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Davide Campagiorni, Laura Distefano, Francesca Nuoto Catania
NUOTO CATANIA ADELANTE CON JUICIO VERSO LA SERIE A1
La Nuoto Catania torna dove le compete, nella massima serie: la formazione di pallanuoto maschile etnea si è ripresa l’A1 a cinque anni dall’ultima apparizione, grazie a un progetto che va avanti giudiziosamente. Ben 11 elementi dei 13 in rosa sono catanesi, la società è ormai ben strutturata grazie alla gestione dell’impianto del PalaZurria, la piscina Francesco Scuderi, e conta su 120 elementi che garantiscono un’attività giovanile ricca e che consente di guardare al futuro con fiducia. «Dieci degli undici catanesi vengono dal nostro settore giovanile – afferma l’allenatore Giuseppe Dato, trent’anni di militanza nella Nuoto Catania –, non avevo mai visto una situazione come quella di quest’anno. Alcune promozioni del passato erano arrivate con molti catanesi, ma provenienti anche da altre società. È un’impresa memorabile, è la promozione che ricorderò con più affetto». Il lavoro parte da lontano, da una retrocessione clamorosa avvenuta nel 2009. «Quella squadra non doveva retrocedere – spiega Dato –: la Nuoto Catania per vent’anni ha fatto la A1 e la rosa era costruita con nove nazionali italiani e stranieri. Avevamo perso l’identità nella foga di ottenere i risultati, mancarono fortuna e gruppo. Da allora abbiamo lavorato per arrivare a una stagione così. Parlai con la buonanima di Franco Scuderi: non dovevamo ripetere gli sbagli del passato. Nel 2011-’12 abbiamo fatto l’A1 confermando il gruppo che aveva vinto l’A2 ma non eravamo pronti. Questa è stata la mia ottava stagione da coach, avevo la percezione che si potesse far bene, ma la promozione non era messa in conto». Si sono messe insieme circostanze positive che hanno sovrastato i problemi. «La favorita del girone era Roma – ammette l’allenatore catanese –, ma dopo che ci ha battuto a inizio campionato, abbiamo conquistato otto-nove vittorie di fila, per mantenere la seconda posizione. Potevamo pagar care le assenze degli infortunati Brian Torrisi e Andrea Sparacino, ma i nostri meriti iniziano dove finiscono i demeriti degli altri: la prima dell’altro girone, molto forte, si è suicidata alla fine e così la nuova capolista è stata eliminata dall’Arechi, quarta nel nostro gruppo, facilitandoci la strada nella finale degli spareggi. Abbiamo festeggiato grazie al fattore campo a favore e un’avversaria meno temibile». Vincendo 15-11 in casa e 9-12 in trasferta, i catanesi hanno ripreso l’ascensore per la massima serie. Questi sono i ragazzi scesi in piscina a Salerno: Graziano, Catania, Maiolino, La Rosa, Sparacino, Ferlito, Torrisi, Condemi, Kacar, Privitera, Russo, Stojcic, Pellegrino. «È un bellissimo gruppo dal punto di vista umano, con un’età media di
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di Roberto Quartarone
Festa. I festeggiamenti per la promozione in Serie A1

23 anni circa – li esalta Dato –, sostenuto da un buon pubblico. Il catanese va a vedere chi va benino e la pallanuoto rimane comunque abbastanza seguita. In più la pallanuoto rende tanto dal vivo e così il PalaZurria diventa una bomboniera. Lo abbiamo preso in gestione, in questo modo possiamo anche autofinanziarci, non è poco». In Serie A1 bisognerà fare un passo in più. «In generale, si è abbassata l’età media dei giocatori in A2, purtroppo spesso senza presupposti tecnici – ragiona l’allenatore classe 1970 –. I giovani sono mandati allo sbaraglio e così la forbice tecnica tra A2 e A1 si è allargata, la massima serie è più competitiva. Ci sono tre stranieri per squadra, serve gente di peso e dobbiamo colmare il gap, anche se mi dispiacerà che ci sia meno spazio per i nostri, ma lo sport è questo». Il presidente Mario Torrisi e il ds Giuseppe Corsello già hanno preso tre dei cinque giocatori sul taccuino dell’allenatore: sono arrivati il difensore croato Zeljko Kovacic, il centroboa olandese Thomas Lucas e l’attaccante montenegrino Damjan Danilovic, ex Ortigia. «Mancano un portiere e un altro centroboa per completarci – aggiunge Dato, che ora è agli Europei di Belgrado come vice allenatore della Nazionale Under-20–. Per il futuro, conto molto sui ’98 Eugenio Russo e Samuele Catania, che hanno avuto un ruolo fondamentale, e so che alle spalle ci sono tanti ragazzi che potranno crescere ancora. Parlo degli Under-17, tra i migliori otto d’Italia, e degli U-15, anche loro in corsa per le finali nazionali giovanili. Ora vogliamo mantenere l’A1 stabilmente e portare la squadra Under-20, che partecipa alla Serie B e ha chiuso terza quest’anno, in A2, per far crescere i ragazzi sempre con il nostro metodo, senza darli in prestito». L’identità di cui parlava prima Peppe Dato si riflette anche nel lavoto dello staff tecnico: «Vogliamo che tutti i giocatori parlino la nostra stessa lingua – commenta –. Con lo staff condividiamo idee e amicizia: con Zoltan Fazekas, Raffaele Marino e gli altri allenatori siamo su un percorso comune, che non prevede compartimenti stagni. L’armonia è fondamentale». Infine, è interessante dare un occhio anche alle altre isole felici della pallanuoto catanese: le squadre femminili dell’Orizzonte e della Torre del Grifo Village. La prima ha lottato fino in fondo nella massima serie e ha vinto lo scudetto Under-17, la seconda ha vinto la Serie B, allenata da Giusy Malato. «Anche l’Orizzonte ha cambiato strategia – conferma Peppe Dato – e stanno ottenendo i risultati con le risorse interne e tante ragazze del settore giovanile, fra 2-3 anni arriveranno a competere come in passato».
I PORTALI DI MARTOGLIO NELLA VIA LETTERARIA DI BELPASSO
di Michele Placido
Belpasso ha avuto la fortuna di dare i natali a un grande scrittore come Nino Martoglio. La conseguenza naturale è che ogni cosa, in questi luoghi, dovrebbe parlare di lui e consegnargli nuovo successo attraverso la memoria. Così a Belpasso, dopo aver intitolato al commediografo (che era anche giornalista, poeta, cineasta, sceneggiatore) il Teatro comunale, il Giardino centrale della città, un Premio letterario internazionale, a qualcuno è venuto in mente di far respirare l’aria di Martoglio anche nelle strade, con dei quadri scenici che rievocano le sue commedie, montati nei portali antichi.

Ne è nata la “Via Letteraria”, un percorso di visita che si snoda nel centro urbano e affianca l’altro percorso artistico, quello del museo a cielo aperto delle “100 Sculture”, altro brand con cui l’Amministrazione comunale vuole caratterizzare la città. La Via Letteraria realizza obiettivi analoghi, ovvero spingere stavolta il brand “Martoglio” come distintivo della città per l’ambito letterario-teatrale. Le due idee possono camminare bene in parallelo, tanto che negli ultimi quattro mesi Belpasso ha superato i 2.000 visitatori, tra scolaresche e gruppi organizzati, giunti qui per vedere le sculture (finora ce ne sono 24 esposte e 18 di prossima collocazione), i pannelli scenici della Via Letteraria e i musei cittadini. Insolita e repentina svolta nel modo di intendere l’accoglienza, se fino a poco più di un anno fa, di tutto questo, non c’era nulla. A Belpasso si erano forse fatti dei tentativi, ma la città non aveva mai seriamente investito sulla propria immagine, andando a ripescare le tante peculiarità del territorio per costruirvi intorno azioni di marketing turistico. Forse bastava crederci un po’ e nel caso della Via Letteraria a crederci sono stati due giovani artisti, Stefano Privitera e Martina Ciresi, presidente e vice dell’Associazione “Art Is Why”, nome evocativo dell’arte che contiene la soluzione a ogni perché. Da loro proviene la proposta creativa di abbellire le porte antiche, i portali in disuso della via Roma con le opere di Martoglio, viste naturalmente con il filtro dell’artista, con lo stile e il metodo più affine al proprio sentire. Dopo il via libera del Comune, le opere, circa venti, sono state realizzate tra il 24 e il 26 Maggio dello scorso anno durante un’estemporanea di pittura. «Il progetto della Via Letteraria - spiega Martina Ciresi - è finalizzato a proporre un itinerario culturale ed artistico in cui si rivivono i particolari salienti della vita e

delle opere di Martoglio. L’obiettivo di fondo resta comunque incentivare un modello di sviluppo fondato sul turismo, legato alla conoscenza della storia di questo magnifico territorio e alle sue risorse produttive. Sul piano artistico abbiamo selezionato quelli che ci sono sembrati i soggetti più adatti da rappresentare sulle porte. Tra questi, un immancabile ritratto di Nino Martoglio, qualcosa che rappresentasse l’abbraccio culturale tra Martoglio, Pirandello e Angelo Musco e le tappe fondamentali del loro percorso artistico. Ancora, le scene tratte da “San Giovanni Decollato” con Totò, da “L’aria del Continente”, i “Civitoti in Pretura”, “‘a Vilanza”, e altre, fino all’ultima che abbiamo installato, tratta da “Annata ricca, massaru cuntentu”. L’Associazione ha voluto aggiungere delle targhe esplicative per ciascuna opera, comprese di Qrcode con le notizie sull’opera martogliana rappresentata, per offrire un servizio il più completo possibile».
GLI AUTORI:

Foto di Agostino Laudani

L’estemporanea è diventata anche occasione di convivialità e di scambi culturali e artistici tra gli autori dei pannelli: Laura Bottini, Tony Carciotto, Giuliano Contiguglia, Daniela Cosentino, Ermelinda Nuzzarello, Marinella Riccobene, Carmela Sabister e Mariachiara Salemi e i già citati Martina Ciresi e Stefano Privitera. Per il sindaco, Carlo Caputo, il progetto si inquadra in quella che lui stesso definisce come la “ristrutturazione, o se vogliamo l’istituzione, finalmente, di un marchio di identità di Belpasso, basato sulla cultura. Abbiamo sempre avuto in casa un esempio così autorevole come Martoglio e non l’abbiamo mai saputo valorizzare facendone un motivo non solo di orgoglio ma anche di richiamo per il turismo culturale. Il nostro è stato un tentativo, è vero, ma abbiamo fatto centro, perché le opere sono di buona qualità e la gente viene, guarda, apprezza e ci fa una buona pubblicità. La verità è che spesso abbiamo dei tesori e non li sappiamo vedere, li lasciamo tra la polvere. Belpasso ha dissolto questa cattiva abitudine”. Sul piano operativo, l’iniziativa è destinata a scatenare reazioni in ambito regionale. Come spiega il vice sindaco e assessore al Turismo, Tony Di Mauro, che ha condotto l’operazione della Via Letteraria, «tra gli obiettivi c’è quello di vedere riconosciuta dalla Regione Siciliana Belpasso, la città di Martoglio, quale punto di interesse della ‘Strada degli scrittori siciliani’, un modello di promozione turistica e culturale del territorio avviato dalla provincia di Agrigento con Pirandello, Sciascia e Camilleri e che potrebbe essere presto esteso alla provincia di Catania con Verga e gli altri scrittori». Martoglio, così, rivivrà nel respiro della sua città natale. Un tributo doveroso da parte di Belpasso.

LA MODA PRIMAVERA ESTATE SI VESTE DI ETNA
STORIE E PERCORSI DI GIOVANI STILISTE D’ACCADEMIA
Foto e testi di Francesca Santangelo
New York. Londra. Milano. Parigi. Le capitali della moda identificate come "big four", dove ogni anno si svolgono le più importanti sfilate di moda durante le cosiddette "fashion weeks". Stilisti di fama mondiale ed esordienti mostrano le loro collezioni, destinate a lasciare un segno indelebile nella società. Sicuramente gli eventi più importanti, ma non gli unici dedicati alla moda. Il mese di Luglio ad esempio, ha visto Palermo farsi passerella per Dolce e Gabbana, amanti della Sicilia e del suo valore artistico e cultuale. Ma la moda non è solo quella dei grandi stilisti già affermati. Esistono delle piccole realtà, più vicine di quanto possiamo immaginare. Esistono ragazzi e ragazze, che sognano di entrare nel mondo della moda e che da quest'anno, hanno avuto una possibilità in più, partendo proprio da qui, da Catania. Nasce il corso di Fashion Design all'Accademia di Belle Arti di Catania, che permette di poter acquisire competenze disciplinari e professionali nell'ambito della moda e del costume per lo spettacolo.
STUDENTI FASHION
«Fin da piccola il mio sogno è sempre stato quello di fare la stilista. Pensavo di andare a Milano, ma i costi sono elevati. E sogna quanto vuoi, ma la realtà è diversa. Dici aspetta. La spesa è eccessiva. Magari mi sarei fermata per un anno. Avrei provato a fare altro, per darmi da fare. Quando mi è arrivata la notizia del nuovo corso, quasi quasi mi mettevo a piangere». Le parole di Francesca Fallica, studentessa di fashion design e aspirante stilista. Una storia come tante. La storia di chi rischia di accantonare un sogno perché gli ostacoli sono parecchi. Ma per fortuna una storia a lieto fine. Così come quella di Claudia Maria Ialacci, che ha cambiato il corso di studi, spostandosi da scenografia a fashion design; Martina Giuffrida, che ha interrotto la strada di farmacia per realizzare il suo sogno più grande, lavorare nel campo della moda; Claudia Nappi ed Eleonora Marina.
ONE’S COLLECTION
Sono solo alcune dei circa 70 studenti che hanno intrapreso questo percorso. Il loro debutto è arrivato il 28 Giugno al Palazzo della Cultura a Catania, dove si è tenuta One’s collection, la prima collezione dei giovani stilisti emergenti dell'Accademia, che finalmente possono mettersi in gioco. Il tema è l'estate: colori forti, vestiti che sanno di mare, di sole e salsedine. Trasparenze, pailettes, materiali riflettenti e ogni tipo di tendenza che valorizzi la donna. Impossibile passare inosservati. Claudia Nappi descrive il suo abito realizzato appositamente per la sfilata: «Fa parte della serie color block, colori in blocco. Ho assemblato un body fucsia di lycra con scollatura quadrata, ad un abitino in plastica, particolare e di moda, al quale ho aggiunto dei disegni per farlo risaltare. Chiuso dietro con delle bocchette, a mo di corpetto. Completa un kimono corto di stoffa leggera, double face, con manica a svasare». Lavora anche come modella, ma per la sfilata ha preferito godersi lo spettacolo dall'esterno.
COLOR BLOCK
«Mi piace guardare la faccia delle persone, ascoltare i commenti. Ho assaporato il mio momento da stilista». Color block è anche l'abito di Martina Giuffrida, realizzato in toto da lei, dal bozzetto alla parte pratica. Un arancione sgargiante perfettamente adatto al tema estivo. La particolarità delle maniche a prosciutto e il profondo scollo a V, donano all'abito quel tocco in più che lo rende unico. «Non sogno un mio marchio, vorrei il mio nome per varie case di moda, tipo Fausto Puglisi o Dsquared. Aprire una casa di moda importante è quasi impossibile, o magari riesci, ma non ti fanno sfilare alla Milano Fashion Week». Insomma una sognatrice, Martina, coi piedi per terra ma decisa e con degli obiettivi precisi.
ISPIRANDOSI A DOLCE & GABBANA
Un amore profondo e fedelissimo quello di Claudia Maria Ialacci per Dolce e Gab

bana. Amore, che l'ha portata a dipingere a mano il kimono associato al costume, così come D&G fanno con molti dei loro accessori. Color cipria, con fiori hawaiani, palme e il logo. Il suo logo ufficiale. Quello che magari un giorno potrà sfilare tra le passerelle più importanti degli eventi di moda. Il costume invece nasce dall'idea di realizzare un beachwear dall'effetto luccicante, capace di riflettere al sole producendo diversi giochi di luce. Da qui, l'applicazione di pezzetti di CD direttamente su stoffa. Un richiamo dal mare e dalle reti da pesca, quello che Francesca Fallica ha vo

Abito di Claudia Maria Ialacci. Modella: Daniela Nacci

luto esprimere col suo copricostume bon ton. Un total White elegante e raffinato, magari per un aperitivo o un party a bordo piscina. La rete è realizzata con organza e fascette di cotone applicate sopra e cucite.
AZZURRO MARINA
Eleonora Marina, si è ispirata alla Sicilia e ai suoi colori, all'azzurro del cielo che si rispecchia sul mare, al verde della natura, al giallo del caldo sole estivo. Un abito della sua mini-collezione, che prende il nome di Sicily. «Ho usato stoffe fresche e leggere come il cotone e l'organza. La fantasia è maiolica, tipica della ceramica di Caltagirone». Insomma, ognuno di questi abiti rispecchia l'estate in ogni suo aspetto. Tanti gli spunti che potrete prendere direttamente dai nostri stilisti emergenti, che saranno pure alle prime armi, ma hanno sicuramente dimostrato di saperci fare e di avere la stoffa per intraprendere questo percorso creativo. Ricordando – per citare Eleanor Roosvelt – che «il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni».



Abito di Francesca Fallica. Modella: Gaia Ciancio

SPORTIVAMENTE ALLA MODA
La moda si basa principalmente sulla cura dell'immagine estetica. Così come lo sport, che permette di valorizzare il fisico. Un connubio perfetto dunque, sottolineato dai brand che, in parallelo alle loro collezioni, presentano sempre la linea fitness, sport o tempo libero. Proposte che permettono di indossare outfit comodi, senza mai passare inosservati. Tenersi in forma è sicuramente un ottimo metodo per stare bene con se stessi e farlo seguendo le tendenze che la moda propone, è anche meglio. Se vogliamo approfittare delle belle giornate estive per fare attività fisica all'aperto, è utile sapere cosa indossare. Parola d'ordine? Comodità. Proposta semplice ma d'effetto è il completino shorts e crop top: tessuti leggeri e traspiranti ma con un tocco glamour. Andrea Russo, sportiva, ha scelto questo look per i suoi allenamenti di calisthenics, disciplina che si svolge esclusivamente a corpo libero. Si può praticare ovunque: su sbarre, parallele o senza nulla. Una passione quella di Andrea, iniziata un pò per caso, ma trasformatasi presto in un'attività che l'ha portata a mettersi in gioco seriamente, partecipando ad eventi competitivi e gare, raggiungendo per ben due volte il podio come primo e secondo posto. «Gareggio perché in questo modo riesco a dare il meglio di me stessa e a mettere in pratica i sacrifici giornalieri compiuti durante gli allenamenti». Un amore per lo sport, che condivide sui social: «pubblico i miei risultati e i progressi, perché mi piace motivare soprattutto le donne, ancora restie nel praticare questa disciplina, considerata da "maschi", poiché basata molto sulla forza fisica». L'idea di un corpo tonico, modellato e sano sta entrando sempre più anche nei circuiti della moda. Ne è un esempio la bellissima Michelle Lewin, fitness model venezuelana molto seguita sui social per il suo fisico muscoloso, ma allo stesso tempo molto femminile. Non resta dunque che metterci in forma, ma sempre con stile!

Francesca Santangelo - photographer Andrea Russo - modella
PER BELPASSO
BELPASSO
UFFICIALIZZATA IMPEGNO CIVICO ONLUS

ASSOCIAZIONISMO.
AGGREGAZIONE E DIFESA DEI PIÙ DEBOLI, IN PARTICOLARE I DISABILI, TRA GLI OBIETTIVI. DA SETTEMBRE PRONTI CON IL BANCO ALIMENTARE.
UNA SQUADRA FORMATA DAL PRESIDENTE GRAZIA MORABITO, IL VICE ARCANGELO LICATA E IL SOCIO-DEPUTATO REGIONALE SALVO GIUFFRIDA



PRESENTAZIONE
Nasce una nuova associazione “Impegno civico Onlus” nel territorio di Belpasso. A promuoverla e avviarla, o meglio formalizzarla dato che l'associazione esiste ed opera nel territorio già da 5 anni, sono stati la presidente Grazia Morabito, il suo vice Arcangelo Licata e il socio-deputato regionale Salvo Giuffrida, durante un incontro davanti la piazza principale di Belpasso. Un'esperienza che nasce da quanto vissuto con il patronato Caf che Morabito ha gestito fino a quando è nata “Impegno civico Onlus”, e dove "mi sono scontrata con le tante esigenze della gente", dichiara. Un'esperienza che nasce quindi con l'obiettivo primario di dare aiuto a chi ne ha bisogno. "Mi sono sempre spesa per il sociale, alcune volte mi sono anche battuta politicamente, ma questa volta abbiamo voluto spenderci per questo impegno civico. Vogliamo, innanzitutto - afferma la presidente Morabito - avere una squadra di ragazzi che lavora sul territorio e, creando aggregazione, che si impegni ad aiutare le persone più in difficoltà".
OBIETTIVI
L'associazione ha sede in via Terza Retta Levante al civico 182, ma per i tanti obiettivi che si vogliono perseguire presto ci sarà un ampliamento. "Stiamo cercando una casa che possa diventare il nostro luogo di aggregazione", afferma la presidente, "un luogo dove riunirci, organizzare feste e quant'altro, perché associazione vuole dire anche questo", aggiunge. Nel guardare ai bisogni dei più deboli, Impegno civico vorrebbe dedicarsi in modo particolare ai disabili. "A Belpasso i diversamente abili sono un po' messi da parte, ma hanno anche loro bisogno di avere degli spazi e di vivere la vita sociale come tutti. Nella nostra associazione ci sono alcuni disabili e mi sono fatta promotrice delle loro esigenze", continua Grazia Morabito. Non solo. Impegno civico Onlus sta attivando il banco alimentare per i più indigenti. "Pare che a settembre dovrebbe partire così che le persone più disagiate a Belpasso potranno venire a prendere una busta di spesa gratuitamente", continua la presidente.
BUROCRAZIA
Durante la presentazione della nuova Onlus di Belpasso una parola d'ordine: aggregazione, la stessa che ha portato avanti l'associazione in questi anni e la stessa che hanno saputo trovare i soci con il deputato regionale, nonché socio di Impegno civico Onlus, Salvo Giuffrida. "Si tratta di sostenere i progetti che operano nel sociale, perché oggi, con la diminuzione da parte delle pubbliche amministrazioni per il terzo settore a causa di mancanza di possibilità economica, se non si attiva il volontariato, purtroppo, tanti servizi non possono essere garantiti", sostiene Giuffrida. Se la pubblica amministrazione non è molto presente economicamente, come dice il deputato, nel sostenere il terzo settore, al contempo non lo aiuta neanche con la burocrazia che sembra tutt'altro che snella. Eppure il riconoscimento di Onlus per le associazioni che operano davvero nel sociale rappresenta un punto di svolta importante per l'operatività della stessa. Si può, ad esempio, avere accesso ai fondi pubblici, ma anche la possibilità di potere garantire l'assistenza al singolo. "L'iter è un po' farraginoso e non sempre si ha la giusta assistenza da parte dell'amministrazione regionale per quanto riguarda la sequela dell'attività. Tutto inoltre dipende dall'assessorato alla Famiglia a Palermo, non c'è una diretta consulenza a livello locale", ammette Giuffrida. Impegno civico Onlus, comunque, è costituita e "chiunque voglia venire a darci una mano in qualsiasi modo è il benvenuto", conclude Morabito.



Ambientato in Sicilia, tra il blu cobalto delle Eolie, la pietra bianca di Avola e la rocca dominante di Taormina, Il terzo relitto (Salani Editore, 348 pagine) riporta Isabella nella sua Sicilia, terra ricca di tesori emersi e sommersi. Ed è su questi ultimi che si poggiano gli occhi della bella archeologa che, per caso, si imbatte nella copia di un manoscritto perduto, proveniente dalla Tunisia, scritto nel terzo secolo avanti Cristo. Qui, l’autore racconta di tre relitti affondati nel mare delle Eolie nel corso della prima Guerra Punica: due di questi sono stati recuperati nel corso di una campagna di scavi durante la quale una sub esperta perde misteriosamente la vita. Isabella, insieme al suo piccolo segreto – è cleptomane e non riesce a contenere il vizio di sottrarre un “ricordo” da tenere per se – e all’archeologo Paul Anderson andrà alla ricerca del terzo relitto, e si imbatterà in un oscuro passato e in un’avventura mozzafiato ma piena di insidie. Un libro che si legge tutto di un fiato nel quale l’autrice torna a mescolare passato e presente, storia e attualità, in un intreccio unico di atmosfere. «I miei libri partono da una indagine storica per poi dare spazio alla fantasia – spiega l’autrice, che nella vita Torna in libreria Isabella De Clio, la giovane archeologa nata dalla penna di Barbara Bellomo che, dopo il grandissimo successo de La ladra di ricordi, si imbarca – ed è proprio il caso di dirlo – in una nuova, emozionante, avventura. BELLA, AVVENTUROSA, CLEPTOMANE fa pure l’insegnante in una scuola superiore di Catania. Non sono libri di storia, ma dei gialli che recuperano il nostro patrimonio storico: mi auguro che il lettore, alla fine, avrà letto un giallo, ma anche appreso qualcosa della nostra storia». Nel primo romanzo, La ladra di ricordi, è un cammeo appartenuto a Clodia, la sposa bambina di Ottaviano; nel terzo relitto è un’imbarcazione affondata con un prezioso carico a dare l’input per la nuova indagine di Isabella. Una storia nella storia che accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagina. «Nel primo libro, quello sul cammeo, c’era la storia di Clodio una sposa bambina, data in sposa per un patto politico – spiega ancora l’autrice. In questo caso Asina, il comandante romano Gneo Cornelio Scipione, che non avrà nella nostra tradizione storica la stessa importanza di Gaio Duilio, ma a me piace recuperare i personaggi dimenticati, che furono importanti». Sullo sfondo una Sicilia onirica e piena di fascino, in cui odori e colori si fondono in un unicum che avvolge la storia, conferendole un fascino particolare. «L’idea del romanzo è nata guardando dalla costa di Salina il mare che separa l’isola da Lipari – racconta Bellomo. Mille volte osservando la distesa blu che si apriva davanti a me, ho immaginato di tornare indietro nel tempo, a duemila anni fa, quando quelle stesse acque erano solcate da navi romane e fenicie. E dopo avere tanto fantasticato – conclude – alla fine è nato questo romanzo che lega l’avventura al giallo e in cui tutti sono alla ricerca di un importante relitto».