PDS - Programma Elettorale 2022

UNIVERSITÀ È SOSTENIBILITÀ PROGRAMMA ELETTORALE MANDATO 2022-2025 CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

Primavera degli Studenti è un’organizzazione studentesca nata solo poco tempo fa dalla volontà di alcune realtà associative locali di costruire un polo che affermassei valori della sinistra democratica nella rappresentanza universitaria: negli ultimi anni il numero di associazioni è aumentato e, contemporaneamente, i nostri consiglieri in CNSU sono riusciti a rappresentare e esigenze delle studentesse e degli studenti che provenivano dai territori. La nostra azione politica si è rivelata così efficace grazie alla natura composita della nostra organizzazione che può contare sugli stimoli e l’elaborazione delle diverse realtà locali che ne fanno parte. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di elaborare soluzioni credibili ai problemi quotidiani delle studentesse e degli studenti che rappresentiamo, continuando ad affermare alcuni valori per noi imprescindibili: giustizia sociale, equa redistribuzione delle risorse e piena affermazione del Diritto allo studio (DSU).

Siamo centinaia di studentesse e studenti che ogni giorno cercano di migliorare l’università.

Vogliamo ricordare le battaglie da noi intraprese per l’aumento delle borse di studio, gli interventi per innalzare il limite della NO TAX AREA, il nostro impegno per tenere desta l’attenzione delle istituzioni universitarie del nostro paese sulla detenzione di Patrick Zaky e sull’omicidio di Giulio Regeni che sono solo alcune delle grandi questioni che in questi tre anni abbiamo posto a livello locale e nazione. Queste proposte non nascono dalla contingenza del momento ma da una chiara idea di università e di società che continuiamo a costruire nelle nostre assemblee, nei nostri Atenei e nelle nostre città.

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CONDIZIONE STUDENTESCA E DIRITTO ALLO STUDIO La condizione studentesca nel nostro paese è molto precaria: molto spesso ci troviamo a ribadire la scarsità degli investimenti in Università e Ricerca di cui governi degli ultimi anni, indipendentemente dal colore politico, sono colpevoli, non avendo investito un quantitativo di risorse adeguato per risolvere i problemi strutturali del sistema universitario italiano. Ma anche quando le risorse sono state aumentate, come nel caso dell’ingente stanziamento dei fondi del PNRR, restano ad ogni modo molti problemi cruciali legati alla distribuzione dei fondi investiti poiché persistono logiche premiali e meritocratiche che nell’assegnazione continuano a favorire gli Atenei considerati “migliori” secondo i parametri tecnici stabiliti dal Ministero e dalle agenzie competenti.

Spesso questi parametri però vanno ad aumentare le disuguaglianze, specialmente quelle territoriali: le Università del Sud, più svantaggiate a causa del contesto socioeconomico in cui operano, vengono penalizzate vedendosi assegnare meno fondi rispetto alle controparti del centro-nord e questo, oltre ad affossare ogni possibilità di sviluppo del territorio, costringe decine di migliaia di studentesse e di studenti ogni anno ad abbandonale la propria regione.

Questa logica competitiva che organizza la distribuzione dei fondi tra gli Atenei non esiste solo a livello nazionale ma anche a livello interno ed impatta molto sugli studenti. La facile retorica delle eccellenze ha solo acuito i disequilibri tra i dipartimenti e tra gli studenti, spingendo verso una competizione sfrenata dove a perdere è la qualità della didattica e della ricerca insieme alla salute psicofisica delle persone coinvolte. La scarsità dei fondi, le insensate logiche meritocratiche e l’ideologia del merito sono tutti fattori che rendono l’università un luogo accessibile soltanto a privilegiati e vivibile soltanto da una percentuale più ristretta di questi.

I dati sull’accesso all’Istruzione Superiore sono eloquenti e dimostrano come per molta parte della popolazione gli studi universitari rimangano inaccessibili, anche per l’assenza di un vero e proprio welfare studentesco. Le borse di studio sono ancora insufficienti e spesso i criteri di merito per accedervi risultano penalizzare studentesse e studenti che vivono situazioni di disagio economico, sociale o familiare. Inoltre non esistono tutele efficaci per studentesse e studenti lavoratori, genitori o caregiver e le tasse universitarie sono ancora troppo

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alte per buona parte delle famiglie a reddito medio-basso. L’attenzione ai bisogni psicologici è scarsissima e le università non forniscono adeguato supporto ai loro iscritti in questo campo. I nostri atenei spesso si mostrano inadeguati anche riguardo ad altre tematiche fondamentali come la parità di genere e l’inclusione dove vi è ancora molto da fare, sia sul piano economico e che su quello culturale, per favorire la presenza di ragazze nelle materie STEM, per le carriere alias, per la protezione dai crimini d’odio e per l’accoglienza di studenti rifugiati.

Sempre di più le nostre università stanno mostrando di essere subalterne rispetto al mondo del lavoro, adeguandosi sempre di più ai bisogni che questo manifesta, dimostrando di non essere in grado di costruire percorsi che, pur rimanendo ancorati alla realtà, siano effettivamente formativi per gli studenti. La didattica deve necessariamente impostarsi sulla multidisciplinarietà dei percorsi formativi così da consentire l’acquisizione di un sapere più ampio e meno settoriale e deve continuare ad innovarsi: non si deve dimenticare quanto appreso in questi due anni di pandemia, gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione devono essere motivo di rilancio dei nostri Atenei.

Questi sono solo alcuni dei temi che tratteremo nel nostro programma e che nascono dall’idea di università di cui ci vogliamo fare promotori. .

Attraverso la rappresentanza studentesca, e animati dai nostri valori democratici e di sinistra, puntiamo a costruire un sistema d’istruzione superiore economicamente e socialmente inclusivo, vero strumento di redistribuzione economica e di cambiamento, che torni ad essere un elemento motore della mobilità sociale nel nostro Paese. Vogliamo che i nostri Atenei tornino ad essere centri di produzione e di diffusione del sapere, perni della rinascita di territori ed aree depresse, e che siano aperti a tutti. Vogliamo delle università che includano tutti e tutte indipendentemente dalla nazionalità, dal genere, dalle abilità fisiche o mentali e dall’orientamento sessuale e che si impegnino con politiche attive per far sì che questo accada. Ci proponiamo di contribuire alla creazione di strutture sostenibili sotto ogni punto di vista dal sociale all’ambientale. Sostenibilità è inclusività, è diritto allo studio, giustizia sociale, garanzia, supporto. È l’abbandono di logiche competitive che spingono le individualità le une contro le altre in una rivisitazione della legge del più forte. È costruire comunità accoglienti, che incentivino il benessere, l’elaborazione intellettuale e la ricerca scientifica. E per far questo serve che si affermi un nuovo paradigma, una nuova università.

TASSE Negli ultimi anni le tasse universitarie sono aumentate in molti Atenei e ciò sicuramente contribuisce anche al basso numero di iscrizioni e all’alto tasso di abbandoni (circa la metà degli studenti e delle studentesse non conclude il proprio percorso). È inutile negarlo: colpa del basso numero di laureati in Italia la ha anche un non sempre efficace sistema di tassazione. Per questo Primavera degli Studenti propone una tassazione fortemente progressiva quanto più possibile uniformata tra gli Atenei, andando quindi ad intervenire in quelle realtà in cui spesso la progressività è minima o solo apparente. Per far questo continueremo a dialogare non solo con il CNSU e il ministero. ma anche con tutte le amministrazioni delle università in cui siamo presenti come associazioni.

L’impoverimento dovuto alla crisi economica e a quella pandemica è lampante, ma la situazione di disagio sociale non deve intaccare l’accesso all’Università: è necessario che le famiglie a reddito medio e medio-basso siano tutelate, riducendo le tasse ai primi ed eliminandole per i secondi. La nostra proposta è quella di favorire l’allargamento della NO TAX AREA fino 30 mila euro di ISEE. È importante che sia il Governo centrale a finanziare questo aumento stanziando i fondi necessari e non facendo ricadere sulle università il peso di questa scelta politica che, seppur giusta, si rivelerebbe catastrofica per molti dei bilanci delle nostre università. Serve che il Governo si impegni politicamente e finanziariamente.

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MATERIALE DIDATTICO Il problema dell’accesso al materiale didattico riguarda migliaia di iscritti ed iscritte nei nostri Atenei ed è uno dei principali ostacoli che spesso ci si trova ad affrontare, foriero di disuguaglianze e lesivo della piena realizzazione del diritto di studio. TRA I La spesa media per i libri si aggira tra i trecento ed i settecento euro all’anno con LA picchi decisamente più alti in diversi corsi di studio: per esempio alla fine del suo E I percorso universitario uno studente di Medicina avrà speso circa settemila euro per i libri mentre una studentessa di biologia intorno ai tremila. Inoltre, negli ultimi anni si è registrato un sensibile aumento, che non accenna a fermarsi, del costo dei ANNUALE PER testi universitari e, data anche la generale diminuzione degli stipendi, riuscire a reperire i manuali può spesso essere un problema. Non fatichiamo a parlare di una vera propria speculazione sulle tasche degli universitari e per questo urgono misure nazionali di ampio respiro.

Proponiamo per prima cosa che venga implementata la digitalizzazione del materiale didattico dato che in media gli ebook sono del 40% più economici della loro controparte cartacea, avendo inoltre anche un minore impatto ambientale. In Italia ad essere digitalizzato è solo il circa 30% dei manuali universitari e le biblioteche d’Ateneo sono molto indietro in questo processo anche perché spesso si scontrano con vincoli di carattere legale e burocratico. È necessario superare questi vincoli, che proteggono più che la proprietà intellettuale gli interessi degli editori, per fare in modo che le Università possano ampliare l’offerta delle loro biblioteche ed è il Governo che deve farsi promotore di questa riforma. La digitalizzazione è inoltre fondamentale per garantire l’accessibilità ai cosiddetti “libri rari”, manuali di grande valore storico e culturale la cui consultazione è spesso limitata e difficile per gli studenti. Un’operazione di digitalizzazione renderebbe tali testi fonti open source rapidamente fruibili facilitando il lavoro di ricerca e di studio.

Chiediamo inoltre l’istituzione di un bonus, il cui importo andrebbe definito a seguito di ulteriori indagini da parte del MUR, che consenta alle studentesse e gli studenti di coprire una parte importante delle spese per il materiale didattico. Tale bonus sarebbe rivolto solo a coloro aventi un ISEE che si colloca sotto una certa fascia e verrebbe erogato ogni anno per la durata del corso di studi. È poi necessario che si stringa un patto tra Stato, editoria ed università per calmierare i prezzi dei manuali. Di tale accordo non beneficerebbero solo gli studenti ma tutto il sistema dell’editoria universitaria e per questo ci impegneremo affinché il CNSU se ne faccia promotore.

La pandemia ha inoltre evidenziato come spesso sia necessario possedere pc o tablet e una connessione alla rete internet per poLE NOSTRE PROPOSTE ter proseguire il proprio percorso universitario in modo soddisfacente. Presumendo anche che la didattica cambierà rispetto al • Digitalizzazione periodo ante-COVID riteniamo necessario che anche in questo del materiale didattico caso il Governo fornisca agli Enti per il Diritto allo Studio i fon• Bonus spese per il materiale di necessari per misure di sussidio e supporto verso quella pardidattico te di popolazione studentesca che vive situazioni di disagio che • Prezzi calmierati sui manuali non permettono di avere una connessione internet soddisfacente • Sussidi strutturali o che non è in possesso di adeguati strumenti tecnologici. I molper l’acquisto di PC teplici interventi emergenziali durante la pandemia dimostrae accesso a internet no che tali azioni sono possibili. Ora devono essere trasformati da emergenziali a strutturali.

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SPESA I LIBRI

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MENSE E RISTORAZIONE Un aspetto fondamentale del Diritto allo Studio Universitario è la ristorazione. In molti Atenei ogni beneficiario di Borsa di Studio ha LE NOSTRE PROPOSTE diritto a dei pasti gratuiti quotidiani e/o a prezzo calmierato. Credia• Pasti gratuiti per tutti i mo che questo diritto debba essere esteso a tutte le Università d’Italia beneficiari di borsa di studio uniformando le normative ed i regolamenti relativi per fare in modo • Menù specifici per necessità che non esistano sul nostro territorio nazionale studenti con così mediche, religiose e culturali grandi disparità di trattamento. Inoltre, per garantire un’università • Utilizzo dei buoni pasto davvero inclusiva e a misura di studente, tutti gli Atenei devono imnei supermercati pegnarsi per garantire presso le proprie mense menù alternativi per • Opzione di monetizzazione gli studenti con specifiche necessità alimentari mediche, religiose e culturali. dei buoni pasto Per di più spesso le mense universitarie o i punti ristoro convenzionati sono distanti e difficilmente accessibili dalle residenze universitarie e, in alcuni casi, anche dalle aule in cui si svolge attività didattica. Chiediamo quindi che le studentesse e gli studenti possano utilizzare l’importo della borsa di studio destinato alle mense anche nei supermercati. Per favorirne l’applicazione chiediamo che venga creato un consorzio a livello nazionale che negozi delle specifiche convenzioni con catene di supermercati, in modo che gli Atenei possano ottenere condizioni più favorevoli per i propri studenti. Riteniamo inoltre necessario che qualora studentesse e studenti non potessero o non volessero usufruire del servizio mensa questo debba essere monetizzato o trasformato in voucher spendibili presso le catene di distribuzione alimentare sopramenzionate. Attraverso tali provvedimenti sarebbe possibile uniformare e ampliare l’accesso alle mense universitarie, rendendo il diritto alla ristorazione effettivo. Tale diritto, in un periodo storico dove la povertà alimentare inizia a insinuarsi anche nei paesi più sviluppati, deve essere garantito ed affermato all’interno degli Atenei e dei sistemi regionali per il diritto allo studio in modo tale da garantire il benessere alimentare delle studentesse e degli studenti.

VOTO FUORI SEDE In Italia non è prevista nessuna possibilità di voto fuorisede. Tra i paesi dell’Unione Europea siamo l’unico grande stato a non prevedere questa opportunità.

L’assenza di tali disposizioni nega di fatto il diritto di voto a milioni di studenti o lavoratori fuorisede anche perché spostarsi nei giorni del voto risulta essere difficile sia per motivi economici che lavorativi o di studio.

Come Primavera degli Studenti negli ultimi tre anni ci siamo mobilitati insieme alle organizzazioni aderenti alla campagna VOTO DOVE VIVO intrapresa dall’omonimo comitato. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per garantire l’approvazione di un disegno di legge, già depositato, che garantirebbe la possibilità di votare a distanza.

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TRASPORTI È necessario aumentare la presenza di accordi e convenzioni con le aziende di trasporto locale per far sì che gli studenti e le studentesse possano usufruire di abbonamenti a prezzi ridotti, come avviene in maniera efficiente già in molte delle nostre città. Il costo ridotto dei trasporti pubblici servirà anche a incentivarne l’utilizzo e avrà un impatto positivo anche sull’ambiente.

Lo stesso deve avvenire in relazione al trasporto ferroviario e su gomma per agevolare gli studenti pendolari. In questo caso, quello del trasporto ferroviario, l’intervento statale può essere ancora più incisivo e determinante: devono essere stanziate risorse per diminuire gli eccessivi costi del pendolarismo che sono spesso pesanti quanto le tasse universitarie.

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RESIDENZIALITÀ

Per studiare serve una casa. Le studentesse e gli studenti fuorisede nel nostro Paese sono circa mezzo milione e per questo il tema della residenzialità è centrale nella costruzione del welfare studentesco e nel miglioramento della condizione studentesca. La questione comprende due importanti sottoinsiemi: le residenze universitarie e gli affitti nelle città universitarie.

Rispetto al primo tema si rendono necessarie una serie di considerazioni generali. In moltissime regioni è presente la figura dell’idoneo non beneficiario di posto letto in residenza: le strutture non sono abbastanza grandi e diffuse per far fronte al numero di studenti che avrebbero bisogno di un alloggio e per questo molti, che ne avrebbero diritto, non vengono accolti negli alloggi universitari. I motivi di questa cronica carenza sono plurimi, ne citiamo due: gli spazi nelle grandi città (che sono poi spesso anche città universitarie) sono pochi e per questo molto costosi e si è affermata una preoccupante pratica di privatizzazione degli studentati, spesso finanziati in parte con fondi pubblici, che va a privilegiare studentesse e studenti ricchi sottraendo spazi a chi è in difficoltà economica. Tale pratica consente a palazzinari senza scrupoli di avvalersi di fondi pubblici ed agevolazioni fiscali per poi costruire edifici che sono studentati solo di nome ma che di fatto diventano veri e propri hotel. Al fine di intervenire efficacemente contro questo fenomeno è necessaria una regolamentazione legislativa più stringente ed dell’edilizia studentesca privata: i fondi pubblici dovrebbero essere vincoCIRCA IN ITALIA esigente lati al rispetto di determinati criteri di inclusività ed accessibilità economica. È opportuno invece, passando al piano pubblico, agevolare l’acquisto e la riconversione di ulteriori spazi da parte degli Atenei: i primi beni che potrebbero essere riconvertiti sono quelli sottratti alla mafia (che in particolare al sud rappresenterebbero alternative a basso costo per migliorare una situazione tragica qualitativamente e quantitativamente) seguiti da immobili pubblici in disuso, abbandonati, prossimi ad essere alienati ai privati. Questo sarebbe un primo passo per garantire a tutti coloro che ne hanno diritto una casa dove soggiornare e studiare senza che le famiglie debbano sopportare esiziali sacrifici economici. Si ritiene poi necessario un’analisi puntuale sulla situazione delle residenze studentesche in tutta la penisola per capire la reale qualità di queste e intervenire nelle situazioni più precarie, stabilendo dei criteri di ripartizione dei fondi che favoriscano la redistribuzione verso le strutture che più necessitano di interventi. Riteniamo inoltre importante che vengano introdotte alcune misure per garantire la continuità abitativa nella stessa residenza, evitando così che lo studente debba trasferirsi ogni anno da un polo all’altro.

Sarebbe inoltre opportuno che nelle residenze venissero implementati sistemi di autogestione degli spazi da parte degli studenti che li vivono, rendendoli così davvero vivi e partecipati.

Sul piano della residenzialità nelle città universitarie il primo e più grande problema è, insieme al costo della vita, quello del caro affitti, che colpisce molta parte della popolazione residente, tra cui studentesse e studenti.

L’aumento degli affitti spesso impedisce a quegli studenti che non riescono a beneficiare di Borse DSU o che appartengono alla classe media non cittadina di frequentare l’università o la città universitaria che desidererebbero. Inoltre, l’alto costo della vita unito alla gentrificazione, che porta sempre di più alla chiusura di molti spazi di socialità, ha un impatto anche sul piano della cittadinanza studentesca e del benessere mentale e sociale. Gentrificazione spesso provocata dal costo insostenibile degli affitti e della vita in alcune zone delle città e che porta a marginalizzazione, atomizzazione delle comunità, frammentazione e distruzione della socialità.

Per questo coloro i quali devono trasferirsi necessariamente nel luogo di studi sono costretti a sostenere enormi sacrifici economici e spesso a ricorrere a soluzioni illegali, accettando di vivere in ambienti ridotti e poco o per niente salubri, alla mercé di proprietari senza scrupoli. Inoltre, nelle nostre città gli studenti, fuorisede e non, sono visti come elementi problematici con cui convivere e non come cittadini e potenziali risorse per lo svi-

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I FUORI

SEDE

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luppo del territorio. Delineato questo quadro è evidente come si rende necessaria un’opera di LE NOSTRE PROPOSTE calmieramento degli affitti per gli studenti universitari stabilendo un tetto oltre al quale non • Regolamentazione legislativa più stringente sia possibile spingersi e creando norme e strutdell’edilizia studentesca privata ture adeguate a far emergere quelle situazioni • Acquisto e riconversione di ulteriori spazi di illegalità cui sono costretti molti studenti.

• Ricognizione sulla situazione delle residenze Questa operazione deve rientrare all’interno di studentesche e nuovi criteri una generale revisione dei canoni d’affitto condi ripartizione dei fondi cordati, che pure esistono, ma che attualmente • Misure per garantire la continuità abitativa non riescono ad essere competitivi. Queste minella stessa residenza sure vanno ovviamente accompagnate ad un • Implementazione dei sistemi di autogestione intervento regolatore sulla pratica degli affitti degli spazi nelle residenze brevi, ormai dominanti in molte delle nostre • Calmieramento degli affitti con città. L’intervento deve infine prevedere l’istidefinizione di un tetto massimo tuzione di un fondo statale per gli affitti, ero• Revisione dei canoni d’affitto concordati gato a livello regionale, che elargisca sussidi a • Istituzione di un fondo statale per gli affitti quegli studenti non aventi i criteri per accedere a fondi del DSU che ne dovessero fare richiesta. Nella particolare congiuntura economica e politica è poi essenziale che vengano prese quanto prima misure che consentano a studentesse e studenti di far fronte ai vertiginosi aumenti dei costi di luce e gas che ormai sono all’ordine del giorno. Ma, poiché vivere una città non si riduce semplicemente ad abitare in un luogo, l’ampio tema della cittadinanza studentesca richiede un impegno politico ulteriore. Per questo abbiamo intenzione di sollecitare le istituzioni dei nostri territori affinché vengano prese misure a sostegno degli studenti, e in generale dei giovani, che vivono nei nostri comuni, per esempio, eliminando i costi dell’accesso ai luoghi della cultura o riducendo ulteriormente il costo degli abbonamenti dei mezzi pubblici. Anche gli studenti sono parte della città ed è necessario che la loro voce venga ascoltata.

BORSE DI STUDIO Il nostro paese è uno di quelli che investe meno risorse nelle borse di studio e per questo un elevato numero di studenti, che possiede tutti i criteri per poter accedere alla borsa, spesso non riceve il contributo che gli spetterebbe. Secondo la relazione del MIUR, analizzando l’A.A. 2019/2020, in Italia hanno richiesto il contributo 214.848 studenti, sono risultati idonei e sono state concesse 209.900 borse di studio: la situazione più critica è in Sicilia in cui più del 20% degli aventi diritto non ha avuto accesso alla borsa. Spesso poi sono i singoli atenei che si fanno carico di supportare quegli studenti che avrebbero diritto alla borsa ma che per mancanza di fondi statali e regionali in teoria non la otterrebbero. Come Primavera degli studenti chiediamo che il governo si impegni ad aumentare i fondi destinati al DSU. Inoltre, riteniamo sia doveroso anche un incremento della soglia massima dell’ISEE e di ISPE per l’ottenimento della borsa di studio, permettendo così a sempre più studentesse e studenti di essere supportati nel loro percorso di studi. L’aumento della soglia massima ISEE è necessario per andare incontro all’impoverimento relativo di sempre più famiglie. Si rende infine necessaria una ricalibrazione dei criteri di merito per accedere alle borse, diminuendo il numero di CFU richiesti.

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SALUTE PSICO-FISICA La serrata competitività a cui un sistema falsamente meritocratico costringe, il barrage mediatico sugli studenti modello che fa sembrare l’università un’insensata gara di velocità, la pandemia e la precarietà dei tempi che viviamo sono tra i fattori che impattano negativamente sulla salute mentale delle studentesse e degli studenti. Inoltre, è evidente come il sistema universitario si stia sempre più strutturando su logiche competitive che hanno isolato ed alienato le studentesse e gli studenti. Questo clima non fa che acuire i disturbi psicofisici all’interno della popolazione studentesca. Spesso però le istituzioni si sono dimostrate per lo più sorde di fronte alle richieste di ampliare la consistenza degli investimenti per tutelare la salute mentale, sia per pregiudizio culturale che per vera e propria mancanza di fondi. Ma i problemi personali degli studenti rimangono e terapia e consulenza psicologica costano molto, senza contare poi la continua stigmatizzazione di questi servizi che rende ancora più difficile accedervi in modo sereno.

Per questo Primavera degli Studenti chiede che le Università diventino presidi di normalizzazione e diffusione dei servizi di supporto psicologico. È necessario che vengano stanziati fondi statali per creare sportelli di sostegno psicologico in ogni Ateneo che siano in grado di andare incontro alle esigenze della componente studentesca. In questo modo studentesse e studenti potrebbero rivolgersi direttamente a tali strutture per poter ricevere assistenza e avviare percorsi di ascolto e terapia. I servizi dovrebbero essere erogati a costi nulli o ridotti e legati all’ISEE. Ci impegneremo poi al di fuori del CNSU per sostenere le battaglie politiche nazionali volte ad ottenere maggiore attenzione da parte del Governo verso i temi della salute mentale.

Altro tema essenziale è il medico di base per gli studenti e le studentesse fuorisede che spesso si trovano a dover pagare le visite oppure a rivolgersi a guardie mediche e pronto soccorso. Questo avviene perché non è possibile mantenere il domicilio sanitario nel luogo di provenienza e al tempo stesso avere un medico di base nel luogo in cui si studia. Grande disagio per gli studenti fuorisede che o devono modificare il proprio domicilio sanitario o inventarsi soluzioni fantasiose. Come Primavera degli studenti ci siamo impegnati negli anni per trovare strade alternative, come la creazione di ambulatori ad hoc, che hanno garantito a Firenze, a Milano oppure a Bologna l’assistenza medica di base. Chiediamo tuttavia una revisione della normativa nazionale tale da garantire il superamento dell’attuale sistema e garantire agli studenti assistenza sanitaria di base nel luogo di domicilio come in quello di residenza.

STUDENTI CON DISABILITÀ 23%

Secondo dati rilevati nel 2021, sul territorio italiano solo il 69% degli Atenei italiani mette a disposizione servizi di supporto per gli studenti con disabilità come il tutorag- SOLO IL gio specializzato o materiale didattico digitale, soltanto il 28% offre servizi di trasporto (IN EUROPA È IL 30%) da e per il domicilio e il tasso d’immatricolazione delle studentesse e degli studenti disabili si attesta al 23% (la media europea è 30%). Questi dati evidenziano la totale insufficienza delle misure previste a livello locale e nazionale per allargare e garantire il DI STUDENTI CON diritto allo studio alle studentesse e gli studenti con disabilità. Una disattenzione inaccettabile e discriminatoria. Primavera degli Studenti propone l’uniformità delle misure CHE SI IMMATRICOLA prese negli Atenei nazionali statali e privati sul tema della disabilità e i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Si chiede in special modo l’uniformità delle misure prese dagli Atenei relativamente alle agevolazioni su didattica, esami e infrastrutture. È inoltre necessaria la definizione di alcune misure compensative minime. Chiediamo inoltre la riorganizzazione delle competenze degli uffici integrazione DSA e disabilità. Infine, si rende opportuna la progettazione di un ente centrale volto alla salvaguardia dell’integrazione DSA e disabilità in ambito universitario.

TASSO DISABILITÀ

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PARITÀ DI GENERE Primavera crede in un’università che si faccia veicolo e progresso di inclusività e per questo le tematiche che riguardano la parità di genere e l’inclusione sono spesso al centro delle nostre riflessioni politiche. Che nel 2022 l’università italiana si declini ancora al maschile è, purtroppo, un dato di fatto. Nonostante spesso il numero di donne che si laureano sia superiore a quello degli uomini e nonostante la media dei punteggi di laurea femminile sia anch’essa più elevata nel mondo universitario, lavorativo e di ricerca spesso la presenza femminile è marginalizzata. Per citare un dato concreto: solo il 24% dei professori ordinari sono donne. Inoltre, all’interno delle nostre comunità è presente spesso una grande platea di ignorati che non si identificano nel binomio uomo-donna o nel genere puramente biologico, studenti che vivono l’università ma che non vengono tutelati e riconosciuti.

Ancora oggi poi le molestie sono, anche nelle nostre università, all’ordine del giorno e non sono ancora ovunque presenti i giusti strumenti per farvi fronte. Per questo Primavera vuole farsi promotrice di alcune azioni concrete per andare a modificare queste storture e per creare veramente una comunità universitaria viva, partecipata, inclusiva.

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PARITÀ DI GENERE

SPORTELLI ANTIVIOLENZA Secondo i dati ISTAT il 31,5% delle donne aventi età compresa fra i 16 e i 70 anni nel corso della propria vita ha subito una qualche forma di violenza fisica, psicologica e sessuale.

Per questo, seguendo l’esempio del Lazio, è nostra intenzione impegnarci per garantire l’apertura di sportelli antiviolenza nei nostri Atenei, estendendo così questa misura, a nostro parere virtuosa, ad un pubblico di studenti e studentesse più ampio. Gli sportelli dovranno essere luoghi sicuri, al centro delle nostre università, vero supporto per tutte gli attori della nostra comunità accademica.

Oltre ad un luogo fisico crediamo sia necessario disporre di figure competenti addette alle specifiche situazioni, che siano formate e specializzate per supportare i diversi membri della comunità accademica. Sarebbe inoltre opportuna la creazione di un numero specifico regionale che sia reperibile in qualsiasi momento e che possa fornire un primo supporto, per poi indirizzare verso gli sportelli antiviolenza delle università, dove si potrà ricevere un aiuto più concreto e specifico per il proprio caso.

CONSIGLIERA DI FIDUCIA Chiediamo l’istituzione della figura della consigliera di fiducia all’interno del comitato unico di garanzia, persona esterna all’amministrazione incaricata di fornire consulenza ed assistenza ai componenti della comunità universitaria oggetto di discriminazioni, molestie o mobbing.

BORSE DI STUDIO STEM In Italia solo il 18% delle ragazze sceglie materie STEM all’università e questo ha un impatto importante sulle differenze salariali di genere (gender pay gap) nel mondo del lavoro.

Chiediamo l’istituzione di borse di studio rosa nelle materie STEM per incoraggiare le ragazze ad intraprendere questi percorsi, borse che andrebbero ad implementare quanto già presente per facilitare l’accesso delle ragazze al mondo scientifico.

COMMISSIONI VALUTATIVE Il soffitto di cristallo esiste anche all’interno del mondo accademico. Nelle nostre università, le dottorande rappresentano circa il 50%. Le professoresse associate sono il 38%. Quelle ordinarie sono solo il 24%. Sono dati che, letti uno in fila all’altro, impressionano. Una delle cause di questa disparità risiede anche nella composizione non gender balanced delle commissioni valutative e per questo riteniamo che sia fondamentale prevedere una quota di genere in queste commissioni. Il cambiamento radicale del modello di università in cui ci troviamo a vivere non passa solo dagli studenti ma anche dai professori.

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PARITÀ DI GENERE

CARRIERA ALIAS La carriera alias è un regolamento per gli studenti e le studentesse transgender - che quindi non si riconoscono nel loro sesso biologico - che permette loro di vedersi riconosciuto sui documenti universitari il nome che hanno scelto (senza necessità di aver effettuato già il passaggio legale). In questo momento solo 32 università su 68 hanno un regolamento per la carriera alias e in più le condizioni e i termini entro i quali il regolamento può essere applicato vengono decisi in autonomia dai CUG degli atenei. Questo ha creato e continua a creare normative e procedimenti differenti che, a nostro parere, ledono di fatto la dignità della persona richiedente e non si rivelano efficaci nel tutelare il principio di autodeterminazione dell’individuo.

Chiediamo quindi che il regolamento alias venga redatto a livello nazionale e venga reso obbligatorio in tutti gli atenei per tutelare in prima battuta gli studenti ma, in generale, tutti i membri della comunità universitaria, dai professori agli amministrativi.

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LE

UNIVERSITÀ

CHE POSSIEDONO UN REGOLAMENTO PER LA CARRIERA

ALIAS

SERVIZI GENDER FREE Per favorire una maggiore inclusività riteniamo che possa essere importante prevedere l’adozione di almeno un bagno gender free all’interno di ogni polo delle nostre realtà universitarie.

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AMBIENTE Le tematiche ambientali sono oggigiorno al centro del dibattito pubblico. L’urgenza di mettere in campo azioni concrete e tempestive per far fronte alla crisi ambientale non trova però adeguata risposta nelle agende politiche. Ecco, quindi, che nel processo verso una completa e capillare transizione ecologica, un ruolo fondamentale può e deve essere ricoperto dall’Università. In quanto interagente con tutte le realtà sociali, istituzionali e territoriali, l’Università ha la precisa responsabilità di rendersi agente del cambiamento auspicato, portando a compimento i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

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Le proposte di Primavera degli Studenti si inseriscono in questo contesto: in alcuni casi si tratta di iniziative già intraprese da singoli Atenei virtuosi, ma che auspichiamo possano divenire realtà su tutto il territorio nazionale.

La raccolta, l’elaborazione e la concretizzazione di azioni volte a rendere il proprio Ateneo più sostenibile necessitano di un organo dedicato. Per questo chiediamo l’istituzione per legge di una Commissione Sostenibilità interna a tutti gli Atenei – laddove non presente –, che sia espressione dell’intera Comunità accademica, studenti e studentesse comprese.

Quello dello spreco alimentare è un problema sistemico che non esclude nemmeno mense e bar universitari.

Individuiamo due misure principali che, se adottate, potrebbero contribuire alla sua risoluzione: da un lato l’integrazione di criteri di prevenzione degli sprechi alimentari nei bandi di gara pubblici per i servizi di ristorazione universitaria, dall’altro l’incentivazione delle collaborazioni con Start up e associazioni sul territorio che si occupano del recupero delle eccedenze alimentari.

Un passo avanti nella riduzione dell’utilizzo di plastica è stato compiuto con l’introduzione del divieto di utilizzo di oggetti che non siano compostabili o biodegradabili. Le bottigliette d’acqua non rappresentano un’eccezione: vorremmo perciò che gli Atenei contribuissero a promuovere l’utilizzo delle borracce mediante la distribuzione annuale gratuita a tutta la Comunità accademica, affiancata parallelamente e imprescindibilmente all’installazione di erogatori gratuiti di acqua potabile in ogni edificio universitario.

Come testimoniato dalla collaborazione sottoscritta nel Luglio 2020 tra il Gestore Servizi Energetici (GSE) e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), in un’ottica di transizione verso la sostenibilità, gli Atenei devono porsi come obiettivi primari la riduzione dei consumi energetici e l’incremento dell’uso di energia da fonti rinnovabili. La finalità deve essere il raggiungimento di un’autosufficienza energetica. Perciò, pur nel rispetto dell’autonomia che la Costituzione riserva alle Università, è necessario che lo Stato si impegni concretamente nello stanziamento di fondi per l’efficientamento energetico delle strutture universitarie (aule, biblioteche, sale lettura), garantendo una mappatura estesa e sempre aggiornata delle criticità delle stesse. Contestualmente, è essenziale investire nell’utilizzo di energia proveniente nella misura maggiore possibile da fonti rinnovabili, attraverso ad esempio l’installazione massiva di pannelli solari se non – ove possibile – la realizzazione di un vero e proprio parco fotovoltaico universitario.

Il tema dei trasporti pubblici (autobus, tram, metropolitana, treno) all’interno e verso le città in cui si studia mostra come l’Italia si trovi anni luce dietro gli altri Paesi europei nel considerare la figura dello studente. A fronte di innumerevoli città europee che garantiscono agli studenti e alle studentesse la gratuità dei trasporti, non mancano in Italia casi in cui agli studenti non vieLE NOSTRE PROPOSTE ne riservato alcun tipo di agevolazione. Per questo per • Istituzione di una Commissione Primavera degli Studenti si rivela assolutamente necessario spingere perché tutte le città italiane si dotino di Sostenibilità in tutti gli atenei tariffazioni ad hoc per gli studenti universitari, inseren• Criteri di prevenzione degli sprechi do all’interno di un abbonamento comune a costo calalimentari nei bandi di gara mierato l’insieme dei servizi necessari per raggiungere per i servizi di ristorazione i luoghi di studio. Tali abbonamenti potrebbero preve• Collaborazioni per il recupero dere un’organizzazione in base a fasce di reddito e/o fadelle eccedenze alimentari sce territoriali a seconda delle realtà considerate. Que• Distribuzione di borracce ed sta battaglia, oltre a garantire un risparmio economico installazione di erogatori gratuiti importante per la popolazione studentesca, stimolereb• Parco fotovoltaico universitario be e favorirebbe sempre più il trasporto pubblico locale • Costo calmierato per i trasporti rendendo così la figura dello studente sempre più sostenibile sia da un punto di vista economico che ecologico per quanto riguarda i trasporti.

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DIDATTICA Durante gli ultimi due anni la pandemia ha cambiato radicalmente il nostro modo di fare didattica portando studentesse e studenti a modificare stili ed abitudini personali per far fronte all’emergenza sanitaria. Pc e tablet sono diventati essenziali per poter partecipare alle lezioni in streaming o asincrone ma non sempre alla presenza delle nuove tecnologie ha fatto seguito un miglioramento della didattica proposta, anzi. Ora è tempo di riflettere su quanto è cambiato negli ultimi anni: l’imprescindibile strumento della didattica a distanza, che ha permesso di affrontare i primi mesi di pandemia continuando a partecipare alle attività didattiche, non può competere con lo svolgimento delle lezioni in presenza. Molti di noi spesso, di fronte ad una didattica che passava solo attraverso lo schermo di un pc o di un telefono, si sono trovati in difficoltà e, d’altronde, spesso l’apprendimento di nuove nozioni è stato sfavorito dalla Didattica a Distanza (DAD) rispetto alla lezione in presenza in cui ci si trova a contatto con professori e compagni. Partendo da questa doverosa premessa ecco quello che pensiamo debba essere fatto riguardo il tema della didattica.

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DIDATTICA

DIDATTICA TRADIZIONALE Già dal prossimo anno accademico, data anche la fine dello stato di emergenza, si rende necessario favorire un completo ritorno alla didattica in presenza (come già molti Atenei della nostra penisola stanno facendo) facendo in modo che gli studenti tornino a vivere l’università, non solo spazio di studio ma anche di socializzazione, cogliendo le diverse possibilità che gli atenei, i docenti e i compagni offrono. Riteniamo che il bagaglio formativo di uno studente o di una studentessa sia più ricco e vasto quando viene concessa la possibilità di condividere esperienze con colleghi e docenti, cosa che negli ultimi anni si è rivelata parecchio difficoltosa anche per l’impossibilità di vivere fisicamente gli spazi universitari.

Che si debba ripensare il modello di università proposto, anche sul piano didattico, emerge con forza anche dagli ultimi dati che riguardano le immatricolazioni: nel 2021/2022, dopo più di sette anni di continuo aumento, sono calate le immatricolazioni, circa 20 mila studenti in meno. Possiamo ragionevolmente ritenere che su questo abbassamento abbia pesato anche la difficoltà ad interfacciarsi con un mondo fatto di didattica a distanza, universo che ha diminuito la motivazione di studentesse e di studenti. La Dad è stata utile nei mesi di emergenza ma evidentemente non può essere la soluzione ai problemi dell’università, né a quelli di didattica né a quelli che riguardano il diritto allo studio. Questi devono essere superati con interventi mirati e con più investimenti nelle borse di studio, nelle residenze e nei servizi non con altri palliativi che andrebbero solo ad acuire ancora di più le differenze e le disuguaglianze già presenti nel nostro Paese, tra chi si può permettere di vivere l’università e chi invece, obbligato dalle circostanze, si trova costretto a vivere questa esperienza solo online.

Ma che negli ultimi mesi siano aumentati gli investimenti fatti dalle università e dalle famiglie per l’acquisto di strumenti tecnologici e per il ripensamento e l’ammodernamento delle strutture esistenti è un fatto. Dal nostro punto di vista sarebbe miope non tentare di inserire queste nuove potenzialità tecnologiche in una più complessa visione di didattica e di università, didattica che però non sia mera Didattica a Distanza, in cui spesso lo studente a casa è costretto a seguire solo lo streaming delle lezioni, ma che sia Didattica Digitale Integrata.

Pertanto, ecco qualche spunto per migliorare in tal senso le nostre università, buone pratiche che in alcune università sono già presenti e che sarebbe opportuno estendere anche a livello nazionale.

PORTALE NAZIONALE Il primo obbiettivo da perseguire è la creazione di una piattaforma telematica nazionale disponibile per tutti gli atenei, che sia di livello elevato, ben strutturata, organizzata e a diretta portata di tutti gli studenti e di tutti i docenti. Infatti, ad oggi ogni ateneo è dotato di una propria piattaforma che spesso si dimostra non essere all’altezza delle richieste risultando difficile da utilizzare, spesso difficilmente raggiungibile e cervellotica nell’esposizione dei contenuti. La carenza di strumenti digitali efficace determina anche la non propensione ad utilizzare queste piattaforme di condivisione e di supporto che invece, quando effettivamente intuitive e facilmente fruibili, potrebbero essere strategiche per il ripensamento della didattica e dell’università.

Sfruttando le eccellenze di informatica e di programmazione del mondo accademico italiano, e prendendo spunto dalle piattaforme digitali di livello elevato che pur sono presenti in alcuni dei nostri Atenei, si potrebbe quindi dare forma a questa piattaforma nazionale che andrebbe a diminuire il gap fra studenti di diverse università e di diversi territori anche nell’accesso ai servizi e alla didattica online impedendo quindi che ci siano universitari di serie A e di serie B. Sul piano digitale attenzione la meritano anche i docenti che da marzo 2020 si sono ritrovati catapultati nel mondo digitale, spesso non avendo le competenze tecniche per farlo adeguatamente. Con il ritorno in presenza poi la difficoltà di articolare la lezione sia in presenza che a distanza si è spesso rivelata una sfida per quegli accademici poco avvezzi all’uso di nuove tecnologie. Siccome ormai questi nuovi strumenti tecnici sono parte integrante del mondo universitario, e se attentamente dosati ed utilizzati possono anche risultare importante 17 - 18 - 19 MAGGIO AL CNSU

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risorsa, per far sì che il nostro sistema universitario sia davvero di qualità è necessario che i docenti ricevano un’adeguata formazione informatica e tecnica, per evitare da un lato i continui disagi che si verificano a lezione e per diventare consapevoli delle possibilità che la tecnologia offre. Sempre su questa falsariga si dimostra sempre più necessario che i professori abbiano la possibilità di seguire corsi sulla didattica in generale: non sempre un grande accademico e luminare riesce a trasmettere adeguatamente tutta la sua conoscenza e la sua competenza. Sono piccoli cambiamenti che per noi potrebbero davvero contribuire a formare un’università davvero a misura di studente.

MISTA PERMANENTE La didattica a distanza non è la risposta che Primavera degli Studenti intende dare a molti dei problemi che affligDAD E CARCERI gono oggigiorno gli studenti italiani e delle richieste che provengono dal mondo universitario. Tuttavia, un cambio La DAD assume un ruolo dirimente all’interno di passo negli ultimi anni vi è effettivamente stato e non del contesto dell’insegnamento nelle strutture carcerarie. Nell’ottica del carcere come strumento ripossiamo negare come la Dad, se ben declinata, possa esabilitativo della persona, la cultura e l’istruzione sere un grande supporto per determinare categorie di sturappresentano un punto di svolta e di accrescimendenti che non possono recarsi in università per partecipato culturale e formativo del detenuto. L’erogazione re alle lezioni. Per queste categorie di studenti partecipare della DAD permetterebbe ai detenuti di proseguire alle lezioni a distanza, come si è fatto negli ultimi mesi, il loro processo di istruzione, seguendo corsi, studiare, poter svolgere esami in modalità telematica e risulterebbe essere molto positivo e per questo riteniamo acquisire CFU affinché possano concludere il proche debbano continuare ad avere accesso agli strumenti prio percorso di formazione e conseguimento deldigitali come in questi mesi di didattica mista. Ovviamenla laurea. Quello che, come PDS, proponiamo è la te andrebbero definiti criteri e modi di accesso a questo collaborazione tra università e carceri affinché i detipo di didattica: per gli studenti con fragilità persistenti tenuti possano fruire, tramite didattica online, dei corsi offerti dai singoli atenei. garantire sempre l’accesso a misure come registrazioni e streaming invece, per tutti gli altri che solitamente si recano in università, sarebbe ragionevole pensare ad un monte ore da fruire a distanza, utile per recuperare lezioni quando si hanno sovrapposizioni, quando i mezzi scioperano o quando, petr impegni personali, non ci si può recare in Ateneo.

ANNO ACCADEMICO La pandemia ha evidenziato e aggravato le già enormi difficoltà della popolazione studentesca ed una delle poche misure palliative messe in campo dal governo durante i difficili mesi del Covid è stata la proroga dell’anno accademico al 15 giugno sia nel 2020 che nel 2021. Permettere a una delle fasce storicamente più bistrattate del nostro Paese, come sono gli studenti universitari, di avere del tempo in più per terminare il proprio percorso accademico è un diritto che dovrà essere reso strutturale anche per i prossimi anni, a partire dal prossimo. È nostra intenzione continuare a lottare per ottenere che anche nel prossimo anno accademico sia presente questa misura: il percorso universitario si articola nei tre anni di triennale, nei due di magistrale e nei cinque di magistrale a ciclo unico e la pandemia ha impattato molto sul percorso dei singoli studenti che ancora si devono laureare. Ritornare il più possibile alla normalità è auspicabile, e la nostra volontà di farlo emerge chiaramente anche dalla posizione sulla didattica in presenza che abbiamo esposto poco sopra, ma l’università è un percorso e la pandemia ha influito, e in alcuni casi sta ancora influendo, su di esso. Nessuna delle generazioni di universitari che si è vista travolta da questo evento epocale deve rimanere indietro.

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ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO 17 - 18 - 19 MAGGIO AL CNSU

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ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO

BORSE DI DOTTORATO Potenziare e valorizzare i percorsi di dottorato è una priorità per Primavera degli Studenti esattamente come vorremmo fosse per il nostro Paese, troppo spesso dimentico della ricerca. Crediamo che il MUR debba investire con convinzione nei percorsi di dottorato negli Atenei italiani: aumentando il numero di borse di dottorato, fino al raggiungimento della totalità dei corsi erogati, e incentivando i laureati magistrali a intraprendere questo percorso. Per evitare che si acuisca ulteriormente la fuga di cervelli dalle nostre Università e dal nostro Paese proponiamo di potenziare l’investimento in formazione attraverso misure di sostegno al percorso unite alla valorizzazione del titolo di studio di dottore di ricerca in ambito lavorativo.

CUMULABILITÀ Chiederemo di rendere possibile la contemporanea partecipazione ad un corso di dottorato e alla scuola di specializzazione di area medica e sanitaria.

RETRIBUZIONE Ci faremo promotori di un intervento volto ad istituire, al pari di quanto avviene con le scuole di specializzazione di area medica, delle borse di specializzazione per gli studenti delle scuole di specializzazione di area sanitaria.

LAUREE ABILITANTI Reputiamo superati gli esami di stato per abilitare alla professione: con il passare degli anni i programmi formativi sono stati efficacemente uniformati e questo ha reso inutile la presenza dell’esame di stato. Chiederemo al Ministero di provvedere a rendere tutti i corsi di studio, sulla scia di quanto già avvenuto per alcuni, direttamente abilitanti all’esercizio della professione.

STOP IMBUTO FORMATIVO Chiediamo borse di specializzazione per tutti, con una copertura del 100% delle richieste. La pandemia ha dimostrato la necessità di un continuo investimento in formazione medica e per questo riteniamo inammissibile che a bloccare l’accesso alla professione medica vi sia, oltre al numero chiuso, anche un inconcepibile imbuto formativo. Ci assumiamo l’impegno di chiedere lo stanziamento dei fondi necessari ad ottenere la copertura totale delle borse di specializzazione.

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ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO

ACCESSO ALL’INSEGNAMENTO Ci faremo promotori della definizione di procedure certe e definitive per l’accesso all’insegnamento. Riteniamo inaccettabili le continue modifiche normative che rappresentano un freno per i laureati ad accedere all’insegnamento. Molti ragazzi iniziano ad impostare il percorso per accedere all’insegnamento già durante la laurea triennale: è inconcepibile che, a causa del continuo cambiamento dei criteri e delle normative, una volta giunti in magistrale debbano ripensare nuovamente tutta la loro strategia. Servono certezze.

ATTIVITÀ DI SOSTEGNO Proponiamo di rendere la laurea in Scienze della Formazione primaria direttamente abilitante all’insegnamento per le attività di sostegno in virtù della formazione impartita agli studenti nel corso degli studi con riferimento a disabilità, DSA e BES.

STUDENTI LAVORATORI Proporremo l’introduzione di una normativa ad hoc per il riconoscimento dello studente lavoratore. Vogliamo che l’attività lavorativa non diventi un ostacolo alla formazione: servono incentivi e agevolazioni per permettere a tutti di affrontare serenamente il percorso universitario. Questo passa sia dalla presenza di agevolazioni e incentivi sia dal mantenimento, per questa categoria di studenti, di alcuni strumenti di didattica digitale, come la possibilità di seguire lezioni e svolgere esami a distanza.

TIROCINI FORMATIVI I tirocini curriculari sono una parte importante ed estremamente formativa del percorso di studi di ogni studente per questo ci impegneremo affinché i tirocini curriculari siano realmente uno strumento di crescita formativa, ad integrazione del percorso accademico. Questo si accompagna alla richiesta di diritti e di tutele per i tirocinanti: il tirocinio deve essere esperienza formativa, non occasione di sfruttamento!

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INTERNAZIONALIZZAZIONE 17 - 18 - 19 MAGGIO AL CNSU

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

CLA

Il Centro Linguistico di Ateneo (CLA) è la struttura deputata alla promozione dei servizi linguistici, attraverso l’organizzazione di corsi per l’apprendimento delle lingue straniere e dell’italiano come seconda lingua.

L’offerta formativa in lingua inglese è sicuramente uno strumento essenziale per l’internazionalizzazione. Per questo motivo come Primavera degli Studenti riteniamo necessario il potenziamento dei corsi di specializzazione (lauree magistrali e dottorati) erogati in lingua inglese, non solo nell’ambito delle discipline scientifico-tecnologiche (STEM) ed economiche, ma anche nei settori delle scienze politiche, giuridiche e degli studi umanistici.

Il CLA è inoltre già autorizzato al rilascio di certificati di competenza linguistica, spendibili all’interno del proprio Corso di Laurea o finalizzati al programma Erasmus+. A fronte di ciò, chiediamo da un lato che il Ministero dell’Università e della Ricerca incoraggi la stipula di convenzioni con gli Enti esterni che rilasciano certificazioni linguistiche di validità internazionale, in modo tale da offrire agli studenti e alle studentesse la possibilità di conseguire i titoli linguistici all’interno del proprio Ateneo; dall’altro lato crediamo possibile un’estensione al di fuori dell’ambito universitario della validità dei certificati linguistici già rilasciati, previo un adeguamento dei programmi e delle prove di verifica.

DOPPIO TITOLO I corsi di laurea finalizzati al rilascio di un titolo doppio (double degree) o multiplo sono percorsi di studio mirati al conseguimento non solo del titolo dell’Università di appartenenza ma anche di titoli accademici esteri, mediante la sottoscrizione di un agreement tra due o più Atenei. Tali programmi prevedono forme di integrazione dei curricula – basate ad esempio sulla complementarità delle competenze acquisite – e schemi di mobilità strutturata, con l’obiettivo di permettere a studenti e studentesse di beneficiare dal punto di vista accademico, professionale e culturale, di contesti internazionali stimolanti e di arricchire il proprio bagaglio di esperienze personali.

Riconosciuta l’imprescindibile importanza di questi percorsi nella formazione di profili adatti ad affrontare le attuali sfide globali, Primavera degli Studenti ne auspica l’incentivazione, con particolare attenzione da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca al sostegno di quegli Atenei che, per minor prestigio e fama, correrebbero il rischio di trovarsi in una posizione svantaggiata nella stipula delle partnership.

TESI ALL’ESTERO La possibilità di svolgere il proprio periodo di tesi all’estero è sicuramente una grande occasione, soprattutto per gli studenti che frequentano corsi di laurea magistrale e che spesso non riescono, data anche la brevità del percorso (solitamente due anni), a partecipare a programmi di internazionalizzazione come l’Erasmus. Per questo come Primavera chiediamo che venga implementata questa possibilità.

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

ERASMUS+ Il soggiorno all’estero nell’ambito del programma Erasmus+ è seguito, al rientro in Italia, dalla necessità di convertire la votazione ottenuta durante il periodo di mobilità all’estero, secondo il sistema di valutazione ivi adottato, nella votazione in trentesimi, in linea con il sistema di valutazione italiano. A tale fine gli Atenei si avvalgono del Sistema europeo di trasferimento e accumulo dei crediti (European Credit Transfer and Accumulation System, ECTS): tale strumento, istituito nel 1989 e condiviso dalle Università dei Paesi aderenti allo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore, ha il compito di facilitare e rendere trasparente il trasferimento dei risultati accademici (espressi in termini di voti) tra diversi sistemi nazionali di valutazione.

Tuttavia, al momento ogni Ateneo adotta una propria scala di conversione fra voti ECTS e voti in trentesimi, ricavata da un’analisi statistica dei voti espressi al proprio interno. Riteniamo che tale arbitrarietà nella formulazione delle tabelle di conversione sia causa di disparità tra studenti e studentesse appartenenti ad Atenei differenti; chiediamo perciò che il Ministero dell’Università e della Ricerca si attivi per fornire tabelle univoche comuni a tutti gli Atenei sul territorio nazionale, o quanto meno per quei Corsi di Laurea che prevedono l’accesso a graduatorie nazionali e specialistiche.

BORSE PER RIFUGIATI Al momento non esiste un sistema che fornisca a priori fondi per le borse di studio per i rifugiati, borse che vengono quindi rilasciate dipendentemente dalla situazione emergenziale. Sarebbe opportuno dar vita ad un sistema concreto per fare in modo che in caso di situazioni emergenziali i fondi siano immediatamente disponibili.

RAPPRESENTANZA Come Primavera degli Studenti chiediamo una maggiore integrazione dei Rappresentanti degli studenti nei vari organi degli Atenei pubblici ma non statali, dando facoltà al pari degli atenei degli Atenei statali, in modo da poter incidere realmente, con proposte vincolanti nel processo decisionale di Ateneo.

Pertanto, si lavorerà nell’ottica di una riforma della legge n.240/2010 per parificare e avere gli stessi diritti e lo stesso potere dei Rappresentanti negli Atenei pubblici anche nei pubblici ma non statali.

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CI PRESENTIAMO IN TUTTI I COLLEGI D’ITALIA! GIACHINO GIOELE PITTALIS PIERFRANCESCO MORICI FRANCESCO APPIGNANESI SAMUELE LANZILLOTTI GIULIA VAVASSORI SIMONE BONOMI SVEVA GENTILE LORENZO

nel collegio nord-ovest

DE NIGRIS GIUSEPPE LABANTI LEONARDO MAGGI LUCIA PICCIONI JESSICA COVA TIZIANO SILVIO PALADINI MARIANNA MOGLIE ALESSANDRO

nel collegio nord-est

nel collegio centro nel collegio sud e isole TORLAI LUCA MEZZINA SILVIA FERRARI MARCO STRUGA GIULIANO SCUTIGLIANI LUCA

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ZAPPULLA SARA OLIVERIO GIOVANNI PIO GHINAMI ALESSANDRO VARISANO LUIGI LAPENTA VALENTINA BATTISTA RUBINA COSTRONUOVO ROBERTA FRANZÈ COSIMO BRUNO

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ELEZIONI CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

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