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CRIMINI E CRIMINALI

Pasquale Salemme Segretario Nazionale del Sappe salemme@sappe.it

Il casolare degli orrori: Gianfranco Stevanin - parte II

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Nelle foto: una immagine giovanile di Gianfranco Stevanin e i lavori di scavo eseguiti nel “casolare degli orrori”

i siamo lasciati, lo scorso mese, con il presunto assassino che incalzato dai continui interrogatori da parte del Pubblico Ministero, Maria Grazia Omboni, “confessa” quattro dei delitti attribuitigli. Inoltre, i continui flash che afferma di avere associati al materiale fotografico sequestrato presso il casolare dei genitori, portano all’accusa di altri due omicidi, per un totale di sei persone uccise: Roswita Adlassing (il cui corpo non è era stato trovato), Claudia Pulejo, Blazenka Smojo, Biljana Pavlovic.

I capi di imputazione iniziali non tennero conto degli altri omicidi, ma gli investigatori continuarono ad indagare anche su questi. Prima di addentrarci nella sequenza dei processi che di li a poco si svolgeranno a carico dell’imputato, appare quanto mai opportuno, per meglio comprendere la personalità dello Stevanin, “scavare” nel suo passato che, come si vedrà in seguito, sarà fondamentale per diagnosticare la sua imputabilità. Gianfranco Stevanin nasce a Montagnana in provincia di Padova, il 2 ottobre del 1960.

A queste quattro donne c’era da aggiungere il tronco del corpo mai identificato (probabilmente quello di una prostituta di origine tailandese) e la ragazza priva di vita immortalata nella fotografia. All’esito delle perizie psichiatriche, depositate nel mese di ottobre del 1996, Gianfranco Stevanin viene dichiarato processabile e capace di intendere e di volere: i periti ritennero che l’uomo era mentalmente capace, intelligente (QI 114) e fosse soprattutto un abile calcolatore. Il presunto killer viene così rinviato a giudizio per omicidio volontario e premeditato di Claudia Pulejo e Biljana Pavlovic, nonché per il reato di violenza carnale.

I primi quattro anni di vita li trascorre insieme ai suoi genitori, Giuseppe Stevanin e Noemi Mila, nella loro casa in campagna. All’età di cinque anni viene messo in un collegio di suore dove rimarrà sino al secondo anno delle scuole superiori. I suoi genitori, nonostante fossero molto religiosi e rigidi nell’educare Gianfranco, intorno ai quattordici anni gli regalano un piccolo libro sull’educazione sessuale dal quale, in considerazione della tenera età, apprenderà molto. Infatti, non molto tempo dopo Stevanin ha il primo rapporto sessuale con una ragazza di 25 anni, peraltro sposata e che lo usa solo per un incontrollato appetito sessuale.

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Il 21 novembre 1976, a seguito di un incidente stradale con la moto, picchia violentemente il capo e riporta una frattura frontale ed un grave trauma cranico. Le conseguenze furono molto gravi: lesione bilaterale dei lobi frontali e delle vie nervose collegate al sistema limbico. Il grave danno neurologico inciderà grandemente sul suo carattere e soprattutto nei successivi rapporti interpersonali. Inoltre, l'atrofia gli provoca, tra l’altro, delle crisi epilettiche e delle forti emicranie. Conseguenze del suo cambiamento sono anche i diversi reati che negli anni successivi all’incidente (tra il 1978 ed il 1979) accumulerà: simulazione di reato ("ho fatto finta di essere stato rapito, telefonavo a casa fingendo di essere il rapinatore e chiedevo il riscatto"); violenza privata ("ho fatto finta di avere una pistola in tasca e ho chiesto ad una ragazza di venire con me ad una fiera lì vicino"); rapina ("sempre fingendo di avere un'arma, ho chiesto ad una donna di darmi una spilla attaccata al bavero"). Nel marzo del 1983 è responsabile di un incidente stradale in cui muore una donna e viene condannato per omicidio colposo; qui emerge il carattere iperprotettivo della madre che lo rassicura: "non ti preoccupare, ti comprerò una macchina nuova" (1). Nel 1989, rapisce e violenta una prostituta di Verona. Questo suo ultimo crimine rimarrà ignoto per diversi anni, venendo allo scoperto solo in sede di processo. A vent’anni ha la sua prima e unica storia d’amore con Maria Elena, anch’essa ventenne. Stevanin ha dei progetti seri per la ragazza, seppur non si sente abbastanza grande per il matrimonio, ma sente che è la donna della sua vita. Al quinto anno di fidanzamento, la


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