San Giuseppe Moscati medico

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“Occorre solo un cuore semplice, come di bambino, per riconoscere i segni della grande Presenza dentro la vita normale, come incontrando un medico nella stanzetta di un ospedale o una giovane donna con un bimbo deposto in una mangiatoia.” (Dalla prefazione di Luigi Giussani)

Euro 10,00 ISBN

L’eroico quotidiano

Laico cioè cristiano San Giuseppe Moscati medico

Prefazione di Luigi Giussani

Paola Bergamini

Paola Bergamini è nata a Milano, dove vive e lavora. Giornalista dal 1994, dopo aver lavorato in alcune redazioni di giornali è vicedirettrice del mensile Tracce. Ha scritto un libro dedicato ai santi sociali.

Paola Bergamini

Laico cioè cristiano. San Giuseppe Moscati medico

È la storia di un uomo, un medico, un santo. Giuseppe Moscati (1880-1927) ha vissuto la vita quotidiana in un modo straordinario. Era un medico capace di diagnosi eccellenti e di carità profonda. Ricercatore acuto, appassionato di scienza, all’avanguardia negli studi, sempre pronto a soccorrere il prossimo, confidando nel buon Dio che “consola sempre chi in Lui spera”. A Napoli tutti lo conoscevano: ricchi e poveri, mendicanti e baroni. Una vita semplice e luminosa, laica, cioè veramente cristiana. Beatificato da Paolo VI nel 1975, è stato canonizzato da san Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987.

978-88-99103-38-5

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L’eroico quotidiano PCE

PICCOLA CASA EDITRICE


Paola Bergamini

LAICO CIOÈ CRISTIANO SAN GIUSEPPE MOSCATI MEDICO Prefazione di Luigi Giussani


Š Copyright 2016 - Piccola Casa Editrice Via del Tecchione, 36 - Sesto Ulteriano, San Giuliano Mil. (Mi) | Tel. + 39 02 98287410 www.piccolacasaeditrice.it info@piccolacasaeditrice.it Copertina: Ohka Studio Impaginazione: M Y G C O M , Milano Stampa: Arti Grafiche Fiorin Finito di stampare: febbraio 2016 &


Indice

Prefazione di Luigi Giussani 5 Introduzione 7 Un figlio cosĂŹ buono Il Vesuvio, il positivismo e la Grande Guerra Curare e insegnare per amore A servizio di chi ha bisogno La morte e la bellezza Il medico santo

9 24 51 76 100 108

Vita e Opere

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Bibliografia

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Fotografie

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Introduzione

«Il male radicale del nostro tempo è nel processo di secolarizzazione, cioè nella distruzione del Dio cristiano nel cuore dell’uomo moderno.» Augusto Del Noce «Fu proprio la fede a conferire al suo impegno dimensioni e qualità nuove, quelle tipiche del laico autenticamente cristiano. Grazie a esse gli aspetti professionali, nella sua vita, si integravano armoniosamente fra loro, si sostenevano l’un l’altro, per essere vissuti come una risposta a una vocazione, e quindi come una collaborazione al piano creatore e redentivo di Dio.» Giovanni Paolo II «Chi è colui che viene proposto oggi all’imitazione e alla venerazione di tutti? È un laico, che ha fatto della sua vita una missione percorsa con autenticità evangelica... È un medico, che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità... È un professore d’università, che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione... È uno scienziato d’alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale... La sua esistenza è tutta qui.» Paolo VI

Questa è la storia di un santo laico che ha vissuto la vita quotidiana in un modo nuovo. Da cristiano che chiede alla santità di Dio di rendere vero e compiuto ogni suo gesto. Laico fino nelle ossa, cristiano fin nel midollo. Così fu Giu-


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seppe Moscati. Laico, ma non ateo in un frangente storicoculturale e in un ambiente, quello medico-scientifico, dove l’esaltazione della materia e il pensiero astratto dell’essere spezzettavano l’individuo privandolo della sua peculiarità, della sua grandezza. Perché l’uomo è di più della materia di cui è fatto e perfino delle sue idee, che non soddisfano il desiderio di felicità e di bene che ognuno racchiude nel profondo del cuore. E cristiano, cioè uomo fino in fondo sapendo sempre qual era la ragione ultima che lo faceva alzare al mattino; che al capezzale dei malati lo rendeva acuto nella diagnosi e nel medesimo tempo portatore della carità cristiana di salvezza; che lo spingeva a studiare per trovare nella scienza le risposte che cercava senza mai escludere nulla; che lo faceva imporre ai grandi del suo tempo con una tenacia e una passione senza mezzi termini; che lo rendeva appassionato maestro con i suoi alunni tanto da dire: «Coltivate e rivedete ogni giorno le vostre conoscenze. Il progresso sta in una continua critica di quanto apprendemmo. Una sola scienza è incrollabile e incrollata, quella rivelata da Dio». Tutte sfaccettature di un’esistenza affascinata dal Mistero che rende pieno di significato e affascinante ogni istante della vita perché, come sempre avviene incontrando un santo, rende tangibile e concreto il Fatto cristiano. Che è per tutti.


Capitolo I

Un figlio così buono

In piazza della Posta il portone di palazzo Rosmini si apre, la signora Rosa, con in braccio l’ultimo nato, Eugenio, esce per prima. Dietro di lei i figli più grandi Gennaro e Alberto; poi, per mano a papà, i due più piccoli, Anna e Peppino. È breve il tragitto che li aspetta per raggiungere la chiesa di Cosma e Damiano. Una luce pulita definisce i contorni delle case, rifila le sagome dei pochi passanti che si aggirano per la piazza. È per via di questa brezza settembrina, che scende dalle colline, accarezza la città e scivola fin giù al mare. Il suono delle campane fa vibrare l’aria. Un gruppetto di uomini a un angolo della piazza parla animatamente. Quando la famiglia Moscati passa loro a fianco, si alza una voce: «I batacchi alle campane li staccheremo tutti! E sprangheremo le porte alle chiese! Così vedremo come faranno i baciapile ad andare a messa». «Giusto! Saranno costretti a piegare la testa alla vera religione. Quella naturale.» «Zitto, non vedi chi sta passando?» «Certo che lo so! – e un ghigno cattivo taglia la faccia dell’uomo –. Il cavaliere Moscati, Consigliere della Corte d’Appello, uno che antepone la legge di Dio a quella degli uomini.» E alzando ancora di più la voce: «Qui ad Ancona è cominciata la lotta contro il potere papale, presto avverrà la liberazione dalla superstizione cattolica. Potere al


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popolo». L’aria d’un tratto è diventata dura come il marmo. «Nina, vai dalla mamma. Giuseppe, tu vieni con me.» La signora Rosa non cerca nemmeno di fermare il marito, solo lo segue con lo sguardo. Il cavaliere Moscati con pochi passi decisi raggiunge il gruppetto. Si ferma, e stringendo la mano del figlio, guarda negli occhi l’uomo che per ultimo ha parlato e che ben conosce: «Ha detto giusto, la legge di nostro Signore è per me la vera legge. E la santa Chiesa cattolica mi è maestra. Ogni giorno prego Iddio perché illumini ogni mia azione, mi indichi la strada per glorificarlo, per essere un uomo retto e felice che ama il suo prossimo ed è pronto ad aiutarlo. E in questo non mi ha mai deluso. Solo così io posso servire la mia patria. Chieda in giro come è il mio operato in tribunale. Si può dire lo stesso dei suoi colleghi?». Ora gli fanno cerchio intorno, gli si stringono sempre più vicino. E lui, per nulla intimorito, prosegue: «E voialtri state attenti a seguire queste nuove tendenze che vi abbagliano con orizzonti dorati, dove i desideri più profondi dell’uomo vengono ��������������������������� ridotti a mere esigenze – come le definite voi? – naturali. Cosa avete nel cuore? Quando guardate i vostri figli, le vostre mogli, pensate che sono solo un agglomerato di visceri e nervi? Carne da rivoluzione? Dove è finita la fede dei vostri padri? Vieni, Peppino, raggiungiamo gli altri». Il ghigno si è spento, nessuno osa replicare. A tutti è nota la rettitudine di quell’uomo che mai, in nessuna occasione, ha mostrato di aver paura nel professare la sua fede. Quante volte hanno tentato di ingiuriarlo, di farlo cadere in errore o ancor peggio di isolarlo. Il cerchio si rompe per lasciarlo passare.


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Per strada il bimbo chiede: «���������������������������� ����������������������������� Papà, perché quell’uomo aveva un sorriso cattivo e gli occhi buoni?». Il cavaliere Moscati si ferma, si abbassa alla sua altezza: «Lui come gli altri ha la rabbia dentro, perché hanno chiuso il cuore al Signore. Tu non farlo mai, non aver paura della tua fede. Così diventerai un uomo grande». «Come te?» «Come i santi, Peppino. Come i santi.» Ormai hanno raggiunto il resto della famiglia. «Su, andiamo, che si fa tardi per la messa.» E poi, rivolgendosi alla moglie: «È sempre peggio. Viviamo in un periodo nefasto. L’azione malefica della massoneria, e non solo di quella, sta dando i suoi frutti. So di pubblici funzionari che si sono trovati di fronte al triste bivio di tradire la propria coscienza rinunziando ai doveri religiosi o di vedere interrotta la propria carriera. Anche uomini di valore si sono piegati alle intimidazioni della setta. Ricordate cosa è successo a Roma, il cuore della cristianità, pochi anni or sono? Quella maledetta notte – lasciatemelo dire – del 13 luglio 1881 quegli incoscienti hanno tentato di compiere un sacrilegio: gettare nel Tevere il cadavere di Pio IX. E molti erano ragazzi, Rosa, erano ragazzi! Il pericolo più grande lo corrono i giovani: cadono nella rete dell’indifferenza religiosa. È un serpente che strisciando avvelena i loro sogni, i loro desideri. Stanno strappando Dio dal cuore dell’uomo. Rosa, teniamo alta la fede dei nostri figli. A voi, che li seguite in ogni istante, questo arduo compito». Nella luce quieta della chiesa donna Rosa, inginocchiata dopo aver ricevuto la Comunione, parla con il suo Signore. Prega per i suoi figli, per questo suo marito che da giovane aveva pensato di consacrarsi alla vita religiosa. Francesco ave-


“Occorre solo un cuore semplice, come di bambino, per riconoscere i segni della grande Presenza dentro la vita normale, come incontrando un medico nella stanzetta di un ospedale o una giovane donna con un bimbo deposto in una mangiatoia.” (Dalla prefazione di Luigi Giussani)

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Prefazione di Luigi Giussani

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Paola Bergamini è nata a Milano, dove vive e lavora. Giornalista dal 1994, dopo aver lavorato in alcune redazioni di giornali è vicedirettrice del mensile Tracce. Ha scritto un libro dedicato ai santi sociali.

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Laico cioè cristiano. San Giuseppe Moscati medico

È la storia di un uomo, un medico, un santo. Giuseppe Moscati (1880-1927) ha vissuto la vita quotidiana in un modo straordinario. Era un medico capace di diagnosi eccellenti e di carità profonda. Ricercatore acuto, appassionato di scienza, all’avanguardia negli studi, sempre pronto a soccorrere il prossimo, confidando nel buon Dio che “consola sempre chi in Lui spera”. A Napoli tutti lo conoscevano: ricchi e poveri, mendicanti e baroni. Una vita semplice e luminosa, laica, cioè veramente cristiana. Beatificato da Paolo VI nel 1975, è stato canonizzato da san Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987.

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