Ready Culture Ecology

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rivista trimestrale di cultura ecologica

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The beauty of a bench overflowing with autumn leaves

ph. Jill Wellington


rivista trimestrale di cultura ecologica anno 2 • numero 7 settembre 2018 • direttore responsabile Jacopo Manessi • direttore creativo Paola Scaramuzza • editrice Erregrafica srl via Europa, 2 - Provaglio d’Iseo (Bs) • redazione via Don Stefano Arici, 48 Monticelli Brusati (Bs) tel. +39 030 652468 • segreteria di redazione Roberta Bonetti • registrazione Tribunale di Brescia n. 01/2018 del 05/01/2018

hanno collaborato: • Tatiana Aliprandi • Chiara Andreoletti • Sara Centenari • Maria Ciocchi • Lubos Houska • Matteo Lanciani • Maurizio Martinelli • Laura Palini • Gemma Pancin • Verde Camilla Parmigiani • Pamela Pertusini • Marco Piervenanzi • Luigi Quattrocchi • Valentina Rasoli • Letizia Robolini • Maura Scaramuzza • Jill Wellington

• stampa L.A. Nuova Stampa via Stazione Vecchia, 90 Provaglio d’Iseo (Bs) • e-mail redazione@readyecology.com • web www.readyecology.com • facebook READY Culture Ecology • instagram ready_culture_ecology • twitter @READY_ECOLOGY

testi e immagini della presente pubblicazione non possono essere riprodotti senza autorizzazione firmata da Erregrafica srl

Rivista stampata su carta interamente riciclata nel totale rispetto dell’ambiente. Igloo Offset

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| EDITORIAL

Sensibilizzare

Fare campagna per l’ambiente contiene in sé il seme più puro dell’arte politica. Può (forse) non piacere a primo impatto, come concetto. Ma tant’è. Occorre persuadere, mostrare agli altri la bontà delle proprie idee, cancellare l’assioma per cui contano il singolo e il presente. Si guarda alla collettività, e alle prossime generazioni. Ai nostri figli. Il settimo numero di Ready corre su questo filo, invisibile eppure sempre presente nella filigrana dei numerosi articoli che accompagnano l’arrivo dell’autunno. C’è chi ha sensibilizzato facendo impresa, come Minimo Impatto, realtà romana divenuta in un decennio punto di riferimento per la vendita di prodotti eco-compatibili. Come? Osservando la quotidianità e le abitudini di parenti, amici

e vicini. La stessa spinta che caratterizza anche Divinity La, società di Los Angeles che vende braccialetti personalizzati e li trasforma in buone azioni, a sostegno di tante associazioni in prima linea per l’ambiente e sparse per tutto il mondo. È il senso dell’amore per la Terra. Passa dall’economia, dal concetto di circolarità e da quello di rispetto. E attraversa anche i 10 paradisi incontaminati che vi suggeriamo di visitare, nel classico appuntamento con i viaggi. Solo qualche spunto, per iniziare. Il resto è racchiuso nelle pagine di questo numero.

Come sempre, buona lettura!

Jacopo Manessi

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LA LA NUOVA STAMPA LITOGRAFIA

L.A. Nuova Stampa è una realtà rivolta al territorio, per la fornitura di stampati commerciali ed istituzionali, per ogni genere di comunicazione, specializzata nel settore grafico e litografico, in continuo aggiornamento nelle richieste di mercato.

La Stampa è l’Arte con il potere di rendere immortale un’idea. cataloghi brochures depliants stampati commerciali monografie etichette packaging espositori

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| CONTENTS

INTERVIEW WOW PROTECTION SAVE THE WHALE GREEN TRAVEL PORTFOLIO WINE TIPS CURIOSITY YOGA SOCIAL PEDALAEXPERIENCE CINEMA FOREST FOOD & THE CITY THIS IS FOR YOU

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Minimo impatto

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7Mila Miglia Lontano: un viaggio per il pianeta

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Divinity LA: diamo valore al nostro pianeta

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Sea Shepard

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Un bene da preservare

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Paradisi incontaminati

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Capture beauty

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Amore per la terra, amore per l’ambiente

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Living by veganset.com

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Eco-flash

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I chakra

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Eurotultles e simili. App for animals!

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Lomellina, specchio di castelli

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Erin Brockovich

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Foreste primarie in Europa

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Terrazza Belvedere

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Photo 7


READY

“minimo


MINIMO IMPATTO

| INTERVIEW

impatto” l'alternativa sostenibile di Maria Ciocchi

L’AZIENDA ROMANA È IMPEGNATA DAL 2007 NELLA SENSIBILIZZAZIONE SU UN CONSUMO RESPONSABILE, ATTRAVERSO L’OFFERTA DI PRODOTTI ECOCOMPATIBILI DI VARIO GENERE.

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READY

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MINIMO IMPATTO

| INTERVIEW

Cambiare prospettiva, virare su scelte sostenibili, guardare al futuro. Minimo Impatto è tutto questo, e molto di più: un contenitore di buoni propositi che coincidono con le dinamiche della green economy, specializzato nella vendita di stoviglie biodegradabili e compostabili, ma anche in quella di prodotti per il corpo e molto altro.

A raccontare un viaggio che dura da 11 anni è Giuseppe Avolivolo, amministratore delegato della realtà capitolina.

Partiamo dalle origini: come e quando nasce Minimo Impatto srl? Innanzitutto nasce dalla voglia di essere noi, per primi, quel cambiamento che avremmo voluto vedere nel mondo. “Dovremmo vivere tutti a Minimo Impatto”... dieci anni fa non facevamo che ripeterci sempre questa frase, ogni sera, io e mia moglie Maria Ro-

saria (oggi direttrice amministrativa dell’azienda, Ndr). Mentre eravamo fermi - per ore - in fila, in auto, tornando da un lavoro che non ci piaceva, respirando smog. Ci chiedevamo, “è davvero possibile che non si possa fare qualcosa, per cambiare le cose? Siamo veramente costretti a vivere in un mondo invaso da plastica

e inquinamento? Era così che sognavamo di cambiare il pianeta quando eravamo piccoli?”. E in quel momento abbiamo capito che avremmo dovuto trovare il modo di rispettare le promesse che avevamo fatto a noi stessi, da bambini: lavorare ogni giorno per un pianeta in armonia con le persone e la natura. 11


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Quindi, in concreto, da dove siete partiti? Messa a fuoco la voglia di fare la nostra parte, di investire tempo, soldi ed energie non sapevamo ancora da dove iniziare. Ma volevamo essere partecipi del cambiamento. Eravamo giovani cittadini e genitori in una grande città, Roma. Abbiamo iniziato da ciò che era alla nostra portata: osservare e annotare le abitudini delle persone intorno a noi, gli oggetti che utilizzavano (e che noi stessi utilizzavamo), tentare di capire che impatto ambientale potessero avere. E poi chiederci se esistessero alternative, sia tra gli oggetti di tutti i giorni, sia con ricerche più approfondite, oppure iniziando a parlare con i produttori e, perché no, cercando sul web. E ha funzionato? Si, abbiamo scoperto che si poteva fare. Si poteva vivere a Minimo Impatto perché i grandi cambiamenti si fanno coi piccoli gesti quotidiani, che sono alla portata di chiunque. Cambiare stile di vita era molto più semplice di quanto si credesse.

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MINIMO IMPATTO

L’unica regola è farlo sapere anche agli altri, condividere soluzioni ed esempi positivi, far circolare le alternative. Abbiamo iniziato a contattare aziende che avevano prodotti sostenibili, alle quali negli anni abbiamo anche suggerito ulteriori proposte o variazioni. Quindi abbiamo aperto due e-commerce, siamo entrati in contatto con una serie di locali (per le ecostoviglie) e negozi a cui proporre un nuovo stile. A… Minimo Impatto, appunto.

Anche la comunicazione è stata fondamentale Prima abbiamo creato un sito, poi un altro, quindi è nato il blog e ora il portale “Fatti di Green”. E ovviamente anche i social network, insieme alle chat sui nostri siti. Senza dimenticare gli appuntamenti dal vivo come le fiere. Adoro vedere la meraviglia sul viso delle persone quando spieghiamo che le nostre forchette non sono di plastica, ma di mais, che i nostri piatti vengono dallo scarto

| INTERVIEW

della canna da zucchero, ma anche più semplicemente che l’acido citrico sostituisce la maggior parte dei detergenti che abbiamo in casa, senza inquinare. E ora, dopo oltre un decennio, potete dire di avercela fatta? Mia moglie e io sentiamo la stessa voglia ed emozione di allora. Siamo sicuri che stiamo mantenendo le promesse fatte da bambini, con lo spirito giusto. Lavoriamo ogni giorno per rendere sempre più grande questo cambiamento. Allora eravamo solo noi due, oggi non è più così. Una grande soddisfazione è essere riconosciuti come una realtà della green economy: Minimo Impatto, attualmente, si compone di un team formato da circa 15 persone, i nostri compagni di viaggio, insieme alle aziende che rappresentiamo e ai clienti che in questi anni ci hanno dato fiducia. Come sogna l’Italia nel 2028? Immagino un Paese che non conta i pezzi di plastica in mare, che ha messo a dieta le pattumiere, che concima i campi con il compost. In cui le persone si possano scambiare gli oggetti più facilmente senza doverli buttare, per una obsolescenza percepita o presunta. Dove, quindi, la regola sia l’economia circolare di cui ora si sta tanto parlando. La scommessa di dieci anni fa sulle bioplastiche, ormai possiamo dire che sia stata vinta. Sono convinto che possiamo vincere la sfida col futuro, anche questa volta...

Un ringraziamento alle aziende Ecozema e Vegware per averci donato queste immagini

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7MILAMIGLIALONTANO Il progetto H2oPLANET si propone di completare un’esplorazione delle coste di quasi tutti i mari della Terra, producendo una vasta testimonianza sullo stato delle cose. di Laura Palini

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7MILA MIGLIA LONTANO

SI PARTE A MARZO DELL’ANNO PROSSIMO, IL 2019. SERVONO FOTOGRAFI, VIDEOMAKER, GIORNALISTI E BLOGGER, BIOLOGI MARINI, PROFESSIONISTI O GRANDI VIAGGIATORI. GENTE, INSOMMA, CHE POSSIEDA IL SACRO FUOCO: L’AMORE PER IL PIANETA E PER L’AVVENTURA. 7MML_5.O H2oPLANET è il progetto più ambizioso lanciato dall’associazione culturale 7MilaMigliaLontano, un mastodontico viaggio che si propone, in 7 anni, di mappare gli ecosistemi marini mondiali, attraverso un’istantanea di alta qualità. «Si tratta, in primo luogo, di un’avventura basata su soli-

| WOW

darietà e rispetto dell’ambiente – spiega il project manager Giuliano Radici, fotografo ed esperto viaggiatore –, al termine della quale si possa produrre una testimonianza di alto livello qualitativo sullo stato dei nostri mari, attraverso diversi strumenti: immagini, video, scrittura, articoli e infine un libro». L’articolazione del programma prevede la divisione in più viaggi, ognuno dei quali costituito da diversi itinerari da affrontare con mezzi di trasporto come 4x4, mountain bike, barche, motociclette. Oppure, più semplicemente, a piedi: muovendosi da punti differenti, i gruppi percorreranno la maggior parte delle coste dei continenti, visitando dove possibile anche i principali fiumi e laghi.

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Come succederà tra giugno e luglio 2019, quando verranno esplorati in barca i tre laghi bresciani (Garda, Idro e Iseo), per radiografare il problema dell’inquinamento delle acque. Il primo gruppo a prendere il via, a marzo, sarà però quello dei podisti, che risalirà il Danubio per 3.000 km, mentre alle loro spalle partirà una formazione di fuoristrada che, in senso antiorario, percorrerà le coste europee sino a rientrare in Italia, verso ottobre. E proprio tra settembre e ottobre toccherà ai ciclisti affrontare la sfida delle maggiori isole del Mediterraneo: Sicilia, Sardegna e Corsica. «Il mondo di

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7MML consente di aprire la mente e il cuore attraverso il viaggio – aggiunge Radici –, un viaggio che va vissuto con la serietà che i suoi obiettivi richiedono e comporta un impegno a tutto tondo. H2oPLANET vuole comunicare, attraverso il cuore e la mente dei suoi viaggiatori, l’armonico convergere di avventura solidale, progetto estetico e missione ecologica». La ricerca è aperta: per accedere alla fase di selezione bisogna compilare l’apposito form disponibile al seguente link http://www.7milamiglialontano.com/partecipa-a-7milamiglialontano/ (le domande per il primo dei

7 viaggi si chiudono il 30 settembre). «Abbiamo un duplice obbiettivo – chiude Radici –: oltre a sensibilizzare sul problema dell’inquinamento delle acque del pianeta, vogliamo sostenere la raccolta fondi per la Onlus partner, a cui al termine del viaggio sarà devoluto l’intero ricavato». Quella individuata per la prima spedizione è Niños que esperan, che utilizzerà i proventi della donazione per ampliare la struttura dell’orfanato di Niños de Christo a La Romana, in Repubblica Dominicana, e avviare in loco un allevamento di polli per l’autosostentamento.


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READY

D I V I N I T Y L A La storia di una societĂ creata sulle azioni caritatevoli, che vuole aiutare i propri clienti e, allo stesso tempo, contribuire a migliorare il mondo. di Luigi Quattrocchi

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DIVINITY LA: DIAMO VALORE AL NOSTRO PIANETA

| PROTECTION

BRACCIALETTI A SOSTEGNO DEL PIANETA Il progetto è stato lanciato nel 2015, con l’obiettivo di costruire un’attività che potesse aiutare, in modo significativo, tutte le diversi tipologie di enti di beneficenza. Nasce con questo desiderio Divinity La, azienda che realizza braccialetti fatti a mano nel cuore di Los Angeles, utilizzando gemme semipreziose. Ogni braccialetto presenta una carta di significato ispirante, che promuove uno stile di vita positivo e sostenibile. E non è tutto: il 10% dei profitti di ciascun braccialetto viene donato, appunto, a enti di beneficenza accuratamente selezionati. L’obbiettivo? Far maturare una maggiore consapevolezza sulle que-

stioni di tutto il mondo, restando fortemente concentrati sui giovani: “Dobbiamo riuscire a ispirarli e nello stesso tempo istruirli alla giustizia, alla sensibilità, alla sostenibilità, all’altruismo verso ogni essere vivente – recitano le linee programmatiche dell’azienda – : tutti meritano di vivere e prosperare, noi umani, gli animali e le piante. Vogliamo che capiscano che tutti gli esseri viventi di questo mondo sono sotto la nostra responsabilità, dobbiamo proteggerli”.

Ecco quindi alcune delle associazioni che potrete aiutare acquistando un braccialetto Divinity La.

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READY

PANDAS INTERNATIONAL La missione di Pandas International, un’organizzazione senza scopo di lucro, è quella di garantire la conservazione e la propagazione del Panda gigante in via di estinzione. L’associazione stimola la consapevolezza e l’istruzione pubblica, offre supporto per la ricerca, la conservazione e la valorizzazione dell’habitat e assistenza ai Centri Giant Panda. Con meno di 2.500 panda giganti rimasti sul pianeta, la conservazione e la sensibilizzazione sono fondamentali. Il pericolo significa che abbiamo tempo, l’estinzione è per sempre!

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GAWAD KALINGA Gawad Kalinga significa “dare cure” ed è stato fondato nel 2003: si tratta di un movimento nazionale per porre fine alla povertà di 5 milioni di famiglie entro il 2024, attraverso un approccio di sviluppo inclusivo e sostenibile. Che mira a trasformare i quartieri poveri in comunità produttive, pacifiche e potenziate. GK ha trasformato 2300 comunità in tutte le Filippine negli ultimi dieci anni. I premi internazionali ne hanno riconosciuto l’impatto sociale, le dimensioni e la sostenibilità del modello di sviluppo praticato.

FONDAZIONE INTERNAZIONALE ELEFANTE L’International Elephant Foundation è il catalizzatore per la creazione di un futuro sostenibile in cui prosperino gli elefanti. I suoi progetti si concentrano sull’elefante asiatico in grave pericolo e sull’elefante africano minacciato dai bracconieri, sostenendo programmi che proteggono gli animali, l’habitat e gli abitanti del villaggi che vivono nei loro “cortili”, riducendo il conflitto con l’essere umano.


DIVINITY LA: DIAMO VALORE AL NOSTRO PIANETA

WATER.ORG Per più di venti anni, Water.org è stata in prima linea nello sviluppo e nella fornitura di soluzioni sostenibili per la crisi idrica globale. Fondata da Gary White e Matt Damon, Water.org è stata pioniera di soluzioni innovative, basate sulla comunità e sul mercato per fornire un accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienici. Ad oggi, Water.org ha trasformato positivamente milioni di vite in tutto il mondo, garantendo un’esistenza migliore per le generazioni future. AIUTIAMO LE TARTARUGHE DI MARE La Sea Turtle Conservancy è il gruppo di ricerca e conservazione della tartaruga marina più antico del mondo. Con sede in Florida, l’organizzazione svolge programmi per la conservazione e il recupero delle popolazioni di tartarughe marine attraverso la ricerca, l’educazione, la difesa e la protezione degli habitat naturali da cui dipendono. FOR LIFE In più di 5.200 comunità e 20 paesi, gli eventi Relay For Life raccolgono fondi per l’American Cancer Society. Ogni evento Relay For Life è speciale per la sua comunità, ma il vero potere del movimento risiede nell’impegno congiunto di migliaia di partecipanti, volontari e sostenitori per aiutare l’American Cancer Society a salvare vite umane dal cancro.

| PROTECTION

BEAUTIFY EARTH Beautify Earth è un’organizzazione che offre amore alle comunità trascurate attraverso l’installazione di murales pubblici e progetti artistici. BE è una rete di artisti, volontari e membri della comunità pronti a creare opere d’arte vivaci, belle ed esaltanti per tutti i gusti. BE ispira la creazione, consentendo agli artisti e ai membri della comunità di essere il cambiamento. SEA SHEPARD La Sea Shepherd Conservation Society è un’organizzazione internazionale per la conservazione della fauna marina. La sua missione è porre fine alla distruzione dell’habitat e al massacro della fauna selvatica negli oceani del mondo, per conservare e proteggere ecosistemi e specie. Sea Shepherd utilizza innovative tattiche di azione dirette per indagare, documentare e intervenire quando necessario per esporre e affrontare attività illegali in alto mare.

per ulteriori informazioni: www.divinityla.com 21


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L’associazione si batte per la salvaguardia della specie, minacciata in tutto il mondo e, in particolare, in Giappone di Letizia Robolini Il Giappone, si sa, è una nazione stupenda: un’infinità di contrasti, un mix di tradizione, cultura e innovazione che da sempre affascina il mondo occidentale. il Giappone però è molto di più, e non tutto è degno di lode: recentemente la cronaca, seppur superficialmente, si è interessata del programma “NEWREP-A” che sta avendo luogo nei mari nipponici e che prevede la cattura dei grandi cetacei a scopo di ricerca. Alexia Wellbelove, Senior Program Manager presso l’Humane Society International, ha denunciato l’uccisione di ben 333 esemplari di cui 181 femmine, per la maggior parte in stato di gravidanza. “È una statistica scioccante e un’accusa triste sulla crudeltà della caccia alle balene in Giappone - ha dichiarato -. È un’ulteriore dimostrazione, se necessario, della natura veramente raccapricciante e non necessaria delle operazioni di caccia alla balena, specialmente quando le indagini non letali si sono rivelate sufficienti per le esigenze scientifiche”. La conservazione di questa splendida specie, inoltre, è già messa a dura prova dalla cattura accessoria nelle pesca, dall’inquinamento marino e dalla pesca per scopi alimentari. Purtroppo il tema dell’inquinamento si ripropone costantemente quando si parla di mare e animali marini. Nel Mediterraneo i grandi cetacei uccisi dalla plastica sono almeno un terzo di quelli esaminati. All’inquinamento in senso stretto vanno aggiunte tante altre azioni dell’uomo che disturbano e che, di fatto, im22

pattano gravemente sull’ecosistema marino: sono sempre più comuni i video e le immagini di balene spiaggiate o semplicemente “intrappolate in porti o insenature che non permettono loro di uscire”. Oppure danneggiate dall’inquinamento acustico causato da sonar militari e navi, che fa “perdere loro la rotta” condannandole nella maggior parte dei casi alla morte. Se queste cause, già inaccettabili, si possano ascrivere alla corsa senza senso dell’uomo chiamata “progresso”, una barbarie volontaria come quella del programma Newrep-a è assolutamente inutile perché non necessaria. Molti sono gli appelli rivolti a nazioni come l’Australia e a tutti gli altri paesi pro-conservazione, per far modo che il Giappone possa archiviare questa caccia una volta per tutte, anche se per il momento sembra che questi appelli non siano stati ascoltati. La prossima riunione della Commissione internazionale per la caccia alle balene si terrà a settembre in Brasile. La speranza che qualcosa possa smuoversi deve rimanere viva. Per questo motivo voglio segnalarvi Sea Shepherd Onlus, l’organizzazione senza scopo di lucro nata negli Stati Uniti per la salvaguardia del mare e di tutte le specie ittiche. Ha una sede anche in Italia, a Milano, ed è possibile sostenere la Onlus con azioni sul campo come volontari o con donazioni e acquisto del loro merchandising. Per saperne di più visitate il sito: www.seashepherd.it


SEA SHEPARD

| SAVE THE WHALE

SEA SHEPARD PER SALVARE LE BALENE

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UN BENE DA PRESERVARE

| GREEN


READY

La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino:

un Bene da Preservare di Matteo Lanciani

UN GIOIELLINO IN ZONA LACUSTRE. La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino si trova sulla sponda meridionale del Lago di Iseo, ed è la zona umida più significativa per estensione e importanza ecologica della provincia di Brescia. Con un’area di circa 360 ettari composti prevalentemente da canneti e

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specchi d’acqua circondati da campi coltivati, è suddivisa tra una parte a diretto contatto con il Lago d’Iseo, denominata lametta, una parte interna, formata da grandi vasche intervallate da sottili argini di terra, denominata lama, e un’ultima area con vasche ottenute dall’escavazione dell’argilla. L’origine geologica risale al finire

dell’ultima glaciazione, che ha portato alla nascita del Lago d’Iseo e alla formazione di questa zona paludosa intermorenica caratterizzata da distese acquitrinose che, più avanti, verranno chiamate appunto torbiere. Già alla fine del ‘700, scoprendo la notevole resa calorica rispetto al tradizionale legno e carbone, la torba veniva estratta ed essiccata per essere utiliz-


UN BENE DA PRESERVARE

zata come combustibile nelle filande di Iseo, oltre che per uso domestico. Fu però nel tardo ‘800 che la “Società Italiana Torbe” acquistò l’intera area, e iniziò un più massiccio sfruttamento del giacimento ricavandone torba da combustione che, nel periodo, venne utilizzata anche per alimentare i primi treni delle linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, che sfiora l’area dell’attuale Riserva. L’evoluzione dei combustibili e la trasformazione di flora e fauna della zona portarono, intorno al 1950, all’abbandono dell’estrazione della torba, per dare inizio invece quelle dell’argilla per la fabbricazione di mattoni, anch’essa

| GREEN

terminate intorno agli anni ‘70. Questo mix di attività geologiche e umane ha portato all’attuale conformazione dell’area, che ha ospitato negli ultimi trent’anni, e ospita tutt’ora, un’incredibile biodiversità, tra fauna ornitologica e ittica, piante spontanee e acquatiche come canneti e nannuferi, accogliendo nei periodi di migrazione centinaia di diverse specie di uccelli che in questo ambiente trovano riparo e alimentazione. Nel 1984, con decreto ministeriale, è diventata ufficialmente una Riserva Naturale, raccogliendo negli anni successivi ulteriori riconoscimenti nazionali ed internazionali quali: 27


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• Nodo della rete europea aree protette Natura 2000; • Sito di Importanza Comunitaria (SIC), ai sensi della Direttiva Europea 92/43/CEE, con codice IT2070020; • Zona di Protezione Speciale (ZSC), • Zona Umida (ZU) riconosciuta con Decreto Ministeriale 11/06/1984 ai sensi della convenzione di Ramsar, (Iran 2 febbraio 1971); • Area di importanza Europea per gli uccelli (IBA), con codice 019; • Classificata come riserva orientata dal Ministero dell’Ambiente con codice EUAP0334;

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• Area riconosciuta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel 1970 come biotopo di eccezionale importanza; • Oggetto di finanziamenti della UE in base al Progetto LIFE NATURA; • Oggetto di finanziamenti UE in riferimento alle iniziative di Agenda 21; • Sottoposta a vincolo paesistico-ambientale, dalla L. 1497/39, dal D.M. Del 31.7.85.


UN BENE DA PRESERVARE

È importantissimo, quindi, dare oggi un peso ancora maggiore a quest’area, che è troppo spesso vista e vissuta come un parco, e quindi non valorizzata e protetta come dovrebbe. Anche per questo motivo è recentemente nata una nuova associazione di volontariato denominata “Amici della Riserva” (www.amicidellariserva.org) che ha come scopo unico la tutela e salvaguardia di questo territorio; fondata su proposta collettiva dei numerosi visitatori abitudinari e degli abitanti della zona, ha trovato spazio per la sua sede nella Stazione Ferroviaria

di Provaglio d’Iseo, che gode di una vista unica sulla Riserva stessa ed è dal novembre del 2016 sede di altre associazioni di tutela ambientalista come il Circolo Legambiente Franciacorta e l’Associazione Culturale “Il Viandante Franciacorta” (www.facebook.com/ilviandantefranciacorta), che ne cura la parte di gestione dell’immobile, la ristorazione e presenta una fitta proposta di eventi culturali prevalentemente inerenti all’ambiente e alla promozione turistica. Questo trait d’union di associazioni dal nobile e comune interesse ambienta-

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lista anima la pittoresca stazioncina che, costruita nel 1911, mantiene ancora l’originale struttura tipica delle stazioni di questa linea ferroviaria, conservando i pavimenti e soffitti in legno che trasudano una storia di viaggiatori locali e non. Uno degli intenti delle associazioni è anche quello di organizzare serate di racconti inerenti alla storia delle Torbiere, con riferimento al periodo in cui venivano lavorate a mano dagli abitanti di Provaglio d’Iseo e dintorni (nel mese di settembre verrà realizzata una mostra con fotografie storiche dell’area e serata di incontri e racconti).

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Sempre riguardo alla modernità, che mette in pericolo gli habitat e gli ecosistemi naturali, gli “Amici della Riserva” sono purtroppo recentemente impegnati in un’opera di rimozione di rifiuti presenti all’interno dell’area di riserva che si affaccia sul lago d’Iseo, costituita da un canneto che si estende per circa 2 chilometri e che, trovandosi a sud del lago, ha raccolto per anni tutto ciò che le correnti hanno portato catturando tonnellate di rifiuti, prevalentemente plastici. L’associazione si sta ora impegnando per fare in modo che la pulizia di quest’area diventi periodica da parte della autorità regionali, provinciali, comunali e di gestione del bacino, che dovranno in futuro mettere in atto una sistematica organizzazione di salvaguardia e pulizia dell’area per evitare

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che tutta questa imbarazzante quantità di rifiuti si accumuli pregiudicando, come sta purtroppo accadendo, la salute del canneto e dei volatili che in esso nidificano. Invitiamo quindi tutti a iscriversi gratuitamente e senza alcun obbligo formale di partecipazione alle attività di volontariato sul sito www.amicidellariserva.org: l’intento è di raggiungere il più alto numero di associati possibile in modo che ai tavoli di discussione con gli enti pubblici si possa avere un maggior peso in termini di rappresentanza popolare, dimostrando che sono centinaia e speriamo migliaia le persone che hanno a cuore la tutela e rispetto dell’ambiente in generale ma soprattutto di una angolo di natura protetto come questo.

Chiunque passi in zona può fermarsi nella stazione dove può sempre trovare qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere su temi ambientali, ricevere informazioni per la visita alla riserva, acquistarne il relativo ticket di ingresso (1 euro) o anche solo bere un bicchiere di ottimo Franciacorta locale, ammirando lo stupefacente paesaggio dalla terrazza panoramica!



READY

#paradisi incontaminati di Chiara Andreoletti

Dalla Nuova Zelanda al Cile, passando per l’Africa, sempre più giù, fino in Antartide: sono le località che hanno meno visitatori in assoluto nel mondo. Rimangono ad oggi, nonostante la loro straordinaria bellezza, ancora incontaminate. Non si tratta di luoghi semplicemente snobbati, ma la ragione del loro isolamento turistico è da cercare spesso nella difficoltà a raggiungerli, nella sventurata posizione accanto a mete abituali più ambite e più semplici da visitare. Con la nostra rubrica vi aiuteremo a conoscerle, a visitarle, ricordandovi sempre che il rispetto è la prima forma di educazione verso la nostra madre terra.


PARADISI INCONTAMINATI

NAMIBIA - AFRICA

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| TRAVEL

ISOLE GALÁPAGOS - ECUADOR

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L’uomo è solo un visitatore, e la sua presenza è davvero molto ridotta: è infatti uno dei Paesi meno popolati al mondo, e non certo perché manchi di fascino. Qui, infatti, il deserto si incontra con il mare dando vita alla Skeleton Coast, una zona costantemente avvolta dalle nebbie che è stata fatale a decine e decine di navi. Il suo nome deriva dal deserto del NAMIB (noto anche come il “deserto che vive” per la grande varietà di flora e fauna), e qui si trova il maggior numero di ghepardi sul pianeta, circa 2.500 individui. quando andare

La Namibia, l’ex Africa del Sud-Ovest, ha un clima sub-tropicale, desertico lungo la costa e al sud, mentre nelle zone interne del centro-nord-est è arido, ma con una STAGIONE DELLE PIOGGE DA NOVEMBRE A MARZO. Il Paese è attraversato dal Tropico del Capricorno, ma lungo la costa è presente una corrente fredda, la Corrente del Benguela, mentre l’interno è occupato da un altopiano. Ne deriva che il clima è più fresco e secco di quanto si potrebbe pensare. Ciò non toglie che IN ESTATE POSSA FARE MOLTO CALDO, soprattutto a una certa distanza dal mare e nelle zone a quote non troppo elevate.

come

La Namibia è un viaggio per pazienti macinatori di chilometri, perché le distanze fra le varie tappe classiche sono spesso notevoli in termini di chilometri e soprattutto in termini di tempo. Ma il bello di questo paese sono proprio gli INCONTRI CON GLI ANIMALI e i panorami che si susseguono durante gli spostamenti. Anzi, a volte la meta del trasferimento si rivela meno entusiasmante del tragitto percorso per arrivarci.

le strade

Le strade asfaltate sono tutte in OTTIME CONDIZIONI; evitate però di esagerare con la velocità perché, soprattutto in un raggio di 30 km dai maggiori centri abitati, non è raro incontrare qualche animale che improvvisamente vi attraversa la strada. Le strade sterrate possono essere in terra battuta, ghiaia e sabbia; generalmente sono in buone condizioni e si presentano larghe. Gli accorgimenti per una guida sicura sono ovviamente l’andare adagio e non di notte.

Quello delle Galapagos è un ecosistema tanto unico quanto delicato, da rispettare e preservare. Queste terre incontaminate, sperdute in mezzo all’Oceano Pacifico e rese famose da Charles Darwin, sono la casa di tartarughe giganti, leoni marini, balene, pinguini, iguane, pesci di ogni tipo e anche degli uomini, il cui numero però non raggiunge le 23.000 unità.

come arrivare

L’unica maniera per raggiungere le isole è VOLARE DALL’ECUADOR, da Quito o da Guayaquil. I prezzi per turisti sono piuttosto standard, si possono trovare anche buone offerte. I principali aeroporti sono Baltra e San Cristobal. La durata massima di permanenza alle isole Galapagos è di 3 mesi non rinnovabili, a meno che non si ottenga un visto speciale che permette di stare fino a 6 mesi o 1 anno. Queste stesse regole si applicano anche ai residenti in Ecuador, per evitare il sovraffollamento delle isole. Una volta passati i mesi consentiti non si potrà rientrare alle isole per un anno. Il visto turistico si ottiene all’arrivo in aeroporto.

quando andare

Le Isole Galapagos sono una meta turistica tutto l’anno, ma il picco di alta stagione tende a essere da giugno ad agosto, e da dicembre a febbraio, che coincidono con le vacanze in tutto il mondo. Non esiste un periodo migliore o peggiore per visitare la Galapagos, a causa del fatto che le isole sono sull’equatore, e perciò LE TEMPERATURE DELL’ACQUA E DELL’ARIA NON VARIANO MOLTO. Tuttavia le stagioni sono principalmente due: asciutta e bagnata.

quanto tempo fermarsi

Si possono creare itinerari di viaggio personalizzati, noi consigliamo un periodo che vada DAI 7 AI 13 GIORNI. Ovviamente 13 giorni sarebbero la durata ideale, in quanto permettono di scoprire buona parte delle isole, riuscendo a fermarsi con un pernottamento su varie di queste. Ma per chi ha meno tempo o un budget limitato, sarà possibile godere del meglio delle isole e vedere anche il 90% della flora delle isole.

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DAINTREE NATIONAL PARK - AUSTRALIA

ISOLE SEYCHELLES

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Il Parco Nazionale di Daintree nel Queensland, in Australia, accoglie una foresta pluviale vecchia 110 milioni di anni, uno dei più antichi e incantevoli ecosistemi della terra. Al suo interno si contano migliaia di specie vegetali e alberi di oltre 2500 anni. Questo parco, che è patrimonio dell’umanità, è talmente incantevole che le sue felci, le vigne verdi smeraldo e le cime degli alberi sono stati d’ispirazione per il film Avatar. Camminare in questo luogo significa avere la possibilità di scoprire piante e animali che non sono presenti in nessun altro posto al mondo.

come arrivare

Il Parco nazionale di Daintree si trova a sole due ore d’auto a nord di Cairns, o a circa un’ora a nord di Port Douglas. DA CAIRNS E PORT DOUGLAS partono tutto l’anno vari tour in fuoristrada o in pullman. Ma è anche possibile noleggiare un’auto e viaggiare autonomamente. Per soggiorni più lunghi, consigliamo di alloggiare in una delle pittoresche città o in un villaggio alle porte della foresta pluviale, come Mossman o Cape Tribulation.

cosa fare

Consigliamo di iniziare l’esperienza Daintree presso il DISCOVERY CENTRE. Qui si ha l’opportunità di scoprire le origini dell’antica foresta pluviale prima di salire su una serie di teleferiche e piattaforme panoramiche connesse al centro. In questo modo, è facile esplorare tutti i livelli della foresta pluviale da vicino, dal suolo fino ai suoi punti più alti. Il secondo consiglio è navigare il DAINTREE RIVER e cercare i coccodrilli di acqua salata. Vari operatori offrono crociere di diversa lunghezza: da un’ora a mezza giornata. È un modo fantastico di vedere e fotografare l’incredibile fauna selvatica di Daintree a distanza ravvicinata, in una delle foreste più belle del mondo.

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Quattro arcipelaghi nell’oceano Indiano a 1600 chilometri dal Kenya e circa 1100 dal Madagascar. II mare è di corallo, la vegetazione è lussureggiante, le palme hanno foglie larghe come pale di mulino e i banani si alternano alle felci e agli alberi del pane. Tutto da fotografare, tutto da raccontare. Le Seychelles hanno la più alta percentuale di superficie sotto tutela di qualsiasi altro paese, con una quota che raggiunge quasi il 50%. Le isole ospitano alcune spiagge incontaminate e specie di uccelli e di animali davvero incantevoli. Più di 400 km di spiagge e pochissimi visitatori.

quando andare

Le isole si trovano appena a sud della linea dell’equatore e quindi possiedono una stagionalità abbastanza sfumata, anche se tendenzialmente il periodo più caldo dell’anno tende ad essere invertito rispetto alle nostre stagioni. Quindi IN INVERNO le Seychelles presentano le temperature più elevate con massime che tendono a superare di poco i 30°C, ma anche precipitazioni più abbondanti, in considerazione della maggiore evaporazione dell’oceano. I cieli più tersi si hanno nei mesi di giugno e luglio anche se le possibilità di isolati rovesci equatoriali sono un più frequenti.

come arrivare

L’AEROPORTO INTERNAZIONALE SI TROVA SULL’ISOLA DI MAHÈ, non distante da Anse aux Pines, comunque abbastanza vicino alla capitale Victoria. Una volta giunti a Mahè potete trasferirvi sull’isola scelta per la vostra vacanza.

cosa vedere

Le isole principali dell’arcipelago sono l’isola di MAHÈ, la più estesa, che ospita una natura rigogliosa e particolare, con alcune specie endemiche come l’albero medusa e alcune piante carnivore veramente particolari. Più a nord troviamo l’isola di PRASLIN, dotata di aeroporto locale, che ospita numerose spiagge come quelle di Anse la Farine, Anse Georgette e Anse Volbert (dove il mare è circondato da rocce di granito levigato e sabbie bianche e rosate di grande incanto).


PARADISI INCONTAMINATI

FIORDLAND NATIONAL PARK - NUOVA ZELANDA

ANTARTIDE

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In Nuova Zelanda la regione di Fiordland è selvaggia, robusta e deserta. E l’aria qui è tra le più pulite del pianeta. Il Parco si trova nella regione del Fiordland, cioè nell’angolo sud-occidentale dell’Isola del sud della Nuova Zelanda. Con i suoi 12.500 chilometri quadrati è il più grande parco nazionale neozelandese. Inoltre, è stato inserito nel 1990 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Durante le ultime ere glaciali, numerosi ghiacciai hanno scavato profondamente la costa del Fiordland; ne sono risultati così alcuni dei più bei fiordi della Nuova Zelanda, il più famoso dei quali è il Milford Sound. Oltre a ciò, i ghiacciai hanno letteralmente staccato alcune isolette dall’isola principale, come per esempio Secretary Island e Resolution Island.

clima

Il Parco venne battezzato dai Maori ATA WHENUA, ovvero “TERRA DELL’OMBRA” in quanto pochissime volte il sole riesce a oltrepassare le fitte nubi che sovrastano le sue valli; il Fiordland è infatti uno dei luoghi del pianeta con il MAGGIORE TASSO DI PRECIPITAZIONI tanto da arrivare, in un solo anno, a più di 10.000 millimetri. Qui, grazie alle abbondanti piogge, si possono percorrere sentieri all’interno di una rigogliosa foresta dove alberi di ogni dimensione e felci gigantesche faranno da accompagnatori ad ogni visitatore; lungo la costa è inoltre possibile ammirare numerosi ghiacciai, splendidi laghi, le Sutherland falls e le Browne falls che rappresentano due delle maggiori cascate del mondo, e infine alcuni dei più bei fiordi della Nuova Zelanda tra cui il più famoso e visitato Milford Sound.

come arrivare

AUTO. Attraverso la Milford Road; questa è l’unica strada che conduce al fiordo e collega la città di Queenstown, passando per il lago Te Anau, con il fiordo Milford Sound, per un totale di 300 chilometri. Percorrendo questa strada avrete la possibilità di ammirare paesaggi mozzafiato che lasceranno senza parole anche il viaggiatore più esigente. AEREO. Sicuramente molto dispendiosa e poco ecologica, è per via aerea attraverso i piccoli aeromobili di compagnie locali.

| TRAVEL

Uno dei luoghi più remoti e più inospitali del mondo. L’Antartide è ricoperta quasi interamente da una crosta di ghiaccio spessa quasi un chilometro e mezzo. Qui gli abitanti abituali sono balene, pinguini, foche e qualche uccello marino, mentre la presenza umana è limitata a causa della difficoltà del viaggio, delle condizioni climatiche e di una politica che mira a preservare intatto questo luogo che sa offrire scorci meravigliosi agli amanti dei climi freddi. L’Antartide è l’unico continente in cui gli esseri umani non si sono stabiliti: il 96% dell’isola è ricoperto di ghiaccio. Dopotutto più i luoghi sono inospitali per l’uomo, più la natura regna sovrana.

tour

Per visitare l’Antartide, purtroppo, non vi possiamo consigliare un viaggio “fai da te”, è meglio affidarsi a qualche esperto o a qualche agenzia di viaggio, per avere delle sicurezze in un territorio così ancora inesplorato. Di seguito le parole di un TOUR OPERATOR specializzato per questo tipo di avventura: “Bastano due ore di volo da Punta Arenas, in Cile (opzione di gran lunga preferibile alla disagevole traversata marittima di due giorni), per godersi una crociera lungo le coste della Penisola Antartica, tentacolo montuoso che si protende oltre il circolo polare, con tanto di escursioni a bordo di agili gommoni a motore tra fiordi, iceberg e arcate cristalline, scintillanti, alla scoperta di una flora scabra, tenace, composta da muschi e licheni, e dell’abbondante fauna di pinguini, foche, uccelli marini, varie specie di pesci e possenti cetacei. Le attività sportive, quali kayak, passeggiate con sci sulla neve e, addirittura, tuffi nelle gelide acque australi, renderanno questa vacanza in Antartide un’avventura emozionante nel cuore di una dimensione geografica e naturalistica totalmente altra, alla lettera antipodica. Scenari sublimi, soverchianti rispetto ai nostri metri limitati, incrostati e rotti da teorie di crepacci terribili, adatti a Shackleton e Amundsen.”

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READY DESERTO DI ATACAMA - CILE

KAMCHATKA - RUSSIA

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A nord del Cile si trova uno dei posti più incontaminati del mondo, e anche dei più suggestivi. Il deserto di Atacama è infatti un’immensa distesa di bacini di sale, sabbia, lava e sassi, dove può non piovere per un anno intero. Le sue straordinarie caratteristiche e il suo essere assolutamente remoto e selvaggio lo rendono il luogo ideale per le osservazioni astronomiche e non solo: la Nasa ha svolto proprio qui alcune simulazioni, perché le condizioni del deserto di Atacama sono abbastanza simili a quelle di Marte.

da dove partire

Centro di partenza per scoprire il mondo di Atacama è SAN PEDRO DE ATACAMA, un piccolo villaggio a 2.443 metri sul livello del mare, diventato una delle mete turistiche più frequentate del Cile. Qui, i pregiudizi nei confronti degli stranieri che viaggiano con gli zaini a spalla, diffusi nel resto della nazione, sembrano svaniti. Ideale per l’acclimatazione, oltre a presentare una gran varietà d’alberghi e ristoranti, San Pedro de Atacama ha molte agenzie turistiche capaci di promuovere mete naturalistiche e attività outdoor – trekking, mountain bike, ascensioni ai vulcani, escursioni a cavallo, perfino sandboard sulla sabbia – su un’area di centinaia di chilometri. Il paese conserva la struttura originaria e ha un museo archeologico con mummie antiche. Per chi vuole un contatto più diretto con le popolazioni locali, è possibile scegliere anche il paesino di TOCOMAO (2.475 m), devo però è richiesto un maggiore spirito di adattamento.

da non perdere

Poco prima dell’imbrunire vi consigliamo l’escursione alla VALLE DELLA LUNA, una zona depressa circondata dalla Sierra Orbate; oltre a presentare una mistura di forme e colori che ricordano il nostro satellite naturale, la luce del crepuscolo mostra le dune infuocate, splendido sipario che si chiude alle sue spalle con la silhouette del vulcano Licancabur innevato, posto in prossimità della Laguna Verde, un lago salato dai colori caraibici, soprattutto azzurro-verdastro, dovuti alla presenza nel suolo di rame.

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La penisola di Kamchatka in Russia, nell’estremo Oriente, è decisamente un luogo inospitale per l’uomo: è infatti, uno dei posti più selvaggi e incontaminati del mondo, dominato da vulcani e ghiacciai, e spesso scosso da forti terremoti. I coraggiosi che osano spingersi fino a qui potranno però vantarsi del fatto di essere tra i pochi al mondo a poter ammirare la natura in tutto il suo selvaggio e primordiale splendore. dove dormire

Nelle giornate di sole, da qualsiasi angolo di PETROPAVLOVSKKAMCHATSKY, la capitale della Kamchatka, è possibile scorgere le cime dei vulcani Koriaksky, Kozelsky e Avachinsky. La gente del posto li chiama affettuosamente “i nostri”, fatto che lascia i turisti un po’ perplessi: due di questi tre giganti sono ancora attivi e “starnutano” periodicamente (quando ciò accade, in città si avvertono delle leggere scosse), o fumano leggermente dalle loro cime. Nell’hotel Petropavlovsk è possibile prenotare una camera con una vista mozzafiato sui vulcani. Per visitare il resto dei vulcani della Kamchatka, come il cratere del vulcano Uzon, la Valle dei geyser o la Valle della morte, bisogna prendere un elicottero presso l’aeroporto di Elizovo.

orsi

La Kamchatka può considerarsi un autentico “Stato degli orsi” all’interno della Russia. Secondo varie stime, sul suo territorio NE vivono TRA I 15 E I 30MILA. In nessun altro luogo in Russia, ma nemmeno nel resto del mondo, vi è una concentrazione così elevata di questi animali. Il modo più efficace e sicuro per vedere gli orsi della Kamchatka è recarsi nei pressi del lago Kurile (a 200 km da Petropavlovsk-Kamchatsky).

letture interessanti

Se amate questo luogo vi consigliamo di leggere il libro: “LA KAMCHATKA CHE AMO” scritto dal fotocronista Igor Shpilenok: “Una placida mattina ti siedi sulla riva del lago Kurile, con la macchina fotografica in mano, e guardi il sole sorgere sul vulcano Ilinsk. Sembra che il paesaggio eterno che ti circonda sia rimasto immutato: era così molto prima del tuo arrivo e così rimarrà per sempre. Solo dopo aver avvertito una scossa improvvisa e intensa della terra - avvisaglia di un terremoto – ti rendi conto di trovarti in uno dei luoghi più convulsi della terra, dove in qualsiasi momento può succedere qualcosa di grandioso”.


PARADISI INCONTAMINATI

BHUTAN - HIMALAYA

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| TRAVEL

PAPUA NUOVA GUINEA

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La piccola montagna himalayana del Bhutan è costituita per oltre il 60% da foreste, mentre il 25% è stato circoscritto come parco nazionale o area protetta. Oltre che per le ricchezze naturali, questo piccolo regno di 789.656 abitanti è conosciuto per la FIL, il tasso di felicità interna lorda usato come parametro per calcolare lo stato di benessere del popolo. Nonostante si tratti di uno dei paesi più poveri dell’Asia, qui si registra la percentuale di felicità più alta di tutto il continente e l’ottava nella classifica mondale. I soldi non fanno la felicità, dunque. Ma quali sono i fattori che determinano la FIL? Il primo è la qualità dell’aria, a cui seguono l’istruzione, la salute dei cittadini e la ricchezza dei rapporti sociali.

come arrivare

Dall’Italia si atterra all’AEROPORTO DI PARO, l’unico che riceve voli internazionali, dispone solo di una pista e la manovra di atterraggio è talmente complicata che solo i nove piloti della compagnia nazionale Drukair hanno il permesso di eseguirla.

trekking

Il trekking è un’esperienza da non perdere. Le possibilità vanno da una marcia semplice nei dintorni di Timbu fino allo “SNOWMAN TREK”, uno dei percorsi più difficili del mondo, a 4.500 metri. Proprio a partire da questa altezza cresce il papavero blu, il fiore nazionale. A un’ora di macchina dalla capitale si trova il MONASTERO DI TAKTSANG, conosciuto come il nido della tigre. Tre ore di salita attraverso i boschi di pini portano a questo tempio (la cartolina più riconoscibile del Bhutan), che si erge su un precipizio nella valle di Paro, a un’altitudine di 3.120 metri. Fu costruito nella grotta dove meditò Guru Rinpoche, fondatore della scuola tibetana di buddismo Nyingma. La leggenda racconta che volò fino a qui sul dorso di una tigre e rimase nella grotta per tre anni, tre mesi, tre giorni e tre ore. La salita fino a Taktsang viene fatta senza portatori. Gli oggetti vengono trasportati dai cavalli o, nelle regioni più alte, dagli yak.

La Papua Nuova Guinea rimane uno dei luoghi più inesplorati del mondo, dove regna incontrastata la giungla fitta e impenetrabile. Secondo gli scienziati molte delle specie sconosciute al mondo di piante e animali sono presenti proprio all’interno di queste aree. Ad aver impedito lo sfruttamento delle vaste risorse naturali sono il terreno accidentato, le difficoltà legali e il costo elevato per la costruzione di infrastrutture.

escursioni

MOUNT TAVURVUR ospita un vulcano, di piccole dimensioni ma ancora attivo. Dopo aver raggiunto la base in canoa, si dà inizio all’arrampicata per arrivare alla vetta e ammirare dall’alto tutta la baia. Lungo la spiaggia ci sono delle sorgenti termali, ma la temperatura può essere molto alta e lo zolfo emanato potrebbero togliere il respiro. Praticate il birdwatching? Allora non potete perdere VARIRATA NATIONAL PARK. Qui è possibile incontrare diverse specie di uccelli Paradiso. Il posto si raggiunge in auto o in moto, poi si prosegue a piedi e sacco in spalla. Vale la pena percorrere i sentieri: le vedute panoramiche sulla campagna e su Port Moresby sono spettacolari. MOUNT WILHELM offre un’indimenticabile esperienza di viaggio. Si sale oltre i 3.000 metri per vedere alberi e cascate che in nessun’altra parte del mondo sono visibili. Lungo il percorso ci sono dei rifugi. Per arrivare alla vetta si impiegano diversi giorni, e bisogna rammentare che le temperature sono molto basse. KITAVA ISLAND è un’isola incontaminata con un mare cristallino e sabbia fine. La popolazione, molto cordiale, vive di pesca e artigianato. Consigliamo il tour attorno all’isola con la canoa, guidati dagli accompagnatori locali che vi porteranno alla scoperta di Kitava. KOKODA TRAIL è un’esperienza unica. Bisogna presentarsi all’appuntamento fisicamente preparati, nulla deve essere lasciato al caso. Il percorso di circa 100 chilometri prevede l’attraversamento di fiumi, montagne e cascate circondati da una natura selvaggia. Per percorrere il tragitto occorrono diversi giorni.

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capture beauty Ciao a tutti, sono Jill, una fotografa ritrattista che vive in Michigan, negli Stati Uniti. La passione per la fotografia è parte integrante della mia vita, non importa dove mi trovo, amo studiare la bellezza naturale, gestire la posizione e la luce per catturare la bellezza con la mia macchina. Ho una profonda adorazione verso gli anni 50: per questo motivo, ho iniziato una nuova serie di scatti che ho chiamato: “Vintage Val”. Le idee mi fluiscono attraverso visioni, e mi sento quasi costretta a riportare su carta quello che ho visto. La fotografia è un’odissea senza fine, è scoperta e creatività. Imparo, scatto dopo scatto.

I am a portrait photographer in Michigan, USA. No matter where I am, I love studying the natural beauty of the location both wide and close-up and capturing the prettiness with my camera. I also adore 1950s vintage, so I began a series called Vintage Val that I have been photographing every season for the past three years. The ideas flow to me through strong visions that I feel compelled to fulfill. Photography is a never-ending odyssey of discovery and creativity. I learn with every photo I take which keeps me fascinated.

ph. Jill Wellington

https://pixabay.com/it/users/jill111-334088/


CAPTURE BEAUTY

| PORTFOLIO

Grand Tetons, Wyoming - USA

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Super moon: Bay City, Michigan - USA


Super moon: Bay City, Michigan - USA



Dow Gardens in Midland, Michigan - USA


Moab, Utah - USA


Moab, Utah - USA


Vintage Val


Vintage Val


Montana - USA


Michigan - USA


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bakkowine Bakko wine info@bakkowine.it www. bakkowine.it

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AMORE PER LA TERRA, AMORE PER L’AMBIENTE

| WINE

Bakko Wine e Maccaboni: Amore per la terra, Amore per l 'ambiente di Maura Scaramuzza LA QUALITÀ SI CREA IN PIANTA

Questa è la filosofia che Francesco Maccaboni, perito agrario trentaseienne di Rezzato, in provincia di Brescia, segue dal 2006. L’anno in cui decide di trasformare la passione in lavoro e di creare la sua cantina: 8 ettari di vigneto collinare, che regalano a Francesco una produzione per l’80% di rosso Botticino DOC, e il restante 20% diviso tra bianco e rosato, con un terreno composto per il 40% da vitigni over 60 anni. In cantina vanta inoltre un prodotto molto particolare e raffinato, un vino

bianco creato da una varietà unica di uve: L’ERBA LUCE, un vitigno che risale agli anni ‘40-’50, con un Dna unico e ormai introvabile in tutta Italia. Anche il vino rosso è degno di nota: tutto il Botticino viene affinato da un minimo di un anno in botti di acciaio, fino a 5 anni in botti di legno. La bella sorpresa, però, è un’altra: Maccaboni è una cantina eco-sostenibile! Francesco mostra il suo amore per il territorio e l’ambiente utilizzando risorse energetiche calibrate, che non

implicano sprechi, insieme all’impiego responsabile dell’acqua. “Il diserbo sottofila non lo utilizzo” racconta. Lo dice ad alta voce e con un bel sorriso, perché l’amore per il suo lavoro è unito a quello per il nostro pianeta. In più utilizza lavorazioni meccaniche senza diserbanti e per salvaguardare l’uva ricorre a prodotti penetranti, non sistemici, e solo nei momenti chiave, quando l’uva è esposta a rischio. Dopo la fioritura, quindi alla formazione del chicco, utilizza esclusivamente molecole di contatto.

Molti credono nella forza di Francesco, in special modo BAKKO, una grossa realtà nel mondo del vino che ha concepito un’innovazione per quanto riguarda la distribuzione su tutto il territorio nazionale. Il canale di vendita scelto da questa realtà è il Network, che rappresenta il metodo più SMART ed ECO per far conoscere il prodotto. Con innumerevoli vantaggi: primo fra tutti, l’essere molto snello. Si passa dal produttore direttamente al consumatore. Secondo punto a favore: i consumatori potranno anche guadagnare facendo un semplice passaparola, o meglio facendo semplicemente assaggiare il vino, tra amici e conoscenti. Maccaboni è tra i primissimi al mondo ad utilizzare il Network per la vendita di un prodotto come in questo caso vino. Un ulteriore merito di una cantina che guarda al futuro. 51


READY

LIVING by veganset.com Una finestra sul mondo vegan. Per sfatare pregiudizi e preconcetti. Per mostrare come vegan possa essere sinonimo di alta ristorazione, stile e bellezza.

FOOD & WINE L’ORTO GIÁ SALSAMENTARIO Vegano e crudista • Torino L’orto già salsamentario intriga e stuzzica già dal nome e dal suo esterno che, da bottega di una volta, prelude a un mix perfetto tra passato e presente. Un luogo di tranquillità adatto ai diversi momenti della giornata. È duttile l’Orto, ed è il locale che consiglierei a chi non ha mai provato questo tipo di cucina. Perché dosa al punto giusto gli ingredienti in un avvicendarsi di cotture tradizionali che consolano i novizi e di amenità del nuovo ordine vegetale che rinfrescano i palati già allenati. Quindi ben vengano le brasature, così come quel concentrato di enzimi che sono gli spaghetti crudisti. Eduardo poi è una forza della natura. Il patron dell’Orto è uno che sa il fatto suo e il suo team di sala, giovane e sbarazzino, è fedele al suo entusiasmo. Impagabile poi la brigata di cucina che fa capolino dalla cornice con vista sulla sala, avida di conferme su ciò che ha realizzato. Ma è pura formalità: i piatti tornano sempre vuoti, nonostante le porzioni siano più che abbondanti. Insomma, un ambiente così caldo e del cibo così buono che il cuore è riscaldato e rinfrancato così come lo è la certezza che la cucina vegetale è una panacea per i mali del mondo. www.lortogiasalsamentario.it

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di Verde Camilla Parmigiani

LIVING BY VEGANSET.COM

| TIPS

LIFESTYLE ELISABETTA FRANCHI 240 dipendenti, 70 negozi monomarca (di cui 37 all’estero) e più di mille punti vendita nel mondo. Questi i numeri di Elisabetta Franchi, stilista e imprenditrice dalla tenacia tutta bolognese. La Franchi ha creato uno tra i brand più desiderati al mondo. Ogni donna sogna almeno un red carpet in Elisabetta Franchi. I suoi abiti sono un puro distillato di femminilità e sensualità, ma senza dimenticare grinta e pragmatismo in nome dell’essere donna. L’estetica è tuttavia solo uno dei principi che caratterizzano le sue creazioni. Elisabetta è una grandissima amante degli animali e, per questa ragione, ha bandito dalle sue collezioni pellicce (di ogni tipo), piume e lana d’angora. Aderendo al progetto ‘Animal Free Fashion’ di LAV per una moda etica e sostenibile, ha dato alla sua imprenditorialità un tratto fortemente virtuoso. Perché una moda senza crudeltà è quanto di più sexy si possa immaginare.

“Noi vogliamo un mondo che indossi una moda di qualità e innovativa ma etica: per gli animali, per l’ambiente e anche per gli uomini”

VEGAN BEAUTIES

www.elisabettafranchi.com

MICHELLE PFEIFFER L’inossidabile bellezza di Hollywood, interprete di personaggi indimenticabili quali Elvira Hancock in ‘Scarface’ di Brian De Palma e Selina Kyle, alias Catwoman, in ‘Batman in ritorno’ di Tim Burton, ha confessato di osservare un’alimentazione rigorosamente vegana, a tratti crudista. Non mente sulle motivazioni che sono puramente salutistiche ed estetiche. Ma quale miglior testimonial di quanto sia benefico, e a tratti salvifico, questo stile di vita su base vegetale. Oggi, a 60 anni compiuti, Michelle ha una pelle splendente, un viso radioso e un corpo da togliere il fiato.

“Ho eliminato la carne e, dopo solo due mesi, il mio colesterolo è sceso di 83 punti. Una prova più che sufficiente del fatto che la dieta vegana funzioni”

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ECO-FLASH AUGURI DI BUON COMPLEANNO A cosa pensiamo nei giorni precedenti al compleanno dei nostri cari? Ovviamente al regalo giusto, ma, ci preoccupiamo dell’involucro del nostro pensiero? Impariamo oggi a incartare i regali in modo alternativo! Utilizzare per i pacchetti i sacchettini di stoffa riutilizzabili consentirà di personalizzare ogni dono e tutelare l’ambiente. Se non si vuole rinunciare all’incarto, MEGLIO SCEGLIERE IMBALLAGGI RICICLABILI, come carta e cartoncino. Il pacchetto, ad esempio, può essere realizzato anche con il sacchetto di carta marrone che si usa per il pane. La carta opaca del sacchetto, combinata con le giuste decorazioni, offre quel tocco vintage tanto di moda oggi, elegante e caldo. Possiamo anche riciclare la carta in bianco e nero del nostro quotidiano preferito, oppure della rivista di moda che legge la nostra collega, oppure cosa ne pensate di usare il tessuto della vostra vecchia sciarpa? Il nostro consiglio non è semplicemente diventare più ecologici, ma di alimentare la vostra fantasia.

LE SOSPIRATE VACANZE AUTUNNALI Tutti noi amiamo visitare i paradisi incontaminati, le spiagge naturali con il mare più bello, e conosciamo tutti il buonsenso secondo cui si deve “lasciare ogni luogo così come lo si trova”, evitando quindi di abbandonare ogni minima traccia del nostro passaggio, come rifiuti, buche, graffiti o incisioni sulle piante. Dobbiamo anche EVITARE DI ACQUISTARE SOUVENIR REALIZZATI CON ANIMALI PROTETTI O A RISCHIO DI ESTINZIONE. Informiamoci bene prima di acquistare collane, statue o altri oggetti fatti con legno, pelli, avorio, carapaci di tartarughe o conchiglie. Per salvare le barriere coralline, vere fonti di vita sottomarina, evitiamo di comprare souvenir di coralli e una volta sul posto diamo magari un contributo economico alle aree protette locali. Al ristorante, inoltre, evitiamo di ordinare piatti con tartarughe o pinne di squalo, o altra fauna marina minacciata.

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ECO-FLASH

| CURIOSITY

di Gemma Pancin

NUOVO MODO DI ARREDARE IL RIUSO È UNA FILOSOFIA CHE HA CONQUISTATO TUTTI, anche i designer e gli architetti più quotati, che da anni si sono convertiti a uno stile ecosostenibile. Cerchiamo di arredare e decorare con stile le nostre abitazioni senza buttare oggetti che, se “ripensati”, possono diventare l’ideale per arricchire i nostri ambienti. L’arredamento della nostra casa è un po’ come la proiezione di noi stessi. La “tana” ci deve rappresentare per quello che siamo, incarnando non solo il senso estetico ma anche le nostre idee, la nostra filosofia. Quindi perché non approfittare di questa forma di espressione per dare libero sfogo al riciclo creativo, realizzato proprio con le nostre mani? In questo modo i vecchi oggetti rinascono, dando un tocco vintage all’arredamento, evitando inutili sprechi e permettendoci di risparmiare.

L’ACQUA Sembra sciocco e ripetitivo dare dei consigli sul risparmio d’acqua, ma, non dobbiamo MAI DIMENTICARE CHE È UN BENE PREZIOSO e dobbiamo allo stesso tempo ricordare che molte persone non ne hanno a sufficienza per il loro sostentamento e per quello dei loro figli. Noi che siamo fortunati e disponiamo di acqua corrente ogni giorno abbiamo l’obbligo di rispettare questo nostro privilegio, adottando delle misure intelligenti per non sprecarla! Ecco qualche consiglio utile: Non lasciare l’acqua aperta mentre ci si lavano i denti: esce senza scopo, è puro spreco!; Preferire la doccia al bagno: si consumano molti litri di acqua in meno e ci si lava lo stesso, anzi forse anche di più; Installare i riduttori ai rubinetti: vengono inseriti al posto dei normali frangigetto per frammentare l’acqua in particelle minuscole e miscelarla con aria. In questo modo il getto rimane comunque corposo ma il consumo si riduce della metà, garantendo la stessa pressione.

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Una disciplina Millenaria

di Tatiana Aliprandi

Chakra è una parola sanscrita che ha diverse traduzioni: cerchio, ruota, centro, vortice, movimento energetico che si allarga spirale bindhu. Ossia, il punto da cui parte tutto e a cui tutto torna. Sono espressioni per indicare l’energia, che manifesta se stessa attraverso il movimento incessante. Ma i chakra sono chiamati anche loto, perché vengono spesso rappresentati come fiori di loto chiusi, semi-chiusi o aperti con differenti numeri di petali, che aumentano in ascesa e possono rivolgersi verso il basso alla Terra o verso l’alto al cielo, sempre secondo i livelli di coscienza raggiunto della persona che li riscopre e agisce. Il fiore di loto è uno dei simboli, nello Yoga, dell’ascesa spirituale e del distacco dalle cose terrene: ha radici che affondano nella terra e nella melma, che simboleggia la parte più grezza e materiale dell’essere, da cui sale con lo stelo nell’acqua, simbolo di purificazione, per aprire la sua corolla verso il cielo, a indicare la possibilità di guardare verso luoghi spiritualmente elevati. E giungere così alla comprensione dell’universo. Rappresenta anche il ciclo incessante della vita, perché sboccia all’alba e si chiude al tramonto. Nello yoga i chakra principali sono collocati nella colonna vertebrale, e indicano le tappe della consapevolezza. In un cammino per gli esseri umani “comuni”, inizia dalla terra per salire al cielo. Nel percorso yogico, dai primi passi alla finale realizzazione, i chakra vengono innanzitutto stimolati e poi attivati attraverso gli Asana. Secondo la visione yogica, il corpo umano è attraversato da 72.000 cana56

li. Trasportatori di energia che partono dalle dita dei piedi e delle mani e percorrono l’intero organismo, giungendo al cuore, centro della spiritualità. E da qui salgono fino al vertice del capo, centro di congiunzione tra il corpo fisico e l’universo circostante. Lungo questi canali, a livello di ogni piccola e grande giuntura, sono collocati i Chakra principali. I raja chakra si svolgono direttamente lungo l’asse centrale che attraversa il corpo, sushumna, che viene identificato come la colonna vertebrale, mentre i vira Chakra secondari, guerrieri guardiani, protettori, difensori, di quelli regali (i 7 principali) sono disposti lungo i canali energetici o nadi. PRIMO CHAKRA MULADHARA Mula significa radice, base, basamento, adhara supporto, quindi muladhara è tradotto come sostegno della base. Inoltre darha è della stessa radice di dharany che è uno dei nomi della terra. Questo Chakra viene chiamato anche Adhara Padma,cioè il lotto di supporto, o bramha granthi, ovvero il nodo di Bramha, colui che indica l’inizio di ogni forma e di ogni processo. Lo Yoga individua tre corrispondenti in tre Chakra, i più bassi. Muladhara è collocato nel pavimento pelvico: è il chakra dell’origine, da qui parte il cammino dell’esperienza più materiale terrena. A livello fisico svolge un’azione di distensione di tutta la colonna vertebrale, rappresenta la materia primordiale ancora passiva e inconscia, che potenzialmente contiene tutto ciò che verrà creato, porta in se le potenzialità presenti ma non ancora espresse. Sviluppa la potenza dell’istinto e quando non è in equilibrio energetico porta

gelosia, odio,rabbia, avarizia, paura e tristezza. I suoi organi di azione sono i piedi, fisicamente correlati al rapporto con la terra, perciò con la stabilità e il senso dell’equilibrio sia interiore che esteriore. Il suo plesso è in relazione con il coccige, l’olfatto, legato a rinencefalo, la parte più antica del nostro cervello. I suoi petali sono quattro ed escono dai lati di un quadrato, simbolo delle quattro porte della vita, i punti cardinali: su ogni petalo è inscritta una lettera sanscrita. Il colore è giallo per quelle scuole che si attengono alla tradizione ortodossa, che indica il mondo degli inferi risplendente di un giallo dorato. Il giallo è inoltre il colore di cui si vestono gli adepti che iniziano il cammino da sannyasin, i rinunciatari, che prenderanno il saio arancione quando avranno conferma del cammino iniziatico. Questo colore solare, che si espande da un punto proprio come i raggi del sole, rappresenta la ricchezza dell’anima, oltre alla Gioia e la vitalità che inizia ad espandersi. Il giallo è un antidoto contro la pesantezza dell’umore, l’oscurità mentale, la depressione. L’elemento del muladhara è la terra rappresentata nella forma quadrangolare, il veicolo trasportatore dell’energia (elefante nero), a indicare la materia primordiale latente nell’individuo ma ancora inconscia. Le divinità di questo Chakra sono bramha, il signore dell’origine, con quattro teste ognuna rivolta a un punto cardinale e le dakini, la manifestazione terrena dell’inconscio femminile.

Nei prossimi articoli parleremo degli altri chakra.


I CHAKRA

| YOGA

©PamPertusini 57


READY SOCIAL |

EUROTULTLES E SIMILI. APP FOR ANIMALS!

di Marco Piervenanzi

Esiste un piccolo oggetto che è ormai diventato la nostra seconda pelle e ci permette di stare connessi col mondo, sempre, anche quando siamo in spiaggia. È IL NOSTRO SMARTPHONE. E proprio in spiaggia, è notizia recente, se notiamo animali marini in difficoltà - come tartarughe o delfini feriti -, grazie ad alcune app come EuroTurtles, sviluppata all’interno del progetto europeo “Life Euroturtles” per la tutela delle tartarughe, possiamo agire. I dati inviati attraverso questa applicazione saranno geolocalizzati dal centro tartarughe marine del WWF e da un database gestito dal museo di Zagabria dove si studia la distribuzione a livello europeo di questi animali. Un modo importante per sfruttare la tecnologia nel migliore dei modi. Euroturtles è attivo in Italia, ma anche in Croazia, Slovenia, Grecia, Cipro e Malta. Esiste poi un servizio simile ed è quello di E-Delphis, app per la salvaguardia dei delfini, progettata e realizzata dall’Associazione Battibaleno, che monitora i cetacei nel santuario Pelagos, tra Italia e Francia. Possiamo quindi dire che, restando connessi, con etica, possiamo fare molto per i viventi delle altre specie!

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LOMELLINA, SPECCHIO DI CASTELLI

| PEDALAEXPERIENCE di Maurizio Martinelli

per l’allevamento delle oche, da cui si ricava il salame d’oca di Mortara IGP. Usciti da Mortara, le pedalate si svolgono in parte sui sentieri sterrati e in parte su strade asfaltate di campagna. Il primo paese che incontriamo è Olevano, poi Zeme e quindi Cozzo, con la visita al castello che nel 1499 ospitò il re di Francia Luigi XII che, con le sue truppe, si dirigeva su Milano. Dopo Cozzo, superiamo Candia e per qualche chilometro costeggiamo il fiume Po, fino ad arrivare a Sartirana e al suo castello, probabilmente il più famoso della Lomellina dopo quello di Vigevano. Appena fuori Sartirana, troviamo Il Monumento Naturale Regionale Garzaia Lago di Sartirana, in cui nidificano almeno sette specie di aironi, il Falco di palude, il Martin pescatore, la Folaga, la Gallinella d’acqua e il Germano reale. Percorriamo in bicicletta, nel weekend, la zona nord-ovest della provincia pavese, conosciuta con il nome di Lomellina: un mosaico di acqua e di terra, un’area pianeggiante e fertile, che offre al visitatore grandi spazi, silenzi e ampi orizzonti, poco sfruttati dal punto di vista turistico. Per secoli questa terra di risorgive è stata un’impraticabile palude; poi vennero le bonifiche e le grandi riforme agricole, che diffusero la coltivazione del riso. La Lomellina è così diventata un continuo alternarsi di ricchissimi campi di cereali. Nei mesi di aprile e maggio, il paesaggio della Lomellina si trasforma in una lucida specchiera, dove l’azzurro del cielo si riflette nelle acque delle risaie. Il punto di partenza è Pavia, uscendo dal Ponte Coperto, in compagnia di Manuela: all’inizio percorriamo strade secondarie che, parallele al corso del Ticino, conducono al pittoresco ponte di barche di Bereguardo. Iniziamo a seguire l’itinerario E1, uno dei percorsi del sistema sentieristico europeo, che ci conduce all’interno del bosco, nel cuore del Parco del Ticino, per un’indimenticabile escursione nel verde. La ciclabile in questo tratto è su sentieri sterrati, è quindi consigliata una Mountain Bike. Dopo alcune decine di chilometri entriamo a Vigevano, famosa per la Piazza Ducale su cui si affacciano il Duomo e il Castello Visconteo.

La prima giornata si conclude a Torre Beretti, piccolo borgo di poche centinaia di abitanti sul crocevia tra Lombardia e Piemonte. Dopo una ricca colazione ripartiamo verso Mede e i successivi chilometri ci portano al leggendario borgo che ha dato il nome all’intera area risicola: Lomello, graziosa località sviluppata intorno ai suoi straordinari monumenti, dal Castello alla Basilica di Santa Maria Maggiore fino al Battistero. Da Lomello imbocchiamo quindi uno sterrato che ci conduce al Castello di Scaldasole, ennesimo capolavoro architettonico di una terra che vide molti eserciti avvicendarsi sul proprio territorio. Per evitare il traffico del percorso principale verso Pavia, pedaliamo in tranquillità su strade secondarie incontrando paesi che non offrono molto agli amanti dell’arte, ma conquistano con le loro corti rurali e le tipiche cascine lombarde poste a breve distanza dagli argini di Po e Ticino. Continuando a pedalare arriviamo a Travacò, da dove ricomincia la pista ciclabile che ci riporta a Pavia: passando da Borgo Ticino, giungiamo in città nella piazza del Duomo per la classica foto ricordo. Abbiamo così finito questi due giorni in sella alla nostra bicicletta attraverso una delle zone meno conosciute, ma più vere, della Lombardia, lontano dai grandi flussi del traffico.

Il percorso continua attraversando piccoli borghi in direzione Mortara. Oggi la cittadina è un moderno centro agricolo, famoso

Potrete rivivere questo viaggio e tanti altri negli album fotografici sulla mia pagina Facebook “PedalaExperience”.

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READY | CINEMA

ERIN BROCKOVICH

di Sara Centenari

Già il nome evoca le Erinni, furiose vendicatrici della mitologia greca che in un certo senso riportano l’equilibrio dopo che il cosmo è stato violato, e poi di nuovo sovvertito. Erin Brockovich è colei che vendica i suoi concittadini, con la furia della sua convinzione ecologista, dei torti subiti sulla loro terra, sulla loro pelle. Pochi lettori si saranno persi il film di uno dei più quotati registi americani contemporanei, Steven Soderbergh, autore di “Magic Mike” e “Ocean’s Eleven”; la pellicola fu candidata a 5 Oscar ma ne ottenne solo uno, quello vinto dalla radiosa e sfrenata Julia Roberts. Se ci limitiamo a parlare di ci-

Erin Brockovich è un nome reale di una donna combattiva che ha tenacemente legato 233 persone insieme verso la colossale class action vinta in sede extragiudiziale, per 333 milioni di dollari di risarcimento. Questa storia ha ispirato molti altri attivisti: è impossibile negare un grande valore alla Brockovich: all’essere umano e al film omonimo. Tuttavia a 17 anni di distanza, la recensione del film non può non tener conto dell’inchiesta condotta a posteriori dal docente John Morgan della Loma Linda University in California: da questa analisi emerse che il numero di vittime per malattie tumorali nella cittadina di Hinkley, al cen-

nema (che è poi ragionare di ogni aspetto tecnico e refolo filosofico dell’esistenza) va ricordato che fu un peccato il mancato premio al mastodontico Albert Finney nel ruolo dell’avvocato. Succede, si sa, che certe figure siano così vertiginose da non essere riconosciute: è successo pure a Philip Roth, con il Nobel letterario! Il film è in ogni caso un’opera che si beve d’un sorso, avvincente, fotografata in tinte calde e monocolori. I giochi cromatici pongono Soderbergh spesso tra gli anti-hollywoodiani: dettaglio formale che non sempre, tuttavia, ha un contraltare sostanziale nella scrittura dei suoi film. La vistosa trentenne Erin Brockovich, con due divorzi alle spalle e tre figli, da segretaria dell’avvocato per cui lavora si appassiona a un cumulo di documenti che, letti con attenzione, portano alla luce la grande responsabilità della Pacific Gas and Electric Company, sversatrice di cromo esavalente nei terreni in cui abitano centinaia di inermi cittadini.

tro della vicenda, fosse più basso della media della California. Va detto che a quel punto Erin Brockovich si sottrasse alle domande dei giornalisti sull’argomento, ma va sottolineato anche che la paladina dell’acqua 58enne continua, tuttora, a occuparsi della difesa dell’ambiente in varie forme, dal Texas all’Illinois, dal Michigan al Missouri al North Carolina.

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La vicenda assume quindi una natura ambivalente: i dati furono mostrati come inoppugnabili, ma furono poi letti e analizzati in modo diverso. Quello che fu urlato come un aumento delle patologie neoplastiche non fu il risultato di un’inchiesta scientifica rigorosa e senza punti deboli. Resta che la compagnia del gas e dell’elettricità accettò di pagare senza andare a dibattimento completo: rimane assai verosimile che lo smaltimento illegale di sostanze inquinanti fosse un dato reale. Per questo la battaglia per il rispetto del pianeta passa anche da questa vicenda e da quest’opera, con i suoi limiti e i suoi punti di forza.


FORESTE “PRIMARIE” IN EUROPA: UNA MAPPATURA PER PROTEGGERLE

| FOREST

di Marco Piervenanzi

L’uomo ha occupato e sfruttato gran parte del pianeta: un aspetto ormai noto. Esistono però aree forestali e boschive ancora per lo più intatte, che da anni vivono in una situazione di equilibrio, e la cui ecologia è particolarmente strutturata. Queste aree presentano un’elevata quantità di materiale in decomposizione raccolta alla base degli alberi, che diventa habitat specifico per molte specie di funghi, muschi e animali.

Uno studio recente pubblicato su Biodiversity and Distribution ha stimato una presenza importante di queste foreste “primarie” in Europa: si tratta di un patrimonio naturale scarsamente indagato, di cui questa analisi rappresenta un primo tentativo organico di mappatura. Solo alcune sono per ora famose o conosciute al grande pubblico, come ad esempio Bialoweza in Polonia. Sempre nell’ambito dello studio citato, possiamo scoprire come alcuni Stati, tra cui ad esempio Francia, Polonia e Norvegia non abbiano ancora varato alcuna regolamentazione a tutela di tale patrimonio, mentre Spagna, Svizzera e Finlandia sono già molto avanti. L’Italia protegge una discreta quota di queste sue foreste, ma la situazione è molto complessa e varia: proprio di recente nel nostro Paese, sono state catalogate 68 foreste vetuste, appartenenti a 16 fisionomie forestali differenti. Pochi mesi fa, inoltre, le faggete vetuste italiane sono diventate Patrimonio dell’Umanità, a testimonianza dell’importanza della ricchezza forestale nazionale. Per concludere, parlando nuovamente di dati nazionali, l’inventario delle foreste certifica come nel 1985, in Italia, ci fossero 8 milioni e 600 mila ettari di bosco; il censimento 2015 ha invece registrato una superficie forestale di oltre 11 milioni di ettari, con un incremento pari al 28%. Numeri in rialzo, che devono comunque invitarci a tenere alta l’attenzione e a sensibilizzare quante più persone possibile.

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READY FOOD & THE CITY |

TERRAZZA BELVEDERE

di Valentina Rasoli

Una serata a cinque stelle, o meglio, a “dieci diottrie”, quella passata al ristorante Terrazza Belvedere di Montemarcello, una suggestiva frazione di Ameglia, a metà tra tra Liguria e Toscana . Con una vista mozzafiato sul Golfo dei Poeti e una location eclettica, impreziosita da un arredo vintage e sofisticato che incanta ogni senso, ma soprattutto quello del gusto. Il menù segue la stagionalità. Ogni portata risponde a una logica ispirata alla tradizion,e ma con uno sguardo marcato alla cucina contemporanea, fatta di sapori contrastanti e accostamenti azzardati, eppure memorabili. Pesce, carne, vegetariano. Fortemente consigliato il polipo cotto a bassa temperatura, e la caprese in zona dolce. Ma in generale c’è un piatto per ogni esigenza. Ed è qui che vorrei soffermarmi: la sensibilità, nei confronti di chi segue regime alimentari “particolari“ è altissima. E questa empatia fa sì che intolleranti, vegetariani e vegani possano concedersi un pasto gustoso e ricco senza le rinunce che spesso si devono affrontare. Ogni portata, compresa la sempre ben accetta entreè, è una meravigliosa scoperta. Ancora di più se accompagnata dai tradizionali vini del territorio, come un Vermentino o un Sangiovese.

Un pensiero felice anche al personale del locale, che sa coccolare, consigliare e rendere il percorso enogastronomico ancora più piacevole, con la professionalità e la dolcezza di uno staff tutto al femminile.

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PHOTO

| THIS IS FOR YOU di Lubos Houska

piccolo amico curioso

Per il numero 7, abbiamo scelto questo incredibile scatto, realizzato in Slovenia da un affezionato lettore. 63


FREE

anno 2 • numero 7


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