non anticipare troppo o tutto, conviene a questo punto lasciare la parola appunto a Luca Oliverio.

Partiamo anzitutto dai più recenti e innovativi sviluppi tecnologici apportati sulle vostre macchine. Cosa può raccontarci a riguardo?

“WM Thermoforming Machines ha, per così dire, rivoluzionato il design delle sue termoformatrici, puntando sull’integrazione di sistemi di visione artificiale e automazione del fine linea. Nel settore alimentare, per quanto riguarda le vaschette per il confezionamento delle carni, ha ottimizzato il processo con soluzioni che permettono l’applicazione della colla e l’inserimento dei “pad” in

Luca Oliverio, direttore generale di WM Thermoforming Machines.

maniera totalmente automatizzata.

Il focus continuo di WM Thermoforming Machines è l’aggiornamento delle nostre macchine per consentire l’uso di stampi già esistenti di altri produttori, rimuovendo gli ostacoli alla transizione verso le nostre macchine e garantendo un impatto immediato sull’efficienza operativa dei nostri clienti”.

Tali sviluppi tecnologici in che vantaggi applicativi si traducono tanto per il trasformatore che adotta le vostre linee quanto per gli utilizzatori dei prodotti finali con esse ottenuti?

“Gli sviluppi apportati impattano sulle operazioni dei trasformatori in termini di efficienza e riduzione dei costi. La verticalizzazione del processo e il rafforzato controllo qualità assicurano che ogni prodotto finito soddisfi gli standard più elevati, con ripercussioni positive sull’immagine del brand dei nostri clienti e sulla soddisfazione del consumatore finale”.

In termini di mercato come vanno le cose: quali sono quelli maggiormente consolidati e che vi vedono più presenti e quelli invece in cui

intendete espandervi e che vi offrono ancora margini di penetrazione?

“WM Thermoforming Machines guarda al futuro con strategie di penetrazione mirate. In Nord America, la nostra presenza viene rafforzata dal supporto tecnico locale, mentre in Medio Oriente stiamo estendendo la nostra rete logistica per ricambi, confermando il nostro impegno nei mercati emergenti.

L’Europa, sebbene stagnante, rimane un pilastro con clienti fidelizzati e consolidati e in Italia continuiamo a essere un punto di riferimento del settore, con una pre-

senza dominante che si riflette nel nostro fatturato. In Asia, stiamo rivedendo le nostre strategie per allineare le aspettative con le prestazioni”.

Approfondiamo un po’ il discorso sull’Italia. Nel quadro descritto, il nostro Paese che importanza ha?

“L’Italia rappresenta per WM Thermoforming Machines un mercato cardine, un laboratorio di innovazione e qualità che si traduce in una leadership indiscussa. La fiducia che i clienti italiani ripongono in WM Thermoforming Machines per noi testimonia la superiorità delle nostre soluzioni tecnologiche e il nostro impegno verso la sostenibilità e l’eccellenza operativa”.

Le fiere rappresentano un traino fondamentale per penetrare in mercati e settori applicativi importanti. Da questo punto di vista, qual è il vostro programma fieristico da qui al 2025, anno del prossimo K di Düsseldorf?

“Il nostro calendario fieristico è strategico per il posizionamento globale del brand. La presenza all’NPE con la macchina FC

In questa foto il modello 1000 IM2, in quella di apertura il modello 780, entrambi appartenenti alla gamma di termoformatrici FX.
Un dettaglio ravvicinato di come agisce il sistema di visione gestito dall’intelligenza artificiale.

Quattro aziende uniscono le forze

Un’alleanza europea per la termoformatura americana

WM Thermoforming Machines è una delle quattro aziende europee di primo piano nei rispettivi settori di attività che di recente hanno dato vita a un’alleanza tecnica ritenuta strategica per fornire soluzione integrate e assistenza attraverso cui affrontare sinergicamente le sfide del mercato, in particolare quello nordamericano, della termoformatura di materie plastiche per la produzione di imballaggio.

Chiamata IFS-Integrated Forming Solutions e presentata alla fiera NPE 2024, che si è tenuta a Orlando, in Florida, dal 6 al 10 maggio scorsi, questa alleanza ha fisicamente sede a Houston, in Texas, e vede coinvolte, oltre a WM Thermoforming Machines, le aziende italiane MacDue Impianti e T2, specializzate in automazione industriale, la prima, e macchine e stampi per termoformatura, la seconda, e la spagnola Ausil Systems, fornitrice di sistemi di visione in linea.

L’integrazione, declinata qui come messa a fattor comune delle proprie competenze specifiche, anche in questa partnership tecnica appare dunque come un aspetto fondamentale di una precisa idea di innovazione non solo tecnologica ma quale concezione nuova di assecondare le esigenze globali e particolari del mercato.

1000 IM2 ha dimostrato la nostra leadership nel settore delle termoformatrici ad alte prestazioni.

Per il K 2025 abbiamo in programma un’espansione significativa, con un aumento del 40% dello spazio espositivo, dove presenteremo le ultime novità nel campo dell’automazione e della gestione agile del processo di termoformatura”.

Passando, per così dire, alla stretta attualità, uno dei temi del momento è senz’altro l’intelligenza artificiale: come trova impiego e che ruolo gioca nelle vostre macchine?

“L’intelligenza artificiale è il fulcro della nostra visione per il futuro della termoformatura. Alla fiera NPE, tra le altre cose, abbiamo svelato come l’intelligenza artificiale elevi le nostre macchine a nuovi standard di precisione e affidabilità, con sistemi di visione che permettono un controllo qualità rivoluzionario e un’efficienza senza precedenti”.

Più in generale, secondo voi quali saranno le tendenze che nei prossimi anni guideranno lo sviluppo delle tecnologie per la trasformazione

delle materie plastiche?

“Il futuro della trasformazione delle materie plastiche è legato all’efficienza energetica, alla riduzione degli sprechi e alla flessibilità tecnologica che consenta di trasformare differenti materiali.

WM Thermoforming Machines è all’avanguardia di questa rivoluzione, con l’obiettivo di creare termoformatrici ancora più flessibili per rispondere alle esigenze dei mercati. Siamo focalizzati sull’ottimizzazione dell’OEE utilizzando l’analisi predittiva per mantenere le macchine ai massimi livelli di prestazione, agevolando gli operatori macchina nell’utilizzo di questa tecnologia”.

Per concludere, quali sono stati i vostri risultati nel 2023 e quali sono le previsioni per la restante parte del 2024, alla luce di questi primi mesi?

“Nonostante il 2023 sia stato un anno di sfide legate alla supply chain e alla cautela del mercato, WM Thermoforming Machines ha risposto con un aumento della propria efficienza produttiva e una maggiore personalizzazione dei servizi. Guardiamo al prosieguo del 2024 con ottimismo, pronti a sfruttare le opportunità di una ripresa economica, continuando a investire in affidabilità e innovazione per rispondere proattivamente alle dinami-

La sede di IFS-Integrated Forming Solutions a Houston, in Texas.
Foto IFS
Una macchina equipaggiata con automazione del fine linea.
Una veduta dello stand di WM Thermoforming Machines alla fiera NPE 2024: sullo sfondo la termoformatrice FC 1000 IM2 esposta in funzione, che ha attirato l’interesse dei visitatori (nel riquadro in alto a destra).

Soluzioni che alimentano crescita e sviluppo

Fin dalla sua fondazione, nel 1959, Magic MP è mossa da uno spirito pionieristico e avanguardistico, che l’hanno portata ad affermarsi come uno dei nomi riconosciuti a livello mondiale nel soffiaggio, dapprima, e a essere tra le prime a introdurre la tecnologia completamente elettrica in tale ambito e, più in generale, in quello delle materie plastiche, in seguito. Consolidandosi come un punto di riferimento.

Nel corso di una recente open house presso il proprio stabilimento a Besana in Brianza (Monza Brianza) Magic MP ha presentato la nuova macchina completamente elettrica ad accumulo con testa e chiusura brevettate.

Con questa nuova soluzione l’azienda ritiene di apportare nel settore delle macchine industriali un prodotto innovativo sul fronte tanto della costruzione di impianti per il soffiaggio quanto della lavorazione delle materie plastiche mediante questa tecnologia, grazie a soluzioni che per i trasformatori si tradurranno in vantaggi in termini sia di profitto sia di processo. Tra i principali vantaggi che meritano menzione il costruttore riferisce: riduzione dei consumi pari al 53%; massima precisione dei movimenti, con un’efficienza pari al 99%, ossia perfetta ripetibilità, potenziale riduzione del ciclo di lavoro e del peso degli articoli; riduzione dei costi di manutenzione pari al 52%; assenza totale di olio grazie alla tecnologia elettrica; riduzione della rumorosità della macchina grazie all’assenza di pompe idrauliche.

Da sempre all’avanguardia

Magic MP è un’azienda italiana fondata nel 1959 e specializzata nella progettazione e costruzione di macchine per l’estrusione soffiaggio (EBM) e per l’iniezione, stiro soffiaggio (ISBM) di materie plastiche. Grazie al suo costante orientamento all’innovazione l’azienda è diventata un’eccellenza del Made in Italy e un punto di riferimento a livello globale per gli operatori del settore. Magic MP è stata una delle prime aziende al mondo a progettare

macchine completamente elettriche, innovando marcatamente non soltanto il settore del soffiaggio della plastica e aprendo una via tecnologica più verde e sostenibile nell’ambito della trasformazione. Gli utilizzatori riconoscono nelle macchine di Magic i vantaggi derivanti da soluzioni brevettate, che si traducono in reali miglioramenti di processo e conseguentemente incrementi della redditività.

Gli investimenti e gli sforzi del costruttore mirano a dare ai trasformatori un unico, solido interlocutore nella produzione di flaconi e bottiglie, grazie a macchine, stampi e soluzioni per il packaging che compongono un insieme interamente sviluppato e realizzato internamente. Investimenti e sforzi che nondimeno confermano una continuità di principi, valori e competenze che da oltre sessant’anni contraddistinguono l’azienda.

Un punto di riferimento nelle macchine industriali

“L’innovazione è e sarà sempre il motore che alimenta la crescita e lo sviluppo di Magic. Dato che a oggi nessuno al mondo ha mai costruito una testa ad accumulo di grossa taglia completamente elettrificata, Magic, che guarda sempre avanti e, guidata da questa filosofia, ha capito che anche nel campo delle macchine industriali la completa elettrificazione diventerà un fattore determinante ed indispensabile”, ha dichiarato Ferruccio Giacobbe, presidente del Gruppo Magic. “Lo abbiamo fatto in passato con la tecnologia a estrusione continua per macchine fino a 60 tonnellate per la produzione, per esempio, di contenitori da

5 litri in 6+6 cavità; lo facciamo oggi anche con le macchine industriali per contenitori fino a 280 litri. A breve organizzeremo un secondo evento per presentare la nuova macchina transfer con tecnologia all electric da 80-100 tonnellate per contenitori fino a 280 litri. Questa macchina garantirà all’utilizzatore un incredibile risparmio in termini di consumi energetici pari a circa 180.000 euro annui”.

“Si è portati a pensare che l’elettrificazione è dettata dalla necessità del risparmio energetico. Questo però è solo uno degli aspetti, seppur importantissimo. La motorizzazione elettrica significa anche maggior precisione e ripetibilità nell’esecuzione dei movimenti, che si ripercuote sull’efficienza della macchina, in articoli più leggeri e cicli di lavoro più brevi e con meno scarti”, ha aggiunto il presidente di Magic. “Sarà facile per i nostri clienti comprendere quanto sia vantaggioso e innovativo produrre con una macchina che consuma il 50-60% in meno, che grazie alla sua stabilità permette cicli di lavoro più brevi e consente di produrre articoli più leggeri e, in aggiunta, con costi di manutenzione ridotti del 50%”.

“Siamo sicuri che l’orientamento al “green”, per essere effettivamente attuato, debba portare ai nostri clienti anche dei vantaggi in termini di profitto. Infatti, in 25 anni e 1.800 macchine elettriche vendute oltre che ad aver “salvato” circa tre miliardi di kg in CO2, i nostri clienti hanno risparmiato più di 500 milioni di euro in energia elettrica. A questi vanno aggiunti i diversi milioni di euro risparmiati in costi di manutenzione”, ha concluso Ferruccio Giacobbe.

In questa foto, macchina industriale

modello MET T80 a doppia stazione per falconi fino a 280 litri. In quella di apertura, macchina industriale modello MEA T40 presentata alla recente open house di cui si parla nell’articolo.

Estrusione di tubi in PO – solEX NG

•Eccellente omogeneità e qualità mista

•Temperatura di fusione fino a 10°C inferiore

•Fino al 20% in più di produzione

•Fino al 15% di costi energetici in meno

“Vogliamo che i nostri clienti, con la nostra tecnologia brevettata, vincano le complesse sfide del mercato; aspiriamo a diventare i loro partner, crescere con loro e essere il punto di riferimento del settore”. www.battenfeld-cincinnati.com

•Irrigazione a goccia efficiente

•Trasporto dell‘acqua

•Basso consumo energetico

Evoluzione dei materiali chiama evoluzione delle tecnologie

Come sfruttare le bioplastiche per uno stampaggio a iniezione di successo

Husky spiega come sfruttare appieno le potenzialità dello stampaggio a iniezione a fronte del crescente utilizzo di bioplastiche, per rendere sempre più redditizio l’impiego di tale tecnologia di trasformazione quando si impiegano materiali da fonti biologiche rinnovabili. Un’analisi attenta che può essere utile ai trasformatori.

In tutti i settori merceologici, i marchi più importanti scelgono sempre più spesso di sostituire le resine tradizionali utilizzate nello stampaggio a iniezione con le bioplastiche. Secondo le intenzioni ciò consentirebbe di rendere i processi di produzione “a prova di futuro”, oltre che di conformarsi a normative in rapida evoluzione e alle preferenze dei consumatori.

UltraMelt è un sistema a canale caldo ingegnerizzato per lo stampaggio efficiente e sostenibile di bioresine.

Le bioplastiche, note svariatamente anche come bioresine, biopolimeri, plastiche a base biologica e, in senso più ampio e generale, biomateriali, sono materiali commerciali derivati da risorse biologiche rinnovabili quali amido di mais o frumento, amido di tapioca, amido di patate, amido di canna da zucchero, amidi derivati da oli vegetali, pasta di legno e cellulosa.

Il mercato di questi materiali è cresciuto costantemente nell’ultimo decennio e continua tuttora a progredire a ritmi elevati. Negli Stati Uniti, il mercato delle bioplastiche è attualmente in espansione, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) previsto intorno al 17% nel decennio 2020-2030, mentre in Europa le proiezioni indicano un incremento del 13% nel quinquennio 2022-2027. A livello globale, il mercato delle bioplastiche ha raggiunto un valore stimato di oltre 11,5 miliardi di dollari nel 2022, con un CAGR previsto del 18,8% fino al 2030.

Bioplastiche e tecnologie

L’uso di tali materiali si riverbera, inevitabilmente, sulle tecnologie di trasformazione, sottoposte a cambiamenti e modifiche per renderle idonee alla loro lavorazione. Tra di esse lo stampaggio a iniezione, per quanto riguarda il campo specifico delle competenze di Husky, sembra offrire opportunità di crescita sostanziali sia per i marchi sia per i produttori. Le bioplastiche portano con sé sfide inedite e impegnative nell’ambito dei processi di stampaggio a iniezione di cui i trasformatori devono essere consapevoli al fine di sfruttare l’intero potenziale dei nuovi materiali.

Sfide che includono anzitutto proprietà

fisiche inedite. Le bioplastiche presentano spesso caratteristiche fisiche peculiari, come l’elevata viscosità; inoltre, necessitano di pressioni elevate per riempire le impronte dello stampo in quanto possono essere soggette a perdite. Queste caratteristiche possono rendere impegnativo il processo di stampaggio. In secondo luogo, vi è da tenere conto dell’adattamento dei processi di produzione. Alcune bioplastiche sono altamente sensibili alla temperatura, fenomeno che può causare problemi ai sistemi non specificamente progettati per affrontarlo. Ultimo ma non ultimo, vanno considerati i problemi transitori in termini di prestazioni e qualità. Inizialmente le bioplastiche potrebbero non soddisfare gli standard qualitativi e prestazionali dei materiali tradizionali. Il fuso tende a essere corrosivo, con tutti i potenziali effetti negativi sulle apparecchiature di processo. E, quindi, questi problemi transitori possono richiedere interventi di manutenzione più frequenti al fine di garantire una produzione e una qualità costanti.

Le migliori pratiche per affrontare, e superare, le sfide

Numerosi clienti di Husky hanno iniziato a sfruttare i vantaggi delle bioplastiche

adottando una serie di contromisure tecnologiche strategiche volte a superare queste particolari sfide. In primis, sono necessarie valutazioni preliminari dettagliate. Prima di utilizzare le bioplastiche nei processi di stampaggio a iniezione è importante effettuare una valutazione preliminare completa del materiale e della sua idoneità per l’applicazione specifica. Ciò comporta, tra l’altro, l’analisi della compatibilità del design del prodotto rispetto alle proprietà reologiche della bioplastica, la valutazione della necessità di test sul materiale, la messa a punto di linee guida per la pressione massima. Poi è necessario ottimizzare tanto il design del distributore quanto i sistemi a canale caldo. Il gruppo distributore deve essere specificamente ottimizzato per la gestione delle bioplastiche, soprattutto con canali geometricamente bilanciati e dalle dimensioni ottimizzate per basse pressioni e velocità di taglio ridotte. Per garantire le massime prestazioni nella lavorazione delle bioplastiche, i sistemi a canale caldo invece devono incorporare una serie di caratteristiche, tra cui componenti resistenti alla corrosione, elementi di contenimento dei trafilamenti, valvole a otturazione a pistone, controllo dei singoli puntali, una migliore distribuzione del calore per controllare i fenomeni di “sovraccarichi” (overshoot), solo per citarne alcune.

E ancora, un aspetto peculiare risulta la preparazione uniforme della bioplastica, che risulta un fattore essenziale. Prima dell’impiego, tali materiali richiedono un’essiccazione accurata per arrivare a un contenuto di umidità consigliato infe-

nel mercato USA (2020-2030)

* Tasso annuo di crescita composto

riore a 250 ppm, al fine di prevenire fenomeni di idrolisi e la degradazione della viscosità. La bioplastica deve essere fornita in contenitori rivestiti in foglio metallico, essiccata a meno di 400 ppm e non deve essere esposta agli agenti atmosferici dopo l’essiccazione.

Sistema a canale caldo dedicato

Da un punto di vista strettamente tecnologico, Husky offre soluzioni di sistema complete per il corretto utilizzo delle bioplastiche nelle operazioni di stampaggio a iniezione. La tecnologia UltraMelt rappresenta un approccio di elevata qualità per l’alimentazione del fuso in applicazioni che richiedono un eccellente controllo della temperatura e del processo, oltre a un effetto minimo sulla chimica della resina. Sviluppato nell’arco di sei anni con una serie di test con oltre cinquanta distributori di diverso tipo, il sistema UltraMelt è stato progettato per aiutare gli utenti a produrre piccole parti in materiali particolarmente sensibili alla temperatura e alle reazioni chimiche.

UltraMelt è caratterizzato da superfici totalmente non reattive e componenti in acciaio inossidabile studiati per preser-

nel mercato europeo (2022-2027)

vare la delicata chimica dei materiali bioplastici, con l’obiettivo di ridurre al minimo la corrosione e altre problematiche.

UltraMelt è disponibile in diverse configurazioni per una varietà di metodi di controllo dell’iniezione, dimensioni degli ugelli e tipologie di attuatori adatti a valori di cavitazione sia bassi che alti. Grazie a queste caratteristiche, UltraMelt si sta affermando nell’ambito dello stampaggio a iniezione di piccole parti realizzate in materiali bioplastici come i poliidrossialcanoati (PHA) e l’acido polilattico (PLA) destinate ad applicazioni tecnologiche o medicali.

Il mercato delle bioplastiche è in espansione: le proiezioni indicano un tasso annuo di crescita composto (CAGR) pari al 17% e al 13% rispettivamente in USA nel periodo 2020-2030 e in Europa nel periodo 2022-2027.

Il sistema UltraMelt, nella foto un dettaglio, assicura il più basso rischio in termini di degradazione, ossidazione e decolorazione della massa fusa.

Foto Husky
Foto Husky
CAGR*
CAGR*

Icma San Giorgio da ieri a oggi

Una tecnologia da sempre all’avanguardia

Attività ed esperienza pluridecennale fanno di Icma San Giorgio una delle realtà più in vista nel settore dell’estrusione e della granulazione di materie plastiche e gomma. In grado oggi di fornire soluzioni ad alto tasso di tecnologia capaci di adattarsi a svariate specifiche esigenze della trasformazione.

Azienda italiana costruttrice di linee per l’estrusione e per la granulazione di materie plastiche e gomma, Icma San Giorgio è stata fondata nel 1945 dalla famiglia Colombo e oggi fa parte di un gruppo con oltre 100 anni di storia industriale radicato nell’area dell’alto milanese. Fin da subito l’azienda avvia la sua attività come costruttore dapprincipio di macchinari industriali per la lavorazione del legno e successivamente, pochi anni dopo lo sviluppo del polipropilene da parte di Giulio Natta, di linee bivite per l’estrusione di materie plastiche.

Una storia in tante tappe

Tante le tappe che hanno segnato l’attività di Icma San Giorgio nei mercati italiano e internazionale. Nei primi anni Settanta i sistemi di estrusione bivite legati al brevetto “Woodstock”, che portano l’azienda alla ribalta internazionale come produttore di linee per l’estrusione “diretta”, ossia a partire da materie prime, di materiali compositi, in particolare plastica-legno, che trovarono immediata applicazione in no dei settori più esigenti e tecnici, vale a dire quello automobilistico.

A partire dagli anni Ottanta, invece, il costruttore dà grande impulso allo sviluppo di estrusori bivite co-rotanti, ottenendo significativi risultati in particolare nel settore del compounding in diversi campi applicativi, dal settore dei tecnopolimeri a quello degli attualissimi ambiti “green” e in rapida espansione (tipicamente biopolimeri e riciclo meccanico e chimico di plastiche post-consumo), legati ai megatrend globali, come quelli dei cavi e dell’elettronica in genere.

Attualmente, Icma San Giorgio vanta una capacità ingegneristica unica nel suo genere e un portafoglio completo e variega-

to di soluzioni impiantistiche basate su estrusori bivite co-rotanti di ultima generazione per i settori del compounding e dell’estrusione diretta di lastre e film ad alta tecnologia in base alle più diverse e specifiche esigenze dei trasformatori e contraddistinti da elevata efficienza e resa produttiva.

Icma San Giorgio vanta da sempre una piattaforma industriale di prim’ordine distribuita su un’area produttiva di circa 10.000 metri quadrati suddivisa in tre stabilimenti con reparti di produzione, lavorazioni meccaniche e assemblaggio, sia meccanici che elettrici, e attività di assistenza post-vendita, un pilastro del proprio modello di business. Grazie anche alla consociata Fonderia Getti Speciali, l’azienda gode di una profonda competenza metallurgica, sempre più necessaria e richiesta da un mercato moderno alla continua ricerca di efficienza e solidità produttiva dei propri macchinari.

Le aree degli investimenti recenti

I più recenti investimenti di Icma San Giorgio hanno riguardato il personale, con l’in-

Particolare di un estrusore del costruttore milanese.

serimento di nuove figure nelle varie aree anche in un’ottica di ricambio generazionale, il parco macchine utensili, sostanzialmente rinnovato e notevolmente ampliato negli ultimi cinque anni e, più recentemente, il potenziamento di quello che è diventato, con i suoi oltre 1.000 metri quadrati e le sue quattro linee installate, uno spazio unico dedicato all’innovazione dei propri macchinari e delle proprie linee per l’estrusione, allo sviluppo formulativo dei trasformatori, oltre che alla tradizionale attività di test e prova per i potenziali clienti. Questo spazio è stato chiamato, per coglierne la natura più profonda, Innovation Hub, o “Casa dell’Innovazione”, e ha assorbito molte energie, sia fisiche che economiche, ma di cui l’azienda è orgogliosa e soddisfatta.

Una nuova era

A conferma della forte propensione all’innovazione, Icma San Giorgio ha ricevuto nel 2020 il marchio Solar Impulse per lo sviluppo di una linea di estrusione in grado di fornire risposte ad alcune tematiche cruciali legate al mondo della sostenibilità ambientale, diventando membro della prestigiosa Solar Impulse Foundation, network internazionale fondato dal visionario Bertrand Piccard per promuovere a livello globale soluzioni “clean-tech” con impatto economico e sociale.

Icma san Giorgio è quindi entrata in una nuova era ben preparata ad affrontare le numerose sfide e a sfruttare le opportunità di una società in evoluzione con la sua lunga storia, la sua solida e unica piattaforma industriale, il suo staff capace di coprire tutte le aree chiave per un produttore dinamico nel mondo dell’impiantistica per materie plastiche e molto predisposto all’ascolto per comprendere e realizzare impianti altamente performanti e customizzati per una clientela moderna ed esigente.

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Misurazioni a 360° di tubi di grandi dimensioni

Un impianto di Icma San Giorgio per compounding e riciclo.

Diventare digitali per diventare sostenibili

“Go digital, become sustainable” è il motto con cui l’azienda si è presentata all’esposizione parmense. Un appuntamento importante per lanciare la sua concezione di trasformazione digitale e sostenibile dell’industria. Tanti i temi che hanno sottolineato il suo passaggio all’evento fieristico, dalle partnership alle nuove tecnologie per ampliare la piattaforma Xcelerator, alle applicazioni di digital twin, AI e Industrial Edge.

“SPS Italia rappresenta per noi un momento per confrontarsi sui temi più sfidanti dell’automazione industriale oltre che un’opportunità per mostrare le innovazioni e le soluzioni che Siemens sta sviluppando per un’industria sostenibile, digitale ed efficiente. Per diventare più sostenibili lungo l’intera catena del valore, le imprese industriali devono abbracciare necessariamente la trasformazione digitale. Noi siamo al fianco dei nostri clienti da tempo per accelerare l’adozione di

La piattaforma Simove presentata nel District 4.0, percorso espositivo con dimostrazioni e casi applicativi dal vivo.

soluzioni che uniscano il mondo reale con quello digitale attraverso tecnologie all’avanguardia, come Digital Twin, Siemens Industrial Copilot e cybersecurity, fondamentali per la competitività delle nostre aziende in campo internazionale”, ha dichiarato Giuliano Busetto, head of digital industries di Siemens in Italia, presentando la partecipazione dell’azienda alla fiera parmense.

“Go digital, become sustainable” è stato il motto che ha sintetizzato il percorso di innovazione proposto da Siemens a SPS Italia 2024, lungo il quale la trasformazione sostenibile delle imprese era il tema centrale: un’azienda si definisce sostenibile se adotta processi che siano economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibili lungo l’intero ciclo di vita di prodotti, macchine e processi. Il raggiungimento di tale obiettivo è abilitato dalla digitalizzazione, lungo ogni fase produttiva: dalla progettazione, attraverso i gemelli digitali, all’operazione,

Siemens a SPS Italia 2024
Foto

ottimizzando l’efficienza energetica di macchine e impianti, fino alla gestione dei dati per la manutenzione predittiva e il prolungamento dell’impiego delle risorse.

Etichetta di sostenibilità

La sostenibilità è profondamente integrata nelle attività di business di Siemens con un portfolio costituito da prodotti, soluzioni e servizi in grado di soddisfare i bisogni e le necessità attuali e futuri. Già oggi, oltre il 90% del business dell’azienda permette alle imprese di svolgere attività con un impatto positivo in termini di sostenibilità. In quest’ottica è stata introdotta Siemens EcoTech, l’etichetta di sostenibilità per i prodotti Siemens, che stabilisce nuovi standard di trasparenza nel settore. L’etichetta offre una visione completa delle prestazioni dei prodotti, lungo l’intero ciclo di vita, in base a specifici criteri ambientali e copre una gamma di prodotti dell’intero portafoglio Siemens per le applicazioni industriali e le infrastrutture.

Piattaforma aperta

Al centro dell’offerta di Siemens a SPS Italia 2024, la piattaforma digitale e aperta Siemens Xcelerator, che semplifica la transizione digitale e sostenibile garantendo velocità e scalabilità. Con un approccio basato sull’ecosistema, su un marketplace e su un portfolio prodotti e soluzioni in continua evoluzione, Siemens Xcelerator rappresenta uno strumento fondamentale per le imprese che vogliono affrontare le sfide della modernizzazione.

Tra le novità entrate a far parte della piattaforma, la soluzione Industrial Copilot di Siemens, creata in collaborazione con Microsoft, si pone l’obiettivo di traslare l’intelligenza artificiale generativa in campo industriale. Si tratta di un vero e proprio “assistente virtuale” che semplifica e ottimizza le attività di programmazione ed engineering, progettato per velocizzare lo sviluppo e supportare le attività tecniche, con l’ambizione di incrementare

sensibilmente la produttività delle imprese industriali.

Parte di Siemens Xcelerator anche la famiglia Digital Drivetrain, una gamma completa di hardware e software con capacità IIoT integrata lungo l’intera catena del valore, parte delle soluzioni di Motion Control avanzato. Disponibile a partire da fine 2024, il nuovo controllore Simatic S7-1200 G2 entrerà a pieno titolo nella piattaforma Siemens Xcelerator, contribuendo a creare un ponte tra il mondo della tecnologia operativa (OT) e quello dell’informatica (IT) grazie alle elevate prestazioni a livello di comunicazione e a una elaborazione dei dati efficiente. La nuova generazione di controllori Simatic S7-1200 G2 consente di affrontare le principali sfide dei trasformatori, come l’ottimizzazione della produttività, della flessibilità e dei costi, sempre beneficiando dell’approccio ingegneristico standardizzato del TIA Portal e delle funzionalità di Motion Control integrate. Tra le novità spicca anche il nuovo convertitore di frequenza ad alte prestazioni Sinamics G220, efficiente, sicuro e nativo digitale, progettato per portare soluzioni innovative nelle applicazioni con inverter.

Demo funzionali e percorsi applicativi

Tra i padiglioni di SPS Italia si snodava il District 4.0, percorso espositivo con demo funzionanti e casi applicativi. Siemens è stata protagonista dell’area Education, con le iniziative a supporto della formazione e dello sviluppo

Il controllore Simatic S7-1200 G2 consente di affrontare le principali sfide dei trasformatori, come, tra le altre, l’ottimizzazione della produttività, della flessibilità e dei costi, fattori sempre più importanti e collegati tra loro. A fine 2024 entrerà a pieno titolo nella piattaforma Xcelerator.

delle competenze nel settore tecnologico, e dell’area Sustainable Innovation. Un elemento fondamentale del portfolio Siemens in questo settore è la piattaforma di sistema Simove, disegnata e ingegnerizzata specificamente per la realizzazione di AGV (Automated Guided Vehicle) e AMR (Autonomous Mobile Robot) e che si arricchisce di moduli software innovativi che coniugano la simulazione, l’intelligenza artificiale e i sistemi di visione. Infine, parte della proposta di Siemens anche la gamma di prodotti legati all’efficienza e al risparmio energetico di Innomotics: motori IE4 e IE5, motori a magneti permanenti, motoriduttori e motore sincrono a magneti permanenti in combinazione con il convertitore di frequenza Siemens Sinamics G220. Tutte soluzioni che accompagnano in un futuro sostenibile, digitale, affidabile.

In mostra a SPS le applicazioni Siemens di digital twin, IA e Industrial Edge.

Foto Siemens
Foto Siemens

Produzione di micro-tubi: Tecnomatic c’è

Per fare le cose bene ci vuole… testa

In un’era in cui uno sviluppo tecnologico sempre più rapido rende la connettività ad alta velocità a Internet fondamentale, infrastrutture robuste ed efficienti in grado di supportarla lo sono ancora prima e di più. In questo quadro, i micro-tubi per fibra ottica assurgono a soluzione capace di trasformare l’industria delle telecomunicazioni.

I micro-tubi sono condotti flessibili di ridotto o ridottissimo diametro progettati per ospitare al proprio interno le fibre ottiche, proteggendole da fattori ambientali e facilitandone installazione e manutenzione. Dimensione compatta e flessibilità rendono tali micro-tubi ideali per varie applicazioni, dagli ambienti urbani alle aree rurali e persino all’interno degli edifici.

Da sempre impegnata a sviluppare soluzioni per l’estrusione capaci di sfruttare le potenzialità di ogni nuovo ambito applicativo, Tecnomatic propone una testa di estrusione specificamente sviluppata per la produzione di microtubi che ambisce a stabilire un nuovo standard in termini di velocità, efficienza e qualità. Meticolosamente progettata per raggiungere velocità di produzione

senza precedenti, fino a 400 metri al minuto per diametri di 7/3,5 mm e fino a 200 metri al minuto per diametri di 14/10 mm, questa testa di estrusione rappresenta un traguardo nella produzione di micro-tubi. Velocità e precisione sono il risultato di geometrie innovative della testa, così come delle precise regolazioni della linea e della profonda conoscenza del

processo produttivo. Uno dei risultati più significativi della testa di estrusione di Tecnomatic è la sua capacità di mantenere dimensioni impeccabili anche a tali velocità elevate. Con tolleranza e ovalità ridotte, i microtubi ottenuti risultano di elevata qualità, richiesta per soddisfare gli standard rigorosi dell’industria delle telecomunicazioni.

Questa testa, inoltre, è progettata per abbinare efficienza e flessibilità, consentendo rapidi cambiamenti di rivestimento e colore grazie all’adozione di speciali valvole ed estrusori multipli. Caratteristica, questa, che non solo aumenta la produttività, ma permette anche ai produttori di assecondare con facilità diverse esigenze.

Le implicazioni dell’innovativa testa di estrusione di Tecnomatic si estendono ben oltre il campo della produzione di micro-tubi. Consentendo processi produttivi più veloci ed efficienti, essa offre il proprio contributo alla rapida diffusione delle reti in fibra ottica in tutto il mondo. Questo, a sua volta, si traduce in migliori connettività, crescita economica e qualità della vita per milioni di persone in tutto il mondo.

Con l’aumento della domanda di Internet ad alta velocità, cresce anche l’importanza di infrastrutture robuste ed efficienti. Con la testa di estrusione di Tecnomatic in prima linea, il futuro della connettività in fibra ottica può contare su un valido partner di sviluppo.

Un dettaglio della tecnologia di Tecnomatic per la realizzazione di micro-tubi.
Serie di micro-tubi per l’impiego nel campo delle telecomunicazioni veloci.

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Precisione, flessibilità, economicità, velocità. Tutto questo deve essere assicurato da un’unica soluzione impiantistica quando si parla di produzione di cavidotti, un’applicazioni molto particolare nel campo dell’estrusione.

Soluzioni battenfeld-cincinnati per applicazioni molto specifiche

Tutto per l’estrusione di cavidotti

La produzione di micro-multi-cavi utilizzati in tutto il mondo, per esempio, per il passaggio delle fibre ottiche richiede un’estrusione particolarmente precisa ed efficiente, per la quale battenfeld-cincinnnati propone linee per l’estrusione micro e multicanale con tecnologia e processo ottimizzati appositamente per la produzione ad alta precisione, flessibilità, economicità e velocità. A tale riguardo, diverse sono le soluzioni intelligenti messe a punto dal costruttore integrate nelle linee per l’estrusione di micro-multi-cavi allo scopo di fornire impianti chiavi in mano. Con i suoi estrusori monovite uniEX e solEX, battenfeld-cincinnati è in grado di offrire la combinazione più adatta a ogni applicazione. Un’ampia selezione di unità di lavorazione su misura con design e resistenza all’usura delle viti garantisce eccellente qualità di fusione, prolungata durate in esercizio e consumo energetico estremamente ridotto.

La serie di estrusori coEX II, recentemente riprogettata, è appositamente sviluppata per la produzione di strati funzionali e nastri colorati. Inoltre, l’ultima generazione di teste di estrusione Helix II VSI garantisce una distribuzione ottimizzata degli strati e un processo di produzione regolare. I depositi al loro interno vengono efficacemente evitati e i tempi di permanenza del materiale e di cambio colore sono ridotti al minimo. In particolare, i rapidi cambi in linea delle geometrie e dei colori dei nastri consentono di ottimizzare la pianificazione della produzione e di risparmiare sui costi. Anche la produzione di tubi mono o multistrato, nonché di quelli con superfici interne lisce o ondulate, può essere realizzata senza problemi. Utilizzando un “melt gap” regolabile, disponibile

opzionalmente, è possibile compensare in qualsiasi momento durante il processo gli influssi esterni negativi sulla qualità del tubo, come quelli che possono derivare dall’uso di materiali diversi, o gli effetti della temperatura, ottenendo così tubi della migliore qualità possibile in modo efficiente. Per il rivestimento di fasci di cavi, l’azienda si affida alla collaudata serie di teste di rivestimento con distributore brevettato VSI. In combinazione con inserti della testa raffreddati ad acqua, viene evitato l’incollaggio tra il singolo fascio di cavi e lo strato di rivestimento solitamente molto sottile. Degno di nota anche il design delle linee di estrusione di battenfeld-cincinnati. Nella produzione di micro-condotti, per esempio, vengono adottati serbatoi di raffreddamento a immersione, essiccatori per tubi appositamente sviluppati per l’estrusione ad alta velocità e traini all’avanguardia. Il concetto di linea modulare e il collegamento in rete a livello globale dei diversi impianti di produzione consentono di ottimizzare i costi di realizzazione di prodotti sia standard sia personalizzati con minimi adattamenti aggiuntivi.

Ultimo ma non ultimo, le linee battenfeld-cincinnati sono dotate del sistema di controllo BCtouch UX, con server OPC UA integrato per le applicazioni in chiave di Industria 4.0 e dal funzionamento intuitivo. Il display touchscreen da 19 pollici di poter osservare tutti i parametri di processo rilevanti, mentre l’interfaccia utente offre svariate opzioni di personalizzazione, per accedere a informazioni e impostazioni in qualsiasi momento. Il monitoraggio della manutenzione, disponibile opzionalmente, garantisce inoltre facilità di pianificazione, esecuzione e follow-up degli interventi di manutenzione.

NPE positiva per Moretto

Un pieno di soluzioni per un mercato interessante

Il bilancio stilato da Moretto in merito alla sua partecipazione alla recente NPE 2024 di Orlando, in Florida, restituisce esiti soddisfacenti di quella che l’azienda ritiene essere una vetrina di primissimo piano per presentare le ultime novità, in particolare se destinate appunto al mercato americano. Secondo il costruttore di Massanzago (Padova) l’edizione 2024 di NPE si è rivelata una piattaforma importante per lo scambio di informazioni e la creazione di valore, grazie alla presenza, in base alle stime ufficiali, di oltre 50 mila visitatori, e le novità da esso proposte hanno toccato tutti i temi di attualità per il comparto, con al centro lee innovazioni votate a prestazioni e sostenibilità della trasformazione delle materie plastiche. Oggi più che mai Moretto è impegnata a proporre soluzioni che combinano know-how, tecnologia e digitalizzazione avanzata, per consentire ai trasformatori di ottimizzare prestazioni e processi.

Il comparto della deumidificazione ha riscosso grande interesse grazie alla presenza dei mini dryer e della serie

X Comb, prodotto di punta della casa veneta, proposto in tutti i sette modelli disponibili. Prodotto all’avanguardia per innovazione e tecnologia, utilizza due turbocompressori Hyper Flow, interamente sviluppati dall’azienda, che garantiscono elevate prestazioni e risparmio energetico. Anche il dosaggio, altro punto di forza di Moretto, è risultato apprezzato, con la gamma dei dosatori gravimetrici DGM Gravix, in cui il nuovo nato, DGM Gravix 20, si è contraddistinto per contenuto tecnologico e precisione nel micro-dosaggio di materiale vergine, rimacinato e additivi. Grande attenzione è stata riservata anche all’area PET, con un impianto completo di cristallizzatore MPK, essiccatore e separatore di condensati Purex. Il PET è uno dei materiali più utilizzati negli Stati Uniti per il confezionamento di bibite gassate, succhi di frutta e acque in bottiglia, anche grazie alla sua capacità di non perdere le proprietà meccaniche e fisiche durante il processo di recupero e riciclo, che ha stimolato l’interesse verso il sistema di trattamento e riciclo di plastica post-consumo sviluppato da Moretto, in grado di migliorare la qualità di trattamento del PET.

Oltre alle sue automazioni, Moretto ha presentato anche servizi digitali innovativi che coprono le diverse fasi di lavorazione del materiale plastico combinando i dati operativi rilevati in tempo reale dall’attrezzatura attraverso algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, per ottenere informazioni fondamentali per il corretto funzionamento delle macchine. Ne deriva un controllo di tipo predittivo del processo, ottimizzando le prestazioni della macchina in base alle reali condizioni di funzionamento. Nell’ottica di un miglioramento di gestione e controllo del processo produttivo, l’interesse dei visitatori si è concentrato sulle ulteriori funzionalità di Mowis, la piattaforma software sviluppata dall’azienda stessa per il controllo e la gestione dei processi all’interno dell’impianto di trasformazione. Uno strumento modulare e auto-configurabile, utilizzabile sul posto o da remoto, che tramite protocollo OPC UA realizza una connettività totale tra

macchine, processi, reparti e impianti, permettendo di gestire sistemi molto complessi in maniera ottimizzata e intuitiva. NPE 2024 ha offerto a Moretto anche l’occasione per fare il punto della situazione sul recente andamento della sua filiale statunitense Moretto USA Corporation. Fondata nel 2015, essa oggi ha raggiunto una posizione di primo piano nel mercato americano come punto di riferimento per gli operatori del settore. Un progetto che sta crescendo di anno in anno e che nel prossimo futuro vedrà ulteriori investimenti per migliorare il servizio offerto ai trasformatori e per rafforzare la sua posizione.

Il sistema per il trattamento di PET esposto da Moretto a NPE 2024

IMG a DKT

REM e nuova VCV verticale

Il costruttore bresciano di presse per stampaggio a iniezione e a compressione di gomma, silicone e termoindurenti IMG ha partecipato alla fiera DKT a Norimberga dall’1 al 4 luglio proponendo due presse a iniezione, il modello orizzontale REM completamente elettrico e il nuovo modello verticale della gamma VCV. Quest’ultima, particolarmente apprezzata nei mercati esteri, permette lo stampaggio di gomma e di silicone sia solido, grazie all’aggiunta di un’apposita tramoggia, sia liquido, mediante l’inserimento di una pompa accessoria per il dosaggio dei due componenti, per la produzione di articoli in LSR (Liquid Silicone Rubber). La macchina si contraddistingue per la chiusura a “pistone rovesciato”, con movimentazione dal basso verso l’alto, che permette tempistiche di chiusura più veloci del 30% rispetto a un modello con pistone “top-bottom”, da cui derivano un tempo di ciclo inferiore e una produttività maggiore. La principale innovazione riguarda però l’aggiunta del sistema “degli spostatori”, che consente una regolazione dell’altezza stampo più flessibile, anche con stampi di dimensioni importanti. Per quanto riguarda la macchina REM,

Negri Bossi a FIP

invece, si tratta del primo modello completamente elettrico per lo stampaggio a iniezione di gomma, già presentato dall’azienda proprio in terra tedesca alla fiera K 2022 di Düsseldorf. Questa pressa orizzontale, dotata di chiusura a ginocchiera con una forza di 300 tonnellate, presenta elementi di elettronica avanzata come il sistema plug-and-play, che permette un minore impatto energetico, e sistemi per il rilevamento dei consumi in tempo reale. In fiera sono state effettuate prove di stampaggio quotidiane con entrambi i modelli e realizzati gadget per i visitatori. La presenza alla fiera DKT è un ulteriore tassello nel processo di internazionalizzazione che l’azienda di Capriano del Colle sta portando avanti. “Il primo Paese estero in cui IMG si è inserita e nel quale l’intenzione è affermarsi con sempre maggiore autorevolezza è la Germania, che ha un grande potenziale e che, dopo l’Italia, è il suo secondo mercato. Una Nazione che vanta una tradizione manifatturiera di lunga data, per questo affermarsi qui con serietà e autorevolezza dimostra la nostra qualità”, ha spiegato Barbara Ulcelli, amministratore delegato di IMG, che è presente in Germania con l’agenzia Rolf Schlicht. E proprio in ottica

La presenza di IMG a DKT è un ulteriore passo avanti nel proprio processo di internazionalizzazione.

di internazionalizzazione, l’azienda ha già confermato la sua partecipazione come espositore anche al K 2025 di Düsseldorf.

Riflettori sulla tecnologia per LSR

Una pressa Nova 5eT 180-H590 completamente elettrica da 180 tonnellate con tecnologia per la lavorazione di silicone liquido (LSR) è stata presentata da Negri Bossi a FIP 2024 (Lione, 4-7 giugno). Sviluppata per garantire elevate prestazioni in termini di efficienza e precisione, la macchina annovera tra le principali caratteristiche innovative il sistema di chiusura “Flat Clamp”, in grado di migliorare la distribuzione della forza di chiusura sul piano grazie a un design della ginocchiera appositamente studiato, e la funzione (brevettata) “Pre Pack”, per ottenere precisione e ripetibilità durante l’iniezione anche nel caso dii

batch non stabili.

La gamma comprende modelli da 50 a 360 tonnellate e la tecnologia per LSR implementata e aggiornata nel tempo da Negri Bossi per applicazioni sempre più complesse con siliconi di diversi colori e densità anche nello stesso articolo stampato, grazie all’abbinamento con la tecnologia FMC, già sviluppata dall’azienda per lo stampaggio di materiali termoplastici. Alla fiera francese il modello Nova5 completamente elettrico da 150 tonnellate ha stampato un cuscinetto termico in LSR destinato a settori quali il medicale, l’auto e l’elettronica. Durante il processo di stampaggio del contenitore

sono stati eseguiti il riempimento con liquido refrigerante e la sigillatura.

In occasione della fiera FIP di Lione, Negri Bossi ha presentato Nova 5eT 180-H590, una pressa elettrica da 180 tonnellate con tecnologia per la lavorazione di silicone liquido (LSR).

Il processo Triple Bubble consente di sfruttare una combinazione di ridotti spessori dei film e alte produttività grazie a impianti di grandi dimensioni.

Collaborazione per uno sviluppo congiunto

Film HTHW ultrasottile con PCR

Alla recente fiera NPE 2024 di Orlando, Colines ed ExxonMobil hanno presentato un innovativo film HTHW (High Tenacity Hand Wrap) ultrasottile con spessore di 8 micron e contenente il 35% di materiale riciclato post-consumo (PCR). Sviluppato per l’uso sia manuale sia con macchine automatiche (con prestiro fino al 50100%), il film ha mostrato eccellenti qualità e caratteristiche di resistenza e ritenzione.

La formulazione per il film è stata sviluppata da ExxonMobil in collaborazione con il reparto ricerca e sviluppo di Colines, utilizzando materie prime innovative come Enable 1617, lanciate da ExxonMobil sempre a NPE 2024. La collaborazione ha evidenziato la versatilità delle linee ALLrollEX di Colines

Colines è specializzata in impianti di estrusione “cast” e “blown”, settore, quest’ultimo, in cui è ritornata attiva ad alto livello dal 2022.

per l’estrusione di film estensibile. Queste linee sono dotate di un sistema di piegatura dei bordi in linea, che le rende ideali per la produzione di film ad alto contenuto di PCR per l’utilizzo in macchine automatiche. Inoltre, le linee sono equipaggiate dell’assistente di produzione virtuale Mastermind, sviluppato dalla stessa Colines sfruttando l’intelligenza artificiale, in

grado aiutare la gestione quotidiana della linea di estrusione automatizzando le operazioni più dispendiose in termini di tempo senza la necessità di intervento umano.

Le linee ALLrollEX possono essere dotate di filtro continuo, consentendo un funzionamento ininterrotto senza la necessità di fermarsi per la sostituzione del filtro stesso.

Sistemi chiavi in mano targati Kuhne Anlagenbau

Tre bolle per film soffiato termoretraibile

In occasione della fiera NPE 2024, svoltasi recentemente a Orlando (USA), il costruttore Kuhne Anlagenbau si è concentrato sui grandi sistemi chiavi in mano per l’estrusione di film termoretraibili a orientamento biassiale senza poliammide (PA) o poliestere (PET) nello strato di rinforzo della struttura, che possono così essere recuperati, insieme al 5% di EVOH, nei flussi di riciclo del PE. I film ricevono la

necessaria resistenza alla perforazione in linea durante la lavorazione mediante il processo Triple Bubble grazie alla delicata reticolazione a radiazione utilizzata dal costruttore. Si tratta di un metodo che consente di agire dall’esterno a una profondità di 5-10 micron senza danneggiare lo strato di EVOH e senza inficiare la riciclabilità. In questo modo risulta superflua una fase di lavoro aggiuntiva e il conseguente aumento dei costi a questa legati. I film risultano sufficientemente morbidi ed elastici per raggiungere elevati valori di ritrazione e allo stesso tempo offrono anche la resistenza meccanica necessaria per poter riempire in modo affidabile i sacchetti con essi ottenuti con merce pesante fino a diversi chilogrammi.

Kuhne fornisce la tecnologia necessaria sotto forma di impianti chiavi in mano completi. Il pacchetto di fornitura include anche le specifiche di formulazione e di spessore dei materiali utilizzati per i numerosi strati (da 7 a 13) costituiti da PE, adesivo ed EVOH, nonché tutti

i parametri di lavorazione associati. Di conseguenza, questi sistemi risultano avviabili in tempi estremamente ridotti una volta installati, consentendo fin da subito una produzione continua ai massimi livelli qualitativi. Il processo Triple Bubble consente di sfruttare una combinazione di ridotti spessori dei film e alte produttività grazie a impianti di grandi dimensioni. Ad esempio, gli spessori tipici del film sono ottimizzati per il risparmio di materiale, variando da 20 micron nei film per copertura a 50 micron in quelli per sacchetti retraibili fino a oltre il 60%. Grazie al design ottimizzato e alle elevate velocità di raffreddamento, il processo consente di raggiungere una capacità produttiva di 250 kg all’ora, equivalente a una produzione annua di oltre 1.500 tonnellate di film per sacchetti termoretraibili. A seconda dei requisiti dei vari Paesi e delle diverse applicazioni, per gli strati intermedi è possibile utilizzare PVDC anziché EVOH e per gli strati esterni il PA o il PET, accrescendo la resistenza alla perforazione.

Foto YouTube
Colines

Soluzioni Amut per molteplici applicazioni

Produttività ed efficienza nell’estrusione e nel riciclo

Alla recente NPE 2024, svoltasi a Orlando, in Florida, dal 6 al 10 maggio, Amut ha presentato le sue soluzioni per migliorare l’efficienza produttiva dei propri impianti per l’estrusione e per il riciclo.

Per quanto riguarda impianti e linee per l’estrusione, il costruttore novarese fornisce soluzioni per una vasta gamma di applicazioni in diversi settori, che spaziano dall’imballaggio all’edilizia, dall’auto ai beni industriale, solo per citarne alcuni. Completamente automatizzati e realizzati su misura, impianti e linee di Amut assecondano le più stringenti specifiche di progetto, rispettando i principali standard internazionali e garantendo una produzione elevata e di qualità, grazie a tecnologia completa, solido knowhow ed esperienza, che consentono di

produrre svariati semilavorati quali foglie e lastre, membrane impermeabilizzanti, tubi e profili.

In particolare, le linee cast sono dotate di avvolgitore PRO Wind 4.0, che garantisce la migliore qualità di avvolgimento con alberi folli. Nell’avvolgitore a contatto per film estensibile da 2.000 mm di larghezza gli alberi di avvolgimento sono folli, mentre per la sincronizzazione del nuovo albero che entra nella fase di avvolgimento viene utilizzata la forza di un campo magnetico, in modo che non vi sia alcun contatto diretto con l’albero in entrata durante il processo di accelerazione.

Per il riciclo ad alte prestazioni valorizzando al massimo gli scarti plastici post-consumo, le linee integrate di Amut per la selezione e il lavaggio sono dotate dei sistemi De-Labeller e

Nuovi progetti per il mercato statunitense e non solo

Friction Washer. Gli impianti completi, con una capacità da 1.250 a 6.000 kg all’ora, sono progettati per trattare bottiglie, contenitori in PET, HDPE e film in PP. Questi sistemi chiavi in mano, adeguati al trattamento di plastiche contaminate, dalla sezione di selezione front-end al lavaggio, consentono di ottenere scaglie di elevata qualità, con un consumo di acqua ridotto a 1,1 litri per ogni kg di scaglie, insieme a un significativo risparmio energetico. Attraverso l’unità De-Labeller è possibile rimuovere tutti i tipi di etichette con un’efficienza del 95%, la totale conservazione dei colli e dei corpi delle bottiglie e bassi costi operativi.

Le linee cast di Amut, in particolare, sono dotate di avvolgitore PRO Wind 4.0, che garantisce la migliore qualità di avvolgimento con alberi folli.

Soluzioni per il soffiaggio a elevate prestazioni e ridotti consumi

Tornata dopo sei anni di attesa, NPE 2024, tenutasi a Orlando, Florida, è stata anche per Meccanoplastica, solida realtà costruttrice di macchine per il soffiaggio con sede alle porte di Firenze, un appuntamento importante per rinsaldare rapporti, da un lato, e avviare nuovi contatti e progetti con clienti di un’area molto importante e “demanding” come è quella del Nord America, dall’altro. L’azienda toscana si è presentata a Orlando con due macchine ad alta tecnologia per il soffiaggio della plastica: la HE480D e la MIPET 4-P. La HE480D è una macchina per estrusione-soffiaggio completamente elettrica a doppia stazione (EBM), tecnologia ideale per produrre corpi cavi in HDPE, PE e PP fino a 5 litri di capacità. La macchina ha corsa di traslazione di 480 mm e forza di chiusura degli stampi fino a 12-16 tonnellate. La HE480D si presenta come una macchina “user friendly”, performante ed efficiente.

Inoltre, grazie a un dispositivo simile al Kers utilizzato in Formula 1, il sistema di produzione in frenata recupera l’energia, aumentando l’efficientamento energetico.

La MIPET 4-P è invece una macchina completamente elettrica per stirosoffiaggio con stampo a 4 cavità (SBM), ideale per realizzare flaconi in PET fino a 2-2,5 litri a partire da preforma. Questa soluzione garantisce un basso consumo di energia e si contraddistingue per un sistema di riscaldamento ottimizzato.

La MIPET 4-P presenta un nuovo layout più compatto e un nuovo forno green ad alte prestazioni per velocizzare il tempo di preparazione della preforma, incrementando le prestazioni produttive.

La macchina è anche equipaggiata con un sistema di controllo della pressione all’interno del prodotto finito, in modo che le bottiglie eventualmente difettose vengono scartate automaticamente.

La MIPET 4-P risulta estremamente

efficiente e garantisce un elevato risparmio energetico.

Dopo la fiera americana, Meccanoplastica ha partecipato anche a Plastpol, svoltasi a Kielce, in Polonia, dal 21 al 24 maggio, esponendo la macchina JET75-4 completamente elettrica per iniezione-soffiaggio a 4 stazioni (IBM).

Tra le sue caratteristiche troviamo 65 tonnellate di forza di chiusura stampoiniezione e 10 tonnellate di forza chiusura stampo-soffiaggio, con una velocità di iniezione di 65 mm/s.

La macchina HE480D per estrusionesoffiaggio, esposta a NPE, è completamente elettrica e a doppia stazione (EBM), ideale per produrre corpi cavi in HDPE, PE e PP.

Foto
Meccanoplastica

Migliorare produttività e connettività

Al fine di migliorare produttività e connettività Sipa lancia l’app Echo mobile, disponibile per sistemi operativi sia Android sia iOS. La nuova app porta le funzionalità disponibili nella versione web della piattaforma Echo direttamente a portata di mano sui dispositivi mobili, rendendo più facile rimanere in contatto con produzione e clienti.

Echo è un ecosistema digitale progettato da Sipa per connettere persone, aziende e risorse in un ambiente interattivo basato sulla totale condivisione delle competenze, rendendo la produttività più intelligente sulla base di tre principi: trasparenza, accessibilità e usabilità delle informazioni. Echo fornisce una

suite completa di servizi e un canale di comunicazione unico che consente di monitorare e controllare le prestazioni degli impianti e i processi post-vendita B2B. Con Echo è possibile sfruttare le più recenti tecnologie digitali per aumentare l’efficienza e ridurre i costi di gestione, creando una vera partnership con l’azienda basata sulla totale condivisione delle competenze.

Echo garantisce l’accesso alle informazioni sull’intera flotta di macchine Sipa sempre e ovunque. Funge da hub centrale per la raccolta dati, facilmente accessibile e interattivo, progettato per ottimizzare l’efficienza in tutto il processo di produzione. Con

Cannon a Utech Europe

Cannon Afros propone nuove attrezzature per produrre pannelli isolanti sottovuoto (VIP), a base di poliuretano, per la realizzazione di grandi frigoriferi e congelatori commerciali.

Echo si ottiene il controllo completo sulle prestazioni, semplificando i processi e migliorare la comunicazione. L’app consente di: visualizzare facilmente la propria base installata, tenendo traccia di tutte le macchine Sipa; rimanere aggiornato sugli aggiornamenti tecnici, ricevendo gli ultimi aggiornamenti e miglioramenti; accedere ai dati di produzione e agli allarmi, monitorando i dati di produzione e le statistiche degli allarmi; monitorare offerte, ordini e spedizioni, tenendosi informati sullo stato delle proprie transazioni; consultare manuali e documentazione, accedendo ai manuali tecnici e alla documentazione; ordinare pezzi di ricambio online.

Echo è disponibile gratuitamente per un anno su tutte le nuove macchine, mentre per i trasformatori che già utilizzano macchine di Sipa è possibile implementarla con un’estensione del contratto di teleassistenza attraverso le filiali locali.

Nuove soluzioni per la lavorazione di poliuretano

Varie soluzioni e diversi sviluppi innovativi per la lavorazione dei poliuretani sono stati presentati da Cannon Group all’ultima edizione di Utech Europe (Maastricht, Paesi Bassi, 23-25 aprile), la manifestazione dedicata all’industria dei materiali espansi. Per quanto riguarda Cannon Afros sono state proposte nuove attrezzature per produrre pannelli isolanti sottovuoto (VIP) formabili di grandi dimensioni a base di poliuretano, sviluppate

dalla società ampliando la portata del progetto Life-Vicorpan per la realizzazione di grandi frigoriferi e congelatori commerciali. La sagomatura dei pannelli evita i ponti termici alle giunzioni delle pareti superiori, inferiori e laterali di frigoriferi e congelatori e fornisce una maggiore flessibilità nell’inserimento dei pannelli nel guscio degli armadi di raffreddamento. Cannon Afros ha anche ampliato la sua gamma di teste di miscelazione multicomponente EG-AX con modelli per schiume viscoelastiche e pannelli sandwich continui. Con l’estensione della gamma, l’azienda offre adesso sistemi per la lavorazione di grafite espandibile in qualsiasi tipo di prodotto. La grafite espandibile è un ritardante di fiamma altamente efficiente per le schiume poliuretaniche ed esente dai problemi di salute e sicurezza legati ad altri ritardanti di fiamma.

Sempre in tema di teste di miscelazione, Cannon Afros ha lanciato le nuove LN 5/3 ed LN 10/3 per il rivestimento RIM interno ed esterno in campo automobilistico. I miglioramenti includono design di dimensioni ridotte e compatto, fissaggio più rapido della testa di miscelazione allo stampo, regolazione semplificata della pressione di miscelazione, facile accesso agli iniettori e cambio colore rapido ed efficace.

Infine, Cannon Viking presenta il nuovo kit Laydown Master, con cui amplia la sua offerta per i produttori di lastre in schiuma poliuretanica che utilizzano cariche solide e senza CO2 liquida come agente espandente. Laydown Master è stato sviluppato specificamente come kit per la distribuzione di poliuretano liquido attraverso il convogliatore di schiuma prima della reazione, risultando adatto a tutte le linee di produzione di schiuma esistenti.

L’app Echo mobile di Sipa
L’app Echo mobile di Sipa è disponibile per sistemi operativi sia Android sia iOS.
Foto Sipa

L’avventura di una imprenditrice nostrana

Abbiamo intervistato Michela Conterno, AD di Lati, recentemente eletta presidentessa del Gruppo Gomma Plastica di Confindustria Varese, per conoscere da vicino una professionista a cui è stato conferito un incarico che contribuisce a innalzare la quota rosa nel mondo delle materie plastiche. Progetti e obiettivi del nuovo incarico all’interno del sistema confindustriale, mercato delle materie plastiche e gomma nella zona di Varese e ultime novità di Lati anche in termini di sostenibilità e circolarità gli argomenti principali trattati.

Di Giampiero Zazzaro

Ad aprile, in occasione del quarto appuntamento del ciclo di assemblee 2024 degli 11 gruppi merceologici che compongono la compagine associativa di Confindustria Varese, alla guida del settore “Gomma e Materie Plastiche” è stata eletta presidentessa Michela Conterno, amministratrice delegata di Lati. Forte delle sue competenze in ambito gestionale e risorse umane e delle sue esperienze professionali in Italia e all’estero, Michela Conterno, nell’intervista che ci ha rilasciato, ci ha illustrato quali sono le sfide da affrontare in un ambiente di lavoro in cui le donne non sono ancora del tutto indenni da pregiudizi, aspetto che, come si evince da quanto dichiarato, non scalfisce il suo entusiasmo ma, anzi, lo rafforza.

Innanzitutto, come donna d’azienda qual è stato il suo percorso professionale che l’ha

portata alla carica di presidentessa del Gruppo Gomma Plastica di Confindustria Varese e come pensa che potrà metterlo a frutto in un ruolo istituzionale?

“Essere donna in un settore storicamente maschile ha rappresentato per me una doppia sfida: ottenere credibilità in un mondo di tecnici e ingegneri e farmi strada nella successione dell’impresa di famiglia. Ho dovuto, e ancora oggi, almeno in parte, devo affermare ogni giorno il mio ruolo in una realtà settoriale e di business che nutre preconcetti e che ha margini di miglioramento sul fronte dell’inclusione. Confindustria è stata per me una scuola fondamentale e mi ha fornito strumenti preziosi per affrontare le mie prove professionali e personali. Ho cominciato a frequentare il Gruppo Giovani appena entrata in azienda, trovando formazione, cultura di impresa e confronti preziosi sul tema dell’impresa familiare. Questo per-

corso ha rafforzato la mia motivazione a diventare la leader che sono oggi: una imprenditrice che ha rilanciato la propria azienda in ottica di sviluppo sostenibile, con una leadership partecipativa e sempre con uno sguardo all’esterno, ricoprendo anche altri incarichi al di fuori dell’impresa di famiglia. A servizio del Gruppo Gomma e Plastica posso mettere la mia conoscenza di settore a servizio del sistema produttivo locale con tutta la passione che nutro per la sostenibilità e una particolare sensibilità ai temi di diversità, equità e inclusione”.

Quale programma di lavoro intende portare avanti in questa carica e quanto spazio avrà il suo gruppo all’interno di Confindustria Varese?

“Il Gruppo Gomma e Plastica continuerà a essere un elemento propositivo e propulsore della vita associativa in Confindustria Varese. Abbiamo un peso rilevan-

te in termini numerici e di partecipazione. Rappresentiamo quasi il 10% delle 1.100 imprese associate e l’11% degli oltre 66.000 addetti in esse impiegate, senza dimenticare che il triangolo Novara-Torino-Varese è considerato la Plastic Valley Italiana e che il settore è il terzo in provincia per valore occupazionale. L’insieme degli associati è storico, consolidato ma anche effervescente, tant’è che ha cavalcato l’onda del boom economico del secondo dopo guerra, contribuendo a posizionare Varese come motore dell’industrializzazione italiana che ancora oggi è protagonista di importanti processi di innovazione.

Il programma di lavoro sarà improntato a dare continuità al mandato del mio predecessore, Matteo Milone, che è giusto ringraziare per l’impegno e la dedizione garantiti in questi anni. Come gruppo merceologico vogliamo dare il nostro pieno contributo alla strategia lanciata da Confindustria Varese con il Piano #Varese2050 per il riposizionamento competitivo del nostro territorio, ancora fortemente industrializzato e con una grande trazione manifatturiera, ma che sta perdendo slancio su alcuni ambiti come quello del fermento imprenditoriale, della capacità di creare startup e di proteggere la propria innovazione con i brevetti, oltre che in termini di attrattività di talenti.

Nello specifico, per il comparto della gomma e quello della plastica abbiamo bisogno di dar vita a un’azione in grado di aiutare le imprese a puntare sulla sostenibilità come strumento di rilancio dell’immagine di un settore che non può

continuare a essere demonizzato ideologicamente con politiche punitive incapaci di creare modelli alternativi di sviluppo. Serve, invece, sterzare verso un accompagnamento del patrimonio e della conoscenza industriale, che rappresentano le nostre imprese, su percorsi di transizione sostenibile. Per centrare questo obiettivo sarà, dunque, fondamentale fare la nostra parte all’interno del sistema Confindustria in termini di advocacy e monitoraggio delle normative europee che possono avere un impatto diretto sulle aziende del settore, come la plastic tax o la nuova direttiva sul packaging. Infine, serve aiutare le nostre aziende sul capitale umano, tema di vitale importanza in un settore altamente tecnico, con particolare focus sullo “skill mismatch”.

Quali sono attualmente il valore e i volumi del settore gomma plastica nell’ambito di Confindustria Varese?

“Il settore gomma-plastica è tra i più rappresentativi sia dell’industria manifatturiera varesina sia della stessa base associativa di Confindustria Varese, il terzo per consistenza dopo quello della meccanica e delle infrastrutture e trasporti (quest’ultimo caratterizzato dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa). All’interno dell’associazione contiamo 104 imprese per 7.243 addetti.

Ma è guardando all’intero territorio che si capisce il peso che Varese ha nell’industria made in Italy dei nostri comparti. Con 469 unità locali, 10.000 addetti e vendite all’estero per un valore di 986 mi-

lioni di euro, siamo la quarta provincia in Italia per numero di dipendenti, la quinta per numero di aziende e sempre la quinta per export. In alcune nicchie produttive, come quella specifica degli articoli in materie plastiche, siamo primi in Italia. Senza contare che, dopo Belluno, è qui nel Varesotto che si concentra il secondo distretto nazionale dell’occhialeria. Il ruolo del nostro gruppo merceologico è quello di dar vita anche a una narrazione diversa della nostra industria e della sua importanza in termini di contributo alla creazione di ricchezza, lavoro e benessere a vantaggio della comunità locale e dell’immagine dell’industria nazionale in generale”.

Michela Conterno, nuova presidentessa del Gruppo Gomma Plastica di Confindustria Varese, è amministratrice delegata di Lati.

Il settore plastica e gomma, con 104 imprese per 7.243 addetti, costituisce il 9,86% della compagine associativa di Confindustria Varese.

Guardando all’intero territorio risalta il peso di Varese nell’industria Made in Italy dei comparti plastica e gomma: con 469 unità locali, 10.000 addetti, vendite all’estero per 986 milioni di euro, la provincia di Varese è la quarta e la quinta in Italia rispettivamente per dipendenti e aziende ed export.

Lei è amministratrice delegata di Lati Industria Termoplastici. Come concilierà questo ruolo con la carica che è stata chiamata a ricoprire?

“Dice bene, amministratrice delegata, ci tengo a declinare il mio ruolo al femminile perché una giovane donna sappia che anche lei un domani potrà essere chiamata amministratrice delegata. Le parole (e la loro declinazione) hanno potere: non si limitano a descrivere la realtà ma contribuiscono a formarla.

Detto questo, il mio impegno per Lati è sempre intenso e mi dedico a esso con grande passione. Ritengo infatti fondamentale per il successo di un’impresa familiare il contributo dell’imprenditore stesso che dovrebbe concedere all’azienda una vita autonoma. Come? Dando fiducia ai manager che devono lavorare per obiettivi, in maniera proattiva. Oggi ho due general manager (uno per il business e una per i servizi) che hanno ampio potere decisionale e mi consentono di focalizzarmi su strategia, governance e futuro. In questo modo posso anche dedicarmi a ciò che più mi piace: guardare fuori. Ad esempio, Confindustria è sempre stata per me fonte di stimoli e di best

practice da portare in azienda. Oggi siedo anche nel CDA di Lasi Group, azienda industriale che produce sistemi elettronici, la cui proprietà ha voluto aprire il CDA alla diversità di pensiero e nel CDA della LIUC - Università Cattaneo, nata per volontà di Confindustria Varese ormai più di 30 anni fa anche con il contributo di Lati tra i soci fondatori.

La commistione crea valore e insieme alla mia altissima motivazione funge da amplificatore della mia produttività. Infine, per conciliare il mio ruolo di imprenditrice con il mio nuovo ruolo istituzionale, sono sicura di poter contare sulla struttura di Confindustria Varese, che ha personale altamente qualificato e sempre disponibile. In particolare, il Gruppo Gomma e Plastica è supportato da Ernesto Di Seri, esperto di lavoro e relazioni sindacali e Luisa Minoli, esperta di innovazione. Con loro abbiamo tutte le competenze necessarie per garantire il programma di lavoro”.

Come intende coinvolgere le aziende come la sua nel gruppo di cui è diventata presidentessa e nella vita associativa di Confindustria Varese?

Quali pensa possano essere le sinergie che si creeranno a vantaggio di entrambi i fronti?

“Le aziende del Gruppo Gomma e Plastica sono molto diversificate sia per prodotto (materie prime, semilavorati e prodotti finiti) sia per tecnologia di trasformazione (estrusione, termoformatura, calandratura, stampaggio a iniezione). I punti in comune però sono forti, soprattutto in termini di valori e di sfide. Sono soprattutto aziende familiari con un profondo legame con il territorio e una propensione naturale alla responsabilità sociale; tutte sono aziende di nicchia che fondano il proprio successo sull’eccellenza tecnica. Il coinvolgimento avverrà sui temi caldi del momento: sostenibilità, normative e capitale umano. Ci incontreremo per lo più nelle riunioni di consiglio, sia nelle sedi Confindustria, per rafforzare il legame con il personale interno dell’associazione e, perché no? anche nelle sedi aziendali, grazie a incontri itineranti alla scoperta degli associati”.

Lati di recente ha ottenuto la certificazione per la parità di genere in azienda e la certificazione IATF 16949:2016 per la qualità dei prodotti destinati all’industria automobilistica. In generale, oggi quanto sono importanti questi attestati per l’attività e la reputazione delle aziende?

“Io sono la principale sponsor delle certificazioni in azienda; le ritengo capaci di aumentare il valore aziendale, attraverso il rafforzamento della reputazione, e di migliorare la qualità del lavoro attraverso l’ottimizzazione dei processi. Sono anche

Le aziende del comparto gomma plastica varesotto sono molto diversificate in termini di prodotto e tecnologia ma accomunate da valori e capacità di affrontare le sfide.

un potente antidoto all’autoreferenzialità del “si è sempre fatto così” di cui soffrono molte aziende di successo.

Recentemente abbiamo ottenuto due grandi risultati: la certificazione per la parità di genere secondo la PDR 125 e la IATF 16949:2016. La prima ci gratifica perché è fortemente identitaria: con una proprietà tutta al femminile, i temi di inclusione, diversità ed equità trovano piena applicazione attraverso una leadership partecipativa e la garanzia di poter conciliare vita privata e professionale. La seconda ci riempie di orgoglio perché è stata particolarmente sfidante e apre nuove opportunità in un settore per noi strategico e ad alto potenziale: quello dell’automobile. Questo settore apprezza la plastica in un’ottica di riduzione di peso, minor impatto ambientale e riciclabilità; inoltre, i nostri materiali autoestinguenti risponderanno alle sempre più stringenti esigenze dell’auto elettrica”.

Avviamoci alla conclusione con uno sguardo alla sua azienda. Quali sono i vostri ultimi sviluppi per quanto riguarda sia i materiali sia le applicazioni?

“La storia di Lati, grazie alla nostra consolidata esperienza tecnica, si intreccia con quella dei termoplastici e continuerà a farlo, mi auguro per tantissimi anni. Infatti, questi materiali “giovani” lasciano ancora spazio per grandi innovazioni. In particolare, ci aspettiamo una crescente domanda di materiali tecnicamente avanzati guidata dai seguenti macro-trend: elettrificazione, trasformazione digitale e transizione ecologica. La mobilità elettrica e le energie rinnovabili rappresentano mercati promettenti per gli autoestinguenti e per i nostri compound speciali che offrono prestazioni all’altezza delle esigenze richieste. Lo sviluppo dell’idrogeno sta creando applicazioni ricettive dei nostri compound ad alte prestazioni. Puntiamo anche sulla

Uno degli obiettivi della neopresidentessa del Gruppo Gomma Plastica di Confindustria Varese è quello di aiutare le imprese a puntare sulla sostenibilità come strumento di rilancio della propria immagine.

stampa 3D che ci consente di avvicinarci al mondo del B2C. Per questo motivo, abbiamo lanciato la nostra business unit

Lati 3D Lab: vogliamo essere partner e creatori di soluzioni con materiali adatti a temperature elevate e con caratteristiche tecniche molto specifiche”.

In tema di sostenibilità ed economia circolare Lati come si sta muovendo per impiegare materie prime da fonti rinnovabili o riciclate nei propri prodotti, per aumentare l’efficienza energetica dei propri processi, per ridurre le emissioni in atmosfera dei propri stabilimenti ecc.?

“La decarbonizzazione è al centro del nostro programma di sostenibilità ambientale: abbiamo ridotto le nostre emissioni da scope 1 e 2 del 60% due anni fa e del 20% l’anno scorso, grazie all’acquisto di energia green, all’installazione di pannelli fotovoltaici e al monitoraggio in tempo reale dei nostri consumi. Vogliamo andare avanti così fino al net zero!

Lati è un’azienda energivora e per questo l’efficientamento energetico è da sempre la nostra prima preoccupazione. Il riciclo è un tema altrettanto importante, basti ricordare che Lati è nata su un progetto di economia circolare ante-litteram: nel

1943 mio nonno avviò una fabbrica tutta al femminile per la cernita e il riciclo di materie plastiche da residuati bellici. Oggi i materiali riciclati, che storicamente erano apprezzati per la loro sostenibilità economica, tornano alla ribalta per la loro sostenibilità ambientale. Abbiamo di recente ottenuto importanti certificazioni UL per i nostri materiali LatiEco che contengono poliammidi e fibre di vetro riciclate”.

Lati ha una lunga e consolidata tradizione nell’inclusione e nella parità di genere dei propri dipendenti. Sopra, una foto storica di un gruppo di donne lavoratrici in azienda.

Vista di un reparto produttivo di Lati.

Pagine accademiche dall’Università di Palermo

Resine epossidiche additivate con polimeri termoplastici: adesivi ecosostenibili per giunzioni smontabili

Economia circolare, sostenibilità e riciclo oggi sono diventati veri e propri diktat anche per l’industria delle materie plastiche, alla costante ricerca di soluzioni sempre meno impattanti sull’ambiente. Le giunzioni con adesivi ottenuti da materie prime di origine biologica possono giocare un ruolo decisivo per contribuire alla causa della sostenibilità delle materie plastiche.

Negli ultimi anni, le giunzioni di elementi strutturali sono state oggetto di studio in diversi settori quali, ad esempio, navale, aerospaziale e automazione. L’uso di adesivi, a differenza di altre tecniche di giunzione come la rivettatura o la bullonatura, può risultare vantaggioso perché non aumenta il peso del componente e non richiede forature che potrebbero compromettere l’integrità delle strutture, specialmente in quelle di grandi dimensioni. Gli adesivi svolgono dunque un ruolo fondamentale nelle applicazioni in cui si richiedono strutture leggere ed elevate prestazioni meccaniche, oppure quando è necessario giuntare substrati di natura differente, come metallo e composito fibro-rinforzato a matrice polimerica.

Nel valutare i vantaggi e gli svantaggi, la resistenza meccanica e la leggerezza non sono gli unici aspetti da tenere in considerazione, dal momento che, specialmente al giorno d’oggi, l’ecoso-

stenibilità, l’economia circolare e il riciclo rivestono un ruolo da protagonisti. Per tali motivi, l’adesivo utilizzato dovrebbe avere il minor impatto ambientale possibile e, a tale scopo, risulta necessario prevedere un’analisi del ciclo di vita, considerando in particolare lo smaltimento o il riciclo al termine della sua vita operativa.

A tale proposito, le resine polimeriche termoindurenti ottenute a partire da materie prime di origini naturali rinnovabili, e per questo motivo definite eco-sostenibili o bio-based, potrebbero essere la risposta ai requisiti citati.

Attualmente, i principali adesivi strutturali sul mercato sono a base di resine epossidiche, che garantiscono leggerezza ed elevate prestazioni meccaniche, ma sono poco competitivi in termini di riciclo e impatto ambientale sia a causa della loro origine fossile sia per l’impossibilità di smontare le giunzioni risultanti senza danneggiare i rispettivi substrati.

Di Riccardo Miranda* , Marco Luciano* e Vincenzo Fiore**

Il presente lavoro mira a caratterizzare un adesivo con le suddette caratteristiche per applicazioni in giunzioni metallo-composito, infatti, è stato valutato un confronto tra un adesivo strutturale commerciale, a base di una resina epossidica ottenuta a partire da fonti di origine fossile (fossil-based) e un adesivo innovativo a base di una resina epossidica ecosostenibile (bio-based).

Preparazione degli adesivi

In questo lavoro, per valutare l’applicabilità delle resine riciclabili come adesivi, è stato modificato un particolare sistema epossidico commercializzato da R*Concept, di nome Polar, per renderlo più viscoso. Questo sistema epossidico presenta un contenuto bio-based superiore al 19%. Esso è composto da un monomero (parte A) a cui va aggiunto l’indurente o agente reticolante (rapporto in peso 100:22), che rende il sistema cleavable, cioè scindibile e riciclabile chimicamente. La modifica dell’adesivo è avvenuta valutando l’effetto dell’aggiunta di due polimeri termoplastici, il polietereimmide (PEI) e il Poli-ε-caprolattone (PCL). Il primo è un tecnopolimero noto per la sua eccellente stabilità termica, resistenza meccanica e chimica, mentre il secondo è un termoplastico biodegradabile, con una struttura lineare semplice, un basso punto di fusione e una temperatura di transizione vetrosa inferiore alla temperatura ambiente. Per quanto riguarda l’aggiunta del PEI al sistema, esso è stato inserito in quantità pari al 2, 3, 4, 5% rispetto al peso del monomero. Il PEI è stato prima disciolto in diclorometano e successivamente aggiunto alla miscela. La soluzione è stata riscaldata a 90°C per 3 ore allo scopo di far evaporare completamente il diclorometano e mantenere il monomero miscelato uniformemente con il PEI. Una volta ottenuto ciò, il sistema è stato raffreddato ed è stato aggiunto l’indurente. Il processo

Foto Dmitry A. Mottl/Wikpedia

Viscosità al variare del contenuto % di termoplastico (PEI o PCL) aggiunto al sistema epossidico: 0, 2, 3, 4, 5 % per il PEI; 0, 5, 10, 15, 20 % per il PCL.

di indurimento (definito reticolazione o cura) è avvenuto per 24 ore a temperatura ambiente, seguito da una post-cura di 3 ore a 100°C.

Relativamente al PCL, esso è stato scelto allo scopo di valutare l’aggiunta di un termoplastico biodegradabile, così da non inficiare la bio-sostenibilità del sistema. Nel suo caso, grazie all’elevata solubilità nei sistemi epossidici, i pellets del termoplastico sono stati direttamente miscelati con il monomero in proporzione di 5, 10, 15, 20 % in peso. La miscela è stata riscaldata a 80°C per 4 ore mantenendola in agitazione con un’ancoretta magnetica, così da ottenere una soluzione omogenea. Infine, dopo il raffreddamento, è stato aggiunto l’indurente e il processo di reticolazione è avvenuto nelle stesse condizioni del caso precedente.

Prove reologiche

Le prove reologiche sono state effettuate mediante l’utilizzo del reometro a piatti piani e paralleli ARES-G2 della TA Instruments. Tutte le prove sono state condotte a temperatura ambiente applicando una velocità rotazionale di 30 rad/s. Lo scopo di queste prove è stato quello di valutare il valore di viscosità degli adesivi prodotti durante i primi istanti dell’applicazione sul substrato della giunzione. I valori ottenuti sono stati confrontati con quelli relativi agli adesivi epossidici commerciali. Nella figura 1 sono riportati i valori della viscosità al variare della percentuale di polimero aggiunto al sistema Polar.

Come si può osservare, all’aumentare della percentuale di termoplastico additivato, la viscosità del sistema cresce esponenzialmente, specialmente nel caso di aggiunta del PEI. Grazie all’aggiunta dei termoplastici, il valore di viscosità del riferimento (Polar 0%) pari a 12 Pa•s, aumenta rispettivamente fino a 382 Pa•s e 550 Pa•s nel caso dei sistemi Polar-PCL 20% e Polar-PEI 5%.

Facendo riferimento a schede tecniche di adesivi epossidici strutturali quali, ad esempio, DP 420 e 460 commercializzati dalla 3M, i loro valori di viscosità oscillano tra 20 e 50 Pa•s, pertanto i risultati sopra esposti dimostrano che solo i sistemi epossidici additivati con il 10% e il 15 % di PCL (Polar-PCL 10% e Polar-PCL 15%) e con il 2% e il 3% di PEI (Polar-PEI 2% e Polar-PEI 3%) rientrano nell’intervallo considerato. Per questo motivo, solo queste quattro percentuali sono state considerate nella manifattura delle giunzioni.

Realizzazione di giunzioni a prova di tenuta

Il single-lap shear test è stato scelto come metodo di confronto per l’applicazione di questi adesivi nella giunzione tra materiali di natura differente. Questa prova è utile per verificare l’adesione tra due substrati formati da metallo e materiale composito e, inoltre, per stimare le proprietà meccaniche dell’adesivo indurito, in termini di resistenza media a taglio.

La giunzione è stata realizzata tra una superficie di alluminio serie 7075 (Goodfellow) anodizzato e un composito a matrice epossidica commerciale (Mates-SX8) rinforzata con un tessuto di carbonio bidirezionale con grammatura 200 g/m2 (Hexcel-Hexforce). Un quantitativo di 0,4 g di adesivo è stato interposto tra le due superfici, assicurando, tramite pressione, uno spessore medio dello strato adesivo di 0,15 mm. La zona di sovrapposizione tra i due substrati (dove viene applicato l’adesivo) ha un’area pari a 25 mm x 20 mm. Successivamente, i campioni sono stati sottoposti al ciclo di cura e post-cura esposti nei paragrafi precedenti. I risultati ottenuti sono stati confrontati con un adesivo epossidico commerciale (DP420 della 3M). Le prove lap-shear sono state effettuate mediante una macchina di prova universale Wance ETM-C equipaggiata

con cella di carico da 50kN su cinque campioni per tipologia.

I risultati sono riportati nella figura 3, dove è possibile notare che l’aggiunta del PEI nel monomero Polar, nelle giuste proporzioni, permette di ottenere prestazioni della giunzione paragonabili a un adesivo commerciale strutturale. Per quanto riguarda invece l’aggiunta del PCL, esso genera una riduzione delle prestazioni dell’adesivo (-26% rispetto alla DP420), mantenendo però, nel contempo, l’ecosostenibilità del sistema.

Smontaggio e riciclo

La peculiarità dell’utilizzo del sistema epossidico Polar è la sua capacità di scindersi ed essere riciclato secondo una procedura sviluppata dalla casa produttrice.

Per il processo di riciclo è stata utilizzata una soluzione di acido acetico al 50% all’interno della quale sono state immerse le giunzioni portando la temperatura tra 90 e 100 °C. Dopo 2 ore e 30 minuti le giunzioni risultavano completamente separate, come è osservabile nella figura 4

Dopo lo smontaggio, i substrati separati sono stati estratti dalla soluzione. Quest’ultima, composta da acido acetico e dall’adesivo passato in soluzione, è stata usata per il processo chimico di riciclo. Come esposto nella scheda tecnica fornita dal produttore, è stato aggiunto idrossido di sodio (NaOH), fino alla neutralizzazione della soluzione acida. Una volta che il pH della soluzione è stato portato intorno a valori neutri, si è osservato una precipitazione di polimero solido, che tramite estrazione e successivo essiccamento, risulta essere un termoplastico epossidico riutilizzabile (figura 5).

In conclusione, lo scopo di questo lavoro è stato valutare l’efficacia di queste resine nell’ambito delle giunzioni, modificando la loro composizione. I risultati ottenuti hanno evidenziato che, tramite l’aggiunta di un polimero termoplastico, è possibile ottenere un sistema adesivo strutturale che mantenga elevate le prestazioni meccaniche e che sia ecosostenibile e riciclabile.

* Dottorandi presso l’Università degli Studi di Palermo

** Professore presso l’Università degli Studi di Palermo

Termoplastico epossidico ottenuto a seguito del processo di riciclo delle giunzioni.

Smontaggio della giunzione metallo, composito con adesivo a base di Polar additivato con PEI o PCL.

Una strategia per i materiali avanzati

Far progredire l’Unione Europea verso una posizione di primo piano a livello industriale nei materiali avanzati, considerati abilitanti e di fondamentale rilevanza per la duplice transizione verde e digitale, è l’obiettivo della strategia globale proposta recentemente a tal fine dalla Commissione europea. La comunicazione sui materiali avanzati per una posizione di primo piano a livello industriale propone misure concrete che consentono di allineare le priorità in materia di ricerca e innovazione e gli investimenti nell’UE, garantendo la leadership europea in questa tecnologia fondamentale. L’iniziativa, molto attesa dagli Stati membri e dall’industria settoriale, rappresenta il primo passo verso un approccio europeo comune per i materiali avanzati che getta le basi per ulteriori azioni.

Secondo le previsioni, nei prossimi anni si registrerà un aumento significativo della domanda di materiali avanzati per produrre, per esempio, energia rinnovabile, batterie, edifici a emissioni zero, semiconduttori, dispositivi medicali, satelliti, vettori spaziali, aerei nonché soluzioni per la difesa. La strategia della Commissione mira a rafforzare la competitività a lungo termine dell’UE facendo in modo che essa rimanga all’avanguardia nel campo delle nuove tecnologie dei materiali, sostenendo le capacità di sviluppo, sperimentazione e diffusione. Le azioni rafforzeranno l’autonomia strategica e la sicurezza economica dell’UE riducendo la dipendenza dai materiali critici e sostituendoli o sostenendone il riciclo e il riutilizzo.

La comunicazione propone azioni articolate secondo cinque pilastri principali da attuare insieme a Stati membri dell’UE, operatori del settore e altri portatori di interessi: rafforzare l’ecosistema europeo di ricerca e innovazione sui materiali avanzati; immettere rapidamente nel mercato materiali innovativi attraverso lo sviluppo di un’infrastruttura digitale

europea per la ricerca e l’innovazione nel campo dei materiali avanzati che accelererà considerevolmente progettazione, sviluppo e sperimentazione di nuovi materiali avanzati in un ambiente controllato, anche avvalendosi dell’intelligenza artificiale; aumentare gli investimenti di capitale e accrescere l’accesso ai finanziamenti, istituendo un nuovo partenariato con l’industria nel quadro di Orizzonte Europa e stanziando 500 milioni di euro per investimenti nel periodo 2025-2027, di cui almeno 250 milioni provenienti da fonti private; promuovere la produzione e l’impiego di materiali avanzati tramite appalti per l’innovazione, la definizione di norme e la creazione di un’accademia dei materiali avanzati insieme all’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia, affinché la forza lavoro europea disponga delle competenze necessarie; creare un consiglio per la tecnologia dei materiali avanzati con compiti di consulenza sulla direzione di questa iniziativa insieme agli Stati membri, ai Paesi associati a Orizzonte Europa e all’industria.

Sebbene l’Europa detenga una posizione forte nello sviluppo di materiali avanzati, l’innovazione continua è fondamentale per garantire la “sovranità” tecnologica e l’autonomia strategica per tutto il loro ciclo di vita. Nel corso degli anni i programmi quadro dell’UE hanno sostenuto attivamente la ricerca e l’innovazione nel campo dei materiali avanzati, per esempio con l’iniziativa Graphene Flagship, nonché diverse piattaforme tecnologiche europee ed ERA-NET. Nel Materials 2030 Manifesto del 2022 gli operatori del settore hanno invitato la Commissione europea a stabilire una tabella di marcia strategica e una governance efficace per la ricerca e l’innovazione nel campo dei materiali avanzati e una nuova agenda strategica europea di ricerca e innovazione per la prossima generazione di tali materiali.

“Oggi proponiamo una strategia per un’azione comune nell’UE volta a rafforzare la nostra posizione nel campo dei materiali avanzati, un settore tecnologico fondamentale per il futuro delle nostre industrie. Questa strategia creerà nuove opportunità per le imprese dell’UE e doterà l’Europa delle infrastrutture e delle competenze necessarie per rimanere protagonista della scena internazionale. Questo è fondamentale per le nostre competitività, autonomia strategica e sicurezza economica”, ha dichiarato Iliana Ivanova (nel riquadro), commissaria europea per innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani.

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Separazione in casa DuPont

Da una a tre società e nuovi vertici

Un piano annunciato da DuPont prevede la separazione della società in tre distinte realtà industriali quotate in borsa. Secondo tale piano due di esse si concentreranno rispettivamente sui settori dell’elettronica e dell’acqua, mentre una “nuova” DuPont sarà ridefinita sulla base di quella attuale. In quanto società indipendenti, secondo le aspettative ciascuna di esse trarrà vantaggio dalla capacità di adattare le strategie di allocazione del capitale per perseguire obiettivi di crescita strategica differenziali, dalla maggiore flessibilità strategica per fusioni e acquisizioni che migliorino il portafoglio, dai profili di investimento diversi in grado di attrarre i rispettivi investitori e dai distinti consigli di

amministrazione e team di gestione. La nuova DuPont sfrutterà l’esperienza acquisita nella scienza dei materiali, nell’ingegneria applicativa, nell’innovazione e nella capacità produttiva di alto livello e i marchi come Tyvek, Kevlar e Nomex. Essa si rivolgerà in particolare ai settori sanitario, della mobilità avanzata, della sicurezza, dell’edilizia, aerospaziale e altri comparti industriali ancora. Secondo le previsioni la nuova DuPont continuerà a generare margini elevati e un robusto flusso di cassa, con una posizione finanziaria che consentirà di sfruttare le opportunità di crescita. La società dedicata all’industria elettronica fornirà a livello mondiale materiali diversificati per applicazioni elettroniche quali semiconduttori e prodotti elettronici avanzati. Quella dedicata al settore dell’acqua offrirà un portafoglio completo di soluzioni per sistemi di filtrazione e purificazione dell’acqua in ambito industriale, commerciale e residenziale.

La separazione dovrebbe essere completata entro 18-24 mesi, ma già dal primo giugno 2024 la nuova

Neutralità carbonica per Syensqo a Kallo-Beveren

Le operazioni di compoundazione di PPS di Syensqo a Kallo-Beveren (Belgio) hanno raggiunto la neutralità di carbonio, funzionando al 100% con energia rinnovabile.

DuPont è stata interessata da alcuni cambi al vertice: Lori Koch, attuale direttore finanziario, è stata nominata amministratore delegato, succedendo a Ed Breen, che manterrà il ruolo di presidente esecutivo, e Antonella Franzen è diventata CFO, ruolo che già occupava in seno alla divisione Water & Protection. Per quanto riguarda le prospettive finanziarie, DuPont conferma le sue previsioni per l’intero anno 2024 relative alle vendite nette, all’Ebitda operativo e all’EPS rettificato. “Si tratta di un’opportunità straordinaria per offrire valore sostenibile e a lungo termine agli azionisti attraverso la creazione di tre società forti e leader nel proprio settore”, ha affermato Ed Breen, presidente esecutivo di DuPont. “La separazione a tre sbloccherà valore incrementale per azionisti e clienti e creerà anche nuove opportunità per i dipendenti. Fondamentalmente, ciascuna azienda avrà una maggiore flessibilità per perseguire le proprie strategie di crescita mirate, comprese le fusioni e acquisizioni per il miglioramento del portafoglio”.

Produrre compound a impatto zero

L’impianto di produzione di Syensqo a Kallo-Beveren, in Belgio, che produce compound polimerici speciali a base di polifenilene solfuro (PPS) della famiglia Ryton, ha raggiunto la neutralità del

carbonio utilizzando esclusivamente energia rinnovabile. La transizione, effettiva da marzo 2024, riguarda la completa decarbonizzazione dell’impianto per quanto concerne le emissioni dirette (Scope 1) e indirette (Scope 2) ai sensi del Greenhouse Gas (GHG) Protocol ed è in linea con gli obiettivi della strategia di sostenibilità

One Planet dell’azienda per ridurre entrambe le emissioni del 40% entro il 2030 e raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2040. Questo risultato è stato raggiunto in collaborazione con Katoen Natie, un fornitore globale di soluzioni logistiche e di ingegneria applicata, che ospita le operazioni di Syensqo presso il sito di Kallo. L’uso di energia rinnovabile nel

compounding riduce anche l’impronta di carbonio complessiva dei compound PPS Ryton, utilizzabili in un’ampia gamma di applicazioni nelle industrie automobilistiche, dei beni di consumo e industriali.

“L’utilizzo di energia rinnovabile per alimentare le nostre attività di compounding a Kallo-Beveren è un primo passo nell’impegno globale di Syensqo per raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2040”, ha affermato Johan Van Vlierberghe, direttore del sito di Kallo-Beveren presso Syensqo. “Siamo ancora all’inizio di questo percorso per la nostra azienda e sono orgoglioso del contributo che il team di Kallo ha dato nel raggiungere questo obiettivo”.

Da destra:
Lori Koch, Ed Breen e Antonella Franzen.
Foto da Linkeedin
DuPont

Nell’anno dell’invenzione del polipropilene

Al “Giulio Natta” del PoliMi il premio EuChemS Historical Landmarks Award

Presso il Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chmica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, nello storico edificio in cui Giulio Natta insegnò e svolse il proprio lavoro di ricerca, è stata scoperta una targa per il conferimento dell’EuChemS Historical Landmarks Award, premio istituito dalla società chimica europea EuChemS. Si tratta di un riconoscimento che intende valorizzare i luoghi in Europa in cui si sono verificati eventi rilevanti nel campo della chimica. In particolare, la targa 2024 è stata consegnata ai due siti legati al lavoro di Giulio Natta e del collega tedesco Karl Ziegler (il Max

Planck Institute für Kohlenforschung a Mülheim in Germania, dove questi svolse la sua attività), scienziati le cui rispettive ricerche furono fondamentali per lo sviluppo delle materie plastiche e per le quali nel 1963 furono insigniti del Premio Nobel per la Chimica per l’invenzione del polipropilene. Nel 2024, infatti, ricorrono settant’anni da quando lo scienziato italiano riuscì per la prima volta a controllare la struttura spaziale di tale polimero rendendola ordinata e regolare, che venne chiamata polipropilene isotattico, per distinguerla da quello amorfo.

Nuova unità a Rosignano

Espandenti sicuri ed ecologici

Una nuova unità Alve-One per produrre agenti espandenti per materie plastiche è stata inaugurata da Solvay presso il sito di Rosignano (Livorno). La gamma Alve-One a base minerale rappresenta una alternativa più sicura ed ecologica accreditata come sostituto dell’azodicarbonamide (ADCA), il cui impiego potrebbe essere limitato in Europa poiché è stato incluso nell’elenco delle sostanze estremamente preoccupanti (SVHC). Inoltre, i residui della decomposizione dell’ADCA presenti negli espansi plastici sono parzialmente responsabili del cattivo odore delle schiume e delle emissioni di composti organici volatili (VOC).

L’unità Alve-One di Solvay mira, dunque, a rispondere alla crescente domanda di agenti espandenti più sicuri e sostenibili in vari ambiti applicativi di consumo e industriali quali l’industria automobilistica, calzaturiera, edilizia e dei beni di consumo, con l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio nei prodotti finali, migliorando al contempo gli standard generali di salute e sicurezza per proteggere persone e ambiente. Le soluzioni Alve-One hanno infatti ricevuto il riconoscimento

ufficiale come alternativa sostenibile da varie organizzazioni, tra cui il Segretariato Internazionale della Chimica (ChemSec), la Fondazione Solar Impulse, Inovyn e France Chimie.

“L’inaugurazione della nostra unità produttiva Alve-One a Rosignano riflette l’impegno di Solvay nel fornire soluzioni innovative e sostenibili a diretto vantaggio dei nostri clienti e della società”, ha commentato Etienne Galan, presidente della divisione Soda

Ash & Derivatives di Solvay. “Questa struttura ci consente di affrontare in modo efficace le esigenze in continua evoluzione dei nostri clienti, promuovendo al tempo stesso un impatto ambientale positivo. Segna un progresso fondamentale nella nostra missione di guidare il cambiamento trasformativo in molteplici settori, garantendo ai nostri clienti l’accesso a soluzioni di alto livello che soddisfano le loro esigenze e aspettative più alte”.

Un momento dell’inaugurazione a Rosignano.

Il momento in cui viene scoperta la targa per il conferimento dell’EuChemS Historical Landmarks Award.
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Politecnico di Milano
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Impianto Covestro ad Anversa

Produzione di copolimeri di policarbonato su scala industriale

Ad Anversa, in Belgio, Covestro ha completato la costruzione del suo primo impianto per la produzione di copolimeri di policarbonato di alta qualità su scala industriale. La nuova piattaforma tecnologica, sviluppata da Covestro stessa, si basa su un innovativo processo di fusione senza l’utilizzo di solventi e un reattore di nuova concezione, che consentono la produzione di diversi gradi di policarbonato con proprietà controllabili, sviluppati in laboratorio

Sviluppo in casa Kraiburg TPE

e testati su impianti pilota negli ultimi anni. Si tratta di un investimento a doppia cifra nell’ordine di milioni di euro che include un impianto pilota e uno produttivo. Oltre alla ridotta complessità, il processo si avvantaggerà anche del collegamento delle quattro linee per la produzione di policarbonato con le infrastrutture esistenti ad Anversa, combinando capacità su scala globale con la flessibilità di un’unità stand-alone. “Il nuovo processo di produzione è il primo e unico del suo genere al mondo e ci consente di offrire un ampio portafoglio di materiali innovativi”, ha affermato Sucheta Govil, Chief Commercial Officer di Covestro. “Con il nuovo impianto, ora possiamo produrre e lanciare nuovi materiali polimerici su scala industriale molto più velocemente di prima. Questo è il risultato di diversi anni di lavoro di sviluppo da parte dei nostri team di ricerca e tecnologia di processo, nonché della nostra esperienza a lungo termine con i policarbonati. Nel nostro segmento Solutions & Specialties, ci concentriamo

su prodotti sofisticati con un elevato ritmo di innovazione, un fattore chiave di successo poiché le esigenze dei clienti cambiano rapidamente. La nuova linea di produzione è un ottimo esempio di come implementiamo questa strategia e supportiamo al meglio i nostri clienti”. “Rispetto ai policarbonati puri, i copolimeri ci offrono nuove possibilità per integrare ulteriori funzionalità e proprietà nei nostri materiali”, ha spiegato Lily Wang, Global Head della business unit Engineering Plastics di Covestro. “Queste possono variare da proprietà meccaniche migliorate e una maggiore resistenza chimica, fino a un maggiore ritardo di fiamma. In questo modo, siamo in grado di offrire materiali innovativi che soddisfano le elevate esigenze dei nostri clienti in una gamma più ampia di applicazioni. Ci concentreremo in primo luogo sui materiali per l’industria elettricaelettronica e sanitaria, mentre le innovazioni future potrebbero concentrarsi sulla mobilità e su altre tendenze”.

Nuovi compound con adesione a EPDM per il settore auto

Elastomeri termoplastici di Kraiburg TPE con adesione a EPDM per sistemi di tenuta e applicazioni esterne in ambito automobilistico.

Una gamma di compound a base di TPE con proprietà adesive agli EPDM è stata sviluppata da Kraiburg TPE appositamente per la realizzazione di sistemi di tenuta e componenti esterni per l’industria automobilistica, destinati in particolare ai mercati europei e americani. Oltre alle proprietà adesive, questi materiali si contraddistinguono anche per lavorabilità e resistenza, risultando adatti a quelle applicazioni particolarmente impegnative. Sviluppati per resistere alle radiazioni UV, trovano nelle modanature angolari e nelle guide per finestrini o altri profili che devono garantire tenuta alcune delle loro applicazioni ideali.

L’adesione costante agli EPDM è risultata efficace con un invecchiamento a caldo a 23 e 90 °C, assicurando inoltre una superficie asciutta. La fluidità ottimizzata offre un ampio intervallo di lavorazione e una maggiore libertà nella progettazione di componenti e attrezzature con

standard prestazionali elevati. Inoltre, i compound sono resistenti agli agenti atmosferici, stabili al colore, ottimizzati in termini di resistenza all’abrasione e ai graffi e hanno un basso attrito superficiale. La loro qualità superficiale omogenea migliora l’estetica e la funzionalità e soddisfa i severi requisiti delle applicazioni in campo automobilistico. Rispetto alle soluzioni di tenuta in EPDM puro, la tecnologia ibrida TPE-EPDM è in linea con le tendenze del mercato grazie a una maggiore efficienza dei processi, una minore impronta di carbonio nonché una riduzione del peso, supportando così i anche produttori di componenti nel raggiungimento dei propri obiettivi di sostenibilità.

Sucheta Govil, CCO di Covestro, nel corso dell’inaugurazione del nuovo impianto ad Anversa.

Succede in Polonia

Pannelli in policarbonato per una scuola materna

Spazi luminosi in cui giocare spensierati: con la costruzione della nuova scuola materna pubblica, il comune polacco di Bobrowniki, nei pressi di Katowice, ha voluto creare un ambiente moderno e accogliente per i suoi piccoli cittadini.

La nuova struttura rappresenta un esempio di combinazione riuscita tra policarbonato e altri materiali per facciate grazie all’utilizzo di pannelli a incastro di Exolon Group, capaci di garantire ambienti luminosi e ridurre il consumo energetico.

La nuova scuola materna commissionata dall’amministrazione comunale di Bobrowniki rappresenta il più grande investimento mai effettuato da tale comune, pari a circa 24 milioni di euro. Su 950 metri quadrati sono stati realizzati la scuola materna e un giardino conforme ai più recenti requisiti in materia di prima infanzia. L’edificio su un piano e le strutture esterne

sono completamente privi di barriere architettoniche. Esso è coperto da un tetto piatto mentre le facciate sono realizzate con policarbonato, intonaco strutturale, laminato e rivestimento in alluminio. Un aspetto fondamentale del progetto consisteva nel selezionare materiali da costruzione di alta qualità, che fossero non solo esteticamente gradevoli, ma anche efficienti dal punto di vista energetico, nonché sostenibili.

Per la facciata a doppio guscio, i committenti hanno scelto i pannelli

Exolon Panel 9P con spessore di 40 mm. Exolon Panel 40 9P è un sistema di pannelli in policarbonato con incastro a maschio e femmina. La struttura a nove pareti a tunnel, caratterizzata da un basso valore U, migliora notevolmente l’isolamento termico e contribuisce a ridurre il consumo energetico. Allo stesso tempo riduce al minimo l’impatto di CO2 e quindi

I pannelli in policarbonato di Exolon hanno permesso di realizzare una scuola materna accogliente, confortevole, sicura e sostenibile, tutte caratteristiche che hanno fatto guadagnare alla struttura il “Gran Premio per l’edilizia della Slesia 2023”.

anche l’impronta ecologica. Il colore “Clear Frost” conferisce alla facciata un’estetica accogliente, che si integra armoniosamente nell’ambiente e si adatta bene al contesto pedagogico di un asilo d’infanzia. Il progetto non ha solo creato un asilo moderno, ma ha anche contribuito alla qualità della vita a lungo termine della comunità.

Per questo l’impresa appaltatrice ha ricevuto il “Gran Premio per l’edilizia della Slesia 2023”.

CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE

Cesap e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e sulle tematiche del mondo di plastica e gomma.

World Class Manufacturing

FMEA (Failure Mode and Effect Analysis)

3 luglio 2024

La programmazione della produzione

08-12-15-19 luglio 2024 (h 09-13)

Il processo di acquisto e il benchmarking dei fornitori

11-12-25-26 luglio 2024 (h 09-13)

Il product costing e la contabilità industriale 09-16-23-30 settembre 2024 (h 09-13)

Design of Experiments (DOE)

12 settembre 2024

I principali strumenti di problem solving 17 settembre 2024

Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt)

Cesap ha ottenuto il riconoscimento

“Accredited Training Organization” (ATO, ovvero organizzazione accreditata per la formazione), per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione

Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente) nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma.

Lean Six Sigma - Yellow Belt

Lean Six Sigma - Green Belt

Lean Six Sigma - Black Belt

I primi appuntamenti con la sessione

CORSI CESAP

SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI EROGATI

DA CESAP, IN AULA E VIA WEBINAR, CHE SI SVOLGERANNO

NEI PROSSIMI MESI

Materiali

Corso base sui polimeri

9 settembre 2024

Corso approfondito sui polimeri

9-10 settembre 2024

La colorazione dei polimeri 10 settembre 2024

Stampaggio termoplastici

Stampaggio a iniezione - Corso base 3-4 luglio 2024

Stampaggio a iniezione - Simulazione CAE 10-11 luglio 2024 (h 09-13)

Stampaggio a iniezione - Corso approfondito 16-17-18 luglio 2024

Altre tecnologie

Termoformatura: processo e analisi delle criticità 23 luglio 2024 (h 09-17)

Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità 19-20 settembre 2024

Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software 11 ottobre 2024 (h 09-17)

Attrezzature - Progettazione

Stampi per iniezione - Corso base 18-19 luglio 2024

Testing e regulatory

Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici 18 luglio 2024

Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) 12-13 settembre (h 09-13)

Sostenibilità e assicurazione qualità

Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina 05 luglio 2024

Riciclo e recupero di rifiuti in plastica e sottoprodotti di materie plastiche 22 luglio 2024

Materie plastiche riciclate: come impiegarle correttamente 30 settembre 2024

NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione, e per i webinar gratuiti

CESAP c/o IIP (ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI) Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB) Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784

E-mail: info@cesap.com www.cesap.com - www.iip.it

CORSI SBS

TECNICA E NORMATIVA

La nuova EN 13849-1: 2023 cosa ha introdotto di nuovo nella validazione del software e la validazione del software secondo la EN ISO 13849-2

17 e 18 settembre (9:00-13:00) Online

Adobe InDesign per i manualisti

1, 3, 8 e 9 ottobre (9:00 – 13:00) Online

Normativa ATEX applicata alle macchine: come garantire la conformità

2 e 3 ottobre 2024 (9:00-18:00) a Modena

Cybersecurity applicata alle macchine e impianti

24 e 25 ottobre 2024 (9:00-18:00) a Modena

ACQUISTI, LOGISTICA E MAGAZZINO

Excel per ufficio acquisti

4 e 6 settembre (9:00 – 13:00) Online

Fornitori affidabili: strategie per una scelta oggettiva

20 settembre e 3 ottobre (9:00-13:00) Online

Vendor rating: valutare il fornitore per diminuire i costi

10, 17 e 24 ottobre (9:00-13:00) Online

AMMINISTRAZIONE E FINANZA

Il Business Case come strumento di supporto alle decisioni aziendali

24 settembre (9:30-17:30) a Modena

Controllo di gestione e budget: due strumenti a supporto delle decisioni aziendali 10 e 11 ottobre (9:00-13:00) Online

Il Capital Budgeting e la gestione dei flussi finanziari

21 e 24 ottobre (9:00-13:00) Online

La gestione del credito

5 novembre (9:30-17:30) a Modena

AMBIENTE

E SOSTENIBILITÀ

Sistema di gestione della parità di genere, diversità e inclusione

1 ottobre (09:30-12:30) Online

Sistemi di gestione (ISO 14001 e 45001, ambiente e sicurezza): come organizzare la sostenibilità nelle aziende della meccanica strumentale 13 novembre (9:00-13:00) Online

COMMERCIALE E MARKETING

Ingredienti principali della vendita: Intelligence e comunicazione 20 settembre (9:00-18:00) a Modena 30 settembre e 4 ottobre (9:00-13:00) Online

Intervista negoziale e tecniche di comunicazione

10 ottobre (9:00-18:00) a Modena

17 e 25 ottobre (9:00-13:00) Online

Key Account 15, 17, 22 e 24 ottobre (9:00-13:00) Online

La negoziazione di beni strumentali

11 novembre (9:00-13:00) Online

15 e 22 novembre (9:00-18:00) a Modena

EXPORT, FISCO, DOGANE E CONTRATTI

SBS-Scuola Beni Strumentali organizza corsi di formazione su misura per le aziende costruttrici di macchine e impianti per materie plastiche e gomma (e della meccanica strumentale più in generale). Qui di seguito i prossimi appuntamenti, online ed in presenza (presso le sedi SBS di Modena e Milano)

I nuovi trend del recruiting e l’analisi del fabbisogno

28 ottobre (9:00-13:00) Online

Il colloquio di selezione

4 novembre (9:00-13:00) a Modena e 6 novembre (9:00-13:00) Online

MANAGEMENT E SOFT SKILLS

La gestione delle relazioni e dei conflitti nel team 19 settembre (14:00-17:00) Online

Individuo vs squadra: il valore della collaborazione 20 settembre (14:00-17:00) Online

Da tecnico a responsabile: percorso di carriera Dal 2 ottobre al 6 novembre (24 ore di formazione) Online

Flessibilità e adattabilità al cambiamento 2 ottobre (14:00-17:00) Online

Parlare in pubblico: la gestione delle emozioni 7 ottobre (10:00-17:00) a Modena

Il feedback per la crescita dei collaboratori 16 ottobre (14:30-17:30) Online

La vendita di impianti e macchinari all’estero: la contrattualistica, le tutele e la gestione degli eventi sopravvenuti

19 e 20 settembre (9:30-12:30) Online

Crediti documentari

10 e 11 ottobre (9:00-13:00) Online

Supply chain e contratti internazionali di (sub) fornitura: come negoziare da una posizione di (relativa) debolezza

7 ottobre (9:30-12:30) Online

RISORSE UMANE

Il budget del personale

24 e 25 settembre (9:00-13:00) Online

Succession plan

30 settembre (09.30-12.30) Online

Management by objectives (MBO)

15 ottobre (09.30-12.30) Online

Parlare in pubblico: focus voce, tono, postura, spazio, coinvolgimento 21 ottobre (10:00-17:00) a Modena

COMMESSA, PRODUZIONE, SERVICE

La Value Stream Mapping per l’identificazione degli sprechi e l’ottimizzazione dei processi 8 e 9 ottobre (9:00-13:00) Online

Introduzione al Six Sigma Dal 16 ottobre al 13 novembre (16 ore di formazione) Online

Project Management 22, 23 e 29 ottobre (09:30-17:30) a Milano, 5 novembre (09:00-12:30) Online

NOTA: Il calendario delle attività è in costante aggiornamento sul sito: www.scuolabenistrumentali.it

La migliore in quarant’anni

Successo di espositori e di pubblico per Utech Europe nell’edizione dei suoi quarant’anni. Una fiera-convegno che conferma la sua caratura globale per l’industria del poliuretano. La cui onda lunga verrà sfruttata per il “tour mondiale” degli eventi Utech dei prossimi mesi.

La fiera-convegno Utech Europe, tenutasi a Maastricht, nei Paesi Bassi, dal 23 al 25 aprile, ha confermato la sua caratura di evento di primo piano a livello mondiale per l’industria del poliuretano, attirando il più alto numero di espositori e visitatori nella sua quarantennale storia. Nell’arco dei tre giorni l’evento ha chiamato a raccolta 10.366 visitatori provenienti da 93 Paesi, attratti dai prodotti proposti da più di 220 espositori.

“Sono lieto che Utech Europe abbia celebrato il suo quarantesimo anniversario attirando più espositori e visitatori di sempre”, ha dichiarato Matt Barber, direttore degli eventi a livello globale di Crain Communications, organizzatore della manifestazione. “L’entusiasmo per il principale evento globale dell’industria del poliuretano si percepiva nell’area espositiva e nelle sale che ospitavano le conferenze. Porteremo l’onda del successo di Utech Europe nel ricco programma di eventi Utech che nel corso dell’anno toccheranno Cina, Medio Oriente, Singapore e India”.

“La sostenibilità è stato il tema principale che ha contraddistinto sia la mostra che le conferenze”, ha aggiunto Chris Taylor, vicepresidente e direttore generale di Global Polymer Group di

Crain Communications. “È stato davvero entusiasmante vedere come l’intero settore stia collaborando per ridurre le emissioni di CO2, aumentare il riciclo meccanico e chimico del poliuretano, sviluppare polioli a base biologica e innovare per sviluppare soluzioni più sostenibili per i settori auto, edilizia, arredamento, tessile e altre applicazioni”.

I commenti di alcuni protagonisti

“Utech Europe è la più grande fiera per l’industria del poliuretano in Europa e nel mondo. Rappresenta una piattaforma per mettere in mostra le innovazioni, incontrare i clienti, interagire con i fornitori, far progredire le partnership, mostrare l’impegno di Huntsman nel mercato europeo dei poliuretani. Nei giorni di fiera abbiamo registrato tra i migliori accessi al nostro sito internet e avuto una grande affluenza in fiera, richiamata sia dalla nostra offerta sia dall’intera proposta di poliuretani in Europa”, ha affermato Joe Tse, vicepresidente di Huntsman Polyurethanes in Europa, Medio Oriente, Africa e India.

“Utech Europe è una piattaforma importante per l’industria del poliuretano, soprattutto in Europa. Si incontrano molti partner e clienti e si può avere un elevato livello di aggiornamento su

Utech Europe 2024

ciò che sta succedendo nel settore del poliuretano”, ha spiegato Martin Baumert, direttore dello sviluppo tecnico di Basf. “Consigliamo vivamente la partecipazione a Utech Europe. Si tratta di una grande opportunità per clienti, utilizzatori del materiale e operatori a vario titolo nella filiera per ritrovarsi e confrontarsi”, ha commentato Leslie Ji, direttore marketing di Shandong Longhua New Material, azienda cinese che partecipava per la prima volta alla fiera-convegno.

“Utech Europe costituisce una piattaforma fondamentale per l’industria del poliuretano offrendo eccellenti opportunità di networking, mettendo in mostra progressi e innovazioni tecnologiche e di prodotto. È la fiera ideale per livello di comunicazione e rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del settore”, ha proseguito Mila Skokova, direttore vendite e vicedirettore generale H&S Anlagentechnik, azienda che ha presentato le ultime soluzioni sviluppate per il riciclo su scala industriale di schiume poliuretaniche rigide.

“Utech Europe è l’evento giusto per essere informati sugli sviluppi dell’industria del poliuretano e stare al passo con le nuove normative e le innovazioni, anche in termini di sostenibilità”, ha

L' ESPERIENZA CONTA

Oltre 40 anni di presenza sul mercato

Più di 7000 automazioni in ogni parte del mondo

Un servizio di assistenza sempre presente ed efficace

Il momento dell’inaugurazione di Utech Europe 2024, l’edizione più “affollata” nei quarant’anni anni di storia dell’evento.

aggiunto Brieuc Lits, direttore comunicazione e affari pubblici di Isopa.

Prima di fare ritorno a Maastricht tra tre anni con Utech Europe dal 20 al 22 aprile 2027, il calendario del “tour Mondiale” di Utech prevede le seguenti tappe nei prossimi mesi: PU China a Shanghai dal 17 al1 9 luglio; Utech Middle East Foam and Polyurethane Expo a Dubai dal 10 al 12 settembre; Utech Sud-Est asiatico a Singapore dal 13 al 14 novembre; Utech India - Sustainable Polyurethane & Foam Expo a Bombay dal 4 al 6 dicembre; Utech Las Americas a Città del Messico dal 3 al 5 giugno 2025.

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Visitatori all’ingresso del polo fieristico National Exhibition and Convention Center (NECC) di Shanghai.

Numeri da record a Shanghai

Dopo una pausa durata sei anni, il ritorno di Chinaplas presso il polo fieristico National Exhibition and Convention Center (NECC) di Shanghai ha riscosso un successo oltre le aspettative catturando l’attenzione dell’industria mondiale della plastica e della gomma. La fiera non solo ha raggiunto un numero record di espositori, con 4.495 aziende partecipanti provenienti da 38 paesi, occupando una superficie espositiva totale di 380.000 m2, ma ha anche stabilito un nuovo record di presenze in termini di visitatori. Sono stati infatti 322.000, provenienti da oltre 170 paesi, gli ospiti che hanno partecipato all’evento registrando un aumento di oltre il 29% rispetto ai visitatori della fiera di Shenzhen del 2023. Tra questi, il numero di presenze straniere ha raggiunto 73.204 unità, pari a circa il 23% del totale, segnando una crescita significativa di oltre il 157% rispetto all’edizione 2023.

“Abbiamo battuto ogni record, superando il numero di espositori, visitatori totali e visitatori stranieri di tutte le precedenti edizioni di Chinaplas. Un risultato inaspettato con il ritorno della fiera nella Cina orientale dopo sei anni”, ha dichiarato Ada Leung, direttore generale di Adsale, organizzatore della fiera.

Incentrata sui quattro temi principali: economia circolare, materiali innovativi, digitalizzazione e tecnologie di alta gamma, la kermesse ha messo in evidenza le soluzioni tecnologiche più innovative, puntando su riduzione delle emissioni di carbonio, efficienza energetica, abbattimento dei costi, efficienza e alta qualità.

Inoltre, diversi espositori particolarmente focalizzati su economia circolare e sostenibilità, hanno presentato diverse

soluzioni innovative, tra cui plastiche a base biologica e biodegradabili a elevate prestazioni, soluzioni monomateriale, policarbonato riciclato post-consumo, ABS riciclati e additivi per migliorare le prestazioni delle plastiche riciclate, linee di produzione a ciclo chiuso riciclabili al 100% per tappi di bottiglia e tecnologie di riciclo.

Al centro della scena, molteplici soluzioni all’avanguardia come impianti smart per la stampa rotocalco ad alta velocità, presse a iniezione elettriche, stampaggio di precisione, processo one-shot per lo stampaggio a iniezione e la verniciatura, cambia utensili automatici robotizzati, sistemi di smistamento AI dei chip delle bottiglie, stampaggio a iniezione stratificato e automazione per lenti ottiche, soluzioni per stampaggio e confezionamento di teste di pipette medicali a 384 canali e sistemi di gestione digitale intelligente MES.

Tra gli espositori di quest’anno, oltre 800 aziende sono state riconosciute come imprese “Professionalizzazione, perfezionamento, specializzazione e innovazione (PRSI)”, e più di 250 di esse sono state premiate come “Little Giant”. Ciò evidenzia i punti di forza dell’industria manifatturiera cinese in termini di trasformazione e aggiornamento, rimodellando in modo significativo la percezione che gli acquirenti stranieri hanno della produzione cinese.

Inoltre, si è tenuta una serie di eventi collaterali che hanno puntato l’attenzione sulle ultime tendenze dell’industria della plastica e della gomma, suscitando enorme interesse e riunendo un gran numero di professionisti per discutere dell’evoluzione attuale e futura del settore.

Soddisfazione per il ritorno dopo sei anni

Tornata in scena a Orlando, in Florida, a sei anni dall’ultima edizione per le note vicissitudini legate alla pandemia di Covid-19, NPE 2024, la più grande e importante fiera in America dedicata a materie plastiche e gomma, ha chiamato a raccolta circa 2.000 espositori e oltre 50.000 visitatori.

L’organizzazione ha sottolinea come NPE 2024 abbia riaffermato la sua reputazione di evento internazionale per l’industria della plastica in America, con oltre 15.000 visitatori esteri provenienti da 133 Paesi (+ 9,9% rispetto all’edizione del 2018), a dimostrazione della valenza della manifestazione come luogo di scambio di innovazione a livello globale. Inoltre, è stato evidenziato come l’edizione di quest’anno abbia rappresentato una sorta di ricambio generazionale tra i partecipanti, per il 63% dei quali essa è stata la prima NPE

mentre il 30% dei registrati aveva meno di quarant’anni.

L’edizione di quest’anno ha posto grande enfasi sul tema della sostenibilità, per quanto riguarda tanto le applicazioni sempre più sostenibili appunto delle materie plastiche, come per esempio quelle nel campo della mobilità elettrica, quanto le tecnologie per la trasformazione di biomateriali o per rendere le materie plastiche medesime

sempre più sostenibili tramite il riciclo. L’importanza della sostenibilità è emersa anche dall’elevato numero di fornitori di resine da fonti rinnovabili o riciclabili, di costruttori di soluzioni tecnologiche per il recupero e il riciclo e di riciclatori presenti sia tra gli espositori sia tra i visitatori.

La prossima edizione di NPE è programmata sempre a Orlando tra tre anni, dal 3 al 7 maggio 2027.

Il lungo intervallo di tempo dalla precedente edizione di NPE, quella del 2018, a causa della pandemia di Covid-19 non ha scalfitto la sua reputazione come evento internazionale per l’industria delle materie plastiche e della gomma in America.

SPS si conferma momento di incontro per il manifatturiero

Verso un futuro 5.0, sostenibile e umano-centrico

La dodicesima edizione di SPS, svoltasi a Parma dal 28 al 30 maggio, ha registrato una significativa crescita - i visitatori nell’arco dei tre giorni sono stati 40.133 visitatori - e richiamato l’attenzione delle imprese sulle tecnologie per il sistema produttivo industriale, con percorsi di eccellenza legati a intelligenza artificiale, IT/IIoT, robotica, meccatronica, manifattura additiva e sostenibilità. Larga partecipazione di pubblico anche agli eventi e ai convegni. All’apertura dei tre giorni di manifestazione

Raffaele Spallone, dirigente della divisione digitalizzazione delle imprese e analisi dei settori produttivi del MIMIT, ha sottolineato come il Piano Transizione 5.0 possa rappresentare un’opportunità per il Paese, puntando sui beni digitali per una riduzione dei consumi e una produzione più sostenibile e competitiva. All’interno dell’area Education, dove studenti e studentesse si sono appassionati alle tecnologie esposte, è intervenuta anche Anna Brancaccio, dirigente del Ministero

dell’Istruzione e del Merito.

Nel corso dell’evento è stata presentata la seconda edizione del position paper “Verso una Trasformazione Digitale Umano-Centrica”, a cura del comitato scientifico della manifestazione, che, oltre a una visione generale, intende offrire anche alcuni approfondimenti specifici relativi all’evoluzione tecnologica di Industria 4.0 e 5.0.

“Nei tre giorni abbiamo registrato una grandissima affluenza, segno di una consapevolezza sempre più concreta da parte delle imprese sull’innovazione come percorso necessario per raggiungere traguardi di competitività e sostenibilità. Quest’anno SPS Italia è stata un mix vincente di incontri, tecnologie, formazione e nuove competenze per una nuova idea di fabbrica, in cui le soluzioni più all’avanguardia sono al servizio dell’uomo. Siamo felici di aver offerto un appuntamento di networking che ha coinvolto tutta la filiera, dai fornitori di tecnologia, al manifatturiero, alle

nuove generazioni”, ha dichiarato Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia, organizzatore dell’evento.

“I numeri estremamente positivi in termini di visitatori ed espositori dimostrano come questa fiera continui a rappresentare l’evento di riferimento nel settore e a essere una vetrina dell’innovazione tecnologica del comparto”, ha commentato Andrea Bianchi, presidente di Anie Automazione.

Foto

IL web magazine dedicato alla filiera degli Imballaggi Sostenibili

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