ATTUALITÀ
Avvicendati Consolo e Del Gaudio: Francesco Basentini è il nuovo Capo Dap e Lina Di Domenico la sua vice
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on una procedura insolitamente accelerata e con riguardo a tutti e due i vertici del Dap, il Ministro Bonafede ha avvicendato il Capo ed il Vice Capo dell’amministrazione Penitenziaria. Il 20 giugno è stata avanzata la richiesta di fuori ruolo al Consiglio Superiore della Magistratura e solo una settimana dopo, il 27 giugno, il Consiglio dei Ministri ha deliberato le nomine dei due Magistrati. I due nuovi massimi dirigenti dell’amministrazione penitenziaria
Nelle foto: Francesco Basentini e Lina Di Domenico
sono Francesco Basentini, a capo, e Lina Di Domenico, vice. Basentini, che sarà il nuovo Capo Dap, è nato a Potenza il 17 ottobre 1965 e ricopriva l’incarico di Procuratore Aggiunto a Potenza. E’ conosciuto alle cronache giudiziarie per aver condotto le indagini sulla regolarità delle estrazioni petrolifere in Basilicata. Nell’ambito di quelle indagini furono ascoltati anche componenti del Governo Renzi e l’allora Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi rassegnò le proprie dimissioni. Basentini condusse anche indagini sui rimborsi spese degli amministratori locali della Basilicata. Indagini che in tempi più recenti hanno anche avuto strascichi alla Corte dei Conti.
A Vice Capo dell’Amministrazione Penitenziaria arriverà Lina Di Domenico, fino a qualche giorno prima Magistrato di Sorveglianza presso il Tribunale di Novara. Lina Di Domenico è la nipote del compianto Giuseppe Falcone, già Vice Capo Dap, Capo della Polizia Penitenziaria e Direttore Generale dei detenuti. Se la Di Domenico avesse ereditato soltanto la metà delle qualità del Presidente Falcone, probabilmente avremo uno dei migliori vice capi degli ultimi vent’anni. Auguri di buon lavoro ai due Magistrati, con l’auspicio che possano restituire alla Polizia Penitenziaria la dignità di quarta forza di polizia dello Stato. F
10 • Polizia Penitenziaria n.262 • giugno 2018
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l 15 dicembre 1990 entrava in vigore la Legge di riforma con la conseguente smilitarizzazione della Polizia Penitenziaria e con essa venivano ridisegnati anche i compiti istituzionali del Corpo. Tuttavia, oggi, a distanza di 28 lunghi anni, sembrerebbe essere giunto il momento di rielaborare e ridefinire alcuni dei compiti istituzionali che allora furono demandati alla Polizia Penitenziaria. All’atto della riforma, infatti, gli agenti penitenziari, succeduti agli agenti di custodia e alle vigilatrici penitenziarie, svolgevano mansioni che erano prevalentemente di natura custodiale. I detenuti erano rinchiusi quasi tutto il giorno all’interno delle proprie celle (ridenominate da poco “camere di pernottamento”) e avevano quale interlocutore privilegiato (quasi esclusivo), per ogni esigenza, il poliziotto penitenziario. In mancanza delle necessarie figure professionali, quindi, quest’ultimo diveniva, obtorto collo, il confidente, lo psicologo, l’educatore e il medico della stragrande maggioranza della popolazione carceraria. Attualmente, invece, molto è cambiato nelle modalità di esecuzione della pena e nella complessa gestione degli istituti carcerari e di conseguenza anche il rapporto agente/detenuto. I ristretti, grazie agli effetti della nota “sentenza Torreggiani”, sono fuori dalle loro stanze per almeno 8 ore al giorno e dimorano nella propria “camera di pernottamento” solo per il tempo strettamente necessario al riposo notturno. Decisamente più intensa, rispetto agli anni ’90, poi, si è fatta la presenza delle associazioni di volontariato e della comunità civile all’interno del carcere e conseguentemente i rei hanno maggiori opportunità di relazionarsi con soggetti diversi dagli agenti. Inoltre, con la introduzione della c.d. “sorveglianza dinamica”, il poliziotto penitenziario non è più a presidio permanente della sezione detentiva. L’agente, difatti, con questa nuova modalità di esecuzione della pena esercita le sue funzioni di controllo e vigilanza con una “pattuglia di ronda” al di fuori del reparto detentivo destinato a rimanere (solo negli intenti) semivuoto dal momento