Eco della Campana - Ottobre 2023

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La colonna di sant’Andrea dopo il restauro

donFrancescoCazzato

Il recente restauro della “Colonna di S. Andrea” offre l’occasione a noi tutti di approfondire alcune rappresentazioni del Santo nella nostra parrocchia

È facile osservare come nel Capo di Leuca i protettori dei paesi siano tutti santi vissuti in Oriente; dove oggi non accade, la storia ci dice che nel tempo c’è stata una variazione di culto (in Acquarica, prima di san Carlo, protettore era san Giovanni Battista; a Barbarano, prima di san Lorenzo, protettore era santo Stefano ) Tra i tanti paesi dell’antica diocesi di Ugento, Presicce è l’unico paese a vantare il privilegio di avere un apostolo come protettore: s. Andrea. A questo santo è stato dedicato il monumento più alto e più sontuoso esistente nel Capo di Leuca

Non disponendo di un’adeguata documentazione cartacea, cerco di leggere quanto le pietre raccontano Il restauro ha donato ai nostri occhi le quattro statue in pietra molto belle, rifinite nei particolari prima non visibili; lo studioso salvese Aldo Simone, in una sua relazione del 1930, scrive che tre statue sono acefale; in una foto dei funerali del parroco don Giuseppe Bisanti (19 gennaio 1922) la statua rivolta verso la torre dell’orologio è senza testa La statua ancora più bella delle precedenti è la statua di sant’Andrea collocata in alto.

Elenco alcuni particolari: vestito signorile con bottoni e asole, certamente non usuale ad un pescatore né di pesci né di uomini; la posizione delle braccia con le mani (ci si aspetterebbe:una mano a reggere il libro

Vangelo e con l’altra i due pesci); Vangelo e pesci occupano un unico braccio e mano, il braccio destro piegato a gomito e con mano poggiata sul corpo ha al centro un foro rivelatore del luogo dove infilare un’asta portatrice di uno stendardo o di uno stemma; un piede calpesta un libro

Il particolare del libro sotto il piede lo vediamo anche sulla tela dei santi Medici nella chiesa matrice dove ciascuno dei santi ha un libro in mano e per terra ci sono due libri, uno è aperto: riferimento visivo che richiama il tempo della Riforma cattolica Il braccio destro piegato ad angolo forse rivela una dipendenza dalla più antica tela esistente nel nostro paese raffigurante sant’Andrea nella completezza della sua persona e che con signorilità poggia il braccio destro sulla trave della croce Quel ritaglio di tela ovale con i quattro angioletti dipinti sul legno della cornice ora si trova nella Chiesa dei Morti

La statua è rivolta verso la strada che conduce a Pozzo Mauro, per proteggere il secondo feudo dei principi, e che prosegue verso la cappella della Madonna del Soccorso, Barbarano…Leuca (la strada Presicce, Salve, Morciano… Leuca fu costruita solo nel 1851 su proposta di Giacomo Arditi)

Perché la statua è stata collocata così in alto da rendere invisibili particolari preziosi nel manufatto

di pietra?Una ipotesi potrebbe essere: in origine la statua sovrastante il piedistallo cubico di pietra fosse collocata al centro dei quattro leoni e delle quattro piccole cariatidi (ne rimangono solo due) che coronano tutt’ora la sommità e tutti potevano apprezzare e godere della sua bellezza Su i due lati, frontale e dorsale, sono presenti due lastre in pietra leccese con frammenti di decorazioni laterali, servivano per comunicare l’origine del monumento In seguito sono state accuratamente abrase (perché?). Quando fu innalzata la colonna, il pilastro fu circondato dalla balaustra con gli stemmi dei feudatari e la statua posta sul capitello corinzio

I particolari estetici della statua si resero invisibili ma il monumento crebbe scenograficamente e la balaustra lo rese funzionabile per i bandi del feudatario o della “univiversitas” nell’ambito amministrativo o commerciale

OTTOBRE 2023 | PARROCCHIA “S ANDREA APOSTOLO” | PRESICCE ACQUARICA
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I due tempi impiegati per la costruzione del monumento in onore di sant’Andrea rispecchiano quanto già era accaduto per la vicina torre campanaria dove seconda e terza arcata con semicolonne angolari poggiano sulla prima, di stile diverso, che sovrasta un’antica cappella ricca di affreschi, oggi restaurati Perché la devozione a sant’Andrea?

In numerose protezioni era invocato sant’Andrea; il grido di guerra di Goffredo di Buglione nella prima Crociata era “Sant’Andrea di Patrasso”, la più alta decorazione degli zar era in onore di sant’Andrea…la più diffusa era, in tempo di alta mortalità infantile, la protezione dei bambini nata dal riferimento alle parole dell’Apostolo (Gv 6,9) “C’è qui un ragazzo con cinque pani d’orzo e due pesci”

È impensabile che Andrea abbia voluto sequestrare le provviste del ragazzo; il miracolo

è avvenuto vicino Betsaida, il paese di Andrea, probabile che il ragazzo (figlio o nipote di Andrea o di Simone) sia stato mandato dalle loro famiglie per i rispettivi familiari e Andrea abbia messo a disposizione di Gesù quanto era loro riservato Nella “Legenda aurea” di Jacopo da Varazze viene narrato un miracolo che rese sant’Andrea protettore delle partorienti

Il riferimento ai bambini è rintracciabile negli otto bambini, quasi piccoli telamoni, che sorreggono le quattro statue della balaustra, ancor più nella grande tela del Catalano (1601) dove lo sguardo del Santo viene canalizzato verso i due bambini collocati in basso dell’angolo destro

Un nuovo parroco per la parrocchia di Acquarica

Domenica 24 settembre il Vescovo ha immesso canonicamente don Luca Abaterusso, originario di Tiggiano, come parrocco della parrocchia “S Carlo Borromeo” in Presicce-Acquarica A don Luca i nostri migliori auguri per un apostolato fruttuoso e la promessa di disponibilità alla collaborazione tra le due comunità parrocchiali della città

A don Antonio giunga la nostra gratitudine per questi anni vissuti al serviz minis a serv

Devozione di sa rea Apostolo”

L’immagine di san Carlo sulla tela del secondo altare a destra nella Chiesa parrocchiale testimonia un’antica devozione a Presicce verso questo santo Incuriosisce la identica impostazione iconografica e la stessa tonalità di colore presenti sulla tela del terzo altare contenente la firma dell’artista: Lillo P (ictor). Erroneamente qualcuno le ha attribuite a Rachele Lillo (aveva solo 13 anni), sono ambedue del padre Saverio; nella chiesa del Carmine vi sono alcune tele di Rachele, qui il nome è scritto per intero per distinguere le sue opere da quelle del padre Nell’ ”Inventario” del 1878, firmato dal parroco don Andrea Giannelli e dagli altri otto sacerdoti componenti il clero presiccese, è scritto che la tela del secondo altare raffigura la Madonna del Carmine, la tela del terzo altare l’Assunta

De Rossi nella “Visitatio pastoralis … ” (1711) attesta la presenza nella chiesa parrocchiale dell’epoca di un altare dedicato a san Carlo “Ho visitato l’altare di san Carlo con l’immagine dello stesso san Carlo dipinta su tela con san Leonardo In alto della

vi è l’iscrizione ‘Ex ope celesti fit, si quid habetur honesti’ Questo altare fu edificato dalla famiglia Duca, con il legato di alcuni beni con l’onere di celebrare otto messe in ogni mese Fu tenutario don Antonio Duca il quale lasciò altri beni dopo la sua morte con l’aggiunta di altre dodici messe. Dopo la sua morte fu tenutaria Francesca Duca… la quale lasciò quindici anni addietro altri beni con l’impegno di celebrare altre dodici messe Oggi tenutario e usufruttuario è don Lorenzo Stasi, bravo sacerdote, che possa campare mille anni, (NB quando al mattino del 6 novembre 1711 De Rossi era giunto da Acquarica “pedibus ambulando” era stato ospitato da don Lorenzo Stasi che gli aveva offerto una tazza di “cocolato”, all’epoca vera leccornia) dopo la sua morte il legato con tutta l’eredità passerà al Monastero dei Carmelitani”.

Terminata la “Visitatio” della chiesa parrocchiale, Mons. De Rossi visita le cappelle urbane e tra queste : “Ho visitato la

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chiesa o cappella di san Carlo, detta dei Valentini, fondata da Valentino dei Valentini. Vi è nel lato del vangelo l’immagine di santa Lucia vergine e martire e in calce vi è questa scritta: ‘d. Colella de Valentino, arciprete di Presicce, fondatore Valentino de Valentini, erede con lo “juspatronatus” suo e suoi successori. Anno Domini 1619…’. Si dice tuttavia che questa chiesa fosse fondata all’origine con denaro pubblico con il titolo di Santa Maria della Luce e che poi quei Valentino comprarono e vi eressero un altare in onore di san Carlo, perciò questa chiesa viene detta anche Santa Maria della Luce…”. Ancora De Rossi: “Ho visitato la chiesa dedicata a san Giuseppe edificata nel 1630 dall’arciprete di Presicce don Raffaele Giuranno…in questa vi è un altro altare proprio della confraternita dell’Assunzione della B.V. fondata nell’anno precedente dallo stesso don Raffaele; in questo vi è l’immagine dipinta su tela della B.V. Assunta e di san Carlo…”.

All’abbondanza dei segni religiosi del 600 riferiti a san Carlo occorre non dimenticare che il principe Carlo Bartirotti fu ucciso al termine della festa del suo onomastico: 5 novembre 1655.

Quando è iniziata a Presicce la devozione verso san Carlo?

Legami tra la nostra diocesi di Ugento e la famiglia di san Carlo risalgono a una data precedente la sua nascita (2 ottobre 1538); un suo parente, pure lui Carlo Borromeo, era diventato vescovo di Ugento il 9 marzo 1530 e assistette alla distruzione di Ugento avvenuta nel 1537.

Nel 1564 il vescovo di Ugento, Antonio Sebastiani Minturno, aveva scritto due lettere (una da Taurisano e una da Ugento) a Carlo Borromeo ancora a Roma perché segretario dello zio papa Paolo IV San Carlo morì a 46 anni (1584); nel 1602 venne proclamato Beato ma senza la “Bolla” canonica; il 1° novembre 1610 fu proclamato santo da Paolo V Tenendo ferme nella memoria queste due date, possiamo comprendere l’antichità del culto verso san Carlo nella nostra parrocchia

Un documento dell’Archivio Storico Diocesano presenta l’erezione del “Beneficio di san Carlo” avvenuta il 15 maggio 1619 e attesta la volontà di un culto prima della stessa canonizzazione Nella loro supplica al vescovo Giovanni Bravo i due fratelli Francesco e don Antonio Stasi raccontano come il loro padre Colella (diminutivo di Nicola)

obre nario

prima in anno 1604 et ultima…sub die ultimo mensis aug 1609 manu Not. Hieronimi Belli…cappellam sub vocabulo Divi Caroli fuisse erectam…una cum dote in terra Presitii… donasse; tutta la roba stabile che esso Colella possede nello feodo d’Ugento e Taurisano…”.Nicola Stasi non potè realizzare il suo desiderio perché Carlo Borromeo venne proclamato santo nel 1610, mentre il devoto morì nel 1609. I due fratelli gli succedettero “ab intestato” e per “non defraudare alli suffragi della benedetta anima del loro padre” avevano insieme deciso di costruire detta cappella e per il momento chiedevano al vescovo il beneplacito di celebrare le messe del lascito paterno nella cappella della Madonna della Luce “sita dentro l’abitato di Presicce” (corrisponde ora a via Michele Arditi) e in conformità della disposizione paterna, don Antonio chiede al vescovo di essere nominato cappellano e riservare lo “ius patronatus” al fratello Francesco.

La progettata cappella non verrà mai costruita, perché la famiglia Valentini, forte del prestigio dell’arciprete don Colella, morto il 1615 aveva già trasformato la cappella della Madonna della Luce in cappella di san Carlo (cfr. De Rossi). Alcuni decenni dopo la famiglia Duca costruirà all’interno della parrocchiale un altare dedicato a san Carlo e il legame con il desiderio germogliato nel 1604 nel cuore di Nicola Stasi è visibile nelle parole del De Rossi “heredem usufructuarium d. Laurentium Stasi hodie tenutarium”, il cognome di don Lorenzo sintetizza la faticosa gestazione espressa in alto dell’altare “ex ope celesti, si qui habetur honesti” che sottintende passaggi e accordi tra famiglie che noi ignoriamo

Carmelo Sigliuzzo aggiunge nei “Manoscritti” pubblicati da F Ruppi: “Alla cappella (Santa Maria della Luce) troviamo aggregato il beneficio di san Carlo dei Valentini censito nel 1745 once 30” e scrivendo della confraternita della Santissima Assunta ci informa che “nel 1749 il procuratore Capitano Giovanni Brunetti vi aggregò il beneficio di san Carlo, assumendo il nominativo di Confraternita dell’Assunta e san Carlo”

Dai documenti fin qui esposti possiamo vantare il privilegio che la nostra comunità sia stata la prima in diocesi a iniziare il culto verso san Carlo Borromeo

suor Carmelinda,

missionaria Presiccese

Il mese di Ottobre è da sempre dedicato alla preghiera per le Missioni che culmina nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale Tra gli uomini e le donne della nostra comunità che hanno deciso di dedicare la loro vita alla missione ad gentes, oltre all’esempio grande di Padre Pasquale D’Addosio morto martire in Cina, abbiamo davanti ai nostri occhi la figura di suor Carmelinda Sergi delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, da più di dieci anni in missione nelle Filippine, a Manapa, periferia di Buona Vista, nell’isola del Mindanao

La sua presenza in mezzo a noi in questi giorni accende in noi l’interesse e la preoccupazione verso le missioni nei paesi più poveri del pianeta Spesso il nostro desiderio di dare un contributo economico a sostegno di queste realtà è frenato dalla paura che i fondi non arrivino a destinazione L’opportunità di avere un filo diretto, grazie a suor Carmelinda, ci permetterà di fare la nostra offerta con la certezza che raggiungerà i destinatari Quanti volessero offrire il proprio contributo può far riferimento ai sacerdoti

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“La Chiesa o è missionario o non è”:
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GMG Lisbona 2023: Presicce presente!

AntonellaReho

La GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) è un incontro tra tutti i giovani del mondo convocati dal Papa per vivere insieme l’esperienza della gioia della fede Quest’anno si è tenuta a Lisbona dall’1 al 6 agosto e ha visto la partecipazione di circa 1 milione e mezzo di ragazzi e tra questi c’eravamo anche noi, 33 giovani della parrocchia insieme ai 145 partecipanti della nostra diocesi Sono stati giorni di gioia e fraternità vissuti con altri ragazzi del mondo con i quali sembrava di conoscerci da un sacco di tempo Sono stati incontri spontanei dove neanche la differente lingua ci ha ostacolato ad avere momenti di dialogo e di scambio Abbiamo fatto esperienza di mondialità e abbiamo capito che, al contrario di quanto si pensa, non siamo dimenticati, non siamo mai soli e che la Chiesa è una casa dove c’è posto per tutti, come ci ha ricordato il Papa

Sono stati tanti i momenti di grande profondità che portiamo nel cuore: le catechesi, le celebrazioni vissute insieme agli altri giovani, gli abbracci, le feste improvvisate, le musiche e le danze per strada Come dimenticare poi il silenzio della veglia nel “Parque Tejo”, la marea umana di giovani nei loro sacco a pelo ad attendere l’alba quasi come sentinelle di speranza di cui il mondo ha bisogno Ad ognuno di noi, nella notte della veglia, è giunto un invito: “ALZATI!” scritto nel cielo attraverso le luci dei droni e ognuno di noi ha sentito la voglia di sollevarsi dalle proprie sicurezze, dalle comodità per andare verso lo sconosciuto, verso l’ignoto senza farsi bloccare dalle paure Tutto questo è continuamente riportato alla nostra memoria ogni volta che guardiamo, legati ai nostri polsi, i braccialetti che abbiamo scambiato con i giovani delle altre nazioni: lo scambio di un piccolo segno che dice simbolicamente tutto ciò che abbiamo condiviso in quei giorni La GMG è stata anche l’occasione per conoscere altri ragazzi della nostra diocesi che vivono il nostro stesso percorso di fede: siamo partiti come tanti piccoli gruppi ma il viaggio in pullman, le ore trascorse insieme, le difficoltà comuni che abbiamo dovuto attraversare ci hanno fatto tornare a casa come un unico grande gruppo A distanza di alcune settimane si è fatta ancora più chiara la consapevolezza che partecipare alla GMG non è stata solo una scelta nostra ma abbiamo risposto, forse inconsapevolmente, all’invito di qualcuno che ci ha chiamati: Dio ci ha dato appuntamento a Lisbona per dirci qualcosa attraverso questa esperienza! Ci ha detto che nella vita gli altri sono importanti e che siamo chiamati a metterci a servizio dei fratelli, come mons Forte ci ha ricordato nelle catechesi: “l’importante nella vita non è il perché ma il per chi viviamo”; ci ha detto che è bello lasciar cadere le maschere e non aver paura di ammettere di avere bisogno gli uni degli altri; attraverso le fatiche (e sono state tante!) e le difficoltà ci ha mostrato che in noi c’è una forza che va oltre le nostre aspettative e i limiti che erroneamente ci siamo imposti

Da questa esperienza siamo tornati cambiati; abbiamo compreso che tutto quello che possediamo nella nostra quotidianità non è poi così scontato ma un dono per il quale ringraziare, abbiamo compreso che avere persone sulle quali contare ci fa sentire più al sicuro e che la vera vita si vive quando si esce dai comfort e si cresce tendendo, contemporaneamente, verso l’Alto e verso l’altro Infine, vogliamo ringraziare di cuore tutti coloro che, con il loro contributo, ci hanno regalato questa possibilità Grazie!

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212 Istantaneed’estate 1 22 4 g i u g n o P e s c o l u s e San Fele Campoacr 7-9settembre Vacanzedi branco
Lisbona
agosto 2023 route
giugno
2023 9-15luglio Castelgrande Campoestivo Festadisanluigi madonnadelcarmine 1 01 6 l u g l i o
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