NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE - ANNO A (bianco) 25 DICEMBRE 2019
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i annuncio una grande gioia». La prima lettura della Messa della notte di Natale, attraverso il simbolismo della luce e del bambino nato per noi, apre gli orizzonti del popolo d’Israele alla speranza: la salvezza è vicina, Dio viene a visitarci attraverso un re giusto, un consacrato, che vive secondo la legge del Signore. In questa profezia, noi cristiani ritroviamo l’annuncio messianico dell’Emmanuele, il Dio-con-noi, cioè la nascita del Cristo-Luce. La gioia cresce, si moltiplica, raddoppia, per questa luce che si espande sul mondo. Il profeta Isaia attinge al mondo agricolo, pastorizio e politico per spiegare il significato di questa letizia. Il popolo gioisce come quando si miete e allo stesso modo dei cacciatori che si dividono la preda. È la gioia degli stessi giusti e degli oppressi che venivano sopraffatti da governanti e re iniqui. Nel bambino che nasce è posto il segno della pace e della giustizia. Di fatti, il bambino è chiamato consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, principe della pace. Uno dei titoli più antichi applicati a Gesù è proprio quello di principe della pace. Il profeta mette in evidenza le capacità di governo e la sapienza, nonché la rettitudine, di questo re-bambino. Discendente del regno di Davide, il suo potere si diffonderà su tutta la terra, e il suo dominio sarà qualificato proprio dalla pace e dalla giustizia. Ma chi potrà governarci in questo modo se non Dio solo? Sia chiaro: Gesù affermerà, durane il suo annuncio, che il Regno di cui parla non è di questo mondo. Si tratta della comunione di vita e di grazia con lui. Buona celebrazione del Santo Natale.
KALENDA ANTIFONA D’INGRESSO in piedi Rallegriamoci tutti nel Signore, perché è nato nel mondo il Salvatore. Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Fratelli e sorelle, colui che è lo stesso «ieri, oggi e sempre», ci invita a celebrare il mistero del suo Natale nell’oggi della Parola e dell’Eucaristia, in modo da poter affermare con la liturgia: «Oggi Cristo è nato!». Con il cuore colmo di riconoscenza, riviviamo il mistero della condiscendenza di Dio, perché il Figlio diletto, l’Atteso di tutte le generazioni, venuto nella pienezza dei tempi, è diventato per sempre l’Emmanuele: il «Dio con noi».
Il cantore (o, in assenza, un lettore) proclama l’antico testo della Kalenda, che è un inno a Cristo, Signore del tempo e della storia.
25 dicembre. Luna undicesima. Trascorsi molti secoli da quando Dio aveva creato il mondo e aveva fatto l’uomo a sua immagine; e molti secoli da quando era cessato il diluvio e l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo la nascita di Abramo, nostro padre; tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosé; circa mille anni dopo l’unzione di Davide quale re di Israele; nella sessantacinquesima settimana, secondo la profezia di Daniele; all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno 752 dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto, mentre su tutta la terra regnava la pace, nella sesta età del mondo, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello