Progress Settembre

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Coppie di fatto - Londra capitale del design - 69° Festival del cinema di Venezia - 30 anni senza Grace Kelly - F1, appuntamento a Monza - Mercedes CLS 63 AMG Shooting Brake - Open d’Italia BMW

PROGRESS

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Mensile di Politica, Economia, Attualità e Cultura. Numero 59 (Nuova Serie) € 3,50 www.progressonline.it

POLITICA COPPIE DI FATTO Oggi come ieri, a destra come a sinistra, la politica sembra paralizzata nella capacità di interpretare la domanda di cambiamento e di diritti che viene dal Paese

EVENTI LONDRA CAPITALE DEL DESIGN Dal 14 e 23 settembre, torna la celebre mostra di design più innovativa d’Inghilterra

SPORT APPUNTAMENTO A MONZA Monza si prepara per il Gran Premio Santander d’Italia. Sul tracciato brianzolo attesi oltre 100mila spettatori

AUTO CLS 63 AMG Shooting Brake Mercedes trasforma un concept in realtà

GOLF OPEN D’ITALIA BMW

CULTURA 69° FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA

Grandi nomi per un torneo che promette emozioni sul green

L’Italia in gara con tre film Grande attesa per il ritorno di Terrence Malick

COVER STORY

NUMERO 59

LO SHOW DEGLI YACHT La situazione economica non ferma la stagione dei saloni nautici. La crisi che sta colpendo indistintamente l’economia italiana e internazionale non risparmia nemmeno il settore della nautica benché Monaco, Cannes e Genova promettano tre saloni imperdibili per gli appassionati. In cartellone a settembre


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EDITORIALE settembre__mastro Progress 08/08/12 13.56 Pagina 1

editoriale

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editoriale

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TRA SALVATAGGI E AUSTERITY

U

Un rientro con l’ansia dalle vacanze per molti italiani che vedono con angoscia il protrarsi di una crisi, lunga, devastante e soprattutto dalla portata devastatrice. Così se un'estate fa ci interrogavamo se il modello a “U” ipotizzato per descrivere l'andamento della crisi (in base al quale dopo la prima fase di “discesa” ne segue un'altra di “risalita”), potesse piuttosto avere la forma di una “W” (“discesarisalita-discesa-risalita”) a distanza di un anno possiamo dire che stiamo vivendo una crisi a forma di “O”: ci troviamo in un cerchio, in una spirale concentrica da cui, almeno per ora, sembra impossibile uscire.Le politiche di austerity, volute dalla Germania, stanno provocando il rallentamento delle economie con forti ripercussioni sul sistema bancario

internazionale e stanno portando in recessione la maggior parte dei Paesi europei, in balia delle agenzie di rating e delle banche internazionali che mirano a influenzare le loro politiche economiche. La situazione è sotto gli occhi di tutti: i paesi in crisi si trovano sempre più in difficoltà a tagliare spese, aumentare le tasse e ridurre i costi del lavoro e si stanno rendendo conto che questi tagli netti non porteranno la situazione a migliorare anzi, abbassare il livello di debito diventerà sempre più difficile. “Se un simile scenario dovesse protrasi anche nel lungo periodo - sostiene l’analista Michael Sivy di Chartered Financial che ha esposto la sua approfondita analisi nell’articolo '4 Ways the Euro Could Fail' ovvero quattro modi secondo i quali l’euro potrebbe fallire - i

paesi più deboli potrebbero arrivare al punto di non poter più vendere titoli di stato a tassi che non possono permettersi”. Detto questo, quale soluzione allora si prospetta a questo lungo periodo di incertezza e contrazione dei consumi? La miglior risposta sembrerebbe essere l’adozione di politiche pro–crescita moderate. Non c'è altro tempo da perdere quindi: le politiche dedicate alla crescita non possono più aspettare. Attuare importanti misure di crescita economica potrebbe evitare ai paesi già indebitati di indebitarsi ulteriormente e quindi consentire di minimizzare il danno. Con buona pace dell’eccessivo rigore tenacemente difeso da Angela Merkel.


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sommario

sommario

sommario

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■ 36 MATRIMONI GAY

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IN ITALIA È L'ANNO ZERO

■ 38 TRA SALVATAGGI E AUSTERITY LA DECADENZA EUROPEA

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58

40 AUSTRALIA, WHAT ELSE?

42 QATAR 2022

46 DAL 7 AL 9 SETTEMBRE A CERNOBBIO

LA NUOVA AMERICA

PIÙ CONTROLLI SUI CANTIERI DEI MONDIALI DI CALCIO 2022

IL FUTURO (SECONDO GLI ESPERTI)

48 CHI SALE E CHI SCENDE TRA I SUPERICCHI DEL PIANETA

50 METEO IMPAZZITO E I PREZZI DELLE SOFT COMMODITIES

54 SETTEMBRE, MESE DI SALONI NAUTICI

56 A GENOVA DAL 6 AL 14 OTTOBRE

58 A CANNES DALL’11 AL 16 SETTEMBRE

FORBES CI RICORDA CHI SONO I PIÙ RICCHI

E IL PREZZO DEL GRANO “VOLA”

IL MERCATO NAUTICO PROVA RIPARTIRE

IL SALONE NAUTICO SPIEGA LE VELE QUANDO LA NAUTICA DIVENTA PASSIONE

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8/10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 44 52 66 80 88 96 114 120 124

FOTOREPORTAGE DA NEW YORK DA PARIGI DA LONDRA ONOMATOMANIE SCOSTUME E SOCIETÀ TRASHION CINEMA SE FOSSI ZEMAN PERSONAGGIO FOOD ART ECOLOGY ECONOMY BOAT SHOWBIZ DESIGN CULTURA TRAVEL CARS FASHION MODA


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60 A MONACO, PROTAGONISTA È IL LUSSO

62 GRANDI BARCHE IN VETRINA

70 69 VOLTE CINEMA A VENEZIA

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74 LA REGATA STORICA DI VENEZIA

LA STORIA DI VENEZIA... IN UNA REGATA

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LONDRA CAPITALE DEL DESIGN

IL DESIGN VA IN FESTIVAL

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Uffici Commerciali Roma, Via Pereira, 41 - 00136 Milano, Via Petrella, 21 - 20124

PARIS DESIGN WEEK

UNA CITTÀ AI PIEDI DEL DESIGN

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ROMAEUROPA FESTIVAL 2012

INCONTRI D’ARTE A ROMA 102

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98 MERAVIGLIOSA LISBONA

TRA PSICOLOGIA E SUPERSTIZIONE

INVESTIRE NEL KARMA 110

LISBOA, CULLA DI FADO E SAUDADE

102

BUDDH INTERNATIONAL CIRCUIT

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FORMULA UNO A MONZA

Progress è una pubblicazione curata da Gruppo Editoriale S.E.I. Via R. Pereira 00135 - Roma Rivista mensile registrata presso il Tribunale di Roma 17/09/2010 N° 356/2010

30 ANNI SENZA GRACE

■ 70

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È TEMPO DI FESTIVAL

76 ANEDDOTI E PETTEGOLEZZI DEL MITO DI MONACO

Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione. Testi e fotografie non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

LA NAUTICA MOSTRA LE SUE PERLE

76

LO SHOW DEGLI YACHT

Redazione e Collaboratori Editoriali redazione@edizionisei.com I. Basile, D. Battaglia, M.L.C. Beduschi, R. Leggio, M.G. Morini, P. Romeo, D. Marianacci, E. Rodi, F. Aliberti, A. Tomassi, F. Vagnozzi, P. Vaccaro, E. Pasca, L. Saggio, R. Leggio, S. De Martin, L. Martano, E. Bonardi

ROMBO DI MOTORI. SI CORRE IN INDIA 83ESIMO GRAN PREMIO D’ITALIA

110

Marketing & ICT Milko Vaccaro Ricerca Iconografica e Servizi A cura della redazione Editing e traduzioni Tris Bruce Art Direction Romina Plini Stampa e Allestimento Gruppo Editoriale S.E.I. Distribuzione Giuseppe Ventura Emilian Press Srl - Spediservice Srl - CDL Informazioni e Abbonamenti info@edizionisei.com www.progressonline.it

GLI OPEN D’ITALIA BMW

GRANDE GOLF, TRA LE BUCHE ITALIANE

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116 CLS 63 AMG SHOOTING BRAKE

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POLO

IS YOUR PASSPORT IN THE WORLD MERCEDES TRASFORMA UN CONCEPT IN REALTÀ MILANOUNICA

IL TESSILE SI DÀ APPUNTAMENTO A MILANO

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Editor in Chief Leonardo Garcia de Vincentiis Direttore Responsabile Alessandro Petrone direzione@edizionisei.com Direttore Editoriale Franco Del Panta Direttore Pubblicità Paolo Del Panta advertising@edizionisei.com

Fotografie Shutterstock, Sascha Von Mallinckrodt M.G. Morini, L. M. C. Beduschi, Luca Omiccioli, Milko Vaccaro N.B. Massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati. Spedizione in abbonamento postale. 70% Filiale di Roma.


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FOTOREPORTAGE dumbo art__mastro Progress 07/08/12 10.58 Pagina 1

FOTOREPORTAGE

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DUMBO ARTS FESTIVAL 2012


FOTOREPORTAGE dumbo art__mastro Progress 07/08/12 10.59 Pagina 2

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Ogni anno il Dumbo Arts Festival esalta la

provenienti dalle più svariate discipline

nei loro studi, e persino diventare loro

temperie artistica di un quartiere

artistiche… 100 studi di grafica e design,

stessi artisti, facendo murales per strada,

multietnico e vivace come Brooklyn

50 gallerie e 100 partner commerciali.

e improvvisandosi musicisti, ballerini,

presentando il meglio in fatto di creatività

Quest'anno il Festival si svolgerà da

poeti, performer circensi.

ed arte di strada, a livello nazionale ed

Venerdì, 28 settembre a Domenica 30.

Un esplosione di arte - e di artisti - che

internazionale. La cornice è di quelle

Le attività principali si svolgeranno nelle

invadono l’intero quartiere, trasformando

mozzafiato, poiché sullo sfondo delle

ore del giorno, ma tutte e tre le notti del

gli angoli delle strade, i parchi e i negozi,

creazioni e degli spettacoli del Festival, è

fine settimana d’arte saranno dedicate a

in una grande festa dell’arte a cielo

possibile ammirare il ponte di Brooklyn e

proiezioni creative all’aperto. I “festaioli

aperto.

la skyline di Manhattan.

dell'arte” potranno ammirare all'aperto e

Da non perdere!

Il Dumbo Arts Festival attira ogni anno più

al coperto installazioni e mostre d'arte

www.dumboartsfestival.com

di 200.000 visitatori in 3 giorni, con la

visiva, arte digitale e proiezioni su larga

partecipazione di oltre 500 artisti

scala, conoscendo direttamente gli artisti

A cura della Redazione


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L’ARTE MODERNA SCOPRE IL VELO DEL MITO DI DIANA

Il celebre “trittico” di Tiziano, ispirato alle

rivisitato dagli occhi di alcuni artisti

presso la National Gallery dall’11 luglio al

Metamorfosi di Ovidio ed in mostra

contemporanei, tra cui coreografi,

23 settembre. Lo scopo del progetto

dall’11 luglio al 23 settembre alla National

compositori e poeti, le cui opere saranno

multidisciplinare, di stampo umanistico,

Gallery, scatena la fantasia di poeti,

esposte alla National Gallery e messe in

curato da Minna Ede- Moore, è quello di

coreografi ed artisti moderni.

scena alla Royal Opera House dal Royal

dimostrare la forte attrazione suscitata da

La bellezza che determina il fascino del

Ballet. Fonte d’ispirazione e cardine

uno dei geni più rappresentativi dell’arte

mito è costituita dal ventaglio di

saranno, appunto, i tre capolavori

italiana sugli artisti contemporanei, tra i

possibilità esegetiche offerte al genio di

dell’artista di Pieve di Cadore, approdati

cui nomi spiccano quello di Chris Ofili, di

ogni tempo e dall’ammaliante seduzione

in terra britannica tra il 1972 e il 2012,

Mark Wallinger e dello scultore Conrad

scaturita dalle molteplici possibilità

Diana e Atteone, Morte di Atteone e

Shawcross.

interpretative che conducono, soprattutto

Diana e Callisto, che verranno esposti

www.nationalgallery.org.uk

in campo artistico, all’unicità dell’opera d’arte. Ed è per questo che ancora oggi il mito classico caratterizzante il ciclo di Diana e Atteone, magistralmente interpretato dal genio di Tiziano, continua a vivere,

FOTOREPORTAGE

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dada new new york da new york da new york york da new york

da new york da new york da new york da new york da new york

da new york

da new york

di ELISA RODI

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LA MODA PARTE DA NEW YORK. DEBUTTI IN ARRIVO

Estate che va, estate che viene. Nella moda non si fa in tempo ad archiviare una stagione che già si pensa a come vestire quella dell'anno dopo. Tutto pronto per la presentazione delle nuove collezioni primavera-estate 2013: le Maison internazionali scelgono settembre per far scorrere sulle passerelle più importanti le loro creazioni. Come sempre è New York ad accendere i riflettori: punta di diamante del quadrilatero della moda, la Grande

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Mela dispiegherà il red carpet delle grandi occasioni dal 6 al 13 settembre, date che – dopo un'accesa discussione – si è deciso resteranno invariate fino al 2014. I grandi nomi del fashion system si alterneranno nella settimana newyorkese, proponendo le linee, i tessuti, le nuance che disegneranno gli abiti della prossima stagione estiva. Tra le novità più vociferate, il debutto di Katie Holmes e della sua nuova linea di abbigliamento Holmes & Yang, marchio creato nel 2009 con la stilista Jeanne Yang. Archiviata la separazione con Tom Cruise, la Holmes ha infatti deciso di reinventare se stessa, indossando i panni della stilista. Per un esordio in grande stile, mai altro evento sarà più azzeccato come la New York Fashion Week: le luci dell'alta moda saranno indubbiamente puntati anche su di lei, sulla sua collezione, e sulla scia di gossip che ancora la segue. www.mbfashionweek.com

LARA FARAVETTO: L'ITALIA TRA LE STANZE DEL MOMA

“Just Knoked Out” è la sua prima personale a New York e al primo piano del PS1, la sezione sperimentale del MoMa, trova posto la sua esposizione. Lei è Lara Faravetto, trevigiana trentottenne che in vari angoli del mondo ha già portato la sua arte. Al MoMa, culla dell'arte moderna e contemporanea, ci giunge ora e qui resta fino al 10 settembre. 12 anni di produzione artistica si riversano nel noto spazio museale: equilibri e inesattezze si intrecciano nel tragitto creativo ideato da Lara, che volutamente schiera opere di movimento e staticità davanti agli

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SETTEMBRE 2012

occhi del visitatore. Una compagine di bombole di aria compressa, coriandoli in continuo movimento, una vasca di terra nera messa lì per sporcarsi e sporcare le sale segnano il percorso, unito al soffitto da tubi innocenti sospesi che insieme riproducono un quadro di Mondrian. Oggetti esistenti messi a servizio dell'arte: una filosofia che si fa concreta sin dal punto iniziale della mostra newyorkese. Entrando ci si imbatte in una libreria di volumi usati: in ogni libro è nascosta un’immagine scelta dall’artista, basta scoprirla, portarla a casa e rifletterci su. Lara con i suoi “Momentary Monuments”, in fondo, vuole questo: continuare a dar vita all'arte una volta chiusa la porta del museo. www.moma.org

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BLOOMBERG CONTRO LE BIBITE GASATE È ormai noto per le sue battaglie contro i cibi causa dell'obesità, ma ora il sindaco di New York Michael Bloomberg ha deciso di mettere al bando le bibite gasate di grande formato. Nel mirino, prima fra tutte, la Coca Cola maxi, reputata causa di problemi di salute e da bandire per contrastare l'obesità. Il progetto di Bloomberg è quello di vietare in ristorante, cinema e stadi bevande ad alto contenuti di zuccheri con una dimensione maggiore di 19 oz (la tradizionale bottiglietta di Coca). Quindi per accompagnare i classici junk food non resteranno che lattine o le versioni light dei prodotti. La maggioranza dei cittadini non approva il progetto del sindaco e afferma che sono ben altre le iniziative da mettere in campo per difendere dal rischio obesità, ma a supporto della decisione è arrivata la first lady Michelle Obama, promotrice numero uno dell'educazione alimentare. A dire no è invece Whoopy Goldberg, che riflette su un particolare: "Chi vieterà l'acquisto di due bottigliette alla volta in modo da limitare veramente il consumo di bevande gasate?". Come non darle ragione?


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DA PARIGI__mastro Progress 17/08/12 09.04 Pagina 1

da parigi

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di ELISABETTA PASCA

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ESTATE IN MUSICA: LEONARD COHEN CONQUISTA LA VILLE LUMIÈRE

Al Théatre de l’Olympia settembre suona benissimo: il 28, 29 e 30 settembre, infatti, sul palcoscenico salirà un mostro sacro della musica cantautorale internazionale, Leonard Cohen, poeta della canzone in grado di infiammare le folle e di scrivere ed interpretare brani che sono stati la colonna sonora di più d’una generazione. Tre serate per l’artista canadese, in attività dal 1956 e ancora attualissimo e seguito da

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BUON COMPLEANNO MONSIEUR ROUSSEAU

Il Centre des Monuments Nationaux celebra il tricentenario della nascita di JeanJacques Rousseau (1712-1778) con una mostra, “Rousseau et les Arts”, al Pantheon fino al 30 settembre 2012, per mettere in evidenza con efficacia e suggestione la connessione potente tra lo scrittore francese e l’universo artistico. Questa esposizione offre ai visitatori la possibilità di scoprire un Rousseau inedito, esplorandone la parabola creativa attraverso numerosissimi spunti: dalla sua passione per i personaggi storici e per l’antichità alla visione particolare del rapporto tra scrittura e immagini, dal legame intenso con la musica ai rapporti dell’autore con la propria immagine e all’approccio appassionato nei confronti della natura selvaggia. www.monuments-nationaux.fr

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SETTEMBRE 2012

schiere di fan, che, negli altri recenti passaggi parigini, gli hanno sempre regalato serate da tutto esaurito, che lui ha ricambiato con dei concerti generosi e straordinari, che hanno coperto gran parte della sua corposa e struggente produzione artistica. Oltre che cantante e interprete d'eccezione, d’altronde, Cohen è anche un poeta riconosciuto e alcune sue canzoni sono state rifatte proprio da un cantante e poeta nostrano come Fabrizio de André. Al cinema, sua la famosa colonna sonora de "I Compari" di Robert Altman e persino di "Caro Diario" di Nanni Moretti (I'm your Man). A settembre all’Olympia si prevedono brividi e scintille. www.leonardcohen.com

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QUANDO LA CASA SI MOSTRA DA PROTAGONISTA

Dal 7 al 12 settembre, torna a Parigi il principale evento fieristico internazionale del settore casa: Maison & Object, ovvero il principale polo di attrazione per circa 80.000 visitatori che, ogni anno, accorrono curiosi per carpire le anticipazioni delle tendenze internazionali relative all’universo casa, dall’artigianato artistico agli articoli da regalo, dal tessile agli accessori e ai complementi d’arredo. La fiera esplora efficacemente ogni dimensione e stile decorativo disegno, arti, moda, decorazione reale, creazione, riferimento di disegno, mosaico delle tendenze riservando ampio spazio e possibilità di espressione e promozione ai nuovi talenti, impegnati costantemente a introdurre nuovi concetti e nuove formule creative per rinnovare il panorama del design internazionale. L’occasione di accedere ad un patrimonio di bellezza e novità così esteso rende la manifestazione un appuntamento ghiottissimo e irresistibile anche per i non addetti ai lavori, desiderosi di perdersi nei meandri della fiera. www.maison-objet.com

AUTUNNO IN FEST(IVAL) Quarantunesima edizione per il Festival d’Automne di Parigi, che apre i battenti il 13 settembre per donare ai francesi e ai visitatori stranieri una kermesse dedicata alle forme più disparate dell’arte contemporanea, dalle arti visuali alla danza, dal teatro alla musica e al cinema, concludendosi proprio l’ultimo giorno dell’anno, dopo un fittissimo programma lungo tre mesi e denso di performance stimolanti. Il Festival, infatti, accende i riflettori su tutte quelle opere che hanno la capacità di imporsi come novità e sperimentazioni, candidandosi a diventare riferimenti culturali in grado di reggere il passo dei vorticosi cambiamenti imposti dalla contemporaneità. Gli artisti coinvolti ogni anno elaborano opere ed esibizioni del tutto originali che vanno a comporre un cartellone di oltre 40 eventi spalmati nei tre mesi della manifestazione e capaci di attirare un pubblico complessivo di più di 100.000 persone. Il Festival si costituisce come organizzazione nonprofit ed è sostenuto dal Ministero francese della Cultura e della Comunicazione, dal Comune di Parigi, dal Consiglio Regionale della Grande Parigi e da parecchi sponsor e sostenitori che credono nell’innovativo valore sociale e culturale del progetto. www.festival-automne.com


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a4-DA LONDRA__mastro Progress 07/08/12 12.24 Pagina 1

da londra

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di ELISABETTA PASCA

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MUNCH SENZA URLO ALLA TATE MODERN GALLERY

Dal 28 giugno al 15 ottobre 2012, la Tate Modern accoglie l’esposizione “Edvard Munch: The Modern Eye”, dovendo però fare a meno del pezzo forte, “L’urlo”, capolavoro riconosciuto del celebre pittore norvegese. Eppure, nonostante la “rumorosa assenza”, la mostra si propone come percorso inedito, suggestivo e sorprendente, scorrendo in fretta la produzione più famosa e abusata di Munch, per soffermarsi con originalità sulle opere eseguite nella seconda metà della sua vita, dopo il ricovero del 1908 e il ritorno definitivo ad Oslo. La parabola creativa dell’artista si connota grazie alla molteplicità di mezzi espressivi da lui stesso utilizzati: i curatori della mostra hanno inserito un filmato, nella prima sala dedicata all’autoritratto, in cui l’artista norvegese compare di fronte all’obiettivo, intento a scrutare per pochi secondi la telecamera da lui stesso azionata; anche i successivi filmati amatoriali

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sottolineano l’ossessione di Munch per l’autorappresentazione. La mostra è poi caratterizzata da un altro aspetto interessante: la presenza di opere raffiguranti lo stesso soggetto, riprese negli anni con variazioni, o rilavorate esse stesse, in un vortice quasi maniacale di elaborazione di immagini legate alle proprie personali ossessioni. www.tate.org.uk

UN COMPOSITORE ITALIANO AL COSPETTO DI SUA MAESTÀ

Si chiama Alessandro Valtulini, è bresciano, ha 24 anni, e il prossimo 10 settembre sarà il protagonista di un debutto mondiale eccezionale: dirigerà, presso la Cadogan Hall, il concerto speciale in onore della Regina Elisabetta II, in occasione delle celebrazioni per il suo Diamond Jubilee. Il giovanissimo compositore e direttore d’orchestra italiano dirigerà la Philharmonia Orchestra in un programma di composizioni originali da lui stesso realizzate, presentando una selezione di musiche dedicate alla famiglia reale inglese, da Sua Maestà la Regina, a Sua Altezza Reale il Principe Carlo e Sua Altezza Reale il Principe William. Valtulini, virtuoso esempio di eccellenza italiana, è riuscito a

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SETTEMBRE 2012

realizzare il suo impegno artistico fuori dall’Italia, mettendo a segno un debutto mondiale senza precedenti, alla guida di una delle più importanti orchestre del mondo, forte delle sue capacità e del sostegno della stessa Philharmonia Orchestra che lo ha ritenuto più che all’altezza del compito. Le sue composizioni, tutte in stile classico, promettono di regalare un’esperienza sublime agli spettatori del concerto: prima fra tutte la Sovrana d’Inghilterra, che ha già ricevuto a Buckingham Palace gli spartiti delle tre opere sinfoniche dedicate alla sua famiglia e si appresta a godersi l’ennesimo doveroso tributo per il suo splendido Giubileo di Diamante. www.thediamondjubilee.org

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IN FESTA PER IL TAMIGI I londinesi non possono non celebrare in grande stile, come da tradizione, il maestoso fiume che attraversa la loro città: la festa per il Tamigi ritorna, allegra come sempre, sabato 8 e domenica 9 settembre 2012. “The Mayor’s Thames Festival” animerà una delle zone più belle e suggestive della capitale inglese, quella tra Westminster Bridge e Tower Bridge; si tratta di un Festival davvero speciale e ricco di attività: si potranno fare sculture, ascoltare musica, guardare film, bere, mangiare, assistere a spettacoli, navigare sul Tamigi, danzare per le strade. Il primo giorno, il Southwark Bridge è chiuso al traffico per la Feast on the Bridge: il ponte si trasforma in una grande sala banchetti all'aperto con più di 300 metri di bancarelle allestite per esporre e far degustare specialità gastronomiche, mentre le acque del fiume, da Tower Bridge a Westminster Bridge, ospitano una grande parata di barche. Imperdibile il giorno dopo il carnevale a Victoria Embankment, con la spettacolare parata in costume e la partecipazione di gruppi provenienti dai più famosi carnevali d'Europa. Gran finale con la processione delle lanterne e i fuochi d'artificio lanciati da chiatte in mezzo al Tamigi.


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di PIETRO ROMEO

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LA PAROLA DEL MESE

NON CI SONO PIÙ GLI AUTUNNI DI UNA VOLTA. NEGLI ANNI OTTANTA A SETTEMBRE GERMOGLIAVANO NUOVI CATALOGHI DELLA POSTALMARKET VICINO AL WATER DI CASA MIA. ADESSO INVECE, CADONO SOLO LE FOGLIE DAGLI ALBERI

E POI, OGNI ANNO, QUESTA COSA DELLE PRIME PIOGGIE CHE BAGNANO IL PAVIMENTO DEL VIALE E LASCIANO SEMPRE QUELL'ODORE ROMANTICO CHE TI FA SPERARE NEGLI ESERCENTI DELLA CITTÀ. “CON QUEST'ATMOSFERA COSI' DOLCE E RAREFATTA - PENSI - IL FRUTTAROLO NON PUO' FARMI LE SUSINE A SEI EURO AL CHILO”

AUTUNNO

UN'ALTRA COSA CHE AMO PARTICOLARMENTE DI QUESTA STAGIONE È IL FATTO CHE LE MIE FIDANZATE SMETTONO DI AVVERTIRE LA NECESSITÀ DI UN'AVVENTURA EXTRACONIUGALE ESTIVA. IN EFFETTI UN'AVVENTURA AUTUNNALE SUONA MALE

A PROPOSITO, MA CI PENSATE MAI CHE L'AVVICENDARSI DELLE STAGIONI FA AUMENTARE IL LAVORO DEL COMMERCIALISTA DI GIORGIO ARMANI? OGNI VOLTA UNA NUOVA COLLEZIONE 18

SETTEMBRE 2012

TORMENTONI LESSICALI A SCADENZA MENSILE

IN AUTUNNO LE SOUBRETTE SMETTONO DI AVERE LA CELLULITE, DOPO UN'ESTATE PASSATA SU DI PIÙ TV A MOSTRARE LA PELLE A BUCCIA D'ARANCIA

E POI QUANDO ARRIVA L'AUTUNNO PASSEGGI PER LA SPIAGGIA DESERTA. NON C'E' PIÙ TRACCIA DELLA BOLGIA ESTIVA. ORA PUOI FINALMENTE ASCOLTARE IL MARE CHE TI PARLA E TI DICE DI STARE ATTENTO A NON TAGLIARTI UN PIEDE CON QUELLA LATTINA ARRUGGINITA CHE SENNÒ POI DEVI FARTI L'ANTITETANICA

DICE CHE È IL MOMENTO MIGLIORE PER AFFITTARE UNA SINGOLA SEMINTERRATA A 600 EURO IN ZONA PIAZZA BOLOGNA A ROMA, PERCHÈ ARRIVANO TUTTI GLI STUDENTI DA FUORI E PUOI ALZARE I PREZZI MA CHI COMPIE GLI ANNI IN AUTUNNO QUEST'ANNO, CHE NE SO, METTIAMO 21 ANNI, GLI SI PUO' DIRE LO STESSO CHE QUEST'ANNO FESTEGGIA LE SUE 21 PRIMAVERE?

E POI IO PREFERISCO QUESTO PERIODO DELL'ANNO. L'ESTATE È TROPPO OTTIMISTA PER I MIEI GUSTI, E POI IN ESTATE NON POSSO METTERE LE MIE GIACCHE PREFERITE CHE' FA TROPPO CALDO

MA PERÒ DEVO DIRE, ANCHE SE MA PERÒ NON SI PUÒ DIRE, CHE LA COSA PIÙ BELLA DELL'AUTUNNO È CHE POI FINISCE


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Scostume e società Scostume e società

Scostume e società

Scostume e società Scostume e società Scostume e società Scostume e societàScostume e società

Scostume e società

Scostume e società

di PSEUDONIMO

LA PROSSIMA STRAGE LA DECIDI TU “Denver non è una città che mi ispira molta fiducia – dicevo in giro fino a qualche tempo fa - se è vero che da lì proviene un tipo che è riuscito a rimorchiare la mia donna nonostante il fatto che io esista”. E così tutti venivano a conoscenza di ascoltare o leggere le parole di un cornuto. Cose di valore inestimabile, ma comunque vecchie. Infatti il miracoloso uomo che è riuscito nell'impresa impossibile di farmi sentire inferiore ad una creatura di nazionalità americana, ha deciso ormai da un pezzo di fare l'imbecille dentro un altro paio di mutandine femminili. Però è anche vero che nel frattempo la città si è fatta notare nuovamente come fucina di talenti artistici sconsiderati. L'avete sentita tutti la storia del tizio che irrompe armato durante la prima di Batman ed uccide il prossimo facendo amblimbletta. Risale a un paio di mesi fa. Non sarete d'accordo con me, ma non mi è parsa all'epoca – e non mi pare tuttora – una cosa particolarmente creativa. Da un altro canto comunque questa carneficina ha avuto la sua utilità: mi ha portato a pensare una cosa che non avevo mai pensato. Ce ne sono volute di carneficine di questo tipo per pensare questa nuova cosa che ho pensato e chissà quante altre ce ne vorranno per farmi pensare ciò che oggi nemmeno lontanamente mi balena in

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testa. Però secondo me ne varrà la pena di aspettare un altro migliaio di vittime: perché ogni volta che ho un'idea nuova, scopro una diversa fetta di conoscenza ed è una bella sensazione. Poco m'importa il sacrificio di vite umane. Mi sa che però adesso dovrei dirvi cos'ho scoperto, ché la pasta si sta scuocendo e poi vostro marito s'arrabbia. Parto da lontano. Nei giorni immediatamente successivi all'accaduto, la notizia è normalmente circolata e rimbalzata tra una vita mediocre e l'altra di questa o quella città e tra un bocca impastata di birra e una imbrattata di ketckup di questa e quest'altra metropoli. Ora, io non ho visto in faccia la reazione di tutto il mondo e non di certo ho ascoltato tutti i commenti sulla faccenda. E questo sia per una palese impossibilità logistica, sia sinceramente perché al terzo commento mi ero già abituato alla banalità. Tutti a pretendere da se stessi una faccia scioccata e contrita per questa cosa così poco plausibile, sebbene ormai ampiamente diffusa, di crivellare il prossimo perché ti sta sulle balle a prescindere. E perciò ho cominciato a riflettere e mi sono chiesto: ma perché la morte fa sempre lo stesso effetto sulle persone? Perché non c'è nulla di simile in giro in grado di provocare la medesima ansiolitica e sensibile reazione? Cioè ragazzi, io una volta ho raccontato ad un paio di amici

che mi si era bruciata la guarnizione della testata della mia Peugeot 206 mentre tornavo da Civitavecchia e se vado a memoria, nessuno si è messo a fare la praefica o ha impostato l'espressione facciale in modalità crisantemo. Anzi, ci avevano scherzato su, i maledetti. Una cosa normale: nessuno riesce a guardare la vita da una prospettiva scientifica, o meglio atomista. Il punto di vista sulle cose è sempre e solo culturale e dunque per nulla oggettivo. Per questo non ci si rende conto che una guarnizione della testata bruciata di una Peugeot 206 e una strage di civili in fin dei conti sono la stessa cosa. Due accadimenti. Due fatti accaduti in questo pianeta dall'atmosfera respirabile. Punto e basta. E invece la cultura, questo codice così prettamente romantico, ci dice che uno è

una tragedia, l'altro semplicemente uno scazzo. E di conseguenza ci obbliga al cordoglio per l'uno, alla presa per il culo ridanciana per l'altro. Al di là delle apparenze, in realtà non ho nulla in contrario in merito a ciò. Però mi cale farvi notare che, se nessuno di noi desse così importanza alla morte, probabilmente non ci sarebbe alcun psicopatico di Denver armato al cinema e forse nessun dittatore nemmeno in Bosnia Herzegovina. Se la morte non fosse tenuta in così alta considerazione, a nessuno verrebbe in mente di venirti a spaccare il deretano. Vivremmo in un mondo pacifico dove la gente muore ancora ma non per colpa tua. E invece la prossima strage, pure quella, la decidi tu. Col tuo cordoglio di oggi, sappi che stai armando un fucile mitragliatore di un pazzo di domani.


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di PIETRO ROMEO

L'AVARIA DELLA COMUNICAZIONE È IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

L'attesa è lunga. Veniamo a sapere della festa aziendale due mesi prima della data fissata. Una premeditazione in stile annuncio di matrimonio fatto ad amici e parenti. Quante volte vi sarà capitato di sentire frasi tipo “Ragazzi, abbiamo una cosa importante da dirvi: nel 2017 ci sposiamo!!”. Ecco sì, questa categoria di informazioni a cui verrebbe voglia di rispondere volentieri “E che ne sapete, magari nel 2015 uno di voi due perde una gamba in un incidente stradale e l'altro lo molla perchè non se la sente di passare la vita con un handicappato”. Cose carine di questo tipo, viene da rispondere. Sì, comunque, l'evento “Sommerfest 2012 Arvato” è pubblicizzato con toni più che apocalittici per la serie il nuovo kolossal di James Cameron sta arrivando sui nostri schermi. Su Youtube riesco a scovare in anteprima un trailer, ma è protetto dalla Cia, mentre la locandina pubblicitaria affissa nella sala lounge dove consumiamo i nostri monopasti in solitudine collettiva, mi informa delle coordinate intergalattiche che mi permetteranno di arrivare sul posto. Ma è tutta una

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copertura per dare l'impressione che sia una festa normale. In realtà le corrette indicazioni stradali si trovano rigorosamente in codice in una traccia nascosta all'interno dell'album Black Tie White Noise di David Bowie. È una festa massonica; è vero, non c'è bisogno di dire Fidelio all'ingresso, ma si narra che nel lontano 2011 un dipendente abbia dimenticato il cartellino di riconoscimento aziendale a casa e sia stato punito con l'obbligo molesto di passare una serata con Pau dei Negrita. Roba tosta, da far accapponare la pelle. Insomma, evidentemente lo stile “Eyes wide shut” non si limita ai millantati accoppiamenti promiscui che i colleghi più anziani raccontano per infarcirci di aspettative. E comunque l'ultimo film di Kubrick non é l'unica pellicola ad essere scomodata per rendere l'idea. Tutto l'immaginario cinematografico d'autore è evocato. Si raccontano pure esperienze psicotrope in stile Paura e delirio a Las Vegas e per i più romantici e passionali fioccano le atmosfere di Ultimo Tango a Parigi. In ufficio, nei giorni

immediatamente precedenti, il pane lievita. La gente non ci dorme la notte. La sensazione è che, dall'annuncio in poi, si stiano tutti mettendo il mascara. Pure i maschi. Pure io. La pantomima dei rapporti sociali, lo stalking ed il mobbing sessuale si sublimano in sguardi e gesti che dissimulano normalità; ma al di sotto della crosta, la tensione erotica è tale che è vietato l'ingresso ai minori di 16 anni non accompagnati da genitori di mentalità aperta. Arriva la festa e non delude. Open bar con vino al mal di testa e succede di tutto. Persone che non si erano mai salutate nemmeno studiano insieme come ristrutturare la casa al mare di lui. Donne misantrope ti abbracciano per farti sentire che odore fanno i loro capelli. Ogni tanto c'è pure qualcuno che dice qualcosa d'intelligente. Chi l'avrebbe mai detto. Poi però il giorno dopo arriva e ti rendi conto che tutto è tornato come prima. Le persone che qualche ora prima studiavano insieme come ristrutturare la casa al mare di lui hanno ricominciato a non salutarsi. Le donne che ti abbracciano per farti sentire

che odore fanno i loro capelli sono tornate ad essere misantrope. Si ristabiliscono i vecchi protocolli di comunicazione. Un grande classico delle relazioni sociali. L'ennesima dimostrazione che, abbiamo bisogno di un'autorizzazione dall'alto per permetterci di strafare. Ma poi strafare; più che altro per sentirci liberi. Perché noi gente non siamo stati forse progettati per maturare un concetto pieno di libertà in piena autonomia e per fare ciò che ci va di fare abbiamo bisogno di vedere che prima di noi c'è qualcun altro che fa la stessa cosa, altrimenti mica ci muoviamo. Ecco come funzionano le feste, ecco come funzioniamo o meglio malfunzioniamo noi. L'avaria della comunicazione è il nostro pane quotidiano.


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di CLAUDIA CATALLI

“UOMINI, TREMATE: TRA DIECI ANNI MOLLO TUTTO E PASSO ALLA REGIA”

Difficile staccarle gli occhi di dosso. Jessica Alba a 31 anni, con due figlie al seguito da cui non si stacca mai, è ancora la donna più sexy del mondo. Un titolo che detiene da anni, malgrado sullo schermo si sia fatta vedere più o meno in tutti i modi: bionda, mora, nuda, persino completamente tumefatta nel violentissimo “The Killer Inside Me” di Michael Winterbottom. Eppure nulla scalfisce il suo fascino, e nulla sembra altrettanto scalfire la sua serenità: si dichiara “felicemente sposata” con Cash Warren, e “felicemente madre” di Honor Marie (avuta nel 2008, a neanche un mese dal matrimonio) e di Haven Garner (nata nel 2011). E smania di condividere tutta questa felicità con gli altri, a giudicare dai suoi continui interventi su Twitter, dove ogni giorno posta dolcissime foto con la sua sorridente famigliola. Che l’obiettivo di una star sia il caro vecchio lieto fine? Mentre la quotidianità di Jessica,

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lontana dal cinema da qualche anno, tende a farlo pensare, lei taglia corto e afferma con determinazione: “Mi piacerebbe passare alla regia”.

da anni e poi converge su altri progetti, ma sperando che sia la volta buona ad autunno dovremmo iniziare a girarlo davvero.

Davvero Jessica Alba regista? Perché no, quando mi chiedono come mi vedo tra dieci anni rispondo senza timore che mi piacerebbe essere impegnata anche in altri contesti dell’industria cinematografica. Di sicuro come produttrice, anzi ammetto di avere in mente già un paio di progetti. Però poi un mio grande desiderio è passare dietro la macchina da presa, anche se ho un tale rispetto e una tale stima di questa professione che temo mi occorreranno molti anni per impararla sul serio. Servirebbe un buon maestro, tanto per cominciare.

A quali altri progetti è in procinto di dedicarsi? Doppierò un film per bambini, Escape from Planet Earth con Brendan Fraser e Sarah Jessica Parker. E’ stato un processo creativo interessante e strano per me, davvero divertente. Per il resto, sono sempre all’erta, non vorrei

Magari Robert Rodriguez, con cui sta girando Machete Kills (di cui è protagonista con Danny Trejo, Mel Gibson e Michelle Williams, ndr)? Magari! Con lui abbiamo da sempre un feeling speciale, oltre che un affetto fraterno. Siamo molto amici ed è grande regista, sono onorata di essere la sua attrice prediletta, anzi non vedo l’ora di girare insieme anche il sequel di Sin City. Anche se a dirla tutta lo ripete

perdermi proposte interessanti. Mi è stato anche proposto un musical tempo fa, mi piacerebbe accettare la sfida ma dovrei prendere severe lezioni di canto, non mi piace affatto la mia voce. Senta, ricorda il suo debutto da attrice, ormai 20 anni fa? Non potrei dimenticarlo. Da piccola ero molto timida, provenivo da una famiglia poco agiata economicamente e non ero neanche particolarmente bella per via dei denti sporgenti. Insomma, mi sono sempre sentita “diversa”, mai alla pari dei miei coetanei, e ho passato molto tempo da sola. Ero un'outsider, finché non ho iniziato a lavorare e in televisione finalmente ho trovato i miei simili. Come si vede fra 10 anni? Magari produttrice, su quello ho un paio di idee cui sto lavorando. Ma chissà magari anche regista... anche se ho troppo rispetto per chi lo fa, forse sarebbe meglio affiancare qualcuno, prima.


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Se fossi Zeman

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Se fossi Zeman

Se fossi Zeman

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di PSEUDONIMO

PERCHÈ NON RIESCO A TUFFARMI A SINISTRA? Ora non importa chi ha organizzato la partitella. Sta di fatto che qualche giorno fa è venuto un tizio da me chiedendomi: “Tu giochi a calcio?”. Ed io ho risposto di sì. Un sì bello, convinto. Un sì venuto particolarmente bene. Un sì che non lasciava presupporre nessun retropensiero articolato del tipo: “In realtà ho giocato per un sacco di anni sotto casa coi ragazzi del quartiere ci costruivamo le porte con delle assi di legno o talvolta piazzavamo solo due pietre a mo' di palo poi a diciassette anni ho smesso perché ho scoperto che esistevano le mie coetanee e perché ho cominciato a fumare da allora ho toccato un pallone solo sporadicamente in spiaggia per fare il socievole e poi sì una volta m'è capitato pure di giocare una partitella intera su un vero campo di calcio a cinque ed è finita che ho vomitato la cistifellea a metà del primo tempo perché pur di non far notare che stavo per morire ho continuato a giocare”. Insomma, un sì che ometteva un chilosecolo di sottintesi; ma ormai era fatta, ero stato convocato. E perciò, come ultimo rimedio, avevo deciso di propormi come portiere: ché almeno se sei una schiappa forse si nota meno - pensavo - e poi un portiere non si rifiuta mai. È più facile dire di no a Scarlett Johansson se ti chiede di uscire stasera piuttosto che dire di no ad un tipo qualunque se ti chiede di poter giocare stasera in porta. No,

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un portiere non lo si rifiuta mai. Comunque: due ore dopo ero già in un negozio di articoli sportivi ad acquistare un paio di guanti da professionista e due ore e mezza dopo ero già a casa a bestemmiare perché non mi entravano. Nel mondo occidentale lo chiamano “reparto bambini”, il posto dove li avevo presi. Adesso però, per creare un po' di pathos telecronistico, la partita ve la devo raccontare con l'indicativo presente. La gara inizia bene. Una difesa coriacea mi permette di ripassare sul secondo palo per l'interrogazione di geografia. Arrivato alla densità demografica del Canada vengo a sapere il risultato da un guardone in sedia a rotelle che se la gode a bordo campo: stiamo vincendo 5 a 0. Il solito gufo maledetto menagramo. Dalla sua soffiata in poi, i miei avversari si scatenano con tiri dalla distanza così potenti che se ci fossero ancora i dinosauri

sapremmo come abbatterli. Reagisco bene. Una prestazione magnifica signori e signore; mi tuffo a ripetizione. Tredici miracoli consecutivi: i miei compagni di squadra cominciano a pensare di mettere al mondo una bambina solo per farmela sposare tra vent'anni. Gloria effimera: poco dopo mi giunge da fuori area un tiro tutto sommato normale. Vedo la palla ruotare, sono ben piazzato, posso prenderla, è alla mia portata, ce la faccio: ma come quando nei sogni ti capita di voler toccare il sedere alla tua collega d'ufficio e di non riuscire ad allungare la mano sì, avete capito. Rimango immobile ed è 5-1. L'esperienza si ripete di nuovo e poi una volta ancora. E allora capisco qual'è il problema e lo capiscono ahimè pure gli avversari. Non riesco a tuffarmi sulla mia sinistra, i miracoli che ho fatto prima li ho fatti perchè i tiri erano tutti direzionati alla mia destra e

tutti i gol che prendo li prendo sul versante occidentale della mia porta. La partita finisce 7000-5 ed io vengo umiliato negli spogliatoi manco avessero scoperto tutt'un tratto che mio padre è Toto Cutugno. Torno a casa in metro, turbatissimo. Continuo a chiedermi: perché non riesco a tuffarmi a sinistra? Perché non riesco a tuffarmi a sinistra? Perché non riesco a tuffarmi a sinistra? Sono talmente turbato che non riesco nemmeno a rielaborare il costrutto grammaticale della questua in maniera un po' più creativa. E dunque di nuovo: perchè non riesco a tuffarmi a sinistra? Perchè non riesco a tuffarmi a sinistra? Insomma, mi convinco che dietro questa cosa ci sia un trauma infantile, per cui decido di andare dallo psicologo. L'appuntamento è domani e non vedo l'ora di sapere che faccia farà appena gli confesserò cos'è che mi affligge.


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di CLAUDIA CATALLI

“PIU’ CHE CANTAUTORI, ERAVAMO DEGLI SCIAMANI” un po’ per guadagnare, solo con il tempo ho capito che il mio destino è essere in una zona che non mi è congeniale: non impazzisco per esibirmi, io sto bene a casa mia. Ma non posso cambiare il percorso che le stelle mi hanno destinato. Maestro. Così lo chiamano tutti, e così ama farsi chiamare anche lui. Anche se mentre parla dispensa sorrisi e poi confessa sincero: “La mia voce? Mi è sempre sembrata orrenda”. È Franco Battiato, classe 45, uno dei nomi che ha fatto la storia della musica italiana e non solo, considerata la sua passione per le arti visive in generale e il cinema in particolare. A ottobre uscirà il suo prossimo lavoro discografico, Apriti Sesamo, un album fatto di “dieci canzoni sparse – racconta lui - ho avuto un bell’aiuto di ispirazione e spirituale nel comporlo”. E dire che neanche voleva diventare un cantautore: “Negli anni ‘70 consideravo i cantautori delle schifezze, poi lo sono diventato e ora non posso più dirlo”. Se non avesse seguito la passione per la musica, cosa avrebbe fatto nella vita? Il cameriere, ma fatto come si deve, mettendo tutta la cura possibile per lavare i piatti. In realtà non immaginavo di diventare un cantautore: secondo me ero giusto per scrivere delle cose e mandarle nello spazio, diffonderle. Poi ho iniziato a cantarle, un po’ per scherzo,

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Ha sempre avuto un forte legame con la spiritualità? Sì, in particolare ho iniziato nel ‘70 a meditare da autodidatta, mi sono poi accostato ai mistici indiani e infine mi sono abbeverato a tutte le correnti della spiritualità, nessuna esclusa. Com’è cambiata la musica dai tempi in cui ha iniziato lei? Oggi non c’è più ciò che ha sfiorato la nostra patria a inizio anni ’70, quando i musicisti lavoravano solo per mangiare: a nessuno interessava il successo, eravamo fanatici della musica. E di qualche droghetta che allargasse la coscienza, non per muoverci come idioti in discoteca. Lo scopo ultimo era la ricerca, alla maniera di certi sciamani. Il problema degli autori di oggi è che sono dei copioni, non hanno coraggio di inventare, mentre negli anni 70 ognuno aveva una sua autonomia artistica e non ci interessavano classifiche. Oggi farebbero qualunque cosa pur di diventare i numeri uno, senza

capire che è una temporanea casualità: io preferirei vendere milioni di copie e non apparire mai in nessuna classifica. Com’è possibile oggi fare musica raffinata, tra ritmi e clamori assordanti? Vede, quando ho cantato le mie canzoni mistiche e impegnative a Milano c’era un pienone incredibile, ma anche un silenzio altrettanto raro. Quando qualcuno per caso mette piede nei miei concerti resta allibito: io passo per musicista d’élite, in realtà ho venduto milioni e milioni di dischi. Diciamola tutta: è inaccettabile che io mi definisca musicista d’élite, vendo di più di chi si ritiene commerciale, vuol dire che c’è pubblico sotterraneo di cui ancora non si riconosce quantità e qualità.

Il suo rapporto con la politica? Credo che l’arte dovrebbe occuparsi di cose più alte: il potere politico è sempre stato uguale, fatto di scemi e di persone che sanno ciò che fanno e pilotano la gente. C’è da dire, comunque, che oggi non solo nella politica ma ovunque si sono persi i valori principali: c’è una sciatteria, una trasandatezza rare, si usano vocaboli a sproposito, non c’è educazione.


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di LAURA SAGGIO

VINO BIO SI', NATURALE NO! È ufficiale: è vietato dire “vino naturale”. A scopi commerciali, si intende. Tale definizione è stata messa fuori gioco da una normativa, che invece tiene ancora in campo (“linguistico” europeo) definizioni come: enologia biologica, o biodinamica, pur non avendo ben definito i paletti di confine entro cui le due produzioni si muovono. La definizione “vino naturale” era usata per descrivere la nuova enologia che si impegna nella produzione di vini senza sostanze chimiche sia in vigna che in cantina. Più nel dettaglio, vino naturale significa una viticoltura che si sforza di non adoperare fungicidi, pesticidi o erbicidi. Significa arare la terra e vendemmiare a mano grappoli cui non è stata data anidride

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solforosa. Significa quindi fermentare il vino con lieviti spontanei anziché aggiunti. Il netto divieto riguarda, come sopra detto, la comunicazione commerciale: non esiste il vino naturale come categoria merceologica, per cui l'esibizione della qualifica appare una forma di frode. Personalmente ritengo che la definizione “vino naturale” fosse un modo linguistico semplicistico per indicare dei vini prodotti il più naturalmente possibile, perché naturale al 100% il vino non può esserlo, questo è ovvio. Quindi una semplificazione a scopo commerciale, è diventata oggetto di questioni, forse politico-economiche, da trattare a livello normativo. Inizialmente ci fu la diatriba europea, infinita,

sul concedere o meno il marchio “Biologico” al vino, poi è arrivato il “Bio-dinamico”, il passo verso la dicitura “vino naturale” era breve e, forse, scontato. Vediamo ora cosa si intende per vini biodinamici. Nell'agricoltura biodinamica non si utilizzano prodotti di sintesi chimica come concimi, fitofarmaci, diserbanti. Al fine di rivitalizzare e rigenerare il terreno, l'agricoltura biodinamica prevede lavorazioni tradizionali, come il sovescio e l'aratura con cavalli, che tengono conto delle fasi lunari e solari. Per la cura della vigna si utilizzano decotti e minerali, infusi di ortica, camomilla, finocchio e valeriana che vengono vaporizzati sulla pianta stessa. In cantina poi, un'uva non trattata e sana permette all'enologo di non aggiungere lieviti artificiali ma di sfruttare quelli naturalmente presenti sulle bucce. Non ci si avvale di preparati enzimatici, i coadiuvanti di

fermentazione, i disacidificanti, gli stabilizzanti di colore, estratti di tannino. Quant'è chiara e netta la differenza fra le due produzioni di vino? Poco, pochissimo a chi lo compra e lo beve. Forse la dicitura: frode al consumatore, è fuori luogo (tanto quanto quella di “vino naturale”). Forse sarebbe più opportuno fare una vera e onesta campagna di informazione al consumatore, unendo le conoscenze degli esperti enologi e dei produttori, grandi e piccoli. Detto ciò, il vino cosiddetto “naturale” continuerà ad essere prodotto, e forse si troverà un modo alternativo, linguistico sempre, per renderlo noto al consumatore, perché il vino naturale si fa, ma non si dice.


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di LAURA SAGGIO

ANCHE A VENEZIA, UN INEDITO TIZIANO Dopo dodici anni di restauri ha ritrovato vita il famoso dipinto di Tiziano: “Fuga in Egitto”. Un'opera straordinaria per l'intensità dei colori, la forza della luce, la precisione dei dettagli; la prima opera (1507) in cui Tiziano dipinge la natura. Per consentire al dipinto, importante non solo per il valore artistico, ma anche per dimensioni (204 x 324 cm), di tornare in Italia (dal 29 agosto al 2 dicembre) nella sua terra Veneziana, è stato necessario un accordo internazionale tra il Museo Statale Ermitage, la Soprintendenza per il Patrimonio storico, artistico e etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, la National Gallery di Londra e la Fondazione Ermitage Italia. La “Fuga in Egitto” è considerato, a ragione, uno dei più grandi capolavori del Maestro, che trova nell'innovativa visione paesaggistica di Tiziano il suo punto di eccezionalità. La natura dipinta è fremente, viva, abbraccia la figura umana come una madre in un gioco di ombre magistralmente alternate. Alla “Fuga in Egitto”, nella medesima mostra, verranno affiancate altre opere rinascimentali dal fascino

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“naturale” travolgente come: “L'Allegoria Sacra” di Giovanni Bellini, “La Tempesta” di Giorgione, la “Fuga in Egitto” di Albercht Durer, solo per citarne alcune. Vasari ci racconta che Tiziano nel 1507 - nell'anno in cui realizzò la “Fuga in Egitto” per Andrea Loredan e il suo palazzo sul Canal Grande lasciò la bottega di Giovanni Bellini per quella di Giorgione, iniziando così una nuova fase proficua di esperienze artistiche incentrate sul nuovo ruolo della natura dipinta: non più solamente specchio del corpo vivente ma parte

integrante con il corpo stesso, protagonista anch'essa del quadro. Tiziano fu colui che riuscì a portare a compimento lo sviluppo di questo rivoluzionario percorso artistico intrapreso da Bellini e continuato da Giorgione, grazie anche agli insegnamenti del grande incisore e disegnatore di Norimberga, Albrecht Durer. Tiziano, infatti, trae dalle stampe di Durer il rapporto pulsante e perfettamente sinergico tra le figure e l'ambiente. La sua pittura diventa così nuova: la natura è

vitale, libera da schemi precostituiti, culla di passioni e sentimenti umani. La spettacolare ambientazione boschiva di dimensioni grandiose, il ruscello dalla pennellata grumosa, i numerosi animali che animano la tela, i quali ritrasse dal vivo e come scrisse Vasari: “sono veramente naturali e quasi vivi”, rivelano una capacità artistica unica, dal carattere inimitabile e dalla forza dirompente, che segnò l'inizio di una nuova stagione pittorica. www.gallerieaccademia.org


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di LAURA SAGGIO

KLIMAENERGY 2012

Dal 20 al 22 settembre 2012 Fiera Bolzano ospita la quinta edizione di Klimanergy. In mostra, una panoramica delle più moderne tecnologie nel campo delle energie rinnovabili. Lo spazio espositivo e il programma di eventi collaterali - tra cui un congresso internazionale, i tour guidati a impianti a fonti rinnovabili, workshop e conferenze specializzate, nonché la seconda edizione del salone per la mobilità sostenibile - Klimamobility -

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sono i presupposti per la riconferma di una formula fieristica interessante. Con circa 200 aziende espositrici, Klimaenergy propone tecnologie e soluzioni all’avanguardia, una panoramica a 360° sul mondo delle rinnovabili che tocca i settori dell’energia solare (solare termico, fotovoltaico, raffrescamento solare, illuminazione); biomassa, biogas e biocarburanti; settore idroelettrico; geotermia; cogenerazione; gassificazione del legno; idrogeno; celle a combustibili; recupero calore, eolico e servizi finanziari. Presenti in Fiera anche istituti di ricerca e associazioni di categoria a disposizione del pubblico specializzato di Klimaenergy composto da responsabili di uffici pubblici e

istituzioni nonché da rappresentanti di settori ad alto fabbisogno energetico, quali industria, artigianato ed alberghiero. A fianco dello spazio espositivo, Klimaenergy propone il tradizionale congresso internazionale. Il congresso ‘esplora’ il mercato delle energie rinnovabili tra incentivi e sfide future... nuove normative, incentivi in campo di rinnovabili, esigenze energetiche dei Comuni e delle istituzioni, gassificazione del legno e micro cogenerazione.

Anche quest’anno, inoltre, Klimaenergy prevede quattro enertour a impianti funzionanti sul territorio altoatesino. Oggetto delle visite, un Comune all’avanguardia nell’utilizzo di energie alternative, un impianto di gassificazione del legno con impianto a cogenerazione, un innovativo impianto di fotovoltaico e un impianto di produzione di idrogeno. Per gli spostamenti dal quartiere fieristico agli impianti più vicini tutti i mezzi saranno – ovviamente - ecosostenibili. www.fierabolzano.it/klimaenergy


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POLITICA MATRIMONI GAY

di Ivano Basile

DIRITTI GAY E OMOFOBIA

IN ITALIA È L'ANNO ZERO Non è il programma di Santoro, ma l'epoca che vivono i diritti dei gay in Italia. Oggi come ieri, a destra come a sinistra, la politica sembra paralizzata nella capacità di interpretare la domanda di cambiamento e di diritti che viene dal Paese

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POLITICA MATRIMONI GAY

l’

L'Amore unisce ma soltanto se è eterosessuale. In Italia quando è gay divide. In tutto il mondo le forze progressiste sono impegnate a costruire un nuovo civismo in cui ciascuna persona possa avere pari diritti e pari opportunità di vita, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale e identità di genere. Obama è stato il primo presidente americano a schierarsi a favore del matrimonio gay. In Francia il neopresidente Hollande ha fatto di questo tema un cavallo di battaglia in campagna elettorale, promettendo che, entro i primi sei mesi del prossimo anno, sarà possibile per le coppie gay non

dalla parte delle riforme - è N.P. (non pervenuto) sul banco dei diritti etici e civili. All’Assemblea Nazionale un ordine del giorno favorevole alle unioni omosessuali, presentato da Paola Concia e da 39 membri, non è stato neppure messo ai voti. Il presidente dell'assemblea, Rosy Bindi, vi si è opposta: “Non si poteva votare quel documento per la presidenza di assemblea, dal momento che con il primo, già votato, avevamo escluso le nozze tra gay perché la Costituzione non le prevede”. Il comportamento ha mandato su tutte le furie non soltanto gli esponenti più riformisti del Partito (Benedino, Fusco e

IL FAR WEST ITALIANO. UNIONI DI FATTO E MATRIMONI GAY, CRIMINI DETTATI DALL’OMOFOBIA, MA ANCHE IL DIVORZIO BREVE, IL DIRITTO DI CITTADINANZA PER LE SECONDE GENERAZIONI, E IL TESTAMENTO BIOLOGICO... L’ITALIA È IL FANALINO DI CODA IN EUROPA SUI DIRITTI ETICI E CIVILI

FAVOREVOLI E CONTRARI Nelle foto sopra: Rosy Bindi, esponente ultracattolico del Partito Democratico, ha dichiarato: “I matrimoni gay sono incostituzionali”; Antonio Di Pietro che ha detto: “Non si può più aspettare. Il Parlamento deve assumersi la responsabilità storica di questo cambiamento riconoscendo a tutti cittadini, come previsto dalla Costituzione, pari dignità sociale”

solo sposarsi ma anche adottare dei figli. Favorevole anche il premier conservatore inglese Cameron, in buona compagnia di Spagna, Portogallo, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia e Islanda. La società si evolve, i modi di vita e le mentalità cambiano, nuove aspirazioni si affermano ma la politica di casa nostra non riesce a trovare risposte adeguate. Le varie proposte di legge che si susseguono sui diritti dei gay, come pure contro i crimini dettati dall’omofobia e la transfobia, da decenni dividono partiti politici, società civile e clericale suscitando una vera e propria bagarre. In Italia il Pd - partito che si afferma essere

Mancuso hanno riconsegnato le tessere al segretario) ma anche - e soprattutto - la stessa Concia. La mossa ha lasciato campo libero ai raid di Beppe Grillo, che è intervenuto sul suo blog in maniera netta contro la chiusura del Pd: “All’assemblea del pdmenoelle si è discusso principalmente di un fatto che dovrebbe essere scontato, pacifico: le nozze gay e i diritti delle coppie omosessuali. Ognuno deve poter vivere la propria vita con lui o lei tutelato dalla legge”. Bersani ha chiesto pazienza a tutti gli omosessuali: “Proponiamo le unioni gay, nei dintorni della soluzione tedesca, perchè chi vuol saltare tre scalini alla volta rischia di rimanere al palo”. La pensa in maniera opposta Per Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay: “il Pd continua a pensare che saranno i piccoli passi a cambiare il Paese e non si accorge che è proprio il metro mediocre che ci schianta e ci isola mentre il mondo corre. I diritti caro Bersani non si concedono a ‘scaglie’, o per elemosina, ma nella loro interezza per autentico rispetto delle persone e delle loro vite”.

LA SENTENZA ✑ Il 15 marzo la Corte di Cassazione, con una sentenza storica, ha riconosciuto alle coppie gay gli stessi diritti delle famiglie. Pur negando la trascrizione del matrimonio di una coppia omosessuale che si era sposata in Olanda, le ha riconosciuto il pieno diritto alla vita familiare. La Corte costituzionale e la Corte di Cassazione si sono già pronunciate riconoscendo da una parte la rilevanza sociale di questi nuclei familiari e dall'altra la necessità di garantire i diritti fondamentali delle persone che le compongono, inclusi i loro figli. La sentenza della Cassazione è conseguenza naturale di uno stato di fatto, di una realtà che è entrata a far parte a pieno titolo delle nostre abitudini. Un passaggio importante della sentenza, infatti, stabilisce che “la diversità sessuale è superata”. Tale sottolineatura da parte della Cassazione non sminuisce l’istituto del matrimonio, né svilisce il ruolo della famiglia, riconosciuto nella nostra Costituzione. Prende semplicemente atto che la nostra società è profondamente mutata e mostra un tessuto sociale in trasformazione. Ma è Antonio Di Pietro la vera eccezione nella politica italiana: “Dopo gli interventi della Corte costituzionale e di quella di Cassazione, che hanno riconosciuto la rilevanza sociale delle famiglie formate da persone dello stesso sesso, nonché la necessità di garantire i diritti fondamentali delle persone che le compongono, inclusi i loro figli, è giunto il momento che il legislatore si assuma la responsabilità storica di rendere egualitario il matrimonio civile”. L'Idv ha così presentato alla Camera una proposta di legge con la firma di Di Pietro e del responsabile dei diritti civili Franco Grillini, sul pieno riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e ha invitato il Pd a sostenerla. Come ha affermato Nichi Vendola, le coppie di fatto sono un pezzo della realtà del nostro Paese, ed è scorretto usare ancora lo spauracchio dei matrimoni gay nel nome della difesa della famiglia tradizionale. Pur volendo tutelare le unioni feconde, infatti, non è giusto esprimere alcuna discriminazione per altri tipi di unioni e continuare a ignorare le legittime istanze di migliaia di coppie omosessuali che reclamano il riconoscimento di diritti che sono sacrostanti. Perchè i diritti riconosciuti ad alcuni, non sono diritti sottratti ad altri. ■

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decadenza europea__mastro Progress 08/08/12 10.22 Pagina 1

ATTUALITÀ MA QUALE FINE DEL TUNNEL?

di Ivano Basile

TRA SALVATAGGI E AUSTERITY

LA DECADENZA EUROPEA “L’Europa marcia verso la catastrofe”. Lo afferma il Nobel all’economia Amartya Sen, prevedendo una marcia lenta, ma inesorabile, verso la decadenza. Le politiche dei governi, di breve periodo e poco lungimiranti, non fanno altro che peggiorare la crisi in cui versa il Vecchio Continente

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Un'estate fa ci interrogavamo se il modello a “U” ipotizzato per descrivere l'andamento della crisi (in base al quale dopo la prima fase di “discesa” ne segue un'altra di “risalita”), potesse piuttosto avere la forma di una “W” (“discesa-risalita-discesa-risalita”). A distanza di un anno possiamo dire che stiamo vivendo una crisi a forma di “O”: ci troviamo in un cerchio, in una spirale concentrica da cui, almeno per ora, sembra impossibile uscire. Le politiche di austerity, volute dalla Germania, stanno provocando il rallentamento delle economie con forti ripercussioni sul sistema bancario internazionale e stanno portando in recessione la maggior parte dei Paesi europei, in balia delle agenzie di rating e delle banche internazionali che mirano a influenzare le loro politiche economiche. La situazione è sotto gli occhi di tutti: i paesi in crisi si trovano sempre più in diffi-

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coltà a tagliare spese, aumentare le tasse e ridurre i costi del lavoro e si stanno rendendo conto che questi tagli netti non porteranno la situazione a migliorare anzi, abbassare il livello di debito diventerà sempre più difficile. “Se un simile scenario dovesse protrasi anche nel lungo periodo - sostiene l’analista Michael Sivy di Chartered Financial che ha esposto la sua approfondita analisi nell’articolo '4 Ways the Euro Could Fail' ovvero quattro modi secondo i quali l’euro potrebbe fallire - i paesi più deboli potrebbero arrivare al punto di non poter più vendere titoli di stato a tassi che non possono permettersi”. In questo caso potrebbe verificarsi una politica diffusa di recessione che potrebbe condizionare gli USA, il che si tradurrebbe in un aumento dei rischi di default. Anche uno dei più grandi economisti dei nostri tempi, Amartya Sen, ha lanciato un monito all’Unione Europea che “sta mar-

PROTESTE E MANIFESTAZIONI I cittadini dei paesi in crisi si rifiutano di sostenere queste politiche di rigore. Si tratta perlopiù di giovani senza prospettive e disoccupati

ciando verso la catastrofe a causa delle politiche di austerity e della rigida disciplina fiscale imposta dagli obblighi dell’unione monetaria”. Sen critica aspramente la politica di ripiana-


decadenza europea__mastro Progress 08/08/12 10.22 Pagina 2

ATTUALITÀ MA QUALE FINE DEL TUNNEL?

LE POLITICHE DI AUSTERITY E RIGORE CI STANNO FACENDO SPROFONDARE NEL BARATRO SCAVATO DAI TITOLI TOSSICI E DALLA FINANZA CREATIVA DEGLI ULTIMI DECENNI. SERVONO MISURE URGENTI PER SPEZZARE QUESTO PERICOLOSO CIRCOLO VIZIOSO

mento del debito, in quanto non sempre la cura più dolorosa è la migliore: “Pensare di risolvere il problema con l’austerity è un miraggio: questa crisi non è un problema statale e pensarla come tale riflette una debolezza di pensiero. Il miglior modo di tagliare il deficit è di avere crescita economica”. Questo in sintesi il pensiero dell’economista indiano nonché Nobel all’economia, che non ha usato mezzi termini nel denunciare che la crisi europea è figlia di una mancanza di leadership politica, mai raggiunta: “Ritengo che l’euro sia stata una cattiva mossa politica. Dare libertà monetaria senza che ci sia un’indicazione strategica di tipo politico è la ricetta perfetta per arrivare al disastro. Lo pensavo alla nascita dell’euro e lo penso anche adesso”.

AMARTYA SEN Amartya Kumar Sen nasce a Santiniketan nel Bengala il 3 novembre 1933, si laurea giovanissimo nel suo paese, per poi proseguire il dottorato di ricerca presso l’università di Cambridge. Da allora ha lavorato in tutte le università più importanti al mondo come ricercatore. È attualmente professore di economia e filosofia presso la prestigiosa Harvard University. Nel 1998 è stato insignito del premio Nobel per l’economia per i suoi studi e le sue teorie nel campo dell’economia del benessere.

Ecco perché servirebbe al più presto un elemento dirompente atto a interrompere un circolo vizioso che dura ormai da troppo tempo: l’adozione di politiche pro–crescita moderate. La Germania, dunque, invece di rimanere sgomenta dinanzi alle richieste della Francia e degli altri paesi, dovrebbe cedere al più presto e accettare un aumento delle spese dei governi nazionali, strategia che aiuterà le economie europee a ridurre la disoccupazione e l’impatto della recessione.

QUI ITALIA: PIL AI MINIMI STORICI La situazione economica e sociale del nostro paese e quella di gran parte dell’Europa è ai livelli di guardia, gli effetti di un modello “tossico” centrato sulla finanza e la speculazione che ci hanno portato in crisi si fanno sentire in maniera violenta soprattutto sulle classi meno abbienti. Nel nostro paese in particolare negli ultimi decenni, la disuguaglianza è aumentata e la concentrazione della ricchezza si è spostata sempre di più verso l’alto. Dal rapporto sulle Economie territoriali e il terziario di mercato, Confcommercio ha rivisto al ribasso le sue stime sul Prodotto interno lordo nel 2012 a -2,2% dal -1,3% previsto a marzo, e per il 2013 a -0,3% dallo zero delle precedenti stime. Secondo l'associazione dei commercianti il ribasso dei consumi delle famiglie previsto per il 2012, pari al 2,8%, insieme al calo degli investimenti (da -5,7% a 6,5%) rappresenta la caduta più forte almeno dal dopoguerra. Per trovare un calo peggiore, infatti, bisogna tornare agli Anni Trenta. Si tratta di una vera e propria recessione - rileva il Centro studi - dalla quale sarà difficile uscire e della quale è difficile anche prevedere la reale intensità e l'estensione temporale. Il tessuto produttivo ne risentirà profondamente. L'assorbimento della disoccupazione che essa

AMARTYA SEN Riguardo al suo paese l'economista indiano ha affermato senza peli sulla lingua: “È semplicemente inaccettabile che l’India abbia uno dei più alti livelli di malnutrizione infantile e nello stesso tempo pretenda di essere una potenza economica mondiale”

L'ESPULSIONE ✑ DALL’EURO Se la situazione non dovesse cambiare, sostiene Michael Sivy, si potrebbe anche arrivare a misure più drastiche, come l’espulsione dei paesi più deboli dall’Eurozona. "Se la situazione andrà avanti come si presenta in questo momento, i paesi più deboli dovranno offrire tassi sempre più alti per riuscire a piazzare i loro bond e alla fine non saranno più capaci di rimanere nell'Eurozona. La Grecia probabilmente sarà la prima ad andare via, fattore che scatenerebbe la speculazione su una uscita di scena di Portogallo, Spagna, e anche Italia. Tale situazione creerà un circolo vizioso, spingendo i tassi di interesse a crescere ulteriormente". L’uscita di alcuni paesi potrebbe provocare alcuni shock delle banche più importanti che detengono i loro debiti. L’aspetto positivo è però che una volta lasciata l’Europa i paesi potrebbero rimettere in sesto le proprie economie.

MARIANO BELLA Il direttore dell'ufficio studi di Confcommercio ha affermato che “la caduta biennale dell'economia italiana è ancora lontana dalla dimensione del cedimento del biennio 20082009, ma non può essere considerato un semplice episodio fisiologico del ciclo economico”

sta generando richiederà tempi lunghi. Non c'è altro tempo da perdere quindi: le politiche dedicate alla crescita non possono più aspettare. Attuare importanti misure di crescita economica potrebbe evitare ai paesi già indebitati di indebitarsi ulteriormente e quindi consentire di minimizzare il danno. ■

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australia__mastro Progress 07/08/12 11.04 Pagina 1

ESTERI AUSTRALIA, LA VIA DI FUGA

di Ivano Basile

AUSTRALIA, WHAT ELSE?

LA NUOVA AMERICA In tempi di austerity l'Australia è la meta che mette d'accordo tutti: giovani in cerca di un futuro e imprenditori in fuga dalla crisi. Un continente modello, appena sfiorato dalla crisi

l’

L'Australia! Così lontana (geograficamente) eppure così vicina nella mente degli imprenditori italiani che sognano di mollare la crisi, le troppe tasse e i conti che non tornano. Almeno fino a quando non passa la tempesta, poi si vedrà. “Dove andreste a vivere anni migliori in attesa che la lunga crisi che ha investito l’Europa finisca?”. È la domanda che “Il Sole” ha rivolto ai suoi lettori. In base al sondaggio l’Australia è al primo posto tra le opzioni degli imprenditori che ipotizzano la fuga, con il 28% dei voti. C’è però anche un imprenditore su 4 che non molla e che ha intenzione di resistere in Italia nonostante tutto: a dire “resto” è stato il 24% dei votanti. Non solo gli imprenditori, l'Australia seduce anche giovani italiani in cerca di speranze e desiderosi di costruire da subito il proprio futuro. Uno su quattro è alla ricerca di un lavoro, due su quattro sono precari. È ovvio che, come un tempo, i giovani guardino all’estero per un lavoro che garantisca condizioni di vita dignitose. Si dice “giovani” per intendere una fascia eterogenea di persone che va dai 20 ai 35 anni. Sono abituati al clima di pre-

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carietà e di sfruttamento che c'è nei nostri confini nazionali, per questo, almeno all'inizio, si accontentano di un lavoro poco gratificante, l'importante è essere retribuiti con una paga onesta. Lavapatti, camerieri ma anche cuochi e pizzaioli. Sono i nuovi australiani. A prescindere dal possesso di una laurea, sanno che soltanto dopo grandi sacrifici possono aspirare al salto di qualità. Dalle loro storie, il racconto di una trafila più o meno standard: giungono in Australia con un visto turistico (o con uno Student Visa che consente di lavorare) e iniziano a seguire un corso di inglese. Appena si sentono a loro agio con la lingua, cominciano a cercare un lavoro nel settore a loro più congeniale. Nel frattempo sono disposti a ripiegare su uno dei numerosi casual job, fiduciosi nel fatto che, prima o poi l'Australia, saprà ripagare la loro tenacia. E non hanno torto. L'Australia rimane ancora un paese dove la qualità della vita e paghe e stipendi sono invidiabili, sopratutto se paragonati a quelli dell'Italia. Se pur più cara rispetto al nostro Paese (soprattutto Sidney è una città molto costosa) i salari sono quattro volte più alti, ed i pa-

gamenti sono erogati settimanalmente. Servizi pubblici efficienti e veloci (solo dieci minuti per avere la patente...) in virtù di una digital divide insesistente (tutto passa

PER SAPERNE DI PIÙ Negli ultimi anni si è stretta un po' la morsa dell'immigrazione che rende sempre più difficile ottenere il visto permanente, riservato esclusivamente ai giovani qualificati. La politica australiana tassa molto gli stranieri, costretti a spese esose soprattutto per rinnovare i vari visti. Il Dollaro Australiano, infine, ha acquistato molta forza rispetto all'Euro. Per questo motivo, invece che andare a Sydney o Melbourne potrebbe essere molto più conveniente, per chi desidera studiare inglese e fare un sopralluogo, iscriversi ad una scuola a Brisbane, una città con le stesse opportunità delle due sorelle maggiori ma molto meno cara. I posti disponibili per gli immigrati, infine, sono su base nazionale e potrebbe accadere, ad esempio, che nello stato del Queensland ci siano più possibilità che in Victoria (lo stato di Melbourne) o in New South Wales (lo stato di Sydney) in quanto la maggior parte degli immigrati finiscono di solito a Sydney o a Melbourne.


australia__mastro Progress 07/08/12 11.04 Pagina 2

ESTERI AUSTRALIA, LA VIA DI FUGA

AUSTRALIA, PANORAMI MOZZAFIATO

IL SONDAGGIO

L'Australia rimane ancora un paese dove la qualità della vita e paghe e stipendi sono invidiabili. A fianco: Julia Gillard Primo Ministro australiano è stata la prima donna ad assumere la carica di premier in Australia. È a capo del partito laburista

✑ Il Sole ha rivolto ai suoi lettori una

attraverso internet, non esistono burocrazie cartacee). In più un Paese bellissimo, pieno di gente cordiale e disponibile, con il tasso di criminalità tra i più bassi del mondo. Cos'altro si può desiderare?

CRESCITA E INVESTIMENTI Anche in un periodo di crisi economica e finanziaria internazionale l'Australia può godere di una situazione molto positiva: la crescita non accenna a frenare e galoppa al ritmo del 3,25% per l'anno fiscale 2012-2013 con previsioni del 3% per il 2013-2014. Per accompagnare questa corsa, il Governo ha varato un maxi piano di investimenti nelle infrastrutture. Nei sei anni che terminano nell'anno fiscale 2013-2014, Canberra ha destinato 36 miliardi di dollari australiani a strade, reti ferroviarie e porti. Di particolare importanza anche il piano sulle comunicazioni. Il National

Per quanto i dati di Commonwealth non siano ominicomprensivi (in quanto coprono solo il 30% del mercato australiano) sono comunque indicativi di un trend di crescita dei consumi. L’Australia, dunque, è ancora tra le mete più gettonate per partire alla ricerca di buone opportunità. Prima grandi sacrifici poi l'iter di stabilizzazione. Si lascia l'Italia con la

domanda semplice: “E voi dove andreste a vivere anni migliori in attesa che la lunga crisi che ha investito l’Europa finisca?”. A rispondere Australia è stato il 28% dei votanti. C’è però anche un imprenditore su 4 che non molla e che ha intenzione di resistere in Italia nonostante tutto: a dire “resto” è stato il 24% degli imprenditori. Il 19%, invece, sceglierebbe una fuga a corto raggio in Svizzera. Meno gettonate le altre possibilità preventivate dal Sole: l’11% dei votanti se ne andrebbe volentieri in SudAmerica mentre solo il 7% ha fiducia negli Stati Uniti e nella loro possibilità di ripresa. Piacciono a pochi, invece, le soluzioni più esotiche e radicali: il 2% dei votanti sceglierebbe gli Emirati Arabi, mentre il 4% punterebbe sull’espansione di Cina e affini. La meta che proprio non attrae è la Russia, scelta da meno del 2% dei votanti.

LO STILE DI VITA AUSTRALIANO HA UN FORTE APPEAL: UNA POPOLAZIONE CHE LAVORA QUEL TANTO CHE BASTA PER VIVERE, E NON VIVE PER LAVORARE

broadband network (Nbn) è una nuova rete a banda larga ad alta velocità che il Governo federale promette di attivare. La crescita dei consumi ha raggiunto la percentuale record del +10,1% nell’anno terminato alla fine di giugno. Le spese con carte di debito e di credito sono pure cresciute del 2,5%, secondo i dati della Commonwealth Bank. “Il miglioramento dei conti delle famiglie - commenta Craig James, chief economist di CommSec - ha permesso ai consumatori di spendere più liberamente e molti business hanno tratto vantaggio da questa situazione”.

speranza, prima o poi, di ritornarci. Per riabbracciare i propri cari, per apprezzare nuovamente la qualità del cibo e il modo di fare delle persone. Uno stile di vita tutto italiano che, per quanto a volte sia criticabile, provoca dipendenza e lascia addosso sempre un po' di saudade... ■

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qatar 2022__mastro Progress 07/08/12 11.07 Pagina 1

ATTUALITÀ QATAR 2022

di Flavia Aliberti

I PROGETTI IN CORSO PER I MONDIALI DEL QATAR

PIÙ CONTROLLI SUI CANTIERI DEI MONDIALI DI CALCIO 2022 Nel souq di Doha sono già pronti i souvenir per i Mondiali di Calcio 2022. I lavori per le infrastrutture destinate all'evento proseguono a ritmo serrato e attirano imprenditori e immigrati in cerca di un impiego. I progetti rispettano le ultime tecnologie nell'ambito della sostenibilità ambientale. Ma quali saranno i costi umani? La Human

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Rights Watch alza la voce a difesa dei lavoratori del Qatar, e si scopre che...

Un paese piccolo, il Qatar, fatto di 850 mila abitanti, ma che sa evocare immagini di ricchezza estrema e di continua crescita economica. Non certo le attività tradizionali, come la pesca, rendono l'emirato uno dei paesi più ricchi del mondo, ma sono i giacimenti di gas e petrolio il suo motore. Il potere del Qatar si estende ormai in tutti i settori, tramite investitori che non trovano rivali internazionali. Recentemente anche una delle più grandi firme italiane, Valentino, è passata a Mayhoola for investments, holding finanziaria del Qatar, che già aveva assorbito Tiffany e i londinesi Harrod's. Oggi il paese si apre allo sport, e dopo aver perso la sfida delle Olimpiadi del 2020, vuole riproporre la sua candidatura per il 2024. Può vantare invece una vittoria nel mondo calcistico. L'assegnazione, da par-

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qatar 2022__mastro Progress 07/08/12 11.07 Pagina 2

ATTUALITÀ QATAR 2022

te della Fifa, dell'edizione 2022 dei Mondiali di Calcio al Qatar, ha infatti lasciato indietro gli altri pretendenti: Stati Uniti, Australia, Giappone e Corea del Sud. Il campionato resterà nella storia per essere il primo organizzato in un paese arabo, anche se la sua elezione ha suscitato non poche polemiche. Primo dubbio tra tutti è quello relativo alle temperature, che a luglio raggiungono generalmente i 50 gradi, ed hanno fatto pensare ad uno spostamento ai mesi invernali del campionato. Problema che infine sembra sarà risolto con la costruzione di stadi climatizzati e tecnologie innovative. Si aggiungono le voci di corruzione che sono circolate nell'ambiente Fifa ed hanno portato a sospendere dalla federazione Bin Hammam, ex presidente dell'Asian Football Confederation, accusato di aver cercato di corrompere alcuni membri della Caribbean Football Union per guadagnare voti in favore della candidatura del Qatar. Nonostante queste vicende, e le molte preoccupazioni nell'ambiente calcistico riguardanti la proibizione dell'alcool (possibile solo nei bar degli hotel) l'obbligo del velo per le donne del paese (che non sembra coinvolgere le turiste occidentali) e lo stato d'illegalità per l'omosessualità, il Qatar concentra oggi ogni sforzo per

la realizzazione in tempi record delle infrastrutture necessarie ad accogliere gli sportivi e i loro sostenitori. E nel frattempo, se si desidera respirare aria di mondiali di calcio, si può fare un giro nel Souq Waqif di Doha, dove tra spezie e narghilè, sono comparse le prime statuette che riproducono la coppa più ambita dalle squadre di calcio mondiali. Il marchio è rigorosamente “Made in China” la produzione e la vendita precedono il grande evento di 10 anni. Proprio nel souq di Doha si riverseranno i turisti del calcio in attesa delle partite, così come sono attesi nei grandi centri commerciali, come il City Center Doha, considerato il maggiore shopping center del Medio Oriente, dove si trova ogni tipo di prodotto. Il programma di lavori per i Mondiali è davvero imponente: 9 nuovi stadi con climatizzazione a basso impatto ambientale e la ristrutturazione di tre impianti già esistenti. La struttura più grande sarà costruita nel centro di Lusail e potrà accogliere 86.000 spettatori, grazie al budget stanziato di 662 milioni di dollari, una piccola fetta dei miliardi previsti per l'intero progetto, del quale fanno parte anche una rete ferroviaria ad alta velocità Doha-Manama, un tunnel che unirà l'aeroporto con il quartiere finanziario, un'altra rete ferroviaria verso l'Arabia Saudita e reti metropolitane a Doha e nelle altre città ospitanti. Si devono aggiungere a questi lavori, il nuovo aeroporto di Doha, l'ampliamento della rete stradale e la crescita delle strutture ricettive. Gli organizzatori dichiarano di destinare le strutture modulari degli stadi in costruzione a diversi paesi in via di sviluppo dove, al termine

IL CALCIO SI SCOPRE HI-TECH Il concept dello stadio Al Rayyan, presentato dal Qatar per il concorso in cui ha vinto l'assegnazione dei Mondiali 2022, prevede un gigantesco megaschermo per coprire l'intera parete esteriore

dei Mondiali, verranno riutilizzati per edificare nuovi stadi. Molte sono le aziende, le italiane comprese, che si stanno muovendo verso il Qatar per ottenere la partecipazione ai lavori in diversi settori, dalla progettazione alle forniture dei materiali e dei macchinari. Oltre alle “missioni” degli imprenditori internazionali, sono migliaia i lavoratori che migrano verso il Qatar per ottenere un posto nei grandi cantieri. Un fenomeno ben noto qui, dove la forza lavoro è costituita da più del 90% da immigrati provenienti soprattutto da India, Filippine, Nepal, Pakistan e Sri Lanka. Vengono reclutati da intermediari e non hanno sindacati, giudicati illegali, a garantire i loro diritti. Lavoratori che, secondo un rapporto della Human Rights Watch, organizzazione in difesa dei diritti umani, spesso sopportano condizioni di abuso, bloccati dalla confisca del passaporto da parte dei datori di lavoro e costretti a vivere in condizioni drammatiche. La HRW punta oggi il dito sui grandi progetti per il Mondiale 2022 e chiede al governo del Qatar e alla Fifa un maggiore controllo sulla manodopera utilizzata, affinché le imprese rispettino gli standard minimi per la sicurezza e salute dei lavoratori. Il segretario generale del comitato organizzativo dei Mondiali di calcio 2022, Hassan Al Thawadi, ha garantito più controlli per risolvere il problema dei lavoratori nel Qatar, sul quale sono oggi puntati i riflettori. Ci auguriamo che l'impegno sia rispettato perché un importante evento sportivo, con ovvi risvolti economici, non debba mettere in campo un prezzo umano davvero troppo alto. ■

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economy

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economy

economy economy economy economyeconomy economy economy

di SAMANTHA DE MARTIN

IL FALSO MITO DEI MERCATI “COOL”

Ecco come Mike Riddell (nella foto), team fixed income M&G, considera i mercati emergenti, abbattendo i falsi miti generati dal marketing… Sembrerà strano, ma dentro le invidiabili tasche dei mercati più apprezzati del momento per iniziativa e audacia, si nasconde una verità amara che cela il rischio imminente di una débâcle inaspettata. Mike Riddell, team fixed income M&G, una delle società leader

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in Europa nell'Asset Management, con un patrimonio gestito di 243,3 miliardi di euro, ha intravisto l’ombra del debito che aleggia su questi mercati e che coinvolge tre principali elementi: titoli di stato dei mercati emergenti in valuta locale, titoli di stato esterni, emissione corporate esterna dei mercati emergenti. Si tratta di un debito molto attraente nel mondo dell’investimento, nonostante oggi venga definito curiosamente come un buon investimento “nel lungo periodo”, un sottile cambiamento indotto dalle scarse performance di alcuni Paesi emergenti negli ultimi anni. Tanto per gettare uno sguardo alla situazione economica dell’area BRIC, in cui recentemente il Real brasiliano

e il Rublo russo hanno sfiorato il punto più basso degli ultimi tre anni nei confronti del dollaro, Riddell sottolinea come la Rupia indiana abbia segnato un livello record di svalutazione così come anche lo Yuan cinese che ha assistito, quest’anno, ad una caduta più brusca di quella registrata nel 1994, sempre rispetto al dollaro americano. Affatto da sottovalutare l'aggiuntivo rischio generato sul debito dei Paesi emergenti dall'inevitabile ribilanciamento economico della Cina, seconda economia mondiale. Lungi dal considerare incolmabile il debito dei mercati emergenti, è necessario, tuttavia, considerare, secondo quanto sostiene il gestore di M&G, l’assenza di una buona o una cattiva asset class, riflettendo, piuttosto, sulle caratteristiche dinamiche che dirigono le performance del

debito dei Paesi emergenti. E mentre il rischio di un tracollo sembra estendere la sua minaccia alle casse gonfie ed opulente dei Paesi “del benessere”, mentre alcuni tassi di cambio hanno iniziato a muoversi, l’asset class sembra sorda al pericolo di un debito apparso molto “trendy” in passato, mentre le tendenze demografiche favorevoli ed i tassi di crescita precedentemente forti non hanno salvato i mercati emergenti nel 1981-83, 199798, 2001-2002.


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ECONOMIA FORUM THE EUROPEAN HOUSE - AMBROSETTI

DAL 7 AL 9 SETTEMBRE A CERNOBBIO

di Federica Vagnozzi

IL FUTURO

(SECONDO GLI ESPERTI) Quale futuro attende istituzioni, imprese e società civile? Su questo e altri temi di grande rilevanza si interrogheranno anche quest’anno, capi di stato e di governo, ministri, manager e altre personalità di spicco del panorama politico ed economico internazionale al Forum Ambrosetti di Villa d’Este

s

Smaltite le ferie d’agosto, i primi giorni di settembre è già tempo di analisi e bilanci. Il periodo, del resto - con i mercati sempre più nervosi, lo spread alle stelle e i (discussi) tagli alla spesa - non ammette distrazioni e trascuratezze. Così, alcuni dei maggiori esponenti della società civile italiana ed estera sono chiamati a confrontarsi sui temi di maggior impatto economico per trovare

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una via d‘uscita alla crisi. L’appuntamento è - come accade ormai dal 1975 - a Villa d’Este di Cernobbio dal 7 al 9 settembre per l’annuale Forum “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, organizzato da The European House - Ambrosetti. Una tre giorni di incontri, dibattiti e analisi a cui prenderanno parte, come di consueto, rappresentanti delle istituzioni europee, premi

Nobel, imprenditori, giornalisti ed esperti per elaborare previsioni sugli scenari economici e politici del prossimo futuro, grazie anche alla presentazione dei risultati di alcune ricerche condotte proprio per questa occasione e che aiuteranno a far luce su quelle che sono le problematiche più ingombranti che rischiano di fermare al palo il nostro Paese e, più in generale, tutta l’Europa.


cernobbio__mastro Progress 08/08/12 10.56 Pagina 2

ECONOMIA FORUM THE EUROPEAN HOUSE - AMBROSETTI

PER SAPERNE DI PIU’ ✑ PER CAPIRE IL DOMANI, GIÀ OGGI. SAVE THE DATE

✑ Quando: 7 - 8 - 9 Settembre 2012 ✑ Dove: Grand Hotel Villa d’Este Cernobbio (CO)

✑ Info:

www.ambrosetti.eu/it www.leaderdelfuturo.it

PROTAGONISTI 2011 Sopra: il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde e l’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet. Sotto: Mario Monti, Giorgio Napolitano e Romano Prodi

Giunto alla sua trentottesima edizione, il Forum Ambrosetti ha saputo conquistare prestigio e visibilità a livello internazionale, forte soprattutto della massiccia partecipazione di personalità di rilievo. Nelle passate edizioni, al tavolo del dibattito si sono avvicendati, tra gli altri, capi di stato e di governo come José María Aznar, Abu Mazen e Shimon Peres, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Romano Prodi. E poi economisti come il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde e l’ex presidente della Bce JeanClaude Trichet, nonché Mario Monti che proprio nel corso della scorsa edizione, prendendo parte al Forum da analista, in qualità di presidente dell'Università Bocconi, diceva: «I mercati finanziari sono preoccupati per la credibilità della politica italiana. C’è stata la preoccupazione che la leadership sia stata compromessa a causa dell’incertezza politica». Il governo tecnico era ancora lontano e il Professore, facendosi portavoce di un’istanza dell’Europa (poi diventata sempre più insistente), sollecitava Berlusconi e Tremonti a presentare una manovra correttiva chiara ed efficace.

Ma oggi, a dodici mesi di distanza da quell’intervento, cosa è cambiato? In una situazione non troppo dissimile da quella da lui prospettata, toccherà stavolta a lui e ai suoi ministri rispondere in maniera chiara e urgente alle domande che arriveranno dalla platea del Forum. Una platea che non mancherà di sottolineare quelle che sono, a detta di tutti, le

tiene il workshop “Leader del Futuro” (8 e 9 settembre), dedicato agli aspiranti membri della futura classe dirigente e imprenditoriale italiana. Si tratta di «un percorso di sviluppo personale e professionale unico - spiega Antonio Ambrosetti, Senior Partner di The European House-Ambrosetti - che si articola in un ricco

GIUNTO ALLA SUA TRENTOTTESIMA EDIZIONE, IL FORUM AMBROSETTI HA SAPUTO CONQUISTARE PRESTIGIO E VISIBILITÀ A LIVELLO INTERNAZIONALE, FORTE SOPRATTUTTO DELLA MASSICCIA PARTECIPAZIONE DI PERSONALITÀ DI RILIEVO

priorità di un’Italia che rischia di rimanere schiacciata sotto il peso di irragionevoli prese di posizione: innanzitutto, scegliere e condividere una visione comune per il Paese e valorizzare il ruolo delle diversità e dei giovani. Già i giovani, perché come sottolineano gli “esperti del Forum”: «in un contesto di risorse scarse e competizione globale sempre più intensa, occorre che ogni Sistema Paese sia organizzato per includere e valorizzare i talenti, impiegando al meglio creatività e intelligenza». Proprio per questo, nella stessa cornice di Villa d’Este, si

programma di attività ed esperienze, in Italia e all'estero, che consentono ai giovani partecipanti di toccare con mano la realtà attuale cementando le basi per una crescita professionale coerente con la propria vocazione e la piena realizzazione del proprio potenziale». I partecipanti, infatti, avranno l’opportunità di incontrare i protagonisti del Forum e scambiare con loro punti di vista e prospettive sul loro futuro, quanto mai incerto, e presentare le proprie considerazioni nel corso della giornata conclusiva dei lavori. ■

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DAL MONDO UNA CLASSIFICA DI RICCHEZZA...

di Eugenio Bonardi

CHI SA E CHI SCENDE TRA I SUPERICCHI DEL PIANETA

FORBES CI RICORDA CHI SONO I PIÙ RICCHI La rivista Forbes, che si occupa di economia e finanza, aveva cominciato, pubblicando la prima classifica; allora l’elenco dei Paperoni si era fermato a 140. Oggi, dopo più di 25 anni, hanno raggiunto quota 1226

“c

“C’è chi nasce come Paperino, c’è chi invece è come Topolino e c’è chi è come Paperon De Paperoni, pieno di fantastiliardi e di milioni” così cantava Eugenio Finardi in una sua nota canzone scritta alla fine degli anni ‘80. Nel corso di questa annata non sono mancate delle sorprese: 117 presenti nel 2011, si sono ritrovati fuori dalla graduatoria, mentre altri 128 sono riusciti a conquistarsi un posto nella nuova. In testa, per il terzo anno consecutivo, troviamo l’imprenditore messicano delle telecomunicazioni America Movil Carlos Slim. Con un patrimonio di 69 miliardi di dollari, 5 in meno rispetto al 2011. Ad occupare il secondo e il terzo gradino del podio sono il noto fondatore della Microsoft, Bill Gates, con 61 miliardi e l’investitore inglese Warren Buffet con 44. Tra gli altri nomi noti segnaliamo alcuni esperti nel campo della tecnologia informatica: Sejey Brin e Larry Page, dirigenti di Google, ventiquattresimi con 18 miliardi e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, trentacinquesimo con 17. Trai i nostri connazionali segnaliamo al 23° posto Michele Ferrero, patron della Nutella, Kinder e l’omonimo Ferrero. Al 74° Leonardo Del Vecchio, fondatore della Luxottica, l’azienda produttrice di occhiali più grande

del mondo. Rispettivamente al 127° e al 139° troviamo gli stilisti e imprenditori Giorgio Armani e Miuccia Prada. L’ex capo del governo italiano, proprietario di Mediaset e del Milan, Silvio Berlusconi e la sua famiglia, occupano il 166° con quasi sei miliardi. Considerando la classifica dal punto di vista geografico, abbiamo potuto constatare che mentre gli americani sono aumentati di dodici unità, il risultato peggiore si registra invece per Cina e Russia, dove dieci presenti nella classifica dello scorso anno, si sono ritrovati fuori. Brusca discesa anche per Lakshmi Mittal, che ha ridotto il proprio patrimonio di ben 918 milioni di dollari. Abituati a vederlo ogni anno nella top ten dal 2004, il più grande produttore di acciaio indiano, si ritrova oggi al 21° posto con all’incirca ventuno miliardi. Per dare qualche notizia di costume, nello sport, in testa troviamo il pugile Floyd Mayweather, con 85 milioni di dollari. L’unico italiano presente è il pilota Ducati Valentino Rossi, preceduto dal pilota della Ferrari spagnolo, Fernando Alonso. Nel mondo dello spettacolo Tom Cruise è la star più pagata in campo cinematografico. Lo stesso vale per Taylor Swift nel mondo della musica. Parlare di queste cifre, indubbiamente fa girare la testa a noi, poveri mortali. Non ci rimane che consolarci con le parole del nostro cantautore Eugenio Finardi... C’e chi è come Paperon De Paperoni, pieno di fantastiliardi e di milioni, ma poi sta sveglio tutte le notti per paura che arrivi la Banda Bassotti. ■

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ECONOMIA METEO IMPAZZITO E I PREZZI DELLE SOFT COMMODITIES

di Elisabetta Pasca

“THE BUTTERFLY EFFECT”

E IL PREZZO DEL GRANO “VOLA” Per le banche centrali l’inflazione è un fenomeno temporaneo ma potrebbe impensierire i mercati emergenti

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Ormai è stato assorbito da tempo il concetto secondo cui ad ogni singola azione corrisponde una imprevedibile conseguenza nel futuro: l’impercettibile battito d’ali di una farfalla, in base a questo assunto, provocherebbe, come nel gioco del domino, una catena di movimenti di molecole tale da scatenare un tornado dall’altra parte del mondo. Per traslato, in termini squisitamente di attualità, il netto calo della popolazione delle farfalle inglesi, dovuto alle improvvise e troppo abbondanti piogge estive di quest’anno, può finire per rappresentare un indicatore significativo nel computo dell’andamento dei prezzi delle derrate alimentari e delle fluttuazioni dell’inflazione. Sir David Attenborough, noto naturalista, si sta prodigando per favorire la partecipazione popolare al grande sondaggio sulle farfalle, “The Big Butterfly Count”, in modo da ottenere un quadro completo del

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“Butterfly Blue”, ovvero la diminuzione massiccia dei colorati insetti causata dalle cattive condizioni meteorologiche. Da semplice fenomeno entomologico a variabile di processi economici complessi il passo è breve: per i mercati, infatti, eventi meteorologici traumatici tendono a determinare la riduzione drastica, non solo delle farfalle, ma anche di soft commodities come mais, frumento, soia e grano. Naturalmente, a causa degli eventi atmosferici avversi, che hanno colpito non solo l’Inghilterra, ma anche gli Stati Uniti e la Russia negli ultimi mesi, il prezzo di questi beni primari è balzato parecchio in alto nel corso del 2012. Va da sé che prezzi delle derrate alimentari più alti indicano livelli di inflazione più elevati: in Inghilterra ad esempio, i beni alimentari rappresentano l’11.4% dell’Indice RPI - Retail Price Index - e il 9.8% dell’Indice CPI Consumer Price Index; in Europa, le derrate

alimentari rappresentano il 13.9% degli HICP - Harmonized Indices of Consumer Prices. Negli Stati Uniti, contano per il 14.2% dell’Indice CPI. Le banche centrali sono portate a minimizzare l’aumento dell’inflazione, descrivendolo come fenomeno temporaneo; tuttavia, l’inflazione colpisce tutti: il consumatore medio non elimina certo dal proprio paniere di beni di consumo le derrate alimentari e l’energia, ma i prezzi alimentari in aumento rappresentano comunque una preoccupazione soprattutto per i mercati emergenti. Molti Paesi in via di sviluppo stanno sperimentando l’ammorbidimento delle politiche monetarie, ma, se l’aumento dei prezzi del cibo persiste, proprio queste politiche finiranno per essere a rischio. Non bisogna perdere di vista le farfalle: il loro svolazzare potrebbe non essere estraneo ai futuri cambiamenti delle economie globali. ■


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di PAOLO DEL PANTA

WIDER 150’. IL MAXYACHT SI EVOLVE Annunciate le nuove evoluzioni di Wider 150’, il cui progetto si arricchisce oggi con la definizione degli spazi interni. Il 150 piedi, un’evoluzione della categoria dei maxi yacht, coniuga prestazioni eccellenti in termini di trasformabilità degli ambienti, velocità e consumi ridotti ad un design senza tempo ed estremamente elegante, caratterizzato da un’estrema pulizia delle linee e da superfici tese e levigate. L’equilibrio estetico delle linee rispecchia l’equilibrio complessivo del progetto, che esprime l’armonia tra la nave e il mare, sia dal punto di vista del comfort della vita di bordo, sia da quello legato all’impatto ambientale. Le dimensioni del volume di poppa sono esclusive per una nave di queste dimensioni e contribuiscono in misura notevole – anche grazie alla bellissima piscina interna e all’ampia “beach” - a rendere ancora più piacevole la vita a diretto contatto con il mare che questo yacht consente, nel rispetto dello spirito Wider. Oltre alla poppa, tutti gli altri dettagli della nave sono stati

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studiati per enfatizzare il contatto con l’esterno, a partire dalle ampie superfici vetrate, che si aprono su ogni ponte conferendo grande luminosità agli ambienti interni: questi ultimi, che riprendono la linearità sobria degli esterni, si connotano per la scelta studiata di pochi colori dominanti e l’alternanza di superfici dalla finitura lucida ed opaca. L’upper deck prevede un salotto e una zona pranzo adiacente al portale che, pensato per scomparire completamente, consente di cenare anche all’aperto. Il ponte principale presenta una zona di poppa composta da un pozzetto esterno attrezzato e un ampio salone interno suddiviso in due aree living; a proravia si trova invece la suite armatoriale, che si estende per tutta la larghezza della barca conferendo grande luminosità all’ambiente e una vista panoramica senza eguali. La master è inoltre divisa da una parete scorrevole in due zone distinte: oltre alla camera da letto vera e propria, infatti, vi è un salotto dove la fiancata si apre verso l’esterno per creare una bellissima terrazza privata

sul mare. La cabina del comandante è collocata a poppavia della timoneria, per consentirgli di avere sempre sotto controllo la conduzione della nave, mentre la porzione prodiera del ponte inferiore è destinata agli alloggi dell’equipaggio e ai vari servizi. Quattro ampie cabine dotate di bagni en-suite sono destinate agli ospiti, i quali, grazie ad un collegamento esterno tra i ponti, possono accedere a tutti gli spazi esterni senza dover attraversare le zone chiuse e condizionate. Il cuore pulsante del progetto del Wider 150’ è la propulsione: questo yacht incarna, infatti, il concetto di energy saving, puntando sull’utilizzo di un sistema a propulsione diesel/elettrica Siemens, che garantisce consumi estremamente ridotti e un’autonomia impensabile. Tale sistema è

assolutamente modulare: con i soli motori elettrici alimentati dalle batterie, infatti, si raggiungono circa 8 ore di autonomia, con tutte le utenze di bordo in funzione, e 50 miglia di percorrenza. Inserendo invece i gruppi diesel e alimentando così i motori elettrici si ottengono altre tre diverse velocità e relative autonomie. Inoltre, combinando i gruppi diesel con i motori elettrici e con l’aggiunta dei boosters diesel, Wider 150’ raggiunge un’eccellente velocità massima di 20 nodi. Inoltre, la scelta della costruzione in composito conferisce leggerezza alla struttura, contribuendo ad abbassare ulteriormente i consumi, mentre la carena semiplanante offre un indubbio valore aggiunto in termini di velocità elevate, oltre a favorire una grande autonomia. www.wider-yachts.com


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COVER STORY SETTEMBRE, MESE DI SALONI NAUTICI

di Luca Martano

L’ONDA CONTINUA

Il mercato nautico La situazione economica non ferma la stagione dei saloni nautici. La crisi che sta colpendo indistintamente l’economia italiana e internazionale non risparmia nemmeno il settore della nautica

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COVER STORY SETTEMBRE, MESE DI SALONI NAUTICI

co prova ripartire

s

Se il 2011 va in archivio con una sostanziale tenuta e un fatturato in linea con l’anno precedente, il 2012, stando ai segnali dei primi mesi, lascia presagire una chiusura in negativo. A leggere così il futuro del comparto è Ucina, la Confindustria Nautica. “I numeri complessivi del comparto - osserva il presidente dell’associazione, Anton Francesco Albertoni - ci raccontano di un 2011 sostanzialmente allineato con il 2010: il fatturato si è attestato a 3 miliardi e 340 milioni di euro contro i 3,3 miliardi del 2010. Nel 2008 - ha aggiunto - il fatturato era pari a 6,2 miliardi e nel

2009 a 4,3 miliardi”. A soffrire maggiormente della situazione di crisi economica italiana e internazionale che sta colpendo i diversi settori produttivi, viene osservato dalla stessa Ucina Confindustria Nautica, sono le imbarcazioni medie, quelle comprese tra i 10 e i 20 metri. Un dato suffragato anche dal calo delle vendite dei motori fuoribordo che, nei primi 5 mesi dell’anno hanno registrato un calo del 35%. In un clima di generale difficoltà - le stipule di leasing, nei primi tre mesi del 2012 sono calate del 60% sul 2011 - a cedere in maniera particolare, poi, è il mercato nazionale che si è ridotto al 10% dell’intero mercato della nautica italiana: “eravamo al 20% nel 2011 - osserva ancora il presidente dell’associa-

zione, Albertoni - ora sembra che si sia arrivati addirittura al di sotto del 10%”. Nonostante questi numeri non siano molto incoraggianti per tutto il mercato, il settore nautico è pronto a tentare una decisa risalita. L’occasione giusta sarà sicuramente il periodo che va da settembre ad ottobre, due mesi che porteranno al culmine la stagione dei saloni nautici. Il programma è, infatti, molto fitto, e prevede lo svolgimento di tre fra i saloni nautici più importanti. Si parte dalla Francia, con il Festival International de la Plaisance, che si svolgerà a Cannes dall’ 11 al 16 settembre; ci si sposta poi a Monaco, con il Monaco Yatch Show dal 19 al 22 settembre; la stagione si concluderà poi a Genova, con uno dei saloni forse più importanti e rinomati del mondo, il Salone Nautico Internazione, che si svolgerà nel capo■ luogo ligure dal 6 al 14 ottobre.

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genova__mastro Progress 08/08/12 10.32 Pagina 1

COVER STORY IN PRIMA FILA PER IL CAMBIAMENTO

A cura della Redazione

A GENOVA DAL 6 AL 14 OTTOBRE

IL SALONE NAUTICO SPIEGA LE VELE Il settore della nautica in Italia ha perso oltre l’80% negli ultimi quattro anni ma, nonostante questo, c’è entusiasmo attorno alla 52esima edizione del Salone Nautico Internazionale che, proprio a causa del difficile momento, vuole essere "il Salone del cambiamento, della qualità e del riposizionamento".

c

Con queste parole, il presidente di Ucina, l’Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche, prova a sintetizzare lo spirito con cui il prossimo 6 ottobre si aprirà presso la fiera di Genova l’importante kermesse. Il Salone Nautico 2012 - che sinora ha la conferma di 800 espositori - avrà luogo in quattro padiglioni, due marine e tre nuovi pontili che consentiranno di effettuare le prove in mare ed eventi collaterali che coinvolgeranno tutta la città. Tra le novità dell’edizione del prossimo ottobre il ritorno –

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dopo trent’anni di assenza - della subacquea di Confisub, che porterà nel grande spazio interattivo nel Padiglione S tutte le imprese nazionali associate che lavorano nella produzione, progettazione e distribuzione di attrezzature subacquee. La subacquea delle aziende Confisub ritorna al Salone Nautico con i più noti ed importanti marchi della produzione italiana. Una lunga tappa di avvicinamento ha caratterizzato gli ultimi anni per un ritorno alle origini, quando le aziende subacquee esponevano al Salone, considerato il momento più significativo della stagione commerciale di quei tempi. Le motivazioni di questa scelta sono state moltepli-

ci ma tutte le riflessioni fatte sono state finalizzate alla valenza di un comune denominatore: il mare vero. Prima volta in assoluto, invece, per il settore dell’abbigliamento tecnico (che sarà presentato con un format interattivo) e per il premio “The best marine woman of the year” che, promosso da Fiera di Genova e Ucina, consegnerà un riconoscimento imprenditoriale alla figura femminile che più si è distinta per impegno e professionalità nel mondo del diporto e dei cantieri, nelle agenzie di broker e charter, nel turismo e nella difesa delle aree marine protette. Sembra opportuno segnalare anche la campagna “Navigar


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COVER STORY IN PRIMA FILA PER IL CAMBIAMENTO

PER INFO ✑ Il Salone sarà aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. L’apertura serale è in programma per il primo sabato, 6 ottobre, fino alle 22.30. Il biglietto d’ingresso costa € 15 ,13 il ridotto. Novità 2012 sarà l’ ingresso gratuito, in tutti i nove giorni di manifestazione, per i ragazzi fino a 14 anni se accompagnati. Ticket on line (a partire da settembre) su www.genoaboatshow.com Un servizio accoglienza realizzato in collaborazione con Terre di Mare è dedicato alle persone con disabilità: a disposizione scooter elettrici a quattro ruote e sedie a rotelle. Per prenotazioni e info: www.terredimare.it Tel.: 010.542098 – 339.1309249

ATMOSFERA OLIMPICA A GENOVA Quest'anno i visitatori del salone potranno rivivere l'atmosfera del villaggio olimpico e paralimpico di Weymouth con le derive, gli istruttori e gli atleti presenti ai Giochi Olimpici di Londra 2012

m’è dolce” che UCINA Confindustria Nautica promuove da otto anni sul territorio nazionale per diffondere la cultura della nautica e del mare vedrà quest’anno una stretta collaborazione con la Federazione Italiana Vela e una “joint venture” con il Progetto Giovani della Fondazione Carige. In particolare, grazie a un progetto speciale realizzato insieme alla Federazione Italiana Vela, sarà allestito quest’anno, all’ingresso del Salone, il villaggio olimpico e

paralimpico di Weymouth, che darà la possibilità a tutti gli appassionati di ammirare le derive utilizzate durante i Giochi di Londra di

concretamente la vela e gli sport acquatici nella piscina allestita per i più piccoli. Il Salone, inoltre, presenta anche quest’anno un importante programma di convegni e iniziative collaterali. I convegni, organizzati da UCINA Confindustria Nautica, saran-

SPAZIO ESPOSITIVO RADDOPPIATO PER UN’EDIZIONE CHE ANCHE QUEST’ANNO PROMETTE GRANDI SUCCESSI

quest’anno e scoprire in anteprima le classi olimpiche che parteciperanno alle Olimpiadi di Rio 2016, tra cui la nuova classe del kite boarding. Accanto al villaggio, sarà allestita un’area interattiva che permetterà di provare

no incentrati su rilevanti filoni tematici al fine di fornire una panoramica sul sistema della nautica in Italia e per offrire spunti utili alla riflessione sulle maggiori questioni e problematiche legate al settore. ■

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cannes__mastro Progress 07/08/12 12.49 Pagina 1

COVER STORY IL FESTIVAL DE LA PLAISANCE

di Luca Martano

A CANNES DALL’11 AL 16 SETTEMBRE

QUANDO LA NAUTICA DIVENTA PASSIONE Il Festival internazionale della nautica da diporto di Cannes, arrivato alla sua trentacinquesima edizione, è diventato da alcuni anni uno fra i più importanti dei saloni nautici del Mediterraneo

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La sua leadership in materia di nautica da diporto ne fa una referenza imperdibile. A Cannes, molto spesso, tutti i costruttori sono presenti con alcune novità mondiali che i circa 50 000 visitatori e clienti possono scoprire. Il Festival de la Plaisance de Cannes, il primo salone interamente sul mare, è un luogo unico che propone al grande pubblico di scoprire in anteprima i più bei gioielli del mare. Proprietari e semplici appassionati avranno a disposizione due enormi postazioni di esposizione che caratterizzano il salone: il Vieux Port e il Port Pierre Canto. Nel Vieux Port si trovano le nuove imbarcazioni, per la precisione, 467 barche si troveranno in acqua e altre 200 sarà possibile ammirarle a terra. I numeri di questa postazione sono eloquenti: 89 unità da 10-12 metri, 127 unità da 12-15 metri, 76 unità da 15-

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18 metri, 68 unità dà 18-22 metri, 31 unità da 22-25 metri, 24 unità da 25-30 metri, 14 unità da 30-35 metri, 16 unità da 35 metri e più e 29 catamarani. A terra, invece, si potranno ammirare 200 imbarcazioni inferiori a 10 metri, più cantieri, attrezzature, servizi, istituzioni, stampa e molto altro. Il Port Pierre Canto ospiterà, invece, tutti i maggiori yacht usati, presentati da broker europei ed americani. La caratteristica principale di questo salone, riguarda soprattutto il fatto che, al termine della rassegna vengono organizzate, per diversi giorni nella baia di Cannes, le famose Regate reali che riuniscono vecchie imbarcazioni e i più maestosi velieri del mondo. Nuova anche l’immagine che il Salone vuole dare di sé, testimoniata dalla campagna stampa pensata per questa 35esima edi-

zione. Quest’anno, infatti, il Festival de la Plaisance di Cannes festeggia i suoi 35 anni: 35 anni di fedeltà e di sviluppo, che hanno permesso a questo salone di diventare un evento internazionale e imprescindibile per decine di migliaia di visitatori del mondo intero e l’appuntamento di tutti i professionisti della nautica da diporto e della nautica maggiore sia in termini di business che di visibilità. Per il suo 35° anniversario, la grafica visiva del Festival de la Plaisance di Cannes evolve, mantenendo al contempo il DNA proprio al salone e consolidando la sua specificità. Tale nuova identità visiva illustra l’essenza stessa del Festival, costituire lo scrigno di questi gioielli marini esposti nei porti di Cannes all’inizio


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COVER STORY IL FESTIVAL DE LA PLAISANCE

di settembre. Questa esprime non solo la varietà delle imbarcazioni presentate in acqua, la maggior parte in anteprima mondiale, ma anche l’eleganza ed il lusso inscindibile dall’universo dello yachting e della “French Riviera”. A Cannes, infatti, sono proprio le imbarcazioni a farla da padrone. E la presenza italiana sarà massiccia... Grande protagonista del Salone francese, infatti, anche il gruppo Ferretti che, con il brand Custom, è attivo nella produzione di maxi yacht in vetroresina da 26 metri a 37 metri. A Cannes presenta diversi interessanti novità, tra le quali il nuovo Ferretti Custom Line 100’. Nato dalla stretta collaborazione tra lo Studio Zuccon International Project, l’AYT - Advanced Yacht Technology, il centro

PER INFO ✑ Luogo: Cannes Vieux Port e Port Pierre Canto ✑ Quando: Da Martedì 11 a Domenica 16 settembre 2012. ✑ Programma: Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19. Domenica: dalle 10 alle 18. Il sito ufficiale della manifestazione è: www.salonnautiquecannes.com

CANNES, DAL 6 AL 11 SETTEMBRE, FESTEGGIA QUEST’ANNO LA SUA 35A EDIZIONE. UN LUOGO PRIVILEGIATO DOVE GLAMOUR E LUSSO SI DANNO APPUNTAMENTO!

LA NAUTICA DEL LUSSO PARTE DA CANNES Il Festival de la Plaisance de Cannes è un luogo unico che propone al grande pubblico di scoprire in anteprima i più bei gioielli del mare. Un luogo privilegiato dove glamour e lusso si danno appuntamento. Nella foto grande: la Ferretti Custom Line 100

di ricerca e progettazione navale del Gruppo Ferretti, e il team di architetti e designer del Centro Stile Ferretti Group, Ferretti Custom Line 100’ presenta caratteristiche innovative e amplia la linea planante del brand, affiancandosi ai modelli 124’, 112’ NEXT e 97’. “Sono particolarmente orgoglioso di vedere ‘crescere’ la gamma Ferretti Custom Line” - commenta Norberto Ferretti, Presidente e Fondatore del Gruppo Ferretti -. “Dal varo del primo modello nel 1996 ad oggi, hanno preso forma maxi yacht capaci di innovare ogni volta questo segmento, per realiz-

zare in perfetta armonia l’unione di tecnologia e design da un lato, e soluzioni estetiche e performance dall’altro. Il tutto grazie alla formidabile collaborazione tra l’AYT del Gruppo, il Centro Stile Ferretti Group e l’insostituibile apporto dell’amico Gianni Zuccon”. “Il nuovo modello nasce per soddisfare quella tipologia di Armatori, anche giovani, che sono alla ricerca di un design più sportivo, senza rinunciare alla funzionalità e ai volumi ampliati attraverso la tipologia wide body” - commenta Marco Segato, Brand Manager Ferretti Custom Line. ■

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COVER STORY IL SALONE NAUTICO DI MONACO

di Luca Martano

A MONACO, PROTAGONISTA È IL LUSSO

LO SHOW DEGLI YACHT Dopo il Festival de la Plaisance di Cannes il secondo salone nautico di caratura internazionale che prende il via in autunno è il Monaco Yacht Show, che dal 19 al 22 settembre 2012, raccoglie a Port Hercule nel Principato di Monaco il meglio della grande nautica da diporto internazionale

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Il salone in occasione della ventiduesima edizione, riunisce, infatti, i protagonisti del mondo dei grandi yacht ed è riconosciuto tra gli operatori del settore come l’appuntamento da non perdere dello yachting di lusso. I partecipanti, che provengono da quaranta diverse nazionalità sono pronti ad accogliere una clientela privata dal forte potere d’acquisto e presentare i loro gioielli con seminari, serate, cene e cocktail organizzati sugli yacht, agli stand o nei luoghi più belli del Principato. 14000 mq di esposizione in banchina offrono 9000 mq netti di stand ai cinquecento espositori selezionati, tra cantieri navali, broker, architetti navali e arredatori d’interni, servizi, jet privati & elicotteri, prodotti e accessori di lusso. Non mancano i primi quindici cantieri mondiali di costruzione

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di yacht “su misura”. L’attenzione è puntata sugli oltre novanta yacht dai 25 ai 90 m con l’anteprima di circa quaranta motor yacht e velieri costruiti nel 2012. È quindi il caso di dire che il sole splende su Port Hercule, la crisi economica sembra abitare su un altro pianeta e il Monaco Boat Show pare essere sufficientemente frequentato da visitatori in cerca di un megayacht da acquistare. A pochi giorni dall’inaugurazione del salone, gli spazi espositivi sono stati tutti già assegnati e si conferma il trend che negli ultimi anni ha visto ben l’88% dei brand rinnovare la propria partecipazione, edizione dopo edizione. Non molte le anticipazioni già fatte circolare dai cantieri che si apprestano a prendere parte all’evento. Recente il varo da parte della savonese Mondo Marine del 41

metri Okko, imbarcazione che sarà presentata allo show, caratterizzata da scafo in alluminio e lussuosi interni, curati dall’architetto Giorgio Vafiadis. Molto atteso l’esordio della nuova linea Baglietto, che vedrà la luce grazie alla collaborazione da poco annunciata tra il cantiere di La Spezia ed il noto designer di superyacht Francesco Paszkowski. Ma, come ogni anno, il Monaco Yacht Show sarà anche un’occasione per saggiare i trend più importanti del settore del lusso più in generale, con spazi espositivi dedicati in particolare ai jet privati, che vedranno la presenza tra gli altri di due grandi nomi come Dassault Aviation e Bombardier Aerospace, e agli orologi, con l’immancabile Ulysse Nardin, sponsor ufficiale dell’evento.


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COVER STORY IL SALONE NAUTICO DI MONACO

TOP 100 MEGA YACHT ANNUAL LIST Sopra: il MY Azteca è lo yacht più grande mai varato da un cantiere italiano e ci rende tutti un po' più orgogliosi: 72 metri di acciaio e alluminio per lo scafo numero 124 del cantiere marchigiano

La prima "nave" in cui imbattersi, invece, potrebbe essere l’Azteca, entrata nella "Top 100 Mega Yacht Annual List" 2010 di Boat International, la sintesi riuscita di un design discreto e innovativo, a partire dalle forme slanciate dello scafo unite a linee esterne filanti, sottoli-

neate dalla prua marcata e tagliente. Il MY Azteca è lo yacht più grande mai varato da un cantiere italiano e ci rende tutti un po' più orgogliosi: 72 metri di acciaio e alluminio per lo scafo numero 124 del cantiere marchigiano. Un progetto custom con diversi spunti di novità, nato dalla collaborazione fra lo staff tecnico di CRN e lo Studio Nuvolari Lenard, che come da tradizione si è sviluppato intorno ai bisogni dell'armatore con il permesso di spaziare dai soliti canoni e realizzare uno yacht particolarmente riconoscibile nel panorama dei me-

PER INFO ✑ Port Hercule - Boulevard Albert 1er - Principato di Monaco.

✑ Entrata principale: Darse Sud. ✑ Altre entrate: Chicane e Parvis Sud Si può anche consultare il sito: www.monacoyachtshow.com

È IL CASO DI DIRE CHE IL SOLE SPLENDE SU PORT HERCULE, LA CRISI ECONOMICA SEMBRA ABITARE SU UN ALTRO PIANETA E IL MONACO BOAT SHOW PARE ESSERE SUFFICIENTEMENTE FREQUENTATO DA VISITATORI IN CERCA DI UN MEGAYACHT DA ACQUISTARE

gayacht di queste dimensioni. Vero e proprio omaggio alla vita familiare di bordo, lo yacht è stato sviluppato per favorire il contatto con il mare e con un sundeck pensato per essere vissuto anche in navigazione, eliminando il problema del vento grazie a due porte scorrevoli che separano la zona poppiera. Si cercano le soluzioni più ardite per avvicinare gli ospiti all'acqua, come la creazione a poppa del ponte inferiore di un'area allestita come un vero e proprio “beach club” di 100 mq. Ai 12 ospiti che alloggeranno a bordo sono riservate 5 suite, oltre alla cabina armatoriale. Ulteriori due cabine, collocate nel lower deck, sono destinate ai più piccoli e alle loro nanny. ■

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COVER STORY LE PIÙ BELLE IN MOSTRA

di Luca Martano

GRANDI BARCHE IN VETRINA

La nautica most Gli appassionati del mare e delle barche, i proprietari di yacht, motoscafi o dei semplici curiosi, hanno già segnato alcuni appuntamenti imperdibili sul loro personale calendario: il salone nautico di Cannes, quello di Monaco e l’italianissimo salone di Genova.

Cannes, bellezze alla francese Pershing Pershing presenta in anteprima il suo ultimo gioiello: il nuovo Pershing 82’, nato ancora una volta dalla collaborazione tra lo yacht designer Fulvio De Simoni, l’AYT (Advanced Yacht Technology - centro di ricerca e progettazione navale del Gruppo Ferretti) ed il team di architetti e designer del Centro Stile Ferrettigroup. Rivisitazione in chiave contemporanea del Pershing 80’, questa nuova imbarcazione, lunga 23,99 metrie larga 5,50, è stata ideata - si legge in una nota aziendale - per elevare il piacere dello yachting e garantire ottime prestazioni in mare: grazie alla spinta di due Mtu 16 V M93 da 2435 mhp (1792 kW) e trasmissioni Searex SR140S, abbinate alle eliche di superficie Rolla, è in grado di raggiungere una velocità massima di 45 nodi con un’autonomia di 300 miglia nautiche. Il sistema di propulsione si completa con la gestione Autotrim, una funzionalità esclusiva che ottimizza le prestazioni, gli assetti e i consumi della barca ad ogni andatura e stato di carico, in maniera completamente automatica. www.pershing-yacht.com

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COVER STORY LE PIÙ BELLE IN MOSTRA

stra le sue perle Durante queste tre importanti rassegne, infatti, ci sarà la possibilità di vedere dal vivo alcune delle imbarcazioni più attese del 2012, le quali saranno esposte nei diversi saloni. Per chi non avrà la possibilità di recarsi a Cannes, a Genova o a Montecarlo o, semplicemente, per chi non riesce proprio ad aspettare, qui di seguito vi presentiamo, in anteprima, alcune delle più attese imbarcazioni.

Azimut Azimut Benetti Group, primo Gruppo nautico privato su scala mondiale, conferma il ruolo da protagonista esponendo a Cannes 22 imbarcazioni di cui 3 anteprime assolute. Le nuove proposte fanno parte di una linea di 10 modelli che arricchiranno, nel corso della prossima stagione nautica, la gamma degli yacht offerti dalla compagnia attraverso i brand in portafoglio. La prima novità riguarda la Collezione S di Azimut Yachts che, con il nuovo 55S, punta a rivoluzionare il concetto di yacht sportivo. Nuova filosofia “open space” in cui esterni e interni sembrano fondersi in uno spazio nuovo, fatto di sole, luce e aria, senza soluzione di continuità, per accogliere fino a 12 ospiti tra salone e pozzetto. Molto atteso anche il nuovo Magellano 43, rivisitazione in chiave moderna dei trawler. Questo modello accosta un design esterno accattivante a interni di taglio contemporaneo, con un layout che favorisce la socialità di bordo. Grazie alla carena “dual mode”, la navigazione è morbida in ogni condizione di mare. La terza novità è il Benetti Classic Supréme 132’, nuovo modello della gamma Class (costituita dai megayacht semi-custom in materiale composito), gioiello di tecnologia e stile italiano. Quaranta metri di sobrietà ed eleganza, con un decòr giocato tra le tonalità naturali del rovere, nel calore avvolgente di wengè, pelli e cuoio con lavorazione a diamante. Difficile resistere al suo fascino. www.azimutbenetti.it

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COVER STORY LE PIÙ BELLE IN MOSTRA

Genova, dove la nautica e’ di casa Ferretti Ferretti presenterà il 690 che nasce dalla collaborazione tra lo Studio Zuccon International Project con l’AYT - Advanced Yacht Technology, il centro di ricerca e progettazione navale del Gruppo Ferretti, e il team di architetti e designer del Centro Stile Ferrettigroup. L’imbarcazione misura 21,07 metri di lunghezza fuori tutto con oltre 5 metri e mezzo di larghezza massima, ed è stata interamente realizzata nei cantieri produttivi del Gruppo a Forlì. È caratterizzato da un profondo rinnovamento nelle linee esterne che esaltano la sportività grazie al profilo filante e grintoso e all’utilizzo di ampie parti vetrate che donano grande leggerezza all’esterno e consentono di aumentare la luce naturale negli ambienti interni. Gli spazi a bordo sono generosi e sapientemente organizzati per utilizzare al meglio ogni contesto abitativo. I volumi sono ulteriormente aumentati dalla luce naturale che filtra dalle grandi vetrate sul ponte principale e dalle ampie finestrature sottocoperta. Il flybridge è il risultato di un accurato studio realizzato dal Gruppo Ferretti per ottimizzare gli spazi anche all’aria aperta: questa zona, infatti, è stata completamente ripensata per regalare agli ospiti il maggiore relax possibile anche durante la navigazione. A livello di prestazioni, il nuovo Ferretti 690 è in grado di raggiungere la velocità massima di 31,5 nodi (dati preliminari) grazie alla coppia di motori MTU 8V 2000 M84 dalla potenza di 810 kW; una forza propulsiva che si abbina, come sempre, al massimo comfort garantito dal sistema Anti Rolling Gyro di Mitsubishi, capace di ridurre il rollio dell’imbarcazione di oltre il 50%. www.ferretti-yachts.com

Monaco, il lusso prima di tutto Perini La prima anteprima che presentiamo è quella che esce da Perini presso i cantieri, Exuma, per il quale è stato assoldato un designer d'eccezione, per lo meno nel mondo dei mega yacht a motore. Philippe Briand, celebre progettista di sailing yacht performanti e ideatore del concept Vitruvius, si è ispirato ai principi idrodinamici degli scafi delle barche a vela dove le linee di progettazione, la distribuzione dei volumi e lo studio dei pesi, sono ottimizzati per raggiungere la migliore prestazione. Lo scafo in alluminio è caratterizzato da linee filanti e affusolate e dalla prua dritta e profonda, che abbinati alla motorizzazione installata dovrebbero assicurare lunghe navigazioni anche grazie ai due stabilizzatori "zero speed", capaci di garantire allo scafo maggiore stabilità quando è in movimento. Inedita la progettazione e la gestione degli spazi interni ed esterni, che permette di godere di 123 metri quadrati dedicati soprattutto ai toys, come la jeep anfibia realizzata da Iveco o i due motorini elettrici, che serviranno per esplorare le isole deserte che Exuma ha intenzione di raggiungere. Come si può intuire, Exuma è stato concepito e realizzato con un'attitudine all'esplorazione, da cui deriva un'autonomia di oltre 5.500 miglia alla velocità di 12 nodi e la capacità di contenere 75mila litri di carburante e 17mila litri di acqua dolce. www.perininavi.it

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COVER STORY LE PIÙ BELLE IN MOSTRA

Grand Banks Yachts È lo scafo più grande della Heritage series del cantiere. GB54 EU è un trawler semi-dislocante che fornisce una soluzione perfetta per una coppia o famiglia in cerca di estese capacità di crociera. Il 54EU è costruito sulla base della stessa carena del GB Aleutian 53 RP, con sistema di propulsione V-drive. Una carena ibrida che da’ il meglio in dislocamento ma capace di punte di 20 nodi! Il 54EU si propone con un lay out standard con tre cabine e con la sua ormai “leggendaria” utility room multi-funzione al ponte inferiore (5’/1,60 m che possono essere sfruttati come l’armatore desidera…lavanderia, ripostiglio aggiuntivo, ufficio etc) oltre all’opzione cabina marinaio). Sono disponibili due ulteriori scelte di lay out. Il ponte principale offre oltre 12 posti a sedere tra pilot house – con punto di governo centrale - dotata di cucina ad U super accessoriata, dinette fronte cucina con divano ad L e tavolo da pranzo, salone. Il Fly – veramente vasto – è dotato di seduta di navigazione doppia posta a centro barca oltre che di un divano ad L, vari punti di stivaggio ed ampia zona prendisole. Verso poppa, una zona prendisole e spazio tender e travel lift. Degna di nota la zona entertainment all’estrema prua con sedute e tavolo trasformabile in prendisole. www.grandbanks.it

Sanlorenzo Un altro cantiere che, come Perini, continua a crescere è Sanlorenzo, soprattutto nel settore dei megayacht in metallo e che a Monte Carlo portera’ la nuova ammiraglia 46 Steel, yacht di 46 metri dislocante, a tre ponti, semi wide body, con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio. Le linee esterne sono opera dell'ufficio stile di Viareggio e rendono riconoscibile "Lammouche" per il design delle finestrature che corrono sulle fiancate del main deck e per l'ormai tradizionale "baffo" sulla zona poppiera. Gli interni di questo primo Sanlorenzo 46 Steel sono firmati da Francesco Paszkowski, che ha realizzato assieme con l'armatore anche il decor dello yacht e un sistema di illuminazione interno davvero particolare, utilizzando luci indirette che creano ambienti con "cascate" di luce alle pareti. Caratteristica degli spazi all'aperto e motivo di vanto per i cantieri Sanlorenzo, è la serie di terrazze aperte sul mare, senza ostacoli o chiusure poppiere a delimitare la visuale, per tutti quattro i ponti. Il comfort a bordo è garantito da una tecnica costruttiva propria delle imbarcazioni in metallo, la cosiddetta box-in-box. Ogni ambiente interno è costituito da un involucro a se stante, una sorta di scatola "flottante" collegata alla struttura attraverso elementi elastici e anti-vibranti, in modo che qualsiasi vibrazione venga tagliata e quindi non trasmessa agli ospiti delle cabine. www.sanlorenzoyacht.com

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showbiz showbiz

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showbiz showbiz showbiz showbizshowbiz showbiz

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A cura della Redazione

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ALEGRÌA IN ITALIA

Dal vocabolo spagnolo che significa esultanza, gioia e giubilo, Alegría comprende un cast internazionale di artisti e musicisti di 15 nazionalità diverse. Alegría ha uno stile barocco e operistico, con costumi teatrali, musiche originali suonate dal vivo, e un set elaborato che serve a valorizzare lo straordinario spettacolo di abilità atletica e artistica. Il risultato è un incredibile mix di abilità, forza e velocità, combinate ad eleganza e teatralità. Alegría presenta numeri acrobatici mozzafiato, tra cui il sensuale Synchro Trapeze e l’energetico Aerial High Bars, in cui coraggiosissimi acrobati si lanciano da altalene in movimento all’altezza di 12 metri sopra il palco. www.cirquedusoleil.com

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IL TEATRO MUSICALE DEL ‘900 A SANTA CECILIA

La programmazione de “La piccola volpe astuta” di Janáček, in prima esecuzione a Roma, avvenuta con grande successo lo scorso anno, ha dato inizio ad un progetto triennale di Teatro Musicale del ‘900 che vede protagoniste le forze “giovani” dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dai cantanti di Santa Cecilia Opera Studio agli strumentisti dei Corsi di perfezionamento, Santa Cecilia Music Masters. Quest’anno la scelta è caduta su due capolavori del teatro musicale novecentesco: “L’heure espagnole” di Ravel e “Gianni Schicchi” di Puccini (11, 12 e 14 settembre 2012, Sala Petrassi), due partiture che, pur provenendo da contesti molto diversi, si collocano nell’ambito del teatro comico e formano un dittico dal perfetto equilibrio musicale e teatrale. www.santacecialia.com

NOTRE DAME DE PARIS ALL’ARENA DI VERONA

Il 7 e 8 settembre, il musical più applaudito degli ultimi anni, sarà protagonista in una cornice d’eccezione: l’Arena di Verona. Oltre 150.000 spettatori hanno applaudito le 67 rappresentazioni effettuate nel corso delle undici città finora visitate. Nel 2012 si riparte per raggiungere ogni angolo d’Italia: Roma, Milano, Torino, Bologna e tante altre città. Sul palco dodici nuove voci, giovani pieni di talento che già si

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sono fatti strada nel cuore del pubblico e della critica che li segue. Oltre quindici milioni di spettatori in tutto il mondo per un successo che si rinnova dal 1998: è il biglietto da visita di “Notre Dame De Paris”, l’opera moderna con le musiche di Riccardo Cocciante e i testi di Luc Plamondon, tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. Un grandioso allestimento che in Italia è stato applaudito da più di due milioni e mezzo di persone di 40 diverse città in ben 915 repliche, a partire dalla sua prima rappresentazione, nella versione originale francese, al FilaForum di Assago, il 21 marzo 2001. www.notredamedeparis.it

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NORAH JONES. PIANOFORTE E VOCE La cantante e pianista Norah Jones ritorna all’Auditorium Parco della Musica il 17 settembre alle ore 21 con la sua affascinante miscela di jazz, soul, blues e pop per presentare a due anni di distanza il suo nuovo album “Little Broken Hearts” prodotto da Danger Mouse (aka Brian Burton) con canzoni originali scritte da lei e dallo stesso Burton. Little Broken Hearts è un passo successivo nell’evoluzione artistica di una delle più originali e inventive cantanti e cantautrici del mondo della musica. La sua carriera inzia dieci anni fa con la pubblicazione del disco Come Away With Me nel 2002, l’album che fa conoscere la sua voce unica al mondo e che le fa ottenere un Grammy Award nel 2003 vendendo inoltre venticinque milioni di copie. Da allora Norah Jones ha pubblicato tre album di grande successo come solista. www.auditorium.com


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CINEMA ANTEPRIME D’AUTUNNO

di Luca Martano

UN RICCO RITORNO DALLA VACANZE... AL CINEMA

IL CINEMA SCALDA I MOTORI Dal punto di vista cinematografico l’autunno e l’inverno del 2012 si prospettano ricchi di nuovi progetti, sequel e

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remake che mirano al box office

Appassionati delle saghe, dei sequel e dei remake, state pronti: il vostro momento sta per arrivare. Dopo l’estate, infatti, l’autunno porterà molte novità cinematografiche che placheranno l’attesa degli spettatori più impazienti. I primi a divertirsi, ma forse non gli unici, saranno però i bambini; è prevista per il 22 agosto prossimo, infatti, l’uscita della terza saga del film Madagascar, che si intitolerà “Madagascar 3: ricercati in

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Europa”. Questo divertente film di animazione continuerà a seguire le peripezie del leone, della zebra, dell’elefante e dell’ippopotamo più famosi del mondo i quali, questa volta, entrano a far parte di un circo itinerante, nel tentativo di tornare a casa a New York. Anche il mese di settembre, in quanto a sequel, non sarà sicuramente da meno e farà felici molti adulti appassionati del genere. È in programma, infatti, la terza

spy-saga di The Bourne. Dopo “The Bourne Identity” e “The Bourne Supremacy”, è la volta di “The Bourne Legacy”; Tony Girloy dirige un cast di eccezione composto da: Edward Norton, Albert Finney, Oscar Isaac e Jeremy Renner. La trama si baserà sulla falsariga degli altri film: una spy story mozzafiato con l’intrigante corsa per cercare di svelare un complotto. A settembre non mancherà neanche la fantascienza: “Pro-


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CINEMA ANTEPRIME D’AUTUNNO

SAGHE, PREQUEL E SEQUEL Grande attesa ai botteghini per il ritorno dei personaggi de “Il Signore degli Anelli”

metheus”, di Ridley Scott, con Noomi Rapace e Michael Fassbender si annuncia ricco di effetti speciali da brivido: la vicenda vedrà scienziati ed esploratori impegnati in un viaggio spaziale negli angoli "più pericolosi" del cosmo, viaggio che li metterà alla prova fisicamente e mentalmente, quando si troveranno in un mondo che rivelerà loro le risposte che l'essere umano cerca da sempre. Il mese si concluderà in maniera totalmente diversa, con un’altra sagra per bambini amatissima anche dagli adulti: L’era glaciale. Le avventure “ghiacciate” di quei simpatici animaletti, sono arrivate alla loro quarta puntata. Il titolo è: “L’era glaciale 4: continenti alla deriva” e il divertimento assicurato. Quando pensiamo alle uscite dei film più attesi però, il mese che ci viene in mente è sicuramente quello di ottobre. In questo senso, anche quest’anno, il palinsesto cinematografico non ci deluderà. Tutti i gusti potranno essere soddisfatti; si va dal drammatico, al thriller e ai film d’azione. Il primo film che verrà proiettato in quel mese, sarà “On the Road”, con protagonisti Viggo Mortensen, Kristen Stewart e Kirsten Dunst. Dopo la morte del padre, Sal Paradise un aspirante scrittore newyorchese, incontra Dean Moriarty, giovane ex-pregiudicato dal fascino maledetto, sposato con la disinibita e seducente Marylou. Tra Sal e Dean l'intesa è immediata e simbiotica. Decisi a non farsi rinchiudere in una vita vissuta secondo le regole, i due amici rompono tutti i legami e si mettono in viaggio con Marylou. Assetati di libertà, i tre giovani partono alla scoperta del mondo, degli altri e di loro stessi. Il cinema, però, ha appena scaldato i suoi motori e si prepara a chiudere il mese col “botto”. Per primo, avremo l’opportunità di

Hobbit, An Unexpected Journey” e “The Hobbit, There and Back Again”. Entrambi saranno nei cinema convenzionali e in quelli in 3D. Entrambi i film sono ambientati nelle Terra di Mezzo sessant'anni prima del racconto de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien. Lo Hobbit segue l'avventura di Bilbo Baggins, interpretato da Martin Freeman, che viene trascinato in un'epica vicenda per riconquistare Erebor, una volta regno dei nani ora governato dal temibile drago Smaug. C Futura CondensedC Futura CondensedAvremo quindi l’opportunità’ di rivedere quelle splendide scenografie e paesaggi, che ci porteranno in un mondo immaginario e fantastico. Il Cast è d’eccezione: Cate Blanchett, Elijah Wood, Orlando Bloom, Christopher Lee e Billy Connoly, solo per citarne alcuni. Questi sono solo alcuni dei film in uscita nella prossima stagione, forse sono quelli più attesi dal grande pubblico, ma comunque ce ne sono altri da segnalare: Che cosa aspettarsi quando si aspetta, con Cameron Diaz in uscita a settembre; “Resident Evil: Retribution 3D”, con Milla Jovovich a ottobre; “Una donna per la vita”, una commedia italiana con Neri Marcore’, sempre visibile ad ottobre; “Reality”, una visione diversa del “Grande Fratello” da parte di Matteo Garrone; infine “Tutto niente niente”, con Antonio Albanese, ancora nei panni dell’onorevole Cetto la Qualunque, che ironizza sulla profezia della fine del mondo fatta dai Maya. ■

vedere un classico, 007, infine potremmo riuscire a capire che cosa aspetta a i vampiri Edward e Bella di Twilight. In “007 Skyfall”, James Bond, alias Daniel Craig, dovrà, in contemporanea, fare i conti con una donna del suo passato che tornerà a perseguitarlo e (come ogni in 007 che si rispetti) cercherà di salvare il mondo da una minaccia incombente. Nella seconda parte dell'ultimo capitolo della saga di “Twilight”, dopo la nascita della figlia di Edward e Bella, Renesmée, i Cullen radunano gli altri vampiri pronti a difendere la loro famiglia e in particolare la bambina dai Volturi. Come andrà a finire? L’anno in corso si chiuderà con l’inizio di una nuova saga, un vero e proprio prequel della trilogia de “Il Signore degli Anelli”. Questa volta, a sbarcare sullo schermo, sarà “Lo Hobbit”, con una double feature: “The


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FESTIVAL DI VENEZIA CRISI E INTEGRALISMO NELLE SCELTE CINEMATOGRAFICHE DI ALBERTO BARBERA

di Claudio Salvati

69 VOLTE CINEMA A VENEZIA

È TEMPO DI FESTIVAL Svelato il cartellone della 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: l’Italia in gara con tre film mentre Bellocchio si ispira al caso di Eluana Englaro. Grande attesa per il ritorno di Terrence Malick (To The Wonder) e Brian De Palma (Passion)

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Sostiene Alberto Barbera, Direttore di ritorno del 69esimo Festival di Venezia, che la presenza di quattro donne autrici di altrettanti film in Concorso non riguarda alcuna quota rosa. Una presenza certamente importante rispetto all’ultima edizione di Cannes, dove risultò imbarazzante l’assenza femminile, ma la sua ironia sul fatto che il diciottesimo film a contendersi il Leone d’Oro – quello a sorpresa – “non sarà cinese”, oltre ad essere una gomitata garbata ai gusti orientali del predecessore Marco Muller, rende questa scelta muliebre il nuovo feticcio di Venezia. Un tormentone giustificato dai nomi di altrettante donne in giuria (le attrici Laetitia Casta e Samantha Morton, la regista Ursula Meier e l’artista Marina Abramovic) accanto a quello del regista Michael Mann, Presidente di una commissione quanto mai poliglotta (Matteo Garrone, Ari Folman, Pablo Trapero e Peter Chan), scelta per giudicare una competizione snella di titoli ma estremamente attuale per temi. Crisi, fondamentalismi politici e religiosi e cultura di genere: questo, in sintesi, il frutto di una revisione costante di pellicole e film, documentari e sperimentazioni che ha premiato un modo nuovo di fare cinema, duttile e low cost, ma anche autoriale ed estremamente impegnato. È il caso di “The Reclutant Fundamentalist”, thriller politico di Mira Nair scelto per aprire la rassegna il 29 agosto. Madrina d’eccezione sarà Kasia Smutniak, che presiederà anche alla cerimonia di premiazione, ma il film Fuori Concorso della regista indiana, premiata nel 2001 per “Monsoon Wedding”, già promette di sollevare polemiche col suo protagonista Riz Ahmed, immigrato in cerca di fortuna nella Wall Street segnata dall’11 settembre. La pellicola segue l’evolversi della sua relazione sentimentale con una donna americana (Kate Hudson), ma inquadrerà soprattutto lo sgretolarsi dei

FESTIVAL DI VENEZIA CRISI E INTEGRALISMO NELLE SCELTE CINEMATOGRAFICHE DI ALBERTO BARBERA

suoi sogni davanti alla crescente ostilità che la paranoica società statunitense gli manifesta. Senza togliere nulla a titoli rigorosi, ma spesso anche indecifrabili, è fuor di dubbio che una manciata di film già meritino l’appellativo di capolavoro o, quantomeno, di evento. Si tratta soprattutto di “To The Wonder” di Terrence Malick, regista che in vent’anni ha diretto tre film per scoprirsi solo recentemente assai prolifico e che, dopo la Palma d’Oro di Three of Life, sbarca a Venezia con una storia d’amore tra America e Parigi ed un triangolo fascinosissimo: Ben Affleck, Olga Kurylenko e Rachel McAdams. E proprio la McAdams promette di essere la nuova star della Mostra, protagonista insieme a Noomi Rapace di “Passion” di Brian De Palma, che dopo “Redacted” (Leone d’Argento a Venezia 2007) torna a far battere il cuore della Settima Arte con un noir ispirato al francese “Crime d’Amour” (2010): un gioco di seduzione estremo tra due donne, amanti e subalter-

ne. L’una, il boss, ruberà un’idea lavorativa all’altra, l’assistente, che sceglierà una sadica vendetta. Altrettanto attesi, come sempre a Venezia, sono i film italiani. Tre titoli capeggiati dal mentore Marco Bellocchio, che con “Bella Addormentata” non solo mette insieme un cast da brivido, Toni Servillo, Alba Rohrwacher ed Isabelle Huppert su tutti, ma rinverdisce i fasti del suo cinema morale con una storia scandita dalle vergogne italiche dietro alla morte di Eluana Englaro. Quasi un derby con “É stato il figlio”, pellicola di Daniele Ciprì che proprio in Toni Servillo ha il suo punto forte. Tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Alaymo, il film parla di un padre dalla vita spezzata per la morte accidentale della figlia durante un regolamento di conti mafioso. Certo, le assonanze con l’exploit di Cannes 2008 ci sono tutte: allora l’attore sfilava sulla Croisette con “Il Divo” e “Gomorra”, u

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FESTIVAL DI VENEZIA CRISI E INTEGRALISMO NELLE SCELTE CINEMATOGRAFICHE DI ALBERTO BARBERA

due film destinati al grande successo internazionale. Di tutt’altro stampo è “Un giorno speciale”, commedia di Francesca Comencini che parla di crisi e di giovani, tra sogni e compromessi. Chissà con quale occhio di riguardo i giurati guarderanno Linhas de Wellington, titolo portoghese di Valeria Sarmiento, che eredita un progetto già cullato dall’ultracentenario Raoul Ruiz, e dirige il suo film di guerra come se fosse una partita a scacchi tra Il Generale Wellington e Napoleone. Molto simili, ma decisamente diversi per stile, so-

borsa per tentare di convertire le persone (Paradise: Gaube). Decisamente più surreale è “Superstar” di Xavier Giannoli, che strizzando l’occhio al Reality del giurato Garrone racconta di un uomo che tenta di sfuggire ai rigurgiti di una improvvisata, quanto inspiegabile fama. Meno avventurosi e più contemplativi appaiono sulla carta Sinapupunan di Brillante Mendoza (una ragazza filippina in cerca di una madre surrogata) e “Izmena” di Kirill Serebrennikov (un uomo e una donna scoprono che i rispettivi partner li tradiscono: ma non ricorda il capolavoro di Wong Kar-wai, In The Mood For Love?), per terminare con due film che forse più di tutti posso vantare qualche velleità ribellistica: Spring Breakers dell’americana Harmony Korine, in cui quattro teenagers si dedicano al furto di pizzerie e fast food per pagarsi le vacanze estive e “At Any Price” di Ramin Bahrani, in cui un commerciante mette in dubbio tante scelte personali e familiari per un sogno ricorrente, quello di fare il pilota. Se il Fuori Concorso presenta nomi decisamente più appetitosi (Robert Redford, Amos Gitai, Spike Lee, Susanne Bier, Jonathan Demme), è soprattutto il

KASIA SMUTNIAK SARÀ LA MADRINA DELLA 39ESIMA EDIZIONE DELL'ATTESISSIMO APPUNTAMENTO CON IL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA

no Pieta e Outrage Beyond: il primo, contraddistinto dalla flemma poetica di Kim Ki-duk, è incentrato sulla vita di uno strozzino senza scrupoli, che incontra una donna che dice di essere sua madre; l’altro di Takeshi Kitano, regista pop e violento, parla dell’ascesa degli Yakuza di Outrage e dell’inevitabile lotta tra clan per il potere. Se politico appare il nuovo film del geniaccio francese Olivier Assays (Après Mai: uno studente parigino ed il maggio sessantottino), decisamente polemico è l’esordio di Rama Burshtein, che ambienta all’interno delle gerarchie di una famiglia ultraortodossa il suo Lemale et Ha’Chalal. È probabile, tuttavia, che gli esiti più coraggiosi o quantomeno curiosi provengano dal talento degli emergenti Bronsens & Woodworth, che in “La cinquième saison” s’interrogano sui cambiamenti climatici del pianeta, oppure da quello quasi irritante di Ulrich Seidl, che non ha paura di offendere lo scranno cattolico con la storia di Anne Marie, che gira con una statua della Madonna in

IN CARTELLONE DAL 29 AGOSTO ALL’8 SETTEMBRE Nella pagina: Kasia Smutniak, sarà la regina e la madrina del Festival di Venezia, giunto alla 69esima edizione. Kasia sarà presente alla cerimonia d'apertura e di chiusura della Mostra del Cinema in laguna. A fianco: i “fuori categoria” di lusso Robert Redford, Javier Bardem e Susan Sarandon

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documentario sul lavoro teatrale di Peter Brook a destare maggiormente l’ansia dell’attesa: prima di tutto per il prestigio culturale legato ad uno dei più grandi sperimentatori teatrali viventi, poi per la segretezza, finalmente svelata di una passione artistica che non ha eguali in Europa e nel mondo. Se una geografia cinematografica tanto dislocata alimenta sensazioni terzomondiste per un red carpet che parrebbe snobbato dalle star che

contano, ci penseranno i nomi di Javier Bardem e James Franco, Susan Sarandon e Emmanuelle Seigner, Winona Ryder e Stanley Tucci a far titillare di desiderio le aspettative dei tanti fan e cinefili presenti al Lido. Certamente la selezione di Barbera mette in riga una serie di ambizioni assai rare all’interno del sistema divistico contemporaneo. Quello, per intenderci, che considera un diritto inalienabile la partecipazione a questo o quel festival (come dimenticare la stizza di George Clooney, escluso nel 2010 con The American per dare spazio a Natalie Portman con Black Swan?), relegando così la scoperta di nuovi culti e fenomeni a meccanismi decisamente più popolari. Il rigore di Venezia 69 sembra invece ripristinare un equilibrio qualitativo sin dal numero dei film in concorso, decisamente ridotto per evitare le abbuffate ansiogene delle ultime edizioni, senza contare che America e Italia partecipano alla competizione con tre film a testa. Un numero più che democratico se si considera la presenza massiccia di Hollywood a Cannes e Berlino. ■


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EVENTI LA REGATA STORICA DI VENEZIA

di Paolo Del Panta

VOGA ALLA VENETA

LA STORIA DI VENEZIA... IN UNA REGATA L’acqua è l’elemento che maggiormente caratterizza Venezia e non è certamente un caso che la Regata Storica, la festa più conosciuta e spettacolare della città, si svolga proprio sulle acque del Canal Grande. Quest’anno in programma da domenica 2 settembre

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EVENTI LA REGATA STORICA DI VENEZIA

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Un corteo storico (una sfilata di imbarcazioni tipiche cinquecentesche, con in testa il caratteristico Bucintoro, la barca di rappresentanza della Serenissima) rievoca l’accoglienza riservata nel 1489 a Caterina Cornaro, sposa del Re di Cipro, che rinuncia al trono in favore di Venezia. Quest’anno l’appuntamento è per domenica 2 settembre. Seguono poi decine e decine di imbarcazioni multicolori con gondolieri in costume che trasportano il doge, la dogaressa, Caterina Cornaro, tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato glorioso di una delle Repubbliche Marinare più potenti e influenti del Mediterraneo. Assiepati lungo le rive, oppure ospitati nelle tribune galleggianti, o nelle imbarcazioni ormeggiate lungo il Canal Grande, gli spettatori partecipano appassionatamente, con grida di incoraggiamento rivolte ai propri beniamini impegnati nelle competizioni agonistiche. C Futura CondensedPunti cruciali e più importanti, le tappe fondamentali della Regata Storica di Venezia, sono da sempre: lo spagheto o cordin, il filo teso alla partenza, all’altezza degli attuali Giardini; il paleto, un palo infisso nel mezzo del Canal Grande all’altezza di San’Andrea della Zirada, attorno al quale le barche girano e dove (così si afferma per tradizione) si determinano le posizioni dei primi in bandiera (i vincitori); la machina, edificio galleggiante che poggia su una chiatta lignea, ricca d’intagli policromi e dorati, luogo deputato all’arrivo e alla premiazione della Regata Storica di Venezia. ■

LA REGATA STORICA È L'APPUNTAMENTO PRINCIPALE DEL CALENDARIO ANNUO DI GARE DI VOGA ALLA VENETA, DISCIPLINA UNICA AL MONDO PRATICATA DA MILLENNI NELLA LAGUNA DI VENEZIA

IL PROGRAMMA 2012 ✑

DOMENICA 2 SETTEMBRE 2012

CORTEO STORICO - SPORTIVO sfilata lungo il Canal Grande di imbarcazioni storiche con figuranti in costume, gondole e imbarcazioni delle associazioni remiere di voga alla veneta. Percorso: dal Bacino di San Marco lungo il Canal Grande

REGATA DEI GIOVANISSIMI SU PUPPARINI A DUE REMI Percorso: Giardini di Castello, Bacino San Marco, Canal Grande, Rialto (giro del paleto all'altezza della Banca d'Italia), ritorno e arrivo a Ca' Foscari.

REGATA DELLE DONNE SU MASCARETE A DUE REMI Percorso: Giardini di Castello, Bacino

San Marco, Canal Grande, Rialto (giro del paleto tra Riva de Biasio e San Marcuola), ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca' Foscari.

REGATA DELLE CAORLINE A SEI REMI Percorso: Giardini di Castello, Bacino San Marco, Canal Grande, Rialto (giro del paleto all'altezza della stazione ferroviaria di Santa Lucia), ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca' Foscari.

REGATA DEI GONDOLINI A DUE REMI Percorso: Giardini di Castello, Bacino San Marco, Canal Grande, Rialto (giro del paleto all'altezza della stazione ferroviaria di Santa Lucia), ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca' Foscari.

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ANNIVERSARI GRACE KELLY, ICONA DI STILE ED ELEGANZA

di Claudio Salvati

ANEDDOTI E PETTEGOLEZZI DEL MITO DI MONACO

30 ANNI SENZA GRACE Attrice, Principessa e musa di Alfred Hitchcock. Grace Kelly ha vissuto una fiaba segnata da un destino sfortunato. A trent’anni dalla morte (14 settembre 1982) è l’eterea Nicole Kidman a far rivivere al cinema il suo “ghiaccio bollente”

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ANNIVERSARI GRACE KELLY, ICONA DI STILE ED ELEGANZA

Quanta ambiguità si nasconde dietro la sfavillante vita di Grace di Monaco? Un’icona di successo contro la quale non sono ammesse contestazioni, neanche in merito a quell’Oscar del 1955, conquistato per un film non certo paragonabile agli esiti hitchcockiani (tre, per altrettanti capolavori). Probabilmente “La ragazza di Campagna” di George Seaton non ha nemmeno la radiosità di “Sabrina” di Billy Wilder, oppure la disperazione di “È nata una stella” di George Cukor, pellicole per le quali anche Audrey Hepburn e Judy Garland furono nominate quell’anno. Tuttavia quella storia di moglie leale e devota che rimane al fianco del marito, nonostante gli errori di un matrimonio non proprio paradisiaco, ha il sapore del contrappasso rispetto ai ricordi di una diva dall’esistenza funestata dalla morte, tragica e fatale come la femmina che era lontana dal grande schermo. Sono effettivamente tanti gli aneddoti sui cinque anni da regina che la Kelly si concesse ad Hollywood per meglio prepararsi all’interpretazione della sua vita, quella di moglie, madre e principessa perfetta. Alcune dicerie sembrano anche un po’ sudice, come quelle rivelate da Gary Cooper, suo compagno di letto in “Mezzogiorno di Fuoco” (1952), e non basta riconoscere che sì, quel film fu davvero un capolavoro, per dimenticare la rozzezza dell’attore per il quale Grace era “un pesce lesso finché non le toglievi le mutande: allora diventava un vulcano”. Sembrano quindi proverbiali le parole di Alfred Hitchcock, che aveva icasticamente descritto la “sua” attrice col celebre ossimoro di “ghiaccio bollente”. Forse il prossimo film del regista Olivier Dahan, “Grace of Monaco” (2013), svelerà tutte le magagne segrete della Kelly, ma molto più probabilmente santificherà quell’eterea bellezza che solo Nicole Kidman si è potuta permettere il lusso d’interpretare. Un lusso che non è mai mancato nella vita della donna, della quale il 14 settembre ricorre il trentesimo anniversario di una scomparsa leggendaria, che tuttavia pare avulsa da qualunque logica celebrativa. Non una mostra o un libro, forse qualche tributo cinematografico in tv ed una pervicacia nel tener lontano dai riflettori un mito che ha illuminato il technicolor hollywoodiano con una luce abbagliante per almeno dodici film. Tredici se si considera Rearranged, storia incompiuta del 1982 e gelosamente custodita nella cassaforte della famiglia Kelly. Il senso del titolo originale rimanda ad un “cambio di programma”, una svolta per la Principessa che sognava il suo ritorno al cinema, e che invece divenne sterzata mortale tra i vorticosi tornanti di Cap d’Ail. L’autopsia rivelò un ictus

INEDITA GRACE Al cinema era una star. Nella vita diventò una principessa. Niente male per una ragazzina che si imbarazzava a parlare di uomini e aveva il complesso del seno piccolo

fulminante che quel giorno le avrebbe procurato due emorragie cerebrali, una delle quali mortale: in questo modo ingrato se ne è andata colei che tuttora incarna con sublime aderenza la fascinazione che ogni ragazzina sogna al cospetto del suo principe azzurro. Eppure quel giorno d’aprile del 1956 non si celebrò solo un matrimonio da favola, ma anche la salvezza di un Principato sommerso dai debiti, grazie all’allure di una donna col pallino per gli affari. Figlia di ricchi palazzinari americani, Grace Kelly capì che ciò che non poteva svilupparsi in larghezza avrebbe potuto trovare nuove prospettive in altezza: quel faz- u

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ANNIVERSARI GRACE KELLY, ICONA DI STILE ED ELEGANZA

NICOLE COME GRACE Nicole Kidman potrebbe interpretare Grace Kelly nel biopic Grace of Monaco. La notizia è di quelle che mettono i brividi non tanto e non solo per la somiglianza fisica, ma per l’apparente affinità d’animo fra le due

Tuttavia girò con lei altri due capolavori (Il Delitto Perfetto - 1954, e Caccia al Ladro 1955) prima di perderla per sempre tra le strade di Monaco, dove le sue scorribande automobilistiche con Cary Grant destarono l’attenzione del Principe che la sottrasse alla prospettiva di invecchiare sotto ai riflettori del grande schermo. Il prezzo da pagare per una morte leggendaria fu saldato con altri due film un po’ scialbi che la Metro Goldwyn Mayer le cucì addosso come fossero stati abiti di Edith Head,

zoletto di terra, che imparò a chiamare “casa”, divenne regno di ricchezze e grattacieli, paradiso fiscale per miliardari silenti come erano i Kelly a Philadelphia. Una famiglia che in America non si ricorda solo per la grazia di Grace, ma anche per le medaglie olimpiche del padre John, atleta di lungo corso (nella specialità del canottaggio), almeno quanto la madre Margaret, che fu la prima donna ad insegnare educazione fisica nella University of Pennsylvania. Fu lo zio paterno George, commediografo di successo (ovviamente) con un Pulitzer sul caminetto, a stimolare il lato artistico della giovane Grace, che aveva solo 22 anni quando Henry Hathaway la scelse per la parte marginale di ragazza spaurita ne “La quattordicesima ora” (1951). La fortuna le fece incontrare subito i favori di pubblico e critica con “Mogambo” (1954), che l’avvicinò alla sua prima Nomination all’Oscar accanto a Clark Gable, il quale era anche il sogno proibito dell’attrice e sempre le si negò con sospetta ostinazione. Il decano della letteratura americana Gore Vidal raccontò al biografo James Spada di una Grace Kelly che “si portava a letto tutti i protagonisti dei [suoi] film”, e che aveva quasi predilezioni edipiche”. L’incontro con Hitchcock fu in effetti folgorante solo per il mentore, dal momento che la musa s’invaghì del maturo James Stewart. Il Re del Brivido si accontentò di spiare col cannocchiale la consenziente Grace, che tutte le notti si spogliava per il regista de “La finestra sul cortile” (1954).

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storica costumista che contribuì esosamente al mito di Grace. “Alta Società” (1956) ed “Il Cigno” (1956) ripagarono ampiamente il trattamento di fine rapporto, ma quell’addio forzato fu spesso causa di malumori tra gli agi e i sollazzi della coppia regale. Lei sempre pensò ad un grande ritorno con Hitchcock, che la “esigeva” per “Marnie” (1964). Ma poteva la Principessa tornare ad Hollywood per interpretare una ladra frigida, nevrotica, figlia di una prostituta? Lo scandalo si acquietò con la nascita di tre figli, ma probabilmente è vero che l’eccellenza salta una generazione, a giudicare dalla nipote Charlotte: un’avvenenza giovanile capace di stregare tutti. Probabilmente anche Sir Alfred, malgrado preferisse le bionde. ■


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design designdesign

design

design

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design

di LAURA SAGGIO

SETTEMBRE È IL MESE DEL DESIGN A LONDRA 100% Design London è la più importante fiera del Regno Unito dedicata al design d'interni contemporaneo. Quest'anno si svolgerà (dal 19 al 22 settembre) la 17ª edizione della Manifestazione, che si preannuncia carica di aspettative. La rassegna è dedicata in particolare alla sezione dei mobili ed accessori arredo,

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accessori per il bagno e la cucina, finitura delle superfici, tessuti, accessori per l'illuminazione, tendaggi e rivestimento superfici. La fiera ha il grande merito di miscelare architettura e design con prodotti innovativi e moderni: inoltre, è internazionalmente riconosciuta come un eccellente polo di attrazione per noti designer e leader del settore, oltre ad essere un trampolino di lancio per i giovani talenti. Il prestigio della manifestazione è sottolineato dalle cifre delle passate edizioni che parlano da sole, oltre 350.000 tra: operatori professionali, architetti, interior designer e rivenditori/distributori; media e visitatori non specializzati provenienti da tutto il mondo. Per quest'anno le attese sono altrettanto ottimiste, tanto che l'organizzazione ha

voluto puntare a incrementare la sua fama affidandosi alle esperte mani di Media 10, una delle principali testate giornalistiche del settore e organizzatrice di eventi a carattere internazionale. L'area espositiva sarà suddivisa in quattro siti dedicati (100% Kitchens & bathrooms, 100% Office, 100% Interiors e 100% Eco Design & Build) ai quali si affiancherà l'area internazionale. In esposizione, come ogni anno, i migliori marchi del design contemporaneo, attentamente selezionati dagli organizzatori per offrire un'accurata presentazione dei prodotti ai più importanti designer, architetti e operatori del campo.

I settori merceologici in vista sono: accessori per la casa, bagni, tessuti, caminetti, pavimenti, mobili, riscaldamento, condizionamento, arredamento per bambini, cucine, illuminazione, pittura, porte e finestre. 100% Design London è un nodo fondamentale che unisce nella sua ragnatela il meglio del design mondiale; un appuntamento da non perdere. www.100percentdesign.co.uk


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DESIGN LONDRA CAPITALE DEL DESIGN

di Eugenio Bonardi

LONDON DESIGN FESTIVAL

IL DESIGN VA IN FESTIVAL

Cresce l’attesa per l’annuale manifestazione di design a Londra di settembre. Lo stesso sindaco di Londra, Boris Johnson, definisce il festival “una vetrina

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impareggiabile di alcune delle migliori idee creative dal Regno Unito e dal mondo”

Avrà luogo fra i prossimi 14 e 23 settembre, la celebre mostra e vetrina di design più emozionante e innovativa dell’Inghilterra. Per dieci giorni, la metropoli inglese, si colora di una grande varietà di eventi, che mettono in mostra il fascino e la ricchezza della progettazione, con il Victoria and Albert Museum come principale punto di interesse. Molte altre importanti attrazioni in vari punti della città, daranno per dieci giorni il loro contributo, ospitando ogni giorno, esposizioni di ogni tipo. C’è una’ampia scelta, a partire dall’arredamento, fino all’architettura, passando

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per il vetro, la ceramica, i tessuti, la moda, la grafica e così via. Proprio per un così vasto numero di eventi, che supera i 300, l’organizzazione consiglia, per chi desidera partire, di entrare in possesso di una mappa londinese e studiare attentamente la pianificazione della visita. Anzi, consultando il sito ufficiale, www.londondesignfestival.com, si ha l’occasione di poter salvare il proprio itinerario e di poterlo condividere con altri utenti. Il festival è giunto alla sua decima edizione, è infatti nato nel 2003, con l’intento di da-

re un’importante occasione al design internazionale e trasformare Londra in una delle principali capitali della creatività e della progettazione. Da sempre, il festival si svolge per dieci giorni nel mese di settembre e, come ogni anno, catalizza l’attenzione di molti visitatori, addetti ai lavori e non; basti pensare che nel 2011, ci sono state ben 350.000 presenze. Dal 2009 il Victoria and Albert Museum è la principale sede del festival. È l’area del recente centro Sackler ad ospitare mostre, incontri e spettacoli. Il visitatore avrà quindi


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DESIGN LONDRA CAPITALE DEL DESIGN

IL LONDON DESIGN FESTIVAL È UN’ESPLOSIONE DI COLORI, DI ESIBIZIONI, DI EVENTI, DI INSTALLAZIONI E NOVITÀ DI PROVENIENZA GLOBALE

l’occasione, sia di assistere agli eventi, messi a disposizione dal festival, sia di apprezzare le opere esposte nel più grande museo delle arti decorative del mondo. Infatti, fondato nel 1852 e dedicato al principe Alberto e alla regina Vittoria, contiene 4 milioni e mezzo di oggetti, relativi a 5.000 anni di arte, dall’antichità, fino ai giorni nostri. Si potranno ammirare ceramiche, vetro, costumi, tessuti e soprattutto la più grande collezione al mondo di scultura post classica. È situato in una zona che a Londra, viene definita “Albertopolis”, nel Brompton, importante polo culturale della città, vista la presenza,

nella stessa area, del Museo di Storia Naturale e dello Science Museum. Il museo offre attualmente, anche negozi, giardini, gallerie e strutture turistiche. Il festival prevede, dal 2007, la premiazione dei contributi migliori al design contemporaneo con l’assegnazione della London Design Medal, realizzata da Domenic Lippa di Pentagram, famoso design studio internazionale. Nel 2007 il prestigioso premio è stato vinto da Zaha Hadid, prima donna architetto musulmana ad aver avuto importanti riconoscimenti come il Pritzker Architecture Prize, equi-

valente al Nobel per l’architettura. Negli anni successivi si sono imposti Marc Newson, Sir Paul Smith, Thomas Heatherwick e Ron Arad, per le loro creazioni architettoniche, sia di interno che di esterno, che come designer industriali. Nel 2011, a dimostrazione di quanto il concetto di design, sia inteso in senso lato, il premio alla carriera è andato al parrucchiere Vidal Sassoon per l’invenzione delle sue linee geometriche, che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo “dell’artigiano che ha cambiato il mondo con un paio di forbici”. Cosa troverà il visitatore nel 2012? Sicuramente una serie di opere che tentano di coniugare la bellezza dei materiali tradizionali e le forme essenziali della modernità, con un’attenzione particolare alle problematiche dell’ambiente. La linea guida sarà infatti, anche il risparmio dei materiali, la cui crescente richiesta, ha come conseguenza l’emissione di carbonio da parte dell’industria. La produzione di cemento e acciaio ha ormai raggiunto livelli eccezionali e continua a rivelarsi indispensabile. Come è possibile conciliare ciò, con la salvaguardia ambientale? Di questa tematica si parlerà alla riunione programmata per il 20 settembre alle 18:30, presso la Royal Accademy of Engineering. Julian Allwood proporrà una riflessione, supportata da una equipe di alcuni ricercatori, su come continuare a viaggiare verso la modernità, riducendo l’uso dei materiali. Tra le novità, vi consigliamo anche una visita alla mostra Digital Crystal, allestita presso il Design Museum, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 17:45, fino al 21 settembre. La collaborazione tra il Cristallo Swarovski e Designer in residence, celebra quest’anno il suo decimo anniversario con opere di artisti come Harry Trimble, Oscar Medley-Whitfield, Lawrence Lek, Freyja Sewell e Yuri Suzuki, tutte realizzate intorno alla tematica del risparmio. Mostre come queste hanno una valenza fondamentale per la cultura dell’uomo. In questi giorni, l’attenzione di tutti si orienta, giustamente, alle olimpiadi, che si svolgeranno in Agosto nella capitale britannica. Chi può però, vada a Londra per partecipare ad u

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DESIGN LONDRA CAPITALE DEL DESIGN

PER SAPERNE DI PIU’ ✑ Il London Design Festival, quest’anno dal 15 al 23 settembre 2012, è uno degli eventi di design più importanti al mondo per creatività e innovazione. I numerosi spazi espositivi che ospitano l’evento sono distribuiti in tutta la città: al Victoria Albert Museum, nei quartieri di Covent Garden, Clerkenwell, Earl’s Court, Holborn, Shoredich, la Cattedrale di St.Paul e tantissime altre gallerie e spazi distribuiti per tutta Londra. Il London Design Festival è un’esplosione di colori, di esibizioni, di eventi, di installazioni e novità di provenienza globale. www.londondesignfestival.com

un evento, sicuramente meno conosciuto, ma altrettanto interessante. Prima di tutto perché il mondo del design, profondo conoscitore della società, ne intuisce e ne anticipa le esigenze. Ci presenta in qualche modo il nostro futuro. Inoltre, se è vero che il design cerca di legare il dato tecnico all’elemento estetico, spinge anche l’individuo a superare il rapporto usa e getta, che noi oggi troppo spesso abbiamo con le cose. L’attenzione per la forma in oggetti che fanno parte della nostra quotidianità (una sedia, un televisore o un’automobile) ci porta oltre il consumo, alla riscoperta del bello, a volte dimenticato. ■

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DESIGN ANCHE PARIGI HA LA SUA SETTIMANA DEL DESIGN

di Eugenio Bonardi

PARIS DESIGN WEEK

UNA CITTÀ AI PIEDI DEL DESIGN Prima della Gran Bretagna, dove si terrà il London Design Festival, dal 10 al 16 di settembre, saranno i francesi ad ospitare una mostra dedicata al design. A seguito del il successo del 2011, in cui gli organizzatori hanno registrato 60.000 presenze, quest’anno l’obiettivo è puntare più in alto...

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DESIGN ANCHE PARIGI HA LA SUA SETTIMANA DEL DESIGN

Elemento principale del 2012 sarà la creatività; gli eventi che riempiono il cartellone, metteranno in mostra un design multisfaccettato, culturale e commerciale allo stesso tempo. Sono previste esposizioni legate al mondo della grafica, della moda, dell’oggettistica, che coinvolgeranno professionisti e non. Anzi, il tentativo sarà quello di dare spazio ai giovani e di scoprire soprattutto nuovi talenti. Nel 2011 si è svolta la prima edizione e il successo è stato garantito grazie alla partecipazione di nomi importanti del design francese, come Cinna e Ligne Roset e italiani come De Padova, Artemide, Frau e Cappellini. Quest’anno si replica, grazie all’organizzazione di Maison & Objet e l’intera città sarà coinvolta con 150 luoghi in cui scoprire 250 progettisti. L’obiettivo è che il visitatore si immerga liberamente in ogni spazio creativo, apprezzando la combinazione di forme, materiali e colori, proiettandosi nel futuro, attraverso le innovazioni di grandi firme. Sono già in programma percorsi a tema, tra cui Arte e design, Design e architettura, Design digitale & Innovazione. Un progetto in particolare riguarderà i bambini (Parigi e bambini) e un altro sulla Mobilità e lo sport. Parigi è il luogo perfetto per ospitare qualunque iniziativa culturale; del resto è la città delle idee, dell’innovazione e della capacità di integrare vecchio e nuovo. ■

APPUNTAMENTO A PARIGI Dal 10 al 16 settembre la Paris Design Week galvanizza la capitale francese

PER SAPERNE DI PIU’ ✑ PARIS DESIGN WEEK ✑ Quando: dal 10 al 16 settembre. Fondata nel settembre 2011 dagli organizzatori di Maison & Object, l'edizione 2012 della Settimana del Design di Parigi invita il visitatore in più di 150 locations, per scoprire le creazioni di 250 progettisti. Questo evento sarà caratterizzato da esordienti e professionisti ,per offrire una panoramica su tutta la gamma del design contemporaneo, nel cuore della capitale francese. ✑ Per ulteriori informazioni visitare il sito del Paris Design Week www.parisdesignweek.fr

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cultura

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cultura

di LAURA SAGGIO

L'ARCHITETTURA “CONDIVISA” DELLA BIENNALE La 13esima Mostra Internazionale di Architettura dal titolo “Common Ground”, diretta da David Chipperfield e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, aprirà le porte al pubblico da mercoledì 29 agosto a domenica 25 novembre 2012. L'attesissimo evento ospiterà in unico percorso espositivo, dal Padiglione Centrale ai Giardini, fino all'Arsenale, migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. 65 i progetti realizzati, alcuni creati appositamente per la Mostra, dai 112 espositori tra

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architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi. Dalle parole del presidente Baratta risulta chiaro l'intento della Biennale: “L'architettura è per noi l'arte dell'organizzazione dello spazio che condividiamo e l'espressione Common Ground a questo concetto direttamente ci riconduce. L'architettura è lo strumento per realizzare quella res pubblica che è luogo dei singoli che appartiene a tutti, essa è l'Artemide che metamorfizza la proprietà privata in bene pubblico”. Riaffermare, dunque, l'esistenza di una cultura

architettonica caratterizzata non solo dal genio dei singoli talenti, ma anche da un radicato patrimonio culturale fatto di idee differenti ma figlie di una storia comune, in uno spazio collettivo e condiviso. La condivisione delle differenze è essenziale all'idea di una cultura architettonica sana e innovativa. La Mostra sarà affiancata, come di consueto, negli storici Padiglioni ai Giardini, all'Arsenale e nel centro storico di Venezia, da 55 Partecipazioni nazionali. Le nazioni presenti per la prima volta saranno 4: Angola, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Perù.

Il Padiglione Italia all'Arsenale è organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC - Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanea, e sarà, per la prima volta, ecosostenibile: “La sostenibilità - ha detto Zevi, architetto e urbanista curatore del Padiglione - è anche una grande opportunità per migliorare la qualità nel settore dell'edilizia”. Gli Eventi collaterali ufficiali della 13esima Mostra Internazionale di Architettura saranno proposti da enti e istituzioni internazionali che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città. L'architettura della Biennale, come punto di riferimento per l'urbanistica, è, quindi, l'arte di organizzare uno spazio costruito per essere condiviso da una identità individuale e collettiva. www.labiennale.org


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ARTE ROMAEUROPA FESTIVAL 2012

di Laura Saggio

ARTISTI DA TUTTO IL MONDO NELLA CAPITALE

INCONTRI D’A Europa, Asia, America, Oceania, Africa si incontrano sui palcoscenici del 27° Romaeuropa Festival diretto da Fabrizio Grifasi, in una partitura fatta di danza, teatro, musica, cinema, incontri con gli artisti, arti visive e sfide tecnologiche

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Una grande orchestrazione con 43 spettacoli proposti dalla Fondazione Romaeuropa in partnership con Telecom Italia e con Ambasciate e centri culturali provenienti da diverse parti del mondo… dal Goethe Institut, all’Ambasciata del Portogallo, l’Ambasciata di Israele, l’ Istituto Cervantes, l’Istituto Svizzero… “All that we can do”, tutto quello che noi possiamo fare, è l’invito che il Romaeuropa Festival rivolge al suo pubblico, sensibile all’urgenza della creazione artistica protagonista di una società che cambia.

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SETTEMBRE 2012

Da sempre sensibile all’innovazione, quest’anno Romaeuropa trova il suo fulcro, anche tecnologico, in due iniziative: Digital Life 2012, un festival nel Festival dove gli artisti della scena trasmigrano negli spazi espositivi e gli artisti visivi invadono i palcoscenici. 29 installazioni all’insegna di arte e tecnologia, in scena alla Ex GIL di Trastevere, al MACRO Testaccio e all’Opificio Telecom Italia. E poi, Metamondi, rassegna ideata con Telecom Italia che allarga il pubblico dalla sala alla rete con 4 spettacoli in live streaming


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ARTE ROMAEUROPA FESTIVAL 2012

RTE A ROMA “

INSTALLAZIONI MULTIMEDIALI, AMBIENTI SONORI, VIDEOARTE, OPERE INTERATTIVE, INCONTRI ED EVENTI SCANDIRANNO IL TEMPO CHE CI GUIDA DA OGGI AL FUTURO

e on demand su telecomitalia.com, con forum dedicati, allo scopo di indagare le potenzialità di internet, delle community e dei social network nella cultura e nelle attività culturali.

il teatro Akram Khan inaugura Romaeuropa 2012 il 26 settembre al Teatro Argentina con il suo nuovo spettacolo Desh . È la conferma del vitale rapporto coproduttivo con il Teatro

di Roma, ripreso nel 2011, e che quest’anno vedrà sullo storico palcoscenico romano: “Refuse the hour di William”, con la danzatrice sudafricana Dada Masilo, “Birds with skymirrors” del coreografo samoano Lemi Ponifasio, “Soprattutto l’anguria” per la regia di Massimiliano Civica, e infine “Quicksand”, scrittura a più voci di quattro drammaturghi che affrontano insieme il tema spinoso del rapporto tra sicurezza e libertà degli individui.

la letteratura

L’universo letterario esonda sulla scena negli spettacoli di ricci/forte “Imitationofdeath” ispirato al mondo di Chuck Palahniuk, “Disgrace” di Kornél Mondruczó , sul romanzo omonimo di J. M. Coetzee, Città di Ebla che mette in scena “The dead” rimando all’ultimo racconto dei “The Dubliners” di James Joyce, e “Il rimedio della Fortuna” dell’ensemble Sentieri selvaggi e il duo di videoartisti Masbedo, con una splendida Fanny Ardant come voce narrante.

la danza La più importante compagnia di danza israeliana, Batsheva Dance Company, diretta dal coreografo Ohad Naharin, presenta due spettacoli: Deca dance 2012 e Sadeh 21. Figura apicale della danza italiana, Virgilio Sieni invece ha scelto i palcoscenici di Romaeuropa per la prima romana del suo ultimo lavoro, “De Anima”, mentre dalla Spagna arrivano per la prima volta in Italia le nuove proposte di Daniel Abreu, Animal e Muriel Romero e Pablo Palacio con “Stocos”.

la musica La musica contemporanea trova sponda nell’Omaggio a Philip Glass, realizzato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Musica per Roma, in “Viva!” otto concerti con la musica nuova dall’Italia curati da Pino Saulo e la redazione di Battiti/Rai Radio3 (Tumble, In Zaire, Hobocombo, u

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ARTE ROMAEUROPA FESTIVAL 2012

LA MANIFESTAZIONE Nove prime italiane, una prima europea e cinque prime assolute in programma dal 26 settembre al 25 novembre in 8 luoghi della città (Teatro Argentina, Palladium Università Roma Tre, Teatro Eliseo, Auditorium Conciliazione, Teatro Vascello, Auditorium Parco della Musica, Brancaleone, Opificio Telecom Italia)

Mombu, Nicola Ratti, Luminance Ratio, BeMyDelay, Squadra Omega), e il ciclo di quattro appuntamenti al Brancaleone con la musica elettronica e la musica dance di Sensoralia. Ospite storico del Festival, Bill T. Jones torna a Romaeuropa per festeggiare il trentennale della sua compagnia fondata con Arnie Zane: due gli spettacoli in programma, “30th anniversary program”, con i Solisti dell’Orchestra Roma Tre e la sua nuova creazione “Story/Time”. Due donne coreografe affrontano invece i riti e le smanie della vita quotidiana: Sasha Waltz propone uno dei suoi classici “Travelogue I - Twenty to Eight”, mentre Constanza Macras presenta il suo recentissimo “Here/After”. Cuore pulsante del Romaeuropa Festival 2012 è il focus dedicato a John Cage in occasione di un triplo anniversario, 100 anni dalla nascita, 20 dalla morte, 60 dalla sua partitura più celebre - 4’33’’ –: la personalità del compositore statunitense che ha più influenzato la musica mondiale stimola a nuove creazioni, come nel caso di “Danza” preparata del coreografo portoghese Rui Horta, l’esecuzione di suoi storici brani in due concerti al Palladium, con gli ensemble “Contempoart” e “Per John Cage”, un ciclo di film, video e riprese di performance , dove emerge la collaborazione di Cage con Nam June Paik e il movimento “Fluxus, nonché incontri”. romaeuropa.net ■

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INTERVISTE AGLI ARTISTI, ESTRATTI VIDEO, APPROFONDIMENTI E PILLOLE DELL’ARCHIVIO STORICO DI ROMAEUROPA, SARANNO DISPONIBILI SUL NUOVO CANALE ROMAEUROPA WEB TV, INAUGURATO IL PROSSIMO 7 GIUGNO E ACCESSIBILE ALL’INDIRIZZO ROMAEUROPA.NET


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SOCIETÀ CREDERE NEL KARMA... FA BENE

di Samantha De Martin

TRA PSICOLOGIA E SUPERSTIZIONE

INVESTIRE NEL KARMA Una ricerca condotta dalla University of Chicago booth School of Business e dalla University of Virginia rivela come spesso le nostre azioni siano svolte come se potessimo ottenere fortuna dal fato agendo rettamente, con l'aspettativa che l'universo ci ripaghi della nostra buona condotta

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Il karma esiste! Quante volte avremo pronunciato questa frase assistendo al verificarsi di un avvenimento, appellandoci al principio di concatenazione, diffuso presso le religioni e le filosofie religiose indiane o originarie dell'India, secondo cui ogni azione provoca una reazione, confidando nel potere delle “buone opere”, fiduciosi nel ritenere che ogni cosa fatta ci verrà prima o poi restituita. In questa sorta di atteggiamento, probabilmente dominato da una buona dose di superstizione, che lascia trapelare una specie di “de-responsabilizzazione” dell'individuo, bisognoso di riversare sulla capricciosa imprevedibilità del fato l'incertezza della propria precaria condizione, buona parte dell'umanità ama crogiolarsi spesso abbandonan-

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dosi ad un'inoperosa esistenza o ad un agire votato alle belle azioni. Karma è un termine d'uso nelle lingue occidentali come forma nominativa del termine sanscrito Kárma che ha origine dalla radice verbale “k” avente il significato di 'fare' o “causare”, presupponendo la condizione di “creare qualcosa agendo”. La dottrina moderna di karman, originata dalle speculazioni religiose delle Upani ayurvediche, è oggi centrale nell'Induismo, nel Buddhismo, nel Sikhismo e nel Jainismo e, diffusasi in occidente nel corso del XIX secolo, è anche al centro di molte dottrine New Age. Una nuova ricerca condotta dalla University of Chicago Booth School of Business e

dalla University of Virginia suggerisce che, anche quando un esito è fuori dal nostro controllo, spesso agiamo come se potessimo ottenere fortuna dal fato agendo rettamente, con l'implicita aspettativa che l'universo restituisca il favore; un fenomeno che gli studiosi definiscono “investimento nel karma”. I ricercatori universitari hanno affermato che il loro lavoro - pubblicato questo mese in Psychological Science - si è ispirato a quei tipi di patti che facciamo quando promettiamo a noi stessi che, se riusciremo a superate una certa situazione difficile, saremo cittadini migliori nel futuro. Nella loro ricerca, Jane Risen, Professore associato di scienze comportamentali alla Chicago Booth, Travis Carter, Assegnista di ricerca alla Booth, e Benjamin


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SOCIETÀ CREDERE NEL KARMA... FA BENE

Converse della University of Virginia, si sono chiesti se questi tipi di patti possano essere parte di un fenomeno più generale nel quale, in maniera istintiva, esercitiamo una sorta di compromesso con quello che potremmo definire “l’universo”. “La reciprocità è una delle norme sociali più potenti sperimentate dalle persone, ed è questo il motivo per cui ci sentiamo obbligati a restituire dei favori quando qualcuno fa qualcosa di gentile per noi”, afferma Risen. “Ci siamo chiesti se, ad un certo punto, le persone possano pensare al loro rapporto con l’universo nello stesso modo in cui lo pensano con gli individui, aspettandosi che l’universo restituisca dei favori proprio come una persona”. In un primo esperimento, i ricercatori hanno indotto alcuni dei 95 partecipanti a pensieri dagli esiti incontrollabili, chiedendo loro di scrivere qualcosa su un importante risultato che erano in attesa di conseguire, mentre altri partecipanti dovevano semplicemente annotare la loro routine quotidiana. Al termine dello studio ai partecipanti è stato chiesto di dedicare parte del loro tempo alla preparazione di una ricerca supplementare per il laboratorio, attraverso i cui risultati avrebbero offerto doni a bambini gravemente malati. Proprio come i ricercatori prevedevano, i protagonisti degli esperimenti, dopo aver riflettuto su esiti importanti della loro vita - come il risultato di tentativi di gravidanza, l’ammissio-

ne all’università - erano più inclini a investire il proprio tempo in una buona causa. I risultati hanno mostrato effettivamente che il 94% dei partecipanti che hanno scritto su un risultato sconosciuto si sono prestati al volontariato, mentre solo il 78% di coloro cui è stato chiesto di raccontare la propria routine quotidiana, si è prestato al volontariato. Coloro che hanno partecipato all'esperimento iniziale si sono, invece, mostrati poco propensi ad offrirsi volontari per svolgere un secondo compito che veniva loro descritto come “divertente e giocoso” piuttosto che utile. Tutto questo prova che il comportamento “caritatevole” dei protagonisti dell'esperimento non scaturisce certo da un piacere generale, bensì dal desiderio di investire sul karma. La definitiva conferma a questi risultati è giunta da un altro esperimento che dimostrava come i partecipanti che avevano riflettuto su un esito incontrollabile erano più propensi a fare una donazione finanziaria rispetto a quelle persone che pensavano ad un dilemma personale irrisolto o alle proprie preferenze quotidiane. A seguito di questi studi Risen, Carter e Converse hanno provato ad ottenere un riscontro pra-

IL KARMA FUNZIONA DAVVERO? Questo principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, sembrerebbe avere un certo potere sulla società moderna che fa ancora involontariamente affidamento al potere delle buone azioni, pensando che quello che diamo, prima o poi ci sarà restituito

tico che verificasse la validità delle loro scoperte anche in un ambito situazionale reale. L’esito è stato il seguente: i partecipanti ad una fiera per la selezione del personale, invitati a riflettere sugli aspetti della loro ricerca di lavoro che fossero fuori dal loro controllo (come la creazione di nuovi posti di lavoro) si impegnavano a donare una parte maggiore del loro potenziale premio in denaro rispetto a coloro che erano invitati a considerare alcuni aspetti sotto il loro controllo (come il fatto di conoscere informazioni sul settore). I ricercatori ritengono che investire nel karma può essere un modo positivo per farci sopportare l’esperienza spiacevole di starcene fermi, assecondando i capricciosi moti della sorte. “Anche se le persone non credono nel karma, possono anche avere una sensazione istintiva che le cose buone accadono alle persone buone”, hanno scritto. “Se questo intuito ci spinge ad essere generosi con una buona causa e ci rende, nel frattempo, più ottimisti, è un fattore positivo”. ■

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di PAOLO DEL PANTA

EXPO RURALE 2012 La kermesse rurale trasforma il Parco delle Cascine, il più grande parco pubblico di Firenze, nel più bel tratto di campagna toscana, un affresco di ruralità dentro le mura urbane, portando a due passi dal duomo più famoso nel mondo e nella città culla del Rinascimento, l'orizzonte di un nuovo umanesimo che parte dalla terra, dal ciclo della natura, dal mondo rurale e immagina un nuovo lifestyle. La straordinaria varietà di paesaggi della Toscana si sposa da sempre con l’opera dell’uomo. Un intervento secolare che, integrandosi con le risorse naturali, ha prodotto un patrimonio che spicca per eterogeneità biologica, tradizionale, culturale e colturale. Un paesaggio amato in Italia e all’estero tanto da fare della campagna toscana il topos di un'esperienza nel segno della bellezza e dell'armonia. Un patrimonio che al pari di quello artistico e culturale va conservato ma anche costantemente valorizzato proprio a partire dalla stessa attività agricola che rappresenta un presidio per l'ambiente e il paesaggio. Al Parco delle Cascine dal 20 al 23 settembre sono chiamati a raccolta

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EXPO RURALE ✑ TOSCANA.

infatti tutti coloro i quali la ruralità non l'hanno mai abbandonata, ma anzi l'hanno "coltivata" e coloro i quali sono invitati a scoprirla, viverla da vicino. Lo stesso FOOD sarà tutto incentrato sulla tradizione rurale ritmata secondo usi e abitudini ormai desuete. Si potrà organizzare un pic-nic sull'erba come solo in campagna riescono. Un pic-nic garantito dal marchio "Pranzo sano fuori Casa" e cioè un pasto gustoso, biologico, bilanciato dal punto di vista nutrizionale e di qualità, esclusivamente con prodotti tipici toscani, dal pane ai salumi, dai formaggi alle verdure e alle carni in un cestino tutto speciale e sulla coperta-tovaglia da pic nic di Expo Rurale. Tutti i giorni, nel pomeriggio invece, da non perdere la merenda “alla vecchia maniera, a cura di “Donne in campo”, a base di pane e olio, pane e miele e pane e marmellata. Per chi invece al rito dell'aperitivo non riesce a rinunciare, neanche in

campagna, ecco il Wine Bar organizzato in collaborazione con “L’Enoteca Italiana dove, tutti i giorni - dalle 19.00 alle 20.00 - sarà possibile fare l'happy hour con ottimi vini toscani e salumi e formaggi del territorio. C'è poi la trattoria di campagna open air arredata solo con mobilio ecocompatibile: tutto qui si incentra sui prodotti agroalimentari regionali. Vari chef si alterneranno proponendo ogni giorno menù diversi, per pranzo e per cena, ma tutti realizzati esclusivamente con prodotti acquistati direttamente dai produttori agricoli presenti coi prodotti ad Expo Rurale e che ogni mattina metteranno a disposizione un "paniere" di freschezza, autenticità, stagionalità. Ma entriamo nel vivo della manifestazione: che cosa ci si trova davanti arrivando alle Cascine nella "tre giorni rurale"? 6 ettari open air tra prati e "campi coltivati", animali e frutti della terra, storie e protagonisti. Una fattoria allargata fitta di attività. E ancora,

ALLE RADICI DEL FUTURO Dove: Firenze - Parco delle Cascine - 2a edizione Quando: 20 - 23 settembre Orario: 10.00 - 20.00 www.exporurale.it

5500 mq di spazi coperti tra mostre e dibattiti, incontri, racconti ed esperienze, laboratori e aree per bambini. E che cosa si può fare ad Expo Rurale? Realizzare un orto, curare le piante, costruire una casa ecocompatibile, innestare le viti, degustare i vini, gli oli e i prodotti toscani, fare la spesa direttamente nell'orto o nella bottega dei produttori, scoprire i segreti della floricoltura come della cucina tradizionale toscana. E ancora, imparare come si fa il pane, come si pota un olivo, come si munge, come si salano le alici e tanto altro.


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VIAGGIO DEL MESE MERAVIGLIOSA LISBONA

A cura della Redazione

APPUNTI DI VIAGGIO IN PORTOGALLO

LISBOA, CULLA DI FADO E SAUDADE Un itinerario del cuore, in una cittĂ romantica e moderna, ricca di storia e tradizioni, teatro di splendide pagine letterarie, e culla di culture e popoli

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VIAGGIO DEL MESE MERAVIGLIOSA LISBONA

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Lisbona entra nel cuore. Uno dei figli più illustri della città, Fernando Pessoa, scriveva: “Non ci sono per fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole”

Atterravo a Lisbona con la simpatia di Pereira nella tasca della valigia e lo stile limpido di un Tabucchi, portoghese di adozione, nella testa. Era l’alba di un giorno primaverile sul colorato corridoio Tap Portugal ed ero piacevolmente sorpresa dall’allegria dei cappellini delle hostess e dal loro rossetto acceso, e da quell’incomprensibile cadenza portoghese dai rilassati accenti e toni morbidi. La scintillanti acque del Tago, sovrastate dal “Ponte Vasco da Gama”, il più lungo d'Europa con i suoi 17,2 km, mi sembrarono l’Oceano e sui sedili spaziosi dell’autobus che mi avrebbe condotta al mio rifugio portoghese sfogliavo con gli assonnati polpastrelli della mente le limpide pagine di Tabucchi, indovinando i sentieri battuti da Fernando Pessoa, cercando di farmi pettinare dalla brezza atlantica del primo mattino gustando una limonata fresca ed assaporando i rivoluzionari accenti di Saramago. La vecchia Allis Ubbo, ‘porto sicuro’ dei Fenici, la ridente Olisipo che i Greci consideravano opera di Ulisse, fondata durante il viaggio di ritorno dell’eroe da Troia ad Itaca, l’opulenta Felicitas Julia dei Romani, miniera di garum, vino, sale e cavalli, culla di curiositas, ponte verso l’India, dava ancora i segni della sua possanza moresca. Le tinte accese delle fragole, i frutti della Cirimoia stretti nei loro morbidi alveoli maturati al tepore del Sud, le maculate nespole, le arance fresche affollavano i banchi degli ingombranti negozi lungo i marciapiedi, a tratti sconnessi, di una poco ridente cittadina. Scorreva lenta la vita in quello strano cantuccio di mondo, al riflesso del sole sulle porcellane variopinte dei palazzi multicolori e delle piazze e dei viali alberati. In alcuni quartieri percorsi rapidamente la guerra sembrava appena finita. Era un’idea suggerita dalla vista di vecchi edifici abbandonati, dagli abbaini rovinati di palazzi un tempo signorili. Lisbona mi sembrò subito una bella danzatrice di Fado, dagli occhi straripanti di saudade, ancora un po’ distante dall’opulenta soglia della ridente Europa. Dopo un alterno dondolio tra salite e discese arrivai in albergo. Mi colpì la poca luce e mi bagnò una pioggia fresca che sapeva un po’ d’estate. Le vetrine delle pastelarias accendevano l’appetito nel corso della mia prima esplorazione mentre le precise geometrie dei pasteis de nata si mescolavano all’aroma di bica appena tostato. u

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VIAGGIO DEL MESE MERAVIGLIOSA LISBONA

INCANTI PORTOGHESI

to, chiassoso, civettuolo, informale, con i suoi vicoli acciottolati, invasi dalla movida al crepuscolo ed hippie chic che inseguivano l’ostentazione degli anni ’60 nelle boutique vintage dove si assapora il suono dei vinili fruscianti e atmosfere retro. Cuore creativo di Lisbona, edonista, sfrontato e ballerino, il Bairro seduceva i visitatori invitandoli ad indossare le tristi note del fado, calzando colorate sneakers alla moda. A est si ergevano la geometrica Baixa, creazione settecentesca del vivace Marquêz de Pombal, all’indomani del terremoto; a nord della Baixa, Rato e Saldanha. Il sontuoso progetto del Marquês de Pombal, appunto la Baixa (letteralmente la città bassa) si ergeva sulle briciole del terremoto

lento trasformarsi del grazioso in avanguardia, tra grattacieli e traffico, mentre, cercando boutique che mi seducessero ad un esclusivo shopping vedevo poche vetrine di brand davvero invitanti. Incuriosita dal giudizio di Pessoa che la definì “la strada più bella di Lisbona”, scivolai lungo l’ottocentesca Avenida da Liberdade, dai lussuosi atelier. In effetti i suoi 1,3 Km di palme, mosaici di ciottoli e caffè che agganciano Restauradores a Praça Marquês de Pombal, traghettando Lisbona dal passato al presente, mi lasciarono senza fiato. Accomodandomi nei ristoranti della capitale, mi imbattevo quasi sempre in un’atmosfera romantica e un po’ svogliata, in tovagliati pieni zeppi di colori, ma in una cucina saporita dai rassicuranti profumi. Le sardine alla griglia su ciottoli dell’Alfama e i pastéis de nata, piccoli e rotondi pasticcini di sfoglia alla crema, costituivano prelibatezze imperdibili, così come anche lo stufato di pane condito con olio d’oliva, aglio, erbe aromatiche e talvolta uova, quasi sempre servito con crostacei in una ciotola di terracotta, o il "Bacalhau à Brás" Bacalhau à Brás, una ricetta molto particolare fatta con baccalà secco sfilettato, cipolla, uova, patate fritte, olive nere e prezzemolo, il tutto sapientemente amalgamato. Semplici genuinità dagli aromi speziati a base di molluschi e crostacei, manzo e pollame, hanno recentemente ceduto il passo ad una cucina portoghese modernizzata da brillanti designer, piatti creativi e prodotti d’ottimo livello. Calava la sera a Lisbona ed era tutto uno sfavillio di luci dentro le strette vie ripide del centro. L’Estado Novo sembrava appena trascorso,

del 1755, costruita con rigore e uniformità architettonica, distesa lungo strade che si incrociano ad angolo retto. Tagliata a metà da Rua Augusta che collega le arcate di Praça do Comércio al Rossio, questa perfetta scacchiera urbanistica pedonale possedeva abbastanza fasto con la schiera di galletti di Barcelos ed i suoi tesori vintage. Il Rossio luccicava bagnato dagli schizzi della fontana; Largo de São Domingos era un turbinio di donne, di gente intenta a sorseggiare ginjinha e di skater in Praça da Figueira, una piazza che mi colpì molto forse per la bellezza dei suoi palazzi o forse solo per il fatto che nasconda, dentro le sue viscere, una vecchia necropoli d’epoca romana. Le vetrine strabordanti di sardine in scatola, dall’aspetto affatto invitante, lasciavano di consueto spazio a sagome di pesce appese e irrigidite. Attraversando la parte nord della città assistevo al

sconfitto dal rivoluzionario cromatismo dei Garofani, e dall’essenza democratica di quel lontano 25 aprile 1974, lasciandosi dietro una sottile melanconia, eternata per sempre nel Fado rassettato dalle dita di una donna vestita di nero lungo Rua da Prata o nei lucernai umili e spettrali. Il giorno della mia partenza la città era deserta, d’altronde era una domenica calda, d’inizio estate e mi risultò impossibile trovare un supermercato aperto. Rinunciai e capii che, dopo tutto, era un giorno di riposo e, crisi o non crisi, andava comunque rispettato. Salutai il barista che mi aveva regalato il piacere di ottimi cappuccini e presi l’autobus 91 fino all’aeroporto. Dal finestrino dell’aereo rividi il Ponte Vasco da Gama ed una macchia indistinta di case, chiese, alberi, poi lentamente solo cielo. Obrigada, Lisboa. Adeus. ■

A fianco: la statua di Fernando Pessoa al suo caffè preferito, nel Chiado. Sotto: il Monumento alle Scoperte, i tram gialli di Lisbona e il ponte 25 de Abril sospeso sull'estuario del fiume Tago

Distesa sulle sinuose forme di sette colli, Lisbona dormiva ancora quando, immersa nelle tinte velate del primo mattino, decisi di iniziare a scoprirne i lembi lasciandomi inghiottire dall’intimità delle sue quattro arterie metropolitane di colore blu, giallo, verde, rosso, perfettamente efficienti nell’alimentare di un’eccitata linfa di turisti e residenti, i sacelli del suo cuore pulsante. Mi risultò semplicissimo muovermi attraverso le sue arterie percorse dall’odore di dolciumi e pop corn. Dopo una fugace esplorazione di una Praça de Comércio allagata di sole, percorrendo Rue da Prata giunsi alla fermata del tram 28 e aspettai che la cigolante attrazione di Lisbona arrivasse al capolinea per poi riprendere il suo divertente giro turistico. La corsa da Campo Ourique a Martim Moniz durò 45 minuti, snodandosi tra scorci sublimi, in preda a folli scossoni e salite incredibilmente ripide, mentre l’odore di vernice lucida del legno invadeva le narici. Passeggeri brancollanti tentavano di agganciare agli obiettivi la cupola rococò della Basilica da estrela e le belle palme del Jardim da Estrela e i contorni di Praça Luìs de Camões. Dall’Alfama il panorama mi parve spettacolare, sospeso com’era tra case color pastello appese al fianco della collina mentre occhieggiavano al Tejo, inchinandosi al cospetto delle mistiche forme della cattedrale del Sé. Scesi a rubare

qualche scatto a quel paesaggio così morbido e quasi sciolto da un sole ormai maturo, attraversai la Portas do Sol e puntai verso il panoramico Castelo de São Vincente de Fora. Eppure i miei quartieri preferiti rimanevano il Chiado e Bairro Al-

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SPORT E TURISMO IL CIRCO DELLA F1 TORNA AD OTTOBRE IN INDIA, DOPO IL SUCCESSO DEL 2011

A cura della Redazione

BUDDH INTERNATIONAL CIRCUIT

ROMBO DI MOTORI. Dopo un esordio decisamente convincente, anche quest’anno l’India sarà teatro di una delle tappe del mondiale di Formula 1. Il nuovissimo e super tecnologico Buddh International Circuit, ospiterà infatti il Gran Premio d’India il prossimo 26 ottobre 2012, dopo aver regalato grandi emozioni nell’edizione 2011

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SPORT E TURISMO IL CIRCO DELLA F1 TORNA AD OTTOBRE IN INDIA, DOPO IL SUCCESSO DEL 2011

SI CORRE IN INDIA

IN PERFETTA LINEA CON LA POLITICA DI ESPANSIONE A NUOVI MERCATI PORTATA AVANTI DA BERNIE ECCLESTONE – PATRON DELLA F1 DAL PUNTO DI VISTA COMMERCIALE –, IL CIRCUS FA TAPPA IN INDIA PER LA SECONDA VOLTA

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SPORT E TURISMO IL CIRCO DELLA F1 TORNA AD OTTOBRE IN INDIA, DOPO IL SUCCESSO DEL 2011

n

Nella gare d’inaugurazione del circuito, l’anno scorso, era stato il campione tedesco della Red Bull, Sebastian Vettel, a dominare indisturbato. Quest’anno, probabilmente, a giudicare dagli ottimi risultati della Ferrari di Alonso, la competizione indiana si preannuncia sicuramente più combattuta e incerta. Fatto sta che la decisione del Consiglio Mondiale della Federazione internazionale dell'automobile (Fia), di inserire l’India nel calendario del mondiale di Formula 1 si è rivelata sicuramente azzeccata, visto che l’edizione 2011 può essere considerata, a pieno titolo, un gran successo. Una scelta di sicuro impatto mediatico e pubblicitario perché si corre a Nuova Delhi, con il preciso scopo di aprire la Formula 1 anche al mercato indiano, ricco di investitori che non passano certo indifferenti al circus più blasonato del mondo. Quella del Buddh International Circuit, è una pista che sorge a circa 50Km dalla capitale, nei pressi di Gretar Noida, distretto di Gautam Budh Nagar, e a 60 dall’Indira Gandhi International Airport.

IL CIRCUITO DI BUDDHA Il circuito che ospiterà la prima edizione del Gp d'India di Formula 1 si chiama “Buddh International circuit”. Come spiegano gli organizzatori della gara, il nome è legato alla regione (Gautam Budh Nagar) nella quale è stato realizzato l'impianto.

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Lungo 5,14 km, costato 240 milioni di dollari, e disegnato dall’architetto tedesco Hermann Tilke, è stato rinominato Buddh International Circuit (BIC) dagli organizzatori, proprio per creare un facile rimando sonoro alla zona nella quale è sorto l’impianto. Fa parte di un imponente complesso sportivo costruito dal gruppo Jaypee, di oltre 1.000 ettari, denominato Jaypee Greens Sports City, [11] che prevede la costruzione di uno stadio per il cricket da 100.000 posti, un campo da golf a 18 buche, uno stadio per l'hockey da 25.000 posti ed un'accademia dello sport. Il circuito è il secondo più veloce del mondiale, dopo Monza. Sicuramente le opportunità di crescita per una nazione così vasta attraverso la Formula 1 sono enormi, come ha sottolineato il proprietario della Force India Vijay Mallya: “La crescita economica dell’India, la sua composizione demografica giovane e agguerrita e la crescente popolarità della Formula 1 rendono il complesso una delle più attraenti destinazioni future per uno sport altamente tecnologico e fortemente competitivo”, ha dichiarato

più volte ai media. Secondo le stime effettuate da parte degli investitori locali e del governo indiano, la struttura complessivamente dovrebbe garantire un introito sui 170 milioni di dollari, grazie anche alla presenza di hotel e centri turistici, fornendo inoltre più di 10.000 posti di lavoro.

LA RICCHEZZA DI NEW DELHI Ovviamente, nei pressi del circuito, impossibile non dedicare una visita alla capitale, New Delhi. Delhi sorge nella parte nord occidentale della Repubblica Indiana, confinando con l'Uttar Pradesh e con lo Stato di Haryana. Dal punto di vista politico New Delhi è inclusa nel territorio federato di Delhi, che ospita una popolazione stimata di oltre 13 milioni di persone, aggiudicandosi il primato di città più popolosa del mondo. È sorta sulla riva destra del fiume Yamuna, uno degli affluenti del Gange che tanta rilevanza riveste nella storia antica e recente dell'India. La megalopoli è vastissima e formata da un in-


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SPORT E TURISMO IL CIRCO DELLA F1 TORNA AD OTTOBRE IN INDIA, DOPO IL SUCCESSO DEL 2011

LA MONOPOSTO INDIANA ✑ Il Team di Formula 1 Sahara Force India, di proprietà del magnate indiano Vijay Mallya e del Gruppo Sahara India Pariwar, partecipa al Campionato del Mondo 2012, con un vettura denominata VJM05. La nuova monoposto indiana presenta un frontale simile a quello della Ferrari F2012, con un vistoso dislivello sul musetto, reso obbligatorio dalla nuova regolamentazione prevista per il Mondiale di quest’anno. Ulteriori modifiche in funzione dei regolamenti FIA 2012 sono state apportate alle fiancate e ai sistemi di scarico, oltre che alla zona posteriore, mentre anche quest’anno il motore sarà costituito da un’unità Mercedes. Per quanto riguarda i piloti della Scuderia è stato confermato Paul di Resta, che è affiancato dal compagno di squadra Nico Hulkemberg, mentre il terzo pilota è Jules Bianchi.

treccio di strette vie nelle quali è peraltro assai piacevole perdersi scoprendo alcuni dei tesori nascosti. Per orientarsi si può, tuttavia, tenere come punti di riferimento i due ampi viali al centro di Nuova Delhi: Rajpath e Janpath di

frequente si rivelano essenziali per i turisti occidentali che hanno poca dimestichezza con città brulicanti di storie e tradizioni straordinarie. Nuova Delhi è dunque una delle capitali più suggestive del pianeta, un luogo in cui passato e futuro, opulenza e povertà, religione e mondanità si incrociano di continuo, creando una sintesi mozzafiato. La città è enorme ed ogni suo angolo è dispensatore di emozioni. Dai favolosi mercati, ai locali serali alla moda, dai patrimoni artistici, ai festival che celebrano le tradizioni locali, passando per le kermess internazionali e la fiorente industria cinematografica. Una delle icone di Nuova Delhi è il Qutb Minar: il più alto minareto del pianeta, si erge per 72,5 metri, con una base larga 14,3 metri ed una sommità larga 2,7 metri. È composto da cinque piani che si affacciano in altrettante balconate. E' il più famoso dei monumenti che compongono il Complesso di Qutb, che nel 1993 è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. La costruzione del minareto fu commissionata, alla fine del XII secolo, dall'imperatore afghano Qutb-u-din Aibak, dalla quale prende il nome. La costruzione venne interrotta al primo piano dopo la morte dell'imperatore. I successivi tre piani vennero continuati dal suo successore Iltutmish chiamato comunemente Altamash.

BERNARD ECCLESTONE Sopra: Nella gare d’inaugurazione del circuito, l’anno scorso, era stato il campione tedesco della Red Bull, Sebastian Vettel, a dominare indisturbato; sopra a sinistra: Bernard Ecclestone imprenditore britannico è considerato la principale autorità in Formula Uno da corsa

Venne ultimata nel 1230. Nel 1326 il Qutb Minar venne colpito da un fulmine. Muhammad-bin-Tughluq effettuò delle riparazioni per i danni causati. A seguito di un altro fulmine, nel 1368, il minareto venne nuovamente danneggiato. In seguito l'ultimo piano venne sostituito con gli attuali due piani da Firuz Shah Tughluq. Nel 1503, dopo un ulteriore danneggiamento da parte di un fulmine, i due piani superiori sono stati riparati ed ampliati da Sikandar Lodi. A causa di un terremoto, all'inizio del XIX secolo, la cupola che sovrastava la struttura cadde e venne sostituita da una nello stile del tardo Moghul. La differenza di stile è così evidente che nel 1848 venne tolta ed ora giace a sud-est del minareto. Si è a lungo speculato sul fine di erigere questo minareto, oltre al solito scopo di tutti i minareti (cioè quello di chiamare alla preghiera i fedeli, in questo caso nella moschea di Quwwat-ul-Islam). Alcuni pensano che sia stato costruito anche come torre per festeggiare una vittoria, o come monumento che simboleggi la forza dell'islam, o ancora come torre d'avvistamento per scopi difensivi. Anche u

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sullo stesso nome del minareto le opinioni sono divergenti: alcuni storici credono che Qutb Minar derivi dal nome del primo sultano tur-

MAESTOSE TESTIMONIANZE Sopra: il Jantar Mantar, il più grande osservatorio senza strumenti ottici del mondo. Sotto: la Tomba di Humayun. È uno dei primi esempi di architettura mongola e ha in seguito influenzato l'architettura di molti edifici indiani, tra cui il Taj Mahal

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co, Qutb-ud-din Aibak, mentre altri sostengono che il nome venne dato in onore di Khwaja Qutb-ud-din Bakhtiar Kaki, un santo originario di Baghdad che visse a lungo in India e venne molto venerato dalla popolazione. Ma il complesso di Qutb è un insieme di antichi monumenti. Gli edifici che lo compongono vennero eretti durante il regno di Qutbud-din Aybak, il primo sovrano del Sultanato di Delhi, e durante il regno del suo successore

Iltutmish. Molti altri sovrani dei secoli successivi hanno lasciato il segno del loro passaggio aggiungendo edifici a quelli già presenti nel complesso, operazione cui non si sottrassero nemmeno i coloni britannici. Il monumento più famoso fra quelli che si trovano qui è il Qutb Minar, ma altre importanti costruzioni sono la moschea Quwwat-ulIslam, la porta di Ala-I-Darwaza, l'Alai Minar e la colonna di Ashoka. Ventisette templi preesistenti, di religione induista e gianista, vennero distrutti al fine di riutilizzare i materiali con cui erano stati costruiti per innalzare i monumenti oggi visibili nel complesso di Qutb. Un altro patrimonio dell'umanità è la Tomba di Humayun, è uno dei primi esempi di architettura mongola e ha in seguito influenzato l'architettura di molti edifici indiani, tra cui il Taj Mahal. Si tratta di un grande mausoleo circondato da un giardino diviso in quattro parti e attraversato da canali d'acqua corrente, che un tempo costituivano il fiume Jamna, che confluiscono nelle vallate circondanti il palazzo. Questo monumento funerario, costruito intorno all'anno 1570 per ordine della vedova di Humayun, Hamida Banu Begum, è stato nominato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Nell'edificio del mausoleo spicca la doppia cupola. Oltre ai resti di Humayun, nel complesso troviamo diverse


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SPORT E TURISMO IL CIRCO DELLA F1 TORNA AD OTTOBRE IN INDIA, DOPO IL SUCCESSO DEL 2011

ICONE A NUOVA DELHI A fianco: Il Qutb Minar il più alto minareto del pianeta, si erge per 72,5 metri, con una base larga 14,3 metri. Sotto: l’India Gate è di grande importanza storica per l'India. È stato costruito in memoria dei 90.000 soldati che hanno sacrificato la loro vita per il British Army durante la prima guerra mondiale

tombe di molti altri esponenti di spicco della dinastia imperiale mongola. Un fulgido esempio dell'eccezionale livello di sapere, a cui erano giunti gli indiani fin dall'antichità, è lo Jantar Mantar, il più grande osservatorio senza strumenti ottici del mondo. L'osservatorio è composto da quattordici grandi dispositivi di misurazione del tempo. Prevedere le eclissi, il monitoraggio delle stelle nelle loro orbite, l'accertamento delle declinazioni dei pianeti, la determinazione delle altitudini e le relative effemeridi. Costruito nel 1724 Jantar Mantar, condensa le conoscenze astronomiche e il gusto architettonico indiano dell'epoca. Jantar Mantar deriva dal sanscrito Yantar (strumento) Mantar (calcolo, formula) ed è un grandioso complesso di strumenti astronomici contraddistinti da un'enorme precisione, insuperata per strumenti del genere. Uraniborg, la "città osservatorio" costruita dal facoltoso astronomo danese Tico Brahe, il più grande osservatorio europeo prima dell'invenzione del telescopio, era molto più piccola dello Jantar Mantar. Sappiamo che astronomi europei (come Xavier de Silva, direttore dell'osservatorio di Lisbona) furono invitati dall'illuminato governante per far diffondere in India le ultime scoperte occidentali nel campo, tuttavia il marajà prese a modello per il nuovo osservatorio quello di Mirza Ulugh a Samarcanda, costruito nel 15° secolo. Qui si trova anche la celebre meridiana chiamata Prince of Dial. Avvicinandosi ai

giorni nostri, ricordiamo il maestoso monumento posto al centro della città: l'India Gate. popolarmente conosciuta come l'All India War Memorial, il monumento nazionale dell'India. Si tratta di un gateway di 41 m di altezza in pietra camoscio rosso, e si trova a Rajpath a Nuova Delhi. Questo imponente monumento, disegnato e progettato da Edwin Lutyens, che ha anche disegnato il layout di Nuova Delhi e ora comprende tutti i principali edifici del governo centrale, è stato completato nel 1921. L'India Gate è di grande importanza storica per l'India. È stato costruito in memoria dei 90.000 soldati che hanno sacrificato la loro vita per il British Army durante la prima guerra mondiale e la terza guerra anglo-afghana. La prima pietra fu posta dal duca di Cannaught, e Lord Irwin (l'allora viceré dell'India) ed è dedicata alla nazione. Sotto l'arco di India Gate si trova un altro monumento dedicato ai soldati

indiani che hanno sacrificato la loro vita per l'India dopo l'indipendenza. È dotato di un fucile rovesciato con il casco di un soldato in cima, e le parole "Amar Jawan" sono scritte in Hindi sulle quattro facce... una fiaccola perpetua brucia lì' in memoria del guerriero dal 1971. In occasione delle manifestazioni nazionali più importanti, come l'Independence Day e la Festa della Repubblica, il Primo Ministro fa visita l'All India War Memorial per rendere omaggio ai soldati che hanno offerto il loro sacrificio per l'India. Ma la Porta dell'India è anche un punto di ritrovo fondamentale per gli abitanti della città che affollano ogni giorno i giardini che sono intorno, da mattino a sera. L'atmosfera è sempre festosa e caotica, con le bancarelle che vendono ogni genere alimentare, e ci sono esibizioni di scimmie, incantatori di serpenti e altre attrazioni circensi. Il fascino dell’India... ■

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SPORT FORMULA UNO A MONZA

di Paolo Vaccaro

A CASA FERRARI DAL 7 AL 9 SETTEMBRE

83ESIMO GRAN PREMIO D’ITALIA Monza si prepara per il Gran Premio Santander d’Italia. Sul tracciato brianzolo attesi oltre 100mila spettatori

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Dopo la sosta estiva la Formula Uno scalda i motori e si prepara per il finale di stagione. La seconda parte del Campionato Piloti e Costruttori, iniziata con il GP del Belgio del 2 settembre, continua con il Gran Premio di Monza che si disputerà nell'Autodromo Nazionale dal 7 al 9 settembre. Il Gran Premio d’Italia Santander di Formula 1 è infatti una della gare più popolari nel calendario mondiale di questa specialità sportiva sempre molto seguita dal pubblico, attratto non solo dai successi della Ferrari e dei piloti italiani, ma anche dalle avvincenti sfide che caratterizzano ogni Gran Premio. L'edizione del 2012 sarà la 83esima del Gran Premio Italia, 77 delle quali si sono svolte a Monza, presso il celebre autodromo, un circuito automobilistico che rappresenta una vera leggenda. Costruito all'interno dello

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splendido Parco di Monza nel 1922, è noto per essere una delle piste più spettacolari ed avvincenti di tutto il Circus della Formula 1, e una delle più impegnative per i piloti. Ormai inscindibile da Monza e dal suo Autodromo, il Gran Premio Italiano è ogni volta un evento sportivo appassionante, che tiene gli spettatori con il fiato sospeso sia per le elevatissime velocità raggiunte in pista che per i brividi indotti dalla vista dei bolidi, che affrontano le famigerate curve Lesmos, Parabolica e Variante Ascari. Nell’edizione 2011 sono stati ben 100mila gli spettatori presenti, molti dei quali in tenuta rosso-Ferrari. La storia recente della pista, infatti, è dominata dalla straordinaria serie di successi della casa del Cavallino: dal due-

mila a oggi, il Gran Premio d'Italia è stato vinto tre volte da Michael Schumacher sulla mitica “rossa” (nel 2000, nel 2003, nel 2006), due volte da Juan Pablo Montoya su Williams-BMW nel 2001 e su Mc Laren nel 2005, tre volte dall'altro ferrarista Rubens Barrichello (nel 2002, nel 2004 e nel 2009), due volte da Fernando Alonso su McLaren-Mercedes nel 2007 e su Ferrari nel 2010, due volte da Sebastian Vettel nel 2008 e nel 2011 su Red Bull. Negli anni sono aumentate le velocità di punta: nel


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SPORT FORMULA UNO A MONZA

LE CIFRE DEL GP

LA PISTA Il tracciato monzese è il più veloce tra tutte le piste del mondiale di Formula 1, infatti i lunghi rettilinei permettono di viaggiare con le ali molto scariche. Il record ufficiale del circuito lo ha stabilito Rubens Barrichello su Ferrari nel 2004 in 1:21.046, con una media di 260,395 km/h

2003 Michael Schumacher ha vinto alla media di 247,585 chilometri orari, mentre Rubens Barrichello, nel 2004, ha stabilito il record sul giro in gara in 1'21" 046, alla media di 257,320 chilometri l'ora. La velocità massima mai registrata durante un Gran Premio è stata quella di 369,9 km/h, toccata da Antonio Pizzonia con la BMW, proprio a Monza, che si è in tal modo riconfermata come la pista più veloce del mondo, un autentico "tempio della velocità", ma anche un autodromo tra i più funzionali del mondo, con alle spalle una storia ineguagliabile. Torneranno quindi dal 7 settembre a rombare i motori nella cornice del Parco di Monza per il Gran

IL PROGRAMMA ✑ Venerdì 7 settembre: 10:00 - 11:30 Prove libere

✑ Venerdì 7 settembre:

14:00 - 15:30 Prove libere

✑ Sabato 8 settembre:

11:00 - 12:00 Prove libere

✑ Sabato 8 settembre: 14:00 - 15:00 Qualifiche

✑ Domenica 9 settembre: 14:00 Gara

Premio Santander d'Italia 2012. Per la "rossa" i grandi attesi sono il leader della classifica mondiale Fernando Alonso e Felipe Massa, in cerca di riscatto dopo una prima parte di stagione di molto sotto le aspettative. Ci saranno poi Michael Schumacher e Nico Rosberg su Mercedes, Sebastian Vettel e Mark Webber su Red Bull Racing, Jenson Buffon e Lewis Hamilton su McLaren e via via tanti altri, che si contenderanno la vittoria finale in una gara sicuramente appassionante, che lascerà il pubblico con il fiato sospeso. A Monza, una nuova emozionante avventura sta per iniziare. Allacciate le cinture!

✑ Luogo: Autodromo di Monza ✑ Data: Domenica 9 settembre 2012 ✑ Proprietà: Comune di Monza e Milano ✑ Gestore: SIAS SpA ✑ Anno di inaugurazione: 1922 ✑ Prima edizione: 1950 ✑ Lunghezza circuito: 5,793 km ✑ Lunghezza gara: 306.720 Km ✑ Superficie: asfalto ✑ Giri totali: 53 ✑ Vincitore 2011: Sebastian Vettel ✑ Giro record: 1:21.046, Rubens Barrichello, Ferrari, 2004

✑ Velocità di punta: Michael Schumacher, 368,8 km/h ✑ Record di vittorie: Michael Schumacher, 5 (1996, 1998, 2000, 2003, 2006)

I 5793 KM DEL CIRCUITO CURVA PER CURVA Monza è costituito da rettilinei molto lunghi e chicane strette, che rendono obbligatoria una buona stabilità in frenata e in trazione. Il circuito sollecita molto il cambio, con repentini variazioni di marcia, e i motori, che sono a pieno regime per quasi l'80% del giro. Il tracciato di Monza conta quattro lunghi rettilinei dove si superano abbondantemente i 300 km/h. La partenza avviene sul rettilineo che porta alla prima curva a oltre 340 chilometri all'ora in settima marcia, poi grave decelerazione fino a 86 km/h per la Prima Variante (o Variante del Rettifilo), una strettissima curva a destra di 90 gradi, seguita da un’altrettanto stretta curva a gomito a sinistra, da affrontare in prima marcia. In uscita si scarica di nuovo tutto il cambio fino alla settima marcia per percorrere la Curva Biassono (o Curvone) ad una velocità di oltre 250 km/h. I piloti ora si preparano per una delle staccate più impegnative: dalla settima alla seconda sull’asfalto sconnesso per affrontare la Variante della Roggia, posta in fondo a un lungo rettilineo dopo aver tenuto l’acceleratore schiacciato per oltre un km e a 330 km/h, scavalcando i cordoli per accorciare il raggio di curvatura e prepararsi alle

successive due curve tecniche e impegnative. Sono le Curve di Lesmo, veloci e con due difficili angoli. Il primo, a soli 200 metri dall’uscita della Roggia, è cieco e si percorre a circa 180 km/h scalando dalla 5a marcia alla quarta. La Seconda Curva di Lesmo, che segue di 200 metri la Prima, in passato era uno dei punti “mitici” del circuito: vi si arrivava in piena accelerazione e si entrava in curva a quasi 300 km/h. Solo i migliori piloti riuscivano a percorrerla “in pieno”. Con le modifiche del 1994-95 è stata molto rallentata e oggi conta solo 35 metri di raggio, da percorrere in terza marcia a circa 160 km/h sfruttando tutto il cordolo esterno in uscita per massimizzare la velocità di punta sul Rettilineo del Serraglio, una lievissima piega a sinistra dal raggio estremamente ampio. Decelerazione importante per entrare nella Variante Ascari, una curva sinistra - destra - sinistra battezzata in ricordo del campione scomparso nel 1955 durante una sessione di prove private (la dinamica dell’incidente, al quale non assistette alcun testimone, non è mai stata del tutto chiarita), molto difficile ed essenziale per il tempo sul giro, in cui si sfrutta nuovamente il cordolo e tutta la potenza del motore per lanciarsi a oltre 330 km/h verso la Curva Parabolica, molto lunga e a raggio crescente, che conduce al rettilineo dei box in piena accelerazione. ■

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SPORT GOLF DI LUSSO

di Paolo Vaccaro

GLI OPEN D’ITALIA BMW

GRANDE GOLF, TRA LE BUCHE ITALIANE Dal 13 al 16 settembre, al Royal Park di Torino, il più importante torneo del golf italiano: la 69° edizione dell’Open d’Italia maschile. Grandi nomi per un torneo che promette emozioni sul green

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La 69esima edizione dell'Open d'Italia maschile di golf si terrà dal 13 al 16 settembre prossimo sui campi del Royal Park I Roveri di Torino. L'ha deciso il Consiglio della Federazione Italiana Golf, riunito a Milano sotto la presidenza del Professor Franco Chimenti. Per il quarto anno consecutivo BMW si riconferma Title Sponsor dell’Italian Open, torneo fondato nel 1925 e che fa parte del calendario del tour europeo dal 1972. Normalmente gli Italian Open si sono sempre giocati a maggio, ma stavolta gli organiz-

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zatori hanno optato per una data diversa per incrementare le possibilità di avere grossi giocatori ai nastri di partenza. I migliori giocatori, tra cui gli italiani Matteo Manassero e i fratelli Molinari, giocheranno sui campi del Royal Park Golf and Country Club I Roveri, a pochi chilometri dal capoluogo piemontese. In campo internazionale una cospicua rappresentanza di vincitori di tornei dell'European Tour degli ultimi anni e la speranza di vedere dal vivo le star della imminente Ryder Cup di fine settembre. Lo scorso anno si era

imposto l’inglese Robert Rock, ma i molti appassionati si auspicano che a esultare sia nuovamente un italiano. Non sarà facile, visto che l’emozione di giocare in casa può giocare brutti scherzi e la presenza di molti possibili golfisti tra i migliori al mondo renderà ancora più difficile l’impresa. L’anno scorso Francesco Molinari e Matteo Manassero terminarono insieme all’ottava posizione, quest’anno ci sarà ancora più attesa visto che oltre ai due appena citati saranno sicuramente presenti anche Edoardo Molinari e i due gio-


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SPORT GOLF DI LUSSO

IL TORNEO IN CIFRE ✑ Luogo: Torino, Royal Park ✑ Categoria: European Tour ✑ Formato: Stroke Play ✑ Prima edizione: 1925 ✑ Par: 72 ✑ Lunghezza: 7282 metri ✑ Montepremi: 1.500.000 Euro ✑ Campione in carica: Robert Rock www.bmwitalianopen.com

SARÀ L’OPEN DEGLI ITALIANI, CI ATTENDIAMO UN NUOVO EXPLOIT DEL GOLF DI CASA NOSTRA - HA DICHIARATO DODO MOLINARI

vani Lorenzo Gagli e Andrea Pavan oltre che a una grande serie di wild card italiane che proveranno l’impresa di superare il taglio. “Sarà l’Open degli italiani” hanno dichiarato Chicco e Dodo Molinari. “Dopo la vittoria nel 2006 ci attendiamo un nuovo exploit del golf di casa nostra”. Matteo Manassero ha fatto eco ai fratelli: “Tutti devono essere presenti all’Open d’Italia, così finalmente risplenderà il sole”. Diverse saranno le novità di questa edizione: la prima riguarda il riposizionamento dell’area Hospitality dedicata agli sponsor principali. I 2.000 metri quadrati a disposizione delle maggiori aziende sostenitrici dell'evento, avanzeranno

PROTAGONISTI Sopra: Edoardo Molinari golfista italiano. È il fratello maggiore di Francesco Molinari. Dal 1 al 4 ottobre 2010 ha fatto parte del team europeo che ha conquistato la Ryder Cup al Celtic Manor in Galles

di diverse decine di metri rispetto al passato, e saranno quindi a ridosso della buca 18. Attorno all’area, alla quale verrà affiancata la tribuna principale, sarà allestito anche l’Open Village dedicato al pubblico. Lo spazio di 2.600 metri quadrati offrirà 20 aree espositive, l’area merchandising, il ristoro e la zona intrattenimento per gli spettatori. Restano naturalmente confermati gli ampi parcheggi esterni, le bouvette lungo il percorso, il sistema di navette interno e soprattutto il contributo dei tantissimi volontari che costituiscono una delle colonne portanti per la buona riuscita dell’evento golfistico più importante in Italia. Poi, in un’ottica di valorizzazione e riqualificazione dell’Italian Open gli organizzatori hanno deciso di reinserire il titolo di accesso all’evento. Nello specifico dall’apertura del Ticketing e per le prime due settimane di ven-

IL VINCITORE Il 34enne inglese Robert Rock ha vinto con 267 colpi (64 68 68 67), ventuno sotto par, il BMW Italian Open presented by CartaSi disputatosi per la terza volta consecutiva sul percorso del Royal Park I Roveri a Fiano Torinese

dita sarà previsto un prezzo promozionale di € 11.5 per giovedì e venerdì e € 20 per sabato e domenica. L’abbonamento per i 4 giorni di gara sarà € 48. Al termine del periodo promozionale i prezzi saranno € 15 per giovedì e venerdì e € 25 per sabato e domenica. L’abbonamento per i 4 giorni di gara sarà € 55. Durante i 4 giorni di torneo i prezzi al botteghino saranno rispettivamente di € 20 per il giovedì e il venerdì e di € 30 per il sabato e la domenica. In questo anno di novità, non poteva mancare un progetto benefico. L'Italian Open sostiene il progetto internazionale World Food Programme, la più grande organizzazione umanitaria che combatte la fame nel mondo e ogni anno distribuisce pasti ad alto contenuto nutritivo a più di 195.000 bambini in oltre 1.700 scuole. ■

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SPORT POLO SPORT PER TUTTI

A cura della Redazione

POLO

IS YOUR PASSPORT IN THE WORLD Parola di Vladlena Hermès - presidente della Federazione Polo Italiana e Vladi Polo Associazione - che ha fatto del Polo la sua ragione di vita. L'imprenditrice di successo ci spiega i motivi per cui abbracciare uno sport che non è soltanto per appassionati e “addetti ai lavori”

VLADLENA HERMÈS Ha l'obiettivo di far scaturire nella gente il desiderio di provare a giocare a polo. Dove andare, per sapere quali sono i club di polo aperti, dove trovare una mazza per giocare a polo, un casco, e un cavallo

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SPORT POLO SPORT PER TUTTI

APPUNTAMENTO A ROMA ✑ La terza edizione del VLADI

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Figura di spicco del mercato internazionale, prima giocatrice russa di polo, madre di due figli. Vladlena Hermès riesce a conciliare passione e business, sintetizzandoli in un unico sport: il Polo. Vladlena ci può illustrare la genesi della Sua attività imprenditoriale, da Roma e poi da lì in tutto il mondo? Ho iniziato la mia prima attività nella piccola città siberiana di Leninsk-Kuznetsk, quando ero un'adolescente. I miei genitori mi hanno donato 700 rubli, così sono andata a Mosca e ho acquistato dei vestiti. Invece di indossarli, ho deciso di rivenderli e ho reinvestito il profitto. Dopo la scuola mi sono trasferita a Leningrado e finalmente ho iniziato il business 'adulto'. Negli anni '90 sono stata in Italia per due settimane, in occasione del Capodanno, e ci sono rimasta per dieci anni di successi. All’età di 27 anni sono diventata il presidente di uno dei più prestigiosi Roma business club, il Quattro Fontane. E poi come mai ha scelto di investire proprio nel Polo? Quando ho iniziato a giocare a polo nel 1996, non avevo idea che sarebbe potuto diventare anche un investimento. Ho cominciato a viaggiare in luoghi dove avrei potuto trovare un club di polo o delle proprietà. Casualmente dopo il primo progetto di Polo realizzato a Mosca nel 2003, ero l'unica giocatrice di Polo in Russia a quei tempi, che poteva rappresentare la propria nazione. E poi il destino mi ha portato ulteriormente in questo campo, mi sono trasferita dall'Inghilterra in Italia e nel 2007 ho fondato l’associazione VLADI POLO. Come può il Polo fungere da volano per l'economia di una nazione? Gli uomini d'affari sono alla ricerca di un nuovo sport, non solo per sviluppare legami informali con i soci, ma anche per diversificare i propri investimenti e sviluppare la cooperazione interna-

zionale. Il Polo, in questo senso può essere considerato un vero e proprio impero di produzione, un business molto redditizio e vincente a lungo termine. Basta mettere competenza, energia e entusiasmo nel progetto, senza risparmiarsi. Con lo sviluppo del polo, si aprono nuovi polo club e questo sviluppa un turismo a livello internazionale, insieme all'organizzazione di eventi, solitamente durante la stagione estiva, con migliaia di spettatori. E poi: la costruzione di insediamenti d'élite, con scuderie e campi, l'organizzazione di tour internazionali, l'apertura di nuovi club, la compravendita dei cavalli e la produzione di accessori per i giocatori e i cavalli, etc. etc. Il Polo, se adeguatamente sviluppato, può diventare un business a sè stante e una grande industria in grado di provocare a cascata lo sviluppo di altri settori e la creazione di nuovi posti di lavoro. Ritiene che il Polo possa incrementare anche la popolarità ed il prestigio di un imprenditore? Certamente, la sponsorizzazione dei tornei di polo può essere un ottimo strumento per promuovere il marchio di un'azienda a livello internazionale, che può sfruttare anche gadget e souvenir per coccolare i propri partner commerciali. Il Polo infine è una grande opportunità per le imprese italiane per entrare nel mercato russo. Quali progetti sta attualmente sviluppando? La mia mission è di rendere il polo accessibile a tutti e sfatare il mito che sia uno sport d'élite. In Argentina, i ragazzi di strada, invece di giocare a calcio giocano a Polo. Anche in Italia il Polo può diventare popolare ed essere il nuovo "boom", come lo è stato il Tennis negli anni novanta, e il Golf all'inizio del secolo. Per sviluppare il polo abbiamo bisogno di appassionati. Per recrutarli organizziamo ogni anno una manifestazione gratuita, per avvicinare il pubblico e, soprattutto i giovani, a questo sport, a questa

International Rome Polo Challenge, Italy vs Russia vs USA vs Switzerland vs France vs Kazakhstan, si svolgerà a Roma dal 27 al 30 settembre. Nel corso della rassegna ci sarà per la prima volta il World Polo Forum: introdurre e sviluppare tale disciplina nelle regione della Russia, Kazakhstan e altri paesi CIS – sarà l’argomento principale dell’evento. Parteciperanno i capi delle regioni, i sindaci delle città più importanti e ministri dei diversi campi per parlare delle differenti possibilità di valorizzare i territori pieni di risorse e portarli sul palco internazionale attraverso il mondo del polo. www.vladi-polo.it

POLO&BUSINESS Il commercio del pony per il Polo è molto redditizio. In Inghilterra, il prezzo di un buon pony polo parte da 25.000 fino a 50.000 euro. Anche giocare a polo può essere molto vantaggioso, i giocatori di livello inferiore, per esempio in Inghilterra guadagnano £250 per un'ora

cultura di vivere. Passare una giornata all’aria aperta con la famiglia condividendo l’adrenalina e la passione dei giocatori in campo: ecco cos’è il Polo. Giocare a polo tra le rovine degli antichi stadi romani, o sulla neve in Svizzera, sentire in modo aristocratico il gioco britannico a Londra o bere un bicchiere di Chardonnay dopo un allenamento nei villaggi francesi. Si può acquisire esperienza nel polo da tutto il mondo, e per questo, qualsiasi persona sarà in grado di portare il polo nella propria città natale e svilupparlo come un nuovo sport di tendenza o addirittura un nuovo business. ■ LEGGILO SU PROGRESSONLINE.IT

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A cura della Redazione

PRIME STAZIONI DI RICARICA PER AUTO ELETTRICHE CON SCOCCA IN POLIURETANO

L’azienda spagnola Ingeteam ha sviluppato stazioni di ricarica per auto elettriche in stretta collaborazione con Bayer MaterialScience e Policam. Per la prima volta in assoluto, la scocca è realizzata in poliuretano: la robusta schiuma poliuretanica rigida Baydur®110. Sono disponibili due diverse versioni di stazione di ricarica: una adatta all’installazione all’aperto nelle vie o nelle piazze e un modello da montare a parete per l’installazione nelle abitazioni private. In Spagna sono già stati installati oltre 500 prototipi delle stazioni di ricarica, in supermarket, parcheggi coperti, centri congressi e fiere, al fine di testarle. Finora le stazioni di ricarica sono disponibili solo in Spagna, ma è possibile che siano estese ad altri paesi e continenti. “Questo sviluppo è un altro esempio di come Bayer MaterialScience sviluppi soluzioni per concetti futuri per la mobilità,” afferma Alp Sarici, un esperto di marketing dei sistemi poliuretanici. “A differenza di altre soluzioni in plastica, le scocche in poliuretano possono essere prodotte con profitto anche in piccole quantità, non ultimo perché gli stampi sono relativamente poco costosi.”

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Bayer MaterialScience è stata coinvolta nello sviluppo sin dalle fasi iniziali. La collaborazione con Ingeteam è stata gestita da Policam, da lungo tempo partner dell’azienda di Leverkusen, nonché produttore delle scocche per le stazioni di ricarica. www.bayer.it


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AUTO DEL MESE LA NUOVA CONCEPT COUPÉE

A cura della Redazione

CLS 63 AMG SHOOTING BRAKE

MERCEDES

Con la CLS 63 AMG Shooting Brake, Mercedes‑AMG dimostra nuovamente il proprio spirito d'avanguardia. La nuova vettura ad alte elevate prestazioni firmata AMG rappresenta, infatti, l'entusiasmante sviluppo di un concept innovativo

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AUTO DEL MESE LA NUOVA CONCEPT COUPÉE

TRASFORMA

UN CONCEPT IN REALTÀ

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AUTO DEL MESE LA NUOVA CONCEPT COUPÉE

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Quale accattivante alternativa per i Clienti più attenti al design, CLS 63 AMG Shooting Brake coniuga prestazioni a stile e versatilità senza precedenti. Sinonimi dell'eccezionale dinamica che caratterizza AMG sono il motore biturbo AMG V8 da 5,5 litri con potenze da 386 kW (525 CV) a 410 kW (557 CV), il cambio sportivo a 7 marce AMG SPEEDSHIFT MCT e l'assetto sportivo AMG RIDE CONTROL. I grandi spazi dell'abitacolo ed il bagagliaio, che può raggiungere un volume di 1.550 litri, rivelano il volto pratico di CLS 63 AMG Shooting Brake. Oltre agli esclusivi equipaggiamenti a richiesta dell'AMG Performance Studio volti ad esaltare ulteriormente la dinamica di marcia della vettura, il pianale di carico designo in legno rappresenta un prezioso tocco di stile unico. Una proposta ancora più straordinaria è

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in CLS 63 AMG Shooting Brake con un aspetto dominante caratterizzato dalla sportività. L'espressione esteriore della sua potenza si ritrova in elementi come la robusta grembialatura anteriore AMG con elemento trasversale in nero lucido, la griglia del radiatore AMG a una lamella e la configurazione specifica del cofano motore di AMG. Anche gli esclusivi, ampi parafanghi anteriori con la scritta “V8 BITURBO”, la grembialatura posteriore specifica di AMG con inserto diffusore e l'impianto di scarico sportivo AMG con due terminali doppi cromati contribuiscono al look dinamico. L'Intelligent Light System con fari a LED ad alto rendimento e sistema di assistenza abbaglianti adattivi è montato di serie.

MOTORE BITURBO AMG V8 DA 5,5 LITRI CLS 63 AMG Shooting Brake “Edition 1”, disponibile solo per un periodo di tempo limitato, con ulteriori 24 kW (32 CV) di potenza e 100 Nm di coppia, oltre ad una serie di dotazioni esclusive. Con la nuova CLS 63 AMG Shooting Brake, Mercedes-AMG dimostra nuovamente il proprio carattere audace e, come nel 2004, con la CLS 55 AMG, la prima Coupé a quattro porte high-performance, presenta un nuovo trendsetter ad elevate prestazioni, che apre la strada ad un nuovo segmento. Un precorso che dal 2004 ha visto la sua naturale evoluzione con la CLS 63 AMG del 2006, e l'attuale CLS 63 AMG, lanciata nel 2011 con motore biturbo V8 da 5,5 litri, che hanno coerentemente portato avanti questa strategia. Il linguaggio formale elegante ed entusiasmante di un design sensazionale si fonde

Il motore biturbo AMG V8 da 5,5 litri colpisce grazie alla combinazione di iniezione diretta di benzina con combustione a getto guidato, iniettori piezoelettrici, sovralimentazione biturbo, intercooler ad aria/acqua, gestione dell'alternatore e sistema ECO start/stop.

PURA SPORTIVITÀ ED ELEVATA EFFICIENZA con 386 kW (525 CV) di potenza e 700 Nm di coppia, il feeling con CLS 63 AMG Shooting Brake cresce chilometro dopo chilometro. Con la versione Edition 1 i valori salgono rispettivamente a 410 kW (557 CV) e 800 Nm. Entrambe le varianti offrono prestazioni di marcia di livello superiore: accelerazione da 0 a 100 km/h rispettivamente in 4,4 e 4,3 secondi, velocità massima di 250 km/h (limitata elettronicamente).


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AUTO DEL MESE LA NUOVA CONCEPT COUPÉE

L’ULTIMA SPORTIVA Sarà disponibile dal mese di novembre, accanto alle altre declinazioni di Mercedes CLS Shooting Brake. L’ultima creatura nata nei laboratori di AMG, l’ultima sportiva (non in termini assoluti) ad introdursi nella gamma della Stella a Tre Punte, una delle station wagon più bizzarre e potenti esistenti sul pianeta. www.mercedes-benz.it

CAMBIO SPORTIVO A 7 MARCE AMG SPEEDSHIFT Non è solo l'otto cilindri AMG ad stupire per prestazioni ed efficienza, ma anche il cambio sportivo a 7 marce AMG SPEEDSHIFT MCT. Dotato di quattro programmi di marcia selezionabili in modo personalizzato, funzione di doppia debraiata automatica e funzione RACE START, questo cambio affascina per la spontaneità e la massima variabilità. In modalità “Controlled Efficiency” (C) è sempre attiva la funzione ECO start/stop, che disattiva il motore 8 cilindri a vettura ferma. Nei programmi di marcia “S” (Sport), “S+” (Sport plus) e “M” (Manual) motore e cambio presentano un'agilità più spiccata, infatti grazie al richiamo breve e preci-

so dell'accensione e dell'iniezione a pieno carico gli innesti delle marce risultano più rapidi. Assetto, sterzo ed impianto frenante di CLS 63 AMG Shooting Brake sono il perfetto completamento della propulsione high-tech. L'assetto sportivo AMG RIDE CONTROL con sospensioni in acciaio sull'asse anteriore e pneumatiche sull'asse posteriore, con regolazione elettronica del livello, si avvale di un sistema di ammortizzatori a gestione elettronica in grado di variare automaticamente la curva caratteristica degli ammortizzatori a seconda della situazione di guida e ridurre l'angolo di rollio della carrozzeria. Il risultato è un adeguamento rapidissimo tra il comfort di marcia ottimale e la massima agilità possibile. Il guidatore ha la possibilità di scegliere tra le tre modalità di assetto “Comfort”, “Sport” e “Sport plus” premendo un pulsante. L'ESP® a 3 stadi con modalità SPORT consente di selezionare tramite un pulsante tre strategie di regolazione personalizzate. ■

PER SAPERNE DI PIU’ ✑ CLS 63 AMG SHOOTING BRAKE ✑ Cilindrata: 5461 cm³ ✑ Alesaggio x corsa: 98,0 x 90,5 mm ✑ Rapporto di compressione: 10,0 : 1 ✑ Potenza: 386 kW (525 CV) a 5250-

5750 giri/min 410 kW (557 CV) a 5250-5750 giri/min* ✑ Coppia massima: 700 Nm a 1.7005.000 giri/min 800 Nm a 2.000-4.500 giri/min* ✑ Peso motore (a secco): 204 kg ✑ Consumo di carburante: ciclo NEDC comb. 10,1 l/100 km ✑ Emissioni di CO2: 235 g/km ✑ Classe di efficienza: F ✑ Accelerazione 0-100 km/h: 4,4 s - 4,3 s* ✑ Velocità massima**: 250 km/h * Edition 1 - ** limitata elettronicamente

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A cura della Redazione

VOGUE FASHION’S NIGHT OUT 2012 La Vogue Fashion’s Night Out 2012 si fa in tre: oltre a Roma e Milano va ad aggiungersi, Firenze. E così la notte di Vogue dedicata alla moda, allo shopping, all’arte, alla musica e alle iniziative interculturali punta su un’altra importante città della moda, nonché capoluogo di una regione dell’artigianalità doc made in Italy. Così, Franca Sozzani: “Nelle precedenti esperienze a Milano e a Roma abbiamo notato grande entusiamo tra i partecipanti. Le due edizioni che hanno preso vita hanno riscosso un grande successo”. “Ora abbiamo deciso di provarci anche a Firenze. Perché? Perché Firenze, anche se i milanesi non vorrebbero sentirselo dire, è una grande capitale della moda”. Le iniziative saranno al solito numerose, i negozi faranno apertura straordinaria

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fino alle 23.30 e le capsule collection dedicate saranno numerosissime. Quest’anno, peraltro, sarà uno shopping a fin di bene, perché il ricavato dell’evento andrà a sostegno delle popolazioni dell’Emilia e della Lombardia colpite dal terremoto. L’appuntamento è quindi per il 6 settembre a Milano, il 13 settembre a Roma e il 18 settembre a Firenze; all’estero andrà in scena il 6 settembre in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Germania, Spagna, Russia, Messico, Australia e Korea, il 7 settembre in Cina, India, Germania e Russia, l’8 settembre è la volta di Taiwan e Giappone, il 10 e 12 settembre del Brasile, il 13 settembre di Portogallo, Turchia, Olanda e Messico e il 20 e 25 settembre protagonista è la Grecia. Le maison e i brand promuoveranno a breve le linee dedicate, che in molti

casi saranno differenti in base alla città: per ulteriori informazioni è possibile collegarsi ai siti web delle edizioni Vogue di tutto il mondo, con le fan page di Facebook e Twitter e sul sito italiano dedicato. Nel frattempo è disponibile il video promozionale, dove un piccolo popolo fluo occupa via Montenapoleone e tutto il quadrilatero della moda di Milano. Tanti piccoli omini stilizzati e affamati di shopping, che uscendo dai negozi si accendono di colore: un’idea semplice che per pochi minuti fa vivere l’inebriante esperienza di passeggiare per le vie delle città deserte. Un modo

ironico per raccontare l’essenza colorata e vivace della VFNO 2012. vfno2012.vogue.it fashionsnightout.com


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APPUNTAMENTI MILANO CAPITALE DEL TESSILE

A cura della Redazione

MILANOUNICA

IL TESSILE SI DĂ€ APPUNTAMENTO A MILANO MilanoUnica, la manifestazione tessile internazionale organizzata in Italia, presenta il meglio del settore nel suo appuntamento di settembre. Un evento di prestigio e un'occasione per il rilancio del Made in Italy

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APPUNTAMENTI MILANO CAPITALE DEL TESSILE

MILANO UNICA ✑ L’appuntamento per la prossima edizione, che presenta le collezioni Autunno/Inverno 2013-2014, è dall’11 al 13 settembre 2012, ancora al Portello di Fieramilanocity”. www.milanounica.it

è

Singolarità, esclusività, unificazione: MilanoUnica veste così la sua manifestazione. Riconosciuta a pieni voti come la fiera numero uno del settore, MilanoUnica presenta nella sua doppia edizione annuale il meglio della produzione tessile italiana ed europea. E altrimenti non potrebbe essere: la manifestazione milanese, infatti, fa da collante e punto d'unione tra i quattro più grandi marchi fieristici del settore tessile: Ideabiella, Ideacomo, Moda In, Shirt Avenue. La validità e prestigio di ogni progetto culmina in questa unione, rendendo facilmente MilanoUnica uno degli eventi di riferimento per chi apprezza i tessuti di qualità e per chi vuole conoscere le anticipazioni delle collezioni dell'anno successivo. Mai come adesso MilanoUnica si presenta come un'occasione: con la recente concorrenza dei mercati esteri, il settore del tessile trova infatti nella manifestazione un luogo per rilanciare il prodotto italiano sui mercati interni ed internazionali, puntando sulla qualità, piuttosto che sul prezzo. Una politica, questa, che consente di diversificare il mercato di riferimento e che interessa un numero crescente di operatori professionali che desiderano incrementare il pro-

MILANOUNICA PENSA IN POSITIVO Silvio Albini, presidente di Milano Unica, ha commentato: “anche questa edizione del salone italiano del tessile sarà all’insegna di un positivo approccio ai mercati globali”

ma edizione invernale della manifestazione – sostiene il Presidente di MilanoUnica, Silvio Albini – conferma l’indirizzo strategico fatto proprio dal nostro Salone e da tantissime aziende della tessitura italiana, ovvero che occorre guardare con sempre maggior coraggio ai

XV EDIZIONE PER MILANOUNICA: IN SCENA OTTIMISMO, GIOVANI DESIGNER ED INTERNAZIONALITÀ prio business. C’è da dire infatti che la tessitura italiana è cresciuta del 10,2% nel 2011, e potrà continuare a dare un contributo all’occupazione manifatturiera ma anche alla bilancia commerciale italiana. Pur pesando, infatti, solo per il 16% sul fatturato totale del Tessile-Abbigliamento, nell’anno appena conclusosi, aveva portato un contributo all’attivo della bilancia commerciale di settore pari al 40% (2,4 miliardi di euro) del totale. “L’andamento delle presenze all’ulti-

mercati di quei Paesi le cui economie sono ormai diventate le locomotive della ripresa mondiale. La buona presenza di buyer europei e americani, ci dice però che non dobbiamo smettere di avere grande attenzione nei confronti dei nostri mercati tradizionali che in volume rappresentano oltre il 50% del nostro fatturato complessivo.” “La crescita di visitatori cinesi - aggiunge Silvio Albini - è la conferma della giustezza della decisione di approcciare direttamente quel grande mercato, portando MilanoUnica a Pechino dal 28 al 30 Marzo e in Ottobre a Shanghai, anche perché la Cina rappresenta una finestra sull’intera Asia”. L’appuntamento per la prossima edizione, che presenta le collezioni Autunno/Inverno 2013-2014, è dall’11 al 13 settembre 2012, ancora al Portello di Fieramilanocity. ■

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MODA DONNA

Miu Miu per l'autunno inverno 2012-2013 si tinge di colore, con un chiaro richiamo alla moda di stampo maschile. Le creazioni del brand di Miuccia Prada danno libero sfogo all'eccentricità e all'eleganza: fantasie optical si trasformano in arabeschi disegnati su giacche e pantaloni, cravatte e colletti www.miumiu.com

L'inverno 2012 2013 di Giorgio Armani è di una donna dallo stile maschile giacche da uomo e tacchi bassi vestiranno donne ispirate allo stile anni ’20. Sobrie e pratiche, ma straordinariamente chic e sicure di sè . www.armani.com

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MODA DONNA

ABITI DAI TESSUTI LEGGERI E TANTO NERO. La collezione di Alberta Ferretti non delude: trame geometriche ton sut tone, linee sinuose contornano silhouette a clessidra grazie ad abiti aderenti o a immancabili cinture, accessorio must della prossima stagione. Il nero trionfa spezzato solo da lampi di rosso, viola proposto in diverse punte. ww.albertaferretti.com

CHANEL PER IL PROSSIMO AUTUNNO ABBANDONA I COLORI ACCESI, E LASCIA SPAZIO ALLE NUANCE NEUTRALI DEL GRIGIO E DEL NERO. on solo giacche o cappotti, ma anche abiti da sera e miniabiti sono realizzati in pesante tweed. Le linee sono maschili, al bando i tacchi alti: Lagerfeld preferisce scarponcini e sneakers anche per le mise pi첫 eleganti, o al massimo dei tacchi di media altezza. Accessorio must: guanti di lana, corti o lunghi, che lascino scoperte solo le dita. www.chanel.com LEGGILO SU PROGRESSONLINE.IT

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MODA UOMO

Il jeans resta il capo preferito per Dean & Dan. Per la collezione DSquared2 2012 è proposto nelle più svariate alternative: usurato, stinto, stropicciato. Il cardigan classico viene sostituito da pull leggeri, gilet in perfetto stile college, felpe col cappuccio. Uno stile alternativo e mai scontato, quello proposto dai due fratelli, che per questa nuova collezione ritornano tra i banchi di scuola. www.dsquared2.com

È un uomo rock ma dalla sensibilità non nascosta l'uomo di Frida Giannini per l'autunno Gucci: doppio petto di velluto, cappotto militare, chiodo o trench. Tonalità scure come nero, blu o verde bottiglia avvolgono i capi, illuminati di tanto in tanto da barlumi di riflessi dai colori brillanti www.gucci.com

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EVENTI AL VARO UN NUOVO GIOIELLO MSC CROCIERE

A cura della Redazione

MSC DIVINA

MED WITH PASSION Ospiti illustri per celebrare l’arrivo della nuova ammiraglia di MSC Crociere a Marsiglia, in Francia, dove è stata battezzata MSC Divina, ultima stella della flotta MSC Crociere, con una cerimonia elegante che ha avuto come ospite d’eccezione Sophia Loren

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Al centro dei festeggiamenti organizzati da MSC Crociere non c’è stato solo l’arrivo della dodicesima nave della flotta, ma anche l’immenso patrimonio naturale che è il Mediterraneo. L'evento, infatti, ha avuto come tema dominante il ‘Med with passion’ e la stessa MSC Divina è ambasciatrice dello stile tipico del Mare Nostrum. Tutti i dettagli a bordo della nave e il varo stesso sono stati pensati con attenzione in modo da riflettere i colori, i profumi, la storia e la cultura del Mediterraneo, offrendo agli ospiti un'opportunità unica. Dopo aver varato navi in diversi porti europei, MSC Crociere ha scelto di fare un omaggio alla Francia e alla città di Marsiglia. “Dal 2003 costruiamo le nostre navi in Francia in partnership con i cantieri STX contribuendo fortemente all'occupazione e all'economia del Paese. A Marsiglia si è celebrato questo lungo e consolidato rapporto omaggiando, con la cerimonia del battesimo della nostra ultima ammiraglia, il porto più antico e più

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grande del Paese. Non avremmo potuto essere più contenti della scelta di Marsiglia, dove la maggior parte degli ospiti francesi si imbarca durante tutto l’anno. In questa città nel 2012 le navi MSC Crociere effettueranno complessivamente 80 scali movimentando oltre 280.000 ospiti internazionali. MSC Crociere ha anche lavorato al fianco del governo francese, con importanti investimenti nel terminal crociere di questo porto e l'evento del varo di MSC Divina rappresenta l’occasione perfetta per mostrare agli ospiti MSC il comfort e lo stile moderno di un terminal all’avanguardia” ha dichiarato Pierfrancesco Vago, CEO di MSC Crociere. I festeggiamenti sono stati aperti dal Team Captens Aerobatic Display e dal Team Brietling Jet Team con due shows aerei mozzafiato e sorprendenti. A seguire, una performance del gruppo folk locale La Poulido de Gèmo - i cui membri sono motivati da un profondo amore per la Provenza - che ha portato in scena le tradizioni regionali attra-

verso danza, musica e costumi. E poi, spettacoli teatrali con gli artisti di MSC Divina che si sono esibiti in danze, acrobazie e una suggestiva piramide composta da ben 14 persone. Gerard Depardieu, uno degli attori francesi più famosi al mondo, accompagnato da altri artisti di grande successo, ha narrato gli eventi serali e la storia di MSC Divina con la simpatia e ilarità che gli appartengono. Il main artist dell’evento, Paolo Conte, cantante, pianista e compositore italiano acclamato dalla critica, ha poi incantato il pubblico con la sua voce graffiante e con le sue composizioni vivaci e incantevoli, espressione del jazz e del blues. Momento culminante della serata, sicuramente la sfilata degli ufficiali di bordo di MSC Divina, quando l’impareggiabile Sophia Loren - madrina preziosa della flotta MSC Crociere - ha tagliato il nastro e “battezzerà” MSC Divina in un crescendo di champagne, coriandoli, fontane luminose e giochi di luce. www.msccruises.com ■


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