Pediatria magazine vol 3 | num 11 | 2013

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La clinica

Intervista a Gian Antonella Polimeni e Marina Picca

Salute orale, riviste le Linee guida

C

omportamenti inadeguati e scarsa educazione fornita da genitori e caregiver, alimentazione errata, cure odontoiatriche trascurate: la salute orale dei bambini e degli adolescenti italiani è oggi più che mai a rischio. Assume allora particolare importanza il recentissimo aggiornamento delle “Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva” (http://goo.gl/euS8Ra) approvato dal Ministero della Salute. “L’attenzione alla salute del cavo orale della mamma, già in gravidanza, è una raccomandazione cardine delle Linee guida”, spiega Antonella Polimeni, Presidente del Collegio nazionale dei Professori Universitari di Odontostomatologia e Professore Ordinario di Odontoiatria Pediatrica presso “Sapienza” – Università di Roma. Sono infatti alte le possibilità che la mamma possa trasmettere al neonato, attraverso la saliva, l’infezione da Streptococco mutans. Si tratta del principale agente patogeno della carie, e se ne trova traccia persino sulle arcate adentule del bambino. Numerosi studi hanno verificato che il genotipo del mutans rinvenuto nei bambini con carie è nel 70% dei casi identico a quello della madre: è la prova che una scarsa salute orale nella mamma potrà influenzare in maniera significativa lo sviluppo di carie nel bambino già nella dentatura decidua. Se la trasmissione dello S. mutans sarà precoce e massiva, il rischio di sviluppare lesioni cariose nei denti decidui sarà elevato. In ogni caso è sempre importante curare i denti da latte per evitare la presenza di focolai infettivi che possono non solo danneggiare i denti permanenti, ma anche far perdere spazio per la loro eruzione. È però un tema molto attuale collegato alla crisi economica quello della diminuzione delle visite specialistiche odontoiatriche (anche per l’infanzia) e delle conseguenti eventuali terapie”.

Antonella Polimeni

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Il fluoro è utile nella prevenzione della carie? Premesso che la prescrizione del fluoro andrebbe fatta “ad personam”, considerando i fattori di rischio generale, le Linee guida ci dicono che dai 6 mesi ai 6 anni di età la fluoroprofilassi può essere effettuata attraverso l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, 2 volte al giorno, in dose pea-size (raccomandazione ad alta forza e grado di evidenza). Nei casi di oggettiva difficoltà all’uso del dentifricio come unica

metodica di fluoroprofilassi e nei soggetti ad alto rischio di carie, come metodica aggiuntiva all’uso del dentifricio da 6 mesi ai 3 anni possiamo somministrare 0,25 mg/die di fluoro con gocce; da 3 a 6 anni 0,50 mg/die di fluoro con gocce o pastiglie. Dopo i 6 anni la fluoroprofilassi va effettuata attraverso l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, 2 volte al giorno (raccomandazione ad alta forza e grado di evidenza). Le sigillature dei solchi e delle fossette prevengono la carie? Si tratta di un atto preventivo importante, che va anche personalizzato in base all’anatomia del dente. Come ci fanno notare le Linee guida, l’effetto preventivo di tale pratica per i primi molari permanenti si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione (Nilchian et al, 2011), al 76.3% a quattro anni e al 65% a nove anni (Beauchamp

Intanto è allarme carie pediatrica: +15% nell’ultimo quinquennio, in media 120.000 casi a 4 anni e quasi 250.000 a 12, le due fasce di età più a rischio

et al, 2008). Come ampiamente riportato in letteratura, si tratta di una procedura clinica semplice, sicura ed efficace dal punto di vista costi/benefici ed è, quindi, fortemente raccomandata. L’integrità delle sigillature deve essere controllata durante le visite periodiche di controllo (semestrali o annuali, sulla base del rischio) e, nel caso ne venga riscontrata la perdita parziale o totale, è necessaria la reintegrazione.

Pediatria numero 11 - novembre 2013

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