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Regione Molise Presidenza della Regione Assessorato alla Programmazione

IL NUOVO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA

2007-2013

LE PROPOSTE DEL MOLISE LA POSIZIONE COMUNE CON CANTABRIA E CORSICA

Bruxelles, Aprile 2005

Il nuovo periodo di Programmazione Comunitaria 2007-2013 Le proposte del Molise - La posizione comune con Cantabria e Corsica

SOMMARIO

Premessa……………………………………………………………..pag. 3

1. Gli obiettivi del nuovo periodo di programmazione e la situazione socio-economica del Molise……………………………...……...pag. 5

2. Le considerazioni di sintesi……………………………….….….pag. 11

3. Le proposte………………………………………………….…….pag. 12

Tavole allegate ……...………………………………………….……pag.14

2

Il nuovo periodo di Programmazione Comunitaria 2007-2013 Le proposte del Molise - La posizione comune con Cantabria e Corsica

Premessa Il presente documento ha l’obiettivo di rappresentare la posizione della Regione Molise in merito ad alcune proposte della Commissione Europea per la futura politica di coesione economica e sociale ed esprimere una condivisa piattaforma di richieste di modifica ed integrazione delle proposte con due regioni che presentano analoghe caratteristiche e fabbisogni: la Cantabria e la Corsica.

La trattativa fra gli Stati nazionali e la Commissione è infatti giunta nella fase cruciale.

Nel corso del primo semestre 2005 il Consiglio Europeo sarà chiamato ad adottare una decisione sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 e sulla proposta presentata dalla Commissione nel febbraio 2004. Il Parlamento e il Consiglio potranno allora approvare congiuntamente i nuovi regolamenti e successivamente il Consiglio adotterà gli “orientamenti strategici della Comunità per la coesione”. Su tale base la Commissione, gli Stati membri e le Regioni definiranno i “Quadri nazionali di riferimento strategico” e nel corso del 2006 sarà preparata la nuova generazione di “programmi operativi”, in modo da poter avviare le azioni già all’inizio del 2007.

In questo contesto, la Regione Molise intende offrire alla Commissione Europea e al Governo Italiano un sintetico strumento di lettura della situazione economico-sociale regionale al fine di verificare se e in che misura le nuove direttrici comunitarie proposte rispondano correttamente alle esigenze e alle aspettative regionali.

Partendo da una condivisione delle direttrici (par.1), si dimostrerà che la crescita regionale (par.2) è tale da richiedere il riconoscimento di condizioni di particolare favore per consentire al Molise la corretta conclusione del processo di convergenza (par.3).

Su una realtà caratterizzata da ritardi strutturali, in un momento di congiuntura economica sfavorevole, il Molise ha affrontato due calamità naturali, il terremoto prima e l’alluvione poi, che hanno contribuito ad un rallentamento della crescita regionale, riconosciuto anche dalla Commissione con l’attivazione del fondo di solidarietà prima e con il riconoscimento di una modifica della carta degli aiuti a finalità regionale poi.

La situazione richiede ancora un accompagnamento specifico da parte della Commissione.

Tale accompagnamento dovrebbe altresì riguardare le regioni che si trovano nelle stesse condizioni strutturali (al netto delle calamità naturali) e di trattamento giuridico del Molise. Si tratta di Cantabria e Corsica.

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Al Molise, alla Cantabria e alla Corsica, nel testo dei nuovi regolamenti si dovrebbe riconoscere formalmente una specificità, muovendo dalle seguenti considerazioni: 1) il regime di phasing-out fino al 2006 non ha determinato l’effetto positivo atteso in termini di balzo in avanti degli indicatori economici ed occupazionali; 2) a fronte del mancato raggiungimento di una significativa crescita, si continuano a registrare ritardi infrastrutturali, di dinamismo ed innovazione, di servizi di interesse generale, che si innestano su territori con gap naturali, quali la montuosità, e interessati da fenomeni demografici, quali lo spopolamento.

Per converso, regioni per le quali si registrano migliori indicatori e migliori trend rientrerebbero, secondo le proposte della Commissione, in un regime di miglior favore.

La cosa – si condividerà – appare non giusta e pertanto non accettabile.

Per questi motivi, le tre regioni hanno deciso di avanzare assieme una piattaforma di richieste alla Commissione, rispetto alle quali il Molise argomenta le proprie specificità ed avanza le proprie richieste.

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1. Gli obiettivi del nuovo periodo di programmazione e la situazione socio-economica del Molise Il 3° Rapporto sulla coesione offre elementi di analisi sulla politica regionale europea per il 2007-2013 all’interno dell’Unione allargata, tracciando il quadro finanziario della politica di coesione dopo il 2006 ed evidenziando le risorse a disposizione, allocate sui tre nuovi obiettivi prioritari: Convergenza, Competitività regionale ed occupazione e Cooperazione territoriale.

Si condivide tale impostazione, nella convinzione che possa garantire la crescita e la competitività delle Regioni d’Europa, promuovendo uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile della Comunità allargata.

Si accolgono, pertanto, con favore le principali proposte previste dai regolamenti per i futuri fondi strutturali 2007-2013, presentate il 14 Luglio 2004. Si ritiene, infatti, che possano contribuire alla realizzazione della politica di coesione, rispondendo alle sfide dell’allargamento, ma anche permettendo alle regioni di raggiungere la loro riconversione economica e sociale, attraverso un adeguamento all’economia della conoscenza e allo sviluppo ecosostenibile, secondo le direttrici tracciate a Lisbona e Göteborg.

Si ritiene che attraverso i nuovi obiettivi e i nuovi regolamenti si possa perseguire nel percorso avviato con i periodi di programmazione 1986-1993, 1994-1999 e 20002006. Un percorso che sta contribuendo a portare il Molise a concludere il proprio processo di convergenza.

I fondi strutturali hanno, infatti, contribuito alla crescita del Molise negli anni passati.

Il sostegno finanziario dell’Obiettivo 1 (1994-1999), pari a circa 616 Meuro, e del phasing out (2000-2006), pari a circa 422 Meuro, hanno favorito lo sviluppo regionale, così come registra il dato sintetico dell’andamento del Prodotto Interno Lordo (PIL).

Si veda al riguardo la serie riferita al in Molise dal 1995 al 2003, raffrontata alle macro aree Italia e Mezzogiorno.

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Tabella 1.1 – Andamenti del PIL per macro aree e Molise Valori in milioni di euro

anno

Italia

Mezzogiorno

Molise

1995

923.052

223.283

4.137

1996

933.142

225.587

4.168

1997

952.050

231.636

4.343

1998

969.131

236.315

4.370

1999

985.253

241.600

4.325

2000

1.016.192

248.059

4.498

2001

1.032.985

253.951

4.584

2002

1.036.700

256.583

4.692

2003

1.039.367

257.599

4.637

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Contabilità nazionale

Come si può notare, il Molise ha registrato una considerevole crescita del PIL nei sei anni della programmazione comunitaria ’94-’99 (se si includono i due anni ulteriori per il completamento delle spese). Tale crescita è risultata in linea con gli andamenti nazionali e dell’area Centro, mentre è risultata più bassa rispetto a quanto avvenuto nel Mezzogiorno.

Nel 2003 è inoltre evidente una riduzione del PIL del Molise, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale e del Mezzogiorno, ma in totale coerenza con gli effetti degli eventi calamitosi.

E’ chiaro quindi che oggi l’aiuto dei fondi comunitari che ha accompagnato la crescita regionale non può ridursi poiché tale processo non si è concluso ed anzi richiede un ulteriore sforzo per far continuare a crescere il Molise con un ritmo più accelerato anche rispetto alle altre Regioni del Mezzogiorno d’Italia, le quali, peraltro, continueranno a godere nel prossimo periodo di programmazione delle risorse dell’obiettivo Convergenza.

Permangono in Molise molti ritardi nel tessuto produttivo esistenti già nei due precedenti periodi di programmazione1.

1

Nonostante il Molise abbia presentato nel corso degli ultimi anni un’evoluzione relativamente positiva, la struttura produttiva regionale continua a mostrare forti divari nei confronti delle aree più sviluppate del Paese. Alla scarsa presenza di un modello di sviluppo centrato su fattori endogeni, si accompagna una struttura produttiva fortemente sbilanciata verso i settori più tradizionali: rispetto alla media nazionale il peso dell’occupazione sia nel settore agricolo che in quello delle costruzioni, infatti, risulta significativamente più elevato, a scapito di un sottodimensionamento sia del settore manifatturiero, che del settore terziario. Si segnalano in particolare:

-

i divari di reddito rispetto al contesto nazionale, pur essendosi ridotti, restano ancora molto elevati: il prodotto interno lordo per abitante, che risultava pari al 74,4% della media italiana nel 1990, è passato al 75,4% nel 1996 (65,7% per il Mezzogiorno nel suo complesso);

-

i divari nella dotazione infrastrutturale risultano rilevanti in quasi tutti i principali settori direttamente collegati con il sistema produttivo, oltre che per gran parte delle infrastrutture a servizio della popolazione. Posto uguale a 100 l'indice riferito all'intero territorio nazionale, i dati evidenziano come il Molise raggiunga un livello complessivo di infrastrutturazione che si attesta su un valore pari appena a 58,2;

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I ritardi si innestano su alcuni handicap naturali, quali la quasi totalità di territorio montano, la frammentazione demografica in piccolissimi comuni (circa il 90% dei comuni molisani non supera i 2000 abitanti ), le carenze infrastrutturali.

A questa situazione, si sono aggiunte due calamità naturali: il terremoto di fine 2002 e l’alluvione di inizio 2003 che hanno contribuito ad arrestare in maniera determinante il processo di crescita e di sviluppo.

Di seguito si evidenzia come tale situazione si giustifichi i dati più recenti provenienti da fonti ufficiali.

1. Dati ufficiali 2001 Sulla base dei dati Eurostat, che riportano il PIB SPA2 relativi al 2001, in riferimento ai valori medi per l’Europa dei 15 ed a 25 paesi, il Molise presenta un valore di PIB SPA per l’anno 2001 pari all’85,7% della media dell’Europa dei 25, mentre la Sardegna, territorio nazionale di livello NUTS 2 alla quale sarebbe concessa una diversa modalità di attribuzione di risorse, in quanto rientrante nella ripartizione delle regioni dell’”Effetto Naturale”, presenta un PIB SPA pari all’83,4%.

2. Dati ufficiali 2002 Sulla base dei dai Eurostat, che riportano il PIB SPA relativo al 2002, in riferimento ai valori medi per l’Europa dei 25 paesi, il Molise presenta un valore di PIB SPA per l’anno 2002 pari all’84,3% della media dell’Europa dei 25, con una decisa flessione rispetto all’anno 2001, mentre la Sardegna presenta un PIB SPA pari all’82,3%, sempre molto prossimo a quello del Molise.

-

il tessuto imprenditoriale endogeno appare decisamente esile e frammentato; si contano in Molise appena 5,2 imprese ogni 100 abitanti, a fronte di un valore medio italiano superiore di quasi un punto percentuale; il quadro appare ancora più critico se ci si riferisce soltanto al settore manifatturiero; in questo caso il numero di imprese ogni 100 abitanti si attesta infatti sullo 0,6, un valore che risulta di poco superiore alla metà di quello medio italiano, pari a 1,0;

-

i problemi del tessuto imprenditoriale endogeno sono senza dubbio acuiti dallo scarso sviluppo dei servizi alle imprese e dalle inefficienze del sistema creditizio e finanziario che rendono più costoso, oltre che estremamente difficoltoso, l'accesso al credito da parte delle PMI locali;

-

abbastanza scarsa appare, infine, la capacità di attrarre consumi turistici; in base alle stime riportate nell'ultimo Rapporto sul turismo in Italia, l'incidenza della spesa in tale settore dei non residenti sul PIL regionale in Molise nel '96 raggiungeva appena l'1,9%, a fronte del 3,2% medio delle regioni meridionali e del 5,5% del Centro-Nord;

-

il settore agricolo nel contesto socioeconomico regionale rappresenta un comparto di ancora rilevante importanza.

Attualmente (dati ISTAT 2001) le attività economiche legate all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pesca occupano , infatti, nel loro insieme, circa il 9 % degli occupati totali, a fronte di un valore medio nazionale pari al 4,8. Tali indici hanno tuttavia subito una evidente riduzione nel corso degli ultimi anni, se si pensa che soltanto nel 1996 la percentuali di occupati agricoli in “senso lato” (includendo silvicoltura e pesca) risultava pari al 14,5%. Rispetto al contributo del comparto sull’economia della regione, i più recenti dati ISTAT del 2002 indicano un rapporto tra Valore aggiunto agricolo (a prezzi di base) e PIL totale pari a quasi il 4%, a fronte di una dato medio nazionale del 2,4%. L’agricoltura molisana presenta tuttavia connotati di scarsa efficienza, come si evince dall’analisi dei dati riguardanti sia la produttività del lavoro, sia il livello di remunerazione dei principali fattori della produzione (terra, lavoro e capitale), i quali collocano la regione in una posizione di forte ritardo rispetto ad altre aree del Paese.

2 Prodotto interno lordo per abitante, che tiene conto dello standard del potere d’acquisto, valutato sulla base dalle differenze dei prezzi di beni e servizi a livello di Stato membro e non per singola regione.

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Da una valutazione comparata dei dati Eurostat del 2001 e del 2002, si può rilevare (TAVOLA 1) come il Molise si ponga ai livelli più bassi di PIB, anche tra le Regioni dell’effetto naturale e come sia evidente, in controtendenza rispetto alla media, l’andamento in diminuzione del proprio PIB, riferito alla UE25.

Da una valutazione comparata dei dati Eurostat del 2001 e del 2002, si può rilevare, inoltre, (TAVOLA 2) come il Molise si ponga ai livelli più bassi di PIB tra le Regioni in phasing out dall’Obiettivo 1, alle quali appartiene, e come sia evidente, in controtendenza rispetto alla media, la diminuzione del proprio PIB, riferito alla UE 25.

3. Dati previsionali 2003-2004 3.a. I dati della Commissione Europa (in base alla Decisione C(2004) 3344) Le previsioni per gli anni 2003-2004 sono ulteriormente sfavorevoli per il Molise, in conseguenza degli effetti devastanti determinati dal terremoto del 31 ottobre 2002 e dall’alluvione del 23-24-25 gennaio 2003. La gravità di questi eventi è stata già riconosciuta dalla Commissione attraverso la Decisione C(2004) 3344 fin cor. del 08/09/04, relativa all’Aiuto di Stato n. 147/2004.

Si riportano di seguito alcuni punti della Decisione della Commissione che precisano le indicazioni:

Al comma 9 è riportato:

La presente proposta di revisione è giustificata dal degrado della situazione socioeconomica delle aree della regione Molise che sono state colpite da due calamità naturali successive, nei mesi di ottobre 2002 (sisma) e gennaio 2003 (alluvione).

Al comma 26 è riportato:

Al fine di mostrare l’esistenza di mutamenti rilevanti dimostrati della situazione socioeconomica, le autorità italiane hanno comunicato vari indicatori. La Commissione ritiene che l’insieme di questi indicatori mostri effettivamente che nelle aree colpite dalle due calamità naturali successive si è registrato un grave degrado. Prima di passare all’esame dei dati forniti dalle autorità italiane, la Commissione deve tuttavia richiamare l’attenzione sulla situazione eccezionale in cui si trovano le aree interessate dalla proposta di inclusione nella Carta, in quanto si tratta di aree colpite da due calamità naturali in un breve arco di tempo (sisma nell’ottobre 2002 e alluvione nel gennaio 2003). Pur non essendo di per sé sufficiente, tale situazione deve essere tenuta in considerazione nell’esame della proposta delle autorità italiane.

Al comma 28 è riportato:

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I dati e le tabelle riepilogative qui di seguito (raffronto fra i pagamenti effettuati nei mesi di novembre e dicembre dei vari anni), forniti dalle autorità italiane, mostrano una diminuzione molto consistente dei versamenti IVA negli SLL interessati: SLL CAMPOBASSO

IVA VERSATA

IVA VERSATA

SLL SANTA CROCE

700.000 600.000 500.000 400.000 300.000

1999

2000

2001

2002

1999

2000

2001

2002

2001

2002

SLL TERMOLI

SLL CASACALENDA

IVA VERSATA

IVA VERSATA

0

1999

2000

2001

2002

1999

2000

Al comma 34 è riportato:

Anche gli altri dati forniti dalle autorità italiane sono indicativi di tale situazione. In particolare, si tratta dei seguenti elementi: – i risultati di un’indagine dell’amministrazione regionale sulla realtà sociale ed economica delle aree terremotate, che mostrano l’esistenza di una percentuale molto elevata di abitanti (oltre il 48%) che intenderebbero abbandonare i luoghi di residenza per le difficoltà derivanti dalle calamità naturali. Tali risultati sono confermati dall’effettiva diminuzione della popolazione nelle aree in questione: – i dati sul livello delle esportazioni della regione Molise, che mostrano una diminuzione rilevante nel 2003 (-8,5%), mentre la diminuzione nel Mezzogiorno è pari a -3,6% e in Italia a -4,6%. Va notato che tale riduzione fa seguito ad aumenti successivi negli ultimi anni (+2,1 nel 2000, +8,5 nel 2001, 2,8 nel 2002). Questo mostra un’interruzione dell’evoluzione registrata negli anni precedenti alle calamità naturali; – i dati sul PIL a prezzi di mercato per abitante, che rivelano un calo rilevante nel 2003 (-1,8%), mentre nelle altre regioni del sud e nelle isole si è registrato un aumento (+0,2 Campania, +0,4 Calabria, +2,3 Sicilia, +0,4 Sardegna) o un calo più modesto (-0,1 Abruzzo, -1,1 Puglia, -1,0 Basilicata).

Al comma 35 è riportato testualmente:

Tali dati mostrano l’esistenza di un degrado della situazione socioeconomica nelle aree della regione Molise che sono state colpite da due calamità naturali successive, ma anche un effetto di portata più ampia che interessa altre parti della regione.

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3. b. I dati ISTAT 2003 Il riferimento statistico ufficiale italiano ISTAT fornisce dei primi riscontri interessanti dell’andamento dei parametri significativi del Molise, improntati ad un trend di crescita inferiore rispetto alla Sardegna ed al Mezzogiorno d’Italia. Non sono ancora disponibili ufficialmente i valori relativi al PIL pro-capite per l’anno 2003, per cui sono riportati i dati del PIL - Prodotto interno lordo a prezzi di mercato, per gli anni 20022003, in valore assoluto e su base percentuale rispetto all’anno 2001, in modo da offrire una indicazione tendenziale, secondo la tabella che segue: PIL 2002 MOLISE

incr. % 2001

5.512,2

+3,74%

SARDEGNA

27.594,0

MEZZOGIORNO

312.001,8

PIL 2003

incr. % 2001

5.680,0

+6,90%

+4,06%

28.646,8

+8,03%

+4,11%

323.008,0

+7,78%

Va rilevato, infine, che il dato indicativo sul PIL pro-capite in Molise, si ridurrà ulteriormente per effetto dell’incremento di popolazione media, da 320.757 del 2002 a 321.372 del 2003, con un incremento percentuale del 0,19%.

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2. Le considerazioni di sintesi A conclusione di queste brevi note di carattere statistico, è possibile effettuare le seguenti considerazioni sintetiche: 1. l’indicatore del PIB SPA per abitante del Molise, calcolato in riferimento al valore medio UE 25, esprime per la Regione un valore molto prossimo ad 82, soglia di riferimento per le valutazioni della Commissione, in quanto vale 84,3 per il 2002 ed è sicuramente in ulteriore diminuzione per l’anno 2003; 2. per effetto del PIB detenuto, la Regione Molise occupa uno degli ultimi posti tra le Regioni in phasing out, in fuoriuscita dall’Obiettivo 1, per il periodo di programmazione 2000-2006; 3. per effetto del PIB detenuto, la Regione Molise addirittura occupa posizioni di grave distacco, anche rispetto a Regioni appartenenti alla categoria dell’”Effetto naturale”, cioè di quelle regioni che, naturalmente hanno superato il 75% della media UE 25; 4. la tendenza che si sta registrando in ordine ai dati 2003, esprime una ulteriore tendenza alla riduzione del PIB, in decisa controtendenza rispetto alla media di regioni di caratteristiche strutturali, sociali ed economiche similari.

La motivazione principale di questa tendenza è da ricondurre agli effetti prodotti da due fenomeni di straordinaria rilevanza, in considerazione delle dimensioni della Regione e di particolare vicinanza temporale: il sisma di ottobre 2002 e l’alluvione di gennaio 2003, i cui effetti negativi sono stati valutati e riconosciuti dalla Commissione in numerose Decisioni, quali il riconoscimento della Nuova Carta degli Aiuti e dei Danni subiti dalle calamità3.

Non si può non rilevare infine che il territorio della Regione Molise, in assenza di una specifica riconsiderazione, sarebbe in assoluto il territorio comunitario con i più significativi impatti in riduzione dei tassi di aiuto, per effetto del recentissimo innalzamento dei valori, per l’ultimo periodo di programmazione 2000-2006 dal Regime di Aiuti 147/04, con conseguenze devastanti, in termini di discontinuità delle politiche di aiuto per gli operatori locali.

Un danno fortissimo in termini di competitività territoriale futura, ma anche e soprattutto in termini di ripercussioni negative sulle ricadute del Programma Operativo Regionale 2000-2006 i cui effetti positivi verrebbero sostanzialmente vanificati.

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Sono a disposizione specifiche analisi economico-statistiche che evidenziano diffusamente tale incidenza.

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2. Le proposte Al fine di non vanificare il cammino sin qui fatto sulla strada dello sviluppo, non pregiudicando i traguardi raggiunti e gli ulteriori obiettivi da centrare in virtù dell’attuale Programma Operativo Regionale, e per salvaguardare il diritto di avere eguale trattamento e livelli di sostegno similari a quelli di Regioni con livelli di ricchezza similari, è necessario per il Molise un ulteriore periodo di sostegno transitorio.

A tal fine, rilevato che il periodo di programmazione 2000-2006 di phasing-out possa essere considerato a tutti gli effetti assimilato alla situazione di obiettivo 1, si richiede l’applicazione anche al Molise l’articolo 6.2. della proposta di regolamento generale sui fondi, il quale prevede che: “Le regioni di livello NUTS II totalmente coperte dall’obiettivo 1 nel 2006 ai sensi del regolamento (CE) n. 1260/1999 e che non rientrano nel campo di applicazione dell’articolo 5, paragrafi 1 e 2, possono beneficiare di un finanziamento specifico e transitorio dei Fondi Strutturali”.

Potrebbe trattarsi di un finanziamento specifico ed adeguato, tale che il totale delle risorse assegnate dalla Commissione al Molise non risulti inferiore alle risorse assegnate nel precedente periodo di programmazione più le risorse riconosciute per le calamità naturali ( 422 milioni di euro + 30 milioni di eruo, pari a circa 450 milioni di euro).

Tale interpretazione porterebbe altresì ad un’applicazione delle norme sui regimi di aiuto a finalità regionale che, stante anche la straordinaria deroga concessa al Molise dal 1 gennaio 2005 con l’applicazione della nuova carta di aiuti, consente al Molise di utilizzare l’art. 87.3.c del Trattato della Comunità Europea, secondo il punto 3.2., secondo punto (ultima versione “Revisione degli orientamenti in materia di aiuti di stato a finalità regionale”).

Si tratta di estendere la previsione del punto 3.2. per la quale rientreranno nelle aree 87.3.c. “le regioni NUTS II che attualmente rientrano nel campo di applicazione dell’artciolo 87.3.a) in cui il PIL pro capite è superiore al 75% della media per l’UE 15 (“Regioni in crescita economica”)”.

Diversamente, la seconda bozza di documento relativo alla definizione degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato a finalità regionale per il periodo 20072013, provocherebbe per il Molise un azzeramento delle possibilità di aiuto, che determinerebbe la seguente altalenante situazione: -

periodo 2000-2005: minori aree 87.3.c. e minori intensità di aiuto; periodo 2005-2006 (decisione della Commissione 147/04): maggiori aree 87.3.c. e maggiori intensità di aiuto; periodo 2007-2013: nessuna area 87.3.c. e nessun aiuto.

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Tale altalena di regimi di aiuti oltre a generare effetti negativi per la Regione, determinando un rallentamento della crescita regionale e del riequilibrio interno ed esterno (nessun appeal per l’attrazione di investimenti nel nostro territorio, sia rispetto alle nuove regioni europee, sia rispetto alle limitrofe regioni, quali Campania e Puglia), vanificherebbe gli sforzi compiuti dalla Commissione stessa per aiutare il Molise a superare la situazione di grave crisi in cui versa. E’ necessario quindi che la Commissione Europea sia coerente con le proprie scelte, prevedendo le condizioni per cui la propria decisione puntuale del 2004 sia ricompressa negli atti generali che regolamentano la materia degli aiuti a finalità regionale.

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TAVOLE ALLEGATE

14

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Il nuovo periodo di Programmazione Comunitaria 2007-2013 Le proposte del Molise - La posizione comune con Cantabria e Corsica

TAVOLA 1 - PIB UE25 delle REGIONI DELL'EFFETTO NATURALE

60,0 PIB 2001

40,0 PIB 2002

20,0

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REGIONI

TAVOLA 2 - PIB UE25 delle REGIONI IN PHASING OUT DALL'OB. 1

PIB 2001 PIB 2002

REGIONI

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