Quaderni dell'Arte Alchemica n. 2

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QUADERNI DELL’ARTE ALCHEMICA N.2/2006

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EDITORE Pietro Negri Editore Corso Palladio,179 36100 Vicenza GRAFICA E WEB DESIGN Patrizia Peruffo pat.peruffo@tin.it DIRETTORE RESPONSABILE Maria Elena Bonacini QUADERNI TRIMESTRALI prezzo di copertina €10 Aut. del Tribunale di Vicenza n° 1115 del 12.09.2005 ROC n° 13974 ABBONAMENTI 1 anno/4 numeri Italia €30 Europa €50 Arretrati €12 Ufficio abbonamenti pietronegri@museohermetico.com tel. +039 0444 327976 Pagamento tramite bollettino postale intestato a Pietro Negri Editore C/C n° 70951959 STAMPA Grafiche Corrà, S. Bonifacio (VR) WEB www.museohermetico.com

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Sommario 02. EDITORIALE La logica alchemica 04. ARTE ALCHEMICA L’autoavvertimento sensoriale 08. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE Il filtro e il setaccio sensoriale 12. ALCHIMIA DELLA PERCEZIONE SENSORIALE La macerazione dei sensi 20. FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA La rivoluzione sensoriale 24. ALCHIMIA DEL COSCIENZA SENSORIALE Creazione di Eva 34. INIZIAZIONI ALL’ARTE Sacrificio, martirio e morte dell’anima psichica 38. EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA Samsara, l’istruzione alchemica 50. FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE La metamorfosi dell’anima intellettiva 54. EMBLEMI DELLA TRASFORMAZIONE SPIRITUALE Prudenza di giudizio e discriminazione spirituale


S. Botticelli, Madonna con il Bambino e un angelo, particolare, 1470

La logica alchemica

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Arte rinascimentale, e in particolare Botticelli, ha sintetizzato in allegorie, metafore e simboli tutti i possibili schemi di trasformazione delle percezioni sensoriali nelle emozioni

corporee (l’uva) e nei sentimenti morali (le spighe di grano) che sono il fondamento della coscienza individuale. Anche la neuroscienza contemporanea concorda nell’affermare che la sensazione è il primo dei valori quando il dato trasmesso dai recettori sensoriali supera la soglia della percezione fisiologica. Ciò significa che i recettori sensoriali come la pelle, le ghiandole endocrine e le ghiandole del cervello collegate agli organi di senso si sono specializzati nel corso dell’evoluzione per la lotta per la sopravvivenza a svolgere un compito predittivo, e cioè di avvertire e segnalare in anticipo la presenza di pericoli o conflitti nella natura o nelle relazioni sociali. La sensazione emerge dal corpo come un prodotto naturale di adattamento all’ambiente o alle circostanze ed è unicamente attraverso l’esperienza individuale, filtrata attraverso una molteplicità di relazioni significative con gli altri e con l’ambiente, che l’autoavvertimento psichico istintivo evolve in consapevolezza sensoriale. Il linguaggio delle sensazioni appartiene al mondo della fantasia e si sviluppa attraverso una costante correlazione del senso di sè corporeo con il mondo dei colori, dei suoni, dei profumi e delle forme sensibili. Costruire e abitare il mondo dell’anima significa invece imparare a nominare non solo le sensazioni, ma anche le emozioni e i sentimenti. L’alchimia medioevale, non diversamente dallo sviluppo psicologico del bambino, è riuscita ad associare la percezione della sensazione a forme molto complesse espandendo 2


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Editoriale Quaderni di viaggio

i collegamenti analogici al mondo delle piante, degli animali e delle pietre. I tre regni della natura comunicano con il mondo interiore dell’alchimista attraverso la “proiezione analogica” dell’immagine a cui è connessa a una particolare emozione, stabilendo così un rapporto biunivoco tra lo stimolo visivo e il sistema di autovvertimento psichico. La visione di un corvo, di una quercia o di un calcedonio possono così suscitare sensazioni cognitive e quindi emozioni che spingono ad agire e muoversi in una certa direzione rispetto ad un’altra. L’immaginazione rinascimentale si spinge oltre ed espande l’analogia sensoriale al mondo della mitologia per cui le emozioni trovano posto nelle vicende della tragedia greca, fedele interprete dei recessi più profondi della psiche. La mitologia, l’astrologia, la iatromatematica, la filosofia naturale e l’arte simbolica sono sistemi analogici utilizzati per codificare razionalmente il processo di evoluzione delle sensazioni in sentimenti morali, valori etici e principi spirituali. Tutto ciò avviene dall’interno dell’individuo verso l’esterno, attraverso una categorizzazione dei sentimenti da cui emergono concetti incastrati tra loro in una gerarchia che permette all’anima di elaborare l’informazione trasmessa da uno stimolo esterno, anche quando alcune proprietà vengono a mancare o sono invisibili alla percezione diretta. La logica alchemica procede per categorie analogiche, anagogiche, metaforiche, allegoriche e simboliche in grado di trasmettere un plus di informazioni superiore ai concetti discorsivi e tale da rendere attiva l’intelligenza logica e translogica, capace di esplorare il mondo e conoscere la verità nascosta per induzione, deduzione e intuizione.

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ARTE ALCHEMICA IL MAGISTERO DELLA COSCIENZA

“Povero di apparato sensoriale, privo d’armi, nudo, embrionale in tutto il suo habitus, malsicuro nei suoi istinti, l’uomo è l’essere che dipende esistenzialmente dall’azione. (A. Gehlen, L’uomo nell’era della tecnica, 1957)

“VENERE E MARTE” L’autoavvertimento sensorialeADE

Negli ultimi decenni del XX° secolo i mezzi di comunicazione di massa, in particolare la televisione, hanno iniziato a interagire in tempo reale con la percezione e la coscienza collettiva. Documentari, inchieste e cronache in diretta di avvenimenti sociali, catastrofi, guerre o scontri di carattere politico, razziale e religioso, hanno modificato sostanzialmente la sensibilità e la reattività dell’individuo al cospetto della storia, della natura e della cultura e la coscienza del suo ruolo critico in rapporto al gruppo sociale. Le parole, le immagini e i simboli utilizzati dai protagonisti della storia e della politica sono assorbiti dal sistema della percezione in forma diretta e consapevole oppure, come spesso accade, accettate passivamente dalla sensibilità cosciente dell’individuo costretto a “giacere” addormentato per non soccombere al profluvio di informazioni, stimoli o interferenze provenienti dal mondo esterno. Il dipinto “Marte e Venere”, realizzato da Botticelli cinque secoli fa, sintetizza lo stessa situazione in cui si trova oggi cultura dei “media”. A sinistra, la figura vestita di Venere rappresenta il sistema delle informazioni, della conoscenza e della percezione che agisce come “stazione di avvertimento critico” di ciò che emerge alla coscienza condivisa in seguito alle crisi, ai conflitti o alle provocazioni generate dalla “cultura” dello scontro fisico, della difesa dei propri interessi economici o del proprio sistema di pensiero. La lancia indirizzata dai tre satiri contro un indifeso e ignudo Marte descrive in metafora il modello di provocazione che siamo soliti riscontrare in ogni tragico duello tra sistemi politici, culture e filosofie antagoniste. Attraverso i simboli Botticelli suggerisce una soluzione diversa dei conflitti; soluzione di cui tutti sono consapevoli a parole, ma incapaci poi di concretizzare nei fatti. All’interno dell’Unus Mundus, la figura vestita di “Venere pudicas” non rappresenta l’ideale estetico o morale a cui rivolgere lo sguardo, oppure i valori della giustizia e dell’etica a cui fare riferimento. Quando appare dipinta insieme a Marte, con cui è sempre legata da un filo sottile fatto di sguardi, allusioni velate o precisi codici gestuali, Venere diventa l’icona della coscienza critica che evolve nell’individuo (uomo o donna) capace di integrare dentro di sè le facoltà intuitive dell’anima

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LA PICCOLA OPERA 1. SELEZIONE DELLE INFORMAZIONI

Sandro Botticelli, 1481 “Venere e Marte”

femminile (sensibilità) o le facoltà razionali dell’animus maschile (esperienza). L’Utopia dei filosofi di indurre un cambiamento di prospettiva attraverso la pedagogia dell’Arte si scontra con la resistenza dell’individuo e della società a “spogliare” e “disarmare” Marte, emblema dell’aggressività e dell’orgoglio, da ogni pretesa di dominio. Botticelli invece lo denuda e lo addormenta in un lungo sonno senza sogni, insensibile alle provocazioni, alle risa di scherno e agli attacchi che gli giungono dai tre satiri. Il processo di liberazione dalla volontà di “vincere, dominare e perpetuare nel tempo il potere acquisito”, peculiare del temperamento bellicoso del dio della guerra e della libido, non può che avvenire sotto l’egida di “Venere in Taurus”, come erano soliti dichiarare in codice gli alchimisti. L’assenza di reazione agli stimoli esterni non è sinonimo di passività ignorante, di cecità incosciente o di insensibilità a ciò che avviene al di fuori del corpo, ma descrive l’apprendimento di una tecnica selettiva che rifiuta la violenza, lo scontro fisico e la lotta per la sopraffazione. Dal confronto con l’edonismo morale di Venere, modello di armonia ed equilibrio femminile, emerge infatti la cultura del cibo, del piacere, dell’amor proprio, della pace e del valore del ‘denaro’ in quanto ‘metafora’ dell’energia evolutiva. Il sonno apparente di Marte diventa allora consapevole rigetto delle provocazioni e quindi distacco da ciò che non gli è utile per evolvere in amore, creatività e conoscenza. “Avere un mondo è possibile solo limitando l’apertura al mondo, a cui l’uomo è destinato da una natura che, a differenza di quanto accade all’animale, non nasconde ciò che non deve giungere alla percezione perchè inutile o nocivo alla sua vita. Esposto alla ricchezza del percepibile, l’uomo deve selezionare ciò che è favorevole all’esistenza da ciò che non lo è.” (U. Galimberti, 1999). Gli alchimisti definivano questo processo di selezione di ciò che è proficuo e conveniente per l’evoluzione con la parola “denarius”. Il denaro alchemico è la ricchezza materiale e spirituale conquistata dall’individuo che comprende il valore assoluto della vita, dell’amore e della libertà di pensiero in rapporto alla “tragica consapevolezza” dell’effimero tempo che ci è concesso di vivere nel corso di una sola e unica vita.

L’artista dipinge un piccolo strumento di misurazione tra il medio sinistro di Marte e il terreno, metafora del ‘filo verticale’ con cui gli alchimisti intendevano graduare il processo di elevazione dell’anima verso le sommità della Mens intuitiva. In questo specifico contesto Botticelli invita l’osservatore ad attivare la volontà di selezionare gli elementi di disturbo per estromettere dalla propria vita i “tre satiri” protagonisti del ‘fastidio’ provocato da chi è aggressivo (il satiro con l’elmo), non ha conoscenza di sè (il sorriso degli stolti) e rispetto dei sentimenti altrui (il satiro soffia all’interno della conchiglia). L’opera comunica elementi di riflessione che rappresentano i “semi” di una diversa maturazione dell’apparato sensomotorio investito dalla consapevolezza di sè. “Nell’atto stesso in cui si dischiude, la percezione/coscienza già ospita un movimento virtuale che destina l’immediatamente visibile al futuro possibile, e in questa destinazione c’è un “esonero” motorio, per cui la percezione non è solo una facoltà accanto alla facoltà motoria, ma una facoltà sostitutiva di quella motoria e , in quanto sostitutiva, esonerante dalla motricità, dal maneggio delle cose, e quindi “simbolica”. (U. Galimberti, 1999). La percezione “simbolica” degli elementi che possono essere dannosi all’evoluzione futura, richiede un ‘imbiancamento’ della materia (il panno bianco indossato da Marte) che giunge alla fine di un costante lavoro di riconoscimento dei desideri, rivelazione delle motivazioni ed esperienza delle ipocrisie messi in atto dagli individui che si scontrano quotidianamente nelle dispute sulle questioni economiche, materiali e politiche della vita (la lancia).

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radicalmente sbagliato voler additare la differenza essenziale tra uomo e animale nell’ “intelligenza”: la

differenza sussiste già sul piano anatomico, senso-motorio e, come ora vedremo, su quello della fisiologia dei sensi” (A. Gehlen, L’uomo, 1940)

Theses ARTE ALCHEMICA Il Magistero della coscienza 02. Venere e Marte 1. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE Le chiavi della consapevolezza 08. Il filtro e il setaccio 2. FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA Le opere della coscienza alchemica 20. La rivoluzione sensoriale 3. INIZIAZIONI ALL’ARTE ALCHEMICA I codici dell’esperienza creativa 34. Caravaggio: la morte dell’anima psichica 4. FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE I simboli della trasformazione 52. La metamorfosi dell’anima intellettiva

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e per tecnica si ntendono le capacità e i mezzi con cui mette la natura a suo servizio in quanto ne conosce proprietà

e leggi, le sfrutta e le contrappone le une alle altre, allora la tecnica, in questo senso più generale, è insita già nell’essenza

stessa dell’uomo. (A. Gehlen, L’uomo nell’era della tecnica, 1957)

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Hypotheses ELIXIR RUBEUM Emblemi della percezione cognitiva 13. Il distillato sensoriale 16. Il calice, la conchiglia, la tinozza e lo specchio 19. Anatomia della percezione

THEATRUM CHEMICUM Emblemi della conoscenza intuitiva 25. La ricerca sensoriale della verità 26. l’Adamo celeste 28. La creazione di Eva 31. Il sacrificio della libido

ARS CHEMICA Emblemi dell’esperienza creativa 37. La regola alchemica

SYMBOLA AUREA Emblemi della trasformazione spirituale 51. Nel limbo della memoria

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PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE LE CHIAVI DELLA CONSAPEVOLEZZA ALCHEMICA

La plasticità mentale consente all’uomo di ricavare da ogni e qualsiasi costellazione di condizioni naturali, modificandole, delle tecniche e degli strumenti per la sua esistenza. Perciò lo vediamo vivere “dappertutto”, a differenza di tutti gli animali specializzati, i cui habitat sono geograficamente ben circoscritti”. (A. Gehlen, L’uomo)

IL FILTRO E IL SETACCIO SENSORIALE

La ricerca dell’Oro filosofale non può che iniziare dalla conoscenza del denaro dell’alchimista che coincide con la conoscenza del valore del cibo, delle cose, degli affetti, della bellezza, della verità, della perfezione e infine della sapienza. Dalla percezione “taurina” di ciò che è utile alla crescita interiore ed esteriore alla consapevolezza di ciò che il nostro sguardo seleziona istintivamente il passo è breve. Così come si impara a distinguere il cibo buono da quello avariato e a riconoscere i contenuti nutritivi degli alimenti, allo stesso modo l’alchimista impara l’arte di associare a ogni immagine, colore o vibrazione di luce il particolare significato simbolico che lo sguardo è stato in grado di apprezzare attraverso il sistema sensoriale. La felicità, la ricchezza, l’eros e i piaceri della vita passano attraverso il ‘filo analogico’ che collega “Venere con Marte”, lo stesso che collega la percezione del valore della vita con la volontà di mettere a nudo ciò che ostacola la naturale propensione dell’ homo animalis (il bue e la pecora) a ricercare la pace, la sicurezza materiale, la cultura del vivere bene e le esperienze dell’amore e della conoscenza. La realizzazione del filtro percettivo utilizzato per riconoscere la luce delle esperienze che irradiano amore-conoscenza (i raggi del sole), emerge da un processo di apprendimento che ha origine nell’abilità dell’individuo di selezionare gli stimoli (le gocce di rugiada) più idonei alla sua ‘maturazione’ spirituale. Per l’Alchimia ciò avviene in base a un preciso schema di evoluzione della percezione/coscienza (i panni stesi in ordine geometrico) in grado di setacciare (l’atto di strizzare i panni) l’essenza di ogni esperienza. La cultura del “buon senso” che emerge dalla conoscenza di sè (Venere Urania), influisce sull’attività motoria (Marte) dell’individuo che riconosce la necessità di stabilire un punto di equilibrio permanente immune dalle intemperie della vita. La capacità di comprendere le esperienze è il fondamento dell’evoluzione della coscienza individuale e collettiva. Ciò richiede un lavoro preliminare di preparazione, di raccolta, di elaborazione e di sintesi delle intuizioni e delle conoscenze che costituiscono il patrimonio storico-spirituale dell’umanità. La luce della verità universale “vibra” ancora nell’atmosfera terrestre come i raggi del sole che piovono dal

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PRIMA CHIAVE MINORE FILTRO E SETACCIO DELLE INFORMAZIONI

Anonimo Mutus liber, prima edizione 1677. tavola IV

cielo e si condensano nella rugiada primaverile, ma occorre possedere il “buon senso” di riconoscere di disporre di un limitato campo di percezione (uno dei cinque teli) e quindi di una ridotta area di conoscenza, per quanto specializzata possa divenire nel tempo. L’arte alchemica dispiega i teli della conoscenza dei miti, delle allegorie, delle metafore, dei simboli e dei sigilli per ampliare la percezione delle informazioni che rimangono invisibili nello spettro della coscienza preformata dalle abitudini o dalla specializzazione scientifica. Botticelli aggiunge un ulteriore elemento di riflessione. La sostituzione dell’azione (Marte addormentato) con la percezione simbolica della realtà (Venere vestita), indispensabile per maturare la percezione sensoriale in percezione cognitiva, può avvenire con il sostegno della memoria. L’artista dipinge un quarto satiro nell’atto di sostenere il braccio di Marte con l’intento di indicare nella memoria a breve termine l’elemento in grado di configurare scelte e decisioni all’interno di un preciso schema di riferimento indotto dalla tradizione, dall’educazione e dalla cultura del gruppo. La memoria è l’elemento chiave della coscienza.

Per la coscienza

primaria, peculiare dell’anima inesperta, l’interazione della memoria con l’esperienza percettiva (vedi la favola di Cappuccetto Rosso in cui la bambina dimentica presto le ‘raccomandazioni’ della mamma) produce una prima distinzione e categorizzazione dei valori (la casa della nonna) a cui l’individuo ‘accede’ per modellare la libido (le risposte del lupo) e costruire così una nuova identità adeguata agli scopi della vita materiale (il lupo ingoia Cappuccetto rosso). Il ricordo delle sensazioni provenienti dall’interno del corpo (enterocezione/l’anima di Cappuccetto rosso) e delle intuizioni sensoriali provenienti dall’esterno (esterocezione/il fiuto del cacciatore) strutturano una memoria speciale (selettiva, discriminante e distintiva) da cui può evolvere la conoscenza sensoriale, sintesi di deduzione logica (mercurio) e induzione sensoriale (Venere). L’evoluzione della percezione sensoriale in percezione cognitiva viene

La dialettica del sole e della luna, emblemi della realtà oggettiva e di quella soggettiva, ha sempre affascinato la mente umana. Quando compaiono insieme nelle immagini sottointendono uno stato di vigile coscienza del mondo reale e di piena consapevolezza delle sensazioni in rapporto agli stimoli esterni. La pioggia sottile di informazioni deve essere filtrata dal sistema della percezione costituita dai cinque teli che non rappresentano i cinque sensi. La percezione è infatti fisiologica, psichica, mentale, culturale e creativa, ma spetta ai due emisferi cerebrali (l’uomo e la donna) a “strizzare i panni” e trattenere ciò che è vero, giusto e utile all’individuo. L’homo animalis dispone di un sistema automatico di filtro e setaccio delle informazioni che è l’essenza del “buon senso”. La percezione “taurina” ricerca ciò che è buono e gratificante sul piano materiale, mentre la consapevolezza sensoriale “capricornina”, sviluppata dalla donna, sensibile fisiologicamente alle sensazioni corporee e alle vibrazioni sottili, seleziona istintivamente ciè che è utile e giusto all’individuo o alla collettività. L’alchimia materiale della coppia terrestre (il toro e il capricorno), marito e moglie, emisfero destro e sinistro, ha generato la civiltà, la costruzione delle città e il progresso economico e culturale della società. La sintesi delle informazioni, operata attraverso la selezione degli stimoli più favorevoli allo sviluppo, è il punto di partenza dell’Alchimia sensoriale (la Piccola Opera).

insegnata dagli alchimisti con le favole, le metafore e le parabole perchè anche dalle “esperienze altrui” è possibile trarre l’insegnamento necessario per non finire inglobati dal

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SECONDA CHIAVE MINORE SINTESI DI LOGICA E PERCEZIONE SENSORIALE Diego Velazquez compone il tema riprendendo fedelmente una xilografia comparsa in una delle ultime edizioni del Rosarium Philosophorum, un testo alchemico molto conosciuto a quel tempo e riportato in auge da C.G.Jung. Il Padre, simbolo della Filosofia alchemica che emerge dalla cultura greca e alessandrina, sostiene la “Sfera” dei principi alchemici. Il Figlio invece impugna lo scettro delle iniziazioni, metafora delle esperienze alchemiche di trasformazione delle pulsioni in virtù. L’individuo che realizza una piena consapevolezza delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti corporei “assurge” nel cielo dell’Alchimia spirituale poichè è in grado di sintetizare le informazioni e le conoscenze provenienti dalla cultura (il Padre) e di comprendere il significato delle esperienze attraverso le opere dell’Arte Alchemica (ll Figlio). La corona, simbolo della mente d’oro conquistata dall’anima che procede a modificare se stessa in rapporto a determinati schemi logici preorganizzati (la logica alchemica), diventa il mezzo per canalizzare la percezione sensoriale cognitiva (la colomba) all’interno di uno specifico “cerchio” di conoscenze filosofiche, artistiche e creative.

sistema delle abitudini sociali, culturali e religiose (il lupo imita la voce della nonna, simbolo di saggezza). Senza la memoria non sarebbe possibile alcuna evoluzione dei processi di autoorganizzazione del cervello, considerato dagli scienziati un sistema autonomo in grado di apportare modifiche a se stesso in rapporto a determinati schemi logici preorganizzati. Le conclusioni della moderna neuroscienza non sono diverse dalle teorie dei filosofi (Agostino) e degli artisti rinascimentali che sperimentavano dentro se stessi la progressiva evoluzione della percezione sensoriale (la Vergine Maria) in conoscenza pertinente l’uomo (il Figlio), coscienza omnicomprensiva (il Padre) e comprensione illuminante (lo Spirito Santo). La trinità umana ha origine nella memoria, poichè in essa alloggiano le potenze dell’anima di ricordare, avvertire e intuire. “La percezione consiste in un’azione a sua volta guidata dalla percezione, e le strutture cognitive emergono dagli schemi motori ricorrenti che consentono all’azione di essere guidata percettivamente. Il processo della vita è cognitivo. Vivere è conoscere. La cognizione è “azione incarnata”. Materia e mente sono aspetti e dimensioni diverse dallo stesso fenomeno della vita.” (Maturana e Varela, citati da G. Ronconi, 2006). Ecco allora che le opere del Rinascimento e le immagini della cristianità cattolica giungono a interpretare, ognuno con il proprio specifico linguaggio, la progressiva ascesa dell’anima dal “fondo cielo” (vedi Q1), metafora del ‘cuore fisico’ in cui idealmente sono collocati i sentimenti dell’amore filiale (compassione, comprensione e sacrificio di sè), fino al centro del ‘cuore spirituale’ in cui è possibile vedere/credere con i propri occhi il processo di rivelazione della verità. Nel cuore spirituale, luogo mistico e nello stesso “cerebrale” (la ghiandola del talamo), l’anima sensoriale (Maria) riceve lo Spirito Santo, metafora della comprensione illuminante realizzata dall’alchimista che “assimila” la luce della verità attraverso la percezione sensoriale cognitiva (la colomba). La verità alchemica filtra così attraverso la ‘corona d’oro’ posta sul capo

Diego Velazquez, 1641 “L’incoronazione della Vergine”

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dell’Assunta in cielo, simbolo della mente “illuminata” dalla conoscenza delle opere del Figlio (l’Arte alchemica) e dalla coscienza del Padre (la Filosofia alchemica).


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ELIXIR RUBEUM EMBLEMI DELLA PERCEZIONE COGNITIVA

Elixir Rubeum


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ELIXIR RUBEUM EMBLEMI DELLA PERCEZIONE COGNITIVA

“Caratteristiche dell’uomo sono le sue attuazioni senso-motorie combinate con sensazioni visive e tattili; queste attuazioni sono processi circolari, cioè tali da produrre essi stessi lo stimolo alla loro prosecuzione. Avvengono senza che a determinarle susssista un appetito, non rivestono alcun immediato valore di soddisfacimento pulsionale” (A. Gehlen, L’uomo)

Alchimia della percezione sensoriale

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EMBLEMA I LA MACERAZIONE DEI SENSI

Caravaggio Bacco e il canestro di frutta

Dopo la “putrefazione dei sistemi conoscitivi” (Q1), l’artista alchemico procede a “macerare” lentamente i desideri stimolati dai sensi. La frutta in decomposizione descrive il processo di graduale abbandono delle pulsioni vitalistiche connesse al desiderio di soddisfare gli appetiti nel più breve tempo possibile. La distillazione del desiderio genera il ‘vino’ della consapevolezza sensoriale che inaugura l’Opera al Nero immaginata dall’Arte alchemica.

Il distillato sensoriale

1.Gianfranco Ronconi,

“Il cervello funziona in base a due principi distinti, logico e soprattutto analogico. Al posto di

Il cervello e la mente, 2005 (edizioni Il Poligrafo)

sistemi precisi di segnali in cui la posizione (l’assenza o la presenza) di ciascun segnale è di importanza decisiva nel determinare il significato del messaggio, noi abbiamo un sistema di notazioni il cui significato è determinato dalle proprietà per così dire “statistiche” del messaggio. Il linguaggio del cervello non è quello della matematica. Il buon senso non è

2. Umberto Galimberti

Psiche e Techne,1999 (Edizioni Garzanti)

coerente come la logica matematica e salta direttamente a qualche conclusione, salvo cambiare le convinzioni rapidamente” (G.Ronconi, 2005). L’elaborazione statistica del

3. Augusto Vitale

messaggio proveniente da fonti interne e quindi connesse alla percezione sensoriale del

Solve coagula, 2002 (Moretti&Vitali)

corpo, o da fonti esterne relative alla percezione della realtà - così - come - si - presenta, è un fenomeno strettamente personale che differisce da individuo a individuo. Ciò sembra dipendere da due fattori: dal modo con cui vengono registrate le sensazioni, le emozioni e i sentimenti corporei (l’arsenico) in propriocezione (bile nera) e consapevolezza sensoriale

4. Mark Solms e Oliver Turnbull

Il cervello e il mondo interno, 2004 (Raffaello Cortina editore)

(flegma gialla) e dal modo con cui il sistema della percezione elabora automaticamente gli stimoli generati dai sentimenti (Acqua) in immagini mentali e parole (Aria), intuizioni e rapporti

5. Diego Frigoli

di senso (Fuoco) e convinzioni cognitive, logiche e pratiche (Terra). La qualità del messaggio

Il corpo e l’anima, 2001 (Edizioni Sapere)

da inviare al cervello dipende dall’interazione di questi due sistemi di registrazione ed elaborazione delle informazioni in grado di garantire coerenza e unità delle percezioni. “Le percezioni sono molteplici, ambigue, non sono nello stesso sistema di coordinate e i loro spazi sono diversi (retinico, uditivo, muscolare e ghiandolare per le propriocettive, ecc), sono

6. Marco Vannini

La morte dell’anima, 2003 (Casa Editrice Le Lettere)

sfasate nel tempo (più veloci le visive, più lente le uditive, più sottili quelle connesse al sistema ghiandolare), sono disturbate. La coerenza viene raggiunta in modi diversi escogitati dal cervello: a) la sincronizzazione dei neuroni; b) la convergenza delle varie varie percezioni in strutture e reti di coordinamento; c) la risoluzione del divario temporale in maniere diverse, come la permanenza di scarica neuronale più a lungo o la varietà di velocità di conduzione

Nella pagina a sinistra Caravaggio Bacco, 1596

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emperanza (la Vergine) e autocontrollo (il

capricorno) sono gli insegnamenti trasmessi dal Padre Saturno/Cronos che permettono la convivenza civile e lo sviluppo dell’arte e del commercio. La falce di Saturno, strumento di castrazione dei figli che non ubbidiscono alle regole, è strumento di intimidazione (la legge degli uomini) in grado di inibire la pulsione ed educare al rispetto.

Anonimo italiano De Sphaera, Manoscritto del XV° secolo

delle fibre nervose per fa arrivare contemporaneamente lo stimolo da terminazioni diverse; d) altre soluzioni che il cervello adotta in relazione a comportamenti e azioni dell’organismo, come la costruzione di una coerenza da parte di una attività centrale” (G. Ronconi, 2005). Il fenomeno biopsiconeurologico dello stimolo analizzato dello scienziato sembra ripercorrere le tappe definite dagli alchimisti che ravvedevano nel numero quattro la perfezione di ogni processo di razionalizzazione degli elementi provenienti dal sistema della percezione. La ricerca della coerenza da parte di una “attività centrale” alle prese con una “rappresentazione complessa del mondo” corrisponde al concetto alchemico di “mente alchemica”, raffigurato schematicamente dall’immagine di Hermes, il messaggero degli dei con le ali ai piedi e nell’elmo. L’istinto di riflessione si sviluppa precocemente nel bambino a partire dalle raccomandazioni materne ed evolve attraverso il sistema degli avvertimenti famigliari, sociali e culturali che hanno la funzione di suscitare un intervallo tra l’azione e la pulsione (consapevolezza) e tra la pulsione e la sua soddisfazione (coscienza). “L’intervallo tra la pulsione e la soddisfazione è il principio della libertà dell’uomo che, a differenza dell’animale, può procastinare la soddisfazione della spinta pulsionale e così regolare l’azione in vista del futuro e delle nuove e mutate circostanze che si possono incontrare. A circoscrivere la libertà è il tempo (Cronos) che nasce, al pari della libertà, dalla differibilità (Saturno) della soddisfazione delle pulsioni.” (U. Galimberti, 1999). Gli artisti del Rinascimento non ignoravano di certo il contenuto psicologico connesso ai miti dell’Antica Grecia. Anzi, procedendo nell’interpretare le storie della mitologia con una rinnovata conoscenza dei simboli astrologici, i filosofi rinascimentali avevano compreso che la minaccia di Saturno di “castrare e uccidere i figli” costituiva un deterrente psicologico attuato al fine di controllare la libido sessuale, materiale e sociale e spingere l’individuo a trasmutare l’istinto di razionalizzazione nelle facoltà creative di Zeus che maturano nel tempo dopo alcuni periodi di introversione della libido, di studio di perseverante e applicazione all’Arte (l’Opera al nero).

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G

iove sorregge un libro da studiare,

impugna lo scettro delle virtù e trasforma la libido in coscienza solare, creatività e amor proprio (amor sui), rappresentato dall’immagine del leone. Lo sviluppo dei talenti creativi e delle abilità ginniche (intelligenza corporea) avviene attraverso il contenimento e la trasformazione dell’energia muscolare in consapevolezza motoria, equilibrio, agilità e coordinazione.

Anche Caravaggio si nutre delle suggestioni che provengono dal mondo degli alchimisti romani. In poco tempo comprende la sottile differenza che esiste tra il principio ordinatore della ragione (Saturno) e il principio purificatore connesso al tempo dell’attesa, della decantazione degli stimoli e della

meditazione

(Chronos)

che

sono

“D

al punto di vista neuroscientifico,

paradossalmente, l’essenza del libero arbitrio sembra essere la capacità di inibizione, cioè la capacità di riuscire a sciegliere di

il

fondamento di ogni principio di trasformazione della Materia (la pulsione) in Antimateria (la coscienza). Lo sguardo di Bacco non esprime più l’ardore della passione caratteristico di Dioniso, da cui eredita

non fare una cosa. Ciò che più di ogni altra cosa distingue gli esseri umani dai loro più stretti parenti è lo sviluppo di un sistema del Sè di più alto livello, organizzato fondamentalmente sulla

l’amore per la vita, ma dentro di lui è già attivo l’istinto di riflessione che si tramuta in introversione,

base di meccanismi inibitori.” (Solms e Turnbull)

malinconia e paziente attesa che i processi di “macerazione dei sensi” (inibizione) giungano a conclusione. Per i filosofi moderni, non diversamente da quelli rinascimentali, “lo stimolo inibitorio alla soddisfazione immediata del bisogno apre lo spazio a quel fenomeno chiamato ‘psiche’ che consiste nel ‘tenere presso di sè’ la spinta pulsionale, che, inibita e non soddisfatta, agisce a livello immaginario e progettuale, trovando il proprio orientamento nell’oggetto che la determina e la precisa, per cui, ancora una volta, appropriandosi del mondo (sensoriale), l’uomo si appropria di sè” (U. Galimberti, 1999). Il “Bacco” di Caravaggio è consapevole di utilizzare la tecnica dell’attesa inibitoria (la macerazione), della rinuncia (putrefazione) e della procastinazione (la distillazione) della pulsione per evolvere la dimensione psichica in consapevolezza sensoriale, coscienza di sè e comprensione dei fenomeni con cui la pulsione evolve e si trasforma in volontà egocentrica di “ottenere tutto e subito”.

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B

acco e Venere hanno sempre acceso la fantasia popolare. Per gli alchimisti indicano la via della possibile

trasformazione della volontà di godersi la vita in tutte le manifestazioni in coscienza e conoscenza di sè.

Il calice, la conchiglia, la tinozza e lo specchio. “Tenere presso di sè” la spinta pulsionale ha l’effetto di accendere il fuoco del desiderio sublimato, dell’emotività creativa e infine della conoscenza del potere dell’Arte della conoscenza di sè ( Venere Urania) di evolvere la libido nelle facoltà mentali dell’affetto, della creatività consapevole e della coscienza razionale. Nell’immagine a fianco Hermes si inchina raccogliere l’acqua dei sentimenti generati dalla metamorfosi dell’anima (la luna) durante i processi di sopravvivenza, di adattamento all’ambiente e di ricerca dell’equilibrio biopsicologico. Hermes rappresenta uno stadio più evoluto di Bacco, malinconicamente adagiato a creare uno spazio tra azione e pulsione. Mentre Bacco si appresta ad evolvere la libido appetitiva in Eros (la decantazione del vino), emblema della consapevolezza sensoriale che annuncia l’estasi dell’amore e l’ebbrezza della festa, Hermes utilizza una conchiglia per raccogliere nella memoria emotiva il ricordo delle esperienze erotiche, sentimentali, cognitive e spirituali generate dall’anima. Anche la conchiglia di Hermes, come il calice di Bacco, Nicolas Locques Les rudiments de la philosophie naturelle, 1665

descrive l’intervallo di tempo (le dodici ore dell’alchimia) per creare uno spazio psichico,cognitivo e creativo (la mente alchemica) tra la pulsione e la sua soddisfazione necessario per evolvere in coscienza di sè. La conchiglia è il simbolo del tempo da dedicare

In alto Caravaggio, Bacco, particolare

alla riflessione sulla natura dei sentimenti corporei, psichici, cognitivi, morali, etici e spirituali; è il simbolo quindi dell’introversione mentale che ha il pregio di codificare le innumerevoli variazioni dell’umore psichico in carattere e infine temperamento spirituale. La Venere nuda,

Botticelli, Nascita di Venere, 1484

posta sopra una piramide rovesciata, rappresenta quindi il sistema di attrazione, convergenza

S. Trismosin Splendor Solis XVI secolo

alle numerose covariazioni che avvengono nell’ambiente esterno ed interno in continuo

e contenimento delle riflessioni in modelli “estetici” in grado di dare coerenza, unità e senso cambiamento. Il “sistema di Venere” non è solo un modo per inneggiare all’Arte del godimento sensoriale (Venere in Taurus) o all’Arte della percezione estetica (Venere in Libra), come strumenti ideali di evoluzione della libido, ma esprime soprattutto la ricerca di “strutture profonde di covariazione” astratte dall’esperienza, in grado di divenire con il tempo modelli a

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L’

anima psichica si specchia nel proprio mondo e raramente si accorge di essere adagiata su un

“grigio velo” di illusioni. Anche ciò che percepisce è parziale, poichè la verità oggettiva (il muro neutro sullo sfondo) è occultata dal desiderio, dalla passione e dalla volontà di esistere a tutti i costi. Il volto riflesso sullo specchio è sfocato all’interno della cornice nera, metafora della libido appagativa propriocezione, annulla la

che

distorce la limpidezza della

facoltà critica e

falsifica i dati

oggettivi , le parole e i sentimenti , le immagini e i contenuti dei concetti a proprio esclusivo vantaggio. La ricerca del piacere, dell’edonismo e del confort a tutti i costi esemplificano il “trasferimento” della libido nelle “ghiandole della testa”, di cui “Venere allo specchio” è interprete. D. Velazquez Venere allo specchio, 1650

cui la percezione individuale e collettiva può fare riferimento. Ecco allora che la mente di Hermes è la stessa degli artisti, dei creatori di moda e delle donne che ricercano “verità e bellezza” del proprio sentire, a cui costantemente fanno riferimento per evolvere in perfezione, armonia e amor proprio. Il tema dell’amor proprio (amor sui) è uno dei temi cardine della coscienza alchemica. Il processo di “putrefazione dei sistemi, dei dogmi e delle ideologie”, la “macerazione dei sensi e del senso di sè egopatico” e la “cancellazione del punto di vista personale” rappresentano i tre atti della Nigredo che possono sciogliere il “nodo dei sensi” (il nastro nero di Bacco) e “lavare” la coscienza da inutili retaggi ideologici e politici, da velletitarie pretese di dominio e dalla presunzione di giudicare gli altri. La “tinozza” descrive quindi uno stadio di lavaggio e purificazione di ciò che impedisce all’alchimista di continuare ad evolvere in sensibilità, emotività, affetto e consapevolezza dell’anima. Da questa prima sintesi può emergere ‘umiltà, cura di sè e moderazione’ le tre essenze mercuriali (il putto con le ali) necessarie per espandere la percezione della realtà, l’amor di sè e la cura dell’anima, sintetizzatai nelle immagini in cui “Venere è nuda davanti allo specchio”. L’alchimia della percezione sensoriale, indicata da Caravaggio nell’intenso, umile e consapevole volto di Bacco fanciullo, è frutto di un espediente che non è difficile da praticare. L’uva e le foglie di vite, metafora dei desideri sensoriali e delle immagini che ne conseguono, sono veicolati nella testa come un copricapo, a significare l’avvenuto “trasferimento” della libido appetitiva (Bacco) e appagativa (Venere) in stimolo creativo. Fantasie, immagini, fiabe, racconti, giochi, erotismo e corteggiamenti sono il naturale distillato di questa operazione di contemplazione distaccata delle sensazioni corporee e delle emozioni estetiche che “avvertono” la presenza “perturbante” del ‘potere dionisiaco’ nell’ambiente interno ed esterno. La “putrefazione della frutta” e la “decantazione” del vino rappresentano quindi un espediente simbolico-cognitivo per comprendere la necessità spirituale di procastinare la soddisfazione dei desideri in vista di una

“L’energia primaria, libido che si espande in volontà di esistere, nella sua essenza non si “trasforma” ma si trasferisce nelle sue diverse immagini. Essa cerca ciò che le manca finchè crede di individuarlo in qualcuno o qualcosa; allora entra in azione la funzione di nominare e identificare, e il mondo si costruisce con gli “oggetti” riconosciuti, individuati e formati secondo il desiderio o la paura. In tale mondo, “il mio mondo”, io mi ritrovo e posso riconoscere me stesso come in uno specchio che mi rifletta: così la proiezione di desideri e paure ha costruito il mutevole mondo psichico e, di riflesso, l’immagine sempre mutevole di me in quel mondo. Questo mondo messo in scena dal desiderio e dalla paura è quello che l’occhio della saggezza ha visto come il velo dell’illusione, il labirinto e la prigione...” Augusto Vitale, Solve coagula, pag 166.

diversa e più intensa gratificazione sensoriale (eros), emotiva (amore) e cognitiva (verità).

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L

a disattenzione(1), la distrazione (2) e l’incapacità di focalizzare la situazione in tutti i suoi

elementi (3) sono gli aspetti deteriori della percezione sensoriale descritti metaforicamente nei volti dei primi tre studenti che si trovano a sinistra del dipinto. Al centro, vicino al Dottor Tulp, emerge lo studente che ascolta con attenzione le parole anche senza guardare le immagini (4), mentre gli altri tre, disposti secondo una logica alchemica, esprimono una qualità di percezione superiore alla media attivata dalla concentrazione mentale (5), dalla focalizzazione cognitiva sui testi e sulle parole dell’insegnante (6) e dall’abilità della percezione sensoriale simbolica (7) di procedere per astrazioni concettuali, schemi sintetici, visioni schematiche, sintesi creative e simboli sostitutivi delle parole come le lettere, i numeri, i colori, le freccie, ecc.. in grado di codificare e “comprimere” l’informazione nella memoria semantica invece di quella operativa a breve termine.

7 6 5

1

4

2 3

Rembrandt Lezione di anatomia del dottor Tulp, 1645

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I

l cactus di Brueghel (vedi Q1) e i due angioletti, metafora di un preciso programma di evoluzione della

percezione critica generato dall’introversione psichica (il cerchio), suggeriscono all’alchimista di essere consapevole della “libido percettiva” (il corvo mangia gli occhi) e di non “proferir parola” senza prima aver realizzato le facoltà della percezione sensoriale cognitiva (6) e simbolica (7). (“Impara l’arte e mettila da parte”)

6

7 6

Anatomia della percezione (l’arte) finalizzata agli scopi (libido percettiva). Anche Rembrandt, pochi decenni dopo Caravaggio, elabora una straordinaria sintesi dei processi di evoluzione della percezione sensoriale attivati non più dall’Eros, ma dal desiderio di conoscere la verità. La condizione preliminare posta da Rembrandt è che l’alchimista abbia sufficiente energia mentale per modellare gradualmente la percezione sensoriale in un vero e proprio strumento di conoscenza. “La lezione di anatomia del Dottor Tulp” è il banco di prova di ciò che l’allievo è stato in grado di “affinare mentalmente” durante la fase di introversione psichica della libido. La neurofisiologia alchemica procede per schemi di sviluppo della coscienza che sono strettamente connessi alle modificazioni psichiche, per cui l’introversione

7

“Studia cos’è la tua arte, di cosa faccia parte, quel che tu sai di quest’arte, davvero è la tua arte, tutto quel che è fuori di te, anche dentro è, così scrisse Trismosin” (Aureum Vellus, 1598)

di “Bacco” è propedeutica per generare una diversa circolazione degli imput sensoriali provocati dai “travasi di bile nera, rossa e gialla” nel sangue o dalla veicolazione del “flegma” (l’adrenalina prodotta dalle surrenali) nei vari canali di conduzione dell’informazione al cervello (il sangue, la linfa, il fluido cerebrospinale). La trasformazione dell’anima psichica, vittima o arteficie dell’illusione sensoriale connessa alla ‘secrezione biliari’ (umore), in anima intellettiva dotata di autocontrollo (carattere), matura attraverso la consapevolezza cognitiva delle sensazioni che informano sulla natura e l’origine dei conflitti con l’ambiente esterno. L’ambiente interno è preservato dall’istinto di conservazione peculiare del ‘pleroma femminile’ in grado di attivare processi di trasformazione chimica, magnetica e persino nucleare dell’energia psichica. Allo stesso modo lo sviluppo sociale della percezione sensoriale ha lo scopo di preservare la specie attraverso il sistema di avvertimento cognitivo e di difendere il territorio, la società e la cultura con l’utilizzo di sistemi sempre più sofisticati di osservazione della realtà (la percezione dei satelliti spaziali). Raccogliere informazioni in modo appropriato è quindi fondamentale per sopravvivere e realizzare gli strumenti, le tecniche e i mezzi adatti per riportare l’organismo individuale e sociale in equilibrio. Rembrandt codifica nei volti degli allievi tutte le potenzialità della “propria arte” di “comprendere la realtà’ attraverso l’evoluzione dell’energia psichica in attenzione, concentrazione, focalizzazione e contemplazione.

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M H

FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA LE OPERE DELLA COSCIENZA ALCHEMICA

“Rafforzare l’Io, renderlo più indipendente dal Super-Io, ampliare il suo campo percettivo e perfezionare la sua organizzazione, così che possa annettersi nuove zone dell’Es. Dove era l’Es, deve subentrare l’Io. E’ un’opera di civiltà, come ad esempio il prosciugamento dello Zuiderzee.” (S. Freud, l’Io e l’Es)

LA RIVOLUZIONE SENSORIALE

“Bellezza, Verità e Perfezione” rappresentano la quintessenza dei valori ricercati dallo sguardo dell’artista rinascimentale che integra dentro di sè le “potenze” dell’ anima femminile contenute simbolicamengte nella ‘conchiglia’ da cui emerge Venere Urania, emblema dell’Arte Alchemica in procinto di approdare sulla terra e quindi di materializzarsi nella realtà. Evolvere nei principi edonistici, estetici e analogici di Venere, indissolubilmente contrapposti a quelli aggressivi di Marte in cui è preminente l’azione tesa a soddisfare le pulsioni istintive della sopravvivenza e della realizzazione immediata delle condizioni in grado di riportare l’omeostasi individuale e collettiva, significa aderire a un modello di sviluppo dell’identità e della personalità praticamente scomparso dal codice culturale occidentale contemporaneo. Le facoltà evolutive di Venere, presenti nel patromonio genetico del sesso femminile, si sono orientate per millenni a fungere da elemento moderatore ed equilibratore dell’istinto aggressivo maschile. L’istinto di conservazione della specie e di adattamento all’ambiente peculiare del pleroma femminile ha generato la civiltà degli insediamenti urbani, della cultura materiale, dei sistemi sociali e famigliari e, non ultima, la costruzione della “psiche” intesa come dimora dell’anima. Ma se l’impegno a realizzare la “casa dell’anima” si traduce in un effettivo miglioramento delle condizioni materiali, al punto da esaltare il talento del corpo maschile per la scienza, la tecnica e la tecnologia, è pur vero che negli ultimi cinque secoli si è verificato un inesorabile declino del potere filosofico e religioso di influire sui comportamenti individuali e la politica delle istituzioni delegate a guidare le scelte e le sorti della società. Il tramonto dell’Occidente, annunciato dai filosofi, culmina nelle guerre, negli eccidi e nelle macerie del XX° secolo e non accenna ad esaurirsi. La coscienza razionale emersa dall’Illuminismo è stata in grado di assorbire le crisi e le paure suscitate dalla penuria di risorse materiali e a orientare la libido collettiva sui valori civili sanciti dalla rivoluzione francese; tuttavia i modelli morali, etici e spirituali prodotti dal pensiero scientifico, dai sistemi economici e dalle istituzioni civili e religiose si sono rivelati inadatti a suscitare una più profonda consapevolezza e conoscenza

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UTOPIE ALCHEMICHE La percezione dell’anima (il cigno), ovvero l’individuo che guida le sue azioni a partire

LA PERCEZIONE FEMMINILE AL POTERE

dalle sensazioni, dagli affetti e dai sentimenti che evolvono nei tre cuori della spiritualità alchemica, deve subentrare alla percezione modellata dalla libido (il corvo), incapace di selezionare ciò che è buono, giusto

e

utile

alla

trasformazione

dell’identità umana (l’io) nell’identità spirituale (il Se). Il cigno subentra al corvo così come la percezione dell’io sotenuta dai valori dell’anima deve subentrare all’Es, e cioè alla pulsione dell’individuo e della società a ripetere gli errori generati dalla percezione finalizzata agli scopi. Questa forma di percezione, arteficie del progresso materiale e scientifico e del regresso spirituale nella palude del consumismo, deve essere compiuta, come dice Freud, come un indispensabile atto di civiltà.

Frate Basilio Valentino Chiave IX, 1550 Le dodici chiavi de la filosofia

dei valori umani, delle risorse creative e delle potenzialità spirituali che da secoli si manifestano nell’animo umano attraverso un processo millenario di coevoluzione genetica e culturale. L’evoluzione della coscienza occidentale si arresta inesorabilmente sul piano materiale e si espande nella dimensione civile, culturale e religiosa nei consueti parametri definiti dal potere, dalla ricchezza e dal prestigio personale. Cinque secoli di imperante proliferazione della percezione maschile hanno modellato i giochi di potere dei più abili, astuti e informati a discapito di coloro che privilegiano gli affetti, i sentimenti, il rispetto e la condivisione delle risorse. L’alchimista del XVI° secolo avverte l’incedere pericoloso della libido cognitiva nei processi di strutturazione della realtà. Sotto i suoi occhi avviene la nascita del metodo moderno d’indagine della verità basato sulla teoria matematica, le dimostrazioni scientifiche e gli esperimenti in laboratorio. Nello stesso arco di tempo (1550 - 1660) assiste impotente alla morte di tutte le speranze dispiegate dall’Utopia razionale connessa a una concatenazione alternativa del pleroma degli istinti in cui è vivo e vegeto l’istinto di appropriarsi della vita fino all’ultimo respiro, di possedere ricchezza e bellezza senza limiti e la volontà dell’individuo di esistere e di affermarsi nel mondo. La Chiave IX di Frate Basilio Valentino descrive l’ipotesi di una diversa combinazione dei ruoli sociali al fine di realizzare una nuova circolazione delle idee e dei contenuti di coscienza e una rinnovata concezione e percezione del mondo. L’Utopia alchemica è un evento biologico e culturale che si insinua all’interno del corpo psichico individuale e collettivo quando gli istinti di matrice femminile si sostituiscono a quelli maschili nel compito di selezionare e definire una conoscenza pertinente l’uomo e le priorità economiche, sociali e politiche a cui riferirsi. In questo schema crociato, nato dall’incudine e dal martello dell’alchimia millenaria, la percezione femminile svolge il ruolo preminente di guida, scelta e orientamento delle sistema “circolare” delle decisioni. La rotazione antioraria annuncia la necessità di introdurre un nuovo criterio di approccio alla soluzione dei problemi, anche in vista dell’insorgere della “complessità” che sembra irridere delle semplificazioni logiche,

La riflessione di Frate Basilio Valentino non inneggia a nessuna “fantasia o utopia” al potere. Nella chiave IX non si fa nessuna allusione alle facoltà femminili, in cui predominano le funzioni relative all’eborazione delle pulsioni in fantasie o immagini, di poter fungere da guida per l’individuo o la società. La donna è in questo caso l’emblema della percezione in azione. Ai suoi piedi l’alchimista colloca il pavone, simbolo della percezione sensoriale, mentre sulla sua testa dispone il cigno, simbolo della percezione emotiva delle madri che evolvono in coscienza razionale attraverso l’esperienza degli affetti e dei sentimenti morali. Se la costituzione democratica dei paesi occidentali è modellata sul senso di responsabilità del buon padre di famiglia, ovvia conseguenza del prevalere della ragione materiale sui valori dell’anima, l’alchimista rinascimentale inverte i poli e colloca al suo posto la coscienza della madre di famiglia, attenta a prendersi cura dei figli, dal cibo fino all’istruzione; ad assumersi la responsabilità morale e, attraverso la percezione sensoriale, ad avvertire l’insorgere dei bisogni, dei desideri, delle speranze e delle aspettative dell’anima all’interno del corpo, del gruppo o della società (il cerchio). Alla percezione adeguata agli scopi prefissati dall’anima (il corvo guarda a occidente) e alla percezione sensoriale finalizzata allo sviluppo spirituale (la fenice) il compito poi di agire (i piedi dell’uomo) per realizzare le condizioni di equilibrio filtrate dalla percezione creativa, cognitiva e simbolica (la testa dell’uomo) che emerge dagli insegnamenti psicologici, filosofici e spirituali (i tre cuori di cigno) trasmessi dall’Arte alchemica.

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ARTE ALCHEMICA L’EQUILIBRIO DEI RUOLI (la bilancia di Veermer) Il romanzo “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen descrive con particolare acume la sostanziale differenza di metodo che caratterizza e distingue l’indagine maschile da quella femminile. L’orgoglio maschile e il pregiudizio femminile possono risolversi creativamente se le parti invertono i ruoli e la percezione femminile, procedendo a osservare, scrutare, sondare e filtrare dal passato gli elementi positivi, diventa l’elemento guida dell’azione. Il metodo circolare, congenita alla sensibilità intuitiva delle donne, degli artisti e degli individui creativi, produce una maggiore plasticità nelle decisioni che si traduce in un grado superiore di libertà di pensare e immaginare cose nuove e creative. La cultura della solidarietà, della pace, della condivisione delle risorse, del rispetto delle differenze, della tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico e spirituale descrive compiutamente il modello scelto dalla società occidentale di relegare la “percezione dell’anima” sul piano della critica sociale quando i danni sono stati già fatti. Veermer scopre invece il talento della percezione femminile (la virtù della Prudenza) di riportare ordine ed equilibrio all’interno della coscienza sociale (il panno blu). L’alchimia delle sensazioni in sentimenti morali (la collana di perle) evolve infatti nella capacità istintiva dell’anima creativa (la donna è incinta) di giudicare e discriminare con saggezza ed equilibrio i conflitti presenti in tutti i rapporti (la bilancia).

deduttive e assiomatiche dei filosofi e degli scienziati incapaci di definire il mondo attraverso numeri, parole, astrazioni e schemi matematici. Per la filosofia alchemica esiste una inseparabilità del mondo oggettivo dal soggetto indagante, per cui ogni nozione, intuizione e deduzione logica dipende dalla qualità della percezione influenzata a sua volta, secondo uno modello circolare, dallo stato di coscienza, dalle aspettative, dal desiderio e dalla libido di conoscere. Il cerchio descrive l’aspetto circolare dell’indagine per cui “le conclusioni che se traggono su di un versante, quello della realtà ad esempio, vengono riferite alla psiche del soggetto indagante, che modificando il proprio metodo di osservazione e la propria struttura nel campo della coscienza ritrova nella realtà esterna aspetti nascosti a una prima osservazione, che possono essere svelati solo quando il soggetto cambia all’istante la propria prospettiva di studio del modello di indagine”. (Diego Frigoli, 1999). Il concetto di circolarità del metodo di indagine descrive la necessità di tornare spesso sui propri passi, di filtrare gli elementi positivi del passato e di rinunciare a progredire senza soste. La possibilità concreta di conoscere la realtà, di indagare i fatti con obiettività e di svelare i trucchi esercitati dalla libido individuale e collettiva, richiede la disponibilità mentale di rivedere le proprie opinioni e convinzioni, di esercitare le facoltà del dubbio e della riflessione e di ridefinire le proprie scelte sulla base di una rinnovata (rinascente) comprensione della realtà. Questa disponibilità diventa possibile se la razionalità finalizzata al progresso accetta di confrontarsi con il pragmatismo etico femminile, più aperto al dialogo, al confronto, al dibattito e alla svalutazione dell’orgoglio sessuale, mentale e spirituale peculiare del pensiero maschile. Riesaminare le proprie azioni, ritornare con la memoria alle sensazioni primarie e rielaborare la percezione della verità alla luce di una effettiva conoscenza della realtà psichica e materiale che domina incontrastata nella vita occidentale, elimina uno dei difetti più macroscopici della percezione dell’anima occidentale, spesso accecata dal pregiudizio, influenzata dalle informazioni “che provengono dai canali potentati” e incline a non andare a fondo nell’analisi degli elementi in gioco e delle possibili conseguenze generate dalle proprie azioni (pensieri,parole, opere e omissioni).

Vermeer, Donna con bilancia, 1664

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M H

THEATRUM CHEMICUM EMBLEMI DELLA CONOSCENZA INTUITIVA

Theatrum chemicum


M H

THEATRUM CHEMICUM EMBLEMI DELLA CONOSCENZA INTUITIVA

“L’uomo è di una sprovvedutezza biologica unica, e si rivale di questa carenza soltanto alla sua capacità di lavoro, ovvero alle sue doti per l’azione” (A. Gehlen, L’uomo) “Esperienza significa disporre di un insieme di atteggiamenti organizzati, maturati a partire dalle risposte positive ottenute dalle nostre azioni. Queste hanno disegnato per noi il mondo” (U. Galimberti, Psiche e Techne)

Alchimia della coscienza sensoriale

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EMBLEMA II L’AMORE DEL CUORE

Caravaggio e Michelangelo Il sapere del corpo

Mentre Bacco giunge a “macerare i sensi” e a sciogliere il ‘nastro nero’ che lega l’anima al mondo del piacere e dell’edonismo fine a se stesso, San Giuseppe descrive invece il sacrificio della libido nel lavoro quotidiano in cui è necessario “applicare” l’amore vero, ovvero le qualità di attenzione, scrupolo, sensibilità, intuizione, passione e logica che caratterizzano tutte le “cose fatte con l’anima e l’istinto del cuore”.

La ricerca sensoriale della verità La percezione sensoriale può essere guidata, influenzata e modificata, e in vari modi, dal

7. U. Galimberti

subconscio, dall’attenzione, dallo stimolo esterno, dalla pulsione sessuale, dal sistema delle

La casa di psiche, 2006 Feltrinelli editore

convinzioni, dalla libido di possedere l’oggetto del desiderio, oppure dall’intenzione consapevole di voler vedere, comprendere e assimilare gli elementi di bellezza (frequenze infrarosse), di verità (vibrazioni ultraviolette) e di perfezione (equilibrio di rosso e blu) che sono racchiusi nelle immagini, e solo nelle immagini, così come si presentano agli occhi della

8. A. Gehlen

L’uomo, 1940 L’uomo nell’era della tecnica, 1956

coscienza. Già nelle prime opere Caravaggio sviluppa i temi della conoscenza critica della realtà (vedi Q1) che conducono in breve tempo la curiosità creativa dell’artista a indagare tutti

9. Agnes Heller

gli aspetti e i contenuti di ‘bellezza, verità e perfezione ‘presenti nelle parole del Vangelo. Le

Teoria dei sentimenti (Editori Riuniti, 1980)

vicende e i soggetti delle sacre scritture, investiti dall’intenzione dell’anima intellettiva di comprendere, interpretare e rendere attuale la “coscienza sacra”, inspirano all’artista i principi di una nuova “musica”. Nel dipinto “Riposo durante la fuga in Egitto” Caravaggio giunge a definire il silenzioso rapporto che lega le intuizioni sensoriali (la madre) con le emozioni del cuore (il figlio). Maria e il figlio Gesù, teneramente abbracciati in un momento di riposo,

10. Hesther Harding

L’energia psichica, la sua fonte e la sua trasformazione, 1947 (Astrolabio, 1984)

descrivono il legame indissolubile di pensieri ed emozioni, di intuizioni e senzazioni, di ricordi e sentimenti che si forma all’interno dell’individuo che si sofferma, anche solo per un attimo,

11. A. Pandolfi

a riflettere sui contenuti dell’esperienza. Dall’altra parte della coppia, San Giuseppe incarna la

Natura umana (Il Mulino, 2006)

coscienza sensoriale dell’alchimista che rinuncia ad interferire (il padre putativo) con pensieri critici, idee pre-confezionate e intuizioni astratte nel processo di elaborazione delle informazioni

12. Klibanski, Panofski, Saxl

sensoriali proveniente dal sistema automatico della percezione (la Vergine Madre) collegato

Saturno e la melanconia (Einaudi, 1984)

alla memoria emotiva (Gesù bambino). La presenza dell’asino sulla scena rende esplicita l’intenzione di Caravaggio di ricondurre la “ricerca della verità” su un livello pre-razionale in grado di esonerare l’intelletto dall’impegno, dall’ansia e dalla sofferenza di non riuscire a comprendere la logica della vita, i molti perchè dell’esistenza o le ragioni della follia scatenata dai “proseliti di Erode” che da secoli proseguono imperterriti a fare strage di innocenti.

Nella pagina a sinistra Caravaggio Riposo durante la fuga in Egitto, 1595

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Michelangelo,

Creazione di Adamo,1510

“E’ scritto che il primo uomo, Adamo, fu fatto anima vivente, ma l’ultimo Adamo spirito vivificante. Ma non v’è prima lo spirituale, bensì lo psichico; lo spirituale viene dopo. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre, il secondo invece è celeste. E quale è l’Adamo terrestre, tali anche i corpi (istinto,pulsione, libido); quale è celeste , tali anche i corpi (autocoscienza, autoespressione, autodeterminazione). E come abbiamo portato l’immagine dell’Adamo terrestre, così porteremo l’immagine di quello celeste. Quello che affermo, o fratelli, è che nè la carne nè il sangue possono possedere il regno di Dio, nè la corruzione ereditare l’incorruttibilità. Ecco che vi svelo un mistero: noi non moriremo tutti, ma tutti saremo trasformati, in un attimo, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba...” San Paolo, Lettere

Coscienza “putativa” e conoscenza sensoriale alchemica (Adamo celeste) Il riposo della Sacra famiglia durante fuga in Egitto viene reinterpretata da Caravaggio in chiave metaforica al fine di stabilire un punto fermo della ricerca spirituale. L’assenza di egoicità conduce l’io putativo (San Giuseppe) ad esercitare un ruolo unicamente rappresentativo. Non è il padre biologico del “bambino” poichè le “emozioni del cuore” sorgono spontanee indipendentemente dalla volontà dell’individuo, così come non si intromette mai, in nessun passo del Vangelo, nel rapporto che

unisce

l’esperienza delle emozioni (il figlio) con

l’elaborazione percettuale delle intuizioni (la madre). Ciò significa che l’io alchemico deve rinunciare alle facoltà peculiari del linguaggio e del pensiero logico-razionale di descrivere la realtà, poichè il corpo (l’Adamo celeste) è in grado di elaborare autonomamente un sapere sufficientemente logico e intuitivo poichè capace di cogliere la verità direttamente dalle immagini riflesse, e di fare leva sulle facoltà della percezione sensoriale di comprendere il tutto a partire dall’indizio allusivo della parte. Per gli studiosi moderni, come Gehlen, tale capacità, già in azione a livello percettivo-motorio, percorre tutti i processi cognitivi fino alle forme più

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evolute del linguaggio logico e translogico. L’apertura al mondo dei sensi, regno incontrastato della consapevolezza emotiva (lAdamo ermafrodita) che evolve dalla cura del corpo, dalla sensibilità epidermica e dalla propriocezione, è all’origine della conoscenza sensoriale, rappresentata nella relazione che il corpo divinizzato (Adamo celeste) instaura con Dio (la Verità). A partire dunque dalla conoscenza delle sensazioni, e dalla loro nominazione (il giorno della creazione del mondo naturale), l’alchimista sviluppa la capacità analogica di estendere la comprensione della realtà attraverso la percezione cognitiva dei sentimenti corporei (il Logos) e attivare quindi le facoltà dell’autoespressione (il Verbo) con cui è possibile accedere a stadi superiori di conoscenza simbolica (Adamo allunga il braccio ed è toccato dalla Sapienza ermetica). “Il mondo dei sensi è dunque simbolico, e questo significa che allusioni, abbreviazioni, parti anteriori e intersezioni, ombre, riflessi, qualità cromatiche o formali vistose bastano a dar conto delle masse reali degli oggetti. L’opportunità biologica di questo fatto risiede da un lato nell’esonero e

nell’accelerazione delle reazioni in tal modo possibili,

dall’altro, e soprattutto, nell’essere la visione panoramica possibile soltanto in aree simboliche”8 Questa forma di esonero e accelerarazione delle reazioni, resa possibile dalla decisione di astenersi da ogni forma di analisi, calcolo o giudizio schematico (il cosidetto “paraocchi”), consente alla ‘mens cogitativa’ di cogliere e memorizzare intere aree di allusioni. “Soltanto allora è possibile abbracciare con uno sguardo complessivo superfici alquanto estese, e la percezione, che così può ignorare singole masse, si rende disponibile per prestazioni superiori, appunto panoramiche” (Gehlen, 1956). L’alchimista che “fugge” nella terra d’Egitto, chiamata anticamente Al - Khemia (terra nera), si appresta così a iniziare lo studio dei “segni, dei simboli, delle allegorie e dei geroglifici” indispensabili per ricostruire il Sapere che ha origine nell’argilla, la prima materia con cui Dio modella l’Adamo terrestre.

Michelangelo concepisce la Genesi della ‘coscienza umana’ e la sua trasformazione in ‘coscienza divina’ alla luce della filosofia di San Paolo. Per l’Apostolo la salvezza dell’uomo è somatica e cosmica per cui l’uomo psichico nasce, cresce e muore all’interno del corpo (l’Adamo terrestre), ma ha la possibilità di espandersi nel mondo della conoscenza (il pneuma) e nel mondo della coscienza (lo spirito) divenendo egli stesso spirito vivificante (l’Adamo celeste, simbolo di autocoscienza, autoespressione e autodeterminazione). Nelle lettere ai Corinzi San Paolo definisce il processo di trasformazione del ‘soma sarchico (la carne), del soma psichico (il desiderio) e del soma pneumatico (la libido cognitiva)’ nel corpo spirituale di Adamo (coscienza di Sè), come un evento che può avvenire in un attimo, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba... o al tocco di un dito.

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Il tronco principale dell’albero è tagliato. Ciò significa che il flusso delle azioni indotte dalla Libido materiale (1) deve essere interrotto, troncato di netto. L’alchimista della ‘prima vertebra del tronco encefalico’ (2. autocoscienza) deve ‘assopirsi’ e assorbire se stesso nella percezione dei sensazioni, procastinando la soddisfazione della libido sessuale (3. il braccio di Adamo è appoggiato sul ramo inferiore). Dal tronco principale emerge un secondo ramo da cui dipartono tre rami anch’essi tagliati, metafora della necessità alchemica di interrompere il flusso della libido appetitiva (4), appagativa (5) e percettiva-mondana (6). I tre rami rappresentano i prodotti sociali della libido sensoriale che devono essere inibiti, contenuti e controllati poichè da essi dipartono le risposte illusorie di cui si nutre l’anima psichica, ovvero: l’oppio della religione rassicurante, il prozac della filosofia che trascende la realtà e il miele dell’estetica che gratifica il palato, ma non l’occhio dell’anima che vuol conoscere la verità (7) e trasforma la libido materiale (1) in libido di conoscere Dio (!, i due pollici)

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1

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4 6

Michelangelo,1509 Creazione di Eva

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La creazione di Eva Un secolo prima di Caravaggio, in forma didascalica, ma di fortissimo impatto intellettuale, Michelangelo si impegna a ricostruire questo “antico sapere corporeo” negli affreschi eseguiti nella volta della Cappella Sistina in Vaticano. Procedendo a ritroso nel tempo, dalle storie di Noè deriso dai figli perchè ebbro di vino, fino al momento della creazione della luce, Michelangelo descrive in panoramica lo sviluppo della percezione/conoscenza in relazione agli stati di coscienza. Tale sviluppo non avviene linearmente

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nel tempo in modo naturale, ma richiede ai ricercatori dell’al- khemia di tornare indietro nellla memoria, di regredire a uno stadio pre-razionale al fine di comprendere, attraverso le storie della Genesi, il mistero della creazione di Eva. La nascita di Eva, non a caso collocata dopo la creazione dell’Adamo celeste in cui emergono le qualità dell’autocoscienza, dell’autoespressione e dell’autoderminazione (la prima costola), descrive in metafora la capacità dell’anima intellettiva di apprendere direttamente, attraverso il sistema della percezione (intelligentia agens) la conoscenza dei processi di ‘decodificazione’ degli ‘imput sensoriali’ in segni intelleggibili, intuizioni creative e segni simbolici. L’anima della donna che evolve nei sentimenti filiali e materni è il modello naturale della possibile trasformazione dell’anima psichica di Eva, costantemente tentata ad appagare i desideri sensoriali, nella nuova Eva celeste, progenitrice delle funzioni evolutive primarie che gli alchimisti identificano nell’anima intellettiva delle madri, nell’intelligentia agens dei “cercatori di verità” e infine nell’intellectus peculiare dei filosofi e degli artisti dell’Arte Alchemica. La nascita di Eva celeste è l’elemento cardine di tutta la prassi alchemica che si fonda sulla devozione che l’anima nutre per le immagini sacre. Dalle facoltà psichiche sensoriali (Maria) ha origine il processo di metamorfosi dell’anima attraverso l’intelligenza di sintesi (la Vergine) e l’intelletto intuitivo (la Madonna), indispensabile viatico per comprendere il linguaggio translogico trasmesso dai simboli, dai sogni e dalle visioni apocalittiche che hanno origine nel subconscio, nell’inconscio e nell’iperconscio. Non è possibile comprendere l’arte sacra, la filosofia naturale, la mistica di Eckhart e la fede nei miracoli della Madonna se si sottovaluta il fenomeno della “proiezione” stimolata dalle immagini sacre come il frutto di una una ebbrezza mistica irrazionale, priva di fondamento, verità e sapienza.

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8 9 7

!

Il Padre dell’alchimia spirituale non ha un nome, ma tuttavia ha un volto in cui esprime saggezza e comprensione. L’Arte Alchemica (8. l’indice) insegna all’anima psichica di Eva, progenitrice di ogni evoluzione della materia, ad aver fiducia nei processi di elaborazione delle sensazioni in coscienza morale, etica e spirituale. Attraverso lo sviluppo delle sei modalità della percezione sensoriale (autoavvertimento psichico, propriocezione, introspezione, proiezione, immaginazione e meditazione) l’anima psichica evolve in Venere Urania (l’anima che conosce se stessa) e infine nella Vergine dell’Annunciazione (l’anima che intuisce la verità), punto di arrivo della pedagogia dell’Arte alchemica e soglia per dare il via all’itinerium mentis in Deum, ovvero al percorso che conduce a “illuminare” l’intelletto dell’anima (10). L’intelletto sensoriale intuitivo, il nous descritto da Aristotele, è sintesi di “percezione sensoriale agente” e di “intelletto intuitivo passivo” in grado di associare le sensazioni alle immagini, le emozioni alle metafore e i sentimenti alle allegorie e quindi di decodificare, attraverso un filo biunivoco (9), le immagini in chiave simbolica (8) e le chiavi simboliche in esperienze della conoscenza di sè, del mondo e della verità pertinente l’uomo (2)

Come nella vicenda biblica dei tre figli di Adamo, sparsi in tutto la terra a generare le razze, le culture e le religioni, anche la coscienza occidentale si espande in senso orrizzontale in ogni parte del mondo materiale, ma non conquista ancora una reale fiducia nelle potenzialità creative generate dalla trasformazione della libido (Bacco e Noè) e in quelle trascendenti ispirate dalla metamorfosi dell’anima psichica (Eva) in anima intellettiva (Venere e Diana) e Mens intuitiva (la Beatrice di Dante, l’Elena faustiana di Goethe e le varie Muse dell’arte). La fiducia nei poteri della propria anima di dare significato alle esperienze della vita attraverso lo sviluppo delle facoltà analogiche, anagogiche, letterali, allegoriche, metaforiche e simboliche peculiari dell’intelletto alchemico (il nous aristotelico), equivale alla prima iniziazione ai Misteri dell’Arte. Privi di tale fiducia e di tale esperienza non saremmo in grado di apprezzare l’opera di Omero o il cinema di Kubrik, o di provare emozioni sensoriali (intuizioni) o emozioni cognitive (ispirazioni). La creazione di Eva dipinta da Michelangelo descrive l’intero processo di trasformazione dell’anima psichica nell’intelligenza agente, ovvero nella percezione sensoriale in grado di proiettarsi ‘obliquamente’ nel mondo spirituale, previo una preliminare opera di “potatura” dell’albero su cui giace la libido assopita di Adamo. La rinuncia dell’anima alchemica a fungere da sostegno alla cultura materiale (il tronco principale) ha reso possibile la nascita della religione, della filosofia e dell’estetica, i tre rami generati dall’anima intellettiva. La cultura occidentale ha sempre guardato con sospetto alle facoltà intuitive degli artisti, dei filosofi e delle donne di esplorare il mondo invisibile dei sentimenti, dell’inconscio e degli archetipi che modellano incessantemente i fenomeni psichici individuali e collettivi; per fortuna, l’alchimia della percezione sensoriale in percezione simbolica ci ha gratificato dei capolavori del Rinascimento, delle opere di Proust, del teatro di Shakespeare, del cinema di Altman, delle intuizioni di Jung e di molta buona letteratura femminile. Il discorso filosofico di Michelangelo (e di gran parte dei ricercatori contemporanei) parte da un presupposto teorico confermato dalle teorie scientifiche: il mondo della materia (Adamo) e il mondo della psiche (Eva) “rappresentano un vero e proprio continuum, una sorta di oceano energetico, che a seconda della sua condensazione può diventare materiale o intensificarsi in frequenze elevatissime, proprie degli stati psichici (e spirituali)”

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M H

THEATRUM CHEMICUM ALLEGORIE DELLA CONOSCENZA INTUITIVA

“L’uomo primordiale stava meglio perchè ignorava qualsiasi restrizione pulsionale. In compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era molto esigua. L’uomo civile ha barattato una parte della sua possibilità di felicità per un pò di sicurezza”

(S. Freud, Il disagio della civiltà, 1929)

La Genesi del Male dalla percezione sensoriale alla conoscenza simbolica Il Diluvio dipinto da Michelangelo definisce lo schema delle risposte psichiche con cui l’umanità fa fronte alle crisi, alle difficoltà e al problema della sopravvivenza. Alcuni gruppi di individui, quelli dotati di istruzione e di conoscenza (la scala a pioli) salgono sull’Arca credendo di aver raggiunto la salvezza. Un altro gruppo si affanna e lotta in mezzo alle acque, sopra una barca in procinto di affondare. Un terzo gruppo, il più saggio, si carica sulle spalle il peso, l’impegno e il sacrificio di sostenere l’anima psichica (la donna sulle spalle) nel processo di metamorfosi della pulsione della paura e del desiderio in consapevolezza sensoriale, senso di sè e amore per i figli e la famiglia. La rappresentazione di Michelangelo riconduce la percezione sensoriale dell’immagine in effettiva conoscenza della scena/testo per cui esiste un rapporto diretto tra immagine e sentimento e tra sentimento e comprensione simbolica.

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Michelangelo,1508 Il Diluvio Universale Ebbrezza e derisione di Noè Sacrificio di Noè

Il sacrificio della libido

Gli stadi di apprendimento della

Michelangelo rilegge la Genesi riconoscendo nell’argilla (il corpo) e nell’acqua (la psiche) gli

sintassi sensoriale-simbolica

elementi primari con cui Dio crea l’Adamo terrestre, ovvero il primo nucleo dell’identità alchemica (l’ermafrodito) che riconosce dentro di sè il valore evolutivo delle sensazioni e degli affetti che maturano nella prima alchimia con l’anima psichica della donna. Adamo ed Eva rappresentano il modello rinascimentale del continuum energetico in grado di creare la realtà

1. parafrasi del testo nel lessico sensoriale: sensazioni, emozioni sentimenti corporei trasmessi dalle figure.

visibile e invisibile, il mondo delle forme e dei nomi, l’universo delle parole e dei molteplici

2. comprensione del testo in

significati di cui le parole possono disporre quando sono associate alle immagini. Il “Paradiso

chiave alchemica: contenuti di

Terrestre” rappresenta per gli alchimisti l’ambiente interiore naturale in cui può avvenire senza

coscienza, esame conflitti ed

soluzione di continuità l’estensione energetica della pulsione in desiderio soddisfatto e,

elementi in trasformazione

viceversa, la contrazione della psiche nel mondo materiale, ovvero quell’intrinseca reciprocità fra soma e psiche che è il fondamento di ogni realtà evolutiva sia della specie che

3. Studio degli aspetti translogici del linguaggio iconografico: simboli, metafore e allegorie

dell’individuo. Quando l’individuo evolve al di fuori dell’equilibrio naturale che esiste tra la

4. studio degli aspetti retorici,

coppia “soma maschile e psiche femminile” (solo una coppia di animali entra nell’Arca di Noè),

semantici, compositivi della

e insorge il disturbo psicosomatico, la crisi, il complesso e la depressione (il Diluvio universale),

rappresentazione:

significa che la tentazione esercitata dal serpente (la libido) ha prodotto uno spostamento

analogie psicologiche (chiavi),

dell’equilibrio energetico e che la ricerca del piacere, del godimento e dell’ebbrezza (Noè

sintesi filosofiche (emblemi),

deriso dai figli perchè ubriaco) ha prevalso sulla ricerca dell’equilibrio e dell’armonia. Il rimedio di Noè, progenitore dell’alchimia sociale, è l’unico che garantisce la sopravvivenza e

concetti iniziatici (sigilli). 5. Contestualizzazione dell’opera in rapporto alla cultura del tempo

l’evoluzione materiale della specie. Michelangelo descrive nel “Sacrificio di Noè” la funzione

(codice condiviso), dell’intenzione

sociale del lavoro come strumento di contenimento della pulsione creativa e di sacrificio della

spirituale dell’artista (codice

libido individuale in nome del benessere collettivo. I figli di Noè lavorano in nome del

creativo) e confronto con altre

benessere (il fuoco), dell’agiatezza materiale (le interiora dell’animale) o della sicurezza

analoghe esperienze creative e

economica (l’allevamento del montone), per uscire dallo stato di sopravvivenza e lasciarsi alle

spirituali (codice universale)

spalle le prove della trasformazione della libido in creatività (il bue), della pulsione psichica in consapevolezza (l’asino), del desiderio mentale in volontà di conoscere gli ostacoli da

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Peccato originale (Adamo: autocoscienza Eva:propriocezione del peccato) “L’anima ha due occhi: uno interiore: uno interiore l’altro esteriore. L’occhio interiore (enterocezione) è quello che guarda nell’essere e riceve il proprio essere da Dio ( libido o autocoscienza) senza alcuna mediazione: è la sua operazione propria. L’occhio esteriore dell’anima (esterocezione) è quello rivolto verso le creature, che percepisce secondo il modo delle immagini e di una potenza.. Quando Dio rivolge il suo sguardo alla creatura, le dona con ciò il proprio essere (libido o autocoscienza)..” Meister Eckhart, Sermone

Michelangelo,1509 Peccato originale e cacciata dal Paradiso

Nella scena del “Peccato originale” il serpente non offre la mela, ma intreccia il dito medio sinistro con il dito indice sinistro di Eva. Il linguaggio delle dita, chiamati sigilli in occidente e mudra in oriente, sono un mezzo esoterico di trasmissione del sapere che riguarda la ‘tentazione della carne’. La ‘libido di conoscere’ (il medio del serpente) si intreccia con il sistema della propriocezione (l’indice sinistro) di Eva, mentre l’indice di Adamo, proteso a cogliere il frutto della conoscenza, dichiara che la percezione sensoriale (il settimo senso) è in grado di assimilare i contenuti simbolici delle immagini. Il frutto della conoscenza simbolica, generato dal desiderio dell’anima di evolvere nella conoscenza di Dio, illumina la comprensione della presenza della libido istintuale in ogni aspetto della vita, visibile e invisibile. La conoscenza del ruolo del serpente nella “Genesi di ogni Male” proietta la coppia propriocezione/autocoscienza “fuori “ da ogni forma di illusione (la cacciata dal Paradiso terrestre).

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superare (il cavallo) e infine della necessità evolutiva di sintetizzare le esperienze in memoria evolutiva (l’elefante). Quando viene meno l’istinto sociale di sacrificare la libido (e ciò accade nei periodi di agiatezza economica e di ‘rilassamento’ dei costumi sociali), di evolvere la pulsione egocentrica in amore, creatività e conoscenza (Noè, la moglie e la donna), avviene in ogni società, così come in ogni famiglia, l’eterno ritorno delle dinamiche psichiche involutive (il serpente urobos) che rigettano l’uomo nel chaos del mondo dominato dalla libido, dall’egocentrismo e dalla volontà di potere (l’Es). La tentazione di servirsi della forza, del linguaggio, dei nomi, del pensiero forte e dei simboli per soddisfare la volontà di potere, di conoscenza e di onnipotenza (la mela offerta dal serpente) è il frutto proibito colto dall’anima psichica di Eva, perennemente insoddisfatta degli obblighi, delle regole e dei doveri imposte dal “Dio dei Limiti” che opera la fine di inibire l’anelito dell’uomo a diventare “a immagine e somiglianza del creatore” per soddisfare la pulsione creativa e l’istinto di piacere. L’anima psichica è costituzionalmente fragile e soggetta non solo a subire i soprusi, le violenze o la derisione di coloro che giudicano irrazionali ogni forma di intuizione che emerge dalla percezione sensoriale, ma anche a somatizzare i sentimenti di delusione, di frustrazione, di amarezza e di costrizione in malattia. Michelangelo invece ha fiducia, come San Paolo, nelle potenzialità evolutive dell’anima psichica quando questa si rivolge al Padre per essere istruita nei principi della possibile trasformazione della percezione sensoriale in conoscenza simbolica delle immagini. La conoscenza dei simboli, come quelli dell’arte, della mitologia e dell’astrologia, dischiude a impreviste intuizioni di natura spirituale, filosofica e psicologica. Michelangelo dipinge Eva nel gesto di congiungere le palme delle due mani in un gesto di apparente preghiera. In realtà, come dimostreremo più ampiamente attraverso i dipinti di Leonardo, l’anima psichica evolutiva occidentale chiede di essere istruita ai “dieci principi spirituali” (le dieci dita) che rappresentano l’itineriarium mentis in Deum immaginato dall’alchimia rinascimentale per raggiungere il vertice della sapienza e dell’amore di Dio.


Cacciata dal Paradiso Terrestre e Ritorno al Paradiso Celeste.

“Io dico inoltre: se l’anima deve conoscere Dio, deve anche obliare se stessa; perchè non vede e non conosce Dio finchè vede e conosce se stessa.

(l’autoconoscenza filtrata dalla religione, dalla psicologia, dalla filosofia, dall’estetica, dalla new age e dalle discipline orientali, ecc). Se invece si perde per amor di Dio e rinuncia a tutte le cose, allora ritrova se stessa in Dio. Mentre conosce Dio, conosce se stessa e tutte le cose, da cui è separata, in modo perfetto in Dio” Meister Eckart, Sermoni tedeschi)

Pur accusato di essere troppo indulgente nei confronti della Chiesa cattolica, Michelangelo realizza all’interno del Tempio della cristianità uno degli emblemi più forti ed eloquenti di tutta l’Alchimia occidentale. Eva si solleva dalla costola di Adamo nelle vesti dell’intelligenza agente (intelligentia agens), termine con cui il filosofo arabo Avicenna (1089 - 1128) descrive il potere dell’anima di sondare le verità nascoste attraverso le facoltà della percezione sensoriale. Riprendendo i concetti dell’alchimia araba e della filosofia di Aristotele, Michelangelo traduce in immagine uno dei concetti più difficili da comprendere per la razionalità occidentale. La verità non si conosce tramite l’esclusivo uso della ragione ma, utilizzando specifiche tecniche di “selezione, filtro e setaccio” delle informazioni provenienti dall’interno del corpo (enterecezione) e dal mondo esterno (esterocezione), il filosofo genera da sè il proprio spirito, ovvero la comprensione di ciò è reale, vero e univoco per il bene dell’anima. Il fenomeno della percezione/conoscenza simbolica è di fatto una sintesi di ciò che l’anima (l’intelligenza agente) è in grado di assorbire dal mondo esterno, dai libri, dalle conversazioni e dai mass media in rapporto alla coscienza individuale e collettiva. Eva si proietta all’esterno seguendo una inclinazione di 45°, metafora di una specifica tensione generata dai sentimenti del conflitto e della frustrazione, così come la percezione si proietta all’esterno alla ricerca della luce della verità in grado di sollevare l’individuo dal “sonno dell’incoscienza”. Il nous aristotelico descrive quindi una specifica autonomia dell’intelletto attivo di agire

nel campo della percezione

sensoriale al fine di attirare a sè le conoscenze, le informazioni, le esperienze e le circostanze più idenee a realizzare la felicità dell’anima sulla terra. Perchè ciò avvenga è indispensabile “troncare i tre rami dell’allbero”, metafora dell’inibizione, del contenimento e del controllo della libido di autodeterminarsi con l’azione egocentrica, il pensiero e la propria immaginazione. Ecco allora che l’introversione della libido istintuale di Adamo, addormentato sul ramo più basso, ha il potere di mettere fine alla pulsione istintiva di curare, istruire e modellare l’anima secondo modelli che esulano dalla verità che emerge dalla conoscenza della Genesi.

L’eresia alchemica, quella che più di ogni altra disturba la funzione taumaturgica del perdono cattolico, è incritta nella scena della “Cacciata dal paradiso”. Per la coscienza alchemica la spada dell’angelo puntata sulla nuca, “sede cerebrale” di tutti i processi di selezione delle informazioni sensoriali provenienti dal corpo, corrisponde all’evento iniziatico in cui l’individuo diventa consapevole della forza propulsiva, aggressiva e autoreferente indotta dalla libido sessuale e della sua estensione in libido appetitiva, appagativa e percettiva. La conoscenza di sè che emerge dalla consapevolezza del desiderio non induce sentimenti di pudore o di vergogna, ma richiama alla memoria le funzioni evolutive della Temperanza, la prima delle virtù alchemiche. L’angelo della Temperanza, simbolo di inibizione, contenimento e controllo della pulsione, rappresenta un modello di autocoscienza alternativo all’indottrinamento cattolico, fondato sul senso di colpa e l’espiazione del peccato tramite la confessione. (autocoscienza differita)

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M H

INIZIAZIONI ALL’ARTE I CODICI DELL’ESPERIENZA CREATIVA

“Il problema di colui che soffre nell’anima riguarderebbe molto più il direttore spirituale che il medico, ma il malato, nella maggioranza dei casi, consulta prima il medico perchè ritiene di essere malato fisicamente e perchè certi sintomi nevrotici possono essere attenuati con le medicine. Il problema della guarigione è un problema religioso. (C.G.Jung, “I rapporti della psicoterapia con la cura delle anime”)

CARAVAGGIO: SACRIFICIO, MARTIRIO E MORTE DELL’ANIMA PSICHICA

Caravaggio

Religione e psicologia sono le due facce opposte della stessa medaglia. Negli ultimi decenni

1. Martirio di Sant’Orsola, 1609 2. Martirio di San Matteo,1600 3. Morte della Vergine, 1604

del novecento si è ridotto l’influsso della dottrina cattolica all’interno della società occidentale, anche se rimane forte il richiamo della Chiesa a perseguire i valori dell’anima, il perdono e la volontà di pace, solidarietà, comprensione e tolleranza. Mai come in questi ultimi decenni la coscienza occidentale si interroga sulla validità del sistema di cura, educazione e istruzione dell’anima, da sempre sottomessa a un ruolo marginale di sostegno di tutte le funzioni dell’essere sociale. Ego, individualità, identità e personalità rappresentano i quattro aspetti del ‘piccolo io’ studiato, analizzato e destrutturato in tutti i suoi disturbi e alienazioni dalla scienza psichiatrica, psicoanalitica e psicologica. Per la critica contemporanea “l’alienazione di fondo - ovvero la malattia - che affligge tutta una civiltà, ha origine religiosa. La menzogna iniziale e fondamentale è di porre qualcosa di “soprannaturale” e qualcosa no, isolando il “soprannaturale” e tenendolo per sè. Da questo atto di ingiustizia per il quale si prende un testo e lo si dichiara divino, con la superstiziosa concezione di un Dio che fa una cosa e non un’altra...da questo servilismo e utilitarismo nell’ambito religioso procede il servilismo e l’utilitarismo nell’ambito psicologico.”1 L’anima occidentale è passata dalla cura dello spirito affidata al clero, alla cura del corpo delegata ai dottori senza soluzione di continuità, per cui di fatto l’anima ridotta a fenomeno psicosomatico rimane tuttora defraudata della libertà di autodeterminarsi e di evolvere secondo coscienza. Costretta fra il giogo della morale convenzionale, le tentazioni mistiche e l’illusione di potersi rigenerare con tecniche new age o filosofie orientali, l’anima psichica contemporanea non è affatto diversa da quella celebrata da Caravaggio. La riflessione rinascimentale è profondamente attuale e rivoluzionaria per certi

1. Marco Vannini

La morte dell’anima dalla mistica alla psiologia (Casa editrice Le Lettere, 2003)

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aspetti e può essere compresa a partire dal concetto rinascimentale di Salus in cui la salvezza dell’anima coincide con la salute delll’anima psichica (Maria), concepita come uno stadio provvisorio della coscienza di sè in “transito” verso una dimensione mentale (la Vergine) caratterizzata dalla consapevolezza dei sentimenti morali e dalla percezione critica della realtà.


CARAVAGGIO ATTO SECONDO LA MORTE DELL’ ANIMA

3 1

2

“Non c’è un sapere dell’anima diverso dal sapere di Dio. Non si tratta infatti di due realtà diverse, come due oggetti sul mio tavolo: Dio e l’anima sono la stessa cosa. Dio è spirito, e anche l’uomo, la sua anima, sono essenzialmente spirito. Non vi può essere un’indagine sull’anima che non sia indagine sulla verità in sè, sul valore in sè, dunque su ciò che chiamiamo Dio. Il sapere dell’anima si acquisisce scendendo nel profondo, analizzando, cioè dissolvendo, i vari contenuti, i vari legami (i nodi e i nastri dipinti dagli artisti rinascimentali sul petto o le spalle delle dame), fino a mettere a nudo la radice egoistica dell’io (e dell’anima stessa), la sua appropriatività (la libido). Bisogna giungere alla fine di questo “io”, ovvero alla morte dell’anima (lità), dello psichismo. Il profondo, il fondo, che è fondo senza fondo, dell’anima, è ben distinto dalle sue potenze, ovvero facoltà. Non è un “luogo” dell’anima, ma il suo vero essere.” (M.Vannini, 2003) Per l’alchimia rinascimentale il ‘Fondo dell’anima’ ha origine nel chaos della materia psichica e quindi nella consapevolezza degli istinti e delle pulsioni (l’opera al nero). Poi evolve nella coscienza delle sensazioni e della percezione di sè (l’opera al rosso) in grado di “trasmigrare” l’anima psichica nelle facoltà intuitive dell’intelletto sensoriale attraverso la pratica filosofica e artistica del distacco, della rinuncia e dell’abbandono del ‘piccolo io’ in cui avviene l’illusoria identificazione con le emozioni generate dallo psichismo irrazionale indotto dalla paura e dal desiderio (1), dalle passioni e dalle pulsioni (2), dall’ignoranza e dall’inerzia (3).

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MC

CARAVAGGIO ATTO TERZO LA CURA DELL’ANIMA AS

DS

Il concetto alchemico di cura dell’anima è associato alla definizione di equilibrio energetico fra soma e psiche. L’abitudine diffusa ad esercitare l’egoicità, termine con cui Meister Eckhart non distingue differenza tra la pulsione affermativa dell’io o dell’anima, è considerata la causa dello spostamento eccentrico dell’energia vitale dal suo asse, e quindi della libido dai suoi fini evolutivi. Il distacco, la rinuncia e l’abbandono delle cattive abitudini (alimentari, emotive, relazionali, ecc..) spinge l’anima alchemica ad elaborare autonomamente e autarchicamente le sensazioni (gli acini d’uva) che emergono dal “Fondo dell’anima”. Spostando la libido di esistere, e godere della vita in forma compulsiva, sulla percezione di sè (il discendente), l’alchimista realizza l’esercizio dell’equilibrio spirituale basato sulla morte dell’illusione. Scrive Eckhart: “Perciò devi cominciare da te stesso e abbandonare te stesso. In verità, se non fuggi prima te stesso, dovunque tu fugga troverai ostacoli e inquietitudini. Chi cerca la pace nelle cose esteriori, si tratti di luoghi o modi d’essere, di gente od opere, di paese lontano, povertà o umiliazione - qualsiasi cosa sia - ciò è nulla e non darà pace. Chi cerca così, cerca in modo completamente sbagliato: più si allontana e meno trova quel che cerca. Costui incede come colui che ha perduta la strada: più si allontana e più si fuorvia. Che cosa deve fare allora? Deve prima di tutto abbandonare se stesso: così abbandona tutte le cose. Nostro Signore ha detto: “Chi vuole seguirmi rinunci prima a se stesso”. Tutto dipende da questo. Vigila dunque su di te, e non appena trovi te stesso, rinuncia al tuo io; questa è la cosa migliore che tu possa fare.”

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AS: ascendente (identificazione con l’io materiale) DS: discendente (percezione di sè) FC: fondo dell’anima (consapevolezza vigile, concentrazione psichica, coscienza di sè) MC: mediocielo (realizzazione dell’equilibrio psicosomatico attraverso le “potenze” dell’intuizione e dell’ispirazione)

FC Caravaggio, Bacchino malato, 1593

Ridotta a praticare di sua spontanea volontà forme irrazionali di autosacrifico, l’anima psichica di Sant’Orsola rifiuta di cedere alle lusinghe dei barbari e viene trafitta da una freccia, mentre lo stesso artista, consapevole dell’inellutabilità dell’evento,sembra sospingerla incontro al suo destino (vedi Q1). Ma l’istinto di autosacrificio non è solo appannaggio esclusivo dell’anima delle madri, delle mogli o delle sante. Nel “Martirio di San Matteo” lo sguardo di Caravaggio irrompe nella scena per osservare gli effetti nefasti prodotti dal misticismo, dal fanatismo religioso, dalla superstizione e dalle suggestioni irrazionali nell’anima psichica che vaga alla ricerca di ‘salute, verità e salvezza’ . Salvezza e salute coincidono solo nella verità alchemica che emerge dalla percezione sensoriale (il primo apostolo piange per l’emozione), dall’esercizio delle virtù cardinali (il secondo apostolo apre le quattro dita della mano destra) e dalla pratica del dubbio, della riflessione critica e dell’analisi razionale delle evidenze (il terzo apostolo scruta con attenzione il corpo incrociando le braccia). La morte dello psichismo è considerato dall’arte alchemica come un evento necessario e ineluttabile, indispensabile nel processo di trasformazione della ‘Materia in Spirito’. Oggetto di desiderio, di commercio e di sfruttamento da parte della libido altrui, l’anima psichica (Maria) deve abbandonare le spoglie mortali per rivestire i panni della mente illuminata dalla ragione (la Vergine), ed essere infine assunta e incoronata in cielo nelle vesti lucenti della piena coscienza di sè (l’Assunta in cielo). Il Transitus di Maria dalla terra al cielo racchiude in sè una teologia della salvezza dell’anima che Caravaggio sintetizza con maestria dipingendo la Vergine come una donna comune, gonfia per la malattia e le gambe scoperte. La consapevolezza dellI’inutilità del sacrificio di sè, della stupidità del martirio quotidiano e la morte delle illusioni, della vane speranze e delle effimere certezze di conquistare un posto al sole, conducono l’anima alchemica a voltare le spalle (Bacchino) all’identificazione con il “piccolo io” (ascendente) per cercare nella vigile percezione di sè (il discendente), le tracce di quel fondo dell’anima (il Se mentale collocato nel centro della fronte) da cui può avere origine ogni speranza di salvezza e di salute.


M H

ARS CHEMICA EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA

Ars Chemica

1


M H

ARS CHEMICA EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA

SAMSARA L’istruzione alchemica

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Caravaggio,1605 San Francesco in preghiera


L’ OPERA AL ROSSO ATTO PRIMO LA RUBEDO DEI SENSI

La regola alchemica Nel Primo Rinascimento (1330 - 1440)

rinuncia a soddisfare gli appetiti e i desideri

avviene una nuova intepretazione della

corporei istituita dagli ordini penitenti (il

Genesi da parte dei filosofi, dei teologi e dei

teschio). La sintesi delle due regole,

ricercatori che studiano i testi della tradizione

rappresentate da Caravaggio nell’immagine

religiosa ebrea e cristiana all’interno delle

di San Francesco in preghiera, definisce il

prime Università

e nelle biblioteche degli

cammino (samsara) che l’alchimista deve

ordini conventuali. Nello stesso tempo la

percorrere per mettere fine alle illusioni di cui

straordinaria

Francesco

l’anima psichica si nutre. In uno dei suoi

d’Assisi (1181-1226), proclamato santo

pochi scritti San Francesco ribadisce uno dei

pochi anni dopo la morte, diventa per gli

principi filosofici dell’alchimia: “Considera,

alchimisti un modello concreto della possibile

uomo, in quale stato eccellente ti ha messo

trasformazione dell’anima psichica (il folle, il

il Signore, poichè ti ha creato e formato a

matto, il giullare di Dio) nella coscienza

immagine e somiglianza del suo figliolo diletto

razionale in grado di codificare le fasi della

secondo il corpo, e a sua somiglianza

trasformazione spirituale in regole, preghiere

secondo lo spirito“. Ciò significa che già al

e meditazioni. Per l’Alchimia religiosa l’anima

momento della sua creazione l’uomo

psichica, e la coscienza sensoriale che la

dispone una giusta misura di “materia e

contraddistingue, può evolvere in Mens

spirito”, di un nucleo filogenetico in grado di

intuitiva e Ratio discorsiva attraverso due

formare la “coscienza corporea di Cristo” a

regole complementari: lo studio delle sacre

somiglianza del Padre. La “prima materia” su

scritture e l’ascesi della mente attraverso

cui applicare la “Regola alchemica” è il corpo

l’istruzione teologica (il libro con la croce) e la

fisico costituito di carne e energia, per cui

esperienza

di

La Regola praticata dall’Alchimia occidentale non è dissimile da quella Buddhista. Per conoscere la verità è indispensabile studiare i libri della saggezza spirituale occidentale e orientale, mentre l’ascesi dell’anima psichica nella perfezione dello Spirito/coscienza richiede all’allievo di praticare l’arte dell’introversione dell’energia vitale (libido), anche per brevi periodi. Semplicemente procastinando la soddisfazione della pulsione, del desiderio e della volontà di appropriarsi del mondo è possibile scendere il “fiume della coscienza” stretto dai due argini formati dall’introspezione e dalla meditazione. La via di mezzo descritta dal Buddha e da Piero della Francesca è la stessa che ispira Caravaggio e gli artisti dell’Arte Alchemica quando si apprestano a iniziare l’Opera al Rosso. La procastinazione degli istinti, la rinuncia ai piaceri effimeri, il sacrifico della libido, la castità morale, la pratica delle virtù e l’ascesi spirituale rimangono parole prive di significato se l’alchimista non ha una reale e concreta esperienza della pulsione sessuale, della libido istintuale e della volontà di dominio sulle cose, sulle persone e sulle parole. Il primo Atto dell’Istruzione alchemica investe l’esperienza dei sensi, affrontata sia fisicamente (l’arrossamento del corpo), sia psichicamente (la percezione sensoriale) attraverso la vigile consapevolezza del flusso delle sensazioni corporee e delle immagini che le le hannno generate (propriocezione).

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“Compiango gli uomini che si lamentano della caducità delle cose e si perdono nella contemplazione della nullità di questo mondo. Siamo qui proprio per rendere imperituro ciò che è perituro; e ciò può avvenire se si sanno valutare ambedue le cose” (W. Goethe, Aforismi)

agendo attraverso la rinuncia (o semplicemente la decisione di procastinare) a soddisfare le pulsioni istintive, i bisogni carnali e i desideri sensoriali, l’alchimista realizza uno spostamento eccentrico dell’energia biopsicosomatica dal suo asse, una contrazione della psiche nella materia (psichizzazione degli istinti) e una conseguente espansione della consapevolezza sensoriale nelle altre funzioni vitali Caravaggio,1605 San Francesco in meditazione

evolutive (l’anima, la mente, la coscienza, lo spirito e l’intelletto). La regola della rinuncia produce di fatto una introversione dell’energia psichica (la bile nera) a livello corporeo. Accompagnata dal voto di castità, di povertà e di obbedienza, la mortificazione volontaria della libido sessuale, sociale e spirituale ha il potere di espandere le “potenze” dell’anima nelle tre dimensioni ‘orfiche e dionisiache’ accessibili

alla percezione psichica: il subconscio,

l’inconscio e l’iperconscio. La graduale disidentificazione con le pulsioni subconsce e i desideri inconsci conduce l’alchimista della prima materia a confrontarsi unicamente con la dimensione iperconscia ‘trasmessa’ dai testi e dalle immagini sacre. I fenomeni psichici sperimentati da Francesco descrivono il graduale passaggio dell’anima attraverso la mistica del corpo (le stigmate della crocifissione),

della psiche (il folle di Dio),

della mente

(l’illuminazione) e infine della coscienza (morte dell’anima psichica e rinascita nella coscienza razionale). I quattro Atti della Rubedo dell’Anima compiuti da Francesco d’Assisi sintetizzano un percorso arduo e pericoloso da praticare poichè induce comportamenti sociali ‘borderline’, ovvero al limite della follia, in quanto spingono l’individuo oltre i normali parametri definiti dal comportamento sociale. Il film “Cuore sacro” ripropone l’esperienza della “rubedo” francescana in chiave moderna. La spoliazione o perdita dei beni materiali e delle ricchezze, la decisione di abbandonare la carriera, il desiderio di ‘fare dono di sè’ e la crisi dei rapporti affettivi, rappresentano i quattro stadi di morte dell’anima psichica occidentale e 1.Cuore sacro, Italia, 2005

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trasformazione della coscienza psichica sensoriale, sensibile alla compassione, alla


Caravaggio,1594 San Francesco in estasi

comprensione e al sacrificio, in coscienza razionale e risveglio delle facoltà critiche ed evolutive. La via proposta dall’Arte Alchemica è fondata sull’istruzione spirituale al fine di preparare l’anima ad affrontare con distacco e serenità i processi di trasformazione della pulsione psichica evolutiva (la bile nera, metafora di insoddisfazione e frustrazione) nel fuoco alchemico, chiamato dagli artisti rinascimentali “Furor creativo” (la bile rossa, metafora di eccitazione e di ‘delirio’ dei sensi). La morte e trasformazione dello stato psichico che caratterizza l’anima del mistico, infiammato d’amore al punto ripercorrere la “Via crucis” di Cristo, può avvenire in forme diverse e meno traumatiche. Il metodo proposto dagli artisti rinascimentali è fondato sulla “passione artistica” che può nascere in ogni individuo che evolve attraverso la pratica della propriocezione, dell’introspezione, dell’autoanalisi e dell’ascolto interiore innescate dall’introversione dell’energia vitale. L’introversione alchemica, chiamata “melanconia adusta, melancholia e melancholia generosa” a seconda del grado di ripiegamento nel corpo, nella mente o nello spirito, può avvenire per un periodo limitato di tempo. Meditazione, contemplazione e assobimento di sè nel lavoro creativo, o nello studio delle opere sacre, sostituiscono la “crocifissione dell’anima” e l’alchimista può evolvere rapidamente la coscienza sensoriale, soggetta al profluvio di impressioni, informazioni e stimoli spesso controversi, nella coscienza razionale fondata sull’analisi oggettiva degli elementi, la valutazione distaccata delle sensazioni e delle emozioni e l’esercizio delle potenzialità creative dell’intelletto di modellare la risposta alle sollecitazione esterne. Caravaggio depone la croce sopra la pietra nera (la pietra niger simbolo della Nigredo degli istinti) per enfatizzare la decisione del “Francesco rinascimentale” di abbandonare la strada della “mortificazione” della libido per abbracciare, invece, i principi dell’Arte alchemica imperniati sulla percezione razionale della realtà e la trasformazione del desiderio in amore, creatività e coscienza. Ecco allora che “Francesco in estasi” perde le stimmate, abbandona la via mistica e viene abbracciato dall’arcangelo Uriele, simbolo della coscienza razionale intuitiva che evolve dalla pratica della meditazione creativa, dalla contemplazione razionale delle immagini della realtà e dal completo assorbimento dell’io nel lavoro quotidiano.

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Piero della Francesca,1474 Dittico di Urbino Il carro del Duca di Montefeltro

LA VIA DI MEZZO Il Carro condotto dal Duca di Montefeltro, simbolo della coscienza di sè che emerge dal dominio delle passioni (l’arcangelo Uriele in piedi sopra la sfera niger), attraversa la “via di mezzo”, sospesa tra un baratro di incoscienza e una stupenda visione panoramica del paesaggio. Il “reggitor di scettro”, simbolo della Volontà di bene, indica la strada da seguire, ma è Hermes con le ali rosse, metafora della percezione cognitiva che evolve dall’esperienze dell’anima, che tiene le redini dei due cavalli bianchi, allegoria della trasformazione delle pulsioni istintive e delle reazioni psichiche in istinti resi addomesticati, docili e mansueti dall’amore e dalla conoscenza (la bardatura rossa). Sopra il carro sono disposte le quattro Virtù cardinali indispensabili per procedere sul sentiero della Salvezza dell’anima tracciato dall’Arte alchemica. Il flusso della coscienza alchemica solca il mondo materiale come un fiume e permette a ogni alchimista di dispiegare le vele dell’anima verso l’alba di una nuova consapevolezza di sè, dell’amore e dell’arte.

Per gli artisti e i filosofi del Rinascimento non è necessario mortificare la libido per raggiungere l’illuminazione della mente, ma è indispensabile seguire la “via di mezzo” tracciata da Piero della Francesca, (la stessa intuita dal Buddha), ovvero il sentiero che collega azione e percezione, emozione e riflessione, intuizione e comprensione, illuminazione e rivelazione. L’Arte alchemica non è essenzialmente diversa dall’Alchimia Buddhista: entrambe ricercano “Bellezza, Verità e Perfezione” attraverso l’espansione delle “potenze” dell’anima di “penetrare” con la percezione prima sensoriale e poi simbolica nella struttura dei fenomeni costituiti di Materia (le pietre, i cristalli e i minerali degli alchimisti medioevali) e Psiche (Marte/Venere, Mercurio/Venere, Zeus/Leda). Il linguaggio alchemico, in anticipo di qualche secolo rispetto alle attuali ipotesi sulla natura vibratoria della Materia (le “stringhe”), può così immaginare di indagare i fenomeni visibili e visibili, contrapponendo tra loro Materia e Psiche (il corpo e le pulsioni), Materia e Antimateria (l’anima e i sentimenti), Materia e Coscienza (la mente e i pensieri), e poi ancora, in una fase più evoluta, di congiungere la materia vivente costituita da ‘corpo, anima, mente’ nella “triade umana” in grado di generare la ‘Coscienza di sè’ (le Virtù del cuore) e comunicare con lo Spirito Santo, metafora della comprensione illuminante dei simboli contenuti nelle opere dei maestri e nei testi sacri. Anche il Cinema è diventato protagonista negli ultimi decenni di un rinnovato interesse verso i temi della percezione e dell’alchimia della coscienza. Il film “Samsara” narra una storia non dissimile da quella immaginata da Caravaggio nel dipingere la decisione di San Francesco di abbandonare le tentazioni mistiche e ascetiche in favore di una diversa elaborazione della conoscenza che filtra attraverso le pagine dei libri o le immagini dell’arte. Il Cinema, non diversamente dall’arte rinascimentale, ha il pregio di trasmettere contenuti di verità attraverso un progressivo dispiegamento di simboli, metafore ed allegorie che circoscrivono una particolare parte dell’Opera. La vicenda descritta è apparentemente semplice e di facile comprensione. Il significato letterale di “Samsara” descrive il periodo di tempo (percorso) in cui l’anima psichica

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L’ OPERA AL ROSSO ATTO SECONDO LA RUBEDO DELL’ANIMA

rimane immersa nel mondo delle illusioni (maya) e quindi ‘imprigionata’ nel ciclo incessante di ‘morte e rinascita’ delle apparenze a cui l’anima si aggrappa per paura di morire o per colmare il vuoto esistenziale generato dall’assenza di significati. La trama del film, realizzato in una comunità tibetana sulle montagne himalayane, ripropone il consueto dilemma della scelta fra la pratica della mortificazione della libido sessuale o della sua consapevole manifestazione creativa nel mondo degli affetti e dei sentimenti. Al termine di un lungo periodo di profonda meditazione all’interno di una grotta il monaco buddhista, ancora attratto dalla bellezza femminile e quindi dai desideri della carne, decide di prendere moglie e di abbandonare i voti di castità, di povertà e di obbedienza alla regola buddhista, non dissimile da quella francescana. La decisione di ritornare a vivere nel mondo reale introduce il monaco nel mondo dell’arte alchemica generato dall’anima delle donne in grado di conoscere la verità attraverso le facoltà della percezione sensoriale. Nel mondo materiale e nella vita quotidiana non solo è necessario dominare le passioni, controllare le reazioni psichiche e la libido sessuale, ma si devono scoprire e rivelare i trucchi perpetrati

dai ‘mercanti di grano’ per ingannare la

percezione dei contadini. Falsificare i pesi della bilancia o esercitare il ricatto economico equivale al gioco perverso che Caravaggio ravvede nei comportamenti della “zingara” e dei “bari” (vedi Q1). Tuttavia le insidie della vita non sono unicamente al di fuori dell’individuo, ma covano all’interno della Materia, come il fuoco sotto la cenere. La tentazione della carne (libido sessuale), l’ambizione di espandere il commercio verso nuovi mercati (libido materiale) e l’anelito a voler ritornare al monastero per procedere sul sentiero dell’illuminazione mistica

Nel secondo Atto, “l’arrossamento del corpo” è provocato dal desiderio dell’anima di evolvere attraverso le esperienze della creatività sessuale, artistica e intellettuale. Nell’alchimia orientale la “rubedo dei sensi” corrisponde al periodo in cui l’allievo deve imparare ad “ascoltare” le sensazioni corporee stimolate dagli esercizi di HathaYoga, mentre “la rubedo dell’anima” segna l’apertura all’esperienza dell’alchimia di coppia trasmessa nel Tantra Yoga. In occidente la creatività dell’anima va alla ricerca della passione amorosa, dell’avventura sessuale, della relazione sentimentale, della realizzazione personale in una attività o un lavoro creativo, o di una radicale soluzione dei problemi esistenziali, come ad esempio procedere per metamorfosi continue e cambiamenti di natura materiale, psicologica, estetica, culturale, relazionale, ecc... La ‘rubedo dell’anima’ corrisponde anche a un periodo in cui si sviluppa una passione artistica, sportiva o spirituale, come ad esempio praticare una disciplina marziale, oppure a un periodo in cui si seguono corsi di formazione, di autosviluppo o di apprendimento di tecniche specifiche. In altri casi l’anima preferisce viaggiare e confrontarsi con l’ambiente, culture diverse, la natura incontaminata o con situazioni difficili che suscitano l’adrenalina nel sangue, eccitazione e sete di avventura e conoscenza.

(libido spirituale) scandiscono le vicende del monaco che si trova ad affrontare le seduzioni, le umiliazioni e le frustazioni generate dai rapporti conflittuali con la “libido altrui”. Queste tre ‘bestie’ rappresentano i “tre draghi” (vedi Q1) che la coscienza deve debellare all’interno del “vas hermeticum” del cranio su cui medita costantemente il Francesco rinascimentale. Nella trama del film, così come nella vita di chiunque abbia la fortuna di condividere le esperienze

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Nella pagina destra. Piero della Francescsa,1474 Dittico di Urbino Il carro di Battista Sforza

quotidiane con l’anima di una donna, il protagonista riesce a generare una nuova comprensione della realtà e della vita in generale. Una dopo l’altra la moglie del monaco procede a rivelare la verità dell’anima, ovvero ciò che è importante comprendere e ricercare nella vita vera. La donna, interprete della coscienza razionale (il Se razionale) che evolve dalla consapevolezza sensoriale, istruisce l’anima del marito a perseguire la ‘via di mezzo’ illuminata dal Buddha. Non si deve essere accecati dall’impulso a soddisfare i desideri provenienti dall’anima psichica, dalla mente sensoriale o dalla coscienza dei bisogni corporei e materiali personali o collettivi (il Se istintuale), quanto piuttosto liberarsi definitivamente dall’illusione di poter conquistare la felicità attraverso la materia, l’ego e l’ambizione. Il bene dell’anima non si realizza perseguendo il piacere sessuale, coltivando speranze di ricchezza e imitando modelli sociali, estetici, filosofici e persino spirituali di successo. La felicità dell’anima deve essere considerata, come nella filosofia di Platone ed Aristotele, un processo di realizzazione delle finalità dell’anima (il Dharma dei buddhisti), per cui la via dell’illuminazione avviene sul piano della coscienza (spirito). La crisi del monaco, raggiunto ‘sottilmente’ dall’immagine della moglie lungo la via che lo avrebbe riportato al monastero, sintetizza la crisi dell’uomo spirituale nel suo complesso, che appartenga alla cultura orientale o che viva nel frastuono del mondo occidentale. Caravaggio descrive la crisi dell’anima nel dipinto in cui egli stesso osserva da testimone il Martirio di San Matteo e poi raffigurando se stesso nell’atto di sostenere il corpo di Sant’Orsola, martirizzata dai barbari perchè incapace di rinunciare al proprio orgoglio spirituale (vedi Q1). Sia il monaco buddhista che Caravaggio diventano consapevoli che la ricerca della verità è una cosa diversa dalla via proposta dai codici monastici, o cavallereschi, o dalle molte tecniche di redenzione prodotte dalla suggestione mistica ed esoterica. Alla fine delle tre prove, risvegliato dalla consapevolezza pragmatica della moglie che gli indica la via dell’amore e della conoscenza, il monaco alza gli occhi al cielo e intravede il volo dell’aquila nell’azzurro del cielo. L’aquila è il simbolo della realizzazione della percezione cognitiva in grado di disintegrare ogni forma di illusione,di falsità e inganno. Non è infatti possibile realizzare ‘Bellezza, Verità e Perfezione’ senza prima attuare la trasformazione del desiderio psichico e della libido cognitiva in amore, creatività, conoscenza di sè e coscienza razionale attraverso la via dell’evoluzione della percezione (l’Arte) che, non diversamente dal Tantra buddhista,

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L’ OPERA AL ROSSO ATTO TERZO LA RUBEDO DELLA MENTE

chiede agli alchimisti di annullare l’egoicità connessa alla differenziazione sessuale e alla diversa specializzazione cognitiva dei due emisferi. Piero della Francesca è stato il teorico più acuto e radicale dell’Arte alchemica, poichè il suo programma spirituale coincide con una fare politico in cui è possibile intravedere i segni di una autentica trasformazione della società attraverso la pedagogia della coscienza. Nel due dipinti del Dittico di Urbino l’artista sintetizza tutti gli elementi che devono concorrere all’interno di un programma di istruzione finalizzato alla trasformazione della libido in autocoscienza, realizzato attraverso la pratica delle Virtù cardinali e teologali e lo sviluppo del senso di sè. Il Duca di Urbino e sua moglie Battista Sforza rappresentano due modelli ideali di emancipazione dal peccato e di trasformazione della coscienza sensoriale in coscienza razionale intuitiva. Nel carro del Duca di Montefeltro, trainato da Hermes, simbolo della percezione simbolica, appaiono le quattro virtù cardinali, metafora di un preciso orientamento che l’alchimista deve dare al proprio scettro (la volontà di bene). La Temperanza, la Prudenza, la Fortezza e la Giustizia rappresentano infatti un modello compiuto di evoluzione spirituale attraverso le facoltà della parola, delle immagini e dei riti iniziatici di stimolare una diversa visione della vita. Le quattro virtù cardinali, ormai dimenticate nel limbo della morale religiosa e laica della vita, sono il fondamento della coscienza razionale in cui si riconoscono tutti gli alchimisti. Non può esserci una autentica e radicale evoluzione della percezione sensoriale in percezione simbolica se l’individuo non ha fiducia nella ‘spiritualità razionale’ che si estrinseca in tutte le opere degli artisti alchemici. La Temperanza non si insegna nei banchi di scuola, ma descrive invece una concreta intenzione di contenere la pulsione psichica, l’aggressività e la libido sessuale. La Prudenza non si insegna nei licei, ma rappresenta invece una

concreta esperienza di

trasformazione della percezione

sensoriale in consapevolezza e coscienza di sè. La Fortezza non si impara nei libri, ma selezionando, filtrando e setacciando le informazioni al fine di sintetizzare solo ciò di cui l’anima ha realmente bisogno per evolvere, l’alchimista comprende l’importanza della Salute

Il carro di Battista Sforza procede in senso contrario a quello del marito, metafora di un preciso codice di esperienze della percezione che si contrappongono all’istinto di agire, pensare e creare a partire da un punto di vista soggettivo. La percezione sensoriale alchemica è panoramica e abbraccia ogni aspetto della realtà; tuttavia è necessario espandere la conoscenza (il libro) e praticare Moderazione e Castità (le due donne alle spalle di Battista), simbolo della cautela e della purezza di intenzioni che deve caratterizzare ogni forma di indagine e di giudizio (il senso di sè psichico). Trainato dai due unicorni, simbolo della coscienza razionale intuitiva (materiale e spirituale) sviluppata dall’anima durante l’Opera al rosso, il carro percorre la “via di mezzo” portando con sè Fede, Carità e Speranza. La Carità (compassione) ispira l’anima capace di autosacrificio (il cigno sulle ginocchia), mentre la Fede sostiene il calice in cui può riversarsi il “vino” delle proprie esperienze alchemiche. La stessa Battista è infine il simbolo della Speranza che trasmette al mondo l’anima in grado di dominare le passioni (la veste rossa), intuire le verità nascoste (le maniche d’oro) ed evolvere nelle facoltà della percezione (il copricapo bianco).

(Raffaele), della Ragione (Uriele), dell’Intuizione (Michele) e della Passione per la “Bellezza, la Verità e la Perfezione” (Gabriele) di generare “Salvezza e Beatitudo”. La Giustizia infine non è una virtù che si esercita nelle aule dei tribunali, ma descrive la realizzazione delle facoltà del “Giudizio e della percezione discriminante”, essenziali per orientare le decisioni e le scelte.

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Caravaggio,1599 Vocazione di San Matteo

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a destra Piero della Francesca, 1472 Madonna di Sinigaglia

IL LINGUAGGIO DEL CORPO Interpretare il linguaggio con cui i sentimenti si manifestano nei gesti, nelle espressioni e nelle posture corporee , o semplicemente riconoscerli nei volti dei personaggi protagonisti dell’arte e della vita quotidiana, acquista un profondo significato spirituale. La sensibilità alle proprie sensazioni (enterocezione) in rapporto ai contenuti psichici, emotivi o intellettivi trasmessi dalle immagini (esterocezione) “abilita” l’anima a sperimentare le emozioni del coinvolgimento, della condivisione e della partecipazione (il corpo astrale). La commozione è il preludio della compassione e della carità; l’estasi estetica ed erotica annuncia l’avvento dell’amore e della fede, mentre la percezione della verità, trasmessa anche dalle vibrazioni della voce, attiva la speranza nell’avvento di un nuovo “Messia”. L’ Emozione delle lacrime, dell’amore e della gioia diviene “vocazione” (0) nel momento in cui la percezione sensoriale (1) evolve in coscienza critrica (2) e giudizio cognitivo (3), e poi ancora percezione intuitiva (4), coscienza creativa (5) e giudizio spirituale (6).

La via di mezzo solcata dal carro dipinto da Piero della Francesca, sospesa nel vuoto tra lo spettatore e uno straordinario paesaggio dipinto in prospettiva aerea, diventa la guida occulta di tutta la rappresentazione. Discriminare il vero dal superfluo, il giusto dall’iniquo, l’utile dal dannoso rappresenta infatti il punto d’arrivo della pedagogia della coscienza immaginata dall’Arte Rinascimentale. Non ci sono differenze morali tra il ‘buono e il cattivo’ quando la Materia riflette la “luce opaca” intrisa di aggressività, arroganza, vittimismo o accidia. La capacità di discriminare le frequenze emesse dalla luce riflessa diventa quindi un vero e proprio assillo, prima metafisico e poi scientifico, per tutti gli studiosi dell’alchimia, dal francescano Ruggero Bacone fino a Rembrandt. Gli studi sulla natura fisica del fenomeno della Luce, compiuti dal Medioevo fino agli esperimenti di Newton, testimoniano la tensione filosofica che serpeggia nelle anime degli alchimisti alla ricerca di un centro di gravità permanente dal quale guardare ogni fenomeno della vita in una prospettiva spirituale (Leonardo), oppure attraverso un cannocchiale critico (Brueghel) o uno specchio segreto (Velazquez). Ecco allora che lo studio della visione, della prospettiva e della percezione diventa il tema cardine di tutto il Rinascimento, poichè nella luce riflessa dalle immagini è contenuto un quantuum di energia in grado di stimolare l’homo salus ad agire, reagire, difendersi, chiedere giustizia e comprendere la propria vocazione. Nella luce riflessa dalle immagini dell’arte alchemica è contenuta una preziosa fonte di informazioni che sta all’anima dello spettatore rintracciare e riconoscere dentro di sè. Ogni dipinto descrive uno particolare stadio evolutivo della percezione, per cui le immagini critiche e satiriche dipinte da Brueghel sono profondamente diverse da quelle di Caravaggio, in grado di perseguire fino in fondo una ricerca che lo porterà a definire tutti gli stadi di evoluzione della percezione all’interno delle stanze “buio del cervello”. Nella “Vocazione di San Matteo” Caravaggio giunge a definire il punto di gravità permante che permette all’anima di “fare conto” unicamente sul proprio “denarius” interiore, ovvero sulle facoltà dell’anima psichica di acquistare “valore intrinseco”.

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L’ OPERA AL ROSSO

ATTO QUARTO LA RUBEDO DELLA COSCIENZA

Di fronte al giovane Matteo, rappresentato come un ragazzo qualunque, vestito alla moda del suo tempo, e con la testa china, quasi ad evitare di essere riconosciuto da chi potrebbe sfruttare i talenti della sua anima, Caravaggio dispone le monete alchemiche, metafora delle qualità dell’anima, delle abilità della mente e dei talenti corporei che ogni anima è in grado di scoprire e rivelare dentro di sè con la pratica dell’Arte. Evolvere nella percezione richiede un periodo di apprendistato presso un artista, un maestro dell’arte o un filosofo. Studiare le opere altrui, siano esse frutto dell’immaginazione razionale o della razionalità intuitiva, determina un rapido cambiamento della visione della realtà e spesso un mutamento di prospettiva in grado di modificare sostanzialmente la qualità cognitiva dell’autoavvertimento psichico, della propriocezione e dell’introspezione. Queste tre componenti della percezione sensoriale, straordinariamente rappresentate da Piero della Francesca nella Madonna di Sinigaglia e i due angeli, si combinano a loro volta con l’interesse, il desiderio e la volontà di conoscere la verità. L’alchimia della percezione avviene in “tre gradi di calore” equivalenti all’intensità del desiderio (i tre fuochi dell’alchimia) di indagare la realtà visibile e invisibile con la ragione e l’esperienza. La percezione sensoriale, rappresentata da Caravaggio nel volto del fanciullo, evolve quindi in percezione critica (l’uomo con la barba che usa l’indice) e infine in percezione cognitiva (l’uomo anziano con gli occhiali). Il movimento scenico impresso da Caravaggio conduce lo sguardo su Matteo, additato da tutti come il prescelto da Cristo, ovvero l’alchimista, artista o filosofo, in grado di rivelare la propria vocazione ad espandere la conoscenza sul piano intuitivo, creativo e spirituale. Caravaggio realizza dunque una perfetta sintesi delle esperienze alchemiche e rappresenta il movimento antiorario con cui l’Alchimia sottintende il processo di introversione dell’energia fisica, mentale e creativa. L’introversione di Matteo “descrive” un nuovo percorso neurologico delle informazioni da cui può aver origine le facoltà dell’intelletto dell’anima di esplorare la dimensione psichica (il corpo astrale), mentale (il corpo mentale) e creativa dell’esistenza (il corpo “buddhico” o aureola). A partire da queste convinzione,

L’anima manifesta autocoscienza (il Bambino Gesù) quando esprime “i prodotti naturali” della percezione di sè. Piero della Francesca sintetizza il fenomeno utilizzando tutto il codice simbolico a sua disposizione. Le braccie incrociate dai due angeli indicano che le sensazioni corporee (i piedi intrecciati) sono diventate sensazioni cognitive (il respiro dell’anima) e quindi emozioni che hanno urgenza di “sbocciare” e manifestarsi nel mondo esterno (il garofano bianco). L’autoavvertimento psichico cognitivo (l’angelo in rosa che scruta lo spazio esterno), la propriocezione (l’angelo in grigio decodifica la realtà a partire dall’enterocezione) e l’introspezione (la Madonna) strutturano il primo grado di coscienza alchemica (il corallo rosso). L’alchimista che manifesta autoconsapevolezza, conoscenza di sè e amor proprio ( i tre rami del corallo appeso alla collana di perle, simbolo delle esperienze dell’anima), realizza la Rubedo della Coscienza e congiunge il corpo psichico (l’indice) con il corpo mentale (medio), metafora di una concreta capacità di esprimere le emozioni con parole, opere e segni simbolici. La Madonna mostra invece il mignolo della mano destra, simbolo della realizzazione di un grado di comprensione delle esperienze (l’indice e il pollice della mano sinistra formano un “occhiello” aperto, simbolo dell’apertura del “terzo occhio” occidentale) che apre a una dimensione superiore di percezione logica e translogica della realtà visibile e invisibile (la luce filtra nella stanza che si intravede nello sfondo).

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“Luce e spirito, la prima dominante del mondo fisico, il secondo in quello morale, sono le energie più alte e indivisibili che si possano concepire” (W. Goethe, Aforismi) “Chi vuole grandi cose raccolga in sè tutte le forze; è nel limite che il maestro si rivela, e solo la legge può darci libertà.” (W. Goethe, Natura e arte) avvalorata nei fatti dalle straordinarie opere realizzate da Caravaggio, l’alchimista può evolvere ancora in percezione intuitiva e razionale (il ragazzo dipinto di spalle con la spada), percezione pragmatica e creativa (san Pietro) e infine in percezione simbolica e spirituale (il Cristo). “La vocazione di San Matteo” descrive quindi il percorso circolare compiuto dall’energia prima psichica (la bile), poi mentale (il flegma) e infine creativa (il fluido cerebrospinale) per giungere a illuminare la Pietra filosofale del Cristo (il Lapis), simbolo della perfezione conquistata nel percepire il punto di equilibrio permanente tra Materia e Psiche, Materia e Antimateria, Materia e Coscienza e infine Materia e Spirito, S. Botticelli, Calunnia,1495

in grado di sciogliere i nodi del conflitto, della dualità, della sofferenza psichica e dell’ingiustizia sociale. La linea che congiunge l’indice di Cristo con Matteo descrive il filo invisibile che congiunge la “Luce e lo Spirito” dei maestri con l’alchimista che si impegna ad espandere le qualità dell’anima (le virtù), le abilità della mente (la percezione simbolica) e i talenti creativi (intuizione e ispirazione). La poetica dell’Arte alchemica raggiunge con Caravaggio i punti più sublimi di “Emozione” (Venere Urania), considerata la Dea dell’autoavvertimento psichico cognitivo in grado di percepire la presenza sottile delle frequenze di luce in cui è possibile ravvisare una speranza di “Bellezza, Verità e Giustizia”. Botticelli invece, in forme più radicali e didascaliche di Caravaggio, dipinge nella “Calunnia” il manifesto della ‘Giustizia morale’, poichè la giusta discriminazione della verità oggettiva scaturisce dall’emozione etica e non da quella estetica. Venere, simbolo dell’emozione in grado di segnalare (il dito puntato verso l’alto), la presenza invisibile della Verità, è scrutata con attenzione da Penitenza, metafora della percezione morale esercitata dai giudici e dai saggi. La verità dei fatti (l’uomo ignudo con le mani giunte in cerca di giustizia) è manipolata, trascinata per i capelli e portata in giudizio da Calunnia affinchè la percezione sensoriale e le facoltà di giudizio di re Mida, offuscate dalle arringhe degli avvocati del diavolo (il Sospetto e l’Ignoranza), possa essere distorta e dare ragione alle richieste dell’accusa (Livore, dipinto nel gesto di proiettare con la mano sinistra una versione unilaterale della verità). La verità dei fatti è suscettibile di essere modificata da documenti falsificati o contraffatti (la Frode) oppure depistata dalle false accuse (l’Invidia), per

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L’ OPERA AL ROSSO L’EMOZIONE ALCHEMICA

cui non è possibile stabilire con certezza la “nuda verità” che dovrebbere emergere da un dibattimento probatorio. Eppure l’Arte e la Spiritualità alchemica generano “una archittettura filosofica“ così imponente che diventa possibile stabilire a priori le regole per giudicare l’operato degli uomini. Sullo sfondo del dipinto Botticelli dipinge tre volte architettoniche, metafora della progressiva illuminazione delle virtù spirituali, delle facoltà cognitive della percezione e dei talenti creativi e intellettuali indispensabili per fare chiarezza (il cielo limpido) sui torti o le ragioni, sugli alibi o sotterfugi e infine sulla purezza o malignità delle intenzioni. Giudicare le azioni di un uomo dalle sue virtù è certamente uno delle questioni più scottanti per la coscienza occidentale, tanto più che il ‘Giudizio etico’, spesso decisivo per l’evoluzione della scienza e della conoscenza, sono affidate a Istituti, Enti e Congressi che sono privi, per autonomasia, di una autentica identità morale e di una ponderata coscienza etica. La filosofia alchemica eredita dalla cultura greca i significati più qualificanti delle virtù cardinali, espressione di un concreto passaggio a un codice di valori in cui sono privilegiate le finalità dell’anima. Il Bene supremo per l’anima è la felicità terrena e la felicità terrena non può esimersi dal confronto critico con la ricchezza di emozioni (il denarius) conquistata dall’alchimista che evolve in conoscenza di sè, dei propri sentimenti e del proprio destino spirituale. “Penitenza”, emblema del sistema legislativo, educativo e religioso indispensabile a garantire la convivenza civile, si accorge che l’Arte Alchemica (Venere) possiede una luce e una ricchezza di significati morali in grado di “discriminare” senza esitazioni la verità dalla menzogna. Questa capacità di giudizio non emerge dalle facoltà dell’intelletto razionalizzatore, al quale spesso Penitenza chiede consiglio (vedi Q1), ma si concretizza nell’individuo che evolve attraverso le virtù dell’anima. La Verità alchemica incarnata nel corpo statuario di Venere Urania, simbolo dell’anima psichica che evolve nella mente sensoriale in cui sono attive la consapevolezza e conoscenza di sè, rappresenta un modello di trasformazione della coscienza che la cultura occidentale ha presto demonizzato, sotterrandola sotto il peso di “Calunnie” infamanti. Il sapere del corpo che emerge dall’esperienza diretta (la Gnosi) di ciò che significa amare Dio in tutte le sue forme, immagini e prove, è sempre stato in contrasto con i dogmi della chiesa e della scienza. Agli artisti rinascimentali va dunque il merito di aver compreso e reso visibile e concreta la via artistica alla trasformazione della libido (la lunga treccia di Venere arriva fino al pube) nel potere dell’ “Emozione” di canalizzare le opere dello

Lo scopo dell’arte alchemica è trasmettere l’emozione di conoscere attraverso le “funzioni cognitive” dei “tre cuori” racchiusi da Frate Basilio nella Chiave IX. Per gli artisti del Rinascimento ci sono tre gradi di emozione collegati all’esperienza dell’Eros (il cuore fisico), dell’Amor (il cuore alchemico) e al riconoscimento della Verità (il cuore spirituale). Le tre aperture di luce dipinte da Botticelli sullo sfondo descrivono metaforicamente l’opera al nero, al rosso e al bianco immaginate dall’Alchimia per evolvere nella conoscenza di Thanatos (i sette vizi capitali), di Psiche (le otto pulsioni psichiche istintive) e della Giustizia divina (le Nove muse e le nove Virtù). Eros, Amor e Verità, “scagliati” come fulmini da Giove nel “cuore degli uomini”, hanno il potere di risvegliare “Passione, Coscienza e Immaginazione” all’interno del corpo fisico, considerato l’athanor, la fornace, in cui divampano i tre fuochi della trasformazione alchemica. L’Emozione alchemica è un fenomeno che appartiene all’alchimista che evolve nell’arte della percezione a partire dall’autoavvertimento psichico cognitivo “incarnato” nel corpo nudo di Venere. Emozione è dipinta da Botticelli nel gesto di stabilire una connessione significativa fra ciò che sta in alto (il dito indice della mano destra allude allo Spirito alchemico) e ciò che sta in basso (l’indice della mano sinistra piegato), metafora di uno specifico programma di trasformazione creativa della coscienza del “Figlio” nella stessa sostanza del “Padre”, attraverso le numerose connessioni “neurologiche” generate dal linguaggio simbolico (la treccia di capelli di Venere/Hermes)

Spirito Santo (il dito puntato verso l’alto) sulla terra, metafora di una comprensione translogica, divina e trascendente dell’esperienza umana spirituale, sempre viva e perfetta nei secoli.

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FONDAMENTI DELL’IDENTITÀ’ SPIRITUALE I SIMBOLI DELLA TRASFORMAZIONE SPIRITUALE

“Ricorri a Maria. In Maria, infatti, c’è una umanità pura, pura non solo nella corruzione, ma pura anche per singolarità di natura. Il Figlio certamente esaudirà la Madre e il Padre esaudirà il Figlio. Figlioli, Lei è la scala dei peccatori, Lei la più grande mia fiducia, Lei la ragione di tutta la mia speranza...” (San Bernardo abate, dai “Sermoni”)

LA METAMORFOSI DELL’ANIMA INTELLETTIVA Assunta in cielo e Regina del cielo. Regina di salvezza e Madre prudentissima. Madre misericordiosa e Madonna del Rosario Per l’alchimia rinascimentale la morte dell’anima è un evento iniziatico che coincide con la fine di tutte le illusioni. Non c’è speranza di salute e di salvezza per l’anima psichica (Maria) se l’ego individuale (il Figlio) non rinuncia a perseguire schemi di benessere, progetti di autorealizzazione e sentieri di conoscenza ispirati dalla “cultura dell’alienazione” derivata dalla religione, dalla psicologia, dall’ideologia o da tutte quelle forme di ‘cura animarum’ che somministrano terapie corporee o metodi mentali per eliminare le afflizioni, le sofferenze, le ansie e le angoscie psichiche scatenate dai rapporti conflittuali con la realtà. La coscienza occidentale (il Padre), attraverso le sue istituzioni, non è in grado di aiutare l’anima psichica a risolvere i suoi problemi, ma può solo a lenire il dolore, guarire le malattie e sostenere l’individuo e la sua essenza incarnata (il Figlio/coscienza individuale) a intraprendere l’iteneriarium mentis in Deum, ovvero la trasformazione della mente sensoriale prima nella mens imago Dei (l’ Assunta in cielo) e poi nella mens imago sapiens (Regina del cielo). La morte dell’illusione di poter delegare ad altri la salute e la salvezza dell’anima è il primo dei principi filosofici che sta alla base dell’albero filosofale. Solutio, Calcinatio, Hylatio e Separatio rappresentano infatti i quattro atti ispirati dall’arte alchemica per condurre l’alchimista a diventare consapevole di se stesso attraverso la macerazione dei sensi (Solutio), la cancellazione del punto di vista personale (Calcinatio), la rinuncia a criticare e giudicare sulla base delle proprie convinzioni (Hylatio) e infine la decisone di non dipendere nè materialmente, nè psicologicamente dal partner o dagli altri (Separatio). Queste semplici 1. Marta Breuning, Albrecht Durer e l’ottuplice sentiero dell’anima, 2004 Pietro Negri editore

regole producono una graduale liberazione dell’anima dalla dipendenza dai sensi (desideri sensoriali), dalle sensazioni e dalle reazioni subconscie (ansia, paure e angosce irrazionali scatenate da una percezione limitata della realtà), dalle critiche e dal giudizio morale altrui (attenuazione della sensibilità psichica, emotiva provocata dai sentimenti feriti) e infine da ogni

2. Solm e Turnbull Il cervello e il mondo interno , 2002 Raffaello Cortina Editore

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forma di vincolo, limitazione o senso di colpa connessa agli aspetti della gratitudine, della riconoscenza o del sacrificio altrui. L’anima psichica, sciogliendo il nodo dei sensi, diventa


RITI INIZIATICI L’INCORONAZIONEL

Raffaello Incoronazione della Vergine,1502

consapevole dei sentimenti, apprende il significato evolutivo delle emozioni ed espande le facoltà cognitive della propriocezione per cui a ogni sensazione corporea (enterocezione) corrisponde, anche simbolicamente, uno stimolo esterno ben definito (esterocezione). Il passaggio da una percezione psichica di sè, spesso confusa e priva di chiarezza emotiva, a una percezione mentale della realtà, è interpetrato magistralmente da Raffaello nel dipinto “Incoronazione della

Vergine”. L’artista dispone tutti i simboli dell’avvenuta ”assunzione”

dell’anima psichica di Maria nelle sfere celesti in cui può essere istruita alla conoscenza ed esperienza dell’alchimia interiore (la corona posta sul suo capo dal Figlio, simbolo della Filosofia e della Psicologia alchemica). L’Anima, libera dalle ‘cinture psichiche’ che la mantengono ancorata al mondo delle illusioni (maya) e dotata di sufficiente amor proprio per pensare alla cura di sè, del proprio corpo e dell’istruzione della mente, può ora confrontarsi con il Corpus di insegnamenti alchemici fondati essenzialmente, in questa prima fase, sullo studio della percezione. Alla base dell’albero filosofale l’alchimista disegna l’aquila, simbolo della percezione cognitiva della realtà e del “collante mentale” (il gluten, la colla dell’aquila) in grado di collegare le sensazioni con le immagini, le emozioni con le trame della vita e i sentimenti con il sistema delle motivazioni, dellle decisioni e delle scelte che modellano l’azione e il pensiero di ogni individuo. A destra dell’albero appare il leone rubens, simbolo del Senso di sè creativo arteficie della trasformazione della bile nera (la frustazione dell’anima) nella bile rossa, metafora della ricerca delle potenzialità psiche creative connesse alla circolazione dell’adrenalina (il mercurio con le ali) nel sangue. L’eccitazione psichica peculiare

L’Incoronazione della Vergine rappresentata da Raffaello ha significati diversi dall’Assunta in cielo dipinta da Velazquez. L’Assunta in cielo descrive infatti l’ingresso dell’anima nel mondo dell’alchimia come fruitrice passiva dell’arte, mentre l’Incoronazione segna l’inizio dell’esperienza creativa e dell’apprendistato alchemico. L’artista riceve la corona d’oro (la conoscenza del linguaggio simbolico) direttamente dal maestro, oppure indirettamente dall’aurea apprehensio (il corpo mentale) trasmessa dai libri e dalle opere dell’arte alchemica. L’anima realizza così, come nel film “Scoprendo Forrester”, le prime esperienze creative e dalla tomba, metafora del corpo istintuale, sbocciano i dodici fiori bianchi, metafora della comprensione diretta, priva di filtri, della realtà in tutte le sue forme simboliche (i dodici segni e i dodici apostoli). La Vergine incoronata, seduta alla destra del figlio, descrive quindi la qualità espressiva dell’artista che rivela a se stesso le potenzialità dell’emisfero destro di tradurre in immagini e simboli gli insegnamenti ricevuti, filtrati attraverso una sintesi creativa delle proprie esperienze. Da questo momento in poi nelle immagini dell’arte sacra compaiono i quattro angeli musicisti, metafora della realizzazione della musica generata dalla metamorfosi dell’anima (gli otto angeletti) che inizia a diffondersi in ogni parte dell’etere.I

dell’anima che avverte istintivamente le sensazioni del pericolo, le emozioni della paura e i sentimenti dell’ansia e dell’angoscia, evolve attraverso la pratica dell’arte in consapevolezza sensoriale, sufficente condizione per interiorizzare l’adrenalina all’interno dei canali psichici (le nadi degli orientali). L’alchimia della percezione sensoriale avviene contemporaneamente sia attraverso le intenzioni dell’anima di sciogliere il nodo dei sensi (Maria regala a Tommaso la

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RITI ALCHEMICI LA CONTEMPLAZIONE ALCHEMICA “Il polittico dei sette dolori” dipinto da A. Durer descrive per immagini simboliche il processo di evoluzione dell’anima attraverso le esperienze a volte drammatiche della vita. Le prove del dolore fisico, della sofferenza psichica, del disagio mentale, della frustrazione interiore, dell’aridità creativa ed emotiva, dell’alienazione mentale e della perdita definitiva del senso di sè e del significato della vita, sono oggetto di studio, di analisi e di cura da parte delle centinaia di scuole di psicologia, psicoanalisi e psichiatria. L’anima psichica di Maria è il nucleo portante di ogni trasformazione ed è in essa che San Bernardo ha estrema fiducia. Le esperienze dei sette dolori sono latenti nel cuore di ogni uomo, in attesa che la spada del destino entri in azione per “lacerare la carne, dissanguare l’anima e consumare lo spirito”. Tuttavia l’arte alchemica promuove, attraverso la percezione cognitiva delle immagini e delle trame dei romanzi, dei libri, dei film e dei testi sacri, un percorso di “redenzione” da compiersi virtualmente. Non occorre aspettare che l’irragionevole pulsione a lamentarsi della vita irrompa nella vita, come un ospite sgradito che turba l’equilibrio interiore. L’istruzione attuata attraverso la percezione (il copricapo bianco) è l’unico training in grado di stimolare l’anima ad abbandonare l’involucro psichico (Durer non dipinge i piedi di Maria) ed evolvere invece nell’involucro mentale (le braccia incrociate sul petto) e infine creativo (l’aureola), dove è solo possibile sanare ogni forma di contrapposizione tra Materia e Spirito.

A. Durer, Il polittico dei sette dolori, 1500

cintura rossa), sia a livello neurofisiologico (l’apostolo con il mantello rosso impugna il simbolo della trasformazione “verticale” dell’energia). La conoscenza dell’energia interiore (la madre) in grado di sostenere tutti i processi di trasformazione biopsicospirituale della libido che accadono all’interno del corpo fisico (il figlio alchimista), rappresenta il primo

Vangeli dipinti da Raffaello nelle mani degli apostoli, in grado di istruire l’anima ai principi morali, etici, spirituali e bioenergetici trasmessi da Cristo (il Lapis). Al termine dell’istruzione l’anima psichica di Maria, dipinta nell’arte bizantina in uno stato di “dormizione”, trasmigra nell’anima intellettiva della Vergine, metafora del ricercatore spirituale in grado di iniziare l’ottuplice sentiero di metamorfosi dell’Anima (gli otto angioletti che volano nella volta celeste). La mistica mariana

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è strutturata su questo preliminare abbandono del corpo sensoriale

arteficie dell’esperienza dei “sette dolori di Maria”, metafora di un progressivo riconoscimento dal parte dell’ego di incarnare la coscienza dell’anima e di identificarsi con essa, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, nel piacere e nella sofferenza. L’episodio della Via Crucis in cui Cristo pronuncia: “ Madre questo è tuo figlio, figlio questa è tua madre” segna la tappa decisiva (il matrimonium coeleste) in cui avviene il superamento del dualismo percettivo2 che esiste tra il corpo e l’anima, tra l’io e la mente, tra il fondo dell’anima e la coscienza di sè, al punto che San Paolo afferma la celebre frase “Dunque non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Ciò significa che la morte dell’anima psichica e la rinascita nell’anima intellettiva (mens imago Dei) permette a ogni individuo di illuminare quella ”parte principale dello spirito umano (l’intelletto dell’anima) che conosce o può conoscere Dio” (Sant’Agostino). Ma il percorso per conoscere la verità di Dio è solo all’inizio. L’arte alchemica che filtra attraverso la “corona” conduce l’allievo ad affrontare con fiducia le prove della “putrefazione” (vedi Q1) che permettonodi evolvere in percezione “critica, intuitiva, cognitiva, simbolica e trascendente del Lapis”, simbolo del maestro che ‘illumina’ la mens imago sapiens, ad imitazione dei maestri che lo hanno preceduto.

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dei quattro


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SYMBOLA AUREA EMBLEMI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE

Symbola Aurea

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SYMBOLA AUREA EMBLEMI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE

“Ermes, messaggero di Zeus, ti ha invitato a rinunciare all’autonomia, per ricercare la saggezza del retto consiglio”. (Eschilo, Prometeo incatenato)

“Cambiare il mondo non basta. Lo facciamo comunque. E, in larga misura, questo cambiamento avviene anche senza la nostra collaborazione. Nostro compito è anche interpretarlo. E ciò, precisamente, per cambiare il cambiamento. Affinchè il mondo non continui a cambiare senza di noi. E, alla fine, non si cambi in un mondo senza di noi.” (G. Anders, L’uomo è antiquato)

Prudenza di giudizio e discriminazione spirituale

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EMBLEMA III LO SGUARDO DELLA PRUDENZA

MICHELANGELO Il Cristo del Giudizio Nel Limbo della memoria L’affresco della parete verticale d’altare della Cappella Sistina, realizzato da Michelangelo ventitrè anni dopo aver completato l’opera della volta, porta a compimento la riflessione sulla relazione che intercorre tra il fenomeno della percezione morale (la virtù della Prudenza) e l’insorgere della coscienza critica, forse il tema alchemico più difficile da realizzare per gli artisti alchemici insofferenti verso qualsiasi genere di dogma o assolutismo religioso, politico o culturale. L’affresco rappresenta la discesa di Cristo nel limbo l’ultimo giorno prima della resurrezione, al fine di liberare patriarchi, profeti e altri personaggi dell’antico e nuovo testamento dalla “dimenticanza”. Il Limbo è il luogo della memoria situato alle porte dell’Inferno e descrive metaforicamente il “vuoto mentale” in cui l’alchimista può discendere attraverso la meditazione, la riflessione e l’introspezione per trarre dal “mondo sotterraneo” ispirazione, retto consiglio e sostegno alle intuizioni sensoriali. Il mondo sotterraneo, a differenza del mondo sommerso popolato di animali immaginari, mitici e fantastici, frutto della fantasia onirica e dell’immaginazione suscitata dall’eccitazione psichica, è invece popolato dal ricordo di anime morte, oppure da quelle anime che ancora in vita sono state in grado di evolvere nelle “otto potenze spirituali”, riuscendo così a “penetrare”, attraverso il sacrificio della libido e la ricchezza universale delle loro opere, nell’inconscio individuale e collettivo. L’inconscio a cui si fa riferimento non è lo stesso indagato dalla pratica psicoanalitica, ma identifica invece un punto ben preciso del cervello in cui si “sedimenta” il sale dell’esperienza alchemica. Non è il luogo dell’oblio, ma un luogo di conoscenza in cui scendere frequentemente per attingere temi, argomenti, ricordi ed emozioni che sono stati registrati dalla “memoria collettiva” come “portatori di luce e modelli di verità”. Ciò spiega perchè Cristo, metafora dell’alchimista che non vuole dimenticare l’origine della coscienza individuale e collettiva, scenda nel Limbo per liberare Mosè e il ricordo dei dieci comandamenti, Adamo e suo figlio Seth, ideatori della

L’errore più frequente è di fidarsi fin troppo della prima impressione, soprattuto se questa è accompagnata dall’autoavvertimento psichico cognitivo e cioè da una emozione fisica, come il favore o il disgusto. Gli artisti, le donne, la categoria dei giornalisti, critici, pubblicitari, consulenti del marketing e della comunicazione e coloro che per professione o vocazione realizzano l’alchimia della percezione sensoriale, sono spesso ritenuti esperti nell’esprimere un giudizio sul valore delle cose. L’emozione alchemica, quella che si mantiene ferma e imparziale come la Venere di Botticelli (la Calunnia), ha origine dall’abilità della percezione sensoriale di selezionare le cose più gradite al gusto dell’anima, ma non dimentica di far emergere dal Limbo riflessioni, idee, concetti e opere del passato e del presente che contengono frammenti di Bellezza, Verità e Perfezione. L’anima psichica è la protagonista indiscussa della società occidentale, nel bene e nel male. Michelangelo desidera cambiare il modo di intendere la religione fondata Padri della chiesa, ma certo non si illude di cambiare il sostrato psichico che caratterizza l’uso del dogma, della scomunica e dell’inquisizione. L’unica speranza degli alchimisti di ieri e di oggi è riposta ancora nella possibile metamorfosi dell’anima psichica in anima intellettiva affinchè si completi l’evoluzione della percezione sensoriale nello “sguardo della Prudenza” in cui è operante l’intreccio di sensazione e riflessione, introspezione e contemplazione, meditazione e giudizio morale (i piedi e le mani incrociati della Madonna)

croce santa, David, Isaia e il buon ladrone Disma in quanto modelli di illuminazione della mente sensoriale e Giovanni Battista, dimenticato da tutti, ma non da Leonardo da Vinci.

Michelangelo, Cristo giudice e Maria Vergine, 1537

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EMBLEMA IV LA MADRE DEI FILOSOFI La madre dei filosofi è Sophia, emblema millenario con cui si identifica la virtù più elevata, la Sapienza. Spesso scolpita nei portali delle cattedrali francesi, Sophia ha un carattere “plasticamente simbolico”, al punto che Dante conferisce alla donna amata, Beatrice, il ruolo salvifico che sarà, di li a breve, della Madonna. Trascurando per il momento l’ipotesi che Beatrice sia una proiezione dell’anima di Dante nelle alte sfere del firmamento celeste, rimane aperta l’interpretazione della Madonna in chiave sapienzale. La Madre della teologia della salvezza immaginata dall’alchimia cristiana è nera di pelle, particolare significativo se si considera che l’Alchimia prevede prima l’annerimento del corpo attraverso l’esperienza delle pulsioni istintive (la nigredo) e poi l’arrossamento dell’anima (la rubedo) accesa dalle passioni del cuore (il rosso addome della madonna). La Madonna nera di Loreto (IX), sintetizza nel suo suntuoso abito i “sette gradini” che l’anima deve “risalire” per permettere al Bambino (VIII: alchimia della trasformazione) di sollevare la perla blu (X: il Lapis), simbolo del Cristo che porta a compimento la Grande Opera. L’ascesi della “scala lapidis” avviene tramite la Sapienza del “maestro” (una persona, un libro, un film, ecc..) in grado di correggere, ridurre e annullare progressivamente “l’angolo di distorsione” della percezione di ciò che è vero, giusto e buono per l’anima e per se stessi.

Santuario di Loreto, Madonna nera.

in alto, Scala lapidis, manoscritto del 1316 in basso, Sophia, Cattedrale Notre Dame

Ogni artista realizza un proprio personale “limbo” da cui poter richiamare, con una semplice immagine o una sola parola, un patrimonio di intuizioni, di conoscenze e di esperienze che non si possono dimenticare. Così come si archiviano i “file” nella memoria di sistema di un computer, l’alchimista colloca negli strati più profondi le parole, le immagini e gli insegnamenti dei “padri fondatori” della coscienza individuale e collettiva. Ogni individuo ha un proprio specifico background costituito dagli studi, dall’influsso culturale, dalla morale religiosa, dalle abitudini sociali, dall’educazione famigliare, dalle buone letture e dal ricordo dei sentimenti provati durante specifiche esperienze di evoluzione (positiva o traumatica) dell’anima. Dopo questo primo strato di riferimento, l’alchimista sedimenta strati sempre più complessi di immagini sintetizzate spesso in poche parole (come nel ricordare l’episodio di un film) da cui spesso si estrae un frammento utile a richiamare alla mente i contenuti salienti dell’esperienza già vissuta. Il sale alchemico, metafora della memoria

emotiva che si estrae con un

progressivo lavoro di prosciugamento delle lacrime generate da Eros e Amor, è uno dei principi attivi dell’Alchimia. Il momento in cui l’anima psichica, incapace di far fronte da sola alle problematiche sempre più complesse della vita, “trasmigra” (spesso per necessità di sopravvivenza) nel cervello per diventare l’anima razionale e intellettiva, avviene un significativo cambiamento della coscienza di sè. L’amor proprio fa emergere la cura dell’anima (il primo gradino) e un bisogno di conoscenza che la razionalità connessa alla memoria di lavoro a breve termine non è in grado di soddisfare. Ecco allora spiegata la dinamica della metaformosi di “Maria” nella mente sensoriale della “Vergine”, emblema dell’alchimista in grado di sintetizzare le esperienze personali (reali) e quelle elaborate dalla percezione (simboliche) all’interno della memoria semantica (la casa dell’anima), luogo “mistico” in cui ritrovare se stessi e conoscere le finalità ultime del proprio agire. Se a questo tipo di ‘sale individuale’ l’alchimista aggiunge il Sal Philosophorum filtrato dall‘esperienza simbolica maturata dai filosofi dell’arte, allora il Limbo diventa un vero e proprio laboratorio di elaborazione delle idee, dei

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Frate Basilio Valentino, Chiave VII , le dodici chiavi de la filosofia

Leonardo, Studi del rapporto tra fonetica e percezione.

pensieri, delle riflessioni, delle immagini necessarie per spiegare i fenomeni visibili e invisibili

www.museohermetico.com

della realtà. Questo processo di sedimentazione progressiva della memoria alchemica, sintesi di immagini e parole, di simboli e contenuti di coscienza, di allegorie e insegnamenti morali, di metafore e parabole, nella ”casa dell’anima” (AQVA) fa emergere prepotemente il pilastro portante della quarta materia (Il sigilum hermelis), metafora della coscienza di sè in rapporto al mondo esterno. Da qui l’enfasi con cui Botticelli, Leonardo e Michelangelo suggeriscono la necessità spirituale di trasmettere per allegorie i principi sommari della pedagogia, della psicologia e della filosofia alchemica. L’Arte alchemica infatti non ha bisogno di aule, di scuole o di diligenti discepoli, poichè l’energia contenuta nei simboli (la spada) penetra prima nel subconscio terrestre (la cellula logistica), poi emerge nell’inconscio di sintesi (la cellula cogitativa) e infine si rivela improvvisamente, come una chiara illuminazione della coscienza, nel talamo nuziale

in cui avviene

il matrimomium coeleste tra la coscienza di sè e

l’informazione iperconscia trasmessa attraverso la modulazione delle frequenze di luce “portatrici della verità alchemica” (la cellula phantasmatica). Procedendo per progressive sintesi e contrazione dei contenuti di coscienza in simboli, emblemi, chiavi, metafore, allegorie e codici, il maestro alchemico trasmette la “luce della verità” nel cuore spirituale dell’allievo che evolve la percezione sensoriale in percezione simbolica. La verità alchemica trasmessa dall’Arte risveglia la memoria semantica e il ricordo di tutto ciò che è connesso al “bit” di energia trasmessa dal simbolo. Il fenomeno della trasmissione della conoscenza da maestro a discepolo che avviene nel periodo rinascimentale spiega la precocità di Raffaello e Durer nell’afferrare e comprendere i principi fondamentali dell’alchimia per induzione, deduzione e ispirazione. Il rapporto che l’anima instaura con le immagini, ben conosciuto anche dalla Controriforma che rinsalda il collegamento del culto mariano con la devozione popolare, è spiegabile su basi razionali se si assimila lo schema di funzionamento immaginato da Leonardo con le caratteristiche del sistema limbico studiato dalla moderna neuroscienza e si

Leonardo elabora la teoria dell’esperienza cognitiva facendo proprie le intuizioni dei filosofi arabi. La filosofia alchemica mediovale, studiando il processo di introversione creativa indotto dalla melanconia all’interno del cervello, distingue tre cellule. La più vicina alla retina dell’occhio è la cellula logistica (induzione), la mediana è la cellula cogitativa (deduzione), mentre la terza è la cellula phantasmatica (intuizione) in cui avvengono i processi di integrazione tra le informazioni sensoriali provenienti dal corpo, le informazioni visive decodificate dalle prime due cellule e la coscienza di sè attivata dalla capacità della fonetica (le corde vocali) di “scandagliare” le frequenze (come i delfini) e codificare le impressioni, le emozioni e i ricordi in “collegamenti” neuronali elettromagnetici con i due emisferi superiori in cui sono attive le facoltà superiori del linguaggio, della memoria semantica e del senso di sè.

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EMBLEMA V

L’ANNUNCIAZIONE:

MENS IMAGO SAPIENS Leonardo dipinge la Vergine all’esterno dell’uscio di casa (la fontanella della testa?), mentre all’interno si scorge il letto tombale in cui è avvenuta la morte e tresformazione dell’anima psichica (l’adrenalina aerea) nell’anima intellettiva (il liquido cerebrospinale). Il colore delle vesti indica l’espansione delle facoltà della percezione di assimilare sia le frequenze infrarosse (le informazioni psichiche) , che le frequenze ultraviolette (gli insegnamenti spirituali) per cui un drappo giallo, simbolo dello Iosis della conoscenza (il terzo Atto), avvolge il ventre in cui verrà concepito il Verbum. La cintura d’argento è il simbolo della realizzazione della Grazia, ovvero delle facoltà della “proiezione” di indagare sia il mondo sotterraneo che il mondo della coscienza e di approffondire, quasi senza limiti, il punto di fuga della prospettiva, metafora della capacità dell’immaginazione razionale di visualizzare e contestualizzare la dimensione storica e spirituale della propria esperienza creativa. A fianco della Vergine Leonardo dispone un sarcofago privo di ornamenti simbolo del Limbo, ovvero della Memoria semantica in cui l’alchimista sintetizza in simboli e immagini i contenuti più significativi della propria esperienza e dove recuperare le parole e le opere dei maestri che hanno influenzato lo sviluppo morale e spirituale dell’individuo o della società. I dodici alberi allineati sullo sfondo rappresentano le dodici chiavi che dischiudono l’itinerarium mentis in deum che l’alchimista dovrà affrontare per evolvere nella mente dei filosofi (mens imago sapiens) II

I

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“Tutto ciò che noi chiamiamo inventare e scoprire, in senso superiore, è l’esercizio, l’attuazione rimarchevole di un senso originario della verità, che, sviluppatosi a lungo nel silenzio, porta inopinatamente, con la rapidità di un lampo, ad una conoscenza feconda. E’ una rivelazione che si sviluppa dall’interno verso l’esterno, quella che fa presentire all’uomo di essere simile a Dio. E’ una sintesi di mondo e spirito che ci dà la certezza gioiosa dell’eterna armonia dell’esistenza.” (W. Goethe, Aforismi sulla natura.) Leonardo, Annunciazione. 1472

accetta come attendibile l’esistenza del fenomeno elettromagnetico generato dall’aureola. Per l’alchimia rinascimentale la metamorfosi si compie definitivamente quando la “l’anima/coscienza” realizza il potere di “uscire dal corpo” per diventare la “Regina del cielo”. Il fenomeno della luce elettromagnetica generata dall’anima fisica (le ghiandole endocrine) è facilmente visibile nel volto delle donne che diventano le “Monne” ispiratrici dei poeti e degli artisti, per cui è plausibile che lo stesso fenomeno sia amplificato intorno al capo dei santi, dei martiri e degli alchimisti che evolvono nelle virtù dell’anima. L’aureola attira a sè, magneticamente, la luce della verità trasmessa direttamente dal maestro o indirettamente attraverso le sue opere. Questo fenomeno, reso chiaro ed eloquente da Leonardo nell’aureola “parabolica” dipinta sopra il capo della Vergine, spiega almeno metaforicamente il significato alchemico dell’Annunciazione. Il discepolo che espande l’anima psichica prima nel cervello (Assunta in cielo) e poi all’esterno (la Regina del cielo) diventa “capace di Dio” e cioè è in grado di percepire la luce dello Spirito Alchemico e di fecondare dentro di sè la Parola, il Verbum, metafora della nascita della facoltà dell’intelletto (il nous) di elaborare creativamente gli insegnamenti spirituali della filosofia (i dodici alberi che Leonardo colloca sullo sfondo). La Vergine dell’Annunciazione è quindi il simbolo dell’ individuo che recepisce consapevolmente l’influsso delle parole e delle immagini attraverso le emozioni suscitate dal battito delle ali multicolori dell’arcangelo Gabriele/Hermes, il

teodoforo per eccellenza dello “spirito del

tempo”. Il fenomeno dell’aura elettromagnetica è subconscio quando ha origine dall’adrenalina aerea (il mercurio con le ali) resa volatile dall’eccitazione psichica, oppure diventare uno strumento di conoscenza quando l’alchimista

proietta

“le goccioline” di

mercurio (argentuum vivum) surriscaldato dalla concentrazione psichica sull’oggetto da conoscere. Il primo tipo di proiezione è arteficie dei processi irrazionali di contaminazione psicologica, culturale e spirituale che sono all’origine delle fobie collettive, delle mode, delle sette mistiche e sataniche e del fanatismo indotto dall’ideologia religiosa o politica. Il


surriscaldamento del Mercurio interiore (lo Spiritus mercurius), ovvero del liquido cerebrospinale che ascende lungo “la treccia di Venere” avviene attraverso l’impegno mentale quotidiano, lo studio perseverante dei libri e l’immersione profonda, quasi meditativa, sui contenuti estetici, psicologici e spirituali dell’arte. Il training mentale e la pratica delle virtù cardinali (l’Iris) e teologali (il giglio) realizza in breve tempo la ‘Gratia Plena’ che contraddistingue la Vergine dell’Annunciazione. Il concetto di Grazia corrisponde a uno stato di piena coscienza di sè in quanto anima che aspira a conoscere Dio. Il concetto viene ribadito da Agostino quando riferendosi allo spirito (coscienza di sè) che conosce se stesso afferma che “esso solo genera la sua conoscenza, perchè è insieme il conosciuto e il conoscente”. L’alchimista che conosce se stesso attraverso le tre modalita percettive del mondo sotterraneo (autoavvertimento, propriocezione, introspezione) razionalità discorsiva creativa (verbum)

genera un pensiero (logos) e una

identica al generante, per cui la realtà, scrutata

attraverso le tre modalità percettive del mondo esterno (proiezione, immaginazione e meditazione) appare un riflesso del mondo interno. Il gesto di sorpresa con cui la Vergine accoglie l’arrivo dell’arcangelo Gabriele non esprime la consueta umiltà d’animo canonizzata dalla chiesa. La Vergine dell’Annunciazione non è certamente l’anima psichica addomesticata dalla dottrina o dai psicofarmaci; non è nemmeno l’anima emotiva, pura di cuore, immacolata nei pensieri e nel corpo, ingenua nello spirito o priva di esperienza del mondo, ma è l’anima intellettiva dell’alchimista che attraverso l’istruzione realizza la trasmutazione dei fattori mentali (pigrizia, apatia e indifferenza) in desiderio di Dio (verità). Il desiderio di conoscere e la semplice curiosità attiva la memoria, l’intelligenza e la volontà interiore, ovvero la “triade umana” in grado di attirare, nello stato di amore di sè, purezza di intenzioni e desiderio di autogenerazione (Grazia Plena), la luce della verità alchemica (l’Arcangelo Gabriele). “Non meraviglia perciò che a queste pagine agostiniane si riferiscano sempre gli autori, soprattutto medioevali quando sostengono che noi siamo una cosa sola con ciò che pensiamo e meditiamo,

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Michelangelo, Cappella sistina Separazione delle acque, creazione del sole e della luna e separazione della luce dalle tenebre.

FIAT LUX (sia fatta luce) Il messaggio di Michelangelo stravolge ogni interpretazione creazionista della Genesi fondata sull’idea che l’universo fisico sia stato creato da Dio in sette giorni. Per l’alchimia rinascimentale la Luce di DIo è coscienza rivelatrice in azione. Il Fiat Lux diventa l’imperativo del Dio interiore (il Se), fatto di intelligenza (mercurio) memoria (sale) e volontà (solfo) per rivelare le Vergogne dell’umanità (l’uomo che fugge con le vergogne esposte). Questa visione estremamente materialistica della realtà spirituale non è atea, ma emerge da una specifica tensione morale che evolve in coloro che hanno occhi per vedere il rapporto conflittuale che da sempre contrappone l’anima evolutiva (la luna) all’egocentrismo che domina da sempre al centro dell’universo, della società e dell’uomo (il sole). “Sia fatta luce!” significa dunque imparare a separare, discriminare, distinguere, nominare, e infine interpretare la verità a partire dal proprio Se (il sole nero oscurato dalla luna il giorno dell’eclisse), in grado di “illuminare” la psiche e l’energia biopsicosomatica che la sostiene (la faccia oscura della luna).

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conosciamo e comprendiamo, trasformati nella sua stessa immagine, ispirati dal suo amore - infatti a ogni pensiero segue sempre l’amore, ed il pensiero stesso ispira il fuoco dell’amore (Meister Eckart) -, ove il pensiero è ormai il pensiero di Dio, e l’amore è l’amore di Dio.” Per Michelangelo, come per Leonardo, il pensiero (il logos) e la ragione discorsiva che lo sostiene (il verbum) è generato dal “Dio interiore”, ovvero dal “Cristo” (memoria, intelligenza e volontà) in grado di scendere nel mondo sotterraneo alla ricerca di ispirazione e retto consiglio, e di quindi di libri, opere, parole, immagini e ricordi personali (Ermes) a cui fare riferimento per evolvere nella capacità di “interpretare” il mondo e cercare la soluzione dei problemi della vita. Gabriele giunge quindi ad annunciare che la metamorfosi dell’anima intellettiva è compiuta e che l’alchimista è capace di generare autarchicamente la propria conoscenza e cultura, la propria idea del mondo e della vita e il proprio personale punto di vista sulla realtà sociale e spirituale. Anche se sembra un paradosso dal punto di vista teologico, la “nascita del Bambino a Betlemme”, metafora del corpus creativo che emerge dall’autogenerazione del Verbo, non può precedere la metamorfosi della madre nelle “potenze dell’anima” (Assunta, Regina del cielo, Madre di Salvezza). La morte dell’anima psichica e la metamorfosi dell’anima intellettiva sono quindi una premessa indispensabile per comprendere la “Genesi” della libido (la nascita di Adamo) e il potere del “Dio interiore” di fare luce (fiat lux) sul “mondo sommerso” della psiche (la separazione della acque), nel mondo terrestre dei desideri, dei sentimenti e degli affetti (creazione delle piante e del sole e della luna) e infine all’interno del mondo della coscienza in cui è necessario discriminare tra i “portatori di luce” (amore, conoscenza e verità dell’anima) e i “portatori di tenebre” (la separazione della luce dalle tenebre). La filosofia alchemica è esplicita nel condannare le azioni indotte dalla libido e le opere di coloro che non hanno assimilato le virtù alchemiche. Gli intellettuali e gli uomini di cultura che non abbandonano il ‘corpo materiale della Vergine’ per trasmigrare nell’intelletto dell’anima in cui sono attive le potenze angeliche in grado percepire e quindi discriminare la luce della verità


EMBLEMA VI

IL CRISTO DEL GIUDIZIO :

COSCIENZA DISCRIMINANTE

Leonardo, Le trombe del Giudizio.

da quella della menzogna, sono esclusi dalla salvezza il giorno del Giudizio universale. Il Cristo scende nel limbo e con la mano sinistra caccia all’inferno i dannati, i libidinosi e gli arroganti, mentre con la mano destra richiama dalla dimenticanza le anime e le opere dei giusti. La coscienza discriminante concepita da Michelangelo è il nucleo portante della filosofia alchemica da cui può evolvere ogni forma di conoscenza, creatività e ricerca di felicità. L’itinerarium mentis in deum inizia nel momento in cui l’individuo giunge a separare la luce dalle tenebre e quindi alla fine di un percorso a ritroso, da “Noè a Dio” . Questa capacità di discriminazione è già operante in forme subconscie all’interno dell’essere e diventa attiva in modo consapevole nel momento in cui la coppia alchemica (Cristo e la Madre), sintesi di azione e percezione, decide di agire affinche la “salute dell’anima coincida con la beatitudine dell’azione “sostenuta” dalla percezione “prudentissima” (salus e beatitudo). Ciò avviene nel momento stesso in cui la percezione seleziona gli elementi utili alla salute fisica, psichica e mentale dell’anima, escludendo a priori quelli dannosi. Tale scelta, se operata consapevolemente all’interno di uno specifico quadro di conoscenze scientifiche, biologiche, culturali, ecologiche, etiche, filosofiche e spirituali, ha l’effetto di stimolare spontaneamente i processi evolutivi della percezione sensoriale in percezione critica e coscienza discriminante. La scelta di Michelangelo di dipingere la Madre Prudentissima a fianco del Figlio descrive chiaramente l’intento della Coscienza alchemica di salvaguardare dall’errore l’anima di Maria, ovvero quel nucleo originario di sensazioni, emozioni e sentimenti che sono all’origine della coscienza di sè (autoavvertimento psichico cognitivo), della realtà interiore ed esteriore (propriocezione) e della reciprocità di tutti i rapporti che condizionano lo sviluppo dell’individuo (introspezione). La Madre prudentissima, metafora dell’anima che evolve dalle sensazioni psichiche (i piedi incrociati) nelle emozioni cognitive (le braccia incrociate), è l’emblema di quel sapere corporeo in grado di sostenere la facoltà di “giudizio” che dovrebbe essere alla base di ogni decisione, scelta o forma di azione orientata al Bene in sè, individuale e collettivo.

L’allegoria del Giudizio Universale descrive il processo di rivelazione delle verità nascoste, dimenticate o occultate volutamente dalla cattiva coscienza occidentale. Implicitamente Michelangelo condanna la coscienza cattolica che trascura il sacrificio dei martiri, le esperienze alchemiche dei santi e la coscienza morale dei Padri fondatori delle religioni occidentali, ma ancora oggi, con lo stesso spirito caustico di Michelangelo, l’alchimista contemporaneo può scendere nel Limbo della sua memoria e “separare la luce dalle tenebre”. La cattiva coscienza occidentale crocifigge ancora l’anima attraverso l’omologazione spirituale, culturale, psicologica e psichica decretata dalle chiese, dal mercato culturale, dalla psicologia usa e getta e dai programmi confezionati dai mass-media. Riconoscere l’imminenza del suono delle trombe del Giudizio significa, come indica Michelangelo, scorrere la lista dei libri, delle opere, delle persone e delle esperienze che sono state formative nello sviluppo della coscienza critica del singolo e della collettività, al fine di far riemergere la testimonianza di ciò che è stato fatto in nome della verità. Questo atto di discriminazione consapevole è già sufficiente per sollevare l’anima dalla frustazione, dalla depressione e dalla melanconica sensazione di non essere stata compresa nel sacrificio di sè (i martiri a destra del Cristo), o di non essere stata amata, curata,nutrita, istruita e difesa dalle avversità della vita (le donne a sinistra di Cristo). Il Limbo alchemico è la “biblioteca eterica” (l’Akasha dei buddhisti), luogo virtuale in cui si archiviano le impressioni, le emozioni e i sogni per ritrovare, forse il giorno prima di risorgere, l’amore per se stessi.

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ALCHIMIA DELLA PERCEZIONE COGNITIVA Mantegna : Il Cristo Redentore Brueghel: da cronista a filosofo Leonardo: Sant’Anna , la percezione morale Leonardo: Leda e il cigno, origine della coscienza Botticelli: Venere Urania e la conoscenza di sè. Botticelli e Jane Campion: Holy smoke, l’alchimia di coppia.


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