Pusceddu Gioco di specchi."Riflessioni" tra Natura e Psiche.

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fino alla tecnologia moderna si snoda un percorso accidentato, complesso, pieno di svolte, di crisi, di accelerazioni e di tragedie, ma che comunque lo si voglia guardare possiede un senso, un senso in parte noto, in parte ancora da scoprire, ma comunque presente. Il secondo è la nozione di trasformazione: leggendo il testo di Maria Pusceddu il vecchio adagio secondo il quale nulla si distrugge e tutto si trasforma cessa di essere un luogo comune, e diventa un processo scientificamente indagabile, psicologicamente motivante, e spiritualmente significativo. Il terzo, infine, è l’amore per la conoscenza, che l’autrice sperimentò, come ci racconta, fin dai primi anni di vita, e che l’accompagnò come gioco (ma terribilmente serio) per tutta l’esistenza. Una filosofia, un amore per Sophia, per la conoscenza, per la scienza, per l’indagine a tutto campo che spinge non solo a studiare, ma a ‘partecipare’, sperimentandoli in prima persona, i processi e le leggi che sottendono l’evoluzione e la trasformazione di ciò che esiste. Leggere il libro vuole dire, per il lettore, iniziare un viaggio. Un viaggio in cui risuona l’ambizione dantesca a ‘non viver come bruti’, e a fare della conoscenza una virtù alimentata da due componenti: una curiosità sempre infantile, e un rigore che è una componente della saggezza. Giorgio Cavallari

Psichiatra e Psicoterapeuta Direttore scientifico della Scuola di Psicoterapia ANEB Analista didatta junghiano del CIPA di Milano Autore di numerose pubblicazioni in ambito psicodinamico

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