Piacere Magazine n.61 / Novembre 2011

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Sustain.Ability “NOT IN MY BACKYARD”

DI Francesco Asdrubali* *Professore associato di fisica tecnica ambientale. Direttore CIRIAF

Le fonti rinnovabili sono la medicina per curare il pianeta malato di riscaldamento globale? Certamente, ma come le medicine, possono avere effetti collaterali. Ha avuto molto spazio sulla stampa locale la recente polemica relativa alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico di Maestrello, alle pendici del Monte Tezio, in un’area che è sicuramente tra le emergenze naturalistiche più importanti del territorio del Comune di Perugia. E non mancano esempi di realizzazioni discutibili dal punto di vista della localizzazione in altre zone dell’Umbria (ad esempio nel Comune di Narni) o in altre regioni. In molti casi, associazioni ambientaliste, quali Italia Nostra, e comitati di cittadini si sono mobilitati per protestare contro la realizzazione di impianti fotovoltaici, anche tramite ricorsi al TAR. Cosa c’è dietro queste proteste? Sicuramente la famosa sindrome NIMBY (Not in My Backyard – non nel giardino dietro casa mia), ma non solo. Le fonti di energia rinnovabili sono importantissime per la lotta all’effetto serra, così come è sicuramente positivo il loro trend di crescita. Grazie agli incentivi, negli ultimi anni c’è stato tuttavia nel nostro Paese uno sviluppo impetuoso e quindi anche, in qualche caso, disordinato e caratterizzato da speculazioni.

Nessun sistema energetico ha un impatto ambientale nullo, compresi quindi gli impianti fotovoltaici, per i quali c’è comunque un impatto visivo e quindi sul paesaggio, e ci possono essere interferenze con la fauna e la flora. C’è inoltre, se l’impianto è posizionato su suolo agricolo, una perdita di fertilità, anch’essa un bene ambientale da tutelare, soprattutto se si tratta di terreni agricoli di pregio. In tal senso, la collocazione ottimale degli impianti fotovoltaici è sulla copertura degli edifici, soprattutto industriali, che dispongono di grandi superfici. Si parla in questo caso di impianti fotovoltaici architettonicamente integrati, a minor impatto visivo, e che godono di un incentivo del GSE (Gestore Servizi Elettrici) più elevato. Gli impianti a terra, secondo le ultime di-

sposizioni (IV conto energia), hanno incentivi più bassi e iter autorizzativi più complessi. Non solo i sistemi di incentivazione nazionale hanno posto un grande freno agli impianti a terra, soprattutto sul suolo agricolo, ma anche a livello locale è arrivato il recente Regolamento Regionale 29 luglio 2011 n. 7 che ha introdotto nel territorio umbro le aree non idonee per la localizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Le installazioni discutibili nuocciono solamente alla causa delle fonti rinnovabili: una collocazione corretta degli impianti aumenterà invece la loro accettabilità sociale e potrà quindi fare da moltiplicatore alle applicazioni. cooltura*pm | 21


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