La sanità nel Lazio vista dai giornali Lunedì, 1 novembre 2021
a cura dell'Osservatorio delle politiche sanitarie del Lazio dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Frosinone
Frosinone
Frosinone, curarsi fuori provincia costa 160 milioni all’anno
Andare a curarsi nelle altre province del Lazio o fuori regione costa alla Asl di Frosinone 160 milioni di euro all'anno. Questo è uno dei numeri che colpisce di più del rapporto dell'istituto di ricerca Eures sullo stato della sanità della provincia di Frosinone presentato in un convegno ad Anagni. Il dossier, secondo il consigliere comunale della Lega, Danilo Magliocchetti, «evidenzia e certifica, con dati oggettivi, un quadro drammatico dell'assistenza sanitaria sul territorio, negli anni». Nel periodo 2010-2019, in provincia di Frosinone è stato cancellato 1 posto letto ogni 6, con una contrazione del 16.6%, passando quindi da 1621 a 1352 posti letto. «Una percentuale nettamente superiore alla media delle strutture ospedaliere del Lazio che è -11.9%», osserva Magliocchetti. Tutt'altro che tranquillizzante il dato sul personale: in 10 anni sono stai persi 500 posti in organico, tra ammi-
nistrativi e tecnici. Ma appunto il dato che sconcerta è quello sulla mobilità passiva. Secondo il rapporto Eures, la Asl di Frosinone, nell'ultimo triennio, ha sostenuto una spesa media 160 milioni di euro all'anno. Spesa che corrisponde a circa 20mila ricoveri di pazienti del frusinante in strutture sanitarie di altre province. «Il dannno - commenta Magliocchetti - è duplice, perché 160 milioni annui sarebbero serviti per efficientare l'offerta sanitaria su tutto il territorio provinciale. Con prestazioni di alto livello e specializzazione, ad alto contenuto tecnologico e scientifico. Così come vengono garantite in altri territori e presidi sanitari del Lazio. In primis a Roma». Un quadro, secondo Magliocchetti, che rende ancora più urgente capire come s'intendono spendere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (Fonte: Il Messaggero, Cronaca di Frosinone, Pag. 38)
Fumone, focolaio Covid: il sindaco chiude le scuole
Visto l’aumento dei casi positivi al Coronavirus, il sindaco di Fumone Matteo Campoli ha firmato un’ordinanza per la sospensione delle lezioni in presenza presso tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio. “A scopo precauzionale - spiega Campoli visto l’aumento di casi COVID all’interno del nostro comune, ho predisposto le lezioni in didattica a distanza a partire da martedì 2 novembre fino al 5 dello stesso mese. La didattica a distanza garantirà maggiore sicurezza ad alunni, famiglie e a tutto il personale scolastico”.
Roma, al San Filippo Neri inaugurato il murales dedicato all’infermiere morto di Covid
Lucianone, gigante buono alto più di due metri, faceva l’infermiere al San Filippo Neri e tutti, primari, capisala, pazienti, non l’hanno dimenticato. Morì il 13 novembre di un anno fa, stroncato dal coronavirus e adesso il suo volto è lì, sulla parete esterna della stazione San Filippo Neri della linea Roma-Viterbo, a pochi passi dall’ospedale in cui lavorava: il murale annunciato mesi fa dal XIV municipio, sostenuto da una petizione e dall’impegno personale dell’ex sindaca Virginia Raggi, è stato completato nei giorni scorsi. Allegro, variopinto. Struggente, per via dell’espressione sincera e della bandana colorata dalla quale Luciano Quaglieri, marito felice e padre di due figlie, volato via troppo presto, a 47 anni, non si separava mai. Alle icone della capitale celebrate dalla street art, personaggi famosi
come Alberto Sordi o Gigi Proietti, da oggi si aggiunge dunque un eroe della quotidianità. Luciano se ne andò in pochi giorni, quando il virus era invincibile, e in queste ore tanti viaggiatori prima di entrare in stazione lo omaggiano con un pensiero commosso, un segno della croce, un «ciao» lanciato con la mano, prima di correre dentro e salire sul treno. Il primo a voler rendere omaggio all’infermiere eroe era stato un neurochirurgo del San Filippo, Shahram Sherkat, che aveva lanciato una petizione poi firmata da quasi 50 mila cittadini: «Ora, ragazzi - esorta il dottore - tocca riunirci sotto quel murale il 13 novembre, a un anno dalla morte di Lucianone, per abbracciare lui e tutti i nostri colleghi morti mentre combattevano». (Fonte: Corriere della Sera, Cronaca di Roma, Pag. 3)