Le Pipe di Holmes 2022

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LE PIPE DI HOLMES

Opuscolo informativo gratuito distribuito esclusivamente all’interno del circuito dei pipa club italiani. Le persone maggiorenni che desiderano consultarlo devono essere a conoscenza dei danni causati dal fumo. Vietata la consultazione e la distribuzione ai minorenni.

Opuscolo informativo dei club della pipa

LE PIPE DI HOLMES Novembre 2022

Indice

Editoriale del Presidente di GennyMagrin pag. 3

Riccardo Casaro e gli anni difficili pag. 4

Calendario manifestazione 2021 pag. 6

Il mio amore per la pipa di Claudia Grande pag. 8

Elogio della pipa scritto da un pigino di PasqualeAmoruso pag. 10

Il tabacco di Paolo Zancanaro pag. 14

Venezia il Tabacco e La Pipa di Tullio Cardona pag. 16

Classifiche

50° Campionato Italiano 2021 (prova unica) - Coccaglio (BS) pag. 20

Alpe Adria Udin Smoking Day pag. 24

Festa della pipa di Cagli - 2021 pag. 26

Sponsor pag. 28

Si ringraziano per la collaborazione : Luca Salvi, Claudia Grande, Pasquale Amoruso, Paolo Zancanaro, Tullio Cardona.

Titolo originale: Le Pipe di Holmes Redazione: Pipa Club Italia con la collaborazione di Prostampa di Claudio Giani

Finito di stampare nel mese di Novembre 2022

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Il Presidente del Pipa Club Italia, Genny Magrin, con Alberto Basciano: nominato Socio Onorario del Pipa Club Italia, per il proficuo lavoro svolto per la Federazione.

EDITORIALE DEL PRESIDENTE

L’ASSOCIAZIONISMO SOCIALE

Da qualche giorno rifletto sulla definizione di Associazionismo sociale. Le principali caratteristiche che compongono questo tipo di realtà sono: gratuità, solidarietà, democrazia, progettualità, attività socialmente utili, largamente fruibili nonché riconducibili sostanzialmente ai tre principali ambiti: culturale, sociale e civile. Penso che la descrizione renda molta giustizia alla nostra storica Federazione Italiana, il Pipa Club Italia. A questo mondo della pipa, sono particolarmente affezionata, poiché in esso vi risiedono una buona parte delle amicizie sane e costruttive che arricchiscono la mia vita.

Nel 2021 le attività della Federazione sono state ancora rallentate, come nel 2020, a causa degli effetti della Pandemia, basti pensare alla necessità di concentrare le gare di Campionato in una gara Unica, causa restrizioni all’epoca, vigenti. L’appuntamento internazionale dell’IPSD si è tenuto in streaming, dove è stato possibile dialogare con amici vecchi e nuovi, con lo scopo di divulgare le attività della Federazione. Un plauso all’Udin Cigar & Pipe Club, per aver organizzato e condotto la storica coppa Alpe Adria: una giornata all’insegna dello stare insieme con unico denominatore, la pipa. A settembre, si è tenuta la prova Unica del 50^ Campionato Italiano di Lento Fumo, all’interno della manifestazione “Nuvole di Gusto”, organizzata dal Pipa Club Alto Garda in collaborazione con il Pipa Club Leonessa. Un numero importante: 50 anni di storia e di Campionati Italiani!

Il 2022 è iniziato con questa nuova avventura, per nulla pianificata e ad essere sinceri pure un po’ inaspettata. Mi riferisco all’esito delle recenti elezioni dell’Assemblea dei Presidenti: con la scelta unanime di appoggiare questo nuovo Direttivo, molto giovane. Negli ultimi anni è stato condotto un lavoro molto importante di comunicazione e se vogliamo di promozione per una nuova immagine di questa realtà attiva dal 1965. Ebbene, il nuovo Direttivo continuerà esattamente in questa direzione: onorando il lavoro compiuto fino ad ora dal Presidente Alberto Basciano e dalla sua squadra di lavoro, ai quali dobbiamo onestamente, così tanto.

Un ringraziamento particolare va a tutte le persone che negli anni si sono spese per questo Pipa Club Italia, siete in tanti: ogni vostro piccolo aiuto e contributo costituisce la forza di questa Federazione. Associazionismo per noi è proprio questo: sinergia, costruttività, in connubio tra creatività ed innovazione con un tocco di tradizione che parla di una storia viva ed attuale più che mai.

Il Presidente del Pipa Club Italia

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Riccardo Casaro e gli anni difficili

Un’altra colonna portante della storia del Pipa Club Italia ci ha lasciato.

Con Riccardo Casaro abbiamo condiviso gli anni più importanti del Pipa Club Italia. Entrambi nel Consiglio Direttivo della Federazione, ci siamo dati da fare dal 1994 in poi.

Vorrei ricordare solo un particolare: durante l’Assemblea Nazionale nel gennaio1994, l’allora Presidente, Cesare Lonardo, rassegnò le proprie dimissioni irrevocabili dicendo che il Pipa Club Italia era finito e così dicendo se ne andò nel suo loden verde.

Fu allora che il sottoscritto, Casaro, Lodi e Lotta raccogliemmo di tasca nostra lire 82.000 facendo un piccolo fondo cassa che allora era completamente vuoto. Fu una scommessa, un gioco tra ragazzi grandi e così ripartimmo.

Furono anni importanti per il Pipa Club Italia, nelle gare il Cerea Pipa Club ed il Corsellini Pipa Club vincevano i Mondiali, gli Europei ed i Campionati Italiani.

Amici nel gestire insieme a Carlo Lodi le sorti del Pipa Club Italia, nemici nello scenario gare ma questo non ha mai incrinato la nostra amicizia e quella dei nostri Club.

Con Riccardo se ne è andato un altro pezzo importante della memoria storica del Pipa Club Italia, memoria affidata ai ricordi di poche persone e forse sarebbe importante scriverle queste memorie per non lasciare vuoto un periodo così intenso ed importante.

Ciao Riccardo Alessandro Corsellini

Photocredit:dagliarchividiGianfrancoRuscalladelCereaPipaClubTorino, cheringraziamoperlagentileconcessione.

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UnricordodellacoppadelmondoperClub,Olandaanno1993. SiringraziaperlagentileconcessionelaFam.Casaro
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IL MIO AMORE PER LA PIPA

di Claudia Grande

Tutto nasce per caso, io non fumatrice, mai toccato una sigaretta in vita mia… Mai oltre alle prime “sfumacchiate” da adolescente per darmi un tono, per far vedere di essere grande ai ragazzetti che mi passavano la sigaretta, per fare colpo insomma, per sentirmi parte del gruppo. Poi un giorno mi ritrovo in una tabaccheria, non come cliente ma come collaboratrice.

Un mondo tutto nuovo per me, tutto da esplorare e moltissimo da imparare. Improvvisamente da alcuni cassetti polverosi salta fuori una scatola che contiene alcune vecchie pipe, infilate li infondo a quei cassetti chissà da chi è chissà da quanto tempo.

Sono oggetti a me sconosciuti ma affascinanti, le osservo avida, incantata, rapita da quelle forme curve e sinuose, che avevano un che di affascinante ed antico. Decido in quel momento che ne avrei presa una, non sapevo se l’avrei mai usata ma la volevo solo per il piacere di possederla. Entusiasta ne scelgo una ed elettrizzata decido di regalarla a mio marito, la incarto e senza aspettare che vi fosse una ricorrenza particolare la stessa sera gli do il pacchetto.

Lui mi guarda stupito e sorpreso, ed io emozionata come una bimbetta in trepidante attesa lo esorto ad aprire in fretta il mio regalo.

Lo osservo e in un attimo gli si illumina lo sguardo, anche lui non conosce l’oggetto,

ma il fascino lo travolge e lo incanta nello stesso modo...

Inizia così per caso la nostra passione comune per la pipa.

Negli anni però, un po’ per hobby ed un po’ per lavoro è entrato a far parte della nostra quotidianità, ma ancora oggi a distanza di tutto questo tempo resto sempre sorpresa e affascinata ogni volta che mi trovo tra le mani quest’oggetto meraviglioso: ogni volta è emozione, ogni nuova pipa un nuovo amore, quell’oggetto frutto di minuzioso lavoro e tanta passione da parte del artigiano, per me artista, che lo realizza, una mai uguale all’altra… tutte differenti, tutte meravigliosamente uniche. Nei momenti difficili, in quelle giornate frenetiche, in quei giorni in cui tutto va storto mi basta caricare la pipa e accenderla, svanisce tutto in un attimo, intorno a me non c’è più nulla, siamo solo io e lei, e i pensieri diventano soavi, il mondo che mi circonda si riempie di sfumature dolci e allegre, in quei momenti è l’unica compagnia che mi fa stare bene… In quegli attimi soli miei i problemi e le fatiche svaniscono in un sottil filo di fumo e la pace è intorno a me.

Ora ne posseggo alcune e per ogni nuova pipa in emozione unica, mi piace tenerle tra le dura ed osservarle rapita, fumarle però è tutta un’altra cosa, in quei momenti io e la mia pipa siamo fatte della stessa essenza!

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ELOGIO DELLA PIPA SCRITTO DA UN PIGINO

di Pasquale Amoruso

Ah, la pipa! Bella lei. Così fiammante, così estetica, così carica di fragranti promesse! Tutti a dire: “La pipa di qua... La pipa di là... Io sì che conosco la pipa!”, ma nessuno la conosce come me. Sono io che ci lavoro fianco a fianco, che ci sbatto la fronte ogni giorno ed è a me che lei racconta davvero i suoi guai. Perché i guai della pipa li conosce il pigino e io, amico caro, sono il pigino. Io, compagno discreto e silenzioso, operoso e umile, perché tutti che si fanno un gran vanto: “Sa, io fumo la pipa”, ma voglio vederla lei, amico caro, a fumare la sua pipa senza di me. Eppure mai una citazione per me, neanche nei titoli di coda, mai nessuno che dica: “Sa, io fumo la pipa e il pigino”! Ah, ma io non mi lamento, sa? A me va bene così, io faccio il mio, in silenzio, senza lamentele. A fronte bassa premo sul tabacco e taccio, perché io sono fortunato: nessuno fa caso a me.

La pipa invece, caro amico, a lei questo lusso non è concesso. Lei dev’essere brava e anche bella, come una perfetta signorina. Lei dev’essere dolce e ben educata, deve saper intrattenere piacevolmente e allo stesso tempo dev’essere una gioia per gli occhi, accattivante e civettuola. Guai ad avere una zona senza fiamme, un carboncino fuori posto, una piccola imperfezione estetica: subito viene declassata: “Eh , peccato per quest’inclusione, perché poi fuma bene”, li senti dire.

Meschina! Io non ce la farei a sopportare una tale pressione e mi creda, amico caro, io di pressione me ne intendo. A me non è richiesta tanta esposizione. Sì, ci sono colleghi che si impegnano ad apparire: questi pigini bellissimi di legni intagliati o argento cesellato, ma alla fine fanno bella mostra di sé su un ripiano e chi lavora, invece, siamo noi proletari, noi rozzi cilindri di legno o la bassa manovalanza cecoslovacca. Sì, sì, lo so, amico caro, lo so: non esiste più la Cecoslovacchia, ma girano ancora tanti emigrati dagli anni ‘70, sa? Non è razzismo, anche loro si sono integrati.

Per non parlare di tutti questi pennarelli, bastoncini, chiodi che si improvvisano pi-

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gini ma che pigini non sono. I più onanisti te li senti: “Io uso il mio pigino naturale”, e giù a premere sulla brace con il loro polpastrello. A volte rimango perplesso. Sto divagando. Il punto è, amico mio, che io non devo essere bello e rifinito per essere apprezzato, anzi, più ruvido sono e meglio lavoro e quando mi si apprezza, lo si fa in silenzio, vero? Lo riconosce anche lei? È così, lo so: quante volte si è trovato a dire a un suo amico: “Sapesse che soddisfazioni mi dà questo pigino!”? Mai, eh-eh, lo so. Eppure, sono sicuro che almeno una volta deve averlo pensato, lavorando con qualche collega.

Ma la pipa no. Alla pipa non è concesso nessuno sconto e se non è pregiata ma fuma comunque bene, li senti correre ai ripari, specificando: “Sì, non è bella ma è onesta, il suo

lavoro lo fa bene”, come se la bruttezza fosse sinonimo di disonestà. E al mondo d’oggi, dove le pipe si sfoggiano più sui social, alla pipa occorre più coraggio a essere buona apparendo imperfetta, che a essere cattiva apparendo perfetta.

E quante volte li sento rinfacciarle colpe che non sono sue: “Quanta acquerugiola che mi fa!”; “Scalda tanto questa!”. Ecco, io penso, caro amico, e badi che è un parere puramente personale, io penso che chi rinfacci alla pipa di scaldare, non biasimi la pipa ma biasimi se stesso, perché non è compito della pipa tenere bassa la temperatura, ma è compito del pipatore non scaldare. A quel punto tocca a me intervenire, per raffreddare gli animi, per far si che pipa e pipatore continuino a dialogare insieme.

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Eppure, per quanto male la possano trattare, lei resta lì, serena e irremovibile come una matrona, a sfogare le loro ansie, a raccogliere le loro confidenze. Siedono insieme, loro si calmano e lei li ascolta, si adegua e restituisce serenità e gioia, distribuendo dolcetti. Loro la guardano innamorati, se la rigirano tra le mani. Vi poggiano le labbra e un’espressione di piacevole sorpresa compare sui volti quando lei restituisce loro un guizzo di Latakia, un sentore dolce di Virginia, uno schiaffo lascivo di Kentucky. Sospirano. No, espirano, e per qualche mo-

mento va bene così, tutto il resto è in secondo piano.

Perché vede, amico caro, io lo so. Io, che passo le mie giornate con la testa nel fornello, lo vedo quanto una pipa liscia e fiammante fuori sia poi nera e carbonizzata dentro. Crosta la chiamano e, mi creda, mai nome fu più azzeccato. Io che la guardo da dentro so che sacrifici compie quella pipa per esserci amica, per renderci orgogliosi di lei.

È questa la grandezza della pipa di cui io sono testimone, e mi lasci crogiolare nel

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dolce pensiero che in parte, ma sì, in larga parte, tutto questo, alla fine, è anche merito mio. Questo è il mio destino, che pure in alcun modo vorrei mai cambiare: perché nessun altro ruolo mi permetterebbe di contribuire a mantenere la pace tra la pipa e il suo fumatore. Perciò, anche se umile e bistrattato, so di aver speso la parte migliore di me stesso a preservare la felicità degli altri.

Questo è anche l’augurio che le faccio, caro amico mio, di essere un operatore di pace discreto e che questo le porti la felicità, perché al mondo c’è tanto bisogno di pipe, ma tanto anche di pigini.

Questo le porti la felicità, perché al mondo c’è tanto bisogno di pipe, ma tanto anche di pigini.

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IL TABACCO

di Paolo Zancanaro

A tutti gli appassionati di lento fumo voglio qui presentare in modo un po’ inconsueto questo mio libro, nato dalla curiosità di conoscere un argomento troppo spesso ignorato, vuoi per pigrizia, vuoi per la scarsità di informazioni difficili da reperire. Mi è capitato spesso di accendere la pipa con tutto il rituale che ciò comporta e pensare: ma cosa sta bruciando nel fornello? E di volta in volta percepire sapori così diversi e variegati. Eppure è sempre tabacco, mi dicevo.

Ma quanti tabacchi esistono? E quali sono? Converrete con me che l’arte della pipa si compone di due elementi fondamentali: il nobile strumento per poter fumare (la pipa) e la materia prima da degustare (il tabacco). E allora perché non approfondire anche il secondo elemento, fondamentale per ogni amante del fumo lento? Ecco, il mio libro nasce da questo, dalla volontà di sapere, di capire e di mettere a disposizione di tutti un manuale in grado di fare un po’ di chiarezza nel vasto mondo del tabacco. Si, perché di un manuale si tratta. Un testo che cerca di dipanare una materia a tratti complessa fornendo informazioni a tutto tondo, dalla pianta, ai tabacchi, alle miscele. Non vi nascondo che il mio intento è stato anche quello di proseguire e aggiornare l’eccellente lavoro di Giuseppe Bozzini (Tabacco per la mia pipa). Pur con un approccio diverso, a volte tecnico e meno romantico. Ma sempre con l’intento di fornire un’informazione il più completa possibile. Non è stato facile, proprio per la difficoltà di reperire fonti attendibili e complete. E se ne è andato un bel po’ di tempo. Spero di esserci riuscito, ma questo non sta a me dirlo e mi perdoneranno i lettori se alcune parti sono un po’ troppo tecniche e poco di-

scorsive. Ma la bellezza (e la novità) di questo manuale è che ognuno può tranquillamente leggere solo la parte che più gli interessa, senza necessariamente dover seguire capitolo per capitolo e men che meno riga per riga. Tre libri in uno direbbe qualcuno. La pianta, i tabacchi, le miscele. Prendetelo per quello che è: un testo di approfondimento del variegato mondo del tabacco. Un testo che si propone di informare chi è curioso per natura, chi non si vuole accontentare, chi vuole saperne di più. E sono questi i motivi che mi hanno spinto a fare ricerca e ad elaborare un manuale guida per tutti gli appassionati, neofiti e non. E tuttavia manca ancora un elemento fondamentale: la passione.

Senza questo nobile sentimento non sarei riuscito nell’intento, non avrei mai pianificato e portato a termine questo testo, volutamente scritto per tutti i cultori che non vivono il fumo come “vizio”, ma piuttosto come passione viva, in grado di trasmettere sensazioni organolettiche uniche, qualcosa di simile all’enologia e alla gastronomia. Si, perché fumare la pipa è una vera e propria arte, che coinvolge tutti gli organi di senso in un gioco di colori, sapori, profumi e sensazioni. Ed è anche una vera e propria passione che ti prende, ti cattura, ti coinvolge e non ti lascia più. Ecco il perché di questo libro, nato non certo per fini commerciali, ma solo per pura e incontaminata passione.

La stessa che mi lega a tutti voi in una sorta di consesso di eletti consapevoli di poter “godere” di un piacere unico, antico, nobile e puro. E allora godiamoci questi momenti esclusivi, mai banali, spesso intimi e personali. Perché ogni volta che accendiamo la pipa viviamo un

momento di intimità, un dialogo personale con il ciocco di radica, con il tabacco scelto, con le sensazioni che in quel momento ci avvolgono in un’estasi crescente. E si vorrebbe non finisse mai. Auguro a tutti voi una buona lettura e soprattutto buone fumate rilassanti e piacevoli, perché la pipa non ci abbandona mai e ci accompagna passo passo in ogni momento della nostra vita, senza nulla chiedere, ma solo ricordando ad ognuno di noi quanto possa essere di aiuto in ogni singolo giorno, bello o brutto che sia.

VENEZIA

IL TABACCO E LA PIPA

di Tullio Cardona

Venezia e il fumo lento sono un connubio profondo ed evidente, perché lenta è la stessa vita della città, dei suoi ritmi, del modo di esistere degli abitanti. Una calma che non è indolenza, ma eterna suggestione di un respiro che proviene dai secoli ed investe il tessuto urbano unico al mondo, la storia, i monumenti in pietra d’Istria, le acque placide della

laguna e delle barene, la luce che i pittori di ogni epoca hanno voluto cercare e ritrarre a livello espressivo ma anche onirico.

Fumare la pipa a Venezia significa entrare in sintonia e risonanza con questa dimensione, formando un tutt’uno di pace, di emozione e di riflessione. Bastano poche gustose boccate guardan-

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do l’Arsenale, lo stesso citato da Dante Alighieri nel canto XXI dell’Inferno: “Quale ne l’arzanà de’ Viniziani / bolle l’inverno la tenace pece / a rimpalmare i legni lor non sani / ché navicar non ponno - in quella vece”. In attività dal Duecento, fu la fucina delle flotte veneziane, la prima industrializzazione al mondo a catena di montaggio.

Ad occhi chiusi, con la pipa preferita fra i denti e le labbra, ecco passare le veloci galee in rotta verso il lontano Oriente, per riempire le stive di sete, stoffe pregiate, spezie ed essenze, mentre dalla vicina Slavonia rientrano veleggiando barche da carico colme di sale e di carne di montone marinato. Si può udire il respiro delle vele enfiate e le onde che battono dolcemente le prue, mentre il mare sembra aprirsi per abbracciare quelle dilette figlie. Nelle nari si mescolano i profumi del tabacco a quelli del salso marino, delle alghe, dei legni che come Ulisse accarezzano esperienze, avventure, sogni.

Nella Serenissima il tabacco, in origine, fu da fiuto e fece capolino a Venezia a metà del Cinquecento, dapprima avversato poi ammesso, anche per seguire il consiglio dei cerusici che ne ravvedevano sostanze medicamentose, ad esempio per lenire un mal di testa o per combattere la cancrena. D’altronde anche il caffè subì la stessa sorte: dapprima accolto con diffidenza, poi consentito.

«Tiolè tabacco?». I commediografi veneziani Gaspare Gozzi e Carlo Goldoni spesso fanno riferimento al “rapè profumato”: un tabacco nero, all’epoca

assai pregiato, ottenuto grattando la foglia di tabacco essiccata. Era l’originario tabacco da fiuto, il cui pizzico, o presa, veniva poggiata in equilibrio nell’incavo di pelle fra il pollice e l’indice della mano, ed aspirata energicamente di scatto nella narice. Una moda dalla quale anche le dame non furono affatto esenti. Spesso l’effetto collaterale era un significativo sternuto, ma anche in questo caso il bon ton settecentesco prevedeva l’uso di fazzolettini colorati in seta.

La tabacchiera, nel Seicento piccolo contenitore in legno intarsiato, nel secolo successivo venne realizzata in oro, madreperla e argento smaltato, oppure in cristallo di monte o porcellana. Nelle commedie di Gozzi e Goldoni, le tabacchiere diventarono persino oggetti di scena, utilizzate per gag comiche, come nell’interpretazione di Cesco Baseggio ne “I Rusteghi”.

Verso la fine del secolo più elegante ed affettato della Serenissima, il coperchio delle tabacchiere venne intarsiato con donne discinte e scene erotiche, tanto che il celebre Casanova ne aveva più d’una in tasca da mostrare agli amici e alle amanti. Ai pievani queste oscenità non erano per nulla gradite, tanto che alcuni di loro minacciarono di denuncia gli artigiani intarsiatori. Nel 1786, grazie alle foglie di tabacco in balle provenienti dai campi di Bassano e dalla Riviera del Brenta, sorse a Venezia una manifattura tabacchi, con asciugatura delle foglie al sole o riscaldate dalle caldaie; la manifattura, di precisa tipologia industriale, era provvista di laboratori, con donne operaie che trasformavano le foglie in sigari, si-

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garette, tabacchi da “fiuto o da mastico”. Rimase attiva fino alla fine dello scorso secolo.

Parimenti all’avvento del tabacco, ecco la comparsa delle prime pipe nel secolo magico della Serenissima, il Cinquecento, colmo di commerci nel Mediterraneo, di espansione in terraferma e di Rinascimento nell’arte, di intrecci con vecchie terre e nuovi popoli. Sono pipe semplici, ritrovate negli scavi in laguna o nelle giare brentane, ovvero acquitrini tra laguna e mare, terreni bonificati lungo la foce originaria del fiume Brenta. Sono pipe piccole, sobrie, in terracotta, di colore rosso, come la superficie dalla quale presero origine.

La pipa più nota, che proviene dai secoli e ci raggiunge ancora oggi, è quella chioggiotta, la cui prima testimonianza è datata 1655. Costruita con l’argilla del vicino fiume Po, la pipa raggiunse progressivamente modelli sempre più raffinati e variegati negli intarsi e nei bassorilievi.

È di argilla la pipa de “L’Uomo con la pipa”, un rilievo marmoreo sulla seconda colonna nella facciata esterna di palazzo Loredan, sul Canal Grande, eretto nel XIII secolo. La leggenda vuole che Biagio, mentre fumava la sua pipa, venne a contatto con il diavolo, salvando l’anima di due bambine che scivolavano sull’acqua a bordo di una gondola.

«Unica delle pipe in terracotta, quella chioggiotta - spiega il Pipa Club Italia in una nota, alla quale rimandiamo, su Giorgio Boscolo detto “El Peneo”, ultimo artigiano della pipa chioggiotta - ha quasi sempre tre fori sul fondo della

caldaia. Gli esperti sostengono che potrebbe trattarsi di un espediente tecnico per evitare che il tabacco otturasse un unico foro. Un documento del 1891 parla di una produzione di 11.300 pipe al giorno, costruite dalle sei fabbriche esistenti. Lo stesso documento fa anche il calcolo della produzione annua: 4.680.000 pipe. Un dato eccessivo, improbabile, dicono gli studiosi, anche se Chioggia esportava un po’ dappertutto le sue pipe».

Per adiacenza territoriale, eventi storici e tradizione, perciò la pipa chioggiotta è da ritenersi la pipa veneziana, tuttora smaltata con gondole e paesaggi come articolo d’attrazione per i turisti.

Abbandoniamo tutto questo e lasciamoci invece cullare da una piacevole fumata: la pipa chioggiotta dona un fumo fresco e pulito, fa assaporare in pieno le virtù del tabacco scelto (privandolo di nicotina e di catrame), aumenta la durata del tabacco rovente nel fornello, non ha bisogno di alcun rodaggio. Meglio se il bocchino sia in marasca, ovvero il ciliegio selvatico, ma altri materiali potranno soddisfare anche il fumatore più esigente.

Consiglio: il bocchino spesso non combacia perfettamente o si allenta. Basta circondare l’ultima parte del cannello con una strisciolina di carta, meglio se di giornale, ed innestare nuovamente il bocchino. L’eccellente fumata è garantita.

Tullio Cardona Vicepresidente dell’Achademia de la Pipa in Vinegia.

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CLASSIFICHE 50° CAMPIONATO ITALIANO 2021 (PROVA UNICA) - COCCAGLIO (BS)

CLASSIFICA GENERALE

COGNOME E NOME PIPA CLUB SEX TEMP O

1 Ruscalla Gianfranco CEREA TORINO M 2:32:00 2 Alberton Enrico CALUMET CORNUDA M 2:30:58 3 Dal Bò Christian CASTELLO DI CONEGLIANO M 2:24:38 4 Mazzilli Pietro CASTELLO DI CONEGLIANO M 2:16:40 5 Simioni Paolo CALUMET CORNUDA M 2:12:40 6 Fasan Giuseppe CALUMET CORNUDA M 2:12:22 7 Conia Vincenzo CEREA TORINO M 2:06:53 8 Gava Luigi CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:44:41 9 Antelmi Luciano CEREA TORINO M 1:36:07 10 Lamberti Andrea SOTTIL FIL DI FUMO PADOVA M 1:34:36 11 Brovelli Giovanni CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:34:25 12 Calafati Dino CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:17:15 13 Perillo Sandro ALTO GARDA M 1:11:07 14 Marchioni Luca CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:08:07 15 Tcheon Walter CEREA TORINO M 1:07:58 16 Dal Bo' Alberto CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:07:16 17 Modolo Enrico CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:04:14 18 Mariotto Matteo CASTELLO DI CONEGLIANO M 1:03:30 19 Durigon Arturo CALUMET CORNUDA M 1:02:41 20 Gagliardi Nicola VICENZA M 1:01:41 21 Avancini Angelo ALTO GARDA M 1:00:22 22 Lopin Annalisa CALUMET CORNUDA F 0:57:45 23 Sommacal Katjusa CASTELLO DI CONEGLIANO F 0:50:13 24 Raccanello David CORONES M 0:46:56 25 Gaspari Eugenio VICENZA M 0:45:42 26 Crosina Zeno ALTO GARDA M 0:43:16 27 Guarniero Giuliano SOTTIL FIL DI FUMO PADOVA M 0:42:15 28 Gruppi Massimiliano ALTO GARDA M 0:39:41 29 Pitacco Claudio VICENZA M 0:36:18 30 Grespan Giancarlo CALUMET CORNUDA M 0:34:20 31 Ceriali Fiorenzo CALUMET CORNUDA M 0:32:48 32 Leoni Stefano ALTO GARDA M 0:30:36 33 Ruggeri Marco CASTELLO DI CONEGLIANO M 0:29:49 34 Vecchiato Mario CALUMET CORNUDA M 0:15:08 35 Premoli Ornella CALUMET CORNUDA F 0:12:54 36 Boscolo Riccardino CALUMET CORNUDA M 0:11:54 37 Dal Piaz Luca CORONES M 0:00:01 38 Grande Claudia CORONES F 0:00:01

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22 PIPA CLUB TEMPO 1 CALUMET CORNUDA 6:56:00 2 CASTELLO DI CONEGLIANO 6:25:59 3 CEREA TORINO 6:15:00 4 ALTO GARDA 2:54:45 5 VICENZA 2:23:41 6 SOTTIL FIL DI FUMO PADOVA 2:16:51 7 CORONES 0:46:58 CLASSIFICA CLUB COGNOME E NOME PIPA CLUB SEX TEMP O 1 Lopin Annalisa CALUMET CORNUDA F 0:57:45 2 Sommacal Katjusa CASTELLO DI CONEGLIANO F 0:50:13 3 Premoli Ornella CALUMET CORNUDA F 0:12:54 4 Grande Claudia CORONES F 0:00:01 CLASSIFICA FEMMINILE

Alpe Adria Udin Smoking Day

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Festa della pipa di Cagli - 2021

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Un ringraziamento a tutti gli Sponsor

Alessandro Lucca Pipe Bonfiglioli Brebbia Pipe BrumAntica Chiusa Pipe Ciampini Pipe Collezione Privata Domenico Romeo (Mimmo)

Duca Pipe El Penelo Fiamma di Re G. Penzo Pipe Jacono Pipe Job Pipe La Biota Mutina Pipe Pascucci Pipe

Pipe Claudio Santi Pipe Franco Pipe Luigi Viprati Pipe M. Gasparini Pipe Potes Manuel Pipe R. Rufinelli Pipe Savinelli Pipe Scanu Pipe Tendi Pipe Ulrik Pipes on Rattan (by Paolo Corso)

Posella Pipe Santambrogio Pipe Tabaccheria Munari Tom Spanu Pipe

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ANNO DI FONDAZIONE: 1965 MEMBRO DEL COMMITTEE, INTERNATIONAL OF PIPE CLUBS (C.I.P.C.) Codice scale 95036110104 - Sede legale: Camposampiero (PD) Sede sociale: Via Tentori 62/5 - 31012 Camposampiero (PD) – IT @pipaclubitalia-o cial pipaclubitalia_o cial Pipa Club Italia-O cial www.pipaclubitalia.org PIPA CLUB ITALIA FEDERAZIONE DEI PIPA CLUB ITALIANI

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