7_8_2008

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Il reportage Italia

Al margine dell’argine dal nostro inviato Luca Galassi

“Na giari mani cip?”. Non sapete la mia lingua? Soami è curiosa ed espansiva. Ha sei anni, è sinta, ed è la prima a salutare con voce squillante i visitatori che si recano al Sucar Plaza, Bella Piazza in sinto. Siamo nel Comune di Guastalla, ex capitale del ducato dei Gonzaga, in provincia di Reggio Emilia.

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guastallesi lo chiamano ‘campo nomadi’. Ma è una definizione che poco ha a che vedere con una struttura residenziale ordinata, pulita, composta da sei casette colorate nel bel mezzo di un campo di granoturco. Chi vi abita preferisce chiamarlo ‘residence’. Sorge non lontano da quell’argine del Po dove Bernardo Bertolucci ha girato molte scene di ‘Novecento’, la saga di una famiglia contadina ambientata tra la caduta del fascismo e la lotta di resistenza. Ed è a due passi da Brescello, il paese che ha ospitato le vicende di Don Camillo e Peppone. “Il piccolo mondo di un mondo piccolo, piantato in qualche parte dell’Italia del Nord”: così Guareschi aveva descritto la dimensione geografica e umana dei suoi racconti, trovando in queste terre l’ambiente, la gente, il clima più caratteristico della Bassa Padana. Anche il ‘Sucar Plaza’ è un microcosmo, circoscritto in un mondo piccolo per dimensioni e per mentalità. Le famiglie sinte che nel tempo hanno patito le discriminazioni degli abitanti, insofferenti alla presenza ventennale delle roulotte accampate sull’argine del torrente Crostolo, hanno trovato in questo residence una sorta di ‘risarcimento’. Risarciti dell’ingiustizia di trovarsi spesso vittime dell’intolleranza. Degli sguardi indignati di qualcuno, che nel vederli diversi, a volte sporchi, senza un lavoro fisso, esposti loro malgrado a condizioni precarie di vita e di salute, avrà ben pensato ‘che se ne tornino al loro Paese’, senza magari sapere che ‘loro’ sono italiani da tre generazioni. E residenti a Guastalla. Ma non è per questo - per il pudore di qualche guastallese troppo sensibile - che l’amministrazione ha deciso di spostare il loro piccolo insedia8

mento dal torrente Crostolo, al bordo della statale ‘Cisa’, in mezzo al campo di granoturco. Quanto per la lungimiranza di un sindaco, Mario Dallasta, e di un’associazione mantovana, la ‘Sucar Drom’. Uno dei suoi membri, Yuri Del Bar, sinto emiliano, è diventato nel 2005 consigliere comunale a Mantova, primo rappresentante di una minoranza nazionale sinta e rom eletto in un organismo politico nell’Italia repubblicana. Grazie alla collaborazione tra l’associazione e l’ammministrazione guastallese, il progetto ha preso forma nel 2002. Fu allora che il Comune acquistò per centomila euro quattromila metri quadri di terreno dagli Altomani, proprietari di una vecchia fornace di mattoni le cui ciminiere svettano ai lati dell’insediamento. Sono questi ruderi di archeologia industriale, visibili a grande distanza, i riferimenti che consentono di raggiungere facilmente il Sucar Plaza. alla Cisa, si segue l’argine del torrente Crostolo per poche decine di metri e si è subito in mezzo al verde. Dall’alto, il perimetro del residence sembra essere stato intagliato nel campo di granturco. Le casette hanno colori tenui, azzurro, giallo, rosa. Sono sei lotti indipendenti, dotati ciascuno di una struttura abitativa diurna (soggiorno, cucina e bagno), di uno spazio verde e di parcheggio. Il linguaggio buro-

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In alto: Sucar Plaza. Guastalla, Italia 2008. In basso: Sul patio di casa. Guastalla, Italia 2008. Foto di Lucio Cavicchioni per PeaceReporter


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