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CRIMINOLOGIA villa Belmonte (anche se, nel 2005, una nuova perizia del prof. Pierluigi Balma Bollone, ordinario di medicina legale all’università di Torino sulla necroscopia effettuata dal prof. Cattabeni del 1945, faceva concludere il primo sull’irrilevanza della mancanza di cibo nello stomaco di Mussolini, essendo noto che il predetto soffrisse di ulcera e osservasse una dieta che gli permetteva di evacuare il cibo entro un paio d’ore dalla sua ingestione). A prescindere dal fatto che, a proposito dello stomaco vuoto di Mussolini rilevato in sede di autopsia, la tesi recente del precitato prof. Bollone non esclude l’ipotesi opposta della mancanza di ingestione di cibo da molto tempo e cioè dalla sera del giorno precedente, che porterebbe l’orario della morte di Mussolini al mattino di quel 28 aprile, la circostanza oggettiva che avvalora siffatto orario con sicurezza si ritrova proprio nella relazione autoptica originaria del prof. Cattabeni in cui si cita “una rigidità risolta alla mandibola e persistente agli arti” del cadavere di Mussolini. Invero, sotto un corretto profilo medico legale, il fatto che, sul cadavere di Mussolini, fosse terminata la rigidità della mandibola, mentre permaneva ancora quella degli arti, indica che erano già passate 46-48 ore dal decesso e non le sole 39 (dalle 16.20 del 28 aprile alle 7.30 del 30 aprile, ora di effettuazione dell'autopsia) che erano trascorse secondo quanto dichiarato dai partigiani (che, come si evince dalle foto dell'epoca, assistettero all'autopsia, con una forte pressione psicologica evidente sul prof. Cattabeni, che minimizzò tale circostanza nella sua relazione scritta, e che non permisero l'esame autoptico sul corpo di Claretta Petacci, evidentemente non potendo tollerare che si mettesse in dubbio la loro parola sulla “regolare” esecuzione avvenuta nel pomeriggio del 28 aprile, sulla pubblica via, all'ingresso esterno di villa Belmonte), portando l’orario della morte di Mussolini al mattino e

non al pomeriggio di quel fatidico 28 aprile 1945. Il fatto che la rigidità cadaverica si era risolta alla mandibola, mentre era presente in tutte le altre parti del corpo, è considerabile più di un indizio, ma anzi trattasi di una prova che l’ora del decesso si era verificata almeno 7/8 ore prima di quanto ci è stato fatto sapere. Per essere più precisi sul fenomeno del rigor mortis è bene spendere due parole . Esso consiste in uno stato di contrattura di tutti i muscoli del cadavere e inizia, in linea di massima, 6/7 ore dopo il decesso. Comincia quasi sempre dai

Mussolini fosse avvenuta sette o otto ore dopo quella effettiva mediante un’esecuzione con armi automatiche sulla pubblica via? Sicuramente la spiegazione più verisimile è che i partigiani avessero voluto “fucilare” pubblicamente Mussolini, che era già morto da almeno sette ore, per dare una patina di legalità all'esecuzione ad un nemico della patria che aveva inferto, con la sua dittatura e l'alleanza con gli invasori tedeschi, gravissime sofferenze e lutti ai suoi connazionali, così avvalorando, sotto un profilo istituzionale, la nuova leadership che sarebbe nata sopra le ceneri di una guerra sanguinaria. Però forse vi era anche un'altra lettura dei fatti aggiunta a quella precedente, e cioè quella di coprire le modalità inquietanti e

muscoli masseterini e temporali, poi si estende a quelli del collo e del tronco e infine ai muscoli degli arti superiori e inferiori. La risoluzione totale di siffatta rigidità si ha dopo le 72 ore. La risoluzione del rigor mortis ha luogo nello stesso ordine precitato della sua comparsa, motivo per cui quanto scritto dal prof. Cattabeni in merito alla risoluzione della rigidità dei muscoli della mandibola di Mussolini, ha un significante pregnante in merito all’orario della sua morte. Perché allora sostenere da parte della dirigenza partigiana che la morte di

sadiche che un piccolo gruppo di partigiani, fuori dal controllo dei loro capi, per motivi personali di vendetta dei gravissimi torti e lutti subiti dalla dittatura di Mussolini, aveva inferto ai corpi di Mussolini e della Petacci prima di ucciderli, circostanza che , qualora fosse emersa avrebbe sicuramente offuscato l'immagine di legalità democratica che voleva essere perseguita ad ogni costo dalla direzione partigiana in opposizione eclatante con i crimini della dittatura fascista. Questa è la tesi più probabile che viene avvalorata da Giorgio Pisanò nel suo libro “Gli ultimi cinque secondi

Polizia Penitenziaria n.253 • settembre 2017 • 15

Nella foto: i cadaveri del Duce e di Claretta Petacci nel riquadro la prima pagina dell’Avanti con la notizia della esecuzione di Benito Mussolini

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