/Opifificum_5_2011

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mentre i numeri che vedete nel grafico accanto rappresentano la vera fotografia dello stato attuale. Se la miniriforma Lo Presti non viene applicata, con un risparmio pari al solo 10% del reddito la nostra pensione equivarrà un 20% scarso del reddito: se guadagnavamo 100, in pensione andremo con un quinto. Troppo poco e troppo poco adeguato. In particolare se si valuta il reddito in uscita di circa 43.000 euro (vedi grafico) si rischia di andare in pensione con 621 euro lordi al mese, dopo 35 anni di risparmio. L’ipotesi 16+2 fa impennare quella percentuale al 35% e l’ipotesi 18+3 al 41%. Ecco allora che scegliere una delle due strade non diventa più solo un sottostare al vincolo della miniriforma Lo Presti, ma diventa una scelta di responsabilità: se intendo arrivare al raddoppio della mia prospettiva pensionistica, seppur lontana da un ipotetico 100% ma molto più adeguata, è necessario dirigersi verso un impegno di risparmio annuale molto diverso dall’attuale. □□Una scelta graduale e condivisa

■■ PERCHÉ LE FETTE DI PENSIONE

SONO PICCOLE?

L’indice che determina l’entità della pensione è un coefficiente, cioè è un coltello che divide una torta (il «montante») in tante fette quante sono le annualità previste. Questo coltello non potrebbe essere più generoso e tagliare la torta in «fette» più grandi così da aumentare le pensioni? Se quel coltello tagliasse oggi la torta in fette più grandi, la torta magari finirebbe tra 5 o 6 anni. E dopo, chi pagherebbe le pensioni? Proprio per evitare ciò, il Ministero del welfare aggiorna in base all’aspettativa di vita il coefficiente su cui si stabilisce l’entità della pensione. L’unico vero sistema per tagliare le fette più grandi – dunque garantire pensioni maggiori – è quello di aumentare le dimensioni della torta. Proprio questo è l’intento della miniriforma Lo Presti e delle diverse ipotesi su cui Eppi sta lavorando. ◘ Settembre - Ottobre

■■ MA QUANTO DURA LA PENSIONE? La mia impressione è che i soldi che ho risparmiato durante la mia attività professionale non tornino tutti nelle mie tasche: per quanti anni l’Eppi mi garantirà la pensione? E se muoio prima, chi beneficia del mio capitale? L’Eppi garantisce la pensione per tutta la vita. Certo, questo periodo non è ugualmente lungo per tutti: oggi l’attesa di vita media della popolazione maschile raggiunge gli 82 anni e mezzo e su questo periodo viene suddiviso il risparmio accumulato. Se si vive meno quell’età , una percentuale della pensione va ai parenti prossimi (moglie e figli) e una parte va in un fondo comune. Se si vive più di 82 anni e mezzo, la pensione è pagata proprio con quel fondo comune che serve anche per finanziare le attività di assistenza. ◘

Questo è stato il tema affrontato nei 15 incontri sul territorio che si sono appena conclusi il 28 ottobre. Lo staff dirigente dell’Eppi ha incontrato platee quasi sempre curiose e attente, molto spesso puntigliose, ma tutte con la voglia di capire e già questa è una notizia: su 15 incontri dobbiamo registrare una buona partecipazione media. Merito anche dei collegi sul territorio che hanno lavorato spesso molto bene per sensibilizzare i professionisti e convincerli a diventare attori della loro previdenza. Quale sia la proposta maggiormente condivisa è troppo presto per dirlo, perché mentre scriviamo il cantiere è ancora aperto. Però possiamo dire che coloro che si sono dichiarati disposti ad accogliere la miniriforma Lo Presti sono in assoluto più aperti alla linea graduale, vale a dire a concepire un sistema di aumento progressivo dell'1% annuo dal 2012 in poi. Aspettiamo, dunque, novembre, per tirare le conclusioni. ◘ 19


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