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TELEVISIONE Re Pippo, il vero e unico nazional-popolare

RE PIPPO

IL VERO E UNICO NAZIONAL-POPOLARE

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SÌ, LUI È UNO DI QUEGLI ETNEI CHE CE L’HA FATTA. QUELLA DI PIPPO BAUDO NON È SOLO LA STORIA DI UN SUCCESSO, MA ANCHE DI UNO STILE TELEVISIVO CHE SI È IMPOSTO PER QUALITÀ E SEMPLICITÀ, INGREDIENTI SEMPRE ATTUALI. OTTANT’ANNI, DUNQUE, E NON SENTIRLI. ECCO IN RASSEGNA UNA CARRIERA CHE NON PUÒ AVERE EGUALI

Dice di aver smesso di innamorarsi, ma rimane viva in lui la voglia di far televisione. Anche se… per tre anni sembrava esser stato parcheggiato chissà in quale ospizio. Ora, dopo il clamoroso rientro a “Domenica In” (ne ha condotti ben 12 edizioni), il grande Pippo nazionale – si proprio di lui stiamo parlando – sembra rigenerato. Quale regalo migliore per il “nostro”, nel senso geografico del termine, che a giugno ha compiuto 80 anni. Un traguardo importante per il “Presentatore” catanese con il quale abbiamo vissuto 50 anni della nostra vita sintonizzati a lui attraverso il piccolo schermo, orgogliosi di sapere che uno di noi ce l’aveva fatta! Pippo Baudo torna. Torna per celebrare i 40 anni del contenitore domenicale di Rai Uno.

GLI ESORDI Baudo è nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania. Con tre nomi all’anagrafe: Giuseppe Raimondo Vitto

rio, ma sin dalle sue prime apparizioni in tv (la prima in assoluto nel 1959 quando partecipò come pianista di un gruppo musicale – l’Orchestra Moonlight – a La conchiglia d’oro, un programma condotto da Enzo Tortora) si fece chiamare solo “Pippo”. Pippo Baudo faceva teatro da quando avevo 6 anni ma suo padre era contrario a questa attività: essendo avvocato, voleva che continuasse la sua opera. Così stabilì con lui un accordo: «Io mi laureo con il massimo dei voti in Giurisprudenza, poi però mi consenti di tentare la strada dello spettacolo». E così fece. Ma arrivò appena in tempo alla seduta di laurea, a Villa Cerami, a Catania, perché la sera prima era ad Erice, per presentare il concorso di bellezza “Miss Sicilia”. Per andare a Catania, trovò un passaggio su un furgoncino in cui si dovette sdraiare tra casse di frutta e verdura. Il suo obiettivo era la Rai, che però non intuì da subito le sue capacità, e al suo primo provino Antonello Falqui lo definì «adatto a spettacoli minori». C’è un documento che testimonia i suoi tentativi d’ingresso datato aprile 1960: «Baudo Giuseppe di anni 24. Fantasista. Buona presenza. Buon video. Discreto nel canto. Suona discretamente il pianoforte. N.B.: può essere utilizzato per programmi minori». È vero, parte con un programma… minore… ma che determinò il grande salto. Il 6 febbraio 1966 andò in onda il suo primo programma. Era la puntata pilota – cioè quella di prova – di Settevoci, un quiz musicale a cui partecipavano tra gli altri anche cantanti debuttanti (il vero primo talent show). La puntata andò in onda per tappare un buco di programmazione dovuto a un problema tecnico con la riproduzione di un episodio del telefilm americano Le avventure di Rin Tin Tin. Settevoci, su cui la Rai aveva molti dubbi, andò in onda fino al 1970 e fu uno dei primi programmi a usare l'”applausometro”. È di quel periodo la canzone “Donna Rosa”, scritta da Baudo e cantata da Nino Ferrer.

IL SUO OBIETTIVO ERA LA RAI, CHE PERÒ NON INTUÌ DA SUBITO LE SUE CAPACITÀ, E AL SUO PRIMO PROVINO ANTONELLO FALQUI LO DEFINÌ «ADATTO A SPETTACOLI MINORI»

VIVA LA RAI Baudo è il conduttore a cui nel 1975 toccò l’arduo compito di pensare e condurre il programma che arrivò dopo Rischia

tutto. Si chiamò Spaccaquindici. Ma uno dei più famosi programmi di Baudo resta Luna Park. La sua prima edizione fu nel 1979, quando Baudo lo condusse con Tina Turner e con la soubrette Heather Parisi. E, ancora, nello stesso periodo, prese il timone del consolidato varietà del sabato sera “Fantastico”, creato da Enzo Trapani, cambiandone radicalmente la fisionomia e scegliendo la diretta, con risultati di ascolto altissimi e il lancio di nuovi volti femminili come Lorella Cuccarini e Alessandra Martinez. Poi nell’autunno del 1987 Baudo passò alla concorrente Fininvest. Pare che Baudo decise dopo che Enrico Manca, al tempo presidente della Rai, lo definì “nazional popolare”, aggiungendo: «non lo si prenda come un complimento». Baudo firmò un contratto d’esclusiva per tre anni e il suo primo programma fu Festival che andò piuttosto male. Quindi rescisse il suo contratto e tornò in Rai. Nel 1999 condusse un quiz pomeridiano sul Ventesimo secolo: Giorno dopo giorno. Andò bene e diventò un programma da prima serata di RaiUno: Novecento.

TALENTSCOUT Quanti personaggi hai “inventato”, caro Pippo… Beppe Grillo, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Giorgia… E con quanti ha litigato… Enrico

Manca, Matteo Salvini… Con quest’ultimo in occasione di una trasmissione di Ballarò. «Salvini parla bene, ma non mi convince. Lui è stato in Sicilia, a Mineo, dove ci sono i centri di accoglienza e ha organizzato una Lega del Sud quando la sua Lega nasceva come antiterrona e l’ha fatto solo per guadagnare voti, poi Salvini immagina un paese bloccato nelle frontiere che non è più pensabile. Comunque noi siciliani siamo abituati ad essere invasi».

Baudo è nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania. Con tre nomi all’anagrafe: Giuseppe Raimondo Vittorio, ma sin dalle sue prime apparizioni in tv si fece chiamare solo “Pippo”.

Resta poi irrisolto il giallo di quel Festival di Sanremo (ne condusse in tutto 13), datato 1995 quando un uomo si affacciò dalla galleria e minacciò di suicidarsi. Baudo salì, gli parlò e lo convinse a non farlo. Qualcuno disse che era una finta per fare audience, ma lui ha sempre negato. Perché non credergli?

UN PRIVATO PUBBLICO Baudo ha saputo sopportare anche gli

effetti negativi della popolarità, cioè quando a esser toccata è la sfera più intima della sua vita, dal suo primo matrimonio con Angela Lippi alla paternità inattesa del figlio Alessandro, riconosciuto dopo una vicenda legale nel 1996. L’amore per Alida Chelli… durato sette anni. Al suo pubblico non ha nascosto nulla, né nei momenti di gloria, né in quelli difficili, e non ha fatto mistero delle sue simpatie politiche, prima per la DC e poi per il centro-sinistra di Veltroni. E non si è sottratto alla pressione nemmeno quando i riflettori si sono accesi prepotentemente sul suo secondo matrimonio con Katia Ricciarelli e sul successivo burrascoso divorzio. Pippo Baudo non si è rifatta una vita dal punto di vista sentimentale – per quanto si sa – ma adesso si gode i suoi tre nipoti. È un bravo nonno, anche se non siamo abituati a vederlo in questi panni. Sappiamo che va spesso a trovare i due gemelli della figlia Tiziana, e Sean, il più grande, figlio del suo primogenito Alessandro, che ha avuto da Mirella Adinolfi nel 1962, e che ha riconosciuto nel 1996.

PIPPO E MARIO Abbiamo lasciato per ultimo il rapporto di Baudo con Antenna Sicilia e Mario

Ciancio. Orgoglioso d’essere catanese, non si tira indietro quando c’è da offrire un contributo alla sua città. Pippo, non

QUANTI PERSONAGGI

HAI “INVENTATO”, CARO PIPPO… BEPPE GRILLO, HEATHER PARISI, LORELLA CUCCARINI, EROS RAMAZZOTTI, LAURA PAUSINI, ANDREA BOCELLI, GIORGIA… E CON

QUANTI HA LITIGATO,

ENRICO MANCA, MATTEO SALVINI…

solo condurrà svariate trasmissioni ma ne curerà personalmente la direzione artistica. Spiccano fra tutte, “I siculissimi” trasmissione di cabaret ed intrattenimento musicale con la partecipazione di Laura Troscel. Piatto forte della rete è la manifestazione canora dedicata alle melodie siciliane, denominata appunto, “Il festival della Nuova Canzone Siciliana” (che lo stesso Pippo Baudo condurrà per tre stagioni, dal 1980-‘81 al 1982-‘83) con la direzione musicale del maestro Nino Lombardo. Tra il 1982 ed il 1985 l’emittente manda in onda “Goal”, programma sportivo condotto sempre da Baudo. E allora affidiamo a Flaminia Belfiore, uno dei volti noti che resero grande Antenna Sicilia, il compito di fare gli auguri al grande Pippo. «Sono felicissima! Per Pippo, che è sempre il più grande (e non nel senso dell'età). E perché si dimostra che non è ancora finita la TV generalista di qualità, che c'è ancora tanto pubblico che vuole un intrattenimento garbato e intelligente, non urla, volgarità e finto dolore. Viva la Rai».

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