così ho cominciato pure io. Finora quali sono i lavori di maggiore successo che hai realizzato e quelli dei quali vai più fiero? Spesso i lavori di cui vado più fiero non sono stati quelli di maggior successo e viceversa. Ma fa parte del gioco. Il mio primo lavoro che ha avuto una
Intervista al giovane regista perugino approdato alla Mostra del cinema di Venezia con un cortometraggio sulla sessualità degli adolescenti coreani
la sua base di lavoro e il film che sarà proiettato a Venezia è incentrato proprio su un tema particolarmente dibattuto in Corea, quello della sessualità tra gli adolescenti. Il cortometraggio, di cui molto hanno parlato i media coreani, è stato girato in buona parte in una periferia di Seul. Come è nata la tua passione per il cinema? Fin da ragazzino, scrivere
è sempre stata la cosa che mi veniva meglio. Inoltre, semplicemente, mi piaceva guardare film. Quando è arrivato il momento di scegliere l’università ho deciso di fare qualcosa che unisse le due cose. Ho iniziato il Dams cinema a Bologna non per diventare un regista ma piuttosto un giornalista di settore. In brevissimo tempo poi, più studiavo il cinema teorico e me ne innamoravo, più mi entrava in testa l’idea che volevo provare a fare qualcosa di pratico. Sono entrato in contatto da subito con un gruppo di coetanei e amici che produceva cortometraggi già dai primi anni di università e
certa esposizione ai festival è “7, Rue de l’Arbaléte”, girato a Praga nel 2010. Poi, un’altra esperienza importante è stata girare a Bangkok il corto “Portrait of an angry man”. Vado molto fiero anche del lavoro svolto assieme al mio amico Giovanni Aloi nel suo cortometraggio “Eternit”, in gara l’anno scorso, sempre a Venezia. E ora arrivare alla Mostra del Cinema di Venezia è senza dubbio un importante traguardo... Che cosa ti aspetti dal futuro? Sicuramente Venezia è un importante punto da cui ripartire. La selezione alla Mostra mi permette di ricaricare energie utili per poter continuare, sapendo che la direzione è quella giusta e che ancora c’è molto da fare. Dal futuro mi aspetto PM Cinema / 83