DON GIOVANNI ARRIGONI FONDATORE DELLA RINATA BANDA S. CECILIA
Don Giovanni Arrigoni.
Arriva nel 1933 in sostituzione di Don Arturo Piazza, di cui continuerà l’opera, un novello sacerdote, nato a Canzo (Co) nel 1908 Don Giovanni Arrigoni, che con mamma Teresa va ad abitare in Via Roma al Gesiò. Don Giovanni, intensifica l’attività Oratoriana e dell’Azione Cattolica Giovanile, dedicando tutta la sua attività apostolica per la crescita spirituale e morale della gioventù novatese. Don Giovanni non mancò di essere giovane tra i giovani e il suo senso organizzativo ispirò anche l’attività sportiva e ricreativa, come i tornei di calcio tra i giovani e ragazzi di diverse età e tra i rioni Novatesi quali: El Curnisun, El Tribio’, la Piaseta, el Purtun, via Balossa, el Casermun. Molto in voga in Oratorio le squadre dei “Semper Quei” e della “Lampo”, seguivano anche gli incontri con gli Oratori del Decanato. Inutile dire che il “trainer” della squadra Oratoriana era Don Giovanni che faceva cantare, sul motivo di “Paesanella”, i versi da lui preparati: Ti te vedet i talenti che vincen semper e tucc i squader che vegnen a Nuà ia ciapen semper! Il nome di Don Giovanni è legato ad anni non facili quali furono quelli della seconda Guerra Mondiale e della Liberazione. Don Giovanni teneva vicini i giovani e, con l’aiuto di fedeli collaboratori li preparava, seguiva il movimento clandestino, infondeva nel cuore il senso della libertà, del vero amor di Patria, gli autentici valori della vita. Attraverso l’Ufficio Caritas Parrocchiale tra i primi in diocesi, da lui fondato, si aiutavano le famiglie dei suoi giovani assistendo i casi più bisognosi. Lui “prete della resistenza” membro del comitato Liberazione Nazionale locale, fu insignito della medaglia d’oro, consegnatogli sulla Piazza della Chiesa dal Senatore Cornaggia Medici. Il ritorno dei reduci dalla prigionia dai campi di concentramento, fu organizzato da don Giovanni e con automezzi novatesi, si recò alla frontiera per prelevarli. Si pensò di onorarli e aiutarli con la più sentita
partecipazione. Resteranno indimenticabili quelle giornate, non senza elevare una riconoscente preghiera per la fine del conflitto e nel ricordo di quanti hanno sacrificato la loro vita. “Tra i suoi giovani fioriscono le vocazioni sacerdotali. Tra loro due nomi indimenticabili, che i novatesi hanno accompagnato alla “meta”: don Enrico Gilardi e don Carlo Pogliani. Don Giovanni con Vincenzo Torriani (futuro patron del Giro d’Italia per cinquant’anni), Claudio Minora, l’ingegner Giuseppe Testori e altri amici che gli oratoriani e gli sportivi tutti non dimenticheranno, ha fondato nel 1945 l’Unione Sportiva Novatese. Senza attendere la fine della costruzione del nuovo oratorio, l’U.S.N. si era data da fare ed aveva iniziato il campionato di prima Divisione fino a raggiungere dopo qualche anno la Promozione. Non sembrava vero, dopo le esperienze sul piccolo e glorioso campo a sei del vecchio oratorio (ora Cortile del Centro Femminile) di poter giocare con squadre a 11 giocatori. Prima che don Giovanni li facesse costruire, il campo non disponeva di spogliatoi (ubicati nelle cantine del “Bar Morandi”) e il trasferimento dei giocatori, al campo, e’ rimasto negli annali della storia locale. Dallo sport al teatro alla musica, don Giovanni si impegnò per il bene della gioventù novatese. Fu sempre lui che col rag. Vincenzo Torriani, Carlo Demetrio Faroldi e il cav. Uboldi Felice si recarono a Traversagna, dove si sapeva che in una certa soffitta, don Arrigoni aveva conservato alcuni strumenti inutilizzati. Questo fu il primo passo per la formazione della banda musicale S. Cecilia, assai apprezzata dalla popolazione, che non mancava di riempire le strade e le piazze ogni qual volta il corpo musicale marciava per le vie di Novate.
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