Aurora

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Genk

Genk è situata nella zona fiamminga del Belgio a circa 90Km ad est di Bruxelles. Conta circa 63000 abitanti di cui 1/3 stranieri e di questi circa 9000 sono di origine italiana. Genk è stato un grande centro mine­ rario fino alla metà degli anni ‘80 ed ha mantenuto parzial­ mente la sua voca­ zione industriale, suc­ cessivamente avendo sul suo territorio un impianto siderurgico ed una fabbrica Ford. A questo si deve aggiungere il notevole sviluppo avvenuto negli ultimi anni di una economia basata sul terziario commerciale.

Le teste di lista del PVDA+ a Genk

Speciale elezioni

ha convinto l’amministrazione ad abbatterne alcune ma il tutto sta avvenendo senza un programma complessivo di riqualificazione. Noi proponiamo di aumentare considerevolmente l’offerta di alloggi sociali di qualità in modo da renderle disponibili anche alle giovani generazioni che oggi ne sono escluse. In altre parole bisogna non solo realizzare più alloggi sociali e di buona qualità ma anche democratizzarne l’accesso e la gestione. Grazie alle ultime mobilitazioni pro­ mosse dal PVDA qualcosa si sta muovendo ma molto resta da fare. Dove avete intenzione di prendere le risorse? Per cominciare noi non avremmo speso 1.2 milioni di euro per realizzare una soap opera a scopo pubblicitario come ha fatto l’attuale amministrazione. La spesa sociale deve essere una priorità, eliminando le spese assurde come quelle appena menzionate. Ti faccio un altro esempio: Genk ha una rete di centri giovanili a servizio di minori a rischio molto estesa. Un centro per ogni quartiere. Fino a qualche anno fa funzio­ navano bene. Le attività erano molte e di qualità. Ad un certo punto, con la scusa di centralizzare i servizi per fare economie, il personale è dimi­ nuito ed hanno deciso di co­ struire un grande centro gio­ vanile in centro. Per carità molto bello e fun­ zionale, ma l’effetto è stato quello di diminuire i servizi periferici, dove servono di più. Noi pensiamo che questi centri vadano gestiti dal Comune in stretta collaborazione con i gruppi giovanili. Sarebbe un modo semplice, efficace e democratico di gestire questi spazi. In un contesto dove il tasso di scolarizzazione è il più basso delle Fiandre, anche la scuola deve essere gestita in

Genk

maniera diversa. Vanno coinvolti di più i genitori. Vanno abbattute le barriere culturali che provocano il loro scarso coinvolgimento soprattutto quelli delle comunità migranti. Adesso parliamo della situa­ zione della comunità italiana a Genk. La comunità italiana non è fortemente integrata, almeno nella sua totalità ed è molto divisa tra sinistra e cen­ tro­destra. Esistono conflitti particolari tra le comunità straniere? A parte uno strascico di razzismo da parte dei belgi nei confronti di tutti gli emigrati (anche se molto meno che in passato) esiste un razzismo di fondo tra le varie comunità emigranti. Non si riesce a far comprendere a molti che alcune problematiche sono comuni e che, mettendo da parte certi atteggiamenti, potremmo avere più potere contrattuale nei confronti delle istituzioni. E la situazione dei giovani? Pessima. La maggioranza dei giovani non ha interesse per la politica e per la realtà che li circonda. C’è molto individualismo. Esistono poche associazioni e non ci sono strutture per lo svago. Un disastro insomma. Voi come cercate di intervenire in questa situa­ zione? E’ molto difficile ma cerchiamo almeno di far partire il dibattito sulla scuola, che ci dovrebbe toccare tutti da vicino. La struttura della scuola qui è rimasta molto classista. Le scuole tecniche, che sono frequentate di solito da alunni provenienti da famiglie meno abbienti, danno una pre­ parazione peggiore delle altre. E questo deve essere cam­ biato. Perché è dalla scuola che bisogna partire per mi­ gliorare il nostro futuro.

Tutte le notizie sulla lista del PVDA+ di Genk e sulle loro iniziative li trovate su www.genk.pvdaplus.be


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