Inkalce 08 Luglio

TRIMESTRALE | ANNO II | LUGLIO 2020 | N.08

Franco Pepe «Il mio forno non si è mai spento»

Fondazione Barilla

Dieci azioni per ripartire dopo il Covid

ENZO MICCIO «Così ho rivoluzionato il mondo del wedding»

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MYR Il rischio non è un pericolo

ABITA ALL IN L’economia circolare abitativa

MULTIFIVE Dai Caraibi al resto del mondo

La disintermediazione e l’azienda media company Dalle stanze dei bottoni alle room, quelle virtuali; dalle strette di mano nei meeting ai Google meet, passando dalle live social senza dimenticare i video party. Il 2020 ha segnato ufficialmente l’entrata dei brand nel mondo del personal branding disintermediato ovvero quello creato direttamente dall’azienda senza tramiti di nessuna sorta. Nell’editoriale di marzo scrivevo che mai come oggi si sente il bisogno di media company consapevoli e costruttive, di una informazione consapevole e costruttiva; oggi, aggiungo, che il contenuto valoriale risulta essere la reale plusvalenza nel campo del marketing e della comunicazione.

Brand, imprese e libero professionisti, hanno dimostrato e tutt’ora lo stanno dimostrando, quanto avere ed essere una voce autorevole nel proprio settore di riferimento sia requisito fondamentale per emergere anche in una situazione di crisi. La rete ha finalmente rivelato il suo potenziale accorciando distanze e veicolando messaggi di pubblica utilità e di comunione sociale; se il web si fa megafono dei valori, delle mission e delle vision aziendali, la carta li fissa in modo imprescindibile, suggellando un patto tra committente e lettore

che, difficilmente, verrà violato.

Durante il lockdown abbiamo a lungo sentito parlare di ripartenza, di ritorno alla vita normale; il Covid, in realtà, ci sta dando la grande opportunità di ricostruire.

Difficile, infatti, ripartire in un mondo che non ha più nulla di quello conosciuto nel 2019; in questo numero di Inkalce abbiamo scelto di dare voce a quegli imprenditori che hanno sconfitto la crisi a colpi di vision senza mai perdere nonostante la difficoltà il focus verso il loro obiettivo e verso la loro comunità. Nella vita abbiamo due strade: scegliere se vedere il bicchiere mezzo pieno o se ritenerlo mezzo vuoto; sta a noi decidere il punto di vista in cui metterci ad osservare. Certo questa pandemia ha anche

siglato la fine della comunicazione aziendale fino ad oggi conosciuta; in tanti professionisti hanno scelto di metterci la faccia, di mostrarsi nella loro semplicità e nelle loro difficoltà parlando per valori con le persone tramite un semplice smartphone.

La pubblicità tradizionale ha subito un crollo verticale su tutti i media a dimostrazione che anche i grandi gruppi editoriali devono ricostruire e ripartire da un’informazione meno basata sui click e più sulle notizie costruttive. Nella nostra vision c’è il contribuire alla creazione di un Rinascimento imprenditoriale perseguito anche grazie ai nostri contributi in brand journalism: informare al fine di creare relazioni e connessioni.

FORNENDO PERCORSI EDITORIALI COME STRUMENTO DI MARKETING, INKALCE RACCONTA STORIE IMPRENDITORIALI DI SUCCESSO E CREA UN ECOSISTEMA TRA LE PERSONE CHE NE FANNO PARTE CON LO SCOPO DI ISPIRARE, FARE NETWORKING E GENERARE POSITIVITÀ NEL TERRITORIO IN CUI SI VIVE

in questo numero

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Asentiv parte laddove tutti gli altri si fermano

8 Andrea Zappa

9

Claudio Tina

«Così faccio stare in piedi le follie degli architetti»

20

Abita All In, il network dell’economia circolare abitativa

22

Turismo, è ora di ripartire sul serio

25

MULTIFIVE

12 16

Franco Pepe: «Il mondo tornerà a Caiazzo»

Il Personal Branding non si crea: si proietta

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LeROSA,

collaborazione costruttiva

44

Empatia Digitale

27

49

Dove la bellezza è arte, emozione e ispirazione

Rete d’impresa su prodotti innovativi: la chiave vincente

52

Riconoscimento e cultura: i valori che passano da un consulente finanziario

6 Il proprio perché è la batteria che ci muove

7 Capire le necessità umane: è questo il segreto del vero cambiamento

15

Nei periodi di crisi ci salvano due cose: le relazioni e la Vision

19

Virtuego, il social network che certifica i professionisti e genera profitto

23

Granda Land, quando il gioco si fa promozione turistica

24 1 Caffè Onlus: 26 I Palazzi hanno un Cuore

28

Il rischio non è un pericolo: bisogna solo imparare a gestirlo

35

30

18 To.Ba36 Tank

Il coraggio di fare impresa: aprire durante il lockdown

Leo Vela

Dai Caraibi al resto del mondo

KAPERA

Fondazione Barilla: dieci azioni per ripartire dopo il Covid

40

accanto all’eco-green

ENZO MICCIO Una rivoluzione nel mondo del Wedding

50 LA RESPONSABILITÀ DI ANDARE AVANTI

#UNITIMADISTANTI il progetto social per sostenere il Made in Marche

38 L’e-commerce ci ha permesso di non chiudere mai

45

Constructive Network: al servizio della narrazione costruttiva

46

Beach&Love Il digital marketing al servizio del turismo

53 Mauro Cervini 55 DonnaOn 56 Roberto Grandicelli 57 I nostri Brand

ambassador

TM

www.asentiv.com

Asentiv parte laddove tutti gli altri si fermano

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C’è una domanda importante con la quale ogni professionista dovrebbe confrontarsi per capire come muoversi nel mercato e, in particolar modo, nel suo settore di riferimento: cosa mi differenzia dai miei colleghi? Sapere cosa ci distingue, cosa caratterizza il nostro operato perché mescolato alla nostra personalità, permette, tra le altre opportunità, anche di essere scelti dal giusto Target Market perché attirato esattamente da quello che proponiamo.

Una domanda che la stessa Asentiv si è posta, sia per rispondere alla richiesta di mercato di essere specifici e possibilmente unici sia per far comprendere il valore aggiunto che la differenzia dalle scuole di formazione, motivazione e coaching: l’obiettivo è quello di portare i professionisti a essere Vision and Mission Driven™. E quello che Asentiv offre per riuscire in questo non sono corsi di formazione: Asentiv parte laddove tutti gli altri si fermano. Innanzitutto è meglio parlare di percorsi, perché quello che succede con Asentiv è che il vero lavoro insieme inizia laddove tante altre scuole di formazione si fermano. Certo, con Asentiv un professionista trova la motivazione per cui fa quello che fa, svela a se stesso la sua Mission e scopre la sua Vision, ma questo è solo il primo passo.

Asentiv accompagna la persona in un cammino che vedrà la messa in atto e la realizzazione di quello che ha scoperto: una delle problematiche, infatti, di corsi motivazionali o di formazione è proprio quello di lasciare il corsista a gestire da solo ciò che ha appena imparato.

italia.asentiv.com italia@asentiv.com Asentiv Italia

Ma si sa, le nuove acquisizioni intellettuali richiedono tempo per riuscire a essere davvero interiorizzate, per questo Asentiv offre una serie di strumenti successivi alle prime scoperte, pilastri che si trasformano in veri e propri impegni del professionista: l’impegno verso se stesso, verso la propria attività e verso gli altri.

L’impegno verso di sé: essere Vision and Mission driven ™ attraverso un percorso di estrazione e formazione Tutto parte, ovviamente, da se stessi: il percorso targato Asentiv comincia con un metodo formativo che non “insegna” bensì “estrapola”; con Asentiv un professionista non impara qualcosa di nuovo, non deve immagazzinare nuove nozioni: è accompagnato a “estrarre” da se stesso e dalla sua esperienza di vita gli elementi che lo riguardano e che daranno vita alle risposte di cui necessita per costruire la sua Mission, la sua Vision e tutto ciò che ruota intorno a esse. Il professionista parte subito, quindi, alla scoperta di ciò che saranno i suoi cardini imprenditoriali: la Vision e la Mission.

L’impegno verso la propria attività: decisioni e azioni attraverso gli Asentiv Lab Sta proprio in questo, dicevamo, lo straordinario valore aggiunto di Asentiv: nell’accompagnamento a realizzare ciò che si è

scoperto; Vision e Mission sono concetti che si possono sviluppare anche attraverso la partecipazione ad altre organizzazioni o altri corsi di formazione, ma è raro che il corsista sia poi seguito nella messa in pratica postuma. Asentiv offre settimanalmente gli Asentiv Lab, appuntamenti formativi che prevedono un argomento pratico e sempre diverso, per permettere al professionista di andare a lavorare materialmente sul suo metodo imprenditoriale. Costanza e concretezza: valori importanti per attuare un vero cambiamento.

L’impegno verso gli altri: il reale supporto tra gli imprenditori attraverso le Asentiv Mastermind Community Un’altra peculiarità per la quale Asentiv si differenzia è la sua scelta di non essere “frontale”: oltre ai percorsi di estrazione e formazione insieme ai Trainer, durante i quali, comunque, c’è sempre il confronto con gli altri membri, il professionista è immerso in una realtà di Mastermind Community, composta da altri professionisti come lui e dai quali ricevere supporto costante per una crescita personale e imprenditoriale.

Quello che distingue Asentiv è aver creato l’unica Community a dinamica rovesciata: si partecipa per dare e non per prendere, la crescita vera è quella che ottengo aiutando l’altro. Si tratta di un nuovo paradigma della crescita imprenditoriale, legato ai concetti del mentoring e della leadership: se impari ad aiutare l’altro, la tua leadership aumenta. E poiché progetti importanti prevedono la presenza di altre persone, ecco che questa diventa la dinamica giusta per riuscire a diventare significativo.

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Il proprio perché è la batteria che ci muove Scoprire il perché delle cose cambia inevitabilmente la prospettiva che avevamo prima, quando non ne eravamo consapevoli. Ci aiuta a dare un senso a quello che è stato e, di conseguenza, a quello che sarà: come un archeologo, che riporta in luce oggetti appartenenti a epoche passate, non per poterli riutilizzare ma per dar loro un senso d’essere esistiti e per spiegare, attraverso il passato, il presente. È la storia di tante persone che appartengono ad Asentiv. Tutte accomunate dalla scoperta di un perché che cambia la vita. Ed è la storia anche di Marco Franceschini e Marina Gambera, partner nella vita e nel lavoro: oggi entrambi, dopo averla vissuta da “studenti”, lavorano per Asentiv. «È proprio così: Asentiv mi ha aiutata a capire perché faccio quello che faccio: le esperienze ci forgiano in base a come le interpretiamo, a come le viviamo – spiega Marina, Franchisee –: esistono momenti della vita in cui non ci accorgiamo, magari perché siamo bambini, di star andando a definire il nostro futuro. Capirlo aiuta a dare un senso alle cose, a essere consapevoli e a nutrire ancora di più il proprio focus imprenditoriale e personale. Il proprio perché è la batteria che ci fa andare avanti, è ciò che ci aiuta a definire la Mission e la Vision; le persone diventano anche più determinate, nei loro obiettivi e nella realizzazione della loro Vision, quando sanno cosa le muove: lo vedo nelle nostre Community, dove oggi aiuto gli imprenditori a trovare il loro perché».

Accade, quindi, che si scopra una nuova luce dentro sé. Sempre esistita, ma fino a quel momento offuscata dall’inconsapevolezza; succede, poi, che quella luce diventi visibile e ci permetta di connetterci a persone che si rispecchiano in quella luce, che scoprono di poterne godere, o che vogliono aiutarti a farla risplendere ancora di più.

«Unire persone, allineate tra loro, capaci di guardare entrambe verso direzioni non uguali

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ma che si muovono su meccanismi comuni, è uno dei grandi poteri di Asentiv – dice Marco, Responsabile dello Sviluppo –; questa possibilità mi permette di sentire un grande senso di completezza, perché Asentiv non rimane solo sul piano professionale o personale: la propria vita diventa un tutt’uno ed è così che essa si compie realmente. Credo che ogni professionista dovrebbe conoscere il metodo Asentiv: si accorgerebbe da sé della necessità di acquisirlo e farlo proprio. Inoltre, questo permette di veder nascere delle Vision interconnesse che danno vita a percorsi straordinari».

Capire le necessità umane: è questo il segreto del vero cambiamento Prendiamo, come esempio, il lavoro del contadino: «Innanzitutto semina esattamente quello che vuole raccogliere domani; in più, subisce il mondo. Non ha controllo su quello che accadrà: ci sarà la grandine o ci sarà il sole? Può solo avere strumenti adatti ad arginare eventuali danni, ma non può certo prevederli. L’imprenditore deve lavorare così: seminando ciò che vuole raccogliere, quindi avere sempre lo sguardo alla Vision, preparandosi ai cambiamenti». È questo lo sguardo di Marco Grandinetti, socio di Federico Giacomuzzi dell’azienda informatica Moltiplika, relativo alla capacità di un imprenditore di reagire al cambiamento; «Questo periodo di lockdown forse è servito a questo: a capire che può sempre capitare qualcosa su cui non solo non abbiamo controllo ma anche contro cui non possiamo andare: non ci rimane che accettare e capire come rendere costruttivo il cambiamento.

Non ci piace usare il termine adattamento, preferiamo quello di trasformazione: chi si adatta segue la scia degli eventi, chi trasforma capisce che il cambiamento è un’opportunità. Certo, la trasformazione fa sempre paura perché coinvolge meccanismi che non conosciamo e l’essere umano ha timore di ciò che non sa come affrontare, ma soprattutto fa paura se avviene in un periodo di “crisi”. Una delle riflessioni che abbiamo fatto è stata relativa al fermo obbligato: era, secondo noi, in realtà un fermo necessario.

Ci si trova spesso, come professionisti, a “rincorrere la giornata”… La contingenza del denaro non ci fa riflettere su quali sono le vere necessità umane. Il lockdown ci ha permesso di focalizzarci su queste e se ora non le dimentichiamo siamo pronti per il vero cambiamento umano».

La risposta di Moltiplika al lockdown «Con tutte le restrizioni, la nostra azienda ha sempre lavorato – spiega Federico - la nostra è stata una decisione presa per tutelare i dipendenti, evitando la cassa integrazione e supportando le famiglie e per dare un segnale importante ai clienti, ovvero Moltiplika c’è.

Abbiamo pagato i fornitori e spostato le

scadenze dei pagamenti ai clienti. Non siamo rimasti alla finestra a vedere quel che succedeva: abbiamo agito. Ma soprattutto, abbiamo fatto ciò che risulta fondamentale sempre e soprattutto nei momenti difficili: rimanere legati alla Vision e ai propri valori».

«C’è da dire che tutto questo è stato possibile perché lavoriamo in un settore, quello dell’informatica, che in questo periodo si è reso necessario; continueremo a lavorare sulla manutenzione a distanza – continua Marco - che ben si incastra con lo Smart Working ormai sdoganato e sempre più potente. In più, ci dedicheremo alle imprese per la parte Corporate in sinergia con Asentiv: si tratta di un progetto che aiuta l’imprenditore a valorizzare la sua azienda e le sue persone in modo che siano in linea con il suo sé. Lavoriamo sul processo di alleanze a livello scalabile».

0432 905019 info@moltiplika.com Moltiplika – Servizi Informatici Codroipo

azgiardini@gmail.com +39 333 664 8407

Giardini e parchi a manutenzione zero: si può fare Andrea Zappa è il primo consulente del verde a portare in Italia questa tecnica Giardini e parchi a manutenzione zero per una città sempre più ecosostenibile mettendo il verde giusto al posto giusto: è questa la vision di Andrea Zappa, non un “semplice” giardiniere, ma un vero e proprio consulente del green per il green. «In Olanda è una filosofia che esiste e viene realizzata già da diversi anni - spiega Zappa, Ceo di Az giardini - Il mio obiettivo è quella di portarla in Italia facendone scoprire i vantaggi sia in ottica di business che di ecosostenibilità».

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Il giardino ad impatto zero è infatti un’opportunità non solo per l’operatore che così non si trova imbrigliato nella routine di potature e tagli di erba, ma anche economica dal momento che consentirebbe alle amministrazioni di risparmiare in modo virtuoso sulle manutenzioni, certificando ordine nel verde pubblico. «Ci sono aiuole che si autogestiscono garantendo la sopravvivenza delle piante una con l’altra - rivela Zappa - Un meccanismo che mi ha sempre affascinato; sono dell’idea, infatti, che meno ci sia la mano dell’uomo in questo lavoro è meglio sia. Pensiamo al bosco, a come tutto sia ordinato e armonioso allo stesso tempo senza nessun intervento esterno; la stessa cosa può avvenire anche in un giardino, il luogo più

antropizzato per eccellenza».

Le estati nell’orto e nella vigna dei nonni, in Liguria, i profumi dei fiori e l’amore nel prendersene cura: quello per l’ambiente per Andrea è un amore dalle origini lontane; poi, il diploma in Agraria e la voglia di apprendere il lavoro sul campo da Asti alla Liguria, tra gli ulivi e i limoni. «Non scorderò mai la prima volta che sono salito su un cestello per la potatura di una palma - rivela col sorriso sulle labbra - forse se lo ricordano anche le prime due palme stesse; le altre poi, invece, mi hanno ringraziato».

Nel 2004 la decisione di mettersi in proprio, ma con l’uguale desiderio di apprendere tecniche sempre nuove sfidandosi giorno dopo giorno.

«Il convenzionale non fa per me - prosegue ancora Zappa - Assieme all’associazione Giardinieri del Piemonte, nel 2019 abbiamo dato vita al primo corso in Italia di graminacee e giardino naturale al quale ha preso parte un centinaio di addetti ai lavori; Occorre una progettualità sul verde, il mio desiderio è che altri colleghi sposino la mia filosofia del parco a manutenzione zero per lasciare un segno importante nel nostro Paese dare anche un contributo significativo a far stare tutti meglio».

Scoprire il perché delle cose, cosa si nasconde dietro ad un pilastro, quale studio si cela in una struttura: sono queste le motivazioni che hanno spinto Claudio Tina a diventare un ingegnere strutturista. «Da piccolo mi dilettavo a realizzare programmi informatici - rivela - Poi, reduce da tre generazioni nel settore edile, ho deciso che non mi sarei limitato ad ereditare il nome di famiglia, ma che avrei iniziato a “programmare”, facendoli stare in piedi, i sogni degli altri».

Cresciuto in cantiere tra la calce e i mattoni, Tina non si è mai tirato indietro andando a lavorare anche quando gli amici sceglievano il mare e la spiaggia, anche quando il destino ha deciso di strappargli il suo affetto più caro, l’amato nonno; sacrifici che gli hanno permesso di apprendere davvero il mestiere sul campo parlando lo stesso linguaggio delle imprese e facendo in modo che ciò che viene disegnato su carta sia poi possibile renderlo concreto. Non per niente i suoi valori di vita sono la lealtà, la concretezza e la fedeltà: «Un architetto mi ha definito l’ingegnere che riesce a dar vita alle follie della loro professione - dice - Il convenzionale non fa per me, io cerco la sfida, il possibile nell’impossibile. E’ questo che c’è di magico in una struttura, in questo modo essa diventa un’opera d’arte unica nel suo genere; non voglio che i miei clienti scendano a compromessi per realizzare la casa dei loro sogni». Tra le opere di cui l’ingegnere va più fiero vi è un’abitazione staccata dal tetto, un parcheggio chiamato “arcobaleno” e il rifacimento di una copertura apparentemente infattibile.

Tina, in quel di Racconigi, non è però solo un punto di riferimento per architetti e clienti: «Sono consulente anche dei miei colleghi e questo mi onora e mi lusinga molto - afferma - Mi piace pensare a me stesso in questa veste;

credo nella specializzazione ed è per questo motivo che non voglio fare tutto, ma solo ciò che mi piace e di cui ritengo di avere la giusta competenza per non deludere mai il committente.

Le pratiche comunali, ad esempio, non rientrano nel mio core business». Dal Piemonte al territorio nazionale insegnando anche ai giovani a valorizzare i propri talenti: «Questa è la mia più grande ambizione, i bambini devono credere in loro stessi e avere delle figure di riferimento che li spingano a dare forma ai loro desideri - conclude Tina - E’ stata un delle motivazioni che mi ha spinto a scegliere la formula Asentiv e ad esserne portavoce nella mia terra natia. Ai tempi del Politecnico mi sarebbe piaciuto avere una mia opera in ogni Stato, chissà che non si possa fare per davvero. Come cita la mia mission “Il solo limite è la vostra immaginazione, sognatelo e condividete la passione nel realizzarlo”».

ing@claudiotina.it

Claudio Tina si racconta: «Così faccio stare in piedi le follie degli architetti»

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Ricostruiamo La “ricetta” post-covid di Fondazione Barilla

Virtuego, il social dei professionisti lanciato durante il lock-down

Franco Pepe: «Non solo non ho licenziato, ma ho assunto due persone»

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Fondazione Barilla: dieci azioni per ripartire dopo il Covid Da situazioni di grande sofferenza e difficoltà possono nascere anche grandi opportunità: è da questo assunto che nasce “Post Covid 19- The time to fix the Global Food System is now: 10 azioni dal Campo alla Tavola”, il protocollo operativo ideato dal Comitato Scientifico della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition per accelerare la transizione verso l’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tutti direttamente o indirettamente collegati al cibo.

«Quello che stiamo vivendo è un momento molto particolare sotto ogni punto di vista - spiega Marta Antonelli, Direttore dell’Area Ricerca della Fondazione - Il Covid ha reso più evidenti problematiche già in essere mostrando, ad esempio, la difficoltà di accedere al cibo per le parti più vulnerabili della popolazione, non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. La pandemia, allo stesso modo, ha fatto riscoprire la convivialità, il ruolo del cibo nelle nostre vite e il piacere di dedicarsi alla cucina. La ricostruzione del sistema alimentare, anche in ottica di sostenibilità sociale, ambientale, economica, deve essere un processo equo e giusto, con filiere adattabili e resilienti per fornire cibo sano e nutriente. C’è una profonda interconnessione tra salute dell’uomo, degli animali, delle piante e dell’ambiente - prosegue Antonelli - Questo accentua l’urgenza di trasformare i sistemi agroalimentari del pianeta e ci dà la possibilità di farlo in maniera diversa, più sana, senza alterare e contrapporsi agli ecosistemi della natura».

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Da qui la linea guida, in dieci punti, del Comitato per generare un’autentica spinta all’azione in questa direzione. «Uno dei temi prevalenti è quello del costo reale del cibo - spiega il direttore - Esso, infatti, ha un costo invisibile legato agli impatti sociali e ambientali che devono essere riconosciuti; stabilire degli indicatori per misurarne l’impatto è, a nostro avviso, fondamentale. Il giorno che avremo esaurito le risorse che il Pianeta ci mette a disposizione come faremo? Le scelte alimentari pesano sull’ambiente: il sistema nel suo complesso, dal pre al post produzione, rappresenta fino al 37% dei gas serra emessi dall’uomo». Altro tema “caldo” è quello della mobilitazione di tutti gli attori: «Indirizzare amministrazioni comunali ed enti pubblici alla creazione di ambienti alimentari sani e sostenibili è di primaria importanza - sottolinea ancora Antonelli - Ciascuno deve fare la sua

Un prezioso alleato nella corretta divulgazione di questi principi è la tecnologia: «Il nostro progetto educativo “Noi, il cibo e il nostro pianeta” che si svolge col protocollo d’intesa del Miur nasce online e ha proprio l’obiettivo di formare gli insegnanti dalla teoria alla pratica al fine di ispirare azioni - conclude Antonelli - In queste settimane di lockdown è stato molto utilizzato; comunicare è essenziale e anche la ricerca deve essere comunicata in modo semplice, ma non semplicistico, in base al target. Il nostro scopo con questi dieci punti è di generare un invito all’azione. Queste sfide riguardano ognuno di noi: servono soluzioni condivise e sistemiche e un impegno globale per progettare il futuro. Esiste una sola Salute, per gli esseri umani, per gli animali, per le piante e per l’ambiente: il momento di agire è adesso».

MICHELA TRADA

parte nel raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi; le città sono dei catalizzatori del cambiamento (il 55% della popolazione vive in centri urbani ed entro il 2050 si toccherà il 70%), sono degli autentici microcosmi per l’accesso al cibo. Milano e New York, ad esempio, sono riuscite a rispondere in modo resiliente al fabbisogno alimentare di questi mesi poiché già pronte ad una eventuale crisi; dallo stoccaggio alla distribuzione del cibo passando anche dalla digitalizzazione della filiera». E poi, c’è la connessione tra nutrizione e impatto sulla salute: «Occorre educare ad un corretto stile alimentare già a partire dalle scuole - rivela il direttore - in questo modo si contribuisce a contrastare malnutrizione e si fa anche prevenzione. Le cattive abitudini legate al cibo e agli stili di vita concorrono all’insorgenza del sovrappeso e dell’obesità, e sono fattori di rischio per le malattie non trasmissibili (patologie cardiovascolari, diabete e via discorrendo) che oggi rappresentano il 70% delle morti globali. Inoltre, una dieta sana è anche una dieta sostenibile».

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Post-COVID-19

The Time to Fix the Global Food System is Now

Nei periodi di crisi ci salvano due cose:

www.realizenetworks.com info@realizenetworks.com 02 36696695

Realize Networks

le relazioni e la Vision Il segreto sta nelle relazioni. Non solo tra imprenditore e cliente, ma anche tra le persone che lavorano fianco a fianco in uno stesso team aziendale. È quindi la cura delle relazioni, dicevamo, l’unico modo per uscire da una crisi, di qualunque natura sia: uscirne non solo non danneggiati, ma anche possibilmente evoluti. Per trasformare ogni cambiamento in un’opportunità di crescita.

«Ci siamo subito rimessi in discussione: fin dal primo momento abbiamo capito che non potevamo che adattarci alle richieste di una nuova e improvvisa situazione. Tutto il team di Realize Networks – racconta l’amministratore delegato Pasquale Arria – ha immediatamente recepito le esigenze e ha perfettamente retto le nuove dinamiche quotidiane, dallo Smart Working allo slittamento degli eventi online. Stiamo, inoltre, cercando di utilizzare alcune soluzioni in Cloud, così che tutti possano avere a disposizione tutti i mezzi per lavorare al meglio; abbiamo puntato sull’E-learning con la produzione dei video-corsi di cucina di Bruno Barbieri: li abbiamo testati proprio durante il lockdown ed è stato un successo oltre le aspettative. Stiamo, ora, ragionando su progetti che al momento vivono solo online e dando ancor più valore al messaggio da comunicare al cliente».

Dalla transazione alla relazione: è questo l’adattamento che solo le aziende più solide hanno saputo mantenere.

Perché, come dice Pasquale, lo stop dovuto alla pandemia da Covid-19 ci ha messo di fronte alla propria capacità di trasmettere valori e Vision: al team, sì, ma anche ai propri clienti, che si è potuto continuare a curare solo attraverso una buona comunicazione. «È stato un banco di prova importante, da cui abbiamo ottenuto nuovi input per il futuro e attraverso il quale ci siamo resi conto di avere tutte le carte in regola per performarlo al meglio e affrontarlo con totale agilità rispetto

allo spirito di adattamento. Stiamo lavorando per sviluppare al meglio la nostra Realize Academy, che sarà il nostro fiore all’occhiello di quest’anno, e per potenziare l’e-commerce. A settembre usciranno i nuovi libri di Benedetta Parodi, di Marco Bianchi e Damiano Carrara, mentre al momento stiamo seguendo il libro firmato da Andrea Pinna. Infine, avremo anche delle novità televisive con alcuni dei nostri assistiti, novità di cui siamo molto orgogliosi».

Mai come nei momenti di crisi è importante avere il focus su quello che davvero definisce il percorso di un’azienda: la sua Mission e la sua Vision; «Nei periodi di crisi è un grave errore spostare la Vision aziendale: ci vogliono caparbietà e fermezza nelle decisioni, i modi possono cambiare, ma gli obiettivi devono restare immutati. A cambiare è solo il processo con cui questi vengono raggiunti».

Franco Pepe:

«Il mondo tornerà a Caiazzo» Il miglior pizzaiolo del mondo, per il secondo anno consecutivo Cavaliere della Repubblica, rivela: «Ho mantenuto tutti i posti di lavoro e ho assunto altri due ragazzi nonostante il Covid»

www.pepeingrani.it 0823 862718 Pepe in Grani

Poco più di 5mila e 500 abitanti per una superficie di 37 chilometri al quadrato: questo è Caiazzo, piccolo comune in provincia di Caserta che, da alcuni anni, è diventato il cuore dell’enogastronomia Campana grazie al pizzaiolo Franco Pepe. Per lui, un unico grande desiderio in questa epoca sospesa post Covid: riportare il mondo proprio a Caiazzo. «La città ha ripreso “a vivere” quando ho riaperto Pepe in Grani - rivela - Sento una grande responsabilità nei confronti di tutta la comunità; quando la pizzeria è chiusa il centro storico è vuoto e si vede poca gente in giro anche nelle vie limitrofe. In passato alla mia tavola c’erano dodici, tredici nazionalità e farò in modo che questo mondo torni qui con la gioia di poter gustare in libertà e sicurezza le nostre pizze». Pepe, però, non si considera un marziano: «Ripartire dopo questa crisi non è stato semplice, lo abbiamo fatto rimboccandoci le maniche nonostante la paura e le incertezze - spiega - Oggi sono orgoglioso di aver staccato tutti i ragazzi dalla cassa integrazione e di aver assunto altre due persone nonostante la riduzione del 50% dei nostri coperti. Certo, per ridare linfa alla propria economia e a quella locale, è necessario darsi da fare e non stare a guardare; il personale ha accettato di non aver più turni di riposo per consentire a Pepe in Grani di poter restare aperto sette giorni su sette e di riadattarsi secondo le disposizioni anti-Covid».

spiega l’artigiano. E poi, c’è l’asporto, con una pizza servita in cartone o in cartoccio ripiegata secondo la tradizione, ritirabile dalla proprio auto in totale sicurezza dal parcheggio libero di Largo Fossi. Franco Pepe è stato anche un simbolo di solidarietà nel difficile periodo di chiusura (ha organizzato pure una raccolta fondi per l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta) tanto da avvalergli per il secondo anno consecutivo l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica: «Proprio non me lo aspettavo - dicequando me lo hanno comunicato ho persino esclamato “vi state sbagliando io sono stato nominato cavaliere nel 2019.” E invece era tutto reale. La verità è che aiutando gli altri ho aiutato anche me stesso; fare rete è indispensabile per un territorio: è stato bello poter portare un sorriso tramite una pizza, del pane e dei biscotti alle fasce deboli più colpite da questo Covid.

Non ho mai spento il forno e, in questo modo, non si è mai spenta nemmeno la speranza». Nei progetti di Pepe una collaborazione in un resort nel deserto della Basilicata ma, soprattutto, come precedente affermato, la sua Caiazzo: «Pepe in Grani si basa su Pepe in Grani - chiosa - in questo vicolo fino a febbraio transitavano 14mila persone al mese: riporteremo tutti a sedere al nostro tavolo».

MICHELA TRADA

Nel forno di Pepe la tradizione va al passo con la tecnologia: «Ci stiamo avvalendo di una app che ci consente di gestire i flussi di ingresso nel locale ad intervalli di 15 e 30 minuti per evitare code e assembramenti - dice ancora il maestro - Poi, abbiamo scelto di fare un patto di alleanza con i nostri clienti: al tavolo viene infatti lasciato un cartoncino con un elenco di azioni di responsabilità da applicare e da osservare all’interno della pizzeria.

Noi facciamo in modo che tutto sia in sicurezza, ma l’utente deve essere responsabile nel seguire le indicazioni date». Non solo regole, ma anche prelibatezze: il lockdown ha portato una deliziosa novità sulla tavola di Pepe in Grani: «Mio figlio Stefano ha ideato la pastiera fritta in omaggio al nostro amico Alfonso Pepe - spiega ancora - E’ un grande successo e sono felice che l’autore di questo dolce sia il mio ragazzo che tanto si è impegnato durante questi mesi in quel di Milano per studiare nuove ricette da portare nel forno». Altra “rivoluzione” l’apertura alla clientela del giardino “di casa”, in uno spazio speciale dedicato al musicista Ezio Bosso: «Sono tre tavoli immersi nel verde, che ho ribattezzato tavoli del silenzio, perché i silenzi hanno un suono, ed è bello accompagnare il gusto con il silenzio e con il sottofondo musicale del maestro Bosso»,

Il coraggio di fare impresa: aprire durante il lockdown

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La pandemia ha avuto effetti devastanti su molte attività commerciali. A Milano, in Corso Buenos Aires, ha aperto invece un nuovo negozio. Un fiore nel deserto. Un’operazione coraggiosa resa possibile dalla determinazione di Roberto Dibenedetto, fondatore e amministratore delegato di Nove25: «L’apertura del secondo negozio a Milano, la nostra città, è un progetto importante che ha richiesto tempo e sacrifici. Ci stavamo lavorando già dal 2019 e l’apertura del 18 maggio è stata una data significativa». Un segnale di ripartenza e di fiducia unito alla convinzione che solo il massimo impegno possa portare a una vera ripresa.

Un’inaugurazione resa complicata non solo dalla situazione economica, decisamente critica, ma anche dal rigoroso rispetto delle norme anti contagio. «Abbiamo previsto un servizio di prenotazione per consentire ai clienti più tecnologici di saltare la coda, riducendo così il rischio di assembramenti davanti ai nostri negozi»,

racconta Dibenedetto. La storia imprenditoriale di Roberto inizia nel 2005, quando apre il primo negozio targato Nove25. I clienti sono immediatamente attirati da una proposta di gioielli moderna e non convenzionale. È il primo brand ad offrire ai clienti gioielli personalizzati. «Ogni oggetto è il frutto del lavoro di un team fatto di designers, artisti 3D, creativi e artigiani», spiega il fondatore. I negozi Nove25 sono presenti in molte città italiane, da Como a Bari, e all’estero, a Ibiza e Lugano. Certamente la ripresa è stata più lenta nelle città maggiormente colpite dalla pandemia, “ad eccezione di Milano”, sottolinea il CEO. Ora si pensa all’estate e, a questo proposito, Dibenedetto non ha dubbi: «I bracciali morbidi in argento sono il must have dell’estate, facili da indossare, si possono mettere di diverse forme sullo stesso braccio, completando con un accessorio l’outfit giusto». Coraggio, intraprendenza e creatività sono le qualità determinanti di questa storia imprenditoriale vincente.

LUCA FORLANI

La storia di Roberto Dibenedetto e del suo Nove25

Virtuego, il social network che certifica i professionisti e genera profitto Quando da un’esigenza personale si generano grandi opportunità per la collettività risparmiando tempo, denaro e facendo del bene per l’ambiente: Angelo Damiano voleva realizzare un cambio automatico per la bicicletta quando si è reso conto che non avrebbe potuto farlo da solo, ma che si sarebbe dovuto avvalere dell’aiuto di persone qualificate e specializzate. «Non avevo idea però di come fare per trovarle - spiega - Da qui ho capito l’importanza di avere un network di riferimento a cui chiedere sostegno».

Dal network al social network: assieme ai soci Dario Galasso, Daniele Triolone e al programmatore Massimo Tagliavini, Damiano, 43enne di Torino, ha creato Virtuego, una sorta di Tripadvisor professionale in cui gli utenti possono collegarsi tra di loro, offrire consulenze e generare profitto. «Il tutto con il lascito di una recensione che va quindi ad implementare o ad abbassare la reputazione del professionista a garanzia dell’intero sistema», prosegue Damiano. Un’idea che si è concretizzata durante il lockdown e che, nel giro di un paio di mesi (il lancio è stato effettuato lo scorso 3 maggio), ha visto l’iscrizione di oltre 1500 utenti. «Non ci sono fee da pagare né costi di ingresso per entrare nel mondo di Virtuego, anzi - spiega ancora il Ceo - E’ possibile diventare ambassador (Digital Pr) e guadagnare dagli ingressi dei propri colleghi e amici; la vision di Virtuego è quella di creare utilità insieme per il bene comune risolvendo problemi».

Sono gli stessi iscritti, infatti, a decidere quanto far pagare al minuto la propria videoconsulenza: «La chat invece è gratuita - afferma Damiano - Il tempo è prezioso e va valorizzato; il feedback del cliente certifica tutto il sistema». Un valore, quello del tempo, che per il 43enne torinese ha un grande significato: «Ho lavorato per diversi anni nei locali avendone anche di proprietà spiega - E’ stata un’esperienza fantastica ma di grande sacrificio; quando ho venduto l’attività ho compreso realmente cosa volesse dire avere

www.virtuego.com contatti@virtuego.com +393287443145 VirtuEgo

nuovamente del tempo per se stessi. Portare avanti il progetto di Virtuego non è stato semplice, ci sono voluti anni e far capire a famigliari e amici che non ero uno scansafatiche visionario ha avuto la sua complessità. Oggi sono felice di poter mettere connettere tante persone aiutandole: siamo una specie di Booking tra la domanda e l’offerta». Da grande farò l’inventore: un sogno che è diventato realtà per il torinese dall’anima green: «Ho sempre avuto il bisogno di creare qualcosa di nuovo, l’esistente non mi soddisfaceva mai - chiosa - Nonostante la mia grande passione per i motori negli ultimi anni mi sono avvicinato alla bicicletta perché il nostro mondo va protetto. Pensiamo al potenziale che c’è dietro ad uno smartphone e a quanti chilometri vengono risparmiati: in questo modo si può fare davvero del bene per se stessi, per il proprio business e per l’ambiente».

Abita All In, il network dell’economia circolare abitativa A soli otto anni ha deciso che, “da grande”, avrebbe costruito una casa per i bambini in difficoltà, una residenza nel verde, con ampie stanze e un assordante rumore di risate nei corridoi; oggi quella casa si è trasformata in un vero e proprio network dell’economia circolare abitativa al fine di rendere il concetto dell’abitare più accessibile, etico e remunerativo per tutti, addetti ai lavori e non.

Roberto Galluzzo, project manager, è il deus ex machina di Abita all In, la nuova dimensione dell’abitare etico sostenibile: «Il progetto è nato fattivamente alla fine del 2017, ma era ben concretizzato nella mia mente già da diversi anni - spiega l’idea è quella di dar vita ad una rete nazionale di tutti gli attori del comparto abitativo: edili, architetti, geometri, amministratori di condominio e via discorrendo; il tutto per premiare, tramite referenze, chi opera in modo virtuoso e ridare così linfa ad un settore troppe volte colpito da crisi reali e valoriali».

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“Prendersi cura del pianeta è come curare la propria casa e poiché noi esseri umani viviamo e siamo immersi nella natura, è assurdo distruggerla e rovinarla”: questa citazione del Dalai Lama ben descrive la volontà di Galluzzo. Una laurea in Scienze Politiche, un lavoro come agente immobiliare per mantenersi durante gli studi e una predisposizione naturale alle relazioni: «Il porta a porta mi è sempre stato stretto - rive-

la ancora il CEO di Abita All In - per questo motivo, agli albori della mia carriera, decisi di realizzare una sorta di ufficio in un bar, aspettando che le persone scegliessero spontaneamente di venire da me a segnalarmi edifici da vendere o da comprare. Ascoltare le persone è il mio leit motiv. Ascoltare per comprendere, ancor prima che per rispondere».

Dopo essere diventato vice direttore nazionale di un’importante azienda, Galluzzo decide di abbandonare quella strada per aprire il proprio magazzino a secco in quel di Arese e la propria impresa di isolamenti e controsoffittatura; poi, nel 2012, la scelta di lasciare tutto una seconda volta e diventare consulente marketing

Abita All Stores racchiude i magazzini edili virtuosi del territorio, Abita Condominio gli amministratori, Pausati&Abitami gli agenti immobiliari innovativi che sposano la visione di “consulente di parte” e, tutti i professionisti e gli utenti che vogliono sfruttare i vantaggi di Abita-All- In tramite la sua Abita Card, vengono convogliati in Abita People. «Ad oggi già 160 magazzini distribuiti su tutto il Bel Paese hanno scelto di far parte della nostra squadra affiggendo il nostro marchio nelle loro strutture - dichiara il Ceo - L’obiettivo di Abita All In è fornire valore e premiare chi lavora bene. Grazie al nostro Crm nativo diamo alle strutture la possibilità di sfruttare la rete per alleggerire e semplificare il lavoro e di segnalare i cinque migliori professionisti che lavorano da anni con loro: il quintetto viene messo a sistema e chiunque decida di acquistare la Abita Card può, tramite app, chiedere i contatti e le consulenze. E’ un volano; lo stesso dicasi per gli amministratori di condominio che, utilizzando il crm, risolvono problemi legati alla privacy, rendono trasparente ogni rapporto con i fornitori a maggior tutela dei condòmini e hanno ogni dato a portata di click». Per ogni segnalazione di compravendita immobiliare tramite la card andata a buon fine, inoltre, vi è un riconoscimento in denaro: «Esattamente come avviene per i siti di annunci la stessa cosa si può fare grazie alla Abita Card con la garanzia che la trattativa sarà portata avanti da agenti immobiliari che hanno scelto di “sposare” i valori di Abita All In - sottolinea ancora Galluzzo - In più al privato viene anche dato un compenso alla

abita.all.in@gmail.com +393491175324 Abita All In

chiusura dell’affare; un sistema per generare profitto tramite la relazione». Abita card che è possibile sottoscrivere al costo annuale di cinquanta euro e che offre una serie di scontistiche anche in campo energetico, e-mobility, food delivery e telefonico grazie alle numerose partnership che il network dell’economia circolare sta sottoscrivendo. «Il nostro obiettivo è quello di essere il “portale” di tutti i players della dimensione dell’abitare, declinato in chiave etica e sostenibile - chiosa il project manager - Per questo motivo cerchiamo area manager che vogliano intraprendere con noi questo percorso su tutto il territorio nazionale; inoltre, cerchiamo amministratori di condominio che sposino la nostra filosofia: fare rete è l’unica strada per produrre valore».

MICHELA TRADA

nazionale per magazzini edili e ditte produttrici di materiali isolanti: «Ho toccato con mano il degrado valoriale che, la crisi del 2008, aveva creato nel nostro settore e ho capito che era necessario ripartire ancora una volta dalle persone per fare rete e distribuire i guadagni». Da qui, Abita-All-In che si configura in una triplice realizzazione: Abita All Stores, Abita Condominio, Pausati & Abitami (la divisione immobiliare) e Abita People, la sintesi dei tre rami.

I vantaggi di Abita Condominio -Crm; -Protezione condominio H24; -Abitacard; -Condomioplus; -Networking; -Consulenza legale e fiscale online; -Consulenza ed assistenza edilizia, immobiliare, urbanistica, sostenibilia; -Facility management; -Formazione in Building Management; -Sportello online disbrigo pratiche amministrative; -Badante di condominio; -Dog sitting; -Caaf online; -Patronato online; -Wi-fi condominiale.

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Turismo, è ora di ripartire sul serio

Peretti, Tourist: «Il futuro sta nel connettere turisti e albergatori» L’epoca di “Vacanze romane” sembra molto lontana per il Bel Paese, ma se c’è una cosa che questa situazione ci ha insegnato, o meglio, che avrebbe dovuto insegnarci, è quella di ripartire da noi, dall’Italia, da quella Terra che porta dentro di sé milioni di meraviglie inesplorate. Abbiamo deciso di fare il punto della situazione sul Turismo assieme a Ivan Peretti, founder di Tourist e Ceo di Terawifi: «Purtroppo le associazioni di categoria hanno lamentato aiuti, ma non hanno investito molto sulla ripartenza - spiega - Non è l’albergo che deve essere aiutato, è il futuro ospite che deve essere convinto a tornare e una campagna a favore dell’Italia io l’avrei vista decisamente più utile. Le opportunità dietro i disastri sono innumerevoli il problema è che non tutti hanno lungimiranza». Il Covid ha lasciato sicuramente il segno su tanti albergatori: «Abbiamo circa 400 hotel su tutto il territorio nazionale che si affidano a noi per il servizio di TeraWiFi® e la stragrande maggioranza ha dei costi di disinfezione delle camere e degli ambienti che vanno ad incidere del 30% sulle spese totali - prosegue Peretti - Questo, in minima parte ovviamente, va comunque ad incidere sul cliente finale; per fortuna in tanti si sono dimostrati consapevoli della situazione». Da qui la necessità di provare a fare qualcosa di nuovo per il settore: «Tourist - Dove turisti e strutture si incontrano, nasce 2 anni fa ed è l’alternativa nuova, in versione social del classico portale di prenotazione alberghiera, con la differenza che non ci sono commissioni né per l’albergatore né tantomeno per il turista - rivela ancora Peretti - Di conseguenza, il costo del pernottamento/ vacanza è nettamente inferiore ai canali OTA e ai portali con in più tanti altri vantaggi.

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Tramite il gruppo Facebook, infatti, si ha la possibilità di conoscere chi gestisce la struttura, si può giocare ogni mese, ci si può informare sulle location e molto altro; ogni anno, poi, noi stessi organizziamo un raduno nazionale dei TLOVERS ed è tutto rigorosamente gratuito. Inoltre, abbiamo la Tourist App, strumento che offriamo sia al turista che all’albergatore per agevolare entrambi prima, durante e dopo il soggiorno». Un progetto con una vision ambiziosa e a lungo termine: «Non si è mai visto un gruppo social al mondo che abbia tentato un esperimento simile: mettere insieme turisti e albergatori sotto lo stesso tetto - afferma ancora Peretti - Se ci pensiamo i turisti nei gruppi tematici singoli si lamentano delle strutture e gli albergatori fanno lo stesso con la clientela. Da imprenditore quindi ho notato che il business dei canali OTA (tipo booking.com) gioca molto su questa “competitività”; il mio obiettivo è quello di far tornare in auge la vecchia ospitalità con gli strumenti del presente». In primis la connettività: «Le strutture ricettive hanno difficoltà a capire le potenzialità del wifi e c’è ancora molta approssimazione e fai da te in questo ambito - chiosa Peretti - Non è un problema culturale, certo per avere un buon servizio devi essere disposto a pagare di più. Noi di TeraWifi abbiamo fatto la nostra parte: fino allo scorso mese di maggio, infatti, abbiamo avuto un accordo con il Governo ( #solidarietàDigitale) con il quale abbiamo dato circa un centinaio di mini-impianti e App in versione total-free».

www.touristapp.info

Tourist by Terawifi

Granda Land, quando il gioco si fa promozione turistica «Così valorizziamo il nostro territorio»

«La tradizione è il nostro patrimonio più grande e non deve essere persa» e Roero e Saluzzese; poi ci sono gli imprevisti (“Boja Fauss!!”) e le probabilità (“Omi che sagrin”), le carte scritte in dialetto dove si vanno a scoprire aspetti legati al territorio». Lo stesso principio ha portato gli autori a dar vita anche al mazzo di carte brandizzato territorialmente dove i semi diventano i simboli chiave delle quattro zone (Mongolfiera, castagna, uva e razza bovina) e i jolly si trasformano in lumache: «La vision del progetto è la medesima: valorizzare la Granda - chiosa Dovetta - Inoltre, siamo già in brainstorming per Natale 2020». Parte del successo di Grandaland è dato da una comunicazione social efficace, mai banale, forte anche della partnership con SpurgatoCn; l’hashtag “andràtutben” con in palio la vincita di un mazzo di carte è diventato virale negli ultimi mesi ed ha creato ancor più unione nel territorio per un progetto di totale, ed originale, valorizzazione turistica.

Granda Land grandalandgioco@gmail.com

Prendi tre amici, un’idea di successo, il senso di appartenenza al proprio territorio e uniscili in un cocktail vincente sotto forma di tabellone da gioco: risultato?

Ecco a voi Granda Land, gioco di compravendita immobiliare in stile “Monopoli” interamente ambientato nella provincia di Cuneo. Un casus belli, verrebbe da dire, dal momento che, durante il lockdown, Granda Land è andato quasi sold out spingendo i suoi creatori a pensare ad una novità per il Natale 2020: «In questi mesi abbiamo venduto 3mila copie del tabellone già alla seconda edizione rivela Enrico Dovetta, responsabile della comunicazione del progetto - Un risultato inaspettato che ci ha davvero sorpreso anche per le testimonianze di affetto e di vicinanza dei giocatori. Quando mesi fa siamo venuti a conoscenza di Palanche, la versione genovese del nostro prodotto, ci è sembrata la giusta occasione per far qualcosa per la nostra Terra a cui siamo molto legati e così ci siamo proposti come autori alla Cooperativa Demoela. A gennaio 2019 è nato Granda Land e oggi, dopo un anno e mezzo, ne siamo estremamente orgogliosi».

Assieme a Dovetta, di professione videomaker, Luca Giraudo, architetto, grafico e designer e Ivan Grondona, imprenditore: «La tradizione è il nostro patrimonio più grande e non deve essere persa - rivela ancora l’esperto dei video - In questo modo anche i più piccoli possono conoscere aspetti ignoti del nostro territorio che è davvero “granda” e il dialetto piemontese. Inoltre, abbiamo scelto di distribuire il prodotto in attività locali proprio per fare rete e aiutarci gli uni con gli altri». Ogni aspetto del tabellone è stato pensato per rendere il gioco più autentico possibile: «Il cartonato è suddiviso in quattro quadranti che rispecchiano al meglio la nostra provincia - dice Dovetta - Monregalese, Cuneo, Langhe

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1 Caffè Onlus:

raccolti oltre 1 milione di euro “Orgogliosi di questa Italia”

info@1caffe.org www.1caffe.org

1 Caffè

«Un modo per aiutarci, in questo periodo, è attraverso la donazione del 5x1000: una solidarietà totalmente gratuita, ma per noi molto importante»

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Esattamente come da filosofia 1 Caffè Onlus, è sempre la sinergia a vincere. Le giuste relazioni, la capacità di fare squadra: avere una rete è pur sempre una sicurezza. La stessa 1 Caffè, dicevamo, è l’esempio di quanto si moltiplichino le possibilità quando non si lavora a livello individuale, ma relazionale.

«Il periodo di lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 è stato difficile anche per noi: non siamo stati soli e questa è stata la nostra forza. Abbiamo trovato una risposta importante nei partner che da sempre ci accompagnano e insieme siamo riusciti a dare un valido aiuto alle “fasce deboli”, quelle maggiormente colpite dalle conseguenze del lockdown» spiega Silvia Meacci, responsabile del coordinamento quotidiano della onlus.

Primo impegno della 1 Caffè è stato quello di «aprire una campagna a favore della Protezione Civile, scelta perché operativa, capillare e schierata sempre in prima linea per aiutare tutti, senza distinzioni. È un ente sicuro Statale, con cui abbiamo un contatto diretto e verso il quale siamo certi della destinazione dei fondi. C’è da dirlo – continua Silvia -: siamo rimasti positivamente colpiti da quanto siamo riusciti a raccogliere: 1 milione e 180mila euro».

Molte altre sono state le collaborazioni che la 1Caffè ha messo in atto durante il lockdown: dalla InVetta!

Onlus, che aiuta i senza tetto, completamente abbandonati durante la pandemia, a Mama chat Aps, lo sportello online che aiuta le donne, tra le quali ci sono vittime di violenza che il lockdown ha visto chiuse in casa a forza.

Come fare Nel modulo per la dichiarazione dei redditi si trova un riquadro destinato alle Onlus. È sufficiente firmare nel riquadro denominato: “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale…” e inserire sotto la firma il codice fiscale di 1 Caffè Onlus: 97747130017.

Se non si presenta la dichiarazione dei redditi, si compila la scheda fornita insieme al CUD dal datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro destinato alle Onlus e indicando il codice fiscale di 1 Caffè Onlus: 97747130017, poi si inserisce la scheda in una busta chiusa (scrivere sulla busta “DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF” e indica il tuo cognome, nome e codice fiscale), si consegna la busta a un ufficio postale (che la riceverà gratuitamente) o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti...).

«Crediamo che non ci sia business senza etica e creazione di valore condiviso. Non si fa business se non c’è etica, il valore prodotto non può rimanere solo agli azionisti, deve permeare a chiunque contribuisca a produrlo. È giunto il tempo della creazione di valore condiviso e di restituire alla società il valore che si ricava dal business».

MULTIFIVE

Dai Caraibi al resto del mondo Non solo non si lascia, non solo si raddoppia: si triplica. Sì, perché se vi avevamo raccontato di un sogno “duplice”, ora il progetto si allarga ancora di più. Ma facciamo un passo indietro: quel che sapevamo è che attraverso Multifive si può scegliere o di avere un periodo di residenza in Repubblica Dominicana o di godere del ritorno economico dell’investimento, «perché desideravo che anche chi avesse una cifra più ridotta potesse investire per realizzare un sogno – spiega il dottor Massimo Pelle, commercialista e imprenditore nel settore immobiliare nonché inventore del progetto Multifive -. Tutto è iniziato con il progetto Direzione Caraibi, che ormai va avanti da sé: tante persone mi hanno sempre detto di voler investire con me, perché affascinate da quei luoghi, ma di non averne le piene possibilità economiche». Scopo del progetto, dunque, ricordiamolo, è «dare una possibilità a tutti coloro che hanno un capitale minimo, iniziamo da 4.900 euro. Inoltre, questo progetto vuole essere finanziatore anche di altre costruzioni e altri immobili. Investire in un immobile è sempre stato una

sicurezza: davanti a finanza e titoli ci sono più rischi, l’immobile dà sicurezza alle persone, non è qualcosa di astratto. È una garanzia reale. Infine un ulteriore obiettivo: dal punto di vista relazionale, questo progetto vuole creare una comunità di persone che abbiano in comune questa partecipazione, che può essere finanziaria o turistica, e che possano quindi condividere un’esperienza».

Ed è proprio a proposito di questo, della possibilità di relazione e comunità, che Multifive gioca una nuova carta: «Nel progetto si può entrare anche con proprietà immobiliari in giro per il mondo, che si possono quindi mettere a disposizione; entrando in Multifive si ha, quindi, la possibilità anche di utilizzare questi immobili. In questo modo la possibilità si allarga e va oltre i Caraibi: Multifive diventa così un vero e proprio polo turistico attraverso il quale vivere esperienze in tutto il mondo».

www.direzionecaraibi.com 015 252 0938

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Per dire Grazie a chi l’Italia l’ha salvata per davvero

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Sono state duemila le notti prenotate grazie al progetto “I Palazzi hanno un Cuore”, iniziativa che I Palazzi – la collezione di Historic Experience Hotels in Italia – ha deciso di creare e promuovere a favore di chi, nell’emergenza Covid-19, è stato in prima linea: obiettivo era infatti ringraziare, omaggiandolo con soggiorni gratuiti, tutto il personale sanitario che nei primi mesi del 2020 ha svolto un lavoro non solo eccezionale ma utile a salvaguardare le vite di ogni cittadino italiano.

Le duemila notti gratuite messe a disposizione sono state tutte prenotate in meno di un mese e, visto il successo dell’iniziativa, per proseguire l’impegno I Palazzi hanno presentato il nuovo progetto: Cuori da Eroi. Si tratta di uno sconto del 30% sulle prenotazioni delle vacanze estive, da utilizzare entro il 3 settembre 2020, dedicato agli operatori del sistema sanitario, della Croce Rossa, della Protezione Civile, delle Forze Armate e agli Agenti di Pubblica Sicurezza; la scontistica è utilizzabile nelle strutture I Palazzi: Cà Bonfadini a Venezia, Palace Grand Hotel di Varese e San Lorenzo a Linari, provincia di Siena. All’interno delle strutture prosegue l’applicazione del protocollo specifico per garantire la totale sicurezza. «È stato un periodo molto intenso, con una risposta immediata, incredula e di rara umanità. Questo è il segnale che ci conferma di aver dato soddisfazione a un reale bisogno di molte persone» commenta Guido Torri, Direttore Commerciale de I Palazzi; «Siamo molto contenti di aver donato a molti medici e infermieri un piccolo riconoscimento per quello che hanno fatto, per noi e per i nostri cari. Riapriamo le porte dei nostri Palazzi storici con una grande energia e tanta voglia di fare quello che ci viene meglio: accoglienza e ospitalità – aggiunge Andrea Buffarello, Direttore Generale de I Palazzi -. Abbiamo felicemente notato che l’inizia-

tiva è stata seguita da molti altri albergatori, che hanno voluto supportare questa idea».

I Palazzi è un progetto unico nel suo genere, che offre ai suoi clienti la possibilità di vivere un’esperienza alberghiera all’interno di strutture di altissimo valore storico e culturale: un viaggio personalizzato e d’eccellenza che permette agli ospiti di associare il soggiorno alberghiero al meglio della storia, della cultura, delle tradizioni e dello stile di vita di alcune delle destinazioni più emozionanti d’Italia.

Per avere fiducia in un Brand, è fondamentale che questo rispetti le promesse che fa alla sua clientela: un principio di coerenza in cui Kapera crede fortemente, tanto da averci costruito tutta la sua filosofia aziendale. Dal contenuto dei prodotti cosmetici fino al mantenimento della promessa dell’esperienza da vivere in salone, tutto ciò che è targato Kapera è portatore sano della fiducia che ogni cliente nutre verso il Brand.

Ma Kapera non è solo un marchio; «Kapera è una comunità emozionale, che persegue l’obiettivo di diffondere un comuna patrimonio culturale e morale in nome di sentimenti unici e genuini – racconta Salvatore Somma, creatore e direttore commerciale del Brand -; guardiamo al passato per rigenerarlo e per trarne nuova linfa; oggi la vera innovazione passa dall’esaltazione di quei valori tradizionali, dall’artigianalità all’empatia, da abbinare ai nuovi strumenti a disposizione come la formazione, la gestione aziendale di un salone fino alle strategie di marketing. Vogliamo che Kapera diventi un Brand completo, affinché ogni cliente che a esso si avvicina si senta accolto e riconosciuto».

Il Kapera Salon, rappresentante di quell’eleganza e di quella ricercatezza che lo stesso marchio vuole diffondere, è il cuore pulsante della filosofia dell’azienda; non solo un salone in cui farsi coccolare da esperti parrucchieri, ma una vera e propria realtà dove la Bellezza diventa un’etica da salvaguardare. «La bellezza è cultura: sociale, individuale. È benessere. Chi si affida a Kapera sa di trovare una comunità emozionale che risponde alle esigenze sì estetiche ma anche emotive dell’individuo, un luogo per il corpo ma soprattutto per l’anima, un centro di ispirazione per il proprio io, di ricerca e progresso verso un nuovo modo di intendere la Bellezza. Un modo che diffondiamo anche attraverso la Kapera Academy, attraverso la quale formiamo i corsisti dalla cultura al management di un salone; un modo che si muove tra i nostri valori: trasparenza, condivisione, spirito di squadra, ecosostenibilità. Li ritroviamo in ogni scelta aziendale, anche nei prodotti: linee pensate per l’uomo e per la donna, ingredienti sani e naturali abbinati ad aromi sensoriali. Kapera – conclude Salvatore – è arte, emozione e ispirazione: tutto nasce da qui».

info@kapera.it 081/8500299 Kapera

Dove la bellezza è arte, emozione e ispirazione

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Il rischio non è un pericolo: bisogna solo imparare a gestirlo C’è una proverbiale paura dei rischi, nella cultura occidentale. Cultura profondamente influenzata dal senso che diamo alle parole: il termine “rischio”, infatti, ci riporta istintivamente a qualcosa di pericoloso perché è parte della nostra lingua interpretarlo così.

Etimologicamente la parola si riferisce alla “possibilità di subire qualcosa di negativo”.

«Proviamo a pensare a quando attraversiamo la strada: mettiamo in atto tutti i meccanismi mentali che ci portano a valutare tutti i rischi del caso. Nella frazione di un secondo controlliamo che non arrivino automobili, o che quelle che sono in arrivo non siano troppo vicine a noi, quindi calcoliamo il

tempo del nostro percorso con quello del probabile avvicinamento dell’auto. Siamo portati a valutare i rischi di ogni cosa in maniera istintiva, ma conoscere i rischi non ci vieta di agire; è quando ci soffermiamo a pensare razionalmente alla questione “rischi” che il nostro atteggiamento mentale e, di conseguenza, il nostro comportamento cambiano».

Persona più esperta con la quale parlare di rischi non potrebbe esserci: Carolina Benaglio dei rischi ne ha fatto il suo lavoro. L’azienda che amministra con suo marito, Andrea Gusmini, è incentrata proprio su questo: MYR Consulting (acronimo di Menage Your Risk, gestisci il tuo rischio) aiuta le imprese a migliorare la redditività e a trarre vantaggio da ogni situazione, anche di rischio. «Non esiste opportunità senza rischio – sostiene Carolina -. Il nostro obiettivo è quello di trasformare ogni rischio da distruttivo a costruttivo, attraverso un servizio di consulenza integrato e trasversale ai processi aziendali rivolto all’Enterprise Risk Management. Le imprese che raggiungono il successo sono quelle che attuano un preciso governo del rischio: noi interveniamo in questo, nell’aiutare l’imprenditore a sviluppare questa gestione».

Sono diversi i metodi attraverso i quali la Myr lavora insieme alle sue aziende, ma il focus è solo uno: «Al centro del nostro approccio metodologico ci sono sempre le persone: uno dei nostri pilastri aziendali è la convinzione incrollabile che l’essere umano cresca solo nella relazione con l’altro; ogni metodo attuato tiene conto di questo. Il primo step dell’Enterprise Risk Management, che noi abbiamo impostato come nostro modello di approccio alle PMI, ha lo scopo di individuare il contesto interno ed esterno dell’azienda, ci permette di analizzare l’organizzazione, di mappare i processi e i macro rischi sui macro processi, presentando all’imprenditore una fotografia della situazione aziendale. Questo approccio sta alla base di tutto perché ci dà la possibilità di creare un linguaggio comune per tutte le aree dell’azien-

«Al centro del nostro approccio metodologico ci sono sempre le persone: uno dei nostri pilastri aziendali è la convinzione incrollabile che l’essere umano cresca solo nella relazione con l’altro»

da. Naturalmente è possibile fare anche un’analisi verticalizzata, soffermandoci quindi su un particolare processo aziendale, su una precisa area o su un determinato rischio. Un importante servizio, poi, è l’Human Risk Management System, volto a proteggere il capitale umano aziendale valorizzando il singolo in funzione della squadra; dallo Smart Working studiato sulle attitudini personali degli individui all’Orientamento Strategico basato sui talenti di ognuno, ogni approccio gira intorno all’essere umano, che per noi è sempre al centro. Il cerchio si chiude con la definizione di un programma di tutela del Capitale Umano, che consideri la protezione delle persone e della loro capacità di generare valore per l’azienda».

Sempre nell’ottica di una totale importanza data all’individuo, anche la formazione è una parte fondamentale del metodo targato Myr: «L’obiettivo è trasmettere conoscenza e competenza continue, per permettere alle persone di essere sempre in fase di crescita, miglioramento e studio».

E poi ancora: dall’Energy all’Insurance Risk Management, fino al Financial, al Web&It Risk Management, affidarsi a Myr significa andare a valutare, insieme a un team composto da persone ognuna esperta nel suo campo, il rischio a cui la propria azienda può andare incontro e capire come trasformarlo in opportunità; «La scelta di dedicarci a questo lavoro arriva semplicemente dalla nostra stessa esperienza: non proponiamo nulla di ciò che prima non abbiamo imparato sulla nostra stessa pelle. Siamo persone normali – sottolinea spesso Carolina – che hanno deciso di fare impresa nella consulenza; siamo nati nel 2010, nel pieno della crisi economica, c’è stato un momento in cui abbiamo pensato di trasferirci all’estero, ma abbiamo scelto di capire come superare le difficoltà e l’abbiamo fatto.

Ecco perché oggi aiutiamo le aziende: possiamo farlo perché la nostra credibilità deriva dal nostro stesso percorso imprenditoriale. Ed è proprio per questo che la fiducia sta alla base delle nostre relazioni; quando riconosci la crescita delle persone che si affidano a te, attraverso una relazione sincera e concreta, sai di aver fatto centro. Ecco il nostro vero obiettivo aziendale».

info@myr.it 0363/335687 Myr Consulting Myr Consulting

Enzo miccio

La mia Vision?

Una rivoluzione nel mondo del Wedding: e ancora non è finita 30

Per sempre. È questa la promessa di un matrimonio. Un concetto che fa fede non solo alle promesse, alla volontà di un amore che non smetta di consolidarsi in se stesso, ma anche al ricordo di quel momento: perché quel giorno, indipendentemente da come trascorrerà la vita, rimarrà per sempre.

E forse questo è uno dei motivi che rende il giorno del matrimonio così importante: perché per sempre rimarrà nel percorso esistenziale di una persona, tra i ricordi di chi l’ha vissuto da protagonista, ma anche tra quelli di chi ha partecipato come ospite.

Insomma, il giorno del matrimonio è come il primo amore (anche se non sempre coincide): non si scorda mai.

Ed è per questo che una sposa deve sceglierlo con cura: certo, il marito.

Ma anche il Wedding Planner.

Si prefigura come un’ispirazione. Per chi si affida a lui come cliente, per chi può godere di una partnership con il suo team, per chi fa il suo stesso lavoro. Perché Enzo Miccio ha letteralmente stravolto il mondo del Wedding Planning, dando un nuovo significato alla professione stessa e alla figura del Wedding Planner, che oggi non è più solo colui che coordina i lavori pratici, ma anche – e, c’è da dirlo, soprattutto – un vero e proprio compagno di viaggio che guida moralmente e personalmente la coppia al fatidico giorno.

Nato come professionista nel mondo degli eventi, il valore che ha sempre recepito e che lo ha accompagnato in ogni sua organizzazione è stato quello della condivisione: «Un valore con il quale sono cresciuto, fin da

«Non pretendo che un matrimonio sia fatto come dico io, perché chiaramente deve essere organizzato secondo le volontà della coppia, quel che è certo, però, è che io devo sentirmi soddisfatto del lavoro svolto. Fin nel più piccolo dettaglio» 31

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bambino. Si può dire che “aggiungi un posto a tavola” fosse il motto di casa mia – racconta Enzo, ricordando le sue origini campane –. La condivisione è sempre stato un vero e proprio stile di vita, nella mia famiglia: per qualsiasi persona passasse, c’era sempre la possibilità di un posto in più. Sono sicuro che anche questo abbia influito sul mio avvicinamento al mondo degli eventi, dove la condivisione è regina».

Insomma, quando c’era da organizzare un appuntamento – da un incontro a un evento -, Enzo era l’addetto ai lavori. E ne era felice.

Perché mai si sentiva al suo posto come quando doveva studiare e curare i dettagli di un momento, affinché questo fosse perfetto per tutti. La stessa attenzione maniacale che ha dedicato ai matrimoni, arrivati – come dice lui – per caso, d’altronde come ogni cosa che poi si rivela destino.

«E pensare che ho iniziato senza la sposa». Come senza la sposa? «Sì, con la mamma. Il primo matrimonio che ho organizzato è stato in compagnia della mamma della sposa: quest’ultima era all’estero, sarebbe rientrata per il fatidico giorno e tutto doveva essere pronto».

Da quel momento, il mondo del Wedding diventa suo. Prima perché è quello che lui sceglie; oggi perché,

lo si può dire, ne detiene lo scettro.

«Credo di aver smontato e rimontato l’immagine del matrimonio, cercando di cambiarne il concetto. Non è un plauso autoreferenziale che mi faccio, questo – sottolinea Enzo -. Lo sostengono le persone che lavorano insieme a me e che riconoscono quanto sia cambiata la filosofia del matrimonio in quanto evento, a livello sia organizzativo sia economico: oggi quella del matrimonio è una vera e propria industria. Insieme al team di professionisti che mi accompagna, abbiamo creato una piccola ma importante rivoluzione, che comunque non è finita».

Nessuna fortuna. Come sempre, a rendere un professionista un punto di riferimento per il settore in cui opera è il modo che ha di approcciarsi al lavoro stesso. Il più delle volte chi riesce ad acquisire un certo tipo di leadership è chi vede la sua professione non tanto come tale bensì come un’estensione del suo sé; «Non pretendo che un matrimonio sia fatto come dico io, perché chiaramente deve essere organizzato secondo le volontà della coppia, quel che è certo, però, è che io devo sentirmi soddisfatto del lavoro svolto. Fin nel più piccolo dettaglio. Sono una persona precisa e vivo ogni matrimonio come se fosse un po’

www.enzomiccio.com Enzo Miccio

valorizzi il più possibile».

Per sempre, dicevamo. Una promessa, un ricordo. Ma anche il nome della nuova collezione della Bridal Collection: «Ho voluto omaggiare le mie spose del 2020 chiamando “Per sempre” la nuova collezione perché l’essenza dell’abito da sposa è eterno, non è soggetto a una moda. Esattamente come la donna che sceglie uno dei miei abiti: sicura di sé, che desidera un vestito che non la snaturi e che esalti il suo essere nella sua totale origine». Perché in fondo, così come per l’amore, solo ciò che è vero può essere per sempre.

«Con le mie collezioni voglio sponsorizzare il Made in Italy: è importante che chi fa impresa lo valorizzi il più possibile».

SABRINA FALANGA

anche il mio. Questo mi permette di creare un feeling unico con la sposa: a volte è sufficiente un abbraccio, uno sguardo… un gesto che dimostra quell’intesa sottile che è venuta a crearsi e che, per me, rappresenta il punto massimo della mia soddisfazione. Ci sono spose che, la mattina dopo il matrimonio, mandano il primo messaggio del giorno al sottoscritto. Per ringraziarmi, per condividere con me la loro felicità.

Il rapporto con la sposa è sacro: lei ti sta mettendo tutto nelle mani, non la puoi tradire. Ha bisogno di una spalla, la relazione che viene a crearsi molto spesso non ha nulla a che vedere con l’organizzazione pratica del matrimonio: perdo ogni volta il conto delle telefonate che ricevo solo perché vogliono raccontarmi cosa è successo… e non ha a che vedere con le nozze».

Farsi raccontare il mondo del Wedding da Enzo Miccio significa lasciarsi invadere da un’ondata di positività e gioia; «La serenità deve caratterizzarti sempre, in questo settore. È proprio con tranquillità e spirito positivo che tutti coloro che lavorano nel mondo del Wedding hanno affrontato la crisi che ci ha messo di fronte il periodo di lockdown e a loro va il mio applauso più grande. Non si può dire che sia facile affrontare con positività un momento in cui bloccano completamente il tuo lavoro, non scadiamo certo nella retorica. Motivo per cui è giusto riconoscere l’impegno di chi persevera nella sua Vision nonostante le difficoltà».

E di imprenditorialità Enzo ne sa: la sua linea di abiti da sposa, la Enzo Miccio Bridal Collection, è stata per lui «una sfida. Anzi… una follia!» scherza, per sottolineare la difficoltà di fare impresa, ma con il sorriso di chi è felice di ogni decisione presa; «Con le mie collezioni voglio sponsorizzare il Made in Italy: tutto ciò che concerne gli abiti è lavorato in Italia, dai ricami fatti a mano a ogni dettaglio; si tratta di alta sartorialità nostrana, per tornare a dare lustro al lavoro svolto nel nostro Paese; il Made in Italy, oggi, sta soffrendo, è importante che chi fa impresa lo

#UNITIMADISTANTI il progetto social per sostenere il Made in Marche

www.twowomentwomen.it

poter mettere in piedi un network di produzione di mascherine insieme a un’altra azienda locale, la Lordflex – spiega l’imprenditore - Siamo stati in grado di produrre quasi 10.000 mascherine al giorno».

Marchesi ritiene fondamentale sostenere il Made in Marche, ora più che mai: «Il distretto tessile marchigiano è conosciuto fin dagli anni ‘60 come Jeans Valley.

Ed è proprio qui che nascono i nostri capi, grazie alla passione dei nostri creativi e all’esperienza degli artigiani che ne certificano ogni fase di lavorazione, articolando tutti i processi nel pieno rispetto della natura».

La creatività italiana può essere determinante per il rilancio del Paese: «Auspico che vengano ridati valore e dignità a tutto il lavoro artigianale, così che potranno nascere nuovi laboratori italiani, perché sono queste realtà, la vera leva competitiva del sistema manifatturiero italiano», sottolinea l’amministratore delegato.

Un rilancio che, per essere vincente, potrebbe partire proprio dalla nostra storia e dalle tante eccellenze italiane.

LUCA FORLANI

La moda rappresenta per le Marche un settore d’eccellenza con quasi 6000 imprese e un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro. Alessandro Marchesi, amministratore delegato di Compagnia del denim, durante il lockdown, con il brand Two women two men, ha lanciato la campagna social #UNITIMADISTANTI. «Non mi sembrava opportuno utilizzare i social per sponsorizzare i nostri prodotti, abbiamo voluto usarli per creare una catena virtuale e per lanciare un messaggio forte di supporto al distretto marchigiano del denim e ai suoi laboratori artigianali», racconta il CEO. Molti anche i personaggi famosi che hanno aderito alla campagna: il sindaco di Milano Beppe Sala, la conduttrice tv Natasha Stefanenko, il giornalista Gianluigi Nuzzi, le attrici Cristiana Capotondi e Camilla Filippi, lo scrittore Luca Bianchini, solo per citarne alcuni.

Nel corso della pandemia, Marchesi, non si è mai scoraggiato, ma si è subito adoperato per garantire una continuità lavorativa: «La nostra azienda non ha mai chiuso, abbiamo convertito il nostro codice ateco per

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www.tobatank.com

to.ba tank

toba.tank

Il mondo della mobilità è cambiato: To.Ba Tank accanto all’eco-green

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«Crediamo profondamente nel cambiamento che avverrà nel mondo dei trasporti e della mobilità. C’è una trasformazione radicale in atto, che porterà tutti noi ad adattarci a nuove forme di pensiero e, quindi, a nuovi stili di vita: le nuove generazioni hanno già una forma mentis adeguata, ma presto ci arriveranno tutti. Una vita ecosostenibile è possibile e se a dimostrarlo è la realtà dei trasporti non possiamo che iniziare a metterla in pratica».

ToBa TANK, il primo e unico Brand ad aver inventato la cover per caschi jet, sostiene da sempre il mondo dell’ecosostenibile: come avevamo raccontato sul precedente numero di Inkalce Magazine, una delle collezioni targate ToBa è fatta con materiali di recupero, o provenienti da fabbriche di tessuto italiane o da riciclo della plastica; «Allo stesso modo lavoriamo accanto a chi è nel mondo del trasporto green – spiegano Enrico Enrieu ed Emanuela Zaniboni, ideatori di ToBa TANK -, perché da sempre sosteniamo queste tematiche, motivo per cui abbiamo voluto creare un’intera linea di porta caschi in tessuti eco-friendly. Non solo: le diverse modalità con le quali si può indossare un ToBa sono perfette per chi utilizza un mezzo di trasporto eco. Uno scooter elettrico, certo, ma anche la

bicicletta o mezzi più particolari come il monopattino. Non tutti i classici portacaschi possono essere indossati a tracolla o in spalla, di conseguenza risultano scomodi utilizzando determinati mezzi; il ToBa, con il suo carattere versatile, ben si adatta allo scopo».

A confermare l’innovazione del ToBa TANK non sono solo gli stessi ideatori e chi lo ha scelto come “compagno di viaggio”: ToBa TANK è stata scelta anche come unica azienda italiana meritevole del premio Iron A ‘Design Award nella categoria Design per accessori da viaggio e moda, premio assegnato dall’International Design Academy e dalla giuria di A ‘Design Award & Competition, composto da nomi influenti della stampa, designer affermati, accademici di spicco e imprenditori di tutto il mondo.

«Siamo molto orgogliosi di questo premio, specialmente perché siamo l’unica azienda italiana che è stata scelta: abbiamo fatto del Made in Italy uno dei nostri cavalli di battaglia e ne andiamo fieri. Aver ricevuto questo riconoscimento – concludono Emanuela ed Enrico – ci permette anche di confermare l’utilità del ToBa, utilità insita proprio nel suo design, che lo rende unico nel suo genere».

La linea eco-friendly di ToBa TANK Obiettivo di ogni ToBa è rendersi ecocompatibile al 100%: per ora l’ecosostenibilità di ogni portacasco marchiato ToBa è all’87%. «Lavoriamo con tessuti di recupero: questo significa che, attraverso alcune aziende, recuperiamo tessuti che altrimenti andrebbero bruciati. Diamo loro una nuova vita ed evitiamo inquinamento nell’aria. Si tratta, oltretutto, di aziende di alta moda quotate in borsa, questo per noi significa garantire a chi sceglie un To.Ba materiali di eccezionale qualità e bellezza che vanno a definire sia gli esterni sia gli interni del prodotto.

Poi, utilizziamo tessuto di riciclo: possiamo farlo grazie a una fabbrica che recupera il filato da un’altra azienda attraverso il riciclo della plastica. Ci vogliono otto bottiglie per fare un To.Ba: le togliamo dall’ambiente, le riutilizziamo attraverso un processo che le rende, così, utili per un tempo lunghissimo. Su ogni etichetta di ogni ToBa è indicato il numero di produzione: questo permette di capire quante bottiglie abbiamo riutilizzato, facendo in modo che non finissero nell’ambiente. Non solo: le aziende con cui lavoriamo sono tutte piemontesi, questo ci permette di ridurre anche l’inquinamento derivato da eventuali trasporti lunghi e impegnativi».

A’ Design Award Competition di cosa si tratta È il più grande concorso mondiale di design che premia sia i migliori design sia le idee di design, prodotti e servizi. Non si tratta semplicemente di un premio: è un indicatore di qualità e perfezione nel design, un riconoscimento a livello mondiale capace di attirare l’attenzione di società orientate al design, di professionisti e di gruppi di interesse. La vittoria del premio è un attestato di eccellenza per i designer, una garanzia di qualità.

La competizione punta ad agire come miscelatore, in modo da riunione i progettisti, le imprese, il pubblico e la stampa.

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L’e-commerce ci ha permesso di non chiudere mai L’e-commerce è stato uno strumento fondamentale nei mesi del lockdown ma per Premiata, azienda marchigiana leader nel settore delle sneakers, non ha rappresentato una novità.

Graziano Mazza, fondatore e amministratore delegato, negli ultimi trent’anni anni ha modernizzato e trasformato la pelletteria di famiglia, creando le basi per il successo internazionale del brand.

Un’azienda che si distingue per l’alta qualità dei materiali utilizzati e che ha punti vendita sparsi in tutto il mondo: Milano, Berlino, Corea del Sud, San Pietroburgo e Tokyo.

LUCA FORLANI

«Quando ho fondato il marchio Premiata – racconta l’imprenditore – ho deciso che saremmo stati semplicemente noi stessi: anomali, eclettici, istintivi e senza regole».

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La lunga storia del calzaturificio di famiglia inizia oltre un secolo fa, nel 1885, a Montegranaro, sulle colline marchigiane. Una storia fatta di passione per la pelle, nata nei laboratori artigianali dove si respirava l’odore della materia prima.

Quando Graziano Mazza entra nell’azienda capisce che è fondamentale puntare su un’industrializzazione della produzione, senza perdere la dedizione artigianale verso ogni articolo. Nel 1991 nasce il marchio Premiata come perfetto connubio tra tradizione e innovazione.

www.premiata.it

Premiata

«Il mio obiettivo è da sempre quello di sviluppare un prodotto iconico e riconoscibile capace di adattarsi agli stili e ai cambiamenti storici senza perdere il proprio carattere» dice l’amministratore delegato.

Mazza è costantemente alla ricerca di nuovi stimoli e nemmeno la pandemia è riuscita ad arrestare la sua vena creativa. Nella sua azienda l’e-commerce rappresenta, dunque, una realtà consolidata: «Lo utilizziamo da circa dieci anni. Lo ritengo uno strumento utile da aggiungere ai canali tradizionali. Sull’online si vendono soprattutto gli articoli che si sono consolidati nel tempo».

Durante i mesi della pandemia l’incremento è stato di circa il 70%: «E’ riuscito ad attutire l’impatto devastante della chiusura, ma le perdite sono state consistenti».

Poco probabile, invece, che l’e-commerce possa affermarsi come lo strumento principale di vendita del futuro: «Non sarà l’unico strumento di vendita, è freddo. Quando ci sono prodotti nuovi il cliente ha necessità di toccare, vedere e farsi consigliare», precisa il fondatore.

Passati i mesi più difficili, per il presente, il fondatore pensa a «uno stile meno formale, più libero, pratico e casual. Sarà un approccio che rispecchia la quotidianità. Credo che questo trend si protrarrà per diverse stagioni e su questo stile ogni azienda ha la propria riconoscibilità. E la nostra sarà quella vincente».

Comunicazione Beach&Love il digital marketing al servizio del turismo

L’entertainment marketing ecco perchè investire nei film

Constructive network i professionisti al servizio della narrazione costruttiva

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Leo Vela

Il Personal Branding non si crea: si proietta È stato un periodo – quello del lockdown – in cui sentiamo di aver comunicato in maniera diversa rispetto a prima: è molto probabile, ad esempio, che un professionista non sia più entrato in modalità transazionale con i suoi clienti e abbia spostato la sua attenzione sulla modalità relazionale, proprio attraverso la comunicazione. I Social e, più in generale, tecnologia e informatica ci sono venuti in aiuto in questo processo; ma la vera domanda è: cosa abbiamo comunicato?

Una comunicazione che funziona è basata sui valori che ci muovono come persone e, di conseguenza, come professionisti: quello che insegno, come comunicatore, è proprio a trovare l’equilibrio nella fusione tra la propria vita personale e quella professionale nel raccontarci. I valori in cui crediamo e su cui basiamo le nostre scelte non cambiano rispetto ai nostri ambiti di vita. È proprio in merito a questo che alla domanda “come si crea il proprio Personal Branding?” rispondo che il Personal Branding non si crea: si proietta. Certo, costruiamo il processo, la strategia di marketing, studiamo il linguaggio giusto… Ma il contenuto del nostro Personal Branding siamo noi, dobbiamo solo proiettarlo, non è da costruire.

Proprio in merito a questo, una riflessione di questo ultimo periodo è rivolta a chi, a causa del lockdown, ha perso qualcosa: c’è chi ha perso il lavoro, chi dei clienti, chi ha dovuto riprendere in mano un’organizzazione ferma… Ma per chi, da sempre, lavora sul proprio Personal Branding sarà più semplice ripartire, perché non dovrà costruire qualcosa da capo. Il proprio sé non cambia, nemmeno nei periodi di crisi.

Ci sono, infine, due dettagli da tenere in considerazione.

Il primo: fare attenzione a ciò che comunichiamo involontariamente. Spesso all’utente arriva anche ciò che crediamo di non dire.

Chiediamoci sempre cosa stiamo comunicando.

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Il secondo, molto legato alla comunicazione dei valori di cui abbiamo parlato in questo numero della mia rubrica, è relativo a ciò che va sviluppandosi di conseguenza: se decidiamo di farci conoscere attraverso i nostri principi, attraverso ciò che siamo, ci assumiamo la responsabilità di essere poi coerenti a quello che comunichiamo. Dobbiamo essere coerenti sia attraverso le nostre parole sia attraverso le nostre azioni.

Se rimaniamo fedeli ai nostri valori la nostra credibilità e professionalità arriveranno al massimo della qualità: ecco perché la comunicazione è così importante, perché definisce non solo cosa facciamo ma anche e soprattutto chi siamo.

Leo Vela Chi è

Comunicatore che aiuta, persone e professionisti, a comunicare in maniera efficace e produttiva il proprio Brand attraverso lo smartphone e la produzione di video.

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Leo Vela – Comunicatore

Se è vero che la pandemia ha destabilizzato tutti, come possono allora le aziende rimediare a questa situazione? Il product placement, soprattutto in ambito cinematografico, può essere la risposta giusta. A pensarla così è soprattutto Marco Cino, CEO di Echo Group, azienda partner di Inkalce Magazine. «Il product placement è una forma di comunicazione basata sull’integrazione di prodotti e servizi all’interno di contenuti audiovisivi - spiega - È a tutti gli effetti un media ed è regolamentato da precise norme come le altre forme di comunicazione. Oltre al cinema e alle serie tv, per le piattaforme OTT e nei programmi televisivi, viene utilizzato anche in altri contesti, ad esempio nei videoclip musicali, ma talvolta anche nei videogame, in opere letterarie, ed eccezionalmente anche in spettacoli teatrali o in altre forme di intrattenimento».

Con questi scenari socio-economici modificati, va da sé che per un’azienda avrebbe senso puntare sulla differenziazione e investire sulla singolarità. A tal fine, il product placement potrebbe essere una forma di investimento intelligente. «Il placement e il branded content riescono, se ben sviluppati, a essere integrati nella storia e a risultare quindi potenzialmente più credibili di una comunicazione tabellare classica. Inoltre, il placement apporta talvolta ulteriori valori all’azienda investitrice, che può utilizzare – ovviamente in modo regolamentato – il legame con il contenuto nei propri canali di comunicazione, per attività di promozione e publicity o in altre forme. Per giunta, in particolare nel cinema, l’inserimento è per sempre e può essere valorizzato anche nel tempo in canali diversi

(un film dopo il cinema andrà in home-video e sulle piattaforme e poi avrà diversi sfruttamenti televisivi) e se pertinente anche in altri territori». Oltre al product placement, poi, le aziende potrebbero veicolare i loro brand e prodotti, in altre modalità. «Un tema che abbiamo nel DNA fin dalla nostra costituzione e che è ancora più attuale in questo momento sono le attività di co-marketing - rivela- Condividere investimenti con altre realtà affini nello sviluppo di azioni di reciproco interesse consente alle aziende di ridurre l’impegno e di amplificare la comunicazione in altri canali; quelli dei partner».

L’importanza del cinema in termini di marketing è cambiata con l’esplosione della pandemia? «Come già accennavo prima rispetto al product placement il cinema come media ha delle proprie peculiarità su cui può avere senso capitalizzare. Aggiungiamo a questo anche il fascino delle star e degli eventi legati alla settima arte e anche che in molti casi il brand – attivandosi in comunicazione con il cinema – lega il proprio nome a nomi/volti noti e temi familiari al grande pubblico, in modo spettacolare. Non esiste un altro mezzo che possa rappresentare in modo così univoco e valido tutti questi valori».

SILVIA CASINI

Entertainment marketing: perché investire nei film ai tempi del Coronavirus

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LeROSA,

Le ROSA

collaborazione costruttiva

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Ascoltare, collaborare, sorridere: non è solo un claim, ma la promessa che, chi entra a far parte del mondo LeRosa, troverà pienamente rispettata. Sono innumerevoli, infatti, i progetti che vengono realizzati dal gruppo ideato dalla società benefit Seospirito (tra questi la partnership con il nostro magazine di cui siamo estremamente orgogliose). LeRosa Blog, Newsletter, ebook , interviste e non solo: molte le iniziative messe in campo dalle varie attrici per gratificare e premiare la sana collaborazione. Con LeROSA Point of View, appuntamento targato Assunta Corbo, si va a lavorare, ad esempio, all’abbattimento del gender gap, donne e uomini insieme; Nelle Unità del gruppo Facebook LeROSA, invece, ci sono contenuti che soddisfano ogni tipo di interesse.

Eccole elencate sezione per sezione: Consigli di lettura; Lavorare bene (Tutorial, consigli e suggerimenti sulla gestione e l’ottimizzazione e la gestione del tempo, in casa e sul lavoro); Gratitudine e pensiero costruttivo; Human LeROSA (dedicata al mondo del lavoro, con l’attenzione rivolta alla formazione, selezione del personale, all’orientamento professionale e a tutto ciò che è importante conoscere per cercare o cambiare lavoro); Inserto della domenica; Scoprire cose belle; RubricaInForma; LeROSA TV (dove ci si racconta attraverso brevi interviste live, per poter conoscere meglio chi c’è all’interno de LeROSA); ll regno degli animali; Pillole di viaggio; Consigli di immagine per valorizzarsi al meglio; LeRosa in Verde; Vogliamo bene all’ambiente;

LeROSA al cinema; LeROSA in cucina; Le aziende (luogo in cui si raccontano le aziende che più piacciono a LeROSA, che affidano a loro la comunicazione e che hanno voglia di credere ne LeROSA sposandone i valori); Collaboriamo (unità in cui si raccolgono tutte le testimonianze di ciò che si fa per collaborare insieme); Home decor; La Bacheca delle Mani Laboriose (unità nata per raccontare coloro che per hobby, passione o lavoro stanno lavorando a questo bellissimo progetto); Pillole di diritto con Ilaria Bartolucci; SeoSpirito Società Benefit (le attività aziendali); Gender Gap. Di grande rilievo, la newsletter che viene inviata agli iscritti due volte al mese. All’interno di essa si trovano tutti gli aggiornamenti sui progetti in corso del gruppo e le indicazioni su come poter contribuire ai progetti futuri. Si avrà, inoltre, la possibilità di leggere tre articoli selezionati dal blog LeROSA e di ricevere gratuitamente gli ebook, contenuti creati e curati dalle stesse partecipanti al gruppo. Sempre nella newsletter si troveranno tutti i partner LeROSA che credono nel progetto e ne aiutano la diffusione.

Tra i progetti che promuovono la collaborazione ci sono i sopracitati ebook, le interviste alle partecipanti del Gruppo con Cinque Minuti Cinque e il palinsesto de LeRosa Tv. Da non dimenticare la collaborazione con Crystal Eye che offre la possibilità a LeROSA artiste, di vedere le proprie opere stampate su magliette e felpe per poi vederle indossate da chi le acquista nello shop online. Insomma, non un semplice gruppo ma un luogo di aggregazione costruttiva.

Prelibata

la narrazione delle eccellenze enogastromiche italiane Test manager dell’Istituto Geografico De Agostini prima, food blogger che valorizza le eccellenze locali poi.

Dalla Seo “analogica” a quella virtuale, dallo studio della società e degli individui a quello dei prodotti tipici: è una doppia vita quella di Paola Sartori, nel direttivo di Aifb e Ceo di Prelibata, innovativo progetto che coniuga lo storytelling enogastronomico all’e-commerce. «Si può dire che io sia stata una pioniera nell’universo del food blogging - rivela - Tutto è nato dalla passione mia e del mio compagno Maurizio per i prodotti tipici; durante i nostri viaggi per l’Italia tornavamo sempre con qualcosa di nuovo da far assaggiare ai nostri amici cogliendo approvazione e desiderio di scoperta. Così, nel 2015, abbiamo deciso di chiudere la società che avevamo aperto dopo aver lasciato De Agostini e di far sorgere “Prelibata, percorsi nel gusto” con l’obiettivo di aiutare i piccoli e medi produttori a comunicarsi meglio e ad essere online al fianco di un tradizionale e-commerce». Nonostante la sua Laurea in Lettere, Paola prima di aprire il suo sito decide di prenderne un’altra in “Comunicazione e Marketing” e continua a formarsi. «E’ stata in una di queste occasioni che ho incontrato Giulia Bezzi e Salvatore Russo - prosegue- Con loro ho capito che poteva esserci un “umanesimo” anche nel digitale; entrare ne LeRosa prima e frequentare Blog in Rete poi, per me è stato illuminante. Durante questi mesi ho ca-

www.prelibata.com Prelibata

pito che Prelibata non dovrà mai essere solamente un e-commerce e che non deve perdere la sua anima; mi ha stupito come è stato progettato il calendario delle docenze di questo percorso dal momento che ogni step è stato creato in base alla fase di maturazione del corsista. Blog in Rete mi ha aperto la testa - chiosa Sartori - Ho rivisto il mio progetto e mi ha ridato forza e determinazione per puntare sulla narrazione; solamente con la capacità di analizzare a fondo i tuoi competitors comprendi realmente quale sia il tuo valore».

I libri da una parte, il web dall’altra; due mondi apparentemente agli antipodi ma che, Francesca Fughelli, una laurea in Filosofia e un Master in Comunicazione Online all’attivo, ha saputo coniugare perfettamente in “Libri in Gioco”, progetto in rete volto a promuovere la lettura per ragazzi. «E’ un progetto nato offline, a scuola, e che poi ho trasportato nel digitale - spiega Fughelli oggi responsabile eventi e comunicazione alla Bub - Libri in Gioco è una sfida

tra gli studenti in merito alle letture svolte nel corso dell’anno didattico: quiz, prove di logica, enigmi. La squadra vincitrice viene premiata durante la festa di fine anno. E’ bello vedere come, a distanza di anni, gli studenti si ricordino ancora di me e di queste prove di lettura; la sensibilità a queste tematiche e la collaborazione dei docenti in questo svolge un ruolo fondamentale». Da qui, la promozione alla lettura attraverso la recensione di libri dagli zero ai 16 anni con una particolare predisposizione alla fascia 11-14: «Amando molto leggere le mie “schede” non vengono fatte a scopo di lucro, ma per aiutare i giovani nella scelta del libro - rivela - Si tratta di una autentica promozione alla lettura. Il percorso di Blog in Rete mi ha aiutata a scegliere il giusto tono di voce per il mio progetto; sono sempre stata molto legata alla comunicazione istituzionale occupandomi di questo per lavoro e tendevo a riportare le stesse dinamiche sul mio sito. Le lezioni del percorso ideato da Giulia Bezzi mi hanno dato un altro punto di vista; inoltre, ho conosciuto persone in gamba da cui cerco di imparare ogni giorno, compagne di viaggio con le quali si è creata davvero una “rete”. E’ la condivisione a fare la differenza».

www.libringioco.blog

Libri in gioco, dalle aule alle recensioni online per ragazzi

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Empatia Digitale

ASSUNTA CORBO

Ho smesso un bel po’ di tempo fa di credere che chi comunica possa fare a meno dell’empatia.

Viviamo in un’epoca interessante: se da un lato impera la tecnologia, dall’altro si percepisce la grande necessità di tornare a essere umani. Il che implica un ritorno ai valori come umiltà, gratitudine, autenticità, umanità, inclusione, utilità, responsabilità: è diventata una necessità per una comunicazione che sia efficace.

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-Impariamo a onorare ciò che riceviamo dagli altri, a prenderci cura di chi dedica del tempo ai nostri contenuti e a celebrare i successi di chi è un esempio per noi e per la comunità.

-Non abbiamo bisogno di essere nessun altro che noi stessi. Errori, fallimenti e paure incluse. Ed è la nostra vulnerabilità a renderci speciali e unici.

-Se è vero che ognuno di noi ha la propria storia tutti abbiamo il dovere di rispettare quella altrui.

-Siamo utili quando mettiamo a disposizione il nostro sapere. Che si tratti di un’informazione ricevuta o sperimentata possiamo fare la differenza donandola.

-Non possiamo più pensare che basti buttare qualche parola su un foglio cartaceo o virtuale a caso. Abbiamo bisogno di parole che abbracciano, costruiscono e offrono una visione del futuro che abbia lo sguardo puntato alla speranza costruttiva.

Viviamo in un tempo in cui dominano l’ascolto e la condivisione. È il tempo della comunicazione empatica, dove il cinismo è diventato un lusso che non possiamo più permetterci. Assistiamo a un cambiamento che riguarda tutti: dai professionisti dei media e dell’informazione ai suoi fruitori, gli utenti finali. Siamo tutti comunicatori e, in quanto tali, abbiamo una grande responsabilità: quella della parola scelta.

Questa è l’empatia digitale. Un viaggio nell’essere umano con l’obiettivo di offrire nuove narrazioni che aiutino a comprendere la complessità del mondo ma, al tempo stesso, mostrino un grande rispetto per il lettore. Ho provato a delineare 8 passi, identificati nel corso della mia esperienza professionale, che aiutano a costruire una comunicazione empatica: -Giocare con le parole e osservare cosa riescono a creare. Trattiamole con rispetto e loro sapranno stupirci.

-Rileggere dopo aver scritto. Proviamo a immaginare l’effetto che il nostro contenuto potrebbe avere su chi legge.

-Scrivere raccontando di sé è un modo per portare la propria esperienza agli altri. Ma la domanda che dobbiamo porci è se quel che stiamo condividendo sta portando valore a chi legge. Se quel che scriviamo non lo diremmo a voce alta guardando negli occhi l’interessato, forse non dovremmo scriverlo.

Assunta Corbo www.thatsgoodnewsblog.com AssuntaCorboOfficial assuntacorbo

Constructive Network: al servizio della narrazione costruttiva

-Informare secondo etica e rispetto. Non è il sensazionalismo ciò di cui oggi abbiamo bisogno ma un maggiore approfondimento che va al di là di ciò che viene strillato sui social media o raccontato

con parole che fanno leva sullo stato emotivo dei lettori.

-Raccontare la complessità. La narrazione costruttiva parte da una necessità impellente per la nostra società oggi: contestualizzare. I dati vanno raccontati solo dopo averli inseriti in un contesto; le storie vanno condivise solo se rientrano in un panorama più ampio di sfumature.

-Trovare soluzioni alternative. Il mondo è complesso e con ogni probabilità lo sarà sempre di più.

Quale la nostra opportunità? Raccontare i problemi portando visioni alternative, soluzioni scalabili e storie di resilienza.

Perché è solo vedendo le opportunità che si generano altre opportunità.

-Ispirare fiducia nei lettori. Siamo impegnati alla ricerca delle firme e dei media che credono nell’informazione costruttiva e che giorno dopo giorno sono pronti a ricucire la relazione con il lettore. La fiducia è un valore necessario per il benessere di un Paese.

www.constructivenetwork.it

L’informazione sta cambiando e il cambiamento, lo sappiamo, richiede alcune scelte profonde: restare a guardare, lasciarsi abbattere oppure cogliere l’opportunità. Ritengo che questa ultima opzione sia la chiave di volta per i giornalisti freelance e i comunicatori che intendono trovare una nuova strada da percorrere. Con questo obiettivo è nato il Constructive Network. La situazione della stampa e della comunicazione in generale è la stessa in ogni Paese del mondo. Non solo in Italia come si crede.

Si riscontra una perdita di credibilità da parte dei lettori, scarsa qualità, redazioni che chiudono per via della crisi editoriale, giornalisti e professionisti della comunicazione alla ricerca di nuove strade e nuovi stimoli.

Il Constructive Network, che accoglie a oggi circa 40 membri, è la prima rete italiana di professionisti dell’informazione dedicata alla comunicazione costruttiva e al giornalismo delle soluzioni. La nostra mission è quella di offrire una nuova opportunità ai media: rialzarsi, ricostruire la relazione con i lettori e offrire una nuova versione dell’informazione. Lo facciamo a partire da un Manifesto che rappresenta i nostri 4 principi:

Il giornalismo è una professione necessaria e non potrà mai scomparire. Occorre però dargli un nuovo vestito: al passo con i tempi ma sempre nel rispetto dell’etica e dei valori umani.

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Beach&Love

www.beachandlove.it

Beach&Love

Il digital marketing al servizio del turismo: Beach&Love online e offline in un format innovativo e controcorrente

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«Di tutti gli eventi di &Love, il Beach&Love è sempre stato la festa. Il momento di aggregazione in cui ovviamente parlare di Digital, ma nel quale tutto viene fatto con un’atmosfera giocosa e divertente. Luogo e posto – la Attilio Beach Pleasure Club di Milano Marittima – formano da sempre la casa perfetta per ospitare questo evento: quest’anno sarà diverso, ma abbiamo voluto comunque garantirne lo svolgimento. Obiettivo del format 2020: portare la spiaggia a casa delle nostre persone».

Eccolo, il Beach&Love. Anche quest’anno arriva puntuale, venerdì 24 luglio, nonostante le restrizioni. Si cambia format: quest’anno, ovviamente, sarà online per i cento partecipanti che si accaparreranno il biglietto (gratuito) ma la Mission è sempre la stessa: valorizzare il marketing turistico, coinvolgendo il pubblico nel mondo digitale attraverso Case History, relatori d’eccezione, sondaggi e ricerche di mercato, riflessioni, strategie, idee, spunti creativi ma anche punti interrogativi.

Gli ingredienti del Beach&Love rimangono gli stessi. Chiaro: quest’anno niente piedi nella sabbia. Ma la testa nel business e il cuore in

ogni attività sono sempre garantiti.

L’evento, dicevamo, sarà online: «Alle cento persone che parteciperanno all’evento, però, manderemo la &Love Box, la Box della Felicità – spiega Salvatore Russo, Founder e Direttore Creativo degli eventi targati &Love –, al cui interno troveranno tutto l’occorrente per vivere a pieno l’esperienza del Beach&Love come è sempre stata: una boccetta con la sabbia, che servirà anche per un Contest, una T-shirt, un salvagente in miniatura… Insomma, per noi è importante che l’utente, anche da casa, si senta pienamente coinvolto e viva l’atmosfera che il Beach&Love promette ogni anno. Non solo festa, chiaramente: come sempre, saremo il palco in cui le strategie online diventano il mezzo per portare clienti offline, che condivideranno le loro emozioni online. Così, all’infinito – come si legge anche sul sito –, come il moto perpetuo del mare».

Il programma, quindi.

La giornata del 24 luglio sarà suddivisa in due parti. La prima inizierà alle 10 e terminerà alle 12:30: “Per convincere il pubblico a venire nelle nostre strutture, dobbiamo prima ca-

pire cosa vuole e cosa pensa” sarà l’argomento della mattinata. Se ne parlerà con lo stesso Salvatore in uno speech “no panic”, in cui si analizzeranno i dati di mercato per scegliere la propria strategia di business; a seguire, “Future4Tourism” con Katia Cazzaniga: si tratta del progetto Ipsos dedicato al mondo del turismo per comprendere e prevedere la domanda turistica e realizzare mirate strategie di marketing e comunicazione. Per sapere, ad esempio, quali mete e tipologia di alloggi preferiscono gli italiani, chiediamolo agli italiani stessi e discutiamone. E poi ancora: Giuliano Trenti, che ci racconterà come la scienza può essere al servizio del settore alberghiero per potenziare l’efficacia delle foto in termini di gradimento e propensione alla spesa; e Giulia Bezzi, socia di Salvatore e una delle massime esperte in Italia di Seo, che ci aprirà il mondo del binomio “Seo&Turismo”: nel percorso decisionale di un utente, la componente di ricerca di informazioni online è una tappa fondamentale, gestire in maniera corretta questo aspetto della strategia fa una grande differenza. Conclude la mattinata ancora Salvatore: «Sappiamo cosa dicono le persone, sappiamo anche come ragiona il loro cervello e quali ricerche fanno online, abbiamo tutte le informazioni per sviluppare una strategia di marketing che sia “top”, per farci amare dal pubblico… e dal direttore della banca!».

Si passerà, poi, al programma pomeridiano (dalle 15 alle 17): discuteremo di Influencer Marketing applicato al settore turistico, insieme a Matteo Pogliani, e si andrà avanti con Raffaella Casella e Marco Volpe; il pomeriggio sarà il momento in cui anche Inkalce Magazine, ovviamente presente all’evento in qualità di Media Partner, sarà presente sul palco con le sue Case History insieme al Direttore Responsabile

Michela Trada e al Direttore Editoriale Sabrina Falanga.

«Il mio applauso in anticipo – conclude Salvatore – va a tutto il team della Attilio Beach, che ha deciso di collaborare a questa edizione speciale del Beach&Love. Si è capito che l’unico modo per superare la crisi è sempre lo stesso: collaborare».

Finanza e innovazione Novain rete di impresa su prodotti innovativi

Riconoscimento e cultura i valori che passano da un consulente finanziario

Mauro Cervini: ÂŤEcco la ricetta per una corretta ripartenzaÂť

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Rete d’impresa su prodotti innovativi: la chiave vincente per la ripresa delle aziende Italiane www.novain.eu 011/9973307

Mettere in sinergia la domanda e l’offerta di nuovi prodotti innovativi assistendo, sotto ogni punto di vista, da un lato gli innovatori/inventori e, dall’altro, le Micro, Piccole Medie Imprese: è questa la Mission di Novain Srl, azienda piemontese che ha nell’innovazione la sua specializzazione. «La chiave per la ripresa e per il rilancio dell’economia del nostro Paese sta nella collaborazione e nello sviluppo (produzione e distribuzione) di prodotti innovativi provenienti dal mondo delle idee brevettate e non, attivando sinergie con MPMI aventi competenze differenti ma complementari - spiega Amulio Gubbini, referente istituzionale e di strategia aziendale - In questo modo si generano reti d’impresa sul prodotto estremamente efficaci. Le aziende italiane devono unire le forze amalgamando le singole competenze attorno a progetti innovativi comuni e sostenibili per dare vita alle famose filiere produttive di cui si è tanto parlato in questi giorni di emergenza sanitaria. Le MPMI si trasformerebbero così da singoli fornitori di beni e servizi a partner di più progetti innovativi (di un settore specifico), entrando a fare parte di un “processo attivo” in continua evoluzione ottenendo al contempo un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti». Se da un lato l’Italia è ricca di Micro, Piccole e Medie Imprese con grandi competenze, che però hanno difficoltà e timore nel realizzare progetti innovativi a causa della mancanza delle giuste infrastrutture, di contro vi sono numerosi brevetti (depositati da privati e aziende) e idee innovative non ancora brevettate in cerca di essere trasformate in progetti credibili e sostenibili per poi avviarne la realizzazione.

Da qui, la nascita di Novain Srl: «Non tutti sanno che, la maggior parte delle nuove idee e dei nuovi brevetti, non si trasformano in prodotti reali rivela ancora Gubbini - I motivi possono essere i più disparati, ma spesso sono legati alla mancanza di esperienza, di competenze specifiche in settori

nuovi, oppure alla mancanza risorse e di tempo. In questo contesto si inserisce la nostra azienda che, attraverso una nuova metodologia, affianca e supporta inventori e MPMI nello sviluppo di prodotti/ servizi innovativi favorendo un concreto dialogo tra le due parti». Team operativi tecnici e commerciali, a cui partecipano aziende produttrici e distributrici, inventori e consulenti “coordinatori” di progetto; consulenti specialisti da coinvolgere “on demand” per competenze diverse a seconda del prodotto/settore; consulenti legali specialisti in brevetti e diritto industriale: questi gli attori del metodo Novain che consente l’ottimizzazione di tutte le risorse, intellettuali e materiali, necessarie durante le fasi di sviluppo di un progetto innovativo senza per questo, dover mettere in gioco ingenti risorse economiche.

«Se tornassimo indietro con la mente a inizio 2020, nessuno di noi si sarebbe sognato di vivere nel mezzo di una pandemia con una conseguente recessione globale, la più profonda dal secondo dopoguerra - conclude Gubbini - Non si può chiedere alle aziende di innovarsi senza spiegare loro come poterlo fare. Per questo motivo occorre allearsi e perseguire un bene innovativo comune».

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LA RESPONSABILITÀ DI ANDARE AVANTI Fare networking nell’era del distanziamento sociale “Non bisogna mai dare nulla per scontato”. Abbiamo sicuramente sentito, o detto, questa frase decine di volte nel corso della vita. Ma mai come nel corso di questi mesi abbiamo imparato quanto sia profondo il significato che sta dietro quelle parole. Sembra, infatti, passata un’era dall’ultima volta che ho scritto per InKalce. Un’era in cui tutto sembrava seguisse un ordine già pianificato.

Quando ho chiuso l’articolo del primo numero di quest’anno ho concluso parlando di obiettivi e di piani per il prossimo futuro. Un habitus normale per tutti i professionisti e imprenditori per i quali la pianificazione è una condizione fondamentale per la propria attività. In questi mesi abbiamo imparato quanto piani e tabelle di marcia possano essere soggetti a grandi cambiamenti indipendenti da noi e dalle nostre previsioni.

Sono state tante le abitudini che abbiamo cambiato in questi mesi e tante le nuove prospettive da cui abbiamo imparato a vedere la realtà che ci circonda.

E tra le tante abitudini che abbiamo dovuto cambiare, le più importanti sono state quelle che hanno riguardato la nostra socialità e il modo relazionarci con gli altri.

Dalla stretta di mano all’aperitivo, alla cena con gli amici, alle gite fuori porta, sono state tante le occasioni di incontro che ci sono mancate e che ci sono stare negate per motivazioni sanitarie.

Eppure, mai come in questo periodo, le relazioni sono state al centro delle nostre vite. Anche se a distanza, e mediate da strumenti tecnologici, le relazioni con amici, parenti sono state fondamentali per aiutarci a superare un periodo di forzata solitudine.

E BNI come ha affrontato questo cambiamento? Com’è stato possibile per un’organizzazione

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che si basa sulle relazioni e per i Membri che ne fanno parte continuare a generare quel circolo virtuoso che dal contatto fa scaturire la referenza? Com’è stato possibile fare referral marketing in modo efficace?

Le relazioni professionali in questo periodo, anzi ora più che mai, sono state il fattore chiave per continuare a portare avanti attività e professioni anche in un periodo in cui il mondo del lavoro ha subito un rallentamento significativo.

E due sono state le parole chiave che hanno accompagnato la nostra organizzazione in questo periodo: la responsabilità e l’innovazione.

Un progetto, quello di BNI online, che ha portato alla luce anche un altro valore di BNI ossia quello che vede il connubio tra tradizione e innovazione. Gli incontri di BNI, fin dal 1985 si sono svolti dal vivo. Professionisti e imprenditori hanno sempre associato all’incontro BNI le immagini di bar, sale d’albergo o ristoranti, strette di mano, scambio biglietti da visita.

In questo periodo però l’innovazione tecnologica è stata la chiave per continuare a portare avanti le relazioni di business. Oltre al valore sicuramente importante che questi incontri hanno avuto per continuare a fare business, il mantenere l’abitudine della riunione settimanale è stato importante per i Membri che non hanno dovuto rinunciare, ma solo cambiare in parte, quella consuetudine a cui molti di loro sono, anche da anni, abituati.

cemente, i loro colleghi mettendo a disposizione il loro tempo e i propri consigli.

Esempi semplici ma efficaci per comprendere davvero l’importanza del network…ora più che mai.

Ora più che mai infatti avere relazioni forti e di qualità significa non soltanto continuare ad avere opportunità di nuovo business. Ma significa avere intorno a sé un supporto nei momenti di difficoltà. È in periodi come questo che il network, la rete, oltre a significare connessione tra le persone diventa davvero quello strumento capace, se non di evitare le cadute dovute agli avvenimenti esterni o agli ostacoli che incontriamo sulla nostra strada, di attutire il colpo e di sostenerci e non farci precipitare nel vuoto.

Il mondo cambia velocemente, il mercato ancora di più.

Davanti a questa velocità la relazione diventa un acceleratore di opportunità e allo stesso tempo un sostegno quando sembra che le cose stiano andando troppo lentamente o in direzione contraria a quella che avevamo impostato sul nostro navigatore. Le relazioni professionali ci danno l’opportunità di attingere a un capitale che non conosce la svalutazione dovuta agli eventi contingenti.

Nel corso di questi mesi ho sentito tante storie di Membri Ma al contrario che cresce proprio quando le difficoltà che hanno avuto l’occasione, complice in alcuni casi la sono maggiori. maggior quantità di tempo a disposizione, di approfondire la propria conoscenza e di farla diventare in molti casi Da questi mesi ho imparato un grande paradosso: che alleanza strategica. la forza delle relazioni professionali è inversamente Ho incontrato virtualmente persone che hanno avuto proporzionale alla distanza. La vera forza del network è l’opportunità di aiutare altri professionisti e imprendiemersa in questo periodo di isolamento. tori facendogli scoprire nuove dimensioni del proprio E se lo scorso articolo per InKalce terminava con i buoni business. propositi per il nuovo anno, voglio concludere queste Ho sentito la testimonianza di Membri la cui professione pagine suggerendo a tutti un buon proposito da applicaera legata al mondo della ristorazione che hanno score per sempre. perto di poter unirsi per organizzare il pranzo di Pasqua a domicilio dall’antipasto al dolce, ognuno con la sua Ossia di continuare a curare e a investire sulla propria specialità. rete. Anzi sulle proprie reti: personali, professionali, legate allo sport o ad altre attività.

Ho visto professionisti che hanno aiutato altri Membri a E continuare a investire sui vostri network applicando districarsi nei meandri delle normative e dei regolamenti i principi della collaborazione e della reciprocità che si emanati in questi mesi. traducono in poche semplici parole: Come posso aiutarti?

Ho visto professionisti e imprenditori ascoltare, sempli-

PAOLO MARIOLA - NATIONAL DIRECTOR BNI ITALIA ESPERTO DI REFERRAL MARKETING

La responsabilità da parte di BNI di continuare a mettere a disposizione dei Membri una piattaforma e un metodo per non derogare a quella che è la mission di BNI: supportare i Membri nello sviluppo del business grazie a referenze e a relazioni professionali di qualità.

Abbiamo quindi a livello mondiale adottato BNI online™, una piattaforma web che permette ai membri di fare networking e gli incontro di Capitolo anche a distanza.

Riconoscimento e cultura:

www.thomascordaro.it thomaschristian.cordaro@allianzbankfa.it Thomas Cordaro – Financial Advisor

i valori che passano da un consulente finanziario

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Il miglior investimento che si può fare insieme al proprio consulente finanziario è quello basato sulla fiducia; «Un consulente non è un Guru della finanza: ti coadiuva nel raggiungimento dei tuoi obiettivi, ti aiuta a pianificare il percorso per realizzarli. Ma è necessario che si abbia fiducia affinché il consulente impari a conoscere necessità e modus operandi del suo cliente e possa aiutarlo al meglio».

Diffondere la giusta cultura finanziaria: è questo uno dei cardini professionali di Thomas Cordaro, consulente finanziario di Allianz Bank. Non si tratta di spiegare la Finanza in quanto materia, ma di fare chiarezza innanzitutto sulla figura del consulente e, attraverso di lui, comprendere in che modo i processi finanziari possono aiutare nella pianificazione della propria vita, a partire dal quotidiano per realizzare obiettivi a medio e lungo termine.

«Il mercato finanziario, questo è ovvio, non dipende da un consulente, ed i risultati non si ottengono cercando ostinatamente l’affare della vita: questa è la prima convinzione da sfatare. Il consulente è colui che traduce la materia finanziaria, spesso di difficile comprensione teorica, in un’opportunità concreta per il cliente. Questo significa accertarsi che chi si affida a me capisca davvero quello che stiamo andando a fare insieme, che ci sia una fiducia così totale e profonda che qualora ci fossero dubbi, esitazioni o difficoltà, non si abbiano remore a parlarne, ad ammetterlo».

Cita il Principio di Pareto, Thomas: il principio che afferma che circa il 20 per cento delle cause provoca l’80 per cento degli effetti; «Se il cliente si affida davvero, andiamo a

lavorare su tutto. Cause ed effetti. Solo così si può essere certi di fare un buon lavoro e, attraverso il patrimonio affidato, viaggiare verso gli obiettivi prefissati, di qualunque natura essa siano. Ogni obiettivo è importante – spiega Thomas – perché è rappresentante di un valore umano profondo: il riconoscimento. E questo passa anche dal valore materiale delle cose. Non è una questione di rendimento, sia chiaro. Ognuno dà il proprio valore ai propri obiettivi, in base ai propri bisogni e alla propria esperienza, per questo vanno sempre e comunque rispettati: sono valoriali perché rispecchiano in primis la persona e solo dopo l’oggetto in sé».

Che per affrontare i mercati con serenità servano metodo e confronto con un professionista è stato palese nei mesi di lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19, «uno stop che ci ha permesso di riflettere sul significato dell’investimento e sulla capacità che ha la microeconomia di influenzare la macroeconomia. Lo abbiamo visto nelle piccole scelte quotidiane dei cittadini, completamente stravolte da una situazione che mai nessuno avrebbe immaginato. La nostra professionalità è stata apprezzata molto, soprattutto per la presenza costante in un momento in cui avere informazioni dalle Banche, per cause evidenti, era quasi impossibile. Sono sicuro che ognuno abbia fatto il meglio che ha potuto, dai consulenti finanziari a chiunque ricopra un’altra carica nel settore. Si tratta di una situazione mai vissuta prima – sottolinea Thomas -: su quali basi si dice che si sarebbe potuto lavorare diversamente? Solo di una cosa posso dirmi certo, a proposito di chi ci chiede come affrontare i periodi di crisi, indipendentemente da ciò che li ha causati: ci salverà il lavoro. Non possiamo trovare alibi».

«Ecco la ricetta per una corretta ripartenza» MAURO CERVINI

ADVISOR & INVESTOR

ADVISOR §

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Se ni orAdv i s ordi Cy be r oo, Soc i e t àquot a t aa l s e g me nt oAI Mdi Bor s aI t a l i a nas pe c i a l i z z a t ai nCy be r Se c ur i t ype rPMI , c onf unz i onedi s uppor t oa l Cor eBus i ne s seBr a ndI ma g e .

He a dF i na nc i a l eI nv e s t me ntDe pa r t me nt di As s oi mpr e s e , a s s oc i a z i onei ndus t r i a l ePi c c ol e eMe di e I mpr e s e .

Adv i s orc onf unz i oni di s uppor t oal l ' at t i v i t àdi I nv e s t orRe l a t oraSoc i e t àquot a t ei nBor s aI t a l i ana s e g me nt oAI Mqua l i : GPI S. p.

A. , CF TS. p.

A. , HEAL THI TAL I AS. p.

A. Adv i s ordi PMI eSt a r tupI nnov a t i v ec onpr os pe t t i v ene l l ' a mbi t ode l l ' Ope nI nnov at i ona l f i nedi a r r i v ar e a l l aquot a z i onei nBor s a .

PROFESSIONAL INVESTOR §

Az i oni s t ae dI nv e s t i t or ee di na l c uni c a s i anc hePa r t ne rdi Soc i e t àquot a t ei nBor s aI t a l i a nas e g me nt o AI Mqua l i : DI GI TALMAGI CSS. p.

A. , MAI LUPS. p.

A. , I NDUSTRI ALSTARSOFI TAL Y3S. p.

A. , REL ATECH S. p.

A. , CY BEROOS. p.

A. , UNI DATAS. p.

A.

ARRANGER CROWDFUNDME SPA §

-Ha usufruito di più tempo libero in un ambiente circoscritto; -Ha avuto delle priorità precise; -I contatti sociali si sono spostati sull’online; -Si é preoccupato della salute e del proprio fisico.

Quindi nel Post lockdown ha cambiato l’approccio orientandosi di più sulla semplicità, ha diminuito quanto aveva di superfluo destinando una maggiore attenzione all’acquisto e focalizzandosi in particolare su ciò che gli era mancato; nella vita sociale si é acuita la selezione di chi frequentare e la salute fisica è tornata ad essere al centro delle nostre priorità abbassando i ritmi in virtù di una vita meno frenetica.

Il Corona Virus per le Aziende ha provocato strategie e reazioni determinanti: Maggiore esigenza di sicurezza sia per i dipendenti che per l’infrastruttura digitale dell’Azienda: -Un focus operativo un po’ più locale legato al proprio Paese e Territorio; -Analisi ed introduzione della tecnologia nei Processi Aziendali; -Presenza dell’azienda nel mondo dell’E-Commerce; -Nuova analisi dei Mercati Globali alla luce del cambiamento degli equilibri Geo-Politici relativi alla guerra Usa-Cina.

Ho identificato, nell’ambito della mia attività, le iniziative a mio giudizio idonee per supportare le Aziende:

Ar r a ng e rCr owdF undmeS. p.

A. c oni l c ompi t odi pr opor r eepr e s e nt a r eI mpr e s eeSoc i e t àc hec e r c a no Equi t yt r a mi t ee mi s s i oni di quot e , a z i oni , obbl i g a z i oni et i t ol i di de bi t oi ns e r e ndol ' of f e r t ane l Por t a l e www.crowdfundme.it dov el eI mpr e s epos s onopr opor r ea l pubbl i c o i pr opr i pr og e t t i e dot t e ne r e f i na nz i a me nt i ne c e s s a r i a l l ac r e s c i t a .

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As s e tAl l oc a t i onMa na g e ri nF ONDAZI ONECASSADI RI SPARMI ODI ASCOL I .

Cons i g l i e r eDe l e g a t oL I GURCAPI TALS. p.

A. Re g i oneL i g ur i a .

F i na nc eMa na g e reMe mbr odi v a r i Cons i g l i di Ammi ni s t r a z i oneGRUPPOSERAGNOL I SI MONETTA. Bor s aI t a l i a naeI s t i t ut i Ba nc a r i ( BANCODI ROMA, UNI CREDI T, BANCAF I DEURAM) .

OPINION E SPEAKER • •

•

Os pi t ec omet e c ni c oi nt r a s mi s s i oni t e l e v i s i v es uRAI 1 , RAI 3eTEL EL OMBARDI A. Spe a k e remode r at or ei nmol t i e v e nt i i nma t e r i adi I nnov az i onee dEc os i s t e maDi g i t al equal i : HE ROES, I COM, UNI CREDI T, UNI V ERSI TA' F EDERI COI I NAPOL I , UNI V ERSI TA' L UI SS enume r os i e v e nt i I s t i t uz i ona l i .

Di r e t t or eSc i e nt i f i c ode l MASTERMI URBL OCKCHAI NECRY PTOASSE TPRE SSOUNI V ERSI TA' MERCATORUM.

CAVALIERE IN MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

MAURO CERVINI ADVISOR & INVESTOR Mobi l e : + 3 93 3 41 5 56 8 2 4 We bs i t e : www. ma ur oc e r v i ni . i t Ema i l : c e r v i ni ma u@g ma i l . c om

-Analisi ed utilizzo di Fondi Nazionali e Comunitari legati all’Innovazione Tecnologica; -Sostegno ad una maggiore filiera sia tra le Aziende che nel processo Aziendale-Fornitori-Clienti; -Emissioni di Mini Bond a sostegno delle esigenze finanziarie delle PMI; -Ricerca di nuovo Equity interessato alle Aziende del Made in Italy; -Supporto alla Quotazione al listino Aim di Borsa Italiana delle nostre PMI al fine di sostenerne la crescita e di aumentarne la dimensione; -Supporto alle Start up Innovative strutturate con un ottimo team ed un valido Modello di Business utilizzando lo strumento dell’Equity Crowdfunding; -Attività di analisi relativo al riposizionamento strategico dell’Azienda.

MAURO CERVINI

E’ iniziata questa estate che racchiude in se’ il trauma del lockdown, la voglia di uscire e vivere unitamente al desiderio di ripresa delle attività lavorative e la paura di un futuro incerto.

L’essere umano in questo periodo ha avuto determinati condizionamenti:

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Il medico non va in vacanza

+393343141281 Ostetrica Dott.ssa Alba Lizzi

Alba lizzi: «In estate la prevenzione è la miglior cura»

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«Il corpo sa sempre come parlarci e cosa farci capire: imparare ad ascoltarlo è importante per prevenire disturbi o per andare a guarire quelli in essere, magari sottovalutati e ignorati. In estate, ad esempio, il corpo della donna reagisce e quindi subisce in modo diverso alle sollecitazioni esterne: capirlo, anche attraverso l’aiuto di un professionista, diventa fondamentale per la salvaguardia della propria salute».

Ogni cambio di stagione porta con sé anche dei cambiamenti fisici: ce lo spiega Alba Lizzi, ostetrica, che - come sempre tra le pagine di Inkalce - affronta tematiche femminili alle quali le stesse donne spesso non danno la giusta importanza.

Almeno il 20-25 per cento delle donne con un’età compresa tra i 20 e i 40 anni ha, almeno una volta, sofferto di infezioni vaginali (dati raccolti da Ag Pharma): per questo motivo è fondamentale che, dall’inizio dell’età fertile fino a dopo la menopausa, la donna si preoccupi della sua salute.

«Con la complicità del caldo, specie se umido, della sabbia, dei costumi bagnati e degli sbalzi ormonali, la possibilità di contrarre infezioni batteriche aumenta; può sembrare banale – dice Alba – ma è necessario che si inizi a proteggersi attraverso una corretta igiene intima. Questo comporta non solo il lavarsi regolarmente, ma anche imparare a farlo correttamente: i giusti gesti, il giusto sapo-

ne. Confrontarsi con il proprio ginecologo o la propria ostetrica diventa, in questo caso, di primaria importanza. Inoltre, piccoli accorgimenti che sanno però fare la differenza: in spiaggia portiamoci un costume di ricambio, in modo da non tenerci addosso quello bagnato, che agevola le infezioni; teniamoci regolarmente pulite con saponi adatti alle nostre esigenze, di età e di caratteristiche personali, mangiamo in modo sano ed equilibrato e idratiamoci regolarmente bevendo molta acqua».

In aiuto si può ricorrere anche a ovuli e creme non farmacologici, capaci di rafforzare le difese immunitarie vaginali; «In ogni caso confrontiamoci sempre con il proprio professionista di fiducia o il farmacista, che saprà indicarci la terapia preventiva più adeguata. Ma soprattutto non ricorriamo mai al “fai da te” o all’improvvisazione di metodi inventati sulla base di dicerie culturali o familiari: non solo sono inutili, ma spesso si rivelano anche pericolosi. Affidiamoci sempre a professionisti sanitari: per stare bene oggi e per assicurarci di stare bene in futuro».

«Attenzione ai piccoli accorgimenti che possono fare la differenza»

Interpretare le cose come farebbero i bambini Ogni giorno è una nuova nascita. Ogni giorno cambiamo interiormente, acquisiamo nuove consapevolezze e magari abbandoniamo convinzioni limitanti o, paradossalmente, ne assorbiamo altre: ogni giorno è una nuova nascita e dobbiamo essere pienamente consapevoli di quanto la qualità di questa dipenda da noi.

La parola cambiamento è stata fortemente sentita in questi ultimi mesi: la maggior parte delle persone vive la sensazione di aver subito un cambiamento incontrollabile, come se l’unica cosa che possiamo fare è attendere per capire dove e cosa ci porterà questa situazione. Come se non avessimo responsabilità o potere.

La vera rivoluzione, comprensibilmente difficile da accettare, sta nel capire che il cambiamento dipende da noi: una situazione, qualunque essa sia, è sempre oggettiva. A cambiarla è l’esperienza che facciamo di quella situazione e l’esperienza è sempre soggettiva.

Uno dei modi per entrare al meglio nell’esperienza è quello di farsi le domande giuste: invece di arrovellarci nel chiederci perché abbiamo dovuto “subire” una data esperienza, domandiamoci cosa è necessario che, attraverso quel cambiamento, ora iniziamo a capire, a vedere, che prima non vedevamo. Solo così potremo ottenere davvero quello che ci aspetta: è la modalità per iniziare a vivere sulle vibrazioni dell’abbondanza, la consapevolezza che se qualcosa finisce o cambia non è per farci soffrire ma è per far spazio a qualcosa di più grande o più in linea a ciò che sono oggi. L’attaccamento è l’antitesi del cambiamento ed è il primo ostacolo alla crescita umana.

www.donnaon.it Donnaon

Questo non significa che non bisogna soffrirne: viviamo le nostre emozioni, accettiamole, ma non diventiamone schiavi. Dialoghiamoci e chiediamoci cosa ci sia oltre.

Rispetto a questo periodo di grandi cambiamenti, mi vengono in mente i bambini: se a un bimbo piccolo facciamo vedere una graffetta e lui non sa cosa sia, ci darà mille modi per poterla utilizzare e probabilmente non dirà che può servire a tenere fermi i fogli. Bisogna imparare a vivere le situazioni allo stesso modo: provando a dimenticare quello che istintivamente vediamo e pensiamo e iniziare a chiederci quali altri significati abbiamo.

Le risposte che cerchiamo stanno lì: non nella situazione, ma nell’esperienza. E l’esperienza dipende tutta dalla nostra interpretazione delle cose.

Carina Fisicaro Chi è

Carina Fisicaro è CEO di DonnaOn, movimento per l’empowerment al femminile. Inkalce Magazine è media partner del progetto DonnaOn, che ha formato più di 2000 donne e che, ogni anno, riunisce partecipanti di tutta Italia al congresso nazionale dove, come Inkalce, siamo sempre presenti per raccontarvi l’esperienza.

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Roberto Grandicelli racconta il “suo” Human centered-branding L’”Io” ovvero l’impresa rivolta verso se stessa, il “tu” (l’impresa che guarda al mercato) e il “ noi”, l’impresa analizzata nel contesto sociale: è questa la tripartizione imprenditoriale che viene analizzata in “Nasce lo Human centered-branding” pubblicazione di Roberto Grandicelli edita da Franco Angeli che, a pochi mesi dall’uscita, è già alla seconda ristampa. «Un risultato importante specialmente se consideriamo il contesto in cui si è conseguito, in piena pandemia rivela l’autore - Vuol dire che c’è attenzione verso un nuovo ruolo del brand nelle nostre vite, un brand che non si coniuga più solamente dal lato profitto, ma che pone l’attenzione al suo lato “umano”».

“Nasce lo Human centered-branding” è, infatti, un efficace strumento analitico per tutti coloro che si occupano di comunicazione, pubblicità, marketing e branding, nelle sue diverse declinazioni. Il testo traccia il profilo della nascente strategia di branding per la quale l’uomo viene posto al centro di tutte le dinamiche aziendali e ripercorre la strada fin qui tracciata, dalla creazione della marca al branding, analizzandone l’evoluzione in ottica human (internal branding e dinamiche slow), passando attraverso la crescente attenzione al bene comune (CSR - Corporate Social Responsibility), fino all’illustrazione della filosofia “human-centered branding”. «Lo “human-centered branding” pone l’individuo come centrale rispetto alle logiche di mercato e vede il profitto come effetto collaterale alla generazione di valore - prosegue Grandicelli - Una volta si andava al lavoro per conseguire lo stipendio, poi è subentrata la carriera; ora, assistiamo ad una necessità diversa: io mi reco al lavoro per ottenere una constante gratificazione quotidiana. Il fatturato diventa quindi una sorta di effetto collaterale: l’azienda nasce per produrre in primis valore e poi utili, nel pieno rispetto della comunità». Un’evoluzione della Csr, Corporate Social Responsibility, a cui numerose realtà si sono già avvicinate e si stanno avvicinando con un approccio maggiormente pratico: «Avere una carta etica e dei valori non è sufficiente per dire di fare Csr - afferma ancora Grandicelli - E’ un’operazione che va rinnovata ogni giorno nelle azioni quotidiane».

Il contributo di idee ed esperienze maturate da professionisti e docenti universitari arricchisce il volume che si completa dando conto di “case histories” rappresentativi rispetto al tema in esame. «Oggi siamo troppo ancorati al concetto di resilienza - conclude l’autore - Dovremmo invece spostare l’attenzione a quello di re-attivanza ovvero l’abilità di essere proattivi con gli altri».

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Roberto Grandicelli Chi è?

Roberto Grandicelli è responsabile Brand Care & Promo Adv per il Gruppo Istituto Italiano della Saldatura; nel network di redazione di Brandforum, Osservatorio Culturale sul Branding, di Patrizia Musso, pubblica per il magazine Advertiser diretto da Massimo Bolchi. Appassionato di arti visive, cura la sezione Purezza formale per il portale d’arte www.artonweb.it di Vilma Torselli.

I nostri Brand ambassador Inkalce Magazine non è una rivista: è uno strumento di marketing, un ecosistema.

Il nostro obiettivo? Generare connessioni, relazioni, ispirare e aspirare al bello.

Le nostre persone? Eccole

Eva Ellena Sono Eva Ellena, nata a Milano e da diversi anni residente nel comasco.

Prima ancora di laurearmi ho iniziato a lavorare nelle Risorse Umane, 20 anni dedicati al supporto alla crescita professionale e all’inserimento lavorativo come Career Counselor. Ma non era abbastanza, mi mancava qualcosa. Così ho iniziato il mio percorso per diventare Counselor certificato e affiancare le persone anche nelle difficoltà della vita privata, nell’affrontare il cambiamento costante che la caratterizza.

Oggi opero con consapevole soddisfazione, costruendo relazioni di fiducia e supportando chi lo necessiti, arricchendomi a mia volta.

Il mio obiettivo, oltre a fare cultura del Counseling, è condividere uno stile di vita, strumenti e strategie di cui io, in prima persona, ho provato sulla mia pelle i benefici.

Per contattarla: Cell. 338/4270617 Mail: evaellena.counseling@gmail.com Pagina FB: Eva Ellena - Life & Career Professional Counselor Pagina Linkedin: Eva Ellena - Life & Career Professional Counselor

Mariella Roberto Mi chiamo Mariella Andreina Roberto, sono una giornalista e sociologa italo-venezuelana Sono nata a Caracas nel 1987 e sono cittadina italiana. Nel 2006, mi sono diplomata in lingue al liceo linguistico Pasquale Lanza di Praja a mare (Cosenza), dove ho studiato: inglese, francese e spagnolo. Nel 2010, mi sono laureata in Sociologia all’Università di Salerno con una tesi sullo “Stalking” in Sociologia del diritto. Nel 2011, ho frequentato il Master “Editoria, giornalismo e management culturale” all’Università La Sapienza di Roma. Sempre a Roma ho collaborato con Eurolaurea; Nel 2013, la passione per la mia terra di nascita, l’America latina, mi ha portato a creare il blog: www.scoprendoamericalatina.blogspot.com. Qui ho pubblicato interviste scritte realizzate tramite Skype al fine di diffondere maggiormente la cultura latino americana e l’informazione proveniente dallo stesso continente. Nel corso degli anni ho svolto diversi stage nel mondo del giornalismo e della comunicazione partecipando anche a diversi convegni.. Ora sto lavorando a un nuovo progetto personale di interviste dedicate a quest’emergenza del Covid19. Ho deciso di intervistare professionisti di diversi ambiti che hanno intrapreso nuove esperienze di vita e di lavoro e o lanciato nuovi progetti e collaborazioni. Il mio obiettivo è raccontare storie positive alfine di dare un messaggio di speranza alle persone in un periodo così difficile e di isolamento.

Per contattarla: LINKEDIN: MARIELLA ROBERTO https://www.linkedin.com/in/mariella-roberto-688a1946/ FACEBOOK: MARIELLA ROBERTO https://www.facebook.com/mariella.roberto.9 INSTAGRAM: MARIELLA ROBERTO SKYPE: mariella.andreina.roberto EMAIL: mariellaroberto87@outlook.it

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Emanuele Ferrari Sono Emanuele Ferrari, classe 1981. Nato a Biella, mi definisco una mente creativa e appassionato di innovazione, bitcoin e startup; sono certo che il mondo stia cambiando velocemente in tutti i settori e saperne cogliere i nuovi risvolti apre una strada dalle mille opportunità.

Se cogliere il cambiamento è la prima chiave per il successo, la condivisione è sicuramente la seconda. Da un anno a questa parte metto a disposizione le mie esperienze nel mondo dell’innovazione, come mentore di Faster Capital, un incubatore virtuale con sede in Dubai e, allo stesso tempo, ho ricevuto la qualifica di “expert” sulla piattaforma Icobench, come tale ho la possibilità di scrivere recensioni e assegnare punteggi su tutti i progetti pubblicati legati alle valute digitali.

Collaboro come “Advisor” con “Easy Feedback Token”, una giovane startup spagnola con l’obbiettivo di utilizzare un sistema basato su blockchain per ricevere feedback dai clienti e assegnarli così alle attività associate; una bella sfida.

Inoltre Sono associato di Cultura Digitale una associazione che si occupa di tecnologia e sociale perché le relazioni umane hanno un valore inestimabile.

Sicuro del fatto che ad ogni problema esista una soluzione; in questo periodo ho costruito una piattaforma online, www. consegnalo.com, dove promuovo le piccole attività locali che offrono il servizio di consegna a domicilio nella propria zona; il tutto gratuitamente perchè credo che, in questo periodo, cercare di fare del bene sia il più grande dei guadagni.

Per contattarlo: Cellulare: 339-3625003 Telegram: @Emanuele_Ferrari Mail: mail.ferrariemanuele@gmail.com Faster Capital https://fastercapital.com/mentor/emanuele-ferrari.html

Laura Albace Sono Laura Albace e abito in provincia di Pavia.

Sono prima di tutto mamma di due adorabili bimbi, poi educatrice d’infanzia e family coach.Sono titolare di un centro per l’infanzia e mi sono presa cura, negli anni, di diversi aspetti dei bambini di oggi ma mi sono resa conto che per arrivare al benessere dei bambini bisogna partire prima di tutto dal benessere dei genitori. Ecco perchè ho scoperto che la mia missione è proprio questa: aiutare i genitori a scoprire e sviluppare al meglio il proprio potenziale nascosto per trasmettere ai propri figli un esempio di positività e di successo.

Mi definisco una coach praticolistica, perchè unisco gli strumenti pratici del coaching con l’aspetto spirituale e olistico della Mindfulness (meditazione della consapevolezza) in cui mi sono specializzata per poterla insegnare e che si sposa perfettamente con il coaching e con la mia ideologia del qui ed ora e della felicità incentrata sul presente.

Per contattarla: Mail: info@lauralbace.com Tel: 338-7424011 Sito web: www.lauralbace.com - www.serenamentegenitore.it Pagina FB: SerenaMente Genitore Gruppo FB: Genitore Imprenditore

Veronica Godano Veronica Otranto Godano, classe 1988. Sono nata a Crotone, un angolo di paradiso in Calabria, ma da quasi 3 anni vivo nella Capitale. Lavoro a scuola, ma la mia anima è su un foglio bianco da riempire con le tante penne che acquisto in cartoleria. Ah, sono un’appassionata di post it, ne ho tantissimi e di forme diverse, e di agende colorate. Sono giornalista dal 2018, ma scrivo da molto prima. Master a “Il Sole 24 ore” ed esperienza sia negli uffici stampa che nelle redazioni locali. Scrivo per Dissapore, una testata che si occupa di food. Cultrice del bello, mi piace semplicemente “vivere” ed essere curiosa nei confronti di quello che leggo e osservo ogni giorno.

Per contattarla: veronica.godano@libero.it

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Catiuscia Ceccarelli Catiuscia Ceccarelli, Classe 1981. Sono nata a Jesi (An) dove vivo con Andrea e la piccola Matilde e dove svolgo la mia attività principale: ho uno showroom di porte e finestre. Dal 2007 sono giornalista pubblicista. Dopo diversi anni di giornalismo televisivo, collaboro con testate nazionali e locali occupandomi di serramenti, design, lifestyle e di imprenditoria in rosa. Editor del blog www.langolodikey.it in cui parlo di libri al femminile e intervisto donne che fanno la differenza in ambito sociale e lavorativo. Esempi positivi e ispirazionali sono il mio pane.

Nel 2014 ricevo la Menzione Speciale al Premio Nazionale di Giornalismo “Donne e così sia” con un articolo dedicato al caso di Lucia Annibali.

Autrice del libro “Protagoniste”, in cui ho raccolto diciassette interviste a donne comuni che fanno della loro vita un capolavoro. Edito da Giraldi Editore.

Per contattarla: Blog: www.langolodikey.it Mobile: +39 328 3589404 E-mail: catiuscia@catiuscia.com Skype: catiuscia.ceccarelli

Jully Masache Mi chiamo Jully Masache, nata nel 1989 in Ecuador dove ho trascorso la mia infanzia per poi trasferirmi in Italia con la mia famiglia; inizialmente ho lavorato presso l’ambasciata Ecuadoregna in Italia per alcuni anni mentre nel mio inconscio maturavo la passione per la ginnastica, e solo dopo aver conosciuto la persona che in futuro sarebbe divenuta mio marito, ho deciso di cambiare completamente genere lavorativo ed inseguire la mia passione. Da quel momento mi sono iscritta alla scuola ISSA da personal trainer e ho iniziato la mia nuova professione presso la struttura di mio marito. Ho deciso di intraprendere una strada non ancora battuta cercando sempre più di specializzarmi sulle mamme, in quanto anche io sono mamma di due splendidi bambini, unendo le mie doti e apertura alla gente da animo latino americano, creandomi così con il tempo e il mio modo di fare la nomea di “PT delle mamme” di cui ne vado fiera e orgogliosa. Sperando che questo sia solo l’inizio di una carriera ricca di soddisfazioni e novità!

Il mio motto: “Noi mamme siamo una forza della natura e dobbiamo prendercene cura “ Per contattarla: laptdellemamme@gmail.com www.laptdellemamme.com Jully Masache La pt delle Mamme (Facebook page) @laptdellemamme Instagram Non siamo solo mamme gruppo Fb

BRAND AMBASSADOR INTERNATIONAL Shivesh Agarwal I, i’m from Hyderabad, India. I am 28 years old and also a client of ASENTIV. I am an entrepreneur, networker, owner & editor of an online business magazine - Knwngg bbsnss. I like writing articles, making unique powerful content for business, do something that is creative & innovative, in grand style. I feel at times that I am blessed with some kind of intuitiveness that helps me grow in my work. Also am able to read people’s mind or may be sense what is going in their head. But I will not say it is magic or some supernatural power in me, it could be because am spiritual, alert, intelligent and always active.

We, Knwngg bbsnss is collaborating with Inkalce Magazine and shall exchange some interesting new articles for our vivid readers. We look forward to work together with Inkalce and bring something creative, unique, interesting & powerful for our readers.

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Numero Luglio 2020

Testata registrata presso il Tribunale di Vercelli Proprietaria: Brainding Sas di Falanga Sabrina & C. Piazza S. Francesco 3, 13100 Vercelli VAT No. 02665390023 ROC 31658 Direttore responsabile: Michela Trada Direttore editoriale: Sabrina Falanga Consulenza editoriale: M&D

Inkalce Magazine: sul prossimo numero Settembre è il mese in cui le cose ricominciano. Soprattutto in questo 2020, così unico e particolare nel suo genere, per i suoi avvenimenti, cambiamenti. Per tutto ciò che è avvenuto nella vita di ognuno di noi: sono cambiati equilibri, si sono modificate le sicurezze e sono mutati anche i progetti e i percorsi. I protagonisti di Inkalce Magazine, in realtà, sono sempre pronti al cambiamento: chi fa impresa, con la sua azienda o con se stesso, sa che deve avere un porto sicuro in se stesso. Dai talenti del mondo del food fino a quelli del mondo del fashion, il numero di Inkalce Magazine sarà ricco sicuramente di un elemento: della voglia di portare avanti non solo la propria Mission, per realizzare la propria Vision, ma anche quelle reti e collaborazioni che rendono possibile il buon funzionamento di un Paese meraviglioso. Esattamente come il nostro.

Progetti speciali: Silvia Casini

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