

Paraplegia
La rivista della Fondazione svizzera per paraplegici Giugno 2025

Della fortuna di svolgere un lavoro appagante
Unisciti a una grande causa.

Lavora al fianco di oltre 2000 specialisti in più di 100 diverse professioni e permetti alle persone con una lesione midollare di condurre una vita autodeterminata.
paraplegie.ch/carriera
Insieme per il successo
Dopo essermi ritirato dallo sport d’élite, l’anno scorso sono riaffiorati numerosi ricordi carichi di significato che la vita in sedia a rotelle mi ha riservato. Non sto pensando solo alle medaglie, ai record mondiali e alle onorificenze ricevute per i miei meriti in ambito sportivo. Ciò che più mi colma di gioia e che mi ha arricchito è la profonda gratitudine che provo per tutte le porte che mi si sono aperte in carrozzina. Tra queste anche tutti i compiti che ho svolto per la Fondazione svizzera per paraplegici, a cui mi sono sempre dedicato volentieri.
Il 6 e 7 settembre festeggeremo il 50esimo anniversario della Fondazione con un fine settimana di porte aperte e una grande festa a Nottwil, a cui siete tutti cordialmente invitati. Tuttavia, non abbiamo voluto aspettare settembre per presentarvi le cifre più salienti dell’esercizio 2024, che invece troverete a pagina 26. Nonostante il contesto economico sfidante, la Fondazione ha conseguito buoni risultati, ossia ampiamente superiori alla media delle opere di pubblica utilità senza scopo di lucro in Svizzera.
Da un lato, questo successo è dovuto all’instancabile impegno profuso dai 2127 collaboratori del Gruppo, alla cui cultura collaborativa abbiamo voluto dedicare il presente numero. Dall’altro, lo dobbiamo alla vostra fiducia nel nostro operato e alla vostra solidarietà nei confronti delle persone con lesione midollare. Insieme possiamo far sì che Nottwil continui a essere per loro un faro nella notte anche in futuro.
Un sentito grazie per il vostro leale sostegno.

Heinz Frei Presidente dell’Unione dei sostenitori

8 La cultura collaborativa che unisce
La cooperazione come fattore determinante del successo.
14 Corsi di perfezionamento
Numerose posizioni quadro vengono affidate a collaboratori interni.

16 Ricerca
L’importanza dell’istruzione e della ricerca.
18 Collaboratori
Alcuni collaboratori di lunga data si raccontano.
Impressum
20 Incontro Tanja Odermatt ritrova la libertà.

26 Rapporto annuale Il Gruppo svizzero per paraplegici consegue un risultato positivo.
27 Tossina botulinica Un’iniezione di nuove possibilità.
28 Svizzera francese Festa federale di ginnastica all’insegna dell’inclusione.

29 Intervista «Abbiamo molto da offrire alla Svizzera romanda».
31 Podologia Colei che mette mano ai piedi.
Paraplegia (anno 43), la rivista della Fondazione svizzera per paraplegici (FSP). Edizione giugno 2025, n. 170, pubblicata quattro volte l’anno in tedesco, francese e italiano Tiratura totale: 1 038 323 copie certificate
Editrice: Unione dei sostenitori della Fondazione svizzera per paraplegici, 6207 Nottwil Riproduzione: solo previa autorizzazione
E-mail: redaktion@paraplegie.ch
Redazione: Stefan Kaiser, caporedattore (kste), Peter Birrer (pmb), Stefanie Kaufmann (skau), Aleksandra Mladenovic (mlal), Simon Rohrer (rohs), Andrea Zimmermann (anzi), Christine Zwygart (zwc) Traduzione: Annalisa Iaconis-Bessegato, Manuela Stalder Impaginazione: Andrea Federer, responsabile, Daniela Erni Progetto grafico: Agentur Guido Von Deschwanden Fotografia: Adrian Baer (baad), Walter Eggenberger, Sabrina Kohler (kohs), Astrid Zimmermann-Boog (boa) Illustrazioni: Roland Burkart, Kornel Stadler
Stampa: Vogt-Schild Druck AG, 4552 Derendingen
In copertina: Michelle Müller, infermiera diplomata SSS, insieme al fisioterapista Damian Püntener nei corridoi del Centro svizzero per paraplegici. (Foto: Damien Inderbitzin)
90 000 follower
Sui social i canali della Fondazione svizzera per paraplegici e del Centro svizzero per paraplegici hanno raggiunto un’importante pietra miliare: da aprile sono 90 000 le persone che, oltre a seguirci, ci regalano like e incoraggianti commenti. Grazie di cuore!
Collaborazione con l’Ospedale universitario di Losanna
Il Centro svizzero per paraplegici (CSP), ParaHelp e l’Ospedale universitario di Losanna (CHUV) hanno ampliato la propria offerta medico-terapeutica. Infatti, da subito le persone para e tetraplegiche della Svizzera romanda si possono avvalere del nuovo ambulatorio per consulenze specialistiche a Losanna. Chi potrà fare uso di questo servizio non dovrà quindi più affrontare il lungo e spesso faticoso viaggio per Nottwil. La stretta collaborazione tra CSP, ParaHelp e CHUV consente di garantire un’assistenza ambulatoriale a vita nei pressi del domicilio anche nella Svizzera francese.


Il GSP promuove una mobilità
più sostenibile
Il Gruppo svizzero per paraplegici (GSP) ha messo a punto numerosi incentivi volti a tutelare le risorse energetiche sul tragitto casa-lavoro. Così, ad esempio, chi si reca sul posto di lavoro con i mezzi pubblici, la bicicletta o a piedi, ogni anno percepisce un bonus mobilità. È inoltre stata aumentata la frequenza con cui gli autobus servono la fermata del CSP e, per raggiungere la stazione ferroviaria, tutti i collaboratori possono usufruire gratuitamente del servizio di noleggio biciclette Nextbike. A ulteriore incentivo della mobilità su due ruote, è possibile avvalersi di posteggi bici coperti, stazioni di ricarica per le e-bike, docce nonché di apposite stanze per l’asciugatura dei vestiti bagnati. I collaboratori muniti di automobili elettriche, invece, possono usufruire di colonnine di ricarica a prezzi agevolati.
Correre per chi non può farlo
Il 4 maggio alle ore 13.00 si è dato il via alla Wings for Life World Run a Zugo, un inimitabile evento di raccolta fondi per la ricerca sul midollo spinale, che ha fatto il sold out già da parecchio tempo. Ma la Fondazione svizzera per paraplegici non ha partecipato unicamente in veste di partner ufficiale dell’evento podistico di portata internazionale. Con l’obiettivo di lanciare un segno di solidarietà alle persone para e tetraplegiche, la squadra della Fondazione, composta da 149 persone provenienti da ogni angolo del GSP, ha camminato, corso e rotolato il percorso di gara. L’atmosfera, sia a Zugo che nel resto del mondo, era carica di energia ed emozioni: un riuscitissimo evento all’insegna dell’inclusione.
wingsforlifeworldrun.com
Cooperazione con il Lucerne Festival
La Fondazione svizzera per paraplegici e il Lucerne Festival, due forti partner della regione Lucerna, danno continuità alla collaborazione portata avanti ormai dal 2017 e quest’estate lanceranno l’ennesimo tangibile segno a favore dell’inclusione.
lucernefestival.ch
Grande fiducia nella Fondazione svizzera per paraplegici
Collocandosi al secondo posto del rinomato GfK Business Reflector, la Fondazione svizzera per paraplegici anche nel 2025 rientra tra le più affidabili organizzazioni non profit del nostro Paese. L’eccellente risultato, inoltre, sottolinea l’ampio appoggio della popolazione di cui gode la Fondazione. In quasi tutti gli ambiti d’indagine è stato possibile ottenere un miglioramento rispetto all’anno precedente. Per la FSP questo risultato rappresenta al contempo una conferma e uno sprone per continuare ad adoperarsi al meglio per le esigenze delle persone con una lesione del midollo spinale.

Anche nel 2025 l’accessibilità a numerose strutture pubbliche continua a essere tutt’altro che scontata. Per questo motivo, in collaborazione con il Museo Svizzero dei trasporti di Lucerna e la fondazione Cerebral, la Fondazione svizzera per paraplegici ha allestito una mostra interattiva intitolata «MovAbility: muoversi senza barriere». L’obiettivo: sensibilizzare il pubblico del museo più frequentato
del Paese in merito alle esigenze delle persone disabili. Un percorso a ostacoli da fare in sedia a rotelle consente ai visitatori di scoprire in prima persona quali sfide celano gli spazi pubblici per chi si sposta in carrozzina… e quali soluzioni si prestano per garantire una mobilità priva di barriere.

Regata inclusiva sul Rotsee
Dal 27 al 29 giugno la crème de la crème degli atleti di canottaggio si sfiderà sul Rotsee a Lucerna in occasione della Coppa del mondo. Tra di loro incontreremo nuovamente anche gli atleti del para-canottaggio, uno sport ancora poco noto alle nostre latitudini. Sia la Fondazione svizzera per paraplegici che l’Associazione svizzera dei paraplegici sostengono le regate inclusive sul Rotsee, affinché presto la Svizzera si collochi in cima alle classifiche anche in questa disciplina.
lucerneregatta.com/integration
verkehrshaus.ch
«Sono rimasto profondamente toccato dalla loro forza di volontà»
Ispirato da una visita a Nottwil, il musicista pop basilese Zian ha dedicato un brano alla Fondazione svizzera per paraplegici in occasione del suo 50esimo anniversario.

Zian, hai scritto il tuo nuovo brano «Fire To The Sky» con l’obiettivo di dare forza e speranza alle persone. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?
Nella vita ci sono momenti in cui superiamo noi stessi e in cui una piccola scintilla può appiccare un fuoco indomabile. Questo brano vuole ricordarci che dentro di noi si cela molto più di quello che a volte crediamo.
E qual è il nesso con Nottwil?
Visitando il Centro svizzero per paraplegici ho avuto modo di incontrare e parlare con molte persone che hanno vissuto proprio questo: il destino ha completamente stravolto la loro vita e ora devono ritrovare la propria strada. Sono rimasto profondamente toccato dalla loro forza di volontà e quindi ho deciso di dedicare questa canzone a loro e a coloro che li accompagnano lungo questo cammino. Ovvero a tutti coloro che condividono la propria fiammella con gli altri per aiutarli a superare i giorni più bui.
Conservi ricordi particolari della visita a Nottwil?
Oltre al ParaForum e alla visita guidata alla Clinica, che mi ha impressionato parecchio, è stato interessante scambiare qualche parola con i diretti interessati. E poi ho avuto modo di pro -
vare una carrozzina: un’esperienza davvero particolare, soprattutto perché essendo alto 1,93 m non sono affatto abituato a rivolgermi alle persone guardandole dal basso.
E come ti sei sentito quando sei tornato a casa?
Da un lato ho avuto la meravigliosa sensazione che, per quanto male si possa stare, c’è sempre qualcuno pronto a sorreggerti. E dall’altro ho sentito un’enorme gratitudine, perché finora il destino mi ha risparmiato. Il tema della lesione midollare è sempre stato abbastanza astratto per me, anche perché non conosco nessuno in carrozzina. Ma la visita a Nottwil mi ha incoraggiato a informarmi sulle sfide e dalle esigenze delle persone para e tetraplegiche. Anche loro fanno parte della nostra società e quindi ritengo sia importante maturare una più ampia comprensione per la loro situazione.
È questo il motivo per cui hai deciso di girare il video musicale del tuo nuovo brano nel Centro svizzero per paraplegici?
Sì. Le persone che ho incontrato a Nottwil sono state un’incredibile fonte di ispirazione per me. Ecco perché nel video abbiamo dedicato un ruolo centrale al rugby in carrozzina: questa disciplina rispecchia esattamente l’energia che cerco di trasmettere con il mio brano. (anzi/we)
Videoclip di «Fire To The Sky»:
paraplegie.ch/zian-it
Giornate delle porte aperte del 6 e 7 settembre 2025
Invitiamo cordialmente la popolazione svizzera a celebrare insieme a noi il 50esimo anniversario della Fondazione svizzera per paraplegici. Unitevi a noi partecipando alla grande festa sul campus di Nottwil e scoprite la nostra inimitabile rete di prestazioni al servizio delle persone con lesione midollare.
paraplegie.ch/cuore-e-fatti
Il musicista Zian in posa davanti al «Ring of Life» durante una visita a Nottwil.
In carrozzina non si è mai da soli
La nuova campagna pubblicitaria della Fondazione svizzera per paraplegici è un’importante promessa.
Giorno dopo giorno, le persone con lesione spinale devono affrontare difficoltà che la maggior parte di noi nemmeno si immagina. Ma affinché possano vivere appieno la loro vita, sia in famiglia che nella società, la Fondazione svizzera per paraplegici (FSP) e i suoi 2 milioni di membri coprono loro le spalle. Infatti, il mondo appartiene anche alle persone in carrozzina, che con la loro esistenza arricchiscono immensamente la vita di chi li circonda. Ed è proprio questo il messaggio principale della nuova campagna «Mai da soli», lanciata questa primavera con l’obiettivo di acquisire nuovi membri. Una campagna che vuole anche essere una promessa: noi ti rendiamo forte, affinché tu a tua volta possa essere forte per gli altri.
Prestando il proprio volto alla campagna, Chiara Schlatter (26) di Thun (BE), Heinrich Dürst (41) di Glarona, Rosa Zaugg (68) di Berna e Tim Harder (22) di Winterthur (ZH) mostrano come dopo l’incidente siano tornati a vivere una vita autodeterminata e a ricoprire
un ruolo importante, sia per gli allievi, per la famiglia, per il compagno che per gli amici. Quattro toccanti storie, insomma, che invitano a riflettere.
Una solida rete solidale
Se la FSP riesce a mantenere le proprie prestazioni per le persone para e tetraplegiche, è solo grazie al sostegno dei propri membri. Tuttavia, ogni anno è necessario acquisire numerosi nuovi membri per compensare le partenze naturali. È per questo motivo che la Fondazione deve ricorrere alla pubblicità. L’ampia portata della campagna rappresenta inoltre un’ottima occasione per sensibilizzare un vasto pubblico in merito alle esigenze delle persone mielolese.
Nata in collaborazione con l’agenzia «Freundliche Grüsse», la nuova campagna verrà diffusa nella Svizzera tedesca e italiana. Oltre ai canali online della Fondazione, apparirà sotto forma di pubblicità televisiva, cartelloni e sui social. (mlal, skau)
paraplegie.ch/mai-soli


Trovare la propria strada...
Recentemente, in occasione di una festa di compleanno ho parlato agli invitati di un nostro collaboratore di lunga data, andato in pensione poco tempo fa. Ho raccontato loro della sua passione per la nostra opera solidale e di come, essendo tetraplegico, aveva ispirato numerose altre persone, spronandole a trovare la propria strada. Gli invitati rimasero a bocca aperta.
... in tutta autonomia
Rimasero a bocca aperta perché faticarono a comprendere come, di fronte a un simile destino, fosse possibile riconquistare questo livello di indipendenza in carrozzina elettrica: lavorare, fare musica, ballare... insomma, vivere. E per giunta senza rancore e senza perdersi d’animo. Inoltre, era riuscito a mostrare ai colleghi il vero spirito collaborativo di Nottwil e quale effetto avesse sulla nostra collaborazione.
... come se fosse la cosa più naturale del mondo
Affinché possano sfruttare al meglio il proprio potenziale in termini di indipendenza – non c’è scusa che regga – le persone in carrozzina devono rimboccarsi le maniche. È però anche necessario che le persone che le circondano diano per scontato che si possa vivere una vita possibilmente indipendente in sedia a rotelle. Ma, ancora una volta, lo stupore sui volti degli invitati quella sera mi ha ricordato che, finché otteniamo questa reazione, l’inclusione non può ancora dirsi pienamente riuscita.
Heidi Hanselmann, presidente della Fondazione svizzera per paraplegici
Parola alla Presidente
Alcuni cartelloni della nuova campagna pubblicitaria.
Inseguendo un grande obiettivo
La passione dei collaboratori del Gruppo svizzero per paraplegici viene alimentata anche da un’inimitabile cultura collaborativa; la base per poter offrire alle persone con lesione midollare la migliore assistenza possibile.

L’ergoterapista Nathalie Blümel mentre aiuta un paziente a trovare una postura ottimale in sedia a rotelle.

CCon piccoli gesti e qualche parola d’incoraggiamento Michelle Müller aiuta il paziente a trasferirsi dal letto alla sedia a rotelle: «Vai, che ce l’hai quasi fatta!» E, infatti, mobilizzando tutte le forze che ha in corpo, lui ci riesce e le regala un sorriso imbevuto di felicità. Mentre appena due settimane fa questa scena sarebbe stata impensabile, ora i due protagonisti gioiscono insieme di questo ulteriore progresso ottenuto sulla lunga via della riabilitazione del paziente.
Da tre anni e mezzo Michelle Müller lavora al Centro svizzero per paraplegici (CSP) di Nottwil come infermiera diplomata SSS ed esperta in cura delle ferite. Ha sempre sognato di lavorare a contatto con le persone, racconta la 22enne di Emmen (LU): «So che qui al CSP il mio lavoro fa davvero la differenza. Alla sera vado a casa e so esattamente cosa ho fatto. È una sensazione davvero gratificante.»
Il paziente che assiste questa mattina ha una paraplegia e in terapia ha appreso la tecnica corretta per trasferirsi. Sotto la supervisione di Michelle Müller si è esercitato, ancora e ancora. Oltre a dargli preziosi consigli, l’infermiera contatta anche le terapiste, affinché possano perfezionare ulteriormente la tecnica del paziente.
«Avevo le lacrime agli occhi dalla gioia»
Di tutti gli esperti che lavorano in Clinica, gli infermieri sono quelli che assistono in maniera più ravvicinata allo sviluppo dei pazienti: oltre a essere al loro fianco ad ogni ora del giorno e della notte, instaurano con loro un rapporto
di fiducia e quindi spesso sono il primo punto di approdo in caso di problemi di salute sia fisica che mentale.
«Nel reparto di Medicina acuta mi è capitato di offrire assistenza a un signore con sindrome di Guillain-Barré che, avendo il corpo totalmente paralizzato, viveva attaccato a un ventilatore», racconta Michelle Müller. «L’ho curato a tutte le ore del giorno.» Dopodiché l’équipe curante riuscì a liberarlo dalla ventilazione meccanica, venne trasferito nel reparto dedicato alla riabilitazione e Michelle lo perse di vista. «Un giorno, ero appena tornata dalle vacanze, è venuto a trovarmi in reparto... e camminava! Avevo le lacrime agli occhi dalla gioia.»
Sapere che il suo lavoro è un tassello indispensabile per ottenere simili successi, la riempie d’orgoglio. Ma comunque preferisce parlare dell’energia che i pazienti le restituiscono, oppure del fatto che, per raggiungere i migliori risultati auspicabili, a Nottwil è sempre necessario che numerosi esperti lavorino mano nella mano.
E le belle parole non mancano nemmeno per i programmi di sostegno e le opportunità di sviluppo in azienda: «Poco dopo aver concluso la scuola specializzata superiore mi affidarono già varie responsabilità in reparto. E mi sostennero molto anche quando decisi di svolgere la formazione per diventare esperta in cura delle ferite; questo l’ho apprezzato molto.» Michelle Müller è particolarmente grata di poter continuare a lavorare al letto dei pazienti: «Dopotutto, è questo il mio mestiere di partenza; è questo che mi piace fare.»

La cultura collaborativa che unisce
L’aria che si respira all’interno del Gruppo svizzero per paraplegici (GSP) profuma di collaborazione e di crescita: c’è chi parla di «spirito collaborativo di Nottwil». Inoltre, i dipendenti riconoscono l’utilità del proprio lavoro. Queste due osservazioni rispecchiano il fatto che lo scopo del Gruppo non è improntato alla massimizzazione del fatturato, ma all’offrire assistenza a vita alle persone mielolese. La consapevolezza che il proprio impegno va a beneficio diretto di persone in carne e ossa si ripercuote anche sulla portata e sul valore del proprio lavoro.
Sta poi al datore di lavoro assicurarsi che i collaboratori vengano messi nelle condizioni di soddisfare le elevate pretese formulate nella missione del Gruppo. «In quanto organizzazione cerchiamo di creare condizioni favorevoli, sia in termini di infrastruttura che di strumenti e modelli lavorativi, sia promuovendo la conciliabilità di vita familiare e lavoro», spiega Marcel Unterasinger Stäger, responsabile Risorse umane (RU) del GSP. «Ma hanno l’obiettivo di ridurre la pressione sui collaboratori anche varie misure di prevenzione sani-
taria, la leadership, la stima, nonché il rafforzamento del portafoglio di competenze del personale mediante un ampio ventaglio di offerte formative e di perfezionamento.»
Regolarmente tutti questi sforzi si traducono in riconoscimenti quali «miglior datore di lavoro nella categoria Salute e servizi sociali» oppure nella certificazione «Friendly Work Space». Per quanto concerne la carenza di personale qualificato, il responsabile RU ricorda: «Oggigiorno percepire una retribuzione onesta e avere condizioni d’impiego flessibili dovrebbero essere presupposti di base. Avendo tutte le carte in regola sotto questo aspetto, ci concentriamo sui nostri punti di forza e sullo sviluppo delle condizioni quadro.» A tale scopo, le risorse umane intrattengono un dialogo costante sia con i collaboratori che con i responsabili.
Questione di stima «Cerchiamo sempre la soluzione ottimale per consentire alle persone in sedia a rotelle di gestire al meglio la propria vita», afferma Roger Wiederkehr. «Talvolta un piccolo adattamento può avere un grande effetto. E talvolta, invece, dobbiamo inventarci qualcosa di
«Siamo proprio una bella squadra e ci adoperiamo per raggiungere il nostro obiettivo comune.»
Roger Wiederkehr, meccanico Tecnica di riabilitazione Orthotec
Lavorare a Nottwil
Desiderate entrare a far parte del Gruppo svizzero per paraplegici e mettere la vostra passione al servizio della nostra visione comune? Vi attendono oltre 100 professioni e ottime opportunità di carriera.
paraplegie.ch/jobs (in tedesco)
L’infermiera Michelle Müller mentre con la massima cura prepara i farmaci per i suoi pazienti.
La cooperazione delle varie discipline è un fattore determinante del successo: Roger Wiederkehr, meccanico presso la Tecnica di riabilitazione, insieme all’ergoterapista Nathalie Blümel e una paziente.

completamente nuovo.» Da ben 10 anni il 47enne di Obernau (LU) lavora o presso la Tecnica di riabilitazione di Orthotec, una società affiliata della Fondazione svizzera per paraplegici. Il meccanico assembla carrozzine manuali ed elettriche, le ripara e le conforma ai desideri individuali dei clienti.
Il bello del suo lavoro? Vedere gli effetti immediati sull’indipendenza delle persone. Un altro aspetto importante, secondo lui, è che a Nottwil vengano promossi valori quali precisione e qualità. E si ha il tempo di dedicarsi a un compito, senza dover sempre guardare l’orologio. Roger Wiederkehr descrive lo spirito collaborativo di Nottwil come un profondo senso di appartenenza:
«Siamo proprio una bella squadra e ci adoperiamo tutti insieme per raggiungere il nostro obiettivo comune. Non ci sono lupi solitari: ci sosteniamo e ci aiutiamo tutti a vicenda, anche se a volte significa fermarsi più a lungo la sera per finire un lavoro.»
Questa cordialità si riconosce anche nel fatto che, quando si rende necessario un adattamento impellente, gli esperti di altri reparti possono passare da lui in officina insieme ai pazienti senza prendere appuntamento. Oppure quando una carrozzina elettrica lascia a piedi un paziente, si reca lui in Clinica per risolvere il problema.
Roger Wiederkehr si sente a suo agio qui a Nottwil: «Non solo i pazienti
hanno grande considerazione per il nostro lavoro; riceviamo molta stima anche dall’alto.» Personalmente, trova molto prezioso l’asilo nido aziendale sul campus: «Quando i nostri figli erano piccoli, li portavo entrambi al nido qui. Questo ha consentito a mia moglie di continuare a lavorare e ci ha aiutati molto. E i bambini si sono divertiti parecchio.»
Insieme per il successo
Anche in ambito terapeutico il dialogo interprofessionale è molto vissuto, tant’è che l’ergoterapista Nathalie Blümel e la fisioterapista Nora Merz condividono la stessa scrivania. Il duetto terapeutico illustra come a Nottwil le di-

«Ci concentriamo sui nostri punti di forza e sullo sviluppo delle condizioni quadro.»
Marcel Unterasinger Stäger, responsabile RU
scipline della 30enne e della 35enne si fondano in un’armoniosa collaborazione.
«Un aspetto particolarmente toccante del nostro lavoro è poter assistere allo sviluppo dei nostri pazienti», racconta Nora Merz. «Siamo al loro fianco per quattro, sette o nove mesi e alla fine li vediamo riconquistare un po’ di autonomia.» Ma se facessero solo fisioterapia, non sarebbe sufficiente: «La cooperazione tra le varie professioni è un fattore determinante del nostro successo.»
Infatti, la fisioterapia si concentra sui presupposti fisici, mentre l’ergoterapia tiene d’occhio l’implementazione pratica nel quotidiano. «Se Nora allena il paziente a girarsi e a sedersi a letto, io posso concentrarmi sulla vestizione», spiega Nathalie Blümel. Non appena il paziente padroneggia una tecnica nuova, può eseguirla in reparto sotto supervisione del personale curante. E così tutte le categorie professionali lavorano a braccetto per raggiungere un determinato obiettivo riabilitativo.
Ogni lesione del midollo spinale è unica e dunque va affrontata mediante

un trattamento su misura, reso possibile unicamente dall’accorpamento delle conoscenze delle numerose discipline operative a Nottwil. «Lavorare in maniera interprofessionale non implica solo il coinvolgimento di tante persone, ma presuppone anche che tra loro avvenga uno scambio proficuo», precisa Nathalie Blümel, «e per far ciò possiamo avvalerci di vari strumenti.» Infatti, con le altre discipline si intrattiene un filo diretto e si cerca di considerare anche le loro priorità.
Nathalie Blümel ha beneficiato anche dell’atmosfera lavorativa familiare che aleggia a Nottwil e che agevola le interazioni sociali tra i collaboratori dei vari reparti: «Sono venuta qui da sola dal nord della Germania: i chilometri che mi separano da casa sono parecchi. Ma al CSP nel giro di poco tempo ho trovato un bel giro di amici, in altri posti credo sia piuttosto difficile.» Nora Merz invece, oltre alla vasta offerta di attività sportive, apprezza le opportunità interne di sviluppo nonché l’ampia offerta formativa e di perfezionamento.
Senza membri, rien ne va plus Nel corso degli anni, intorno all’approccio globale alle esigenze delle persone mielolese, è andato costruendosi un ambiente lavorativo interessante. Il fatto che a coprire le spalle al Gruppo svizzero per paraplegici vi sia una Fondazione forte del supporto di due milioni di membri è un fattore determinante, spiega il responsabile RU, Marcel Unterasinger Stäger: «L’ampio sostegno della popolazione ci permette di concentrarci su tutti gli aspetti rilevanti per un’integrazione riuscita. Anche su quelli non necessariamente profittevoli sul piano economico.» Infatti, siamo determinati a risolvere tutta l’equazione e non solo le parti finanziariamente più interessanti. Ma senza i sostenitori della Fondazione svizzera per paraplegici ci mancherebbe una variabile importante. (kste/kohs)
La fisioterapista Nora Merz crea insieme ai pazienti i presupposti fisici per ottenere una maggiore indipendenza.
Quando il lavoro si adatta alla vita
Nel Gruppo svizzero per paraplegici (GSP) la conciliabilità di vita familiare e professionale ricopre un ruolo centrale.
Claudia Burri, che importanza attribuisce alla presenza di un asilo nido sul campus?
Disporre di un asilo nido nelle immediate vicinanze del posto di lavoro rappresenta un’esigenza molto sentita dai collaboratori. Dalla sua inaugurazione nel 2003 abbiamo assistito a un costante aumento della richiesta, tant’è che si era raggiunto il limite di capacità della struttura. E così due anni fa il nido si è trasferito in un nuovo edificio appositamente costruito.
Il nido viene gestito dal GSP stesso?
Sì, perché un nido aziendale riesce a rispondere meglio alle esigenze dei genitori. Così, ad esempio, offriamo estesi orari di apertura e, se il piano di lavoro lo richiede, un accudimento a cadenza irregolare. Vi è inoltre la possibilità di richiedere sporadicamente dei giorni di accudimento aggiuntivi e di iscrivervi più di un figlio per famiglia. E rappresentano un ulteriore vantaggio anche le tariffe calcolate in base al reddito.
La conciliabilità di vita familiare e lavoro ricopre un ruolo sempre più importante, soprattutto per il personale infermieristico.
La carenza di personale ci sprona a rimanere attraenti per tutte le categorie professionali. Detto questo, il GSP non si concentra esclusivamente sui genitori, bensì promuove la conciliabilità di vita familiare e professionale di tutti. Oggi la flessibilità rappresenta un aspetto importante, quindi, quando possibile, consentiamo di lavorare a tempo parziale e da remoto, di acquistare giorni di vacanza aggiuntivi oppure di ricoprire una posizione dirigenziale in cogestione.
Vent’anni fa sarebbe stato impensabile.
È vero, in passato ti dicevano: «Ringrazia di avere un lavoro.»
Oggi invece in quanto datore di lavoro andiamo incontro al personale e creiamo un contesto lavorativo stimolante. Infatti, questo approccio si traduce in una prospettiva nuova: non è più il lavoro il fulcro di tutto, bensì la vita. Ed è il lavoro che si deve adattare.
Nell’estate 2025 ai collaboratori del GSP verrà nuovamente proposta una settimana di accudimento per i figli in età scolastica.
Già. Per i genitori è una vera sfida coprire le 13 settimane di vacanze scolastiche. Nel 2024 mediante un progetto pilota abbiamo quindi verificato l’esigenza di una simile offerta durante l’estate. Quest’anno è prevista la partecipazione di circa 40 bambini, quindi le due responsabili del progetto verranno affiancate da un’altra operatrice e da quattro giovani monitori.

A livello finanziario questo servizio sicuramente non conviene, vero?
Certo, queste misure hanno il loro prezzo. E in quanto datore di lavoro dobbiamo sempre cercare il giusto equilibrio tra quello che possiamo offrire e i nostri limiti in termini di budget. Di idee ne avremmo molte, ma abbiamo anche un chiaro mandato da adempiere e dobbiamo rimanere operativi. Penso che il GSP consenta già di trovare un buon equilibrio tra vita familiare e professionale.
Personalmente, cosa le piace del lavoro a Nottwil?
La certezza di svolgere un lavoro sensato per le persone con una lesione midollare e il fatto che, nonostante le dimensioni dell’azienda, vi sia un clima familiare. Inoltre, ho la possibilità di svolgere compiti interessanti e di assumermi responsabilità anche lavorando a tempo parziale. E poi, in quanto mamma, qui trovo un’infrastruttura ideale. (kste/kohs)
paraplegie.ch/carriera
Claudia Burri (43), addetta Risorse umane
Riconoscere e promuovere i talenti
Il Gruppo svizzero per paraplegici riesce ad affidare gran parte delle posizioni quadro a collaboratori interni, non da ultimo perché offre corsi di formazione e perfezionamento mirati.
AAddetto alla logistica, giardiniera, mediamatico, cuoca, ortopedista, operatrice sociosanitaria e chi più ne ha, più ne metta: oltre a una vasta offerta di corsi interni di formazione e perfezionamento, nel Gruppo svizzero per paraplegici (GSP) è possibile svolgere un tirocinio in 16 professioni diverse. Complessivamente, lavorano a Nottwil circa 200 tra apprendisti e studenti, il che colloca il GSP tra i maggiori istituti di istruzione della Svizzera centrale.
Quest’estate Fabienne Küng terminerà il suo tirocinio triennale di opera-
trice sociosanitaria nel Centro svizzero per paraplegici (CSP). Cresciuta a Nottwil, già da bambina veniva alla piscina coperta del CSP per le lezioni di nuoto scolastiche. «È così che inizialmente sono entrata in contatto con le persone in carrozzina», spiega la 17enne, che da allora ha sempre sognato di lavorare al CSP. Tant’è che ha addirittura rinunciato al liceo, sebbene avesse tutte le carte in regola per frequentarlo. «Ho invece preferito fare un apprendistato che mi desse l’opportunità di svolgere un’attività più rilevante.»
Molti apprendisti rimangono
Al momento Fabienne Küng lavora nel reparto di Medicina acuta, dove vengono accolti pazienti che, ad esempio, si sono dovuti sottoporre a un intervento chirurgico. Oltre ad assisterli nella cura dell’igiene personale e nella mobilizzazione, Fabienne prepara farmaci e infusioni, esegue prelievi e applica bendaggi. Le sue giornate sono molto variegate e richiedono una buona dose di flessibilità ed empatia, ma a Nottwil l’operatrice sociosanitaria in erba ha modo di adoperarsi con tutta sé stessa:

Fabienne Küng fa l’apprendistato nel reparto di Medicina acuta del Centro svizzero per paraplegici.
«Vengo sempre volentieri al lavoro. Ho imparato di più nei miei tre anni qui che durante tutta la scuola dell’obbligo.»
Nel CSP gli apprendisti vengono seguiti da figure esperte e, oltre a poter definire i propri obiettivi di apprendimento, possono partecipare ad appositi pomeriggi didattici: «Qui decidiamo tutti insieme i temi da approfondire e quali esercizi fare», racconta Fabienne Küng. E poi, ovviamente, ci sono gli ausili digitali, tra cui una piattaforma didattica, uno strumento di intelligenza artificiale per ottenere risposte a domande specialistiche e un visore di realtà virtuale, con il quale è anche possibile esercitarsi a effettuare cateterismi.
A circa il 70 per cento di coloro che concludono l’apprendistato viene offerto un posto di lavoro a Nottwil. Il fatto che il giornale Handelszeitung l’abbia recentemente nominato miglior datore di lavoro nell’ambito sociosanitario rende il GSP ancora più interessante. «Nella nostra struttura offriamo al personale infermieristico ottime opportunità, che consentono di intraprendere vari tipi di carriera», spiega la responsabile dello Sviluppo del personale Marijana Bilalic. A livello aziendale i programmi a sostegno dei talenti e i seminari godono di un’ottima frequentazione. Tra questi ritroviamo anche il «Certificato di leadership GSP», che, grazie alla collaborazione con la Scuola universitaria di Lucerna, è possibile farsi accreditare per l’ottenimento del «CAS Leadership».

«Molti dei nostri collaboratori sono in azienda da numerosi anni.»
Marijana
Bilalic,
responsabile dello Sviluppo del personale
Per una maggiore sicurezza
Meret Keller è responsabile del centro visitatori ParaForum e insieme a 7 collaboratori a impiego fisso e circa 20 liberi professionisti si occupa di organizzare ed eseguire visite guidate e di diffondere informazioni sulla lesione midollare. Da quando nell’estate 2024 ha concluso il percorso di studi del CAS in Leadership si sente ancora più sicura nel suo ruolo.
La prima parte della formazione l’ha conseguita a Nottwil: «Dialogare con

colleghi di altri reparti e categorie professionali non solo è stato estremamente interessante, ma ha anche favorito la comprensione reciproca», spiega la 31enne laureata in Economia aziendale. Presso la Scuola universitaria di Lucerna, dove ha conseguito la seconda parte della formazione, ha poi avuto modo di incontrare persone con un ricco bagaglio di esperienze in altri settori: «Ho constatato che, alla fin dei conti, devono confrontarsi con le stesse domande come me: la leadership vive del contatto con le persone.»
I costi di formazione vengono sostenuti dal datore di lavoro, ovvero dalla Fondazione svizzera per paraplegici, mentre i collaboratori ci mettono il proprio tempo. Un aspetto che Meret ha particolarmente apprezzato: «Il mio capo si è mostrato molto coinvolto.» Così ha avuto modo di sottoporgli idee e domande che, verosimilmente, altrimenti non avrebbe avuto modo di affrontare: «L’ho trovata un’esperienza molto arricchente.»
Sfruttare le risorse interne
Il Gruppo svizzero per paraplegici offre ai propri collaboratori buone opportunità di carriera e al contempo fa l’occhiolino anche e persone esterne all’azienda. Così, ad esempio, in occasione dei seminari della «ParAcademy», ai quali possono partecipare esperti sia interni che esterni del settore sanitario, vengono trasmesse nozioni specifiche sulla lesione midollare. E a investimento fatto, i conti tornano: «Molti dei nostri collaboratori sono in azienda da numerosi anni, oppure tornano da noi dopo un’esperienza lavorativa altrove. Inoltre, riusciamo ad affidare gran parte delle posizioni quadro a collaboratori interni», racconta Marijana Bilalic. «A Nottwil i collaboratori vengono considerati una risorsa preziosa e trattati con grande rispetto», aggiunge Meret Keller. Un’esperienza condivisa da Fabienne Küng, che dopo l’apprendistato al CSP intende fare la maturità professionale per poi poter studiare Medicina. Nel frattempo, continuerà a lavorare a Nottwil tutti i sabati: «Era un mio grande desiderio e sono proprio felice che si sia esaudito!» (zwc/kohs)
paraplegie.ch/carriera
Meret Keller, responsabile del centro visitatori ParaForum.
Dalla teoria alla pratica
Il campus universitario si distingue come luogo di lavoro attraente e stimolante. A trarne beneficio sono sia gli studenti di Medicina che le prossime generazioni di scienziati.
ÈÈ un «tesoro immenso» quello che si cela a Nottwil, afferma il primario della Radiologia e vicedirettore della Ricerca svizzera per paraplegici (RSP) Rajeev Verma. Da un lato si riferisce ai dati specifici legati alla lesione midollare raccolti nel Centro svizzero per paraplegici (CSP) e dall’altro ai risultati dei progetti di ricerca portati avanti da CSP e RSP. Il suo obiettivo è sfruttare al meglio questo tesoro per offrire alle persone mielolese trattamenti più mirati. «Entrambi i centri sul nostro campus presentano un buon output in termini di ricerca prodotta», spiega, «ma ora si tratta di mettere insieme tutte le informazioni e di renderle fruibili.»
Solo pochi sanno che negli ultimi anni a Nottwil è sorto un campus accademico capace di offrire numerose nuove opportunità in ambito di ricerca e insegnamento. E, infatti, c’è tutto: l’infrastruttura, gli esperti del settore medico e accademico, nonché una collaborazione con l’Università di Lucerna. «Sono tutti fattori che possono essere determinanti in sede di colloqui di lavoro», precisa Rajeev Verma. «Quando i medici si uniscono a noi, freschi di esame federale, possono continuare a portare avanti attività scientifiche.» Il criterio più importante di queste ultime è che siano utili e praticabili ai fini del lavoro svolto in Clinica.
Nel 2023, dopo aver formulato chiaramente l’indirizzo pratico, le attività di
ricerca del CSP e della RSP sono state accorpate e aggregate alla Facoltà di Scienze della salute e medicina a Lucerna. Oggi il CSP e la RSP risolvono quesiti clinici mano nella mano. Al contempo, in campo accademico è stata ampliata la portata dell’offerta di formazione e aggiornamento, che dal programma di Master spazia alle tesi di dottorato e all’abilitazione.
Alla conquista della prossima generazione
Ogni anno a Nottwil vengono seguiti fino a 140 studenti. «Il nostro compito è trasmettere loro conoscenze sulla lesione del midollo spinale e sulla Medicina riabilitativa nel contesto degli studi in Medicina a Lucerna e Zurigo», spiega Inge Eriks Hoogland, medico caposervizio di Unità spinale, che insieme al collega Michael Harder si occupa di organizzare i corsi clinici e un modulo didattico nel contesto del programma di insegnamento del cosiddetto Joint Medical Master, al quale il CSP aderisce. Inoltre insegna all’Università di Lucerna e di Zurigo e assiste gli studenti in veste di relatrice di tesi di Master. «È un compito parecchio impegnativo, è vero, ma che al contempo offre numerose opportunità», spiega la dottoressa. «L’insegnamento ci consente di trasmettere precocemente alle generazioni future la passione per la nostra disciplina e di scoprire cosa li preoccupa.» Non da ul-

«Sul nostro campus abbiamo un buon output in termini di ricerca prodotta.»
Prof. dr. med. Rajeev Verma, primario Radiologia CSP e vicedirettore Ricerca svizzera per paraplegici timo perché le domande e i desideri relativi alla vita lavorativa dei giovani hanno subìto profondi cambiamenti nell’ultimo decennio.
Approfondendo temi di Medicina acuta, riabilitazione e assistenza a vita, gli studenti non solo ampliano le pro -

prie conoscenze sulla lesione midollare, bensì acquisiscono anche le necessarie nozioni di Medicina generale. Infatti, spesso i pazienti para e tetraplegici sono alle prese con vari problemi contemporaneamente.
«Affrontiamo insieme una grande varietà di temi», spiega Michael Harder, medico caposervizio di Unità spinale. «In considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione, le generazioni future devono essere in grado di seguire i pazienti e le loro malattie e quindi insegniamo loro a pensare in maniera olistica e interprofessionale.»
Le tematiche da trattare non mancano: dall’approccio alle malattie croniche alla Medicina sociale, passando per l’adeguamento della situazione abitativa all’integrazione professionale. A Nottwil abbiamo molto da insegnare.
Ricercatori di oltre 20 nazionalità
A promuovere i giovani talenti in ambito scientifico ci pensa invece la RSP,
che dalla Confederazione viene riconosciuta quale «struttura di ricerca d’importanza nazionale». Mirjam Brach, direttrice della Ricerca svizzera per paraplegici, spiega: «La nostra attività di ricerca spazia dalle singole cellule a questioni di carattere sociale.» Da un lato le preme sottolineare quanto sia profondo e ampio l’ambito di ricerca e dall’altro come i risultati si prestino ad essere applicati per la risoluzione di altri problemi di salute pubblica: «È facile condividere gli esiti del nostro lavoro di ricerca e quindi compiere un passo importante verso l’implementazione.»
L’elevata utilità pratica del lavoro svolto è molto gratificante per i collaboratori della RSP, che per realizzare le loro idee non si vedono costretti a fondare una start up, ma possono rivolgersi direttamente a partner attraenti sul campus. Ad esempio alle società affiliate Orthotec e Active Communication oppure all’Associazione svizzera dei paraplegici.
Sicuramente il suo inserimento nel contesto internazionale rappresenta un ulteriore punto a vantaggio della RSP. Ad esempio mediante lo studio nazionale a lungo termine SwiSCI che, grazie alla partecipazione di 31 Paesi allo studio di portata mondiale InSCI, si è trasformato in una nuova piattaforma di ricerca internazionale. Ma Nottwil esercita una forte attrattiva sui ricercatori anche grazie ai finanziamenti percepiti dal Fondo nazionale svizzero e alla partecipazione a progetti dell’UE, nonché al dialogo interdisciplinare intrattenuto con strutture partner in tutto il mondo.
Le numerose persone provenienti da 20 nazioni diverse che quest’offerta ha saputo attrarre si sentono in buone mani. «Prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità educative», spiega Mirjam Brach. E, infatti, si vede: mentre alle università il 20–30 per cento dei lavori di dottorato viene interrotto, a Nottwil il tasso è inferiore al 5 per cento. (kste/baad)
Il ricercatore post-doc Alessandro Bertolo mentre lavora in uno dei laboratori dell’Istituto Guido A. Zäch.
Alcuni collaboratori di lunga data si raccontano
Impegnarsi per le persone mielolese offre un notevole ventaglio di prospettive professionali.

responsabile Sviluppo organizzativo, Marketing e comunicazione FSP, lavora a Nottwil dal 1991.
«Amo collaborare con altre categorie professionali»
Il Gruppo svizzero per paraplegici è variopinto come un campo di fiori. 34 anni or sono ho dato vita alle segreterie di Orthotec e del reparto acquisti e da allora mi sono state offerte continuamente nuove possibilità, cosicché non ho mai sentito l’esigenza di guardarmi intorno o di cambiare lavoro. Amo collaborare con altre categorie professionali. Da quando ho iniziato, ho avuto modo di ricoprire sei profili professionali diversi e di svolgere mansioni nella dire-
zione infermieristica, nel servizio di informatica, nonché nella gestione multiprogetto e nello sviluppo del personale e dell’organizzazione. In tutti questi anni ho visto come i 180 dipendenti di una volta sono diventati una nutrita schiera di oltre 2000 collaboratori. E oggi so che ad accomunarci è il fatto che perseguiamo tutti il medesimo obiettivo: assistere le persone para e tetraplegiche. A vita e con empatia. Un’attività utile e al contempo gratificante.
«Ho un ampio margine di manovra»
Prima di iniziare a lavorare per la Fondazione svizzera per paraplegici, 25 anni or sono, ero stato a Nottwil per la prima riabilitazione, dove ho avuto modo di vivere in prima persona quali profondi risvolti può avere la riabilitazione globale per le persone mielolese. Da allora sapevo di voler mettere le mie competenze di Marketing al suo servizio. Oggi lavoro con un’équipe motivata e ambiziosa e i miei superiori mi concedono un ampio margine di manovra. E, quando capitano degli errori, li affrontiamo in maniera costruttiva, poiché ci aiutano a crescere. Il successo della mia équipe si misura in quote d’adesione e donazioni: un prerequisito fondamentale per poter soddisfare le esigenze delle persone mielolese. Da 25 anni a questa parte siamo riusciti ad aumentare continuamente queste elargizioni. Oltre a essere testimonianza dell’approvazione della popolazione per il nostro operato, ciò ovviamente per noi è fonte di grande motivazione.

Christian Hamböck (58), responsabile Marketing affiliazioni, lavora per la FSP dal 2000.
Pia Scherer (60),
«È una decisione che non ho mai rimpianto»
All’epoca mi chiesi: sarà una buona idea andare a lavorare nella clinica in cui sono anche paziente? Ma alla fine le condizioni di lavoro mi hanno convinta: non ho mai visto un altro laboratorio completamente accessibile in carrozzina. Da Nottwil mi contattarono poco prima che terminassi la formazione. La costruzione del Centro svizzero per paraplegici non era ancora del tutto conclusa e così nei lavori è stato possibile tenere conto delle mie esigenze. Da giovane talvolta ho considerato di cambiare lavoro, ma in nessun altro posto avrei mai trovato uno spettro di attività ampio come quello offerto qui. È una decisione che non ho mai rimpianto. E infatti vengo al lavoro molto volentieri.

Pia Schmid (55), tecnica in analisi biomediche, lavora nel CSP dal 1990.

«Non mi ci vedrei a fare altro»
Poco dopo aver concluso la formazione per infermieri, mi venne offerta la possibilità di lavorare in Neurourologia. Ad oggi la combinazione di tecnologia e cure infermieristiche mi affascina molto: è un lavoro stimolante e al contempo complesso. Non mi ci vedrei a fare altro. Siccome la maggior parte dei pazienti li seguiamo per vari anni, con il passare del tempo si
Collaboratori del GSP
2127 persone il 56 %
lavora part-time
42 000
64 nazionalità
190 studenti, apprendisti e stagisti il 72,8 % sono donne
ore di corsi formativi e di perfezionamento all’anno
crea un rapporto di confidenza e questo lo trovo molto bello. I temi affrontati sono seri e talvolta delicati, ma questo non ci impedisce di ridere insieme. La nostra équipe è stabile, il che ci dà una solida base su cui costruire. E in generale a Nottwil i rapporti con colleghi e superiori di tutte le categorie professionali sono caratterizzati da stima e rispetto. (zwc)
Stato al 31.12.2024
100+
professioni diverse
l’88 %
consiglierebbe a un amico di venire a lavorare al GSP
Yves Saxer (43), corresponsabile personale infermieristico Neurourologia, lavora nel CSP dal 2007.

Sott’acqua, la libertà
Dopo aver lottato per la vita a seguito di un incidente stradale, la 31enne Tanja Odermatt supera una crisi dopo l’altra. Non da ultimo grazie al supporto della famiglia e del suo compagno.
TTanja Odermatt accarezza amorevolmente Chnuschti, che le sta accoccolato in grembo e fa le fusa. «Per me parlare con lui e con sua sorella Tapsi è quasi come andare in terapia», mi spiega riferendosi ai suoi due gatti che, seppur muti, l’hanno già aiutata a superare vari momenti di difficoltà. Così ad esempio quando non si capacita di come sia potuto succederle tutto questo.
«Sono ben contenta di essere ancora qui», afferma la 31enne di Rain (LU), «e la mia salute sia fisica che mentale è migliorata.» Ma, inutile negarlo, ci sono momenti in cui fatica ad accettare il destino e le pesa aver perso la sensibilità in tre quarti del corpo. Oggi la sua voglia di recuperare la sensibilità è più forte della voglia di tornare in piedi: «Sentirsi la sabbia del mare scivolare sotto i piedi, i raggi del sole sulle gambe...» Mentre la sua mano continua ad accarezzare il gatto, le parole le rimangono incastrate in gola.
Malore improvviso
È il 19 ottobre 2018 e il fine settimana è alle porte. Lei e il suo ragazzo vogliono andare a convivere e alla sera hanno un
appuntamento per andare a vedere un potenziale primo appartamento. Nonostante in realtà di professione sia parrucchiera, Tanja Odermatt lavora alla Posta di Baar (ZG) e prima del weekend vuole assolutamente consegnare una lettera, così si leva il pensiero.
Non ha ricordi di cosa sia accaduto mentre tornava in ufficio a bordo dello scooter, ma gliel’hanno raccontato: sono circa le 17.15, quando improvvisamente ha uno svenimento e si accascia. Il suo ciclomotore invade la corsia opposta e si scontra frontalmente con un’auto, il cui conducente, avendo capito che la ragazza doveva essere stata colta da un malore, aveva tentato una brusca frenata. Invano.
Dopo la collisione Tanja aveva della schiuma alla bocca. Nel violento schianto ha inoltre riportato un forte trauma al bacino, ha fratturato la quarta vertebra toracica e varie ossa, diversi nervi sono stati schiacciati e vari vasi sanguigni gravemente danneggiati. Dopo essere stata operata d’urgenza all’Ospedale universitario di Zurigo, viene messa in coma artificiale. Ad oggi continua a rimanere un mistero perché
Tanja Odermatt abbia improvvisamente perso i sensi; probabilmente un attacco epilettico.
Quelle che seguono sono ore drammatiche, anche per la sua famiglia: quando due poliziotti informano Rita Odermatt dell’incidente di sua figlia e del grave trauma cranio-encefalico che ha subìto, la paura prende il sopravvento. A maggior ragione perché madre e figlia hanno un bellissimo rapporto. Quella sera tardi, vedere il corpo inerte di Tanja nel letto d’ospedale, attaccato a infiniti tubicini e macchinari, sarà uno dei momenti peggiori della sua vita: «Questo limbo, non sapere se ce la farà... è stato terribile.» Per fortuna il suo compagno la sostiene e il giorno dell’incidente mantiene i nervi abbastanza saldi da portare a Zurigo la famiglia.
«Ho ferito qualcuno?»
La famiglia di Tanja Odermatt si stringe intorno a lei e rimane sempre al suo fianco. Dopo tre giorni finalmente il primo spiraglio di speranza e altri due giorni più tardi i medici la svegliano dal coma artificiale. «Mami, sono tutta rotta?» è una delle prime domande che


L’inseparabile coppia con gli «psicologi» Tapsi e Chnuschti e mentre sfoglia un libro di subacquea.
pone alla madre, che la tranquillizza subito: «No amore, c’è ancora tutto.»
Quando le spiegano cosa è accaduto, ciò che più le preme è sapere se ha ferito qualcuno. Ancora una volta, per fortuna, la madre la tranquillizza: no, nessuno.
Il 1o novembre 2018 Tanja Odermatt viene trasferita nel Centro svizzero per paraplegici (CSP) di Nottwil. È vero, nell’incidente ha riportato una paraplegia, ma almeno è viva. Grazie alla sua incredibile grinta Tanja riesce a superare una fase che l’ha portata allo
stremo psichico: una lesione da decubito alle natiche, individuata appena dopo il ricovero a Nottwil, la costringe a rimanere coricata esclusivamente sui fianchi per oltre quattro mesi. Il trattamento prevede un riposizionamento ogni due ore, anche durante la notte.
In questo periodo sua madre sarà un sostegno immenso. Talvolta piangono insieme e talvolta invece hanno le lacrime agli occhi dal ridere. Al letto d’ospedale si accosta spesso anche il fratello Roman, che le dedica quasi ogni
«Ho
rischiato di perdere una persona molto importante per me.»
Marcel Huwiler, compagno di Tanja Odermatt
minuto libero. E Marcel Huwiler, il suo compagno, temporaneamente lascia addirittura il lavoro di cuoco e per sei mesi darà man forte in una falegnameria, pur di poter trascorrere tutte le sere con lei.
Lotta contro la bilancia
I dieci mesi di degenza a Nottwil mettono a dura prova anche la salute mentale di Tanja. In preda a noia e frustrazione, nonché alla paura di non riuscire ad affrontare il quotidiano senza l’aiuto altrui, inizia ad abbuffarsi di dolci e quasi non si accorge dell’ago della bilancia che si sposta sempre più a destra. Quando lascia il CSP, quest’ultimo segna 120 chili, 40 in più rispetto a prima dell’incidente. Oltre a rendersi necessaria una carrozzina speciale, fa fatica a trasferirsi in autonomia e a trovare vestiti della sua taglia. I medici le consigliano quindi vivamente di sottoporsi a un intervento di bypass gastrico e, infatti, nel 2020 questa procedura le restituirà una migliore qualità di vita.
Inizialmente Tanja Odermatt vive a Büren (NW) con la madre, che a 50 anni aveva svolto una formazione in ambito infermieristico e quindi la aiuta ad ambientarsi al meglio nella realtà fuori

dalle mura del CSP. Dopo sei mesi Tanja va a convivere con il suo compagno e conclude il tirocinio da impiegata di commercio, che le regala nuove prospettive anche in ambito professionale. Infatti, da giugno 2024 è impiegata presso la Stiftung für selbstbestimmtes und begleitetes Leben (Fondazione per una vita autodeterminata e accompagnata, ndt) a Rathausen (LU).
L’emozione delle immersioni
E poi si aggrappa anche all’hobby scoperto insieme al compagno durante una vacanza a Bali, prima dell’incidente: l’immersione subacquea. A Natale 2018 Marcel Huwiler le regala una lezione di prova presso la Handicapped Scuba Association, un’organizzazione che consente alle persone con disabilità fisiche di avvicinarsi all’immersione. Il suo regalo vuole anche essere un messaggio di speranza: la lesione midollare non deve impedirle di fare ciò che ama.
Nella primavera del 2021 farà la prima immersione in una piscina coperta. Quando riemerge in superficie, fatica a trattenere le lacrime: ci è dav-
vero riuscita! La sua incredibile tenacia e determinazione le consentiranno di conseguire rapidamente i progressi necessari per potersi immergere fino a 30 metri. Beat Reichen, il suo istruttore, assiste entusiasta ai progressi della sua allieva e percepisce come riacquista lentamente autostima e amore per sé stessa: «Perché sott’acqua riesce a fare le stesse cose di chi cammina.»
Oltre a infilarsi delle palette alle mani, durante le immersioni Tanja indossa una muta realizzata su misura e ad agevolare gli spostamenti ci pensa un propulsore subacqueo elettrico. Il suo compagno Marcel Huwiler non lascia mai il suo fianco. Ma lei precisa subito: «Il mio compagno è un pezzo di pane, ma non il mio infermiere.» Quando si immerge Tanja Odermatt riesce a dimenticare la lesione midollare: «Laggiù sento solo un’immensa felicità», spiega. La sua passione l’ha portata nelle acque più limpide delle Filippine, dell’Egitto, di Curaçao e della Thailandia, dove rimane immersa per ore, ammaliata dal variopinto mondo subacqueo.
La profonda gratitudine del compagno
Marcel e Tanja stanno insieme dal 2017 e dopo l’incidente lei gli chiede schiettamente se, in considerazione della situazione completamente stravolta, lui sia ancora disposto a rimanere al suo fianco. «Non volevo farmi cogliere impreparata», spiega, «e onestamente avrei capito se lui avesse preferito andare per la sua strada.»
Ma il 33enne non ci pensa neanche per sogno. Talvolta ripensa a quella sera del 19 ottobre 2018, a come si era sentito soffocare in viaggio per Zurigo, a come la sua ragazza giaceva in quel letto d’ospedale, all’incertezza che lo opprimeva, non sapendo se ce l’avrebbe fatta o se le fossero rimasti danni cerebrali a vita.
Ma poi l’enorme sollievo: la sua ragazza si sveglia e lo riconosce subito. Quando viene trasferita a Nottwil, lui si sente pervaso dalla gioia: «Ero certo che la situazione poteva solo migliorare. Avevo appena rischiato di perdere una persona molto importante per me, quindi la gratitudine che provavo era a dir poco immensa.»
Tanja Odermatt circondata dalle persone a lei più care.

Deve appellarsi al suo ingegno: Tanja Odermatt mentre stende il bucato.
«Anche oggi mi capita di fare la pazzerella o qualche cavolata.»
Tanja Odermatt
Ancora pazzerella E oggi la vita come prosegue? «È interessante, accattivante e piena di sfide», risponde lui. «Chiaro, non possiamo fare le stesse cose di una volta, ma con un po’ di coraggio e creatività si trovano delle valide alternative.» Spesso è Tanja quella che prende l’iniziativa e con grande determinazione propone attività nuove da provare, spiega Marcel Huwiler: «È una persona che tende a porsi degli obiettivi ambiziosi.»
Tanja Odermatt sogna di comprare casa e di mettere su famiglia, insomma, sogna una vita in cui possa sfruttare al meglio le sue opportunità. Sulla schiena, appena sopra la cicatrice dell’intervento, si è fatta tatuare il suo motto: «Life is a gift», la vita è un dono, insieme alla data che l’ha cambiata per sempre e a Trilli, la fatina alata di «Peter Pan», che per lei è simbolo di spensieratezza. «Perché anche oggi mi capita di fare la pazzerella o qualche cavolata.»
La sua famiglia non potrebbe essere più orgogliosa di come si è barcamenata tra le varie sfide: «Tanja ce l’ha fatta e io non posso che ammirare come ha ge -

stito la situazione», afferma mamma Rita, e il fratello Roman aggiunge: «Ammiro moltissimo la sua grinta e il modo in cui si tuffa nelle attività più disparate. Penso che il suo compagno sia uno dei motivi principali per cui mia sorella sia riuscita a lasciarsi alle spalle questo difficile cammino.»
Un diario per ricordare
I suoi cari, i medici curanti e il personale infermieristico hanno documentato i primi passi di questo estenuante cammino, annotando le proprie osservazioni ed emozioni in un diario. Benché Tanja Odermatt lo conservi a casa, non è ancora riuscita a sfogliarlo da sola. «Sono ricordi che mi scombussolano.»
Di Nottwil conserva un’immagine prevalentemente positiva, nonostante le conseguenze della lesione da decubito siano state un vero e proprio incubo. «Molte delle persone che mi hanno affiancata sono diventate come amici.» Ogni volta che torna al CSP, si sente come a casa. Dalla fine del 2022 ancora di più, perché ora il suo compagno vi lavora come cuoco.
Tanja Odermatt emana serenità; ormai ha ritrovato sé stessa in questa nuova realtà. E quando comunque si ritrova ad affrontare un momento di sconforto, ha la certezza di essere circondata da persone pronte a sorreggerla. «Sì, ovviamente mi riferisco anche a te» afferma sorridendo e facendo un altro grattino al micio che continua a dormirle in grembo. (pmb/kohs)
La vostra quota d’adesione aiuta
Essendo membro della Fondazione svizzera per paraplegici (FSP) Tanja Odermatt ha ottenuto 250 000 franchi di sussidio sostenitori. Inoltre, la Fondazione l’ha aiutata a prefinanziare i lavori di adattamento del suo appartamento e ha cofinanziato la sua auto e la sua handbike.
La 31enne mentre fa terapia: «La mia salute sia fisica che mentale è migliorata.»
Grande sostegno della popolazione
La Fondazione svizzera per paraplegici, una delle opere solidali più importanti della Svizzera, raggiunge i due milioni di membri. E il centro visitatori ParaForum registra un nuovo record di visite.
Il Rapporto annuale 2024 del Gruppo svizzero per paraplegici (GSP) pubblicato a maggio ha reso noto un risultato complessivo positivo. I proventi d’esercizio sono aumentati a 313 milioni di franchi (esercizio precedente: 292,8 mio.) e sono aumentate anche le spese d’esercizio, pari a 313,9 milioni di franchi (esercizio precedente: 298,7 mio.). Grazie allo sviluppo favorevole dei mercati finanziari è comunque stato ottenuto un utile annuo di 14,5 milioni di franchi (esercizio precedente: 5,9 mio.)
La causa più frequente: le cadute
Nel 2024 il Centro svizzero per paraplegici (CSP) ha trattato in regime stazionario 1045 pazienti con lesione midollare (56 % con tetraplegia, 44 % con paraplegia). Le consultazioni ambulatoriali, invece, sono state 62 128 (+3,8 %).
Delle 190 persone che vi hanno fatto la prima riabilitazione, la maggior parte di quelle che hanno subìto una lesione midollare a causa di un infortunio sono cadute (40 %), seguite da quelle coinvolte in un incidente stradale (27 %) e quelle che si sono infortunate facendo sport (24 %).
Due milioni di membri
Alla fine del 2024, l’Unione dei sostenitori della Fondazione svizzera per paraplegici contava 2 milioni di membri spalmati su 1,3 milioni di economie domestiche. Sono invece 143 000 le persone che disponevano di un’affiliazione a vita. L’anno scorso le entrate ricavate da quote d’adesione e donazioni sono aumentate a 94,7 milioni di franchi (esercizio precedente: 91,7 mio.). 36 persone neoinfortunate hanno percepito

complessivamente 7,4 milioni di franchi in sussidi sostenitori. Altri 22,3 milioni di franchi sono invece stati erogati a persone in carrozzina sotto forma di aiuto diretto.
Grande fedeltà degli apprendisti
Nel 2024 all’interno del GSP sono stati creati 31 posti di lavoro per 45 nuovi collaboratori. Nel complesso, il Gruppo conta 2127 collaboratori, di cui il 73 per cento sono donne e il 27 per cento uomini. Il 56 per cento dei dipendenti lavora part-time (tempo pieno: 44 %). Con i suoi 190 apprendisti e studenti, il GSP rientra tra i maggiori offerenti di posti di tirocinio della Svizzera centrale. Dopo aver concluso la formazione, il 70 per cento degli apprendisti continua a lavorare in azienda.
Visite da record al ParaForum
Più di 25 000 persone hanno visitato il ParaForum nel 2024.
Leggete l’intero Rapporto annuale della Fondazione svizzera per paraplegici e delle sue società del Gruppo:
Sono state 25 237 (anno precedente: 23 478) le persone che l’anno scorso hanno fatto visita alle esposizioni interattive del centro visitatori ParaForum oppure che hanno partecipato a una visita guidata nel CSP. Queste cifre da record confermano il vivo interesse del pubblico per la lesione midollare. Sono invece stati 4671 gli allievi che hanno usufruito dell’offerta didattica dedicata alle scolaresche. Inoltre, il ParaForum ha organizzato eventi personalizzati per associazioni e associazioni di servizio. Dal momento che questi eventi avvengono sotto la guida di persone in carrozzina, i partecipanti hanno avuto modo di ricevere preziose informazioni dai diretti interessati. (red/kohs) report.paraplegie.ch (in tedesco)
Un’iniezione di nuove possibilità
L’impiego mirato delle proprietà della tossina botulinica (meglio nota come «botox») nel trattamento antispastico schiude al Centro svizzero per paraplegici interessanti prospettive terapeutiche.

«Questo trattamento richiede un approccio a 360° orientato anche al futuro.»
Dr.essa med. IC Inge Eriks Hoogland, medico caposervizio Unità spinale
La cosiddetta «spasticità» è un fenomeno che dà del filo da torcere alla maggior parte delle persone mielolese. Si tratta di spasmi muscolari involontari che, oltre a costringere braccia e gambe ad assumere posizioni innaturali, spesso sono accompagnati da fastidiosi dolori. La spasticità si manifesta perché il cervello perde il controllo sugli impulsi nervosi a livello sottolesionale. Questo mancato controllo si traduce in una risposta riflessa esagerata allo stiramento di un muscolo, che a sua volta innesca un episodio di spasticità.
La chiave per altre terapie Questi movimenti involontari sono fortemente debilitanti, non solo nelle attività della vita quotidiana, come nella vestizione e nella cura del corpo, bensì anche quando si sta seduti o durante la notte, ovvero quando il corpo in realtà dovrebbe riposarsi. «Recentemente abbiamo trattato un paziente che soffriva di forte spasticità agli arti inferiori», racconta Inge Eriks Hoogland, medico caposervizio di Unità spinale presso il Centro svizzero per paraplegici (CSP). «L’iniezione di una dose piuttosto elevata di tossina botulinica gli ha permesso di tornare a effettuare in autonomia i trasferimenti in carrozzina.» Questo tipo di trattamento consente quindi di migliorare notevolmente la qualità di vita dei diretti interessati. Insieme al medico capoclinica Michael Kowollik, Inge Eriks Hoogland offre consultazioni ambulatoriali per il trattamento con botox. I muscoli distonici vengono identificati con precisione sotto monitoraggio ecografico, se necessario accompagnato da elettrostimolazione, e la tossina botulinica che vi viene iniettata ne riduce l’attività muscolare per tre o quattro mesi. Grazie al
trattamento si apre quindi una finestra temporale, durante la quale l’équipe curante può tentare di ottenere dei miglioramenti mediante terapie mirate o volte a mitigare i dolori.
Ciò, ad esempio, potrebbe restituire a una mano irrigidita la capacità di aprirsi, il che ne faciliterebbe le opzioni di cura. Oppure potrebbe agevolare l’allenamento di determinati muscoli o aumentare la possibilità di mobilizzazione di un braccio stortatosi a causa delle contratture. L’infiltrazione di tossina botulinica crea dunque le premesse per sottoporre i pazienti a terapie, alle quali altrimenti sarebbe stato necessario rinunciare a causa della spasticità.
Per una partecipazione migliore
Il vero obiettivo del trattamento, tuttavia, non è ridurre la spasticità in quanto tale, ma piuttosto consentire ai pazienti di conquistare nuove funzioni da esperire nella vita quotidiana. Ecco perché, oltre ai medici, al CSP fanno parte dell’équipe interprofessionale anche esperti in terapie e di Orthotec, una società affiliata della Fondazione svizzera per paraplegici. «Questo trattamento richiede un approccio a 360° orientato anche al futuro», spiega Inge Eriks Hoogland.
Infatti, nel lungo periodo l’iniezione di tossina botulinica consente di ottenere numerosi benefici. La panoramica di tutte le funzioni mostra come potrebbe essere migliorata la loro interazione. Ragionare in termini di capacità funzionale permette alle persone con lesione midollare di svolgere nuove attività quotidiane e quindi di godere di una maggiore partecipazione alla vita sociale. (kste/kohs)
paraplegie.ch/tossinabotulinica
All’insegna dell’inclusione
La Festa federale di ginnastica a Losanna attirerà ben 65 000 ginnasti e 300 000 spettatori provenienti da tutta la Svizzera. Vi presenzierà anche la Fondazione svizzera per paraplegici, che insieme al comitato organizzativo intende sensibilizzare in merito al tema della lesione midollare.

Giulia Damiano si batte affinché la 77esima edizione della Festa federale di ginnastica sia priva di barriere architettoniche.
La Festa federale di ginnastica è il più importante evento del panorama sportivo popolare in Svizzera. Infatti, dal 12 al 22 giugno 2025, a Losanna è prevista la presenza di ben 65 000 ginnasti e 300 000 spettatori. La 77esima edizione del celebre evento che presenterà le discipline ginniche in tutte le loro sfaccettature, porrà l’accento sul tema dell’inclusione.
Lo sport ha il potere di unire le persone e di abbattere confini di qualsiasi tipo. «L’inclusione è un tema che proprio nello sport ricopre un ruolo centrale», spiega Joseph Hofstetter, direttore della Fondazione svizzera per paraplegici (FSP). «Per le persone con una lesione spinale non solo è importante in termini di salute, ma rappre -
senta anche un mezzo per reintegrarsi e partecipare alla vita sociale.» Ed è perciò che il comitato organizzativo di Lausanne 2025 e la FSP hanno unito le forze per rendere la manifestazione priva di barriere architettoniche.
Accesso migliorato
Il piano prevede delle apposite zone spettatori per le persone con mobilità limitata, spazi e sentieri fruibili dalle persone in carrozzina e delle toilette accessibili. Inoltre, su Place de la Navigation, nel bel mezzo della festa, la FSP presenterà la sua rete di prestazioni dedicata alle persone para e tetraplegiche. Presso lo stand informativo, oltre a poter scambiare due parole con persone in carrozzina e collaboratori della FSP, i
visitatori avranno la possibilità di cimentarsi nel basket in carrozzina e nell’handbike. «L’evento promette particolarmente bene, perché possiamo contare sul sostegno di alcune persone mielolese della Svizzera romanda, che condivideranno con il pubblico storie ed esperienze personali», spiega Joseph Hofstetter.
La portavoce
Non è un caso se gli organizzatori di quest’edizione hanno prestato particolare attenzione all’assenza di barriere architettoniche. Non da ultimo lo dobbiamo a Giulia Damiano, una giovane losannese che ha subìto una lesione midollare a causa di un incidente ginnico e che ha fatto la riabilitazione a Nottwil (vedi «Paraplegia» 3/2024). La storia della 26enne, che oggi lavora come responsabile di progetto presso la Segreteria generale di Lausanne 2025, è un perfetto esempio di un reinserimento professionale riuscito.
Inoltre, Giulia ha prestato il suo volto alla campagna pubblicitaria della Fondazione svizzera per paraplegici nella Svizzera francese, uno dei progetti con cui la Fondazione intende aumentare la propria notorietà in questa regione. (nean/baad)
paraplegie.ch/losanna2025
«Abbiamo molto da offrire
alla Svizzera romanda»
Per quasi due decenni Daniel Joggi ha presieduto l’Associazione svizzera dei paraplegici e la Fondazione svizzera per paraplegici e ancora oggi il 75enne di Trélex (VD), rimasto tetraplegico numerosi anni fa, si adopera per accrescere la notorietà della Fondazione nella Svizzera francese.
Daniel Joggi, ripensando agli oltre 30 anni dedicati al Gruppo svizzero per paraplegici, c’è qualcosa di cui va particolarmente fiero?
Affinché potesse continuare a soddisfare le esigenze delle persone mielolese, ad un certo punto abbiamo realizzato che il campus di Nottwil doveva essere rinnovato e allargato. Era sì una questione di infrastruttura, ma al contempo si trattava anche di ampliarne l’offerta. Sebbene sia stato un periodo molto provante, sono orgoglioso di come siamo riusciti a implementare tutto come previsto.
Sotto la sua direzione la Fondazione svizzera per paraplegici ha vissuto un rilancio.
All’ampliamento delle prestazioni si è accompagnato anche un incremento del numero di collaboratori e del budget. Ma è stato possibile solo grazie all’aumento del numero di membri.
All’epoca nella Svizzera francofona avete organizzato anche qualche insolita trovata pubblicitaria.
Sì, esatto (ride). Una volta, ad esempio, per mostrare quante persone subiscono una lesione midollare ogni anno, in un au-

Daniel Joggi nella sua casa a Trélex (VD) insieme al cane d’assistenza Egée.
tosilo di Losanna abbiamo realizzato in modo pittorico 300 parcheggi per disabili. Oltre a suscitare un vivo interesse, questo ci ha consentito anche di presentare alla popolazione le nostre esigenze. Un anno dopo abbiamo fatto gironzolare una carrozzina elettrica telecomandata su alcuni parcheggi di Losanna, Ginevra e Neuchâtel e informato i passanti che il destino in sedia a rotelle può toccare a chiunque. E ad oggi la Fondazione continua ad adoperarsi molto per informare la popolazione nella Svizzera romanda sulla lesione midollare.
Quali prestazioni offre la Fondazione nella Svizzera francese?
Innanzitutto bisogna sottolineare che la Fondazione è al servizio di tutte le persone con lesione midollare, a prescindere da dove abitino in Svizzera. Nella parte francese vengono appoggiate in vari modi, ad esempio dai numerosi gruppi carrozzella che operano sotto l’egida dell’Associazione svizzera dei paraplegici. Oppure dal Centro per costruire senza barriere e mediante la collaborazione con una scuola di sci di Villars (VD). Ma è altrettanto importante l’impegno profuso da ParaHelp, un’organizzazione del Gruppo svizzero per paraplegici, che offre assistenza ai pazienti para e tetraplegici al proprio domicilio. Non da ultimo, vorrei sottolineare anche la collaborazione con il CHUV, l’Ospedale universitario di Losanna, dove le persone mielolese della Svizzera francese hanno la possibilità di recarsi per i controlli di routine, affrontando il lungo viaggio verso Nottwil solo per i controlli specialistici.
Perché è così difficile ottenere nuove adesioni in questa regione?
Le persone non conoscono ancora abbastanza bene la Fondazione svizzera per paraplegici e il lavoro che svolge. Si ha l’idea che il suo raggio d’azione sia limitato alla regione di Nottwil e non si espanda fino alla Svizzera romanda. A mio avviso viene ancora dato troppo poco risalto al significato dell’impegno profuso nelle altre regioni del Paese. Dovremmo illustrare più spesso le prestazioni disponibili su tutto il territorio nazionale. Sono sicuro che in questo modo la popolazione nella Svizzera francese realizzerebbe che un’affiliazione alla Fondazione non va a sostenere un’organizzazione attiva unicamente nelle aree tedescofone, ma anche numerose prestazioni erogate nella loro regione. E a beneficiarne sarebbero le persone mielolese, per tutta la vita. (kste)
Festival d’estate 2025
Martha Argerich | Daniel Barenboim | Lisa Batiashvili | Berliner Philharmoniker | Riccardo Chailly | Isabelle Faust | Mirga Gražinytė-Tyla | Augustin Hadelich | Daniel Harding | Janine Jansen | Patricia Kopatchinskaja | Lang Lang | Igor Levit | Daniel Lozakovich | Lucerne Festival Contemporary Orchestra (LFCO) | Lucerne Festival Orchestra | Klaus Mäkelä | Anne-Sophie Mutter | Yannick NézetSéguin | Orchester des Teatro alla Scala | Kirill Petrenko | Sir Simon Rattle | Royal Concertgebouw Orchestra | Royal Philharmonic Orchestra | Esa-Pekka Salonen | S ir András Schiff | Mitsuko Uchida | Franz Welser-Möst | West-Eastern Divan Orchestra | Wiener Philharmoniker | Tabea Zimmermann et al
Colei che mette mano ai piedi
Sandra Affentranger è podologa presso il Centro svizzero per paraplegici (CSP) e in quanto tale sa quanto sia importante prendersi cura dei piedi.
Sandra Affentranger entra nella camera del paziente con il suo tavolino mobile, sul quale ha adagiato con cura tutti gli strumenti sterili con i quali lavorerà: tronchesini per le unghie, fresa, forbici, disinfettante e creme.
La 35enne ha già dedicato ai piedi la metà della sua vita professionale e la passione che la guida non vuole saperne di spegnersi. La podologa esordisce subito smentendo un diffuso pregiudizio: «Spesso la gente crede che io faccia i massaggi ai piedi o applichi lo smalto, ma in realtà faccio tutt’altro.»
Prendersi cura dei piedi
Nella fattispecie, nel CSP il compito di Sandra Affentranger è trovare valide soluzioni a problemi che potrebbero causare dolori o lesioni da pressione. In
prima linea si occupa di accorciare a regola d’arte le unghie dei pazienti oppure di applicare un filo in titanio sulla lamina ungueale per correggerne la curvatura. «Se non trattata correttamente, un’unghia incarnita può essere parecchio sgradevole e rendere necessario un intervento chirurgico», spiega la lucernese. «Per chi soffre di spasticità, invece, avere le unghie dei piedi troppo lunghe aumenta il rischio di ferirsi.» La podologa ci tiene a sottolineare che «è davvero importante prendersi cura dei piedi, non vanno trascurati.»
«Spesso i miei colleghi mi dicono che loro non potrebbero fare il mio lavoro e toccare i piedi degli altri. Ma a me questa parte del corpo affascina. E poi dà soddisfazione vedere i frutti del proprio lavoro.» Sandra Affentranger si

vede come artigiana che lavora in ambito medico, proprio come ha sempre sognato fare.
Durante le sedute, che durano fino a un’ora, effettua trattamenti per unghie dei piedi, calli o duroni, talvolta nel suo studio in Clinica, direttamente nelle camere dei pazienti o addirittura nel reparto di Terapia intensiva. All’occorrenza esegue trattamenti anche per le mani. Infatti, per chi ha una tetraplegia, le unghie delle mani troppo lunghe possono ostacolare l’uso dei touch screen.
Infinita gratitudine
«La gente crede che faccia i massaggi ai piedi, ma in realtà faccio tutt’altro.»
Sandra Affentranger, podologa diplomata SUP
Talvolta durante i trattamenti i pazienti le raccontano la loro storia. «Il mio è tutt’altro che un lavoro monotono», afferma Sandra Affentranger prima di aggiungere che al CSP riceve inoltre molta stima. Non solo dalle persone para e tetraplegiche, ma anche dal personale curante: «Spesso ci pensano loro a tagliare le unghie, ma sono sempre molto riconoscenti se riusciamo a trovare il tempo di farlo noi.» Lei e Viola Brunner sono una squadra affiatata e, secondo loro, il fatto che il CSP disponga di un’apposita équipe di podologia «non è scontato».
Sandra Affentranger conclude il trattamento, raccoglie tutti gli strumenti e si dirige al prossimo appuntamento. Ma siccome molte sue amiche sono anch’esse podologhe, trova sempre qualcuno con cui parlare di piedi anche a fine giornata. (pmb/baad) paraplegie.ch/consigli-podologia
I nostri consigli Le cinque regole di Sandra Affentranger per avere piedi sani:
La donazione speciale

insieme a una collaboratrice.
La ParaCasa arriva anche a Zurigo
La fondazione Nina L. Kummerfeldt con sede a Ruvigliana promuove progetti di assistenza ai disabili con l’obiettivo di garantire la loro sicurezza di sostentamento, mettendoli al contempo nelle condizioni di condurre una vita ampiamente autodeterminata attraverso misure di rafforzamento dell’autonomia, dell’integrazione sociale e della responsabilità personale. Oltre ad essere accomunati da obiettivi simili, la Fondazione svizzera per paraplegici (FSP) e la fondazione ticinese condividono anche gli stessi valori.
La fondazione Nina L. Kummerfeldt ci ha donato 150 000 franchi per la creazione di una ParaCasa a Zurigo. Il progetto di apprendimento domestico dedicato a persone con lesione midollare, che ha già riscontrato un grande successo a Schenkon (LU), sarà quindi presto disponibile anche nella città più grande della Svizzera. La ParaCasa aiuta a prepararsi a vivere in autonomia e a svolgere attività domestiche nelle proprie quattro mura. In risposta alla grande richiesta riscontrata, il servizio è stato gradualmente ampliato dalla FSP. Un grazie di cuore per questa preziosa donazione.
paraplegie.ch/donazione-speciale
Lettere alla Fondazione
Il sostegno della vostra Fondazione per l’acquisto di una carrozzina elettrica è stato per noi fonte di incredibile gioia e gratitudine. Sapere che la vecchia carrozzina non era più recuperabile e che non ci potevamo permettere una carrozzina nuova rappresentava per noi un pesante fardello. Il vostro aiuto è quindi stato estremamente prezioso e, oltre a consentirci di riconquistare una maggiore autonomia, ci ha restituito anche qualità di vita e voglia di vivere.
Francesco e Edith Del Bon, Aarburg AG
Mio marito e io desideriamo ringraziarvi di cuore per il sostegno. L’aiuto finanziario ci ha dato la possibilità di allargare il nostro bagno e di asfaltare l’accesso al nostro chalet. Gioiamo tutti i giorni di quest’autonomia ritrovata, che ha cambiato profondamente la nostra vita.
Monique e Claude Derivaz, Mollens VS
La nuova handbike è già arrivata e mi mancano le parole per descrivere la gratitudine che provo nei confronti della Fondazione svizzera per paraplegici.
Alain Tour, Münsingen BE
Vorrei ringraziarvi di cuore per l’aiuto ricevuto nell’acquisto della mia auto. Per quanto concerne la mia mobilità e la mia indipendenza, quest’ultima sarà come una brezza d’aria fresca per me. E senza il vostro generoso contributo non avrei potuto assaporarla.
Nicolas Dubois, Petit-Lancy GE
Ci sta molto a cuore esprimere alla Fondazione per paraplegici la nostra più profonda gratitudine per l’aiuto ricevuto per rendere la nostra casa priva di barriere. La nostra famiglia abita in questa casa da decenni e vi sono nati innumerevoli ricordi. Il vostro sostegno ci permette quindi di mantenere qui le nostre radici.
Famiglia Lumpert, Rapperswil SG
Un grazie di cuore alla Fondazione svizzera per paraplegici per il prezioso contributo ricevuto per l’acquisto di un sollevapazienti. Oltre ad agevolare i trasferimenti, quest’ultimo previene le ferite alla pelle e quindi spero che in futuro non dovrò più essere ricoverato a causa di problemi di pelle.
Beat Grond, Müstair GR
La vita nella ParaCasa a Schenkon (LU): un inquilino mentre cucina
Un sentito grazie per la rivista pubblicata per il 50esimo anniversario. Che magnifica retrospettiva, che emozione leggere quanto avete raggiunto negli ultimi 50 anni! Bravissimi e grazie di cuore anche a tutti i collaboratori, siete degli angeli. Vi sostengo da numerosi anni e continuerò a farlo anche in futuro.
Danièle Willommet
Ho appena finito di leggere l’ultima edizione di «Paraplegia». È incredibile quanti progressi siano stati fatti nel frattempo. Ho trovato particolarmente toccante leggere come tutto è iniziato nel 1975. È una grande fortuna che la Svizzera abbia una Fondazione così!
Heidi Büchi
Sono un medico assistente in un ospedale traumatologico a Francoforte e recentemente mi sono imbattuto nel vostro podcast. Volevo congratularmi con voi, perché sono rimasto particolarmente colpito da come riuscite a raccontare il vissuto personale di queste persone con tanta empatia e autenticità. È davvero incoraggiante sentire quanta qualità di vita sia possibile ottenere anche dopo una lesione midollare. Ho subito consigliato il podcast ad alcuni miei pazienti: sono tutti entusiasti di trarre ispirazione da queste storie positive e genuine! Dr. med. Frederik Schneckmann
Monika Schärer
Ho visto in prima persona il vostro modo impeccabile di collaborare per assicurarvi che i vostri pazienti riescano a destreggiarsi in questa nuova situazione e a condurre una vita più normale possibile. Mio marito è così contento di poter contare sul vostro aiuto! Risposta al post sulla riabilitazione
Franz Rullo
Grazie al vostro indefesso aiuto ho ritrovato la speranza anche nei momenti più bui. Il vostro sostegno mi dà la certezza di non essere solo e per questo desidero esprimervi il mio più sentito ringraziamento. Il vostro lavoro fa davvero una differenza enorme nella vita di molte persone. Anche nella mia. Risposta al post per i 50 anni della FSP
Bea Lumpert
Dopo essere stata operata per un tumore, trascorsi sette mesi nel CSP. Non dimenticherò mai i fantastici collaboratori che, oltre ad aiutarmi, mi hanno mostrato che la vita può essere altrettanto bella anche in carrozzina. Dal profondo del mio cuore: grazie. L’affiliazione aiuta molte persone. Risposta al post su Louka Réal
Sara Rubinelli
Congratulazioni al GSP per aver ottenuto questo fantastico riconoscimento: un meritato premio per l’impegno e l’eccellente lavoro svolto in ambito sanitario.
Risposta al post sulla nomina quale miglior datore di lavoro secondo il giornale Handelszeitung
Sandra Mazenauer
Oro usato
I miei genitori mi lasciarono in eredità alcuni gioielli e per molto tempo non sapevo a quale scopo avrei potuto dedicarli. Infine ho deciso di donarli alla Fondazione svizzera per paraplegici e spero che in questo modo abbia potuto sostenervi un pochino.
A. F.
Spero vivamente che riusciate a ricavare qualche franco da questi miei anelli rotti. Ogni bene alla vostra fantastica Fondazione e a tutti i mielolesi.
K. B.
Sono contenta di sapere che questi miei gioielli e orologi possano ora aiutare qualcuno. Il mio ringraziamento va a tutti i vostri collaboratori. Per far funzionare al meglio il sistema, ogni singolo ingranaggio è importante.
V. K.-R.
La redazione si riserva il diritto di riprodurre i messaggi in versione abbreviata.
Wow, già 50 anni di Fondazione svizzera per paraplegici! Un complimento immenso va a tutti coloro che si sono adoperati per il benessere e la reintegrazione delle persone con lesione spinale. Avete molto di cui essere orgogliosi!
Risposta al post per i 50 anni della FSP
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12–22 giugno, Losanna Festa federale di ginnastica 2025
La Fondazione svizzera per paraplegici presenzierà alla 77esima Festa federale di ginnastica, dedicata all’inclusione. Venite a trovarci dal 12 al 15 giugno e dal 19 al 21 giugno al nostro stand in Place de la Navigation a Lausanne-Ouchy. Vi aspettiamo numerosi!
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22–27 giugno, Lucerna Coppa del mondo di canottaggio
L’élite mondiale, tra cui anche atleti di para-canottaggio, si sfiderà sul Rotsee in occasione della Coppa del mondo. Le regate inclusive sono state promosse dalla Fondazione svizzera per paraplegici e dall’Associazione svizzera dei paraplegici.
6 e 7 settembre, Nottwil
Giornate delle porte aperte
Grande festa per il 50esimo anniversario della Fondazione svizzera per paraplegici con numerose attrazioni, informazioni e sorprese. All’insegna del motto «Con il cuore e con i fatti» la Fondazione invita cordialmente a Nottwil i propri membri e il vasto pubblico. Qui troveranno esempi concreti di quanto la loro solidarietà e il loro sostegno abbiano saputo smuovere in ambito di assistenza medica, integrazione socio-professionale e nel quotidiano negli ultimi 50 anni.
lucerneregatta.com/integration paraplegie.ch/cuore-e-fatti
19 settembre, Nottwil Venerdì musicale Un grande programma musicale a quattro mani e quattro piedi presentato da Elizaveta Lobanova e Samuel Cosandey su un piccolo organo. Nel pomeriggio i due musicisti si esibiranno in Clinica e alle 19.30 seguirà un concerto aperto al pubblico nella Stanza del silenzio del CSP. L’ingresso è libero.

Piove sul bagnato
Ci felicitiamo per il fatto che spesso si pensi di dotare le fermate dei mezzi pubblici di apposite pensiline. Tuttavia, non di rado, ci si dimentica di considerare anche le esigenze degli utenti in sedia a rotelle. Così, ad esempio, l’azienda dei trasporti pubblici di Basilea e Basilea Campagna ha introdotto delle nuove pensiline arredate di panchine, le quali però si estendono su tutta la larghezza, dalla macchinetta dei biglietti fino alla parete sul lato opposto. Gli utenti in carrozzina devono
quindi sostare davanti alla panchina e così rimangono esposti alle intemperie. Dopo qualche critica apparsa sui giornali, i responsabili di Basilea hanno reagito. Ma in altri posti continua a piovere sul bagnato.
Scena vissuta da Markus Schley. Illustrazione: Roland Burkart. C’è un aneddoto legato alla sedia a rotelle che volete condividere con noi? Scriveteci:
redaktion@paraplegie.ch
Affiliazione: persone singole con figli CHF 45, coppie e famiglie CHF 90, affiliazione permanente CHF 1000. I membri ricevono CHF 250 000 di sussidio in caso di mielolesione conseguente a infortunio e dipendenza permanente dalla sedia a rotelle. paraplegie.ch/diventare-membro
Cambiamento di indirizzo online: paraplegie.ch/service-center
Fondazione svizzera per paraplegici Service Center 6207 Nottwil T 041 939 62 62 sps@paraplegie.ch
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