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FUTURO DA SCRIVERE

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MOORE LA PIONIERA

MOORE LA PIONIERA

FOCUS - DI EDUARDO LUBRANO

IL PRESENTE E IL FUTURO DELLE NAZIONALI GIOVANILI SARÀ CONDIZIONATO DALLADIFFUSIONE DEL COVID-19 E DALLE DECISIONI CHE LA FIBA PRENDERÀ IN MERITO ALLADISPUTA DELLE COMPETIZIONI INTERNAZIONALI. GLI ALLENATORI DELLE NAZIONALIGIOVANILI AZZURRE ANALIZZANO LO SCENARIO

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Sperando riescano a giocare... Già, ammesso che si possa scendere in campo, sono quattro gli appuntamenti da fissare in agenda per quanto riguarda le Nazionali giovanili femminili, tutti compresi tra luglio e agosto 2021: Europei Under 16, Under 18 ed Under 20 più, ad agosto appunto il Mondiale Under 19. Per il momento tutto è confermato dalla FIBA e da tutti coloro che hanno la responsabilità di organizzare questi eventi. Ma come tutti sappiamo da circa un anno siamo sub iudice – per usare un termine latino frequente nella pallacanestro – al Coronavirus ed al suo protrarsi dinnanzi al rientro in campo in questo autunno.

Un ritorno che ha stravolto e di molto i programmi fatti in estate, al punto da disdire ogni impegno di ogni Nazionale dando per certo che 12 mesi dopo si potrà riprendere da dove si sarebbe dovuto concludere. Questo sarà in parte vero, ma i tre allenatori che, salvo sorprese, saranno nuovamente i responsabili delle Nazionali giovanili – capaci di regalarci emozioni e vittorie nel 2019 – non tutto appare così semplice.

Partiamo da Giovanni Lucchesi: Direttore Tecnico delle Nazionali giovanili femminili con il compito di coordinare gli allenatori, sempre in accordo – come negli anni passati – con il capo allenatore della Senior. Riferendoci alla passata stagione, Sandro Orlando sulla panchina dell’Under 20 e Roberto Riccardi su quella dell’Under 19. La possibile conferma nasce dal fatto che nel 2019 hanno fatto bene al punto da meritarsi la stima attraverso i risultati e dal fatto che nel 2020 non hanno esercitato quel mandato che gli era stato nuovamente conferito.

“Ora il problema è sulla Nazionale senior che deve affrontare la bolla di Riga, in Lettonia il prossimo 13 novembre. Il campionato di serie A1 che è il serbatoio dal quale si attinge per la composizione della prima squadra è ogni giorno complicato da casi di positività più o meno gravi, meno nella maggior parte per fortuna. Abbiamo fatto diverso tempo fa la long list di 24 atlete, dalla quale in genere emergono, con un buon anticipo, i nomi delle 12 giocatrici che scenderanno in campo in una determinata occasione. In questo caso attenderemo davvero fino all’ultimo giorno possibile prima della partenza indicazioni dai medici delle varie squadre in merito a chi può rispondere alla convocazione. Vorremmo con tutte le nostre forze Lorela Cubaj a Riga, ma dobbiamo fare i conti con gli spostamenti, i tamponi, il rispetto della salute della atleta che viene prima di tutto e dell’Università di Georgia Tech che non vogliamo forzare.

Dunque non si possono fare previsioni per la Nazionale maggiore che deve giocare a metà novembre, figuriamoci che tipo di ipotesi posso fare per una Nazionale, ad esempio tipo la Under 16, composta da una squadra di ragazze che nel migliore di casi, persistendo questo stato di pandemia e magari aumentando, arriverebbero alla convocazione della Nazionale senza aver giocato da un anno. Il gruppo delle 2005-2006 sarebbe anche sulla carta interessante, ma pensate a queste ragazze: non solo quest’estate non hanno fatto attività con la Nazionale, dunque sono prive di qualunque esperienza internazionale, ma adesso non giocano nemmeno nei rispettivi campionati. Almeno per un mese. Poi si vedrà. Senza girare intorno al problema la situazione è serissima”.

Prima di sentire i due probabili coach facciamo un punto sulle annate che dovrebbero essere di scena la prossima estate: Europeo Under 20 per le 2001-2002; Mondiale Under 19 per le 2002-2003; Europeo Under 18 per le 2003 ed a seguire chiudendo con l’Europeo Under 16 per le 2005-2006. Il gruppo 2002 di cui leggerete molto in queste interviste è composto da Nativi, Gilli, Leonardi, Spinelli, Panzera, Rosini, Nasraoui, Natali. Che erano quelle che hanno vinto l’oro a Sarajevo in finale con l’Ungheria (70-62) nell’Under 18 il 14 luglio del 2019.

In campo c’erano anche quattro 2001: Pastrello, Orsili, Stroscio e Savatteri. Il fatto di avere a disposizione giocatrici senza minuti nelle gambe in teoria non riguarda le altre due Nazionali perché tra le giocatrici dell’Under 20 e quelle dell’Under 18 molte di loro, tra Serie A1 e Serie A2, trovano lo spazio per stare in campo e lavorare con continuità. “In effetti io non so se sarò a Debrecen in Ungheria per i Mondiali U19 (ai quali l’Italia è qualificata di diritto visto il quinto posto nel ranking internazionale, ndr) – dice Roberto Riccardi - ma questo è il minore dei problemi. La vera questione è come ci arriveremo. Perché se è vero che la squadra è fatta, trattandosi del gruppo che ha vinto 3 anni fa a Vilnius con Giovanni Lucchesi, è anche vero che appunto sono passati tre anni e molte hanno fatto scelte di crescita diverse. Comunque il gruppo 2002-2003 dà molto affidamento: Natali, Panzera, Gilli, Spinelli, Nasraoui, Nativi, Turel, Bolognesi, forse con Matilde Villa del 2004 e Zanardi del 2005, Ronchi del 2003, e l’inserimento di qualche altra 2004 come Pini, Arado siamo in grado di fare un buon torneo continentale. L’importante è che questa stagione continui senza intoppi a tutti i livelli e che ognuna di loro possa continuare a trovare quei minuti importanti per fare almeno esperienza in campo nazionale”.

Esperienza nazionale ed internazionale che è l’argomento preferito di Sandro Orlando che dovrebbe guidare la formazione Under 20 agli Europei, sempre in Ungheria a Sopron ma a luglio. “Intanto voglio dire che la storia delle “bolle” dove far disputare le fasi finali o anche di più di un campionato per me è la migliore idea possibile adesso. Ora per esempio la nostra Nazionale va in Lettonia per quattro-cinque giorni e si risolve lì la questione senza viaggi che ovviamente in questo momento sarebbero un rischio incredibile. Rispetto alla Nazionale U18 che ha vinto l’oro nel 2019 io non vorrei fare – se toccherà a me – grandi stravolgimenti. Primo perché le ragazze si sono guadagnate il diritto di giocare questa competizione e secondo perché hanno dimostrato di saper vincere. Magari porterei un play, un’ala ed una lunga in più ma eventualmente dovrei vedere cosa mi riportano i campionati dove giocano le ragazze.

La scelta è ridotta ad una rosa di 18, massimo 20 atlete, alcune delle quali potrebbero fare il doppio impegno: sappiamo di non avere grande possibilità di selezione. E l’Under 20 è lo specchio del campionato in questo senso: se penso al gruppo che ho in mente adesso, so che 4 su 12 giocano in A1 minuti importanti. Se penso alla nazionale ungherese che abbiamo battuto nel 2019, ecco che 9 su 12 giocano in A1 e molte di loro fanno anche le varie coppe. Ma questo non toglie nulla al valore di un gruppo che con Pastrello, Orsili, Spinelli, Panzera, Leonardi, Nativi, Gilli, Natali e le altre può giocarsela fino in fondo con tutte. A questo proposito io vorrei spendere due parole per fare i complimenti a Silvia Pastrello ed Alessandra Orsili che sono tornate in campo dopo due infortuni molto importanti, con la faccia tosta e giusta per ricominciare da dove si erano fermate a causa dello stop”.

Il gruppo 2002 che difenderà i colori italiani ai Mondiali sarà integrato eventualmente integrato dalle giocatrici che, ottenendo il quinto posto agli Europei del 2019 avevano staccato il pass per il Mondiale Under 17, che poi è stato annullato. E parliamo di: Vittoria Allievi, Braida, Labanca, Leghissa, Mbengue, Rescifina, Ronchi, Toffali del 2003. Del 2004 sono Matilde Villa e Vittoria Blasigh con Laura Di Stefano.

Abbiamo delle eccellenze e dobbiamo curarle a 360 gradi ancor prima del risultato sportivo, come tali perché sono il nostro futuro ed in qualche caso sono già il nostro presente.

La chiusura di questo giro ancora a Giovanni Lucchesi che ha comunque un messaggio di speranza: “Noi mai come quest’anno dobbiamo dare estrema importanza nella valutazione del doppio impegno da chiedere alle giocatrici che insieme agli altri coach riterremo utili alla causa. Tutti insieme, allenatori, dirigenti, medici, fisioterapisti e giocatrici dobbiamo collaborare e pensare a questioni come lo stress, muscolare ma anche emotivo delle nostre ragazze specie alla luce di un periodo complicatissimo come quello che hanno vissuto e stanno vivendo. Abbiamo delle eccellenze e dobbiamo curarle a 360 gradi ancor prima del risultato sportivo, come tali perché sono il nostro futuro ed in qualche caso sono già il nostro presente”.

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