Natale Notte - Messa della notte - Anno C

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NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE - ANNO C (bianco) 25 DICEMBRE 2021

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o avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia». Gesù è nato nella povertà di una grotta, nell’umiltà di una mangiatoia, sostenuto dall’amore di Maria, sua madre, e custodito dalla tenacia di Giuseppe, suo padre putativo. Il Natale di Gesù è qualcosa di essenziale: la tradizione del presepe ci aggiunge la presenza del bue e dell’asinello per riscaldare il Bambinello, e il Vangelo riporta la visita dei pastori, gente semplice e povera. Il tutto avvolto dal mistero della Luce. È Dio che agisce così: non nella potenza ma nella debolezza, non nella ricchezza ma nella povertà. Il segno della misericordia di Dio è il Bambino stesso dal cui volto promana una luce nuova, divina. L’Eucaristia che celebriamo in questa Notte Santa ci invita ad essere semplici, a non porre l’attenzione sulle cose materiali, per ritornare all’essenziale della nostra fede: Dio che si fa uomo. Preghiamo in questo tempo di festa per tutti coloro che vivranno il Natale in povertà, nel dolore, nella condizione di migranti, di rifugiati, affinché appaia loro un raggio della bontà di Dio. Come dicevano i padri della Chiesa, non ci può essere Natale senza la Croce: l’umiliazione del Figlio di Dio, iniziata nel misterioso viaggio che va dal grembo del Padre al seno di Maria, prosegue a Betlemme, a Nazareth, a Gerusalemme, fino al Calvario. Così, comprendiamo che le luci del Natale hanno origine dalla grande Luce della Pasqua, di un Dio che nel Figlio fa l’esperienza del dolore e della morte, ma altresì della vita. Buon Natale a voi tutti! Auguriamoci di far risplendere la luce del Bambino Gesù nelle nostre famiglie, nei nostri cuori.

ANTIFONA D’INGRESSO

in piedi

Il Signore mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato». Oppure Rallegriamoci tutti nel Signore: il nostro Salvatore è nato nel mondo. Oggi la pace vera è scesa per noi dal cielo. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Fratelli e sorelle, il Figlio di Dio vagisce in una mangiatoia. Si chiama Gesù, che significa «Dio salva», perché salverà il suo popolo dai suoi peccati. Non è una reggia quella in cui nasce il Redentore, destinato ad instaurare il Regno eterno e universale. Nasce in una stalla e, venendo fra noi, accende nel mondo il fuoco dell’amore di Dio. Questo fuoco non si spegnerà mai più. Possa questo fuoco ardere nei cuori come fiamma di carità fattiva, che

diventi accoglienza e sostegno per tanti fratelli provati dal bisogno e dalla sofferenza! Viviamo con umiltà e cuore sincero questa notte santa: Emmanuele, «Dio-connoi». Con il cuore colmo di riconoscenza, riviviamo il mistero della condiscendenza di Dio, perché il Figlio diletto, l’Atteso di tutte le generazioni, venuto nella pienezza dei tempi, è diventato per sempre l’Emmanuele: il «Dio con noi».

KALENDA Il cantore (o, in assenza, un lettore) proclama l’antico testo della Kalenda, che è un inno a Cristo, Signore del tempo e della storia.

25 dicembre. Luna undicesima. Trascorsi molti secoli da quando Dio aveva creato il mondo e aveva fatto l’uomo a sua immagine; e molti secoli da quando era cessato il diluvio e l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo la nascita di Abramo, nostro padre; tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosé; circa mille anni dopo l’unzione di Davide quale re di Israele; nella sessantacin-


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