Portfolio Nicola Piras 2018

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A R C H I T E T T U R A N I C O L A

P I R A S

Nicola Piras Portfolio di architettura 2018

Ordine degli Architetti di Cagliari, mat. 1044

// Esperienza professionale 2018/ Collaboratore // Studio di architettura & 2017 design di Federico Manca Esperienze nel rilievo e nella progetta(15 mesi) zione architettonica, design e grafica.

2017/ Collaboratore // Studio di Ingegneria di 2016 Michele Congiu Esperienze nel rilievo e nella progettazio(12 mesi) ne architettonica, soprattutto di interni.

NICOLA PIRAS // ARCHITETTO Sono un architetto con diverse esperienze professionali alle spalle, sia nel settore pubblico che privato. Questo mi ha consentito di accumulare un’esperienza progettuale trasversale e una certa versatilità e propensione all’apprendimento di nuovi concetti.

Mi occupo principalmente di progettazione architettonica, grafica applicata alla progettazione (modellazione 3d e post produzione) e non solo (creazione di loghi e infografiche).

@ Contatti 3491981715

2014 Stage presso il comune di Cagliari Partecipazione al progetto di riqualifica(3 mesi) zione di alcuni contesti urbani nei quartieri storici della città di Cagliari.

2011 (3 mesi)

Stage presso il comune di Ussana (CA) Attività di rilievo e di restituzione grafica di proprietà immobiliari dell’amministrazione comunale.

// Istruzione e formazione 2014 Laurea magistrale in architettura 110/110 lode

Autocad

Rhino

Revit

Id

Ps

Ai

live:piras_nicola it.linkedin.com/in/nicola-piras

2011

SketchUp

Cinema 4D Vray Termus Primus Suonus Word Excel PowerPoint Project

// Conoscenze linguistiche L1 Italiano B1 English

// Interessi

2013 International Summer School of Architecture “Sardegna, il territorio dei luoghi. Verso la città murata”.

2012 Workshop internazionale “Idee e progetti per i luoghi dell’identità storica”.

piras_nicola@hotmail.it

// Competenze professionali

Laurea in scienze dell’architettura 110/110

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali, ai sensi del D.lgs. 196 del 30 giugno 2003.

A1 Deutsch

pp. 04-07

01

Casa dello studente a Stampace

pp. 08-11

02

Mediterraneo in città . Architettura per l’incontro

pp. 12-13

03

Spyglass. Un padiglione per il lungomare di Barcellona

pp. 14-15

04

Allestimento Spazio Domus

pp. 16-17

05

Progettazione di riqualificazione di via Manno

Torre del Leone

06

pp. 18-21

La città dell’uomo

07

pp. 22-23

La città dell’uomo 2

08

pp. 24-27

Sant’Elia. Rigenerazione urbana

09

pp. 28-29

Nuovo insediamento rurale della campagna di Monserrato

10

pp. 30-33

01

4

CASA DELLO STUDENTE A STAMPACE Corso: Laboratorio di progettazione 2 Docente: Antonio Tramontin Gruppo di lavoro: Alessandro Meggiorin, Alice Concas, Daniele Vavenotti, Nicola Piras, Roberta Pilloni

Stampace è uno dei quattro quartieri storici della città Cagliari. Il quartiere è caratterizzato da una composizione, che è frutto di un lungo processo spontaneo di costruzione edilizia che ha portato il quartiere ad assumere nel tempo un ritmo caratteristico. Tale ritmo, durante il secondo conflitto mondiale, è stato in parte compromesso a seguito dei bombardamenti che hanno lasciato dei vuoti all’interno del tessuto urbano. Con il nuovo intervento si è deciso quindi tener conto e quindi assecondare tale ritmo, andando a rievocare non solo l’andamento “frastagliato” della copertura stampacina ma anche la modularità degli edifici storici.

Pur confinando con via Santa Margerita (una delle principali arterie della città), il lotto ne è totalmente scollegato. Questo è appunto dovuto alla differenza di quota che è stato uno dei fattori che forse ha permesso di salvaguardare il carattere stesso del quartiere. Tant’è che quando si entra tra le strette vie di Stampace sembra di entrare in una realtà differente; si passa dalla città caotica e rumorosa ad un borgo calmo e silenzioso.

Nel progetto si è cercato di mantenere tale spirito, infatti, se da un lato si è preferito connettersi alla strada, dall’altro ci si è voluti distaccare da essa. I prospetti che si affacciano in Santa Margherita infatti sono del tutto ciechi, volendo dare ad essi una vocazione introspettiva. A collegare via S. Efisio a via S. Margherita è una rampa che attraversa e divide in due parti l’intero edificio, andando quindi a creare un “ambiente filtro” tra le due zone. Questo “ambiente filtro” è anche l’unico spazio servente tra i vari alloggi degli studenti, concepiti come abitazioni autonome (a uno/due piani) accostate l’una a l’altra.

5 Via S. Efizio

La necessità di connettere l’edificio a via S. Margherita è nata da un’attenta analisi dei flussi e dei servizi presenti all’interno del contesto urbano di riferimento, che ha anche portato all’integrazione di un volume di servizi che potesse essere usato sia dagli studenti residenti e non solo.

Nuovo e antico si incontrano e dialogano. l’elemento architettonico del marcapiano viene riproposto e rifunzionalizzato. Su di esso infatti sono stati applicati i binari di scorrimento delle persiane. Sono stati inoltre integrati al sistema di contenimento delle lastre lapidee della facciata ventilata.

S Via

ita

her

rg . Ma

Schema generale:

5

4

3

3 appartamenti torre dei servizi locale di ristoro

6

2

1

1. gradoni 2. percorso 3. appartamenti 4. torre dei servizi 5. locale ristorazione

pianta piano terra.

sezione A-A.

7

pianta piano secondo.

02

IL MEDITERRANEO IN CITA’.

ARCHITETTURA PER L’INCONTRO. Corso: Laboratorio di Tesi (Specialistica) Docente: Nicola DiBattista, Francesco Cherchi Gruppo di lavoro: Nicola Piras

8

Con l’ottica di partecipare ad un'ipotetica biennale di architettura, si è andati a progettare un padiglione in grado di ospitare e far incontrare persone provenienti da tutto il mediterraneo. Il progetto è frutto di diverse analisi e ragionamenti legati al sito di intervento e all’uomo. Si è voluto progettare un luogo che fosse il più possibile libero da schemi spaziali e strutture che vincolassero e uniformassero i comportamenti umani (libero e in grado di adattarsi alle modalità di relazione delle diverse culture) e si è cercato di rispettare le distanze minime degli spazi vitali, effettuando approfonditi studi di prossemica sociale.

Pensato come uno spazio pubblico vero e proprio, il padiglione è stato concepito per stimolare l’incontro e la conversazione ed essere in grado di creare uno e più centri di discussione. Uno dei punti cardine del progetto che ha consentito di raggiungere in modo sintetico molti degli obiettivi prefissati è sicuramente il piano inclinato. Le varie pendenze hanno consentito di frammentare lo spazio e garantire una vivibilità dello stesso anche in presenza di un numero ristretto di persone, rendendolo più a misura d’uomo. Si è evitato quindi di creare un grande spazio ad aula indistinto, senza però rinunciare ad una certa unitarietà. Il piano inclinato si è dimostrato inoltre una forma molto versatile e fruibile per quanto riguarda il lato sociale, consentendo diversi modi di relazionarsi e di vivere lo spazio. Un piano che allo stesso tempo delimita e che allo stesso tempo permette di essere percorso. Dei piani orizzontali al suo interno possono essere utilizzati come eventuali ripiani d’appoggio per oggetti. Per rendere piacevole la permanenza sui piani inclinati e creare ulteriori microcosmi si è optato per una copertura a velario in grado di filtrare la luce.

I servizi (caffetteria, bookshop e servizi igienici) sono stati disponi al di sotto del grande piano inclinato, all’interno di un volume traslucido che ha il compito di segnare l’ingresso e accogliere le persone che si prestano ad entrare nel grande spazio dell’incontro.

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9

4 1

5

6

2 3

7 5

6

Dal basso verso l'alto: Concept del progetto; Planimetria del padiglione a quota 5,50m; Pianta piano terra: 1. Asse visivo anfiteatro/percorso d'accesso 2. Corridoio d’ingresso 3. Caffetteria

4. Bookshop 5. Servizi igienici 6. Locale di servizio 7. Spazio dell’incontro A destra: Planivolumentrico della zona di intervento.

10

Studio sulle possibili combinazioni del vivere all’interno del piano inclinato del padiglione; analisi dei tre possibili spostamenti all’interno di un piano inclinato: verticale (I), quello orizzontale (II) e quello obliquo (III). La disposizione dei gradoni è stata studiata ad hoc per incentivare gli spostamenti obliqui, considerati ottimali all’interno di un piano inclinato.

11

12

03

Spyglass. Un padiglione per il lungomare di Barcellona Gruppo di lavoro: Michele Congiu, Valentina Dessì, Nicola Piras

The pavilion is inspired by the amazing and fascinating concept of ‘’the city by the sea’’ and by the location, setting up a space thought to be crossed physically and visually and generated by the intersection of two directors: the Ronda Litoral and the Rambla. Plus, this space ideally proceeds towards Rambla de Mar and it also connect the space of the consolidated city to the unlimited marine space whereon Barcelona appears. The space took shape when the two directors intersect with each others, it also receives the flow of visitors and it leads them into a new space projected towards the sea.

The whole building took shape starting with this concept: the pavilion extends itself towards the horizon both in plant and in height. Its external appearance shows clean lines that direct the gaze to the deep blue. This effect is underline by the large glass walls placed on the two principal facades (one opened towards the city and the square while the others, which are larger, extend themselves towards the sea), creating in this way the image of a spyglass that form a continuity between the spaces. In order to highlight the concept, the bodies of the entrances evert themselves towards the exterior , so that they conquer more space.

At the interior, the space grows larger and it extends itself towards the sea. The metallic walls create a play of reflections that visually melt the boundary between the outside and the inside. The reflected images appear vague and multiplied. Even the pavement follows this pattern concerning multiplication of the reflections, decomposing itself in the tiles of a mosaic, a mosaic that recalls the movement of the light on the water but also some of the most beautiful work of art by Gaudi characterized by the use of the typical Catalan’s majolica.

13

04

ALLESTIMENTO SPAZIO DOMUS Gruppo di lavoro: Giovanni Zoccheddu, Lara Porcella, Manuel Soddu, Nicola Piras, Paolo Dentoni, Silvia Bodei, Stefano Lecca

LEGGENDA

Progetto di allestimento per la rivista internazionale di architettura e disign Domus. Per l’occasione sono stati allestiti alcuni spazi dello storico ex collegio di Santa Croce, gentilmente concessi dalla facoltà di Cagliari. Questo ha portato a relazionarsi con elementi e configurazioni spaziali esistenti.

11

[esposizione] 1) Tavolo materiali di redazione 2) Box bozze originali 3) Proiezione video esplicativo 4) Banco invofrmazioni/vendite 5) Ripiano esposizione riviste* 6) Pavimento/vetriva riviste*

Il tutto è stato strutturato secondo due distinti ambienti: la sala espositiva, tesa a mostrare il processo di elaborazione redazionale (vedi elem. 1, un grande tavolo creato ad hoc e allestito con bozze e vari materiali prodotti durante la fase di redazione) oltre che il prodotto finale (vedi elem. 6, un pavimento trasparente sotto il quale sono state disposte le riviste), e il luogo della conferenza 14 con annessa area di ristoro.

[evento/ristoro] 7) Bancone bar 8) Platea 9) Fondale scenico/palco 10) Impianto di proiezione 11) Grande proiezione

9

10 8

3

1 4 7

*Allestimento preesistente ad opera dell'associazione UnicaBookShop.

5*

6*

2

0

5m

d

c

b

d

d

d

d

d

d

c

d

226cm

a d

d

c

a b

d

d

d

d

374cm

a

d

c

d

b 76cm

1

c

104cm d 76cm

c

cm

60

m

Bancone bar (7)

(

x 9) +

Fondale scenico (9)

(

+

)

X

24

modulo evento/ristoro

24cm

2

9

b

a b

c

37cm

50cm

15 76cm

50cm

40c

7

a

26cm

37cm

b

70cm

37cm

modulo esposizione

178cm

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Progetto di riqualificazione di via Manno Presso: Comune di Cagliari Gruppo di lavoro: ing. Antonello Masala, Paolo Dentoni, Nicola Piras

Via Manno è una delle strade commerciali più importanti della città di Cagliari. L’opportunità di poter entrare a far parte dell’iter progettuale di riqualificazione, durante la mia esperienza lavorativa di tirocinio, si è rivelata un’utile esperienza formativa ed un’interessante sfida.

Si è incominciato con un attento sopralluogo della via, incominciando da un attento studio morfologico e fotografico dello stato di fatto per comprendere i principali fattori di degrado fisico e non solo. La semplice conoscenza della via come fruitori, infatti, non poteva bastare, in quanto raramente ci si sofferma su alcuni punti che poi sono stati analizzati.

Il rilievo ha posto le basi per l’avvio dell’intero progetto: la ridefinizione 16 degli ingombri, il ridisegno della parte carrabile per i mezzi di servizio e soccorso (tenendo conto anche di questioni tecniche quali lo studio dei vari raggi di curvatura da utilizzare nelle vie confluenti), il ridisegno della rotatoria e la definizione dello spazio di raccordo con la piazza costituzione.

E’ quindi stata studiata la pavimentazione, andando a concepire come prima cosa il modulo base tendendo sotto debita considerazione esigenze di tipo estetico-paesaggistico, funzionale ed economico.

Si sono curati inoltre gli spazi pubblici di aggregazione e sosta tramite l’inserimento di nuovi arredi e la rimodellazione della pavimentazione per poter incentivare la sosta e la seduta.

Si è lavorato inoltre sulle scalette di Santa Teresa. Questo progetto ha visto la riconfigurazione delle pendenze e una razionalizzazione degli accessi alle abitazioni.

Tra i vari elaborati sono stati realizzati dei modelli 3D poi utilizzati per la creazione dei vari scenari e fotoinserimenti e per la valutazione di impatto ambientale, finalizzata all’individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che il progetto potrebbe avere sull’ambiente.

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06

TORRE DEL LEONE Corso: Laboratorio di progettazione 3 Docente: Fiol i Costa Carmen Gruppo di lavoro: Alessandro Meggiorin, Francesca Rubiu, Nicola Piras, Veronica Zucca

Lo scopo del progetto era quello di collegare, sia fisicamente che visivamente, il quartiere storico di Castello con la parte bassa di Cagliari tramite una torre, che non fungesse solamente da mero connettore ma da vero e proprio polo di attrazione. Il luogo di intervento è sito tra il quartiere di Castello e quello di Villanova, al di sotto delle mura e al di sotto del bastione di San Remy; un contesto di riferimento sicuramente forte e con cui non è stato semplice rapportarsi.

Si è voluto inoltre rievocare la storica cava di pietra calcarea, scolpendo il volume dell’architettura.

18

Per relazionare la torre, l’archetipo verticale per eccellenza, con il bastione, elemento con sviluppo orizzontale decisamente marcato, si è optato per l’inserimento di un corpo orizzontale (il piede della torre), che riprendesse l’andamento a terrazze tipico del bastione di San Remy. Questo piede è stato adibito a centro commerciale con galleria a tutta altezza nella quale si affacciano negozi di vario genere distributivi su tre livelli.

Tra il piede della torre e il costone si è lasciato uno spazio utile a tutelare le mura, nel quale è stata inserita una lunga scalinata conducente al bastione. Il prospetto dell’edifico che si affaccia lungo tutta la scalinata è stato completamente vetrato per consentire, a chi la percorre, di poter osservare le vetrine dei negozi presenti al suo interno. La scalinata, in asse con quella del bastioncino, garantisce avere un percorso continuo bastone/bastioncino/torre. Si è cercato inoltre di instaurare una continuità con percorsi interni al bastione: una delle navate laterali è stata fatta proseguire nella galleria interna al piede, mentre quella centrale viene fatta virtualmente proseguire, attraversando l’insenatura della torre, alla grande piazza pubblica.

La torre, che termina con un solarium, contiene al suo interno oltre che funzioni commerciali e di ristoro, anche delle residente. Le bucature della torre sono state concepite a tutta altezza, in modo tale da rievocare il sistema di bucature dello storico quartiere. Per il dimensionamento della torre, si è fatto riferimento alle torri storiche (la torre dell’Elefante e quella di San Pancrazio), con le quali si è cercato un dialogo che facesse riferimento non solo alle forme ma anche all’aspetto cromatico.

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Da destra verso sinistra: render della base della torre; render del solarioum; render della galleria interna al centro commerciale (piede della torre).

20

Sezione E-E

Pinata a livello di Castello.

21

Riproduzione schematica del centro commerciale all’interno del piede della torre.

Pinata piano terra.

07

LA CITTÀ DELL’UOMO 1 Corso: Laboratorio di progettazione 1 - modulo 1 (Specialistica) Docente: Nicolino Di Battista Gruppo di lavoro: Francesca Rubiu, Nicola Piras, Veronica Zucca

22

Progetto di un nuovo pezzo di città che si struttura su cinque punti principali, selezionati in parte per far fronte a problemi legati al contesto e in parte per la creazione di nuovi scenari.

La striscia di orti urbani (1) assolve la funzione di “cerniera” tra la città esistente e il nuovo quartiere, eliminando la barriera attualmente incartata dall’asse ferroviario, che viene interrato. Questi ha consentito inoltre di risolvere il problema di dover conciliare due tipi di tessuto urbano morfologicamente diversi.

La nuova piazza Matteotti (2) diventa un polo intermodale in cui convergono i più importanti edifici di Cagliari e i tutti i flussi viari. Un nuovo polo della città, parco energetico e polo di ricerca sulle nuove energie (3) sarà collegato, tramite una nuova via principale (4), lungo il quale si affacceranno edifici pubblici utili per la nuova comunità, al polo di piazza Matteotti. A sud-ovest è stato pensato un’importante asse dalla connotazione prevalentemente commerciale (5). L’asse, che si estende sino al molo delle crociere, si configura come una grande strada ombreggiata costellata di negozi, bancarelle ma anche servizi e attività sociali. Quest’asse è dunque stato pensato come una strada in cui, i volumi dei servizi e delle residenze vanno a sorreggere, come se fossero dei grandi pilastri, una copertura in grado di rendere piacevole la vita dello spazio anche durante le ore più calde della giornata. Questi volumi fungono inoltre anche da connettori tra la parte bassa (si è pensato ad un sistema interrato di trade carrabili) e alta della città, consentendo e facilitando i flussi e lo smaltimento dei rifiuti.

Il motivo di tale approccio progettuale lo si ritrova nel fatto che si sia voluto riportare la vita pubblica e i rapporti sociali lungo le vie della città, ora completamente sgombre dalle automobili. E’ anche per questo che si è evitato di concepire degli isolati strutturati intorno a delle corti collettive, preferendo piuttosto delle piccole corti totalmente private, evitando così ulteriori filtri tra pubblico e privato.

23 Il nuovo pezzo si città è situato nella zona di viale LaPlaya (Cagliari), zona che versa in grave stato di abbandono e che tutt’oggi risulta poco connessa con il resto della città anche a causa delle vicende storiche che vi si sono susseguite. Tuttavia, per la sua vicinanza al centro storico, alla stazione marittima e ferroviaria, ha un ruolo strategico di primaria importanza per la città di Cagliari.

Una città, due densità. Da una parte si svolge la vita pubblica (grande “kasba“ ombreggiata) , dall’altra la vita privata (volume grande e compatto forato da numerosi pati privati).

08

LA CITTÀ DELL’UOMO 2 Corso: Laboratorio di progettazione 1 - modulo 2 (Specialistica) Docente: Nicolino Di Battista Gruppo di lavoro: Francesca Rubiu, Nicola Piras, Veronica Zucca

24

Lo stralcio della nuova città che si è voluto approfondire e quindi portare avanti nella progettazione, durante la seconda parte del corso intitolato “La città dell’uomo“, è stato l’isolato, l’unità di intervento all’interno della nuova città.

Uno studio delle diverse tipologie di isolato ha portato a fare diverse considerazioni e a rinnegare le principali tipologie utilizzate nella contemporaneità; l’ormai abusato edificio isolato novecentesco (non in grado di generare urbanità) e il classico isolato a corte ottocentesco (il cui spazio semipubblico pare aver perso di efficacia in età contemporanea).

Analizzando in particolare la struttura del tipico isolato ottocentesco (diffusa nel contesto di riferimento), ci si è resi conto di alcuni limiti o comunque di alcuni punti deboli che si sono voluti evitare durante la progettazione l’isolato. La corte dell’isolato ottocentesco, che viene considerata uno spazio di tutti ma nello stesso tempo di nessuno, finisce con l’essere abbandonata a se stessa o lentamente privatizzata, lottizzata, negando il significo stesso della sua forma. E’ proprio per questa necessità di una dimensione totalmente privata che si è deciso di adoperare la tipologia di casa a patio, in grado di appagare quell’esigenza di intimità che non riesce a essere totalmente soddisfatta da un semplice balcone (spazio dalla ambigua connotazione nello stesso tempo privata e pubblica), che oggi sempre più spesso viene chiuso o rimane inutilizzato.

Si è cercato di far fronte a uno dei limiti della casa a patio, ossia quello di essere inadatto a creare un tessuto denso, e quindi il fatto di essere inadatto per un uso cittadino. Per far fronte a tale limite si è deciso di “ibridare” il tipo con quello della rue interior e del duplex. Tale soluzione ha permesso di raggiungere una densità abitativa paragonabile a quella dei quartieri più densi della città di Cagliari (Marina e San Benedetto). Il sistema di case a corte si viene quindi a configurare come un volume compatto ed introverso, forato dall’alto da una grande varietà di corti. Questo volume è sollevato dal terreno in modo tale da dedicare il

piano terra ad attivitĂ commerciali, servizi e altro e poter quindi rispondere, oltre che ad esigenze economiche e di servizio, anche a quelle legate alla vita sociale e alla comunitĂ .

Questo piano si configura come un’area completamente pedonale costituita da un insieme di ambienti chiusi e aperti, dove i flussi pedonali concentrati sui lati lunghi di questa corrono parallelamente alla strada carrabile.

Una sequela di pergole e volumi attrezzati (ai quali viene assegnato il compito di creare eventi intorno ad essi e di ospitare atelier, studi, locali di ristoro e vario genere) consente di fare da filtro tra la strada carrabile e la strada pedonale.

25

Sezione trasversale B-B

c

Vista della passeggiata ai lati dell’isolato.

26

Vista della rue interior.

Pianta piano terra e sezione lungitudinale C-C (passante per la rue interior).

Studio della struttura dell’edificio/isolato.

27

Le diverse unitĂ abitative (su due e su un livello) e assembraggio finale.

Pianta piano primo.

Pianta piano secondo.

09

SANT’ELIA - RIGENERAZIONE URBANA Corso: Laboratorio di progettazione 2 (Specialistica) Docente: Barbara Cadeddu Gruppo di lavoro: Stefano Lecca, Sefano Mais, Nicola Piras, Manuel Soddu

Costruita in gran parte nella seconda metà del 900, San'Elia incarna oggi il tipico esempio di quartiere periferico emarginato e caratterizzato dal degrado architettonico, sociale e economico. Nonostante il principale compito assegnato fosse quello di riqualificare il quartiere tramite la riprogettazione di uno spazio pubblico esistente, si è pensato che questo approccio non sarebbe bastato per porre rimedio all'odierna situazione del quartiere. Per questo motivo si è reputato necessario intervenire ad una scala più ampia.

La progettazione è stata incerata sul tema della ricucitura. Sant’Elia Infatti risulta essere oggi un quartiere isolato. Diverse sono le barriere naturali e antropiche che ne impediscono un’adeguata connessione al resto della città di Cagliari: il canale, l’asse mediano (imponente infrastruttura viaria di carattere extraurbano), l’intero sistema sportivo (la grande diste28 sa di parcheggi e l’ingombrante presenza dello stadio contribuiscono a inficiare il carattere urbano del quartiere stesso) e il complesso fieristico (grossa porzione del territorio non comunicante con il tessuto urbano che viene a configurarsi anche esso come grossa barriera).

Si è previsto quindi di effettuare la ricucitura tramite l’inserimento di un nuovo tessuto urbano e di nuovi spazi pubblici di spicco in grado di fare da perno per lo sviluppo di un nuovo brano di città. Si è progettato tutto questo partendo dalla convinzione che una modifica dal punto di vista sociale nonché fisico del quartiere possa avvenire solamente con una svolta forte che possa, attraverso l’immissione di nuovi servizi e residenze e il potenziamento delle preesistenze generare un miglioramento della mixité sociale e funzionale del quartiere.

Lo stato di degrado in questi ultimi all’interno di Sant’Elia è stato un ulteriore incentivo per poter ragionare in modo approfondito sul tema dell’aggregazione. All’interno di un piano urbanistico pensato con un orizzonte temporale di 10 anni, sono stati quindi studiati alcuni spazi pubblici nel dettaglio: il nuovo progetto per il canale e i nuovi spazi pubblici urbani previsti all’interno del nuovo insediamento e tra esso e il quartiere da riqualificare.

1

Ricostruzione Stadio Sant’Elia in nuova posizione, dandogli una connotazione più urbana, anche grazie l'inserimento di servizi.

Ricollocazione dell'area dei parcheggi al di sotto di esso.

3

Rimodulazione delle infrastrutture viarie urbane di carattere extraurbano (Asse Mediano e via Ferrara) e potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile.

Nuove residenze e servizi per un incremento dell’offerta residenziale in previsione di un ipotetico aumento della popolazione di circa 4.000 abitanti in 10 anni. Questo consentirebbe di ricucire a livello del tessuto San'Elia a Cagliari.

Rafforzamento e integrazione del polo fieristico/nautico di Su Siccu/San Bartolomeo, che ora si configura come ulteriore barriera, rendendolo più permeabile alla citta.

5

4

Valorizzazione delle potenzialità paesaggistiche e naturalistiche con il potenziamento dei percorsi lungo il frontemare, allargamento della sezione del canale e costituzione di un parco lineare.

La presenza del parco potrebbe svolgere da cerniera sociale, ma anche economica per la sua capacità di attirare investimenti.

Rifunzionalizzazione del Padiglione del Sale, ora un edificio in grave stato di abbandono, quale spazio culturale ed espositivo.

7

2

Connessione del nuovo pezzo di città con il quartiere Sant’Elia e delle sue parti, tramite l'inserimento di edifici e spazi pubblici che pacciano da cerniera tra la nuova e la vecchia città.

6

29

10

30

NUOVO INSEDIAMENTO RURALE NELLA CAMPAGNA DI MONSERRATO Corso: RurbanLab Docente: Adriano DessÃGruppo di lavoro: Diego Bianchi, Mariagrazia Gai, Francesca Melis, Nicola Piras, Sara Tidu

Andare a progettare un insediamento urbano in un ambito rurale ha richiesto un attento studio e analisi del contesto di riferimento (porzione di campagna del comune di Monserrato), soprattutto perché lo scopo primario era quello di mantenere questo carattere di “ruralità”.

Lo studio è stato attentamente condotto per poter comprendere, la dove possibile, il significato di schemi ricorrenti e di segni identitari del sistema rurale, arrivando quindi a comprenderne la forma in relazione alla propria funzione. La flora è stato uno dei principali elementi con i quali ci si è rapportati. Si è cercato di creare un insediamento che potesse trarre forza dalla terra, dal paesaggio, dagli elementi naturali e che allo stesso tempo potesse trovare una sintesi con il vivere contemporaneo, senza tralasciare un’interessante opportunità di contribuire al cosiddetto “turismo rurale”.

La progettazione ha richiesto un’accurata selezione di questi segni nel paesaggio, ritenuti di notevole importanza in quanto concepiti dalla vita rurale e sono pertanto il risultato di una complessa evoluzione nonché processo di adattamento dell’uomo a tale contesto. Tra questi: il sistema stradale, la trama dei campi e dei terreni, il bacino idrogeologico, le colture predominanti.

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32

Parcheggio con annessi spazi commerciaili L'integrazione con un sistema di spazi commerciali, mira a rendere questo spazio meno anonimo e anche un luogo di incontro. La loro disposizione è stata studiata per allungare inoltre il percorso casa-parcheggio e incentivare le occasioni di dialogo. (fig. 1)

Strada carrabile Sistema di vie secondarie parallele alle greenway che ha la funzione primaria di incanalare i flussi veicolari fino a parcheggi.

Casa a patio (tipo a due livelli) Localizzate lungo il perimetro della greenway, grazie al loro fronte più alto delimitano ed evidenziano in modo più incisivo la strada verde.

Spazi semipubblci / diramazioni della Greenway

1.

Strade semipubbliche concepite non solo come luogo del passaggio, ma anche della sosta e della socializzazione. Più domestici rispetto alla greenway. (fig.2)

Greenway Fulcro di tutto il progetto, in essa si riversano tutti i flussi degli abitanti, dei visitatori, dei commercianti, creando una diversità molto ampia di utenti e azioni e vivibilità. (fig.3)

33

Spazi comerciali Articolano la greenway rendendola non solo uno spazio servente ma di sosta. Contribuiscono a rendere il vivere all’intero quartiere più articolato e vario. (fig.3)

Orto privato Tendendo fede alla vocazione rurale del luogo sono stati mantenuti numerosi orti esistenti. Possono integrarsi alle funzioni abitative e commerciali.

2.

Orto condiviso Si prevede la presenza di orti urbani condivisi destinati ai residenti che pur non avendo un vero e proprio orto vorrebbero cimentarsi nella pratica agricola.

Casa a patio (tipo a un livello) Tipo edilizio ad un solo piano situato in corrispondenza dei bordi delle strade secondarie, più strette delle greenway, per rendere i prospetti stradali meno incombenti.

Parco lineare Il parco localizzato lungo la zona a maggior rischio idrologico, che connette tutte le green way ad un unico filo verde.

3.