Image Mag anno I numero 04 - Estratto

e 8,00

Settembre Ottobre 2012

anno I n.04

foto

imaging

video

fine art

Storie di fotografi e di fotografia

tre grandi fotografi raccontano le emozioni olimpiche anteprima! debuttano tre super reflex: Canon Eos 6D, Nikon D600 e Sony Alpha 99

fontana Il “maestro del coloreâ€?ci offre una grande lezione filosofica e ci sprona a investire sulla qualitĂ della vita

L’importante è partecipare Abbiamo preso in prestito come titolo di questo editoriale la celebre frase pronunciata da De Coubertin, che a sua volta si ispirò all’aforisma greco “L’importante non è vincere,

ma partecipare con spirito vincente”, per due motivi. Il primo è che gran parte di questo numero di Image Mag è dedicato ai Giochi Olimpici; o, meglio, alla fotografia sportiva che trova una delle sue massime espressioni, e alcune delle occasioni di scatto più spettacolari, proprio durante eventi grandiosi come le Olimpiadi.

Il secondo motivo è che noi in fondo ci sentiamo, almeno filosoficamente se non agonisticamente, un po’ degli atleti in gara, orgogliosi di partecipare con spirito vincente alla celebrazione della fotografia come arte, come mezzo di espressione e come professione.

E proprio con l’intento di rendere omaggio alle grandi immagini, abbiamo dedicato la cover story di Image Mag 04 al maestro Franco

Fontana, uno dei fotografi italiani più apprezzati sulla

scena internazionale - tanto che in Francia il Ministero della Cultura ha utilizzato una sua foto per la diffusione del pensiero francese - e premiato con riconoscimenti prestigiosi e presente con le sue opere in oltre cinquanta musei di tutto il mondo.

Ma la fotografia è anche tecnica e tecnologia e così nelle prossime pagine scoprirete moltissime ghiotte novità, tra le quali tre anteprime di tutto rispetto e di... grande formato, le fotocamere full frame Canon

Eos 6D, Nikon D600 e Sony Alpha 99.

E poi ancora una panoramica sui super teleobiettivi e sui sistemi flash più diffusi; la presentazione della prima compact system camera firmata Canon; i consigli degli esperti Photop per migliorare le proprie abilità di scatto; qualche idea interessante su come valorizzare, vendere e acquistare stampe fotografiche e un utile calendario che propone date e luoghi di alcune importanti mostre fotografiche del prossimo mese. Infine, si rinnova puntuale l’appuntamento con il nostro misterioso Moralizzatore Mascherato che ci ricorda il valore della competenza e della preparazione, due caratteristiche preziose da incontrare in chi scegliamo come consulente in materia di prodotti imaging.

A questo punto non mi rimane che augurarvi buona lettura e buona fotografia a tutti!

Mauro Fabbri

(

“Solo la fotografia ha saputo dividere la vita umana in una serie di attimi, ognuno dei quali ha il valore di una intera esistenza”.

Eadweard Muybridge

)

SOMMARIO coverstory

HI-END

pORtfOlIO 32. paolo laudicina simbolismi

36. raffaele sorbi avedon

Super tele 52. ottiche potenti

Una carrellata sui lunghi fuochi dei sistemi fotografici più vasti.

40. angelo trapani vucciria

44. marco pozzi anima animus

48. stefano frezzotti si vola

1. editoriale 10. café fotografico

Fontana

Creativa 58. nikon 1 j2

Debutta la nuova compact system camera Nikon.

lifestyle

12. news digitalimaging Una selezione delle più interessanti novità imaging.

54. fiat lux!

Un flash è in grado di risolvere mille situazioni ma anche aprirvi le porte della creatività.

Vi spieghiamo perché ne avete bisogno.

4. essere prima di diventare

Il “maestro del colore”, insieme alle sue immagini meravigliose, ci offre una grande lezione filosofica e ci sprona a investire sulla qualità della vita: “occorre rischiare sempre per allontanare quel cimitero che è dentro di noi...”. Franco Fontana ha pubblicato più di 40 libri, esposto in tutto il mondo e le sue opere sono conservate nelle collezioni di più di 50 musei. Nel 2000 ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore della Repubblica per meriti artistici e la Laurea Honoris Causa in Design eco compatibile.

Notizie, anticipazioni e libri da non perdere.

56. compatta

Eos 6D!

60. top class canon

Arriva Canon Eos 6D con Cmos full frame da 20,2 Megapixel.

La nuova compact system camera Canon Eos M è dotata di sensore da 18 megapixel, motore digic 5 e di autofocus a 31 punti.

66. parola di specialista Una raccolta di suggerimenti che compone un intenso dialogo tra appassionati di fotografia.

68. fotocorsi

L’importanza della formazione tecnica e come scegliere un percorso di apprendimento delle tecniche imaging.

Eccezionale 62. nikon d600

Marcate attitudini video, sensore full frame e body compatto.

70. a.a.a. autori cercasi

Anche in Italia le stampe fotografiche vengono percepite sempre più come un oggetto prezioso da condividere.

71. eventi&mostre

Un utile calendario di mostre, eventi, manifestazioni, fiere, workshop e seminari.

Speciale Olimpiadi sport, foto e passione 13. tre grandi fotografi raccontano lo sport L’estate più calda degli ultimi anni ci ha consegnato le Olimpiadi di Londra, le terze svolte in quella città (un record). Dietro ogni fotografia di ogni atleta, dietro qualsiasi obiettivo c’è sempre un occhio umano: quello di un fotografo che interpreta, documenta, improvvisa.

paginadue

72. il moralizzatore mascherato

Il prezioso valore aggiunto della competenza.

Fullframe 64. sony alfa 99

Canon EOS 7D: nuovo

firmware, nuova potenza!

Canon EoS 7D, apprEzzata pEr il Suo CElEbrE mix Di CarattEriStiChE, ora DivEnta anCora più vErSatilE graziE al nuovo firmwarE v2 Canon EOS 7D, grazie al nuovo firmware scaricabile dal sito Canon.it, si aggiorna diventando ancora più potente e versatile. Il nuovo firmware offre ai fotografi una serie di vantaggi tra cui una maggiore velocità di raffica Raw, funzioni di editing in-camera, Auto Iso definibile dall’utente e supporto per il più recente dispositivo Gps Canon GP-E2.

Canon EOS 7D è stata sviluppata tenendo conto dei riscontri di migliaia di fotografi di tutto il mondo.

Offrendo una perfetta combinazione tra un’eccezionale qualità d’immagine e una straordinaria versatilità in un ampio ventaglio di situazioni di ripresa, è ancora oggi considerata una delle migliori reflex con sensore formato APS-C sul mercato.

Nello sviluppo del nuovo firmware, Canon ha seguito i feedback degli utenti per aggiornare EOS 7D e dotarla di migliori prestazioni e di una più ampia gamma di funzionalità di ripresa. Grazie al nuovo firmware che aggiunge potenti algoritmi di gestione della memoria (derivati dalla serie ammiraglia Canon EOS-1) è ora possibile ottenere una maggiore durata di scatto continuo: fino a 25 file Raw o 130 Jpeg.

Unendo l’elevata risoluzione di 18 Megapixel con l’elaborazione delle immagini a 14 bit, permette ai fotografi di catturare il momento decisivo con immagini ricche di dettagli.

Una gamma di nuove funzioni di editing dà ai fotografi più controllo sulle immagini consentendo di iniziare la post-produzione già in-camera. Ora è possibile elaborare i file Raw e correggere vignettatura, distorsione e aberrazione cromatica direttamente dalla fotocamera. Inoltre, è possibile regolare il bilanciamento del bianco, la nitidezza e scegliere i Picture Style più adeguati.Il nuovo firmware di EOS 7D offre una versatilità estesa su foto e video. Infine, il nuovo controllo su Auto ISO consente ai fotografi di limitare il valore massimo di sensibilità in qualsiasi punto all’interno della gamma nativa 400-6.400 ISO.

Le nuove funzionalità del firmware Canon EOS 7D v2 Raffica in Raw fino a 25 scatti e in Jpeg fino a 130 scatti. n Editing delle immagini Raw in-camera. n Valutazione delle immagini in-camera. n Ridimensionamento Jpeg in-camera. n Impostazione del valore massimo di Auto Iso (400-6400 Iso). n Regolazione manuale del livello audio nelle riprese video. n Funzionalità Gps n Personalizzazione nome del file. n Impostazione fuso orario. n Scorrimento più veloce delle immagini ingrandite. n Schermo di controllo rapido durante la riproduzione. n

Sensore da 23,4 Megapixel, AF a 102 punti e processore Bionz.

Il firmware v2 di Canon EOS 7D è scaricabile dal sito www.canon.it

cover story

I grandi protagonisti del palcoscenico fotografico

Fontana il “maestro del colore”, insieme alle sue immagini meravigliose, ci offre una grande lezione filosofica e ci sprona a investire sulla qualità della vita: “occorre rischiare sempre per allontanare quel cimitero che è dentro di noi...

Su Franco Fontana è stato detto (e scritto) tanto. Viene riconosciuto come il fotografo italiano più illustre all’estero, eppure troppo spesso si è tentato di etichettarlo in qualche specializzazione “chiusa”. Molti lo chiamano “maestro del colore”, senza accorgersi che il nostro si è occupato anche di nudo, reportage, fine art e Polaroid: con opere dedicate a pubblicità, moda e ad altri lavori commerciali in genere.

Il suo curriculum è di tutto rispetto: quaranta libri all’attivo e centinaia di mostre esposte in tutto il mondo (al Museum of Modern Art di New York e al Musée d’Art Moderne di Parigi, tanto per fare dei nomi).

Per capire Franco Fontana, però, occorre indagare sul suo rapporto profondo con la fotografia, entrando nei meandri di quella passione che l’accompagna da sempre. I molti aforismi che compongono la sua dialettica altro non sono che altrettante finestre aperte su una pratica (la fotografia) che per lui è ragione di vita, se non l’esistenza stessa. Più volte ci ha detto che “lo scatto” gli ha restituito qualità, tutti i giorni: allontanando (sono parole sue) quel cimitero che è dentro di noi e che si combatte rischiando il proprio esistere e non cercando certezze.

“Picasso a ottant’anni ha continuato a sperimentare, io da poco ho scoperto il Computer”. Con queste poche parole Franco ci ha mostrato tutta la propria energia, che nasce da una continua ricerca del proprio essere, della identità che lo accompagna.

“Una scimmia può restituirci una buona foto, semplicemente facendo click sulla fotocamera; di certo, armata di mati-

pagina quattro

rendere visibile l’invisibile. Occorre donarsi totalmente alla fotografia, costituirsi a Lei come un sacrificio. Solo così la materia potrà diventare opera, elemento che vive: però sempre se saremo in grado di essere, prima di diventare”.

Franco Fontana quando ha iniziato a fotografare?

A metà anni ‘70: questo a tempo pieno.

Prima mi occupavo di arredamento e pian piano sono diventato “positivo” nel senso di contagiato - nei confronti della fotografia. Un giorno mi son detto: la vita non torna; così ho fatto una scelta di qualità. Ho investito nella mia esistenza, ecco tutto. Nel 1976 ho mollato definitivamente la mia professione precedente. È andata bene.

Una scelta ben fatta, ma irta di rischi e incertezze…

Occorre rischiare. Sempre! Il farlo rappresenta l’unico modo per allontanare quel cimitero che è dentro di noi. La vita stessa è un rischio: l’unica certezza sta nella sua fine.

ta, non produrrà mai il nostro ritratto”, così ci ha parlato, aggiungendo però: “Noi dobbiamo essere quella matita, noi dobbiamo incarnare quella macchina fotografica; non possiamo permettere che lo strumento, se pur semplice, possa sostituirsi alle nostre idee”.

Che dire? La fotografia, per Franco Fontana, è un atto di coraggio, forse anche d’amore: non una professione, quindi, ma una realtà che parte dall’essere, dalla vita stessa.

Abbiamo parlato a lungo con lui, sempre ricadendo nell’io. “L’arte”, ci ha detto, “è

Tutto per la passione nei confronti della fotografia …

Iniziamo col dire: passione anche per la vita; perché da un certo momento in poi le due cose hanno iniziato ad unirsi tra loro. Ricordo le fughe ad Arles, con le foto sotto braccio. Ma erano altri tempi.

Oggi sembra tutto conosciuto e la definizione “artista” è a portata di mano. In realtà, i cambiamenti sono più ampi di quanto non appaiono nella realtà. C’è il computer, ma non contiene un tasto per diventare Picasso. Col digitale (benve-

cover story

I grandi protagonisti del palcoscenico fotografico

Fontana il “maestro del colore”, insieme alle sue immagini meravigliose, ci offre una grande lezione filosofica e ci sprona a investire sulla qualità della vita: “occorre rischiare sempre per allontanare quel cimitero che è dentro di noi...

Su Franco Fontana è stato detto (e scritto) tanto. Viene riconosciuto come il fotografo italiano più illustre all’estero, eppure troppo spesso si è tentato di etichettarlo in qualche specializzazione “chiusa”. Molti lo chiamano “maestro del colore”, senza accorgersi che il nostro si è occupato anche di nudo, reportage, fine art e Polaroid: con opere dedicate a pubblicità, moda e ad altri lavori commerciali in genere.

Il suo curriculum è di tutto rispetto: quaranta libri all’attivo e centinaia di mostre esposte in tutto il mondo (al Museum of Modern Art di New York e al Musée d’Art Moderne di Parigi, tanto per fare dei nomi).

Per capire Franco Fontana, però, occorre indagare sul suo rapporto profondo con la fotografia, entrando nei meandri di quella passione che l’accompagna da sempre. I molti aforismi che compongono la sua dialettica altro non sono che altrettante finestre aperte su una pratica (la fotografia) che per lui è ragione di vita, se non l’esistenza stessa. Più volte ci ha detto che “lo scatto” gli ha restituito qualità, tutti i giorni: allontanando (sono parole sue) quel cimitero che è dentro di noi e che si combatte rischiando il proprio esistere e non cercando certezze.

“Picasso a ottant’anni ha continuato a sperimentare, io da poco ho scoperto il Computer”. Con queste poche parole Franco ci ha mostrato tutta la propria energia, che nasce da una continua ricerca del proprio essere, della identità che lo accompagna.

“Una scimmia può restituirci una buona foto, semplicemente facendo click sulla fotocamera; di certo, armata di mati-

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rendere visibile l’invisibile. Occorre donarsi totalmente alla fotografia, costituirsi a Lei come un sacrificio. Solo così la materia potrà diventare opera, elemento che vive: però sempre se saremo in grado di essere, prima di diventare”.

Franco Fontana quando ha iniziato a fotografare?

A metà anni ‘70: questo a tempo pieno.

Prima mi occupavo di arredamento e pian piano sono diventato “positivo” nel senso di contagiato - nei confronti della fotografia. Un giorno mi son detto: la vita non torna; così ho fatto una scelta di qualità. Ho investito nella mia esistenza, ecco tutto. Nel 1976 ho mollato definitivamente la mia professione precedente. È andata bene.

Una scelta ben fatta, ma irta di rischi e incertezze…

Occorre rischiare. Sempre! Il farlo rappresenta l’unico modo per allontanare quel cimitero che è dentro di noi. La vita stessa è un rischio: l’unica certezza sta nella sua fine.

ta, non produrrà mai il nostro ritratto”, così ci ha parlato, aggiungendo però: “Noi dobbiamo essere quella matita, noi dobbiamo incarnare quella macchina fotografica; non possiamo permettere che lo strumento, se pur semplice, possa sostituirsi alle nostre idee”.

Che dire? La fotografia, per Franco Fontana, è un atto di coraggio, forse anche d’amore: non una professione, quindi, ma una realtà che parte dall’essere, dalla vita stessa.

Abbiamo parlato a lungo con lui, sempre ricadendo nell’io. “L’arte”, ci ha detto, “è

Tutto per la passione nei confronti della fotografia …

Iniziamo col dire: passione anche per la vita; perché da un certo momento in poi le due cose hanno iniziato ad unirsi tra loro. Ricordo le fughe ad Arles, con le foto sotto braccio. Ma erano altri tempi.

Oggi sembra tutto conosciuto e la definizione “artista” è a portata di mano. In realtà, i cambiamenti sono più ampi di quanto non appaiono nella realtà. C’è il computer, ma non contiene un tasto per diventare Picasso. Col digitale (benve-

© foto di Franco Fontana

eSSeRe, prima di diventare

Franco Fontana classe 1933. Comincia a fotografare nel 1961 come amatore. Nel 1968 viene allestita la sua prima mostra e da quell’anno di grandi rivoluzioni sociali inizia un cambiamento radicale nel suo percorso professionale e personale. Fontana ha pubblicato più di 40 libri in Italia e all’estero, esposto in tutto il mondo e le sue opere sono conservate nelle collezioni di più di 50 musei internazionali.

Nel 2000 ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore della Repubblica per meriti artistici e la Laurea Honoris Causa in Design eco compatibile. Dal 2011 sta portando avanti un lavoro di ricerca utilizzando fotocamere Panasonic Lumix G.

Fotografia e vita, un rapporto non semplice …

Ma essenziale. Oggi vedo molti che tendono a diventare senza essere. Nei miei corsi io tento a far sì che ognuno cerchi (e trovi) la propria identità. Solo così il fotografo potrà legarsi al soggetto, in un rapporto che diventa “quantico”, assolutamente non astratto.

Molti ti identificano con i paesaggi…

Invece ho fatto tutto: reportage, nudo, persino pubblicità. Le mie immagini hanno contribuito alle campagne di Volkswagen, Snam e di molte altre aziende.

© foto di Franco Fontana

pagina sei

C’è un genere che hai praticato di più?

Il paesaggio, è ovvio. Ombre, luci, colore: esso rappresenta il teatro, il contenuto; la mia radice, ma anche il significato della forma. Dar ad essa un’anima vuol dire significare la vita, l’esistenza tutta.

Io sono emiliano e l’Emilia è simpatia, nonché depositaria di storie importanti.

La mia immagine racchiude sempre valori positivi d LA NOSTRA COPERTINA © foto di Franco Fontana

nuto) sono cambiate le generazioni, i comportamenti, i modi di essere e fare. È lì che occorre riflettere, non solo su quanto le nuove tecnologie siano meglio o peggio della pellicola archeologica.

Come definire il tuo nudo? Di ricerca?

Direi classico, riconoscibile. In esso cerco di metterci eleganza, pulizia.

Franco, la fotografia digitale è espressione della realtà?

Neanche l’analogica lo era. La DIA rappresentava addirittura un feticcio.

Hai prodotto tanti libri …

Sì, ma solo quelli che contavano, nel rapporto nutrito per la fotografia. Desideravo essere inattaccabile, anche se non potevano piacere a tutti: come a molti non piace Picasso.

La tua terra ti ha influenzato fotograficamente?

Io sono emiliano e l’emilia è simpatia, nonché depositaria di storie importanti. La mia immagine racchiude sempre valori positivi.

Torniamo al digitale: il cambiamento del mezzo ha influito sulla creatività?

Diciamo che ha agevolato l’espressività, in tutto: econo-

paginasette

FOTO

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STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA

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lifestyle

rumors, tendenze e personaggi al centro del mirino

Umiltà

semplicità e passione

un fotografo che ha l’abilità di raccontare lo sport per il “verso giusto” celebrando con orgoglio gli atleti italiani e con entusiasmo quelli internazionali

© foto di Giancarlo Colombo

© foto di Giancarlo Colombo

pagina quattordici

(

Giancarlo colombo

Inizia la sua carriera di fotografo dopo aver frequentato a Milano le prestigiose scuole di fotografia “L’Immagine” ed “Il Castello”. Ai suoi esordi si occupa prevalentemente dei campionati di calcio minori. Inizia presto a collaborare con il famoso Vito Liverani fondatore della celebre agenzia Olympia. In breve si specializza in ciò che ama davvero: la foto sportiva. Nel suo curriculum ci sono 5 Mondiali di calcio, 6 Olimpiadi e 5 Olimpiadi Invernali oltre a tutti i campionati del mondo di sci, atletica, ciclismo, nuoto.

)

Giancarlo Colombo non ha bisogno di molte presentazioni, soprattutto nell’ambiente della fotografia sportiva. Lui fa parte di quei fotografi che raccontano lo sport per il verso giusto, quasi tenendolo sospeso creando quelle icone che troviamo sui poster affissi nei vari bar di tanti paesi della nostra penisola. Immagini che testimoniano un momento avvenuto ma che non finirà mai.

Non deve essere facile, soprattutto quando i clamori vincono sull’istinto e fanno correre lo sguardo verso quel filo di lana teso e sempre più

a fuoco. Lo spettatore si identifica con l’atleta; per secondi (o ore) diventa i suoi muscoli, la sua forza: rimanendone quasi intrappolato, tra la gioia e il dolore. Senza la fatica, ma con la partecipazione. Giancarlo, in quei momenti, vive di fianco alla leggenda, la cerca, quasi la sente. Diventa parte del gioco con orgoglio, ma anche tanta umiltà. È comunque un attore di quanto accade, magari solo una comparsa.

Nel gioco a levare delle fotografia, sarà lui ad assumersi la responsabilità di cosa tramandare, e perché farlo. Ma tutto viene da lontano, da una

passione antica, quella di essere là dove il gesto “epico” prende corpo. Una decisione forte, che poi è quella di aspettare l’atleta dopo l’ultima curva. Prima immaginandolo, poi riconoscendolo. Giancarlo deve essersi detto tante volte: “Ne è valsa la pena l’essere qui”. Speriamo solo non abbia mai dimenticato che molto era dovuto alle sue qualità: semplicità, passione, umiltà.

Giancarlo è appena tornato dalle Olimpiadi di Londra e ci ha parlato di un’esperienza felice. I giochi, per lui, rappresentano l’evento più importan-

te per lo sport: un punto d’arrivo prestigioso e affascinante.

Ci ha detto: “Dall’Italia, siamo partiti solo in venticinque, su invito del comitato olimpico.

Per noi fotografi è stato come vestire con orgoglio la maglia del nostro Paese”.

Giancarlo ama atletica, scherma, volley e nuoto, ma ha seguito tutti gli italiani, particolarmente quelli in odore di medaglia. Ovviamente non ha dimenticato i grandi, come quel Bolt (suo grande amico) che a Londra è entrato nella leggenda.

Tecnicamente, ci ha spiegato l’uso dei comandi a di-

paginaquindici

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Umiltà

semplicità e passione

un fotografo che ha l’abilità di raccontare lo sport per il “verso giusto” celebrando con orgoglio gli atleti italiani e con entusiasmo quelli internazionali

© foto di Giancarlo Colombo

© foto di Giancarlo Colombo

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(

Giancarlo colombo

Inizia la sua carriera di fotografo dopo aver frequentato a Milano le prestigiose scuole di fotografia “L’Immagine” ed “Il Castello”. Ai suoi esordi si occupa prevalentemente dei campionati di calcio minori. Inizia presto a collaborare con il famoso Vito Liverani fondatore della celebre agenzia Olympia. In breve si specializza in ciò che ama davvero: la foto sportiva. Nel suo curriculum ci sono 5 Mondiali di calcio, 6 Olimpiadi e 5 Olimpiadi Invernali oltre a tutti i campionati del mondo di sci, atletica, ciclismo, nuoto.

)

Giancarlo Colombo non ha bisogno di molte presentazioni, soprattutto nell’ambiente della fotografia sportiva. Lui fa parte di quei fotografi che raccontano lo sport per il verso giusto, quasi tenendolo sospeso creando quelle icone che troviamo sui poster affissi nei vari bar di tanti paesi della nostra penisola. Immagini che testimoniano un momento avvenuto ma che non finirà mai.

Non deve essere facile, soprattutto quando i clamori vincono sull’istinto e fanno correre lo sguardo verso quel filo di lana teso e sempre più

a fuoco. Lo spettatore si identifica con l’atleta; per secondi (o ore) diventa i suoi muscoli, la sua forza: rimanendone quasi intrappolato, tra la gioia e il dolore. Senza la fatica, ma con la partecipazione. Giancarlo, in quei momenti, vive di fianco alla leggenda, la cerca, quasi la sente. Diventa parte del gioco con orgoglio, ma anche tanta umiltà. È comunque un attore di quanto accade, magari solo una comparsa.

Nel gioco a levare delle fotografia, sarà lui ad assumersi la responsabilità di cosa tramandare, e perché farlo. Ma tutto viene da lontano, da una

passione antica, quella di essere là dove il gesto “epico” prende corpo. Una decisione forte, che poi è quella di aspettare l’atleta dopo l’ultima curva. Prima immaginandolo, poi riconoscendolo. Giancarlo deve essersi detto tante volte: “Ne è valsa la pena l’essere qui”. Speriamo solo non abbia mai dimenticato che molto era dovuto alle sue qualità: semplicità, passione, umiltà.

Giancarlo è appena tornato dalle Olimpiadi di Londra e ci ha parlato di un’esperienza felice. I giochi, per lui, rappresentano l’evento più importan-

te per lo sport: un punto d’arrivo prestigioso e affascinante.

Ci ha detto: “Dall’Italia, siamo partiti solo in venticinque, su invito del comitato olimpico.

Per noi fotografi è stato come vestire con orgoglio la maglia del nostro Paese”.

Giancarlo ama atletica, scherma, volley e nuoto, ma ha seguito tutti gli italiani, particolarmente quelli in odore di medaglia. Ovviamente non ha dimenticato i grandi, come quel Bolt (suo grande amico) che a Londra è entrato nella leggenda.

Tecnicamente, ci ha spiegato l’uso dei comandi a di-

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lifestyle

rumors, tendenze e personaggi al centro del mirino

Fin da bambino il primo servizio fotografico glielo hanno commissionato quando frequentava le scuole medie... Scaccini È uno sportivo che ritrae sportivi

© foto di Claudio Scaccini

(

CLAUDIO SCACCINI

Laureato in architettura al Politecnico di Milano da oltre trent’anni si occupa di comunicazione, photo editing e fotografia sportiva. Claudio Scaccini dal 1987 al 2009 ha collaborato con The Associated Press. Oggi è un apprezzato fotoreporter con un’intensa vita professionale dedicata alla documentazione di ogni evento agonistico anche se le sue specializzazioni sono golf, basket e sport invernali, collabora con Olycom e con la FIG - Federazione Italiana Golf.

)

© foto di Claudio Scaccini

pagina venti

paginaventuno

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Fin da bambino il primo servizio fotografico glielo hanno commissionato quando frequentava le scuole medie... Scaccini È uno sportivo che ritrae sportivi

© foto di Claudio Scaccini

(

CLAUDIO SCACCINI

Laureato in architettura al Politecnico di Milano da oltre trent’anni si occupa di comunicazione, photo editing e fotografia sportiva. Claudio Scaccini dal 1987 al 2009 ha collaborato con The Associated Press. Oggi è un apprezzato fotoreporter con un’intensa vita professionale dedicata alla documentazione di ogni evento agonistico anche se le sue specializzazioni sono golf, basket e sport invernali, collabora con Olycom e con la FIG - Federazione Italiana Golf.

)

© foto di Claudio Scaccini

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lifestyle

rumors, tendenze e personaggi al centro del mirino

fotografiE

che CREAno leggendE

un professionista figlio d’arte sempre in viaggio da una parte all’altra del mondo per raccontare il grande sport

(

© foto di Alessandro Trovati

alessandro trovati

Figlio d’arte, fa parte dello staff di Associated Press ed è il fondatore dell’agenzia Pentaphoto da oltre 35 anni specializzata in fotografia sportiva e pubblicitaria. Nei suoi vent’anni anni di esperienza ha seguito i più importanti eventi sportivi mondiali, tra cui sette olimpiadi, Coppe del Mondo di sci, Giri d’Italia, Tour de France e numerosi eventi mondiali di altre discipline.

È sempre in viaggio, Alessandro Trovati. Lo abbiamo intervistato al suo ritorno dalle Olimpiadi 2012 che ha seguito per Pentaphoto, l’agenzia fondata dal padre trent’anni or sono, assieme al Fratello Marco. Conoscendolo, ci siamo accorti come la fotografia possa rappresentare un valore fondamentale della vita, alla stessa stregua di un bene patrimoniale, ma anche dell’amicizia, della stima, degli affetti. Per professione, frequenta elettivamente lo sci, gli sport invernali, le Olimpiadi, il ciclismo

paginaventisei

)

e molto altro ancora, ad esempio gli sport di squadra e lì il gioco dei valori aumenta, esaltato dal gruppo, dalla fatica di uno che diventa quella di tutti.

Si muove tutto l’anno, Alessandro, tra le nevi della Coppa del Mondo, per finire alle tappe Dolomitiche e Pirenaiche. Sempre alla ricerca del gesto, del momento topico, dell’uomo solo al comando con la maglia bianco-celeste. Le sue immagini non racchiudono solo l’attimo, ma

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fotografiE

che CREAno leggendE

un professionista figlio d’arte sempre in viaggio da una parte all’altra del mondo per raccontare il grande sport

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© foto di Alessandro Trovati

alessandro trovati

Figlio d’arte, fa parte dello staff di Associated Press ed è il fondatore dell’agenzia Pentaphoto da oltre 35 anni specializzata in fotografia sportiva e pubblicitaria. Nei suoi vent’anni anni di esperienza ha seguito i più importanti eventi sportivi mondiali, tra cui sette olimpiadi, Coppe del Mondo di sci, Giri d’Italia, Tour de France e numerosi eventi mondiali di altre discipline.

È sempre in viaggio, Alessandro Trovati. Lo abbiamo intervistato al suo ritorno dalle Olimpiadi 2012 che ha seguito per Pentaphoto, l’agenzia fondata dal padre trent’anni or sono, assieme al Fratello Marco. Conoscendolo, ci siamo accorti come la fotografia possa rappresentare un valore fondamentale della vita, alla stessa stregua di un bene patrimoniale, ma anche dell’amicizia, della stima, degli affetti. Per professione, frequenta elettivamente lo sci, gli sport invernali, le Olimpiadi, il ciclismo

paginaventisei

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e molto altro ancora, ad esempio gli sport di squadra e lì il gioco dei valori aumenta, esaltato dal gruppo, dalla fatica di uno che diventa quella di tutti.

Si muove tutto l’anno, Alessandro, tra le nevi della Coppa del Mondo, per finire alle tappe Dolomitiche e Pirenaiche. Sempre alla ricerca del gesto, del momento topico, dell’uomo solo al comando con la maglia bianco-celeste. Le sue immagini non racchiudono solo l’attimo, ma

portfolio Paolo Laudicina

© foto di Paolo Laudicina

simboLismi “N

ei miei lavori ricerco sempre un alto grado di “poeticità”. Rimango particolarmente soddisfatto quando riesco a riprodurre delle immagini a carattere “simbolico” e non “documentario”, im-

magini con una propria storia che vuole venire fuori e raccontarsi. La mia ricerca fotografica è svolta a 360 gradi ma apprezzo in particolare il reportage e gli scatti di paesaggio, oltre a quello che è stato il mio primo amore: la fotografia di danza e teatro. La danza contemporanea e il teatro danza sono certamente gli stili di spettacolo che lasciano più spazio interpretativo al fotografo. Di contro, nella danza accademica le foto devono far trasparire quello che già essa contiene; la bellezza delle forme, le linee perfette, equilibrio e grazia tra i danzatori. Amo la fotografia. Il mio obiettivo è quello di emozionare ed emozionarmi mentre rac-

Paolo Laudicina da sempre è affascinato dalla fotografia ma è nel 1995 che comincia a dedicarvisi in modo serio, approfondendone tutti gli aspetti.

Ama il bianco e nero tradizionale scattato con la pellicola, che sviluppa e stampa da solo.

Ma non disdegna naturalmente nemmeno il colore, soprattutto da quando si è avvicinato al digitale, che gli offre l’opportunità di gestire completamente il flusso di lavoro. Per un consiglio tecnico si affida sempre a Photo Market Video di Mestre.

conto una storia con le mie immagini”. © foto di Paolo Laudicina

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portfolio Paolo Laudicina

© foto di Paolo Laudicina

simboLismi “N

ei miei lavori ricerco sempre un alto grado di “poeticità”. Rimango particolarmente soddisfatto quando riesco a riprodurre delle immagini a carattere “simbolico” e non “documentario”, im-

magini con una propria storia che vuole venire fuori e raccontarsi. La mia ricerca fotografica è svolta a 360 gradi ma apprezzo in particolare il reportage e gli scatti di paesaggio, oltre a quello che è stato il mio primo amore: la fotografia di danza e teatro. La danza contemporanea e il teatro danza sono certamente gli stili di spettacolo che lasciano più spazio interpretativo al fotografo. Di contro, nella danza accademica le foto devono far trasparire quello che già essa contiene; la bellezza delle forme, le linee perfette, equilibrio e grazia tra i danzatori. Amo la fotografia. Il mio obiettivo è quello di emozionare ed emozionarmi mentre rac-

Paolo Laudicina da sempre è affascinato dalla fotografia ma è nel 1995 che comincia a dedicarvisi in modo serio, approfondendone tutti gli aspetti.

Ama il bianco e nero tradizionale scattato con la pellicola, che sviluppa e stampa da solo.

Ma non disdegna naturalmente nemmeno il colore, soprattutto da quando si è avvicinato al digitale, che gli offre l’opportunità di gestire completamente il flusso di lavoro. Per un consiglio tecnico si affida sempre a Photo Market Video di Mestre.

conto una storia con le mie immagini”. © foto di Paolo Laudicina

pagina trentadue

paginatrentatre

portfolio Raffaele Sorbi

avedon

© foto di Raffaele Sorbi

“Q

uando nel 1984, sfogliando una nota rivista, vidi una giovanissima nastassja Kinski ritratta da Richard avedon, nuda

con un pitone enorme adagiato sul suo corpo sinuoso, si accese in me la passione per la fotografia. ora a distanza di qualche anno dalla sua scomparsa, ho sentito il bisogno di rendergli omaggio con questa serie di fotografie, realizzate nel mio studio con la collaborazione della bellissima modella Charo Galura, della make-up artist Silvia Gerzeli e, infine, del raro esemplare di pitone moluro albino di nome Ügo allevato da nicholas Gabrieli. paginatrentasei

Per questo shooting è stata utilizzata una Hasselblad H4D 60 con obiettivi 80mm e 120mm macro, tre monotorce Elinchrom RX1200 con bank Wafer da 70x100cm.

Raffaele Sorbi si occupa di fotografia dal 1982 e professionalmente lo fa dal 1990, anno di fondazione del suo studio a Firenze dove realizza principalmente servizi di moda, ritratto e still-life. Inoltre tiene corsi di fotografia di base e ritratto con la collaborazione di Foto Ottica Bongi, il suo negozio di riferimento per l’acquisto dell’attrezzatura fotografica. www.raffaelesorbi.com

portfolio Raffaele Sorbi

avedon

© foto di Raffaele Sorbi

“Q

uando nel 1984, sfogliando una nota rivista, vidi una giovanissima nastassja Kinski ritratta da Richard avedon, nuda

con un pitone enorme adagiato sul suo corpo sinuoso, si accese in me la passione per la fotografia. ora a distanza di qualche anno dalla sua scomparsa, ho sentito il bisogno di rendergli omaggio con questa serie di fotografie, realizzate nel mio studio con la collaborazione della bellissima modella Charo Galura, della make-up artist Silvia Gerzeli e, infine, del raro esemplare di pitone moluro albino di nome Ügo allevato da nicholas Gabrieli. paginatrentasei

Per questo shooting è stata utilizzata una Hasselblad H4D 60 con obiettivi 80mm e 120mm macro, tre monotorce Elinchrom RX1200 con bank Wafer da 70x100cm.

Raffaele Sorbi si occupa di fotografia dal 1982 e professionalmente lo fa dal 1990, anno di fondazione del suo studio a Firenze dove realizza principalmente servizi di moda, ritratto e still-life. Inoltre tiene corsi di fotografia di base e ritratto con la collaborazione di Foto Ottica Bongi, il suo negozio di riferimento per l’acquisto dell’attrezzatura fotografica. www.raffaelesorbi.com

portfolio Angelo Trapani

vucciria

© foto di Angelo Trapani

“A

mo la fotografia e apprezzo qualsiasi genere. Ma la mia vera passione è il reportage nei vicoli del centro stori-

co di Palermo, la mia città, con i suoi angoli nascosti e la gente che li popola”. I vecchi mercati della Vucciria, la vita che scorre in essi, l’anima dei luoghi e della gente sono queste le ispirazioni per gli emozionanti contrasti dei poetici bianco e nero che testimoniano una profonda nostalgia per questi angoli fuori dal tempo che lentamente vanno sparendo.

Angelo Trapani è un fotoamatore nel senso pieno e tradizionale della definizione. Scatta mosso semplicemente da una profonda passione per le immagini che realizza con una Canon Eos 600D equipaggiata con il classico 50 mm f/1.8, affiancato da due comodi zoom 18-55 mm e 55-250 mm. Un attrezzatura funzionale adatta alle sue necessità composta anche grazie alla consulenza di Sicilyphoto di Palermo. © foto di Angelo Trapani

pagina quaranta

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portfolio Angelo Trapani

vucciria

© foto di Angelo Trapani

“A

mo la fotografia e apprezzo qualsiasi genere. Ma la mia vera passione è il reportage nei vicoli del centro stori-

co di Palermo, la mia città, con i suoi angoli nascosti e la gente che li popola”. I vecchi mercati della Vucciria, la vita che scorre in essi, l’anima dei luoghi e della gente sono queste le ispirazioni per gli emozionanti contrasti dei poetici bianco e nero che testimoniano una profonda nostalgia per questi angoli fuori dal tempo che lentamente vanno sparendo.

Angelo Trapani è un fotoamatore nel senso pieno e tradizionale della definizione. Scatta mosso semplicemente da una profonda passione per le immagini che realizza con una Canon Eos 600D equipaggiata con il classico 50 mm f/1.8, affiancato da due comodi zoom 18-55 mm e 55-250 mm. Un attrezzatura funzionale adatta alle sue necessità composta anche grazie alla consulenza di Sicilyphoto di Palermo. © foto di Angelo Trapani

pagina quaranta

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portfolio Marco Pozzi

© foto di Marco Pozzi

anima animus “N

ella mia fotografia l’essenza è la ricerca di quello che

fotografo. In questo senso una immagine esprime tanto del

io chiamo “il fattore umano”, cioè quelle espressio-

soggetto fotografato quanto del fotografo, o per lo meno della

ni fondamentali dell’uomo che avvicinano, come un

sua capacità di vedere il mondo”.

minimo comun denominatore, la gente di qualunque parte del mondo. Su questo poi si sovrappongono le variazioni etniche, religiose e culturali che, per quanto fondamentali, costituiscono una strato più superficiale ed intercambiabile dell’essere uomo.

Il mio concetto di fotografia è la capacita di una persona di prefigurarsi nella propria mente un’immagine. L’attrezzatura è solo uno strumento per registrare e documentare la visione del

Secondo Marco Pozzi l’attrezzatura fotografica ideale è quella che meglio si adatta a documentare la visione di ciascun autore, quindi per forza sarà diversa da persona a persona. Appassionato di fotografia da 40 anni ha vinto moltissimi premi internazionali, tra i quali il “Travel photographer of the Year 2003” della rivista Geographical e, con il club fotografico inglese WIGAN 10”, ha vinto il primo Campionato del Mondo per Club di Fotografia Digitale. Il suo negozio di riferimento dove sceglie come ampliare il suo corredo è Foto De Angelis di Ancona. © foto di Marco Pozzi

pagina quarantaquattro

paginaquarantacinque

portfolio Marco Pozzi

© foto di Marco Pozzi

anima animus “N

ella mia fotografia l’essenza è la ricerca di quello che

fotografo. In questo senso una immagine esprime tanto del

io chiamo “il fattore umano”, cioè quelle espressio-

soggetto fotografato quanto del fotografo, o per lo meno della

ni fondamentali dell’uomo che avvicinano, come un

sua capacità di vedere il mondo”.

minimo comun denominatore, la gente di qualunque parte del mondo. Su questo poi si sovrappongono le variazioni etniche, religiose e culturali che, per quanto fondamentali, costituiscono una strato più superficiale ed intercambiabile dell’essere uomo.

Il mio concetto di fotografia è la capacita di una persona di prefigurarsi nella propria mente un’immagine. L’attrezzatura è solo uno strumento per registrare e documentare la visione del

Secondo Marco Pozzi l’attrezzatura fotografica ideale è quella che meglio si adatta a documentare la visione di ciascun autore, quindi per forza sarà diversa da persona a persona. Appassionato di fotografia da 40 anni ha vinto moltissimi premi internazionali, tra i quali il “Travel photographer of the Year 2003” della rivista Geographical e, con il club fotografico inglese WIGAN 10”, ha vinto il primo Campionato del Mondo per Club di Fotografia Digitale. Il suo negozio di riferimento dove sceglie come ampliare il suo corredo è Foto De Angelis di Ancona. © foto di Marco Pozzi

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