LECCE: SVILUPPO URBANO E PIANIFICAZIONE URBANISTICA 1 Paolo Margari
1. INTRODUZIONE – Nel presente lavoro, prendendo in considerazione gli strumenti di pianificazione urbanistica adottati nel tempo dal soggetto pubblico locale per regolare, secondo dati principi e finalità, lo sviluppo urbano di Lecce, se ne analizzano gli effetti prodotti e le possibili future conseguenze. Ci si chiede come tali strumenti abbiano influito sulla regolazione della crescita della città, quali siano state eventuali pecche dovute alle previsioni contenute negli stessi od a mancate o tardive attuazioni di quanto programmato. Infine si descrivono, quartiere per quartiere, emergenti problematiche dello spazio urbanizzato, alla luce dell’avvio di un processo che porterà all’attuazione di un nuovo strumento pianificatore per Lecce, il Piano Urbanistico Generale. L’analisi parte da un periodo storico, il XVI° secolo, caratterizzato dall’assenza di pianificazione urbanistica positiva. In quegli anni si realizzò il definitivo ampliamento della cinta muraria che ha delineato il perimetro definitivo dell’attuale quartiere Centro entro cui, sino alla fine del XIX° secolo, era compresa l’intera funzione residenziale del territorio di Lecce. La storia topografica recente della città è stata segnata principalmente dalle scelte operate mediante il Piano Regolatore Generale del 1934, poi dal Piano di Fabbricazione del 1967, quindi da un secondo Piano Regolatore Generale, approvato nel 1990 dopo un lungo iter. Il prossimo strumento generale di pianificazione dello sviluppo del territorio comunale sarà, come detto, il Piano Urbanistico Generale (P.U.G), introdotto dalla legge della Regione Puglia 20/2001, al quale seguirà il Piano Esecutivo (P.U.E.) che ne definirà l’attuazione. In merito ad esso, nel 2005, è stato compiuto il primo passo mediante la redazione di un documento programmatico preliminare. Secondo la normativa nazionale tuttora vigente in materia urbanistica, la L. 1150/1942, preventivamente alla redazione dei Piani comunali, ci sarebbe dovuta essere una pianificazione a scala sovracomunale, il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.), ma tanto in Puglia quanto in altre regioni del Paese, essa ha scontato considerevoli ritardi che hanno concorso a privilegiare gli interventi straordinari rispetto a quelli ordinari. (COMUNE DI LECCE, 2005, p. 57). Così anche il P.T.C.P., strumento a scala provinciale, non ha ancora concluso il suo iter approvativo. Un altro strumento prodotto dal legislatore regionale che incide sulla pianificazione urbana è il PUTT/PBA (Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio ed i Beni Ambientali). Il PUTT ha l’obiettivo di consentire la oggettiva e preliminare verifica della compatibilità di ogni progetto di trasformazione del territorio con le reali risorse dello stesso e, comunque, di rendere possibile l’adeguamento di ogni modello di sviluppo settoriale o generale alle peculiarità dell’area di riferimento. Nel caso della Regione Puglia, il PUTT ha visto depositata la sua stesura definitiva nel 1993 dopo un iter durato 6 anni. Il Comune di Lecce ha recepito le sue prescri1
Sintesi della tesi di laurea in Geografia Economica, discussa il 23 ottobre 2003, relatore Prof. Stefano De Rubertis, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Lecce.
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