Vi presentiamo in questa plaquette speciale, narrativa breve e brevissima ispanomaericana sul tema che quest’anno maggiormente ci appassiona: le sirene. Sono nate senza madre, originate da gocce di sangue divino, dal dolore di un dio sconfitto e mutilato. Sono la connessione evidente tra la donna e il mare, oceano temuto dagli antichi naviganti, desiderio che schiavizza e fa naufragare (Bruhl, Machado), spinge al salto-iniziatico-nel vuoto e allo stesso tempo il loro canto è ninna nanna materna e culla di chi è morto, disposte al sacrificio solo per il vero amore che tutto divora e distrugge (Kasdán).
Il canto delle sirene è sempre un’esperienza conoscitiva. Lo stesso Pascoli nelle sue pagine dedicate al vecchio Ulisse, immagina l’eroe ormai stanco e ravveduto rivolgersi in un miraggio allo specchio alle sirene che non volle a suo tempo seguire: “Solo mi resta un attimo. Vi prego! Ditemi almeno chi sono io! Chi ero!”, oppure nella novella di Maurice Noury uno dei marinai [...]