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DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE (rosso) 25 MARZO 2018

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vuotò se stesso assumendo una condizione di servo». Oggi, la Liturgia della Parola ci raccoglie a Gerusalemme, per l’ingresso trionfante di Gesù nella Città Santa, e poi ci spinge fuori, verso il Calvario, ove il Messia sarà crocifisso e messo a morte. Abbiamo accompagnato Gesù nelle diverse tappe quaresimali: nel deserto, ove ha invocato il Padre ed è stato tentato, divenendo per noi modello di umanità in cammino, di conversione e di fiducia in Dio; sul Tabor, per la sua trasfigurazione e rivelazione come il nuovo Mosè; nel Tempio a Gerusalemme, per la polemica con i venditori del tempio e i capi religiosi, illustrandoci il vero significato del culto in spirito e verità gradito a Dio; per strada, di notte, in dialogo con Nicodèmo, rivelandosi a noi come la vera Luce; ancora a Gerusalemme, ma nella nuda terra, come chicco di grano, educando i discepoli all’amore come dono di sé per il bene degli altri. Questo cammino di abbassamento e di umiliazione del Figlio di Dio, segnato da tanti miracoli, prodigi, discorsi, controversie e incontri, termina al Golgòta, al “Luogo del cranio”. Il vero discepolo di Gesù è chiamato a stare lì, nei pressi della Croce, senza paura, fiducioso che il Padre lo riscatterà dalla morte e da quell’infame umiliazione. Perché Gesù è veramente il Messia, l’Atteso dei secoli, il Salvatore del mondo. I rami d’ulivo – le fronde delle palme – che in questa domenica ci scambiamo sono, anzitutto, il simbolo della regalità di Cristo: egli è l’Unto! Oggi, la pietà popolare li ha risignificati come simbolo della pace. Di fatti, la venuta del Messia coincide con l’era della pace, con il ripristino della giustizia tra gli uomini e dell’armonia della natura. Oggi nelle Diocesi si celebra la 33ª Giornata della Gioventù.

Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme PRIMA FORMA: Processione All’ora stabilita, i fedeli si radunano in una chiesa succursale o in altro luogo adatto con in mano i rami di ulivo o di palma. Il sacerdote e i ministri si recano al luogo dove si è radunato il popolo. Intanto si canta l’antifona seguente o un altro canto adatto: ANTIFONA D’INGRESSO in piedi

Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore: è il Re d’Israele. Osanna nell’alto dei cieli. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Il sacerdote saluta il popolo con queste parole:

Cel. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito Il sacerdote rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole. Lo può fare con queste parole o con altre simili:

Carissimi, Cristo Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della Pasqua. Egli è il messia atteso nei secoli e finalmente sulla croce si rivela a noi come Signore dell’amore e della vita. Accompagniamo con fede ardente il figlio di Dio nel suo ingresso a Gerusalemme. Dopo l’esortazione, il sacerdote dice a mani giunte la seguente orazione:

Cel. Dio onnipotente ed eterno, benedici ✠ questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Ass. Amen E senza nulla dire, asperge i rami con l’acqua benedetta. Segue la proclamazione del Vangelo dell’ingresso del Signore.

VANGELO Dal Vangelo secondo Marco

(11,1-10)

Ass. Gloria a te, o Signore 1 Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte


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