C'era una volta una goccia d'acqua

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UNA GOCCIA D’ACQUA

C’ERA UNA VOLTA
IIS CATERINA DA SIENA
Indice Introduzione 5 Gaia Acquaro 7 Achini Alahakoon 8 Iacopo Baù, Carlotta Boscia, Cyron Bumanlag 9 Micol Canzi, Romeo Castenetto, Adriano Castiglioni 10 Thomas Corda, Arianna D’azzeo 11 Jhom Domingo 12 Federico Giulii 13 Lorenze Guerrero, Jerrymhar Hernandez 14 Ying Ying Hu, Noemi Iotti 15 Andrea Maggi, Makda Majore 16 Camille Mayuga, Nikith Mihindukulasuriya 17 Aleria Pasquali 18 Silvia Wang, Dalila Avila, Stefano Chinchay 19 Brian Gabuyo, Nicole Godinez 20 Alessandro Grippo, Umberto Lombardo 21 Samuel Lostaglio, Matteo Negri 22 Michelangelo Polizzi, Aurora Pollini 23 Matheus Rabasco, Cyruz Rey 24 Christian Scutellá, Francesca Sorial, Isacco Vasapollo 25

Volevo chiedervi come mai avete chiamato Terra un pianeta composto al 70% d’acqua, ma prima vi chiederò come mai vi siete chiamati Sapiens. (lddio, Twitter)

INTRODUZIONE

Questa raccolta di racconti che sfrutta il metodo dello storytelling, nasce come fase di ideazione e brainstorming preliminare alla progettazione di una locandina per promuovere l’uso delle casette dell’acqua del Comune di Milano. Durante l’anno scolastico 2022/2023, gli studenti delle classi prime di Design per la Comunicazione dell’Istituto Caterina Da Siena di Milano hanno riflettuto sull’importanza dell’acqua e hanno progettato alcune locandine e un’headline originale con l’obiettivo di ridurre l’uso di bottigliette di plastica e promuovere l’uso delle borracce individuali.

Grazie alla fervida immaginazione degli studenti, la piccola goccia d’acqua ha viaggiato in ogni parte del nostro mondo e dell’universo, attraversando le emozioni e le sensazioni dei giovani scrittori che hanno saputo liberare la loro personale interpretazione del principale elemento della vita.

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Io sono Goccia, una piccola goccia d’acqua che gira il mondo da miliardi di anni.

Sono piccola però sono molto diffusa nel mondo, aiuto la gente nelle giornate quotidiane e sono utile per molte altre cose. Aiuto persone e animali a dissetarsi, lavarsi e dentro i miei mari, fiumi e laghi ospito animali marini. Purtroppo, nonostante io sia “infinita” non posso aiutare tutti, in alcuni paesi non c’è acqua né per bere né per i bagni, aumentando il rischio di morte da disidratazione e malattie come: Colera, Tifo, Dissenteria, Epatite ecc…

Per far capire quanto sono importante sono anche nel corpo umano che contiene il 90% di acqua.

Ho tante amiche nel mondo, che, più che amiche, considero sorelle perché siamo nate tutte nello stesso posto.

Un giorno stavo nuotando tranquillamente nel fiume insieme alla mia famiglia e alle mie amiche quando ad un certo punto venni rapita da un uccello.

Mi portò in un’isola deserta, ad abitarla c’era pochissima gente, sembrava quasi una tribù. Non erano come noi, erano più malmessi: vestiti sporchi, strappati, scarpe bucate (per chi le aveva), capelli rovinati ecc…

Non so come si vivesse lì, vedevo tanta povertà e solitudine, non credevo che quell’uccello mi avesse portato lì per caso, avevo capito che c’era bisogno del mio aiuto. Vedevo la gente che cercava le ultime gocce d’acqua nelle pozze di fango sporche, che si faceva chilometri e chilometri per arrivare al fiume con i vasi sulla testa per raccogliere un po’ di essa. Non oso immaginare che fatica facevano ad andare ai fiumi, immagino solamente la pazienza che ci mettevano. Poteva accadere di tutto: c’è chi inciampava e faceva cadere l’acqua, quindi doveva ritornare indietro per andarla a recuperare, c’era chi era più debole e non riusciva a sostenere il peso del vaso, insomma la routine era quella. Avevo capito perché l’uccello mi portò lì, solo che non sapevo cosa fare. Pensavo, pensavo e pensavo, fino a quando… non mi venne un’idea.

Come ero arrivata fino a lì? Grazie al pennuto. Quindi? Come potevo aiutare questa piccola tribù?

Usando lo stesso metodo!

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GAIA ACQUARO

Non sapevo come attirare l’attenzione dell’uccello, di certo non potevo mica parlarci, quindi pensai di inventarmi una specie di fuga. Feci finta di scappare via, non mi vide, nonostante le mie piccole dimensioni, quindi decisi di prendere una foglia e mettermela sulla testa, sapevo che non aveva senso, però nella mia testa poteva funzionare. E infatti avevo ragione, l’uccello mi vide e mi catturò, mi riportò al fiume dove mi rapì. Non so perché, il suo scopo era quello di portarmi nell’isola per salvare i suoi abitanti, però secondo me capì che stavo cercando rinforzi.

Tornai dalle mie amiche e dai miei famigliari e gli raccontai tutto quello che stavano vivendo nell’isola. Erano tutti d’accordo per unire le forze e salvare quella piccola tribù.

Ci facemmo catturare e portare nell’isola, dando l’acqua a chi ne aveva più bisogno. Era molto difficile “selezionare” le priorità, perché tutti avevano bisogno di me e del mio gruppo.

Arrivarono dei costruttori che crearono una casetta dell’acqua, ora c’era acqua abbastanza per tutta la tribù. Il popolo, ovviamente, non ci poteva ringraziare oralmente siccome non parliamo con gli umani però ci fecero dei gesti di ringraziamenti.

Alla fine tornammo tutti a casa e, dopo una giornata così faticosa, eravamo tutti soddisfatti del lavoro svolto e dal grande gesto che avevamo fatto.

ACHINI ALAHAKOON

C’era una volta una goccia d’acqua che cadde da una nuvola, era piccola e sperava di fare delle avventure meravigliose, vedeva tutto il paesaggio da sopra e si emozionò, era curiosa, impaziente non vedeva l’ora di vedere dove sarebbe caduta. Piano piano si avvicinò sulla terra e inizò a vedere il paesaggio, vide un piccolo paesaggio, con i bambini che giocavano saltando sotto la pioggia, ella cadde sopra le mani di un bambino, aveva paura ma sembrava che il bambino fosse un povero piccolo ragazzo che vedendo la goccia non ebbe più tanta paura. Il ragazzo la mise su una pozzanghera e scappò via, ma alla goccia venne la voglia di fare amicizia con il ragazzo siccome era stato gentile con lei, così lo seguì e dopo un po’ vide il mare. Da piccola era un suo sogno andare in mare e stare con altre gocce, ma la notizia brutta fu che quando si girò il ragazzo era già andato via.

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La goccia diventò triste, ma allo stesso tempo era anche felice perché poteva andare a raggiungere i suoi amici...

IACOPO BAÙ

Ero rimasta attaccata alla pozza d’acqua per il troppo freddo di quell’inverno, non riuscivo a cadere, ci provavo con tutte le mie forze, ma ero ormai ghiacciata e le mie forze erano nulle, aspettai ed aspettai passò una settimana ma ero ancora lì attaccata, non sapevo cosa sarebbe successo, avevo paura. La settimana seguente fece un po’ piu caldo e quasi riuscii a muovermi, mi staccai in parte, ma ero ancora attaccata. Avevo una speranza ogni giorno, mi staccai sempre di più fino a quel giorno di dicembre, la notte di capodanno ci riuscii a muovermi ma poi lo vidi, un enorme petardo che mi colpì, esplosi in mille pezzi. Io che ero solo una goccia d’acqua, che voleva solamente cadere giù, non ce la feci.

CARLOTTA BOSCIA

C’era una volta una goccia d’acqua caduta dal cielo durante una pioggia notturna.

Atterró sulla finestra della cameretta di una bambina e la guardò aspettando il momento in cui lei si sarebbe svegliata per poterci giocare assieme.

Finalmente la bambina si sveglió e la goccia prese la forma di una faccina sorridente per farsi notare. Riuscì ad attirare la sua attenzione e passarono la mattinata giocando insieme. La goccia per far contenta la bambina si tramutava in diverse forme, sempre più divertenti, fino a quando il sole divenne troppo forte e la goccia scivoló nel vaso della margherita posata sul davanzale della cameretta, così avrebbero giocato per sempre insieme.

CYRON BUMANLAG

Rinasce dal cielo cadendo, la goccia d’acqua, mentre cade impara guardando in giro, bambini che corrono in giardino, ragazzini che imparano a scuola.

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Vedendo gente camminando ovunque, la goccia d’acqua finalmente imparò che l’avventura di quelle persone era come quella della goccia prima di cadere a terra.

MICOL CANZI

Sono nata nel mar tirreno, poi un giorno di agosto fece molto caldo ed evaporai. Finii in una nuvola insieme alle mie sorelle, girammo molto finché non arrivammo sopra il Canada e un giorno iniziammo a cadere tutte insieme. Io finii su una panchina, non rimasi lì per molto perché poi risucesse, evaporai di nuovo e finii in un’altra nuvola, ma con altre gocce che non conoscevo, non viaggiammo molto e cadetti nell’Oceano Atlantico.

Ora dopo tanto tempo che vivo qua ho fatto conoscenza con molte altre creature, cerco di andare sempre più in fondo per non rischiare di evaporare ancora.

ROMEO CASTENETTO

C’era una volta una goccia d’acqua che aveva un sogno.

Il suo sogno era di uscire dalle tubature del lavandino della casa di nonna Teresa, la goccia d’acqua era rimasta incastrata per via della poca manutenzione della nonna.

Un paio di giorni dopo, che era rimasta bloccata ci fu una svolta, arrivò l’idraulico di nome Pino, tempo cinque minuti nemmeno e la goccia stava sfrecciando nelle tubature a più non posso ad una velocità incalcolabile, schivando residui dei piatti lavati come un pilota di formula 1, e così la goccia arrivo nel mare e visse felice e contenta con i pesci.

ADRIANO CASTIGLIONI

C’era una volta una goccia d’acqua che cadeva da un ruscello in una montagna nel confine dell’Italia e la Svizzera. La goccia stava andando insieme ad altre gocce come lei ma non sapeva cosa gli sarebbe accaduto. Stava andando

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dentro un tronco fino a quando si trovò a un bivio, doveva scegliere molto velocemente se andare a sinistra, dalla parte del lago, o dalla parte del fiume, che l’avrebbe condotta al mare. Decise di andare a destra, cadde da una cascata e si ritrovò in un fiume. Doveva schivare salmoni che volevano berla, continuò il suo viaggio e dal fiume in cui era entrò in un altro fiume, più grande, che la portò al mare. Dopo tante fatiche la goccia d’acqua riuscì a completare il suo sogno.

THOMAS CORDA

C’era una volta una goccia d’acqua di nome Gregoria, questa goccia che veniva abusata da tutti, perchè andava contro tutte le altre, si sentiva una dura ma visto che era una “petass” le prendeva da tutti. Una volta che iniziò a piovere finì dentro a gruppo molto vasto di gocce e così trovo tanti amici e in qualunque cosa succeda con dei gruppi loro vinceranno sempre perchè sono in 200.000.000 e gli altri non potendo fare niente si devono per forza arrendere. Anche se una goccia una volta scontrò gregoria e gli disse che visto che si sente tanto forte di fare uno contro uno ma gregoria senza i suoi amici non era nessuno quindi rifiutò e iniziò a fare la figa perchè ha gli amici. Gli amici che lo vennero a sapere si vergognarono di lui e gli dissero che se non andrà a fare uno contro uno con quella goccia lo avrebbero buttato fuori dal gruppo. Alla fine Gregoria perse e venne buttata fuori dal gruppo e fu di nuovo un’abusata.

ARIANNA D’AZZEO

Ciao a tutti quanti, io sono una goccia d’acqua, ma non una normale, mi ritengo molto speciale.

Vivo in un posto molto colorato ed è strano per molti, di solito la gente mi riconosce come triste e spenta quando scendo da nuvole piene di lacrime, ma assicuro che ho molti lati positivi, aiuto molte persone e animali.

Mi ritengo speciale perchè non tutte le gocce d’acqua vivono in posti come il mio, secondo me, sono qui per sbaglio.

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Qua come dicevo è pieno di colori, pieno di luci e canzoncine rilassanti, sto molto bene. Però vorrei fare le attività che fanno le normalissime gocce d’acqua ad esempio, idratarsi, aiutare per cucinare, lavarsi e tutte le altre tante cose che fanno.

Mi sento diversa e questa cosa a volte mi rende triste, non ho nemmeno amici perché sono sola, non ho nessuno…

Vedrò di risolvere queste cose, magari con duro lavoro riesco a diventare una normalissima goccia d’acqua, sembra strano vero?

Una goccia speciale come me, che vuole diventare normale.

Alla fine a cosa servo in questo posto così rilassante?

Io dovrei fare un duro lavoro per aiutare le persone che hanno bisogno di me e invece, non faccio nulla per aiutare nessuno.

Sono sulla terra da un sacco di anni ormai, all’inizio ero una goccia normalissima, avevo molti amici finchè non mi hanno separata, non so cosa sia successo ma da un giorno all’altro mi sono ritrovata qui, all’inizio ero felice e curiosa ma poi con il passare del tempo ci si annoia.

Vedo quello che sta succedendo e so che una sola goccia non servirebbe, però almeno posso essere felice di aver aiutato qualcuno che aveva bisogno di me, spero di esserci per ancora moltissimi anni e spero anche di poter aiutare anche io chi ha bisogno veramente di me.

JHOM DOMINGO

C’era una volta una goccia d’acqua che si trovava in una bottiglia di vetro.

Questa goccia d’acqua passava molto tranquillamente il tempo, per i primi giorni era felice di essere sola perché pensava di passare il tempo con calma e senza casino.

Ma dopo un paio di giorni si stufò di essere sola, era così triste che andò in depressione.

Un giorno incominciò a tremare il posto in cui si trovava, e si rese conto che la bottiglia si stava spostando, la goccia vide che il tappo che chiudeva la bottiglia venne tolto e incominciarono a entrare molte gocce, almeno un litro d’acqua.

Appena la bottiglia si riempì d’acqua venne chiusa di nuovo con il tappo, ma almeno la goccia diventò felice perché almeno non avrebbe passato più il tempo da sola.

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La bottiglia venne messa nel frigorifero, la goccia per una giornata intera rimase al freddo.

Ma poi la bottiglia fu presa e venne appoggiata in un tavolo, dopo un po’ il tappo della bottiglia venne tolto e incominciò a capovolgersi, così l’acqua incominciò ad uscire compresa la goccia d’acqua. La goccia d’acqua era emozionata dall’idea che poteva vedere com’era il mondo al di fuori della bottiglia, ma in realtà la goccia andò soltanto dentro un bicchiere, dopo di ché il bicchiere venne preso e svuotato; e la goccia d’acqua che pensava di scoprire un nuovo luogo in cui stare…

Ma dopo che il bicchiere d’acqua venne bevuto, non ci furono più notizie della goccia d’acqua…

FEDERICO GIULII

C’era una volta una goccia d’acqua, di nome Zoe sul finestrino di una macchina. Su questo finestrino non c’era solo lei ma ce ne erano centinaia.

Queste gocce facevano delle gare per chi arrivava prima infondo al finestrino, però una volta arrivati alla fine si schiantavano e morivano. Ma loro non lo sapevano. Quando è arrivato il turno di Zoe, lei era super contenta ma non sapeva a cosa stava andando incontro.

Scattò il via, Zoe partì molto più veloce delle altre gareggianti ma ebbe un intoppo verso la metà del percorso, si bloccò per qualche secondo ma successe poco dopo anche alle altre. Questo intoppo l’hanno avute tutte tranne una che stava per raggiungere il traguardo, ma all’ultimo si bloccò anche lei e Zoe con un miracolo riuscì ad andare avanti e fece un clamoroso sorpasso che la fece arrivare prima di tutti. Il destino però è quello che arrivata al traguardo si schiantò e fece una brutta fine che di certo non meritava.

Zoe così entrò a far parte nella storia delle gocce d’acqua con il nome di “Zoe, la goccia lampo”.

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LORENZE GUERRERO

C’era una volta una goccia d’acqua caduta da una nave aliena che attraversa le nuvole e che affrontava aerei in mezzo al cielo. La piccola goccia scendeva giù velocemente come quando ti cade la gomma per terra, la goccia appena atterrata si spiattellò e con un piccolo saltello si rialzò in piedi pensando alla missione che doveva compiere data dagli alieni. La missione che doveva compiere era di ottenere informazioni su gli esseri umani e di come trattavano la loro terra. La piccola goccia era atterrata su una scatola nuova con dentro delle scarpe nuove, era atterrata su una discarica. La sua prima impressione fu che era puzzolente e disordinata, la piccola goccia camminava e camminava fino a trovare una foresta piena di alberi e cespugli, la piccola goccia era strabiliata da un clima fatato di cui aveva sentito parlare. La goccia più avanti incontrò una città e disse che era enorme con palazzi e case, era stupita da questa immensa città, la goccia vide un museo di storia, lei vide le catastrofi del mondo, vide la bomba atomica, le guerre, l’inquinamento. Arrivò la notte, era la fine della sua missione, gli alieni la presero con un raggio verde e la portarono nella loro nave, gli alieni l’avevano mandata sulla terra per vedere se era da distruggere o da salvare, la salvezza della terra era nelle mani di quella piccola goccia. La goccia decise di non salvare la terra perché piena di guerra e ormai si stava già distruggendo per colpa di uomini inconsapevoli del fatto. La nave lanciò un fascio di luce rossa molto accecante colpì la terra e la distrusse, fece un botto enorme, la goccia tornò al suo dormitorio e si mise nella sua vasca di ibernazione, chiuse gli occhi e non li aprii più.

JERRYMHAR HERNANDEZ

C’era una volta una goccia d’acqua che non finì di cadere, e intanto che cadeva in questi lunghi anni non vide nulla di diverso, tranne una luce, una luce che diventava sempre più grande. La goccia si stancò di essere stata sveglia per una falsa speranza e si mise a dormire. La goccia si risvegliò sentendo che stava cadendo più velocemente, quasi da bruciare, osservò la luce e vide un mondo colorato, pieno di alberi e palazzi, si stava avvicinando alla luce e dopo qualche secondo, si ritrovò in un pozzo d’acqua. Si girò intorno e vide questi enormi palazzi e delle

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persone che erano uguali a lei e alcune con un diverso aspetto. Dopo essere uscita dal pozzo la goccia chiese ad una persona dove si trovava e la persona disse che si trovava in WaterDrop.

La goccia si meravigliò di questo posto stupendo, così iniziò a correre in mezzo alla città per scoprire un nuovo mondo dopo essere rimasta nel buio paterno in questi lunghi anni di noia. All’improvviso vide un cartellone dove c’era scritto del cambiamento climatico che poteva essere fatale alla sua specie, ma tutto questo l’ignorò. Dopo 3 lunghi anni la goccia camminò tranquilla sul marciapiede, quando vide una catena di palazzi crollare e la gente che correva, la goccia era confusa della situazione e decise di chiedere ad una persona, le rispose che il cambiamento climatico ha cambiato le temperature a WaterDrop, cioè che stava diventando molto caldo, così caldo da far evaporare le gocce. Ma mentre stavano parlando vennero colpite dal caldo e vennero trasformate in nuvole senza ricordare nulla. Dopo un po’ rilasciarono delle gocce che caddero senza il nulla sotto, tranne una luce sospetta.

YING YING HU

Una volta una minuscola goccia d’acqua sognava di vedere il mondo oltre l’Oceano. Una corrente la trascinò nel cielo aperto, dove vide panorami meravigliosi, viaggiò in lungo e in largo.

Viaggiò attraverso paesaggi meravigliosi e incontrò molte creature diverse, affrontò molte sfide ma alla fine raggiunse la sua destinazione, di un piccolo stagno fece la sua nuova casa, incontrò nuove gocce e infine tornò nell’Oceano per ispirare e incoraggiare altre gocce a esplorare e fare la differenza nel mondo.

NOEMI IOTTI

C’era una volta una goccia d’acqua che con molta felicità saltava nell’acqua, cercando l’Oceano, trovó un euro lo prese e lo bagnó. L’euro scivoló e la goccia lo cercó, senza risultati peró.

La goccia trovó il mare e felice poteva sembrare, ma l’euro era ancora disperso, e da quel giorno cadde il mal tempo.

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Era un ragazzo freddoloso che si chiamava Bernardo, era una goccia d’acqua che aveva appena iniziato la sua vita, andava a scuola e aveva dei bei voti fino a diciott’anni, quando arrivò una lettera sconosciuta che non sapeva chi l’avesse mandata. Cercò di farsi un’idea, e pensò: un suo amico, un suo parente, suo fratello che si era trasferito da poco. Nella lettera c’era scritto un indirizzo e una frase: “Tra 7 giorni vieni qui”. Passarono sette giorni e scoprì che era una lettera da parte del comandante Cipsi. Passarono 12 anni e scoppiò la prima querra mondiale. Si mise su una cupola e il comandante Cipsi gli disse: “Dobbiamo passare vicino la terra e voi sarete i primi uomini”, disse il comandante, partirono. Disse Bernardo: “Eccola la terra adesso ci passiamo vicino!”. Passarono vicino, ma non sapevano che stavano cadendo sulla terra. La “Crosta”, così la chiamavano, iniziò a bruciare e man mano i suoi compagni morirono, lui morì per ultimo.

MAKDA MAJORE

C’era una volta una goccia d’acqua: “Ciao io sono una delle tante gocce d’acqua di questo mondo. E oggi sono qui per raccontare la mia vita con voi e di tutto quello che ho visto . Sono nato dentro il disco protoplanetario che circondava il Sole, la prima cosa che ho visto era una palla infuocata e il momento dopo mi sono ritrovato sul pianeta che voi chiamate “Terra”. Ho visto i primi esseri viventi e ho visto anche voi però eravate più piccoli e più pelosi. Ho visto la vostra evoluzione, ho visto le vostre prime case, ho visto i vostri primi baratti e commerci. Ho visto la vostra compassione e la vostra crudeltà.

IO HO VISTO TUTTA LA VOSTRA VITA.

E dopo tutto quello che ho visto posso dire con sicurezza che voi non vi meritate di essere a capo del mondo, non solo perché non siete riusciti a prendervi cura della vostra stessa “CASA”, la vostra madre, ma anche perché vi aspettate che, dopo tutto quello che avete fatto alla terra e ai miei fratelli, vi aspettate di sopravvivere. Non solo siete crudeli con quello che vi serve per vivere, ma anche verso i vostri fratelli e sorelle, per gelosia o per altri motivi disgustosi. La cosa che mi fa più ridere è che vi state uccidendo da soli e con voi sta morendo anche la terra, così almeno la vittima

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della vostra ignoranza potrà finalmente riposare in pace. A proposito mi sono quasi dimenticato di parlare dei vostri senza cervello, ignoranti di nuova generazione o come voi li chiamate “figli”, loro sono la delusione propria della vostra razza però sono anche i più divertenti, sono tutti pieni di traumi, tutti bullizzati e i bulli che dovrebbero bullizzare si bulizzano a vicenda. Non ho ancora finito, i vostri figli sono così stupidi che scherzano anche su le cose più tragiche o orrende. Questo è solo una parte di quello che vorrei scrivere di questa generazione, ma visto che non voglio scrivere un’intera lista delle cavolate che fanno li rappresenterò in due sole parole: “senza futuro”. Dopotutto voi mica vi state aspettando di avere un futuro? Be questa è la fine della mia storia per ora spero che vi abbia fatto riflettere :) .

CAMILLE MAYUGA

Azzurrina è una goccia d’acqua caduta dal cielo in una giornata molto piovosa.

Cadde in una pozzanghera, nella quale conobbe Celeste, la sua migliore amica. Nelle tempeste più potenti cercavano sempre un riparo in modo da non separarsi e perdersi, ad esempio le lattine buttate per strada.

Erano ormai inseparabili, fino a quando Azzurrina finì dentro un tombino. Si era sempre preparata a tutto ciò ma non pensava che la paura fosse così tanta. Passò per almeno quattro canali, o forse cinque, perse il conto per l’ansia e l’agitazione. Finì persino nei depuratori e uscì fuori quando c’era un sole cocente. Divenne gas evaporando e finì tra le nuvole, dove rincontrò Celeste.

In un giorno luminoso goccia d’acqua era pronta per viaggiare lontano e in un momento di coraggio saltò senza paura nella nostra terra scoprendo un nuovo mondo in prima persona. Il nostro udito ha dovuto prima affrontare uno sguardo chiamato luogo in cui è avvenuta la magia, l’acqua doveva essere congelata, i giorni e le notti potevano andare e venire, ma si doveva aspettare che la primavera mostrasse ancora una volta la magia operata. Ritornò quindi la goccia

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d’acqua che si era sciolta e un’altra avventura iniziò. Quando crebbe si unì a un fiume che scorreva rapido, si sentiva così piccola nello scorrere giù per la montagna. Alla fine fece una bella caduta e il suo corso si concluse in un fiume ancora più grande. Il suo viaggio fu molto lungo, appena si riprese, ebbe una sorprendente consapevolezza, di essere diretta verso una destinazione spaventosa. Così scoprì il regno dell’industrializzazione, temendo che le potesse succedere qualcosa e pensando che quell’incubo non sarebbe finito mai. All’improvviso finì nel tubo di aspirazione e fu attirata nel buio, dovette andare avanti lentamente, ma grazie alla calma si stabilizzò, provò a riprendere il fiato, ma poi una violenta spinta la portò fuori dal rubinetto con grande piacere. Tutto sembrava così strano, c’era un gigante lì in piedi. Temeva molto che il gigante la prendesse e infatti in un grande barattolo di vetro la lasciò cadere. Poi in un vaso fu versata, su un fiore che doveva essere annaffiato, poi per l’ultima volta cadde e fu trasformata dalla magia dell’evapotraspirazione tornando nei cieli. Questa è la storia di una goccia d’acqua.

ALERIA PASQUALI

Sono le 5 del mattino e su Rovereto veglia la pace. Persone si abbandonano in un tenero abbraccio di caldi piumini.

Come delle foglie, s’appoggiano delicatamente sul suolo. In una casa, un cuore però è ancora sveglio. Confortato da bollicine e da me, goccia di rugiada.

Come fiume, scorro lungo il corpo consumato di una delle tante vittime di questa realtà.

Osservandomi attentamente si nota che la mia costituzione molecolare è formata da pensieri, sentimenti.

I più attenti osservatori ammireranno il capolavoro di grovigli presente in me: Un groviglio più grande del corpo.

Questo si disperde tra spacchi di percorso segnati da sorelle dal pigmento scarlatto che le caratterizza.

Il sentiero su cui camminiamo è coperto da strappi cuciti con amore dal tempo: voragini contenute al suo interno.

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Il passato, consuma ogni centimetro di pelle rimasta, accompagnato dalla colpa di falsità mai smentite.

“Te lo prometto”

una breve frase che mi diede vita. La colpa cosciente della bugia che cela tra le righe, m’avverte che sarò solo una delle tante lacrime versate dalla Madre.

SILVIA WANG

C’era una volta una goccia d’acqua che ancora abita sulla terra. La goccia d’acqua ha un compito molto importante: far vivere tutti gli esseri viventi della terra. Ogni giorno spariscono molte gocce, allora hanno deciso di trasferirsi fra poco tempo in un altro pianeta, lontano dalla terra, dove potranno vivere meglio.

DALILA AVILA

C’era una volta una goccia d’acqua di una montagna, la goccia decise di intraprendere un viaggio, cosciente che sarebbe stato molto lungo, ma ad una meta voleva arrivare, al mare. La goccia cominciò il suo viaggio dall’alta montagna, iniziò a scendere giù a valle, ma arrivò ad un ostacolo non molto difficoltoso, ma un pò stancante, la collina, la superò e andò avanti fino ad arrivare finalmente sulla pianura, da lontano intravide il mare, con tutta la felicità che la colmava, iniziò a correre fino a buttarsi nell’ acqua con la felicità e la stanchezza la goccia d’acqua se ne andò.

STEFANO CHINCHAY

C’era una volta una goccia d’acqua che cadde dal cielo, in una notte di tempesta. Prese forma improvvisamente e appena ebbe conoscenza vide un’enorme foresta ricca di flora e fauna. Vide cose di ogni tipo come platani gigan-

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teschi, ghepardi feroci e persino qualche volatile considerato estinto. Desiderava esplorare il mondo dalle Ande fino alla Siberia, aveva grandi aspettative, pensava di cadere per sempre, che il suo “viaggio” non sarebbe mai giunto al termine. Ci sperò tanto, anzi tantissimo, ma la sua esistenza finì come era iniziata, In un instante. Cadde a terra e si unì al terreno. Dando fine alla sua storia Questa è la storia di una goccia d’acqua.

BRIAN GABUYO

Era una piovosa giornata d’autunno.

In quel momento migliaia e migliaia di gocce d’acqua si riversarono sulle strade, marciapiedi, automobili, tetti e case. Come se fosse un gregge tutte le gocce cadevano sempre negli stessi punti, e, anche se pioveva tanto, molti punti non furono toccati dalla pioggia. Come quella casa, ancora asciutta e protetta dal tetto e dalle grondaie.

Tuttavia una delle tante gocce d’acqua non seguì lo stesso percorso che prendevano le altre gocce, e così riuscì a toccare la parte asciutta. Ciononostante la goccia scese giù imbattendosi in una pianta. La goccia scese da un foglia all’altra superando completamente la pianta. A questo punto la goccia poteva scivolare sul muro della casa tranquillamente e così ricongiungersi con le altre gocce.

NICOLE GODINEZ

La gocciolina, brillava come se fosse d’argento, viveva in un torrente limpido e splendido. Un giorno, dopo aver corso lungo fra due rive fiorite di margherite, la gocciolina scivolò in un grande fiume e cominciò a correre forte e a vedere tante cose belle. Correva e correva, gocciolina, e vedeva cose sempre più belle. Un giorno arrivò al mare e lo vide bello, sembrava un altro cielo, quando era sereno, e invece quando si infuriava diventava una distesa di schiuma bianca. Poi venne un gran caldo e sembrava che il sole volesse bersi il mare. La nostra gocciolina si sentì sollevare su verso il cielo, e saliva sempre su, saliva verso il cielo: era diventata una specie di fumo leggero e invisibile.

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In cielo si trasformò in una nuvoletta bianca. Aveva molte amiche e con loro giocava volentieri a rincorrersi, fino a quando venne un vento forte, violento e freddo. E tutte le nuvolette si unirono formando un unico pesante nuvolone nero, che finì per disciogliersi e cadere sulla terra sotto forma di pioggia. La nostra gocciolina ora si dondola di nuovo sul petalo del fiore.

ALESSANDRO GRIPPO

C’era una volta una goccia d’acqua che era nata da una nuvola, in un bel giorno di primavera questa goccia cadde e precipitò in una graziosa valle piena di animali e colori, la goccia molto stanca si addormentò, nel frattempo la valle col passare degli anni diventò sempre più alta fino a diventare un’altissima montagna.

La goccia si svegliò, nel mentre cercava di muoversi, scivolò dalla montagna e cadde in una cascata, la goccia non capiva cosa stesse succedendo, nel mentre che cadeva dalla cascata finì in un ruscello molto lungo, passò tra molte valli fin che dopo un paio di giorni la goccia si perse nel mare e non ritrovò più la strada di casa.

UMBERTO LOMBARDO

C’era una volta una goccia d’acqua nata per colpa di Lucrezia che spezzò il cuore a Johnny che cosi facendo fece nascere la goccia Sawara nata e morta in Molise di cui vi racconterò la storia. Morì uscendo fuori dagli occhi, una cosa proibitissima nel villaggio. Uscì e finì sul cuscino, cuscino che venne poi buttato e col tempo arrivò in mare con altre gocce mai viste, gocce di tutti i tipi. Milioni di Gocce con cui parlare. Un giorno poi si ritrovò sulla spiaggia in una strana struttura e in una strana forma. Era diventata sale che venne subito preso e confezionato. Poi si ritrovò con milioni di gocce di nuovo, ma lei stava male e bruciava e poco dopo scomparve in aria.

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C’era una volta una goccia d’acqua che proveniva da una cascata molto grande una delle più grandi del mondo, piena di gocce che si tuffavano dentro un bacino d’acqua per poi continuare in un lungo fiume, questo insieme di miliardi di particelle di H2o andavano velocissime per andare a schiantarsi in questi tubi giganti che portavano ad un villaggio in Africa molto povero. Questa goccia finì per svuotarsi in delle casse trasportate da un camion in un ospedale del centro cittadino. Il paese era in un una crisi idrica molto grave e le persone iniziarono ad ammalarsi, i barili arrivarono all’ospedale. Un uomo molto anziano fu il primo ad ammalarsi, il primo caso in tutto il paese. Il tempo passava e l’uomo continuò a peggiorare. In fin di vita disse che gli serviva una goccia d’acqua per guarire, lo aveva sentito da una leggenda che gli aveva raccontato suo padre. Gli portarono un bicchiere preso da quei barili dove c’era la goccia, lui la bevve e guarì dalla malattia. Dopo qualche giorno, man mano tutto il popolo guarì e tornò alla normalità.

MATTEO NEGRI

C’era una volta una goccia d’acqua che che cadde da un viso pallido, un viso triste pensieroso e stressato.

Il ragazzo era molto emotivo, quella goccia cambiò la vita di quel ragazzo, la goccia era il pezzo più importante della sua vita, doveva cominciare a scegliere che strada percorrere, con lui c’era una ragazza nel suo stesso problema e che cercava di relazionarsi con lui.

Il ragazzo zitto come una goccia d’acqua.

Mattia non era molto sociale, preferiva restare da solo nella sua cameretta con un libro e la sua borraccia preferita, piena d’acqua.

Mattia amava così tanto i pesci che aveva tre acquari pieni di pesci d’acqua salata.

Maura era poco sociale restava sempre con la sua amica Maria erano sempre attaccati come due gocce d’acqua.

Mattia amava disegnare quello che vedeva, quel giorno disegnò una piccola goccia d’acqua con due cuoricini al posto degli occhi, due cuoricini con il viso sorridente.

22 SAMUEL LOSTAGLIO

MICHELANGELO POLIZZI

Una mattina, nel mare blu profondo, viveva una piccola gocciolina. La gocciolina sarebbe voluta rimanere con i suoi amici e la sua famiglia che poco prima la salutarono per l’ultima volta per andare a Milano. In un pomeriggio caldo la piccola gocciolina ha iniziato a salire nell’aria mentre dormiva. Quando è salita in aria ha sentito un forte starnuto. La goccia d’acqua si è svegliata con uno spavento. Era una nuvola che starnutiva. Più tardi la goccia d’acqua sussurrò alla nuvola: “Puoi portarmi a Milano?”, “Ok” rispose la nuvola. Così come il vento soffiava, la nuvola guardò in basso e vide delle persone dall’aspetto strano con vestiti militari, erano le guardie del Duomo. “Siamo a Milano” gridò la nuvola, “...e ti lascerò cadere da qui“, la goccia d’acqua era felice. All’improvviso, la nuvola lasciò cadere tutte le goccioline d’acqua, e così poco a poco naque la pioggia, fenomeno atmosferico che fa parte della vita di ogni persona del mondo anche se a volte non è molto gradita.

AURORA POLLINI

C’era una volta una piccola goccia d’acqua che viveva su una nuvola con la sua famiglia; un giorno ci fu un temporale e la goccia cadde dalla nuvola con i suoi genitori. Appena atterrata finì sopra al tetto di una casa, si guardò intorno, ma i suoi genitori non c’erano, erano atterrati da un’altra parte; lei scoppiò in lacrime, non le piaceva stare lì, perché era abituata a stare sulle nuvole. Poco dopo scivolò dal tetto e si ritrovò nel prato del giardino di una villa abitata da una signora; cercò di entrare nella casa ma non riuscì, quindi si rifugiò all’interno di una rosa sperando che qualcuno la trovasse. Passarono molti giorni e la gocciolina era ancora lì tutta sola che aspettava che qualcuno si accorgesse di lei. Passò il tempo a piangere perché sentiva la mancanza dei suoi genitori. Finalmente dalla villa uscì una signora che stava cercando dei fiori da raccogliere; prese proprio la rosa dove c’era la goccia, la portò in casa e la mise in un vaso con l’acqua. La gocciolina era felicissima e la prima cosa che fece una volta entrata in casa fu dirigersi verso la cucina, per cercare del cibo, siccome non mangiava da giorni; ma proprio in quel momento vide una valigia nel bel mezzo del corridoio e capì che la signora che

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abitava in quella casa, tra qualche giorno sarebbe partita per un viaggio; lei non voleva stare da sola in quella villa, così decise di entrare nella valigia e di rifugiarsi sotto ai vestiti. Il giorno dopo, mentre la goccia dormiva, sentì la valigia chiudersi e si svegliò perché capì che la signora stava andando in vacanza; il viaggio durò qualche ora, ma lei si fece un pisolino. Una volta arrivati a destinazione la goccia aprì gli occhi e si ritrovò davanti ad una spiaggia, era deserta, ma bellissima. Lei era affascinata dal mare, in passato lo guardava sempre dalle nuvole con i suoi genitori e il suo sogno era imparare a nuotare lì insieme alla sua famiglia. La gocciolina scese dalla valigia e la signora andò verso l’albergo; lei non sapeva se seguirla o andare ad esplorare il mare, ma decise di andare a nuotare. Si immerse nell’acqua salata, provava una strana sensazione, andò sempre più a fondo e vide qualcosa di luccicante nel fondale; nuotò verso quel luccichio e trovò altre due gocce simili a lei, inizialmente non capiva chi fossero, ma poi si avvicinò, erano i suoi genitori e finalmente aveva ritrovato la sua famiglia.

MATHEUS RABASCO

C’ era una volta una goccia d’acqua che proveniva da una bottiglia d’acqua, il suo scopo era visitare tutto il mondo. Riuscì a girare per il mondo grazie all’Oceano, girò per Cina, Giappone, Colombia, Italia, Brasile, Cile, Equador ecc.. Dopo aver sodisfatto i suoi bisogni riuscì ad avere una vita piena di gioia.

CYRUZ REY

C’ era una volta una goccia d’acqua che viveva nel mare insieme a milioni di altre gocce: rideva, scherzava e giocava con i pesci. A volte saliva sulla superficie per vedere le navi che passavano e il sole. Ma un giorno venne portata via dalla corrente e quindi perse tutti i suoi amici. Il giorno dopo si svegliò in un tubo che portava ad un rubinetto di una casa e quando uscì dal tubo si ritrovò in un bicchiere, subito dopo venne bevuta e morì.

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CHRISTIAN SCUTELLÁ

C’era una volta una goccia d’acqua che si ritrovò per strada insieme ad una rana, erano felici molto felici. Purtroppo l’estate arrivò e la goccia si asciugò quindi la rana morì e la storia finì. Ma un’altra storia iniziò, con un mare però, c’era un delfino, non molto carino, pensava ad un futuro vicino senza pensieri e senza doveri. Un giorno però uno squalo arrivò e il suo pasto iniziò.

FRANCESCA SORIAL

C’era una volta una goccia d’acqua che cadde dal cielo azzurro, che bagnò tutte le piante.

Una goccia d’acqua è sacra. Molto importante per gli esseri viventi; Ma non tutti possono averla. Tutti vorrebbero averla...

ISACCO VASAPOLLO

C’era una volta una goccia d’acqua che rifletteva un volto ricoperto di una strana schiuma bianca. La goccia restava lì ad aspettare che quel volto la notasse, ma il volto guardava da un’altra parte, guardava oltre. Proprio quando la goccia capì che il volto guardava sé stesso attraverso uno specchio, la mano passò

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su tutte le altre gocce per asciugare lo specchio e guardarsi meglio. A quel punto la goccia, insieme ad altre gocce, rimpiazzò il posto delle gocce asciugate dalla mano per impedire che il volto continuasse a guardare se stesso e sperando che, prima o poi, il volto potesse notarle, lasciandole lì, senza doverle per forza asciugare.

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CLASSI 1AG E 1BG

DELL’INDIRIZZO DESIGN DELLA

COMUNICAZIONE VISIVA E PUBBLICITARIA

DELL’IIS CATERINA DA SIENA DI MILANO

A.S. 2022/2023

di WENSHENG CHEN
Illustrazione
GRAZIE ALLE

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