Business of Milan

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Ottobre 2019

Numero 1 - 1

BUSINESS of MILAN FASHION | DESIGN | BEAUTY | WINE&FOOD | ART | REAL ESTATE www.pambianconews.com/milan

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0276388600

LA MODA IN BORSA Come sono andate nel 2018 le azioni del fashion sul listino di Piazza Affari a pagina 16

COM’ERA COME SARÀ IL SALOTTO IN GALLERIA

CRESCE LA BELLEZZA CON BARBA E BAFFI

UNO DIECI CENTO SALONI DEL MOBILE

STREET FOOD DISTRICT SOTTO LA MADONNINA




SOMMARIO

ANNO I - N. 1

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20 BEAUTY I belli in barba & baffi La masterclass della Ferragni Boots, le superfarmacie 32 DESIGN Nasce la nuova Milano Le torri della città I centomila Salone del mobile

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MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE 2019

LA CITTÀ CHE SI MUOVE Quel salotto in Galleria

12 FASHION Intervista - Armani inclusivo Multibrand che passione Storie di negozi

WINE&FOOD Street food district Intervista - Bartolini nel mondo La classifica dei risto format TECH&THE CITY Il quartiere dell'hi tech Shopping col QR code

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EDITORIALE

ANNO I - N. 1

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MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE 2019

P

di David Pambianco

Per sviluppare il business, bisogna anche saperlo vivere

er presentare il concept e gli obiettivi di questo nuovo giornale, è più che mai necessario partire dalla testata: Business of Milan. Si parla di business, ma perché questa è l'anima viva e pulsante di una città. O meglio, si parla di business perché l'obiettivo è scoprire l'anima che lo genera e lo alimenta. Perché Milano si può raccontare attraverso storie di viaggio in una città che sta dietro, che spesso non si percepisce. Ma che esiste, eccome Cosa c'è dietro (o dentro) la capitale degli affari italiana? O, meglio, capitale europea? Non sempre è chiaro cosa significa essere Milano. Questa è ormai da oltre mezzo secolo, la capitale della moda italiana. Basti pensare che, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, elaborati in vista della Fashion Week, sono circa 13.000 le imprese attive nel settore moda a Milano e circa 100.000 gli addetti coinvolti, per un giro d'affari di oltre 20 miliardi di euro, circa un quinto del fatturato italiano delle imprese della moda, che supera i cento miliardi. A questo vanno aggiunti numeri simili, in termini di incidenza, per quanto riguarda il design, ambito in cui il Salone del Mobile ha rappresentato e rappresenta un momento unico a livello mondiale. Ma tutto questo, in fondo si conosceva. Ciò che è rimasto sotto traccia è che Milano è anche la capitale del beauty e del food. Secondo l’associazione di settore Cosmetica Italia, nel 2018, il valore della produzione delle aziende cosmetiche con sede a Milano e provincia è stato quasi il 50% del totale fatturato dell’industria beauty in Italia, arrivando a generare 6,7 miliardi di euro. Il numero delle aziende milanesi di bellezza ha rappresentato il 34,3% del totale delle aziende del settore in Italia, mentre, in termini di consumi, sotto la Madonnina si fanno acquisti beauty per 730 milioni di euro, che significa il 7,2% del totale consumi cosmetici in Italia. E poi c'è il food & wine. Ovvero, un'industria in forte crescita che sta spostando il baricentro dalle vigne alla distribuzione, ossia agli investimenti in reti di locali e ristoranti. Anche qui, Milano è oggi la terra promessa. O meglio, la terra di lancio per il mercato nazionale e internazionale. Qui si creano e si testano i nuovi format. Qui si sviluppano le catene che andranno poi a proporsi sui mercati esteri. Lo prova, oltre alla nascita di quartieri caratterizzati dai ristoranti, l'affermarsi di appuntamenti unici a livello fieristico. Tutto questo ha giocato e giocherà molto sulle interazioni con la città. La moda ha bisogno di vie dello shopping e infrastrutture di accoglienza all'altezza dei clienti internazionali, ma ha scoperto anche l'importanza di creare interazioni progressive con le persone attraverso momenti di apertura e coinvolgimento. Questo, è il segreto di ciò che ha fatto grande il Salone del Mobile, evento che trasforma quartieri e negozi del capoluogo lombardo. Mentre, su questo fronte, il beauty agisce quotidianamente con sperimentazioni nei negozi. La crescita del wine & food è quasi consequenziale a questa vivacità della capitale dei business. Dove il settore avrebbe potuto sperimentare la propria trasformazione, da mondo artigianale a industria dell'alimentazione di lusso, se non in una città già pronta e desiderosa di compiere il salto anche sul fronte dei piaceri della tavola?

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uesto giornale nasce per accompagnare chi frequenta Milano per affari, o chi la conosce soprattutto per affari, in un'immersione più profonda di questa realtà. Per scoprire le origine di un business, o di un luogo di business, o di un protagonista di business. Dal punto di vista economico, e poi con tutte le connessioni storiche e sociali che questo ha attivato e attiva. Si potrebbe dire, Business of Milan è un viaggio nell'anima del business di Milano, motore inarrestabile di innovazione e creatività. Per capire la città e la ricchezza che genera. E, soprattutto, per imparare a viverla.



la città che si muove IN PRIMO PIANO

LUOGHI SIMBOLO

Come era, come sarà il salotto in Galleria Sotto le cupole di Vittorio Emanuele, a due passi dal Duomo, c'è l'angolo più elegante della capitale della moda italiana. Da qualche anno, riscoperto dalle griffe, è divenuto un simbolo da conquistare. Là dove c'era McDonald's, la mappa delle vetrine è del tutto cambiata

La Galleria Vittorio Emanuele a Milano (foto grande sotto) è stata terminata nel 1878. È tra i più celebri esempi di architettura del ferro europea e rappresenta l'archetipo della galleria commerciale dell'Ottocento

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c a f di Andrea Sica

L'ultimo in ordine di tempo è il rinnovo, a costi quadruplicati, di Prada. Quello più atteso è l'esordio, ancora incerto, di Moncler. Quello più discusso è l'arrivo in grande stile di Yves Saint Laurent. IL SALATO RILANCIO DI PRADA Prada mantiene, a caro prezzo, la sua storica boutique milanese in Galleria Vittorio Ema-

nuele II. La giunta, si legge sul sito del Comune di Milano, ha approvato il rinnovo della concessione dello store senza indire alcun bando di gara perché sussistono i requisiti di interesse pubblico al rinnovo del contratto d’affitto. “Il negozio – si legge online – è presente nelle stesse vetrine dal 1948 e possiede un dimostrato valore storico e identitario”. Il nuovo canone d’affitto del negozio Prada, 1.594 mq disposti su 3 livelli con vetrine che affacciano sull’Ottagono,

sarà di 2,2 milioni di euro all’anno. Prezzo più che quadruplicato rispetto agli attuali 520mila. Il contratto avrà durata 12 anni e il valore del nuovo canone non è stato calcolato sulla base delle sti-

me fornite dall’Agenzia delle Entrate (1.760,19 euro a mq), ma in seguito ad un accordo tra Comune e società Fratelli Prada, che allinea il nuovo canone a quanto corrisposto (1.849,00 euro a mq) per l’al-

Per le concessioni, i bandi del Comune generano aspre battaglie al rialzo

tro negozio in affitto in Galleria alla società Prada, dedicato al menswear, aggiudicato nel 2013 dopo una gara al massimo rialzo. “L’insegna Prada è presente in Galleria fin dagli anni 20 – spiega l’assessore al Demanio Roberto Tasca – ed era quindi necessario rinnovare la concessione perché si tratta di un negozio che fa parte del patrimonio storico e culturale del “Salotto” dei milanesi. Il nuovo contratto d’affitto sarà economicamente più vantag-


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BANDI GALLERIA MILANO Brand

Metratura

Bando

base d'asta

Yves Saint Laurent

82 mq al posto di Nara Camicie

1 mln euro all’anno

Cracco (base d’asta 131mila euro)

1.090.000 euro

Cracco

1118 mq al posto di Mercedes

Moncler

748 mq al posto dell’Urban Center fissata a quasi 1,2 milioni di euro

Prada

1.594 mq

Gioielleria Currado

gioso per il Comune a conferma che il percorso verso la valorizzazione economica del patrimonio immobiliare pubblico è irreversibile e produce ottimi risultati per sostenere un bilancio falcidiato dalle decisioni del governo”.

Moncler unico a presentare un’offerta

2,2 milioni di euro rinnovo concessione store senza bando 700mila euro su una base d’asta di 231mila euro

Vittorio Emanuele II, al civico 21 di Piazza Duomo, ha messo sul piatto 1 milione di euro all’anno, circa 12.195 euro al metro quadrato. Una cifra pari a otto volte la base d’asta del bando del Comune di Milano, ferma a 131mila euro di canone annuo, e che corrisponde al canone del ristorante di Carlo Cracco, sempre in Galleria,

rimane

sviluppato su cinque piani e su oltre 1.000 metri quadrati. Il bando lanciato dall’amministrazione municipale e vinto da Yves Saint Laurent, invece, è per una sola vetrina e un totale di 82 metri quadrati, nei locali fino a ora occupati da Nara Camicie. L’afMONCLER PRONTO fitto durerà 18 anni. ALL'INGRESSO La griffe, che attualmente a Milano conta su un solo La Galleria Vittonegozio in via rio Emanuele II di Sant’Andrea, ha Milano si prepara a battuto le offerPer un posto in Galleria ospitare un nuovo te della stessa inquilino. Con ogni Camicie il braccio di ferro più clamoroso Nara probabilità, infatti, e di altri grandi sarà Moncler a rimarchi come è stato quello vinto da Ysl levare gli spazi che Luxottica, Daerano dell’Urban miani, RicheCenter, di cui a fine mont Italia e agosto la Giunta aveva già Moreschi, che hanno offerto approvato le linee di indiriztutti cifre ampiamente infezo della gara di assegnazione. riori. Il marchio di piumini è stato Gli uffici preposti, nel meninfatti l’unico a presentare tre, stanno verificando i dettaun’offerta a Palazzo Marino gli dell’offerta e controllando per i 748 metri quadrati fii dati societari. Se non sorgenora occupati dall’infopoint ranno problemi, l’aggiudicacomunale, che verrà trasferito zione definitiva arriverà tra un alla Triennale. paio di mesi. Così, Moreschi La base d’asta per il canone e Luxottica, rispettivamente annuo era stata fissata a quasi seconda e terza classificate 1,2 milioni di euro.

MODA AL POSTO DELLA FINANZA

LA NUOVA CORDUSIO di Giada D'Alessio

Piazza Cordusio a Milano si prepara a un nuovo volto. Il celebre scorcio milanese, meta di cittadini e turisti, storicamente riconosciuta come la piazza delle banche, assumerà da qui al prossimo anno un volto ben più fashion e lifestyle. E non soltanto grazie all’arrivo di Uniqlo, che proprio ieri ha annunciato ufficialmente lo sbarco italiano nell’edificio di proprietà di Hines Italia, ma anche tramite l’apertura di diversi altri nomi, che andranno a rimpiazzare quelli della finanza, che da sempre hanno popolato l’area. Di recente, Starbucks ha scelto l’ex palazzo delle Poste (di proprietà di Blackstone) per il debutto italiano. Ma non solo. Stando a quanto si legge su Il Sole24Ore, a fianco di Uniqlo aprirà il flagship più grande al mondo di Yamamay, che su una superficie di 1.000 metri quadrati ospiterà anche uno spazio food al primo piano. In aggiunta, il palazzo di Generali verrà riconvertito e arriverà, stando a indiscrezioni riportate dalla testata, il cinque stelle lusso di Meliá International. E anche l’adiacente via Orefici si prepara a grandi cambiamenti: nel palazzo di Hines, ex sede Luxottica, dovrebbero arrivare le vetrine di Tommy Hilfiger, Under Armour e Levis. E ancora, c’è parecchia attesa per il volto che avrà Palazzo Broggi: inizialmente si vociferava dell’arrivo di un hotel, ma ora si starebbe studiando un nuovo concept per i suoi quasi 50mila metri quadrati. Stando sempre al quotidiano, in Piazza Cordusio sono stati firmati ben 15 contratti di nuovi affitti negli ultimi 12 mesi. E, per la zona, si sta discutendo anche di un progetto di pedonalizzazione che potrebbe diventare realtà l’estate del 2020. Piazza Cordusio a Milano si prepara a un nuovo volto. Il celebre scorcio milanese, meta di cittadini e turisti, storicamente riconosciuta come la piazza delle banche, assumerà da qui al prossimo anno un volto ben più fashion e lifestyle. E non soltanto grazie all’arrivo di Uniqlo, che proprio ieri ha annunciato ufficialmente lo sbarco italiano nell’edificio di proprietà di Hines Italia, ma anche tramite l’apertura di diversi altri nomi, che andranno a rimpiazzare quelli della finanza, che da sempre hanno popolato

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IL COLPO A SORPRESA DI YSL

A fine novembre è arrivato il via libera all’arrivo di Yves Saint Laurent in Galleria: il Tar della Lombardia, infatti, ha bocciato i ricorsi presentati da Luxottica e Moreschi in seguito alla vittoria della gara per aggiudicarsi uno spazio di circa 80 metri quadrati da parte della griffe francese. La questione si è creata dopo il colpo messo a segno in luglio. Offerta record da parte della SL Luxury Retail, concessionaria del marchio Yves Saint Laurent, che, per aggiudicarsi una sola vetrina in Galleria


investire con eleganza STUDI

NUMERI DELLA MODA NEL MONDO

MERCATI AZIONARI

LA MODA IN BORSA La Cina ha gelato i listini nel 2018. Ma tengono i titoli del lusso e lo sportswear. Niente ripresa per il fast fashion. La milanese Piazza Affari registra alcuni exploit, ma anche brusche cadute di Veronica Sureni

I titoli della moda e del lusso come un domino che, dopo lo scossone cinese, ha iniziato a vedere i propri tasselli vacillare. La frenata della Cina, la cui economia nel 2018 ha registrato la crescita inferiore dal 1990 (+6,6%), ha infatti inciso pesantemente sulle performance borsistiche dei grandi del lusso, i quali, nonostante l’incertezza del mercato, sono comunque stati in grado di non deragliare. Secondo l’analisi stilata da Pambianco sulla variazione dei titoli delle aziende della moda e del lusso nel periodo 1° gennaio - 31 dicembre, il 2018, sulla scia dell’anno precedente, è stato un anno di transizione. Nello specifico, l’Europa ha visto oltre la metà dei propri titoli chiudere con il segno meno, mentre l’America si è dimostrata leggermente più equilibrata. In picchiata, invece, l’Asia. In questo clima di incertezza, oltre al lusso, corre lo sportswear. Il fast fashion, invece, continua

la propria retromarcia. EUROPA L’Europa, in generale, ha visto i titoli del lusso e dello sportswear in crescita. Mentre quelli del fast fashion e delle realtà in fase di riassetto hanno registrato performance negative. A partire dallo scorso ottobre, complici le prospettive di rallentamento del mercato cinese e l’abbassamento del giudizio sul settore da neutral a underweight da parte degli analisti (tra cui Morgan Stanley), i principali titoli del lusso hanno iniziato a perdere terreno. Tuttavia, nonostante le performance siano ben lontane dalle crescite registrate a chiusura del 2017, il lusso europeo di Kering (+17%), Brunello Cucinelli (+11,8%), Hermès (+10,8%), Lvmh (+9,1%), Aeffe (+5,8%), è riuscito comunque a mantenere parte dei guadagni della prima parte dell’anno, grazie anche a risultati tranquillizzanti nell’ultimo trimestre. Prima

dell’ottobre ‘nero’ però, il 2018 ha visto brillare diversi titoli, in primis quello di Moncler che nonostante abbia chiuso l’anno con un prezzo per azione di 28,93 euro in crescita di ‘appena’ il 12,9%, nel corso dei 12 mesi è riuscito a toccare i massimi di sempre, raggiungendo i 42,55 euro. Molto bene anche lo sportswear, e in particolare Puma, che ha battuto tutti gli altri titoli chiudendo a +18,6 per cento. Festeggiano anche i cugini tedeschi di Adidas che, nonostante abbia annunciato un rallentamento a causa di una crescita inferiore del previsto in Europa occidentale, ha comunque chiuso il 2018 con un titolo in crescita del 12,2 per cento. Performance negative, invece, per Burberry (-0,6%) che sconta ancora la transizione manageriale e stilistica, Salvatore Ferragamo (-18,4%), Hugo Boss (-22,7%) e Tod’s (-29,4%), anch’esso alle prese con riorganizzazioni manageriali e di posizionamento. Molto pesanti i

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titoli delle società che sono in fase di riassetto come Stefanel (-60,7%) e Safilo (-76,4%). A questi si aggiunge Ovs che ha continuato a subire i colpi della sfortunata operazione svizzera con Sempione Fashion. Prosegue, anche nel 2018, il trend negativo che affligge il fast fa-

LEQUOTABILI 2018 Un osservatorio trasversale su tutto il made

in Italy, capace di cogliere quelle che possono

FASHION

FURLA (Alberto Camerlengo) SCORE 78,9

mani. Il premio leQuotabili 2018 rappresenta

DESIGN / CASA

BEAUTY

1° 2°

essere le eccellenze di oggi e, soprattutto, di do-

1° 2°

VALENTINO (Stefano Sassi) SCORE 82,5

STONE ISLAND (Carlo Rivetti) SCORE 77,1

ALFAPARF (Roberto Franchina) SCORE 63,1 AGF88 (Gianni Pegorin) SCORE 61,5

SODALIS (Sede del Gruppo) SCORE 59,1

DESIGN HOLDING (Piero Gandini) SCORE 79,7 MINOTTI (Renato Minotti) SCORE 76,2

3° POLTRONA FRAU (Dario Rinero) SCORE 68,2


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Quelle di Palazzo Mezzanotte

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shion di Next (-8,7%), H&M (-20,4%) e Inditex (-20,5%). AMERICA E ASIA

Lo sportswear è stato il protagonista dei listini americani. Qui, infatti, sono cresciuti i titoli di Lululemon (+52,6%), Colum-

bia Sportswear (+16,4%), Under Armour (+15,7%). Nike, in particolare, ha chiuso con un titolo in crescita del 18,1% a 74,14 dollari, registrando però, nel corso del 2018, molteplici record di crescita, che l’hanno portata a toccare gli 86 dollari per azione. Male solo

la tredicesima edizione dell’analisi annuale,

in generale, il lusso americano. A parte Ralph Lauren che è cresciuto debolmente (+0,7%), gli altri esponenti come Tiffany (-22,8%), Tapestry (-23,2%) e Capri Holdings (-40,8%), ex Michael Kors, hanno registrato un ribasso. In particolare, la neo proprietaria di Versace ha

più preparate, in termini di requisiti patrimo-

EBITDA %

1° FLORIM (Claudio Lucchese) SCORE 74,8 IRIS CERAMICA (Federica Minozzi) SCORE 73,5

per Skechers (-40,5%) che non è riuscita a riprendersi dopo il pesante secondo trimestre. Trionfa, in ogni caso, un ritrovato Fossil che dopo aver chiuso il 2017 all’ultimo posto con -70,5%, nel 2018 ha saputo riprendersi (+81,8%), dopo diversi esercizi in declino. Male,

condotta da Pambianco, sulle società italiane

DESIGN / RIVESTIMENTI

Le società del made in Italy quotate a Milano

3° GRESMALT (Sede del Gruppo) SCORE 69,5

1° KARTELL (Claudio Luti) 32%

GIANVITO ROSSI (Gianvito Rossi) 31%

niali e di posizionamento, per una quotazione

CRESCITA % FATTURATO

1° 2°

Debutta il nuovo indice Ftse Italia Brands che include le 22 società quotate comprese nella vetrina Italian Listed Brands e già incluse nel Ftse Italia All-Share. La lista dei titoli è stata definita da un panel di esperti settoriali, tra cui analisti industriali e finanziari, sia italiani sia internazionali, che, oltre alle adeguate caratteristiche di investibilità (capitalizzazione, flottante, liquidità), ha considerato i principali asset intangibili di queste società, come la percezione del brand e il posizionamento distintivo rispetto ai competitor. Due i settori di maggior peso nel nuovo indice, quello dell’automotive & parts (con, tra gli altri, i titoli di Brembo, Ferrari, Fca, Piaggio e Pirelli) e quello dei personal goods, con l’inclusione dei principali player

3° GOLDEN GOOSE (Silvio Campara) 30%

GOLDEN GOOSE (Silvio Campara) 40% STONE ISLAND (Carlo Rivetti) 38%

3° SODALIS (Sede del Gruppo) 35%


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INTERVISTA GIORGIO ARMANI

Sfilare nel tempo, da Linate al futuro con una VISION sostenibile da Sara Foglia Inclusività e sostenibilità. Giorgio Armani racconta i cardini attorno a cui si sviluppa oggi il suo gruppo. Un sistema valoriale che lo stilista ha voluto blindare nel tempo, con la creazione di una Fondazione (la prima del suo genere in Italia) che manterrà il controllo futuro dell’azienda. Ma Armani non dimentica lo spirito d’innovazione e libertà. E, nell’utima settimana delle passerelle milanesi, ha voluto sfilare nell’hangar dell’aeroporto di Linate. Quello che dal 1996 porta il suo nome.

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PAMBIANCO DOMANDA.Partiamo dalla sfilata Emporio Armani P/E 2019 all’aeroporto di Milano Linate. Perché questa scelta fuori dal centro? Quale messaggio avete voluto lanciare? ARMANI RISPOSTA. Linate è uno dei simboli di Milano. Non importa che sia fuori dal centro: è un luogo che rappresenta l’internazionalità, l’apertura, lo spirito di innovazione di questa città, che è da sempre un punto di ri-

Inclusività e sostenibilità diventano parole chiave anche per lo stilista piacentino. Che racconta oggi il suo gruppo. Un sistema valoriale che ha voluto blindare con la creazione della Fondazione

ferimento estetico ed etico importante del mio mondo. L’ho scelto perché volevo un luogo che fosse sinonimo

"Un posizionamento sostenibile oggi è fondamentale. È una questione di etica ancor prima che di strategia. Sono aspetti in continua evoluzione sui quali il consumatore è informato"

di viaggio come occasione di avventura e libertà. Linate rappresenta tutto questo, ovvero i valori che definiscono

Emporio Armani nella sua natura di marchio contenitore. Attraverso questa scelta, vorrei che fosse percepito il messaggio di apertura e di inclusione proprio in tempi in cui, purtroppo, si ergono barriere. Per Armani, cosa significa essere ‘sostenibili’, oltre alle questioni ambientali? L’utilizzo responsabile delle risorse naturali, la salvaguardia dell’ambiente, il rispetto delle comunità, così come la tracciabilità di tutto il processo e la si-

Piacentino di origine, milanese da sempre. Il suo nome svetta da anni sull'aeroporto di Linate

curezza dei prodotti, sono necessità imprescindibili per ogni azienda che operi a livello globale. Oggi la sostenibilità è un tema attuale e importante, forse un po’ complesso per l’industria della moda, per via della sua stessa natura che consiste nell’offrire capi nuovi ogni stagione. Posso dire però che la filosofia alla base del mio marchio è da sempre

GIORGIO ARMANI IN NUMERI 2.650

2.511

Ricavi: 2.339.562

2.335

Utili: 242.441 19,6

SALES milioni di euro

18,4

Negozi: (al 31 dicembre 2017, i punti vendita gestiti direttamente e collocati in Europa Occidentale, Nord America, Cina, Giappone, Australia e Brasile sono) 524

18,7

EBITDA in % 2015

2016

2017

Dipendenti: 7500


LA CLASSIFICA DEI NEGOZI AL TOP Valori in milioni di euro 160 103 96 78 73 70 66 65 57 53 47 40

Fonte: Pambianco Strategie di Impresa


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STUDIO

in continua evoluzione sui quali il consumatore è informato, ma sui quali va anche educato attraverso la qualità e la trasparenza del prodotto. Ritiene che il mercato vada ‘guidato ed educato’ su questi temi? Credo che l’attenzione e la sensibilizzazione verso questo aspetto siano doverose da parte delle grandi aziende che influenzano con le loro scelte e la loro comunicazione il grande pubblico. La sostenibilità è un tema delicato, che riguarda tutti. Cosa pensa del paradosso tra esclusività e inclusività del lusso? Forse bisognerebbe ripensare il termine lusso, ormai inflazionato, logorato dall’uso frequente che se ne è fatto. Lusso oggi è la cura estrema della qualità, che non può prescindere dal rispetto dell’ambiente. È un sistema di valori che definisce un mondo, e che in quanto tale parla a un certo pubblico escludendone altri. Il lusso è inclusivo per il pubblico a cui si rivolge perché si basa sulla condivisione di valori. Il paradosso, come vede, è apparente.

Il multibrand torna protagonista Il modello multimarca conferma di aver trovato una nuova giovinezza. Secondo la ricerca di Pambianco Strategie di Impresa, i primi 12 retailer di lusso hanno registrato un aumento dei ricavi del 13,1% nel 2018 Narra il mito che la Fenice abbia la capacità di rinascere dalle proprie ceneri. La categoria dei multibrand italiani di lusso si avvicina quasi alla mitologia. Quello che era il vecchio multimarca, pensato per una clientela prevalentemente locale, non c’è più. Al suo posto, è nato un nuovo tipo di multibrand: non solo uno spazio di vendita (perché lo shopping tradizionale è ridotto al lumicino), ma uno show-room per le griffe del lusso che, da un lato, hanno ormai istituzionalizzato il parallelo, e, dall’altro, hanno integrato il negozio in strategie omnichannel. Le due dinamiche in atto (aperture e online) hanno raggiunto un punto di svolta nel 2017, e proseguono nel 2018. La classifica stilata da Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati nel principali multibrand italiani del lusso fotografa in modo nitido questa tendenza. Il 2017 si può definire un anno da incorniciare. II fatturati dei primi 12 multibrand italiani di lusso sono aumentati nel complesso del 13,1% sfiorando il miliardo di euro (907,9 milioni di euro contro gli 802 milioni del 2016) con numerosi picchi di crescita a due cifre e nessuno segno meno. Non solo. Le prime posizioni della classifica sono occupate da gruppi che hanno affiancato alla struttura fisica anche un’importante piattaforma online. Follie Follie ha lanciato nel 2017 la sua piattaforma e-commerce TheDoubleF. L’online “incide per il 5% delle vendite totali dell’azienda – spiegano dal gruppo – e confidiamo che nei prossimi tre anni possa raggiungere il 30%”. E mentre sviluppa il digitale, l’insegna è impegnata a stringere alleanze. Dopo quella con Ratti a Bologna, ora è la volta di G&B Negozio, l’insegna di Gianni Peroni (al secondo posto nella classifica per fatturato), realtà che conta punti vendita ad Aosta, Courmayeur, Ponte di Legno e Brescia, e con un importante sito di e-commerce rinnovato nel 2015. I

Che reazioni ha registrato dal mondo della moda e dell’imprenditoria italiana? Ho registrato reazioni estremamente positive, e di grande interesse, soprattutto in un momento delicato come questo, in cui molti marchi

Valori in milioni di euro 160

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La scelta di creare una Fondazione è anomala in Italia, coerente con la Corporate Social Responsibility (l’azienda come responsabile delle proprie relazioni e ruolo sociale). Perché adottare questa strada e non immaginare l’entrata di un fondo finanziario? Ho sempre ritenuto che l’indipendenza fosse la chiave del mio successo, e ne sono ancora convinto. L’ingresso di un fondo snaturerebbe questo aspetto, mentre la Fondazione lo preserva in modo organico.

LA CLASSIFICA DEI NEGOZI AL TOP

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65

57

53

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Fonte: Pambianco Strategie di Impresa

due retailer hanno stretto una partnership sulla piazza di Brescia, dove sarà lanciata una nuova insegna con due punti vendi-

in Sardegna, con monobrand a Portofino, Porto Cervo, Forte dei Marmi) e con una piattaforma digitale, lanciata tre anni fa, che vale oggi il 60% dell’attività.

Il 2017 si può definire un anno da incorniciare

Il panorama digitale vedrà a breve il lancio di altri due progetti omnichannel. Da una parte quello del gruppo Chalon, proprietario di Tony Boutique e di altri store in Italia e all’estero: Gisa Boutique ad Ancona e Chiaravalle (An); e Minola a Biella; oltre allo store di 400 metri quadri a Marsiglia. Il gruppo ha appena acquistato le ex piattaforme dell’allora Yoox, Thecorner e Shoescribe, con l’intenzione di farne un modello phygital. Dall’altra c’è Coltorti, impegnato in un importante piano di rilancio del gruppo. “Il 2017 e il 2018 sono anni di svolta – racconta a Pambianco Magazine Riccardo Bilancioni, direttore generale di Ikonic Srl, la società che controlla l’insegna – anche a livello societario con la chiusura di alcune società partecipate”. Il focus sarà la creazione di una piattaforma online di cui i negozi italiani del gruppo (Ancona, Macerata, San Benedetto del Tronto e Pesca-

ta. Che l’online sia ormai fondamentale nella strategia di vendita dei multibrand lo conferma anche il caso di Stefaniamode, boutique fondata negli anni Settanta a Trapani, e che nel corso del tempo si è ampliata con un network di negozi (a Favignana, Saint Moritz e il Forte Village



FASHION DIVERSAMENTE VETRINE ANTONELLI FIRENZE, SBARCO RETAIL

Antonelli Firenze ha scelto Milano per il proprio debutto retail. Il negozio ha preso casa al civico 12 di Corso Venezia e rappresenta "l’inizio di un progetto di aperture di diversi negozi in varie città italiane”, ha spiegato a PambiancoTv Enrica Antonelli, presidente e direttore creativo.

IL PRIMO MONOMARCA ROBERTO FESTA,

Roberto Festa Milano ha inaugurato il primo punto vendita monomarca in corso Venezia 21, negli spazi prima occupati da Luciano Padovan. Lo store, situato nel cuore del quadrilatero della moda, si sviluppa su due livelli: uno dedicato alla vendita e uno showroom.

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SARAGIUNTI, L'ESORDIO È IN CORSO MATTEOTTI

IL PRIMO NEGOZIO NBA D’EUROPA SARÀ A MILANO Il primo store Nba d’Europa sarà a Milano. A farlo sapere sono le principali testate sportive italiane, precisando che il negozio (che è il terzo al mondo) dedicato al merchandising della lega professionistica di pallacanestro degli USA sorgerà in zona San Babila, nella Galleria Passarella, e sarà liberamente ispirato allo store di New York sulla 5th Avenue. Secondo quanto si legge su La Gazzetta dello Sport l’opening dello store si concretizzerà

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entro la stagione 2018-19, verosimilmente entro il prossimo Natale. “L’apertura del nostro primo Nba Store in Europa – ha spiegato il vicepresidente dell’Nba Eme Vandana Balachandar – sottolinea l’impegno costante nel raggiungere i nostri fan a livello globale. Visto il continuo aumento in Italia dell’interesse nei confronti dei prodotti ufficiali Nba, questa iniziativa ci

È ufficiale: arriva Uniqlo

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Uniqlo sbarca in Italia. Dopo numerose indiscrezioni, Uniqlo annuncia finalmente l’ingresso nel mercato nostrano. Il colosso nipponico aprirà ufficialmente il primo negozio a Milano nell’autunno 2019, in Piazza Cordusio, a pochi passi da Piazza del Duomo. Lo store di 1500mq su tre livelli offrirà proposte donna, uomo e kidswear. L’edificio in cui si insedierà la griffe è stato progettato da Francesco Bellorini e Ippolito de Stani nei primi anni del 1900 ed è attualmente di proprietà di Hines Italia. Il nostro Paese rappresenterà il decimo mercato europeo per il marchio dopo Russia, Francia, Inghilterra, Germani, Belgio, Spagna, Svezia, Paesi Bassi e l’arrivo in Danimarca previsto per la prossima primavera.

Primark sfida la sfortuna in via Torino (là dove hanno fallito Fnac e Trony)

Saragiunti sceglie Milano per debuttare con la sua prima boutique. Il brand fondato dall’omonima designer, Sara Giunti, e parte del gruppo Final, ha preso casa in Corso Matteotti, proprio di fianco al negozio di Alviero Martini 1A Classe (Via Verri, angolo Piazza Meda),

FIORUCCI TORNA A CASA. RIAPRIRÀ IN CITTÀ

Fiorucci tornerà a casa. I proprietari inglesi del brand, Janie e Stephen Schaffer, hanno dichiarato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’intenzione di aprire un negozio a Milano, a seguito del successo “inaspettato” che sta riscontrando lo store aperto a Londra.

STORIE DI NEGOZI

Primark sarebbe pronto a sbarcare per la prima volta nel centro di una città italiana. Il colosso irlandese del fast fashion, stando a quanto si legge sul Corriere della Sera, si sarebbe aggiudicato l’affitto dell’immobile al civico 45 di via Torino, a due passi dal Duomo e all’angolo con via Palla. Edificio ‘sfortunato’, ricorda la testata, visto che negli anni qui si sono succedute insegne tutte affondate. Qui, nel 1931, aprì la prima sede milanese la Standa, di cui prese il posto Fnac nel 2000 (poi finita in liquidazione) . Fu poi la volta di Trony (in liquidazione dal 2016) e, a lato, di Billa. Sempre nel 2016 i proprietari misero in vendita l’immobi-

Nel 1931, aprì la prima sede milanese la Standa, di cui prese il posto Fnac nel 2000 (poi finita in liquidazione). Fu poi la volta di Trony (in liquidazione dal 2016). Seguirono due anni di vuoto

le, ma seguirono due anni di vuoto. Ora la proprietà ha optato per l’affitto dell’intero palazzo, 7 piani e 10mila metri quadrati di superficie lorda. Secondo quanto anticipato da operatori del settore al Corriere della Sera, il building finirà in affitto ventennale da 2,5 milioni di canone annuo, sotto i prezzi del mercato. Per Primark si tratterebbe di un colpo grosso: l’insegna è presente soltanto nei pressi di Milano, all’interno de Il Centro di Arese, e in tutta Italia solo in altri 3 centri commerciali. Fino a poco più di un anno fa, Arese era simbolo della vecchia anima industriale


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DIVERSAMENTE VETRINE Amazon, il primo pop-up italiano è a Milano

IN MONTENAPO SCOPPIA LA FEBBRE DA MAIALE I festeggiamenti inizieranno il 5 febbraio, ma la moda, come sempre, gioca d’anticipo. Tra pochi giorni, infatti, la popolazione cinese celebrerà l’inizio del nuovo anno, entrando ufficialmente nel segno del maiale. Mentre l’oroscopo occidentale suddivide i segni zodiacali in base ai mesi, in Cina il criterio si fonda su un ciclo di 12 anni, a ciascuno dei quali corrisponde un segno animale. Il maiale rappresenta l’ultimo step del ciclo zodiacale dei 12 anni, preceduto l’anno scorso dal cane. Alcuni marchi della moda hanno scelto di festeggiare la ricorrenza realizzando prodotti ad hoc all’interno di capsule collection speciali. Molti prodotti realizzati prevalentemente in rosso, colore tradizionalmente legato alla Cina, vengono decorati con suini portafortuna, come accade per la maglia di Alberta Ferretti o i gemelli di Bottega Veneta. Gucci ha scelto di riportare in auge i Tre Porcellini Disney mentre Moschino ha optato per il famoso cartoon Looney Tunes Porky Pig. I designer Dean e Dan Caten di Dsquared2 hanno addirittura pensato di farsi ritratte in versione comics con costumi a tema.

Dopo l’Inghilterra Amazon sperimenta la formula pop-up anche in Italia. Dal 16 al 26 novembre, in occasione della settimana del Black Friday, il colosso dell’e-commerce ha aperto Amazon Loft for Xmas, un pop-up di 500mq in via Dante, nel cuore di Milano. A ogni articolo esposto è stato associato uno ‘Smile Code’ tramite il quale è stato possibile avere informazioni sui prodotti direttamente dall’app di Amazon e acquistarli online. La formula ha dato la possibilità ai clienti di toccare con mano per la prima volta molti prodotti delle categorie disponibili sul

Bershka parte dall’Italia per diventare omnicanale

È arrivato a Milano Hemp Embassy, il negozio dedicato alla vendita di talee di cannabis. Le piante vendute sono prive di effetti psicoattivi in quanto il Thc, il più importante principio attivo contenuto nella cannabis o canapa, è presente in quantità inferiore allo 0,2 per cento. Le piante, come riportato sull'etichetta, possono essere usate solo a scopi ornamentali.

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dell’hinterland milanese. Una cittadina dominata dallo scheletro dei capannoni di quelli che furono i più grandi stabilimenti produttivi dell’Alfa Romeo. Ora, per chiunque abiti a Milano o nel circondario, Arese fa rima con shopping, Primark, Lego e le alette di pollo dell’americanissima Kentucky Fried Chicken. Merito del gruppo Finiper che qui, a metà aprile dello scorso anno, ha inaugurato il centro commerciale dei record e dei miracoli. Record prima di tutto in termini di spazio e di investimenti: Il Centro di Arese è, almeno per ora, il più grande centro commerciale in Europa e per accaparrarsi i due milioni di metri quadrati di spazio e inaugurare

La marijuana 'legale' arriva in viale Tibaldi

Sopping etnico da Mood Market in Paolo Sarpi Ha aperto in Paolo Sarpi, il quartiere più 'orientale' di Milano, Mood Market, l'alimentare dedicato ai prodotti etnici. Il negozio, sviluppato su due piani con tre ampie vetrine, raccoglie al suo interno una vasta selezione di cibi ma anche di stoviglie e cosmetica giapponese.

Celine mette il 'primo uomo' in vetrina

Bershka sceglie l’Italia, e nello specifico il negozio di Cremona, per presentare il nuovo concept che integra ulteriormente il negozio fisico e l’online, in un’ottica di omnicanalità. Il brand ha dato vita a una nuova shopping experience che permette al cliente di effettuare i propri acquisti all’interno del punto vendita con l’aiuto dello smartphone. Attraverso la nuova app, Bershka Experience, e grazie all’incorporazione delle ultime tecnologie (come la rfid), i clienti possono richiedere il capo che desiderano e inviarlo direttamente in camerino o alle casse tramite la scannerizzazio-

Il menswear di Celine approda in vetrina a Milano. Il nuovo store di Celine al civico 22 di via Santo Spirito sarà infatti dedicato alle sole collezioni uomo della maison. L’introduzione del menswear tra le proposte di Celine è una delle novità legate alla nomina, a gennaio 2018, di Hedi Slimane come nuovo artistic, creative and image director della maison.

Rh+ apre sulle piste di Santa Caterina

Rh+ ha aperto sulle piste di Santa Caterina (So) il suo

STORIE DI NEGOZI

Intanto, il gruppo Uk di abbigliamento low cost ha conquistato Il Centro di Arese, il più grande in Europa. La cui forza attrattiva ha di fatto svuotato il centro di Milano

la struttura da 200 negozi, il patron di Finiper ha sborsato qualcosa come 400 milioni di euro. Ma i record di Arese vanno anche oltre. In meno di due mesi, complice la novità e l’effetto Primark, il centro commerciale ha attirato due milioni di visitatori con tanto di viabilità quasi al collasso nel primo periodo di apertura, in particolar modo nel weekend. Ma, terminato l’effetto ‘sorpresa’, è interessante valutare il fenomeno Arese a un anno di distanza. Dal punto di vista delle affluenze, la freccia sembra sempre rivolta verso l’alto, anche se i dati raccolti da Pambianco Magazine tradiscono comunque un andamento a luci e ombre. In termini di numeri, gli

obiettivi del gruppo sembrano raggiunti. In occasione dell’inaugurazione del centro, il gruppo aveva fatto sapere che il potenziale di visite avrebbe dovuto raggiungere quota 13 milioni di persone annue, inserendolo tra le strutture prime, ossia che contano oltre 10 milioni di frequentatori all’anno. Una cifra già raggiunta: secondo i dati comunicati dalla stessa struttura, che però non ha voluto fornire ulteriori commenti, dall’apertura a metà gennaio gli ingressi sono stati proprio 10 milioni, “in linea con previsioni e aspettative”. Facendo un rapido calcolo, ciò significa che sembra esserci stato un flusso costante, con una media di circa un milione di visitatori




BEAUTY PER LUI LUOGHI DA GENTLEMEN

Cresce la bellezza con barba e baffi

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I consumi maschili pesano per il 30% sul fatturato totale del beauty italiano. La diffusione passa anche attraverso il recupero di tradizioni che sembravano relegate al passato. Tra queste, quella di fermare il tempo in un barbershop.

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di Mirko Lugano

“Chi ha la barba è più che un giovane, e chi non ha barba è meno che un uomo”, ha detto William Shakespeare (‘Molto rumore per nulla’, atto II, scena I). Corta o lunga, tenuta maniacalmente o incolta, dandy o hipster, la barba è sempre stata una dei principali vezzi al maschile, tanto da diventare nelle ultime stagioni un vero e proprio accessorio di stile da cambiare

in base alla moda più in voga al momento. Prodotti, trattamenti e accessori riservati agli uomini più esigenti e consapevoli, che nella cura sempre più attenta del proprio aspetto tendono a privilegiare il viso e a individuare in una rasatura perfetta o in una barba impeccabile il segno inequivocabile del loro status. Il comparto della bellezza maschile, secondo il Centro

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BARBA & BAFFI NEL MONDO BARBIÈRE PRESSO HOTEL DE CRILLON, ROSEWOOD HOTEL (PARIGI) Nel barbershop all’interno dell’Hotel de Crillon, ristrutturato di recente, troneggia un’unica poltrona, che rende bene l’idea del livello unico del servizio che riceve il fortunato seduto su quella Belmont. Il personale viene dal celebre emporio di grooming di Sarah Daniel-Hamzi, La Barbière de Paris, e offre numerosi servizi. Il tocco in più? Mentre ti tagliano la barba, puoi goderti un sigaro e farti lucidare le scarpe. FIGARO (LISBONA) Prima di tutto occorre sapere che il proprietario di Figaro, Fabio Marquez, è l’autore di alcuni degli styling di David Beckham, e già questo rende lo shop esclusivo. Si tratta di un antico edificio nel Chiado, specializzato in hairstyle degli anni Venti e Cinquanta e, quando diciamo ‘specializzato’, lo diciamo sul serio. Non accettano appuntamenti, ma offrono birra e whisky alle persone in coda. MANIFESTO (LONDRA) Se il famoso minimalista Donald Judd avesse costruito un barbershop, assomiglierebbe decisamente al Manifesto, un moderno salone di grooming. Eleganti

poltrone in pelle, muri con mattoni a vista e una raffinata pavimentazione in cemento sono solo l’inizio... Ti consigliamo di chiedere il “Dandy” – mai nome fu più azzeccato! – che accompagna un servizio tradizionale di rasatura a mano libera, taglio e massaggio con un bicchiere di whisky

TRUEFITT & HILL (LONDRA) Inaugurato nel 1805 da William Francis Truefitt, è il barbershop più antico al mondo, nonché il primo a sfoggiare il sigillo reale di Giorgio III. Oggi, si trova nel quartiere esclusivo di St. James. Il suo guest book del passato compete con quello di una residenza signorile storica e annovera nomi del calibro di Winston Churchill, Frank Sinatra e il Duca di Edimburgo. La Rolls Royce dei barbershop. NOMAD BARBER (LONDRA E BERLINO) Barbiere pluripremiato, Miguel Gutierrez, ha trascorso 10 mesi in 20 Paesi per imparare tecniche e usi di grooming locali. Grazie a lui, puoi fermarti a Londra o Berlino e approfittare di un massaggio turco al collo o un massaggio indiano alla testa. Ah! E se non hai ancora deciso dove andare in vacanza quest’anno, non perderti la serie Nomad Barber di Gutierrez su YouTube.

Studi di Cosmetica Italia, nel 2015 ha generato circa il 30% del fatturato globale della bellezza, con ben 163 milioni circa spesi per saponi e prodotti per la barba e 350 milioni per profumi e fragranze, con un aumento del 2,7% rispetto all’anno precedente. E il fenomeno barba, anche nel 2016 non tende ad affievolirsi, ma evolve in forme nuove e più sofisticate, a co-

FILTHY RICH BARBERSHOP (NEW YORK) Quel che Picasso realizzava con il pennello, Richard Mendoza e il suo team lo fanno con il rasoio elettrico. Da quando Filthy Rich ha aperto i battenti, nel 2006, rapper come Flo Rida e Big Sean, nonché giocatori di NBA quali Patrick Patterson e Austin Rivers si sono precipitati nel Queens per scegliere un taglio al trimmer o un capolavoro di hair art. DEEP CUTS (SINGAPORE) Fondato da un gruppo di amici in un attico su Kampong Bahru road, i barbieri di questo salone vintage hanno una passione profonda per il grooming e l’hairstyling. Talmente forte che, in soli pochi anni, hanno vinto diversi premi e ricevuto numerosissimi riconoscimenti internazionali. JIMMY RODS (BRISBANE) Una delle referenze dell’arte della barba australiana con numerose insegne per i barbuti della città. La più interessante, tuttavia, è il Shave Saloon che – solo su appuntamento – oltre all’area dedicata alla barba, presenta un bar ricco di etichette di whisky e una cucina. MANLY AND SONS BARBER COMPANY

minciare dalla cura, che diventa un’esperienza gratificante e raffinata grazie a nuovi prodotti come gel di definizione, balsami e butter ammorbidenti e detergenti specifici di altissima qualità che introducono nuovi gesti nel grooming, accanto alla tradizionale rasatura e ai sempre più bravi barbers disseminati in tutta Italia. “I prodotti che oggi spopolano – ha sottolineato a Pambianco Beauty Francesco Cirignotta, direttore didattico Accademia della rasatura Proraso – sono l’olio per barba, shampoo e balsamo per barbe, scrub per barbe. Tante sono le aziende che grazie a questo fenomeno si sono specializzate nei prodotti da barberia e tanti sono i laboratori che hanno aumentato il fatturato in maniera esponenziale”. Il barbiere torna dunque a essere uno dei migliori amici dell’uomo, e, nell’era dell’accelerazione costante, farsi fare la barba rimane un piccolo lusso che fa riscoprire il sapore di gestualità antiche che portano con sé una tradizione italiana importante che oggi sta riscoprendo nuove tecniche e nuovi spazi. “Sarà per questo che ogni anno realizziamo più di 20mila tagli di capelli, il servizio più richiesto, e più di 15mila regolazioni barba, il


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L'UOMO PERDE IL PELO... MA NON IL CIGLIO “Avevo un sacco di appuntamenti, ma decisi di stare a casa per tingermi le sopracciglia”. Per Andy Warhol era un vezzo, una provocazione, un modo di andare contro corrente. Oggi, la frase non passerebbe alla storia. Le sopracciglia, infatti, sono diventate una vera e propria ossessione di bellezza non solo per donne, ma, sempre più spesso, anche per gli uomini. Se, una volta, il massimo della cura che un uomo dedicava a se stesso era avere barba e capelli tagliati di fresco, oggi le cose sono assai più complesse. Tatuate, affilate, sagomate, disegnate con marcate linee scure, le sopracciglia oggi vengono viste come un tratto peculiare della persona, in grado di svelare anche parte del proprio carattere. Perché, effettivamente, le sopracciglia ‘parlano’: sollevarne una indica perplessità, curiosità, divertimento. Sollevarle entrambe è spesso segnale di sorpresa o sgomento. Aggrottarle può significare rabbia o concentrazione. Dall’estetica, si è passati al business. Infatti, in tempi recenti sono nati veri e propri atelier dedicati a questa parte del viso, i Brow Bar che, anche in Italia, stanno prendendo sempre più piede. In particolare, a Milano, Firenze e Roma è un continuo debutto di nuovi format e nuovi marchi.

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“Chi ha la barba è più che un giovane, e chi non ha barba è meno che un uomo” [William Shakespeare]

servizio che ha visto la crescita più alta”, ha evidenziato il fondatore di Bullfrog Romano Brida.

negozio di Milano, nella zona degli aperitivi di Moscova. Non da ultimo, il progetto di espansione in franchising ci ha consentito di raggiungere con una nostra barberia anche Roma e Varese e nei prossimi mesi sarà una delle nostre principali attività”. BAFFI GRIFFATI

E non mancano gli indirizzi griffati. Nel cuore del quadrilatero della moda milaCrescono quindi le barbe e aprono nuove nese, in corso Venezia 15, si trova il barbarberie dal sapore vintage, ma con trat- biere siciliano doc di Dolce&Gabbana, tamenti sempre più esperienziali e tailor con arredi anni cinquanta e una cura del made. Proprio Bullfrog, che a giugno dettaglio veramente vintage che ha redel 2013 ha aperto il suo primo barber plicato anche all’interno del negozio di shop all’americana in Italia, anticipando abbigliamento maschile di New Bond il trend del grooming maschile arrivato Street a Londra. “L’esperienza è unica dall’estero, negli nel suo geneultimi mesi ha re – hanno inaugurato diversi sottolineato Dal Quadrilatero saloni italiani non dalla griffe – e a Malpensa, solo di proprietà, i tradizionali ma sfruttando dedicai barbieri della Madonnina rituali anche la leva del ti alla cura dei franchising. “Per capelli e della il 2017 – ha propelle di tanti seguito Brida – il nostro obiettivo è far gentiluomini del passato, si incontrano crescere ulteriormente la nostra rete, sia oggi con lo stile Dolce&Gabbana e con di proprietà sia in franchising. Abbiamo quei tratti inconfondibili della gentilezaperto da poco il primo barbershop in za e del calore italiani”. è tutto dedicato un aeroporto italiano, nel Terminal 1 di all’universo maschile anche l’angolo barMilano Malpensa, e inaugurato il quarto beria all’interno dei negozi monomarca BARBE DA BARBERIE

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Che si chiami l’atelier du sourcil (Parigi), o Brow Bar (New York) o Benefit Brow Bar (primo in Italia), il risultato è lo stesso. Sono centri che offrono consulenza per sopracciglia: tra ricostruzione con extension, colore, trucco o tatuaggio e persino ritocco fatto a mano con effetto ‘pelo a pelo’. E sono frequentati sempre più spesso dal sesso maschile che sceglie i servizi personalizzati più adatti per ciglia e sopracciglia. “Oggi il brow-grooming – dichiara Alessandra De Feudis, national brow artist Benefit Cosmetics Italia – sta diventando una routine essenziale nella vita di un uomo, così come la rasatura o andare a tagliarsi i capelli. Vediamo sempre più uomini ogni giorno nei nostri Brow Bar all’interno delle profumerie Sephora (75 in Italia), e non parliamo solo di pinzetta o regolazione. La nostra tinta temporanea e super naturale, per esempio, è un metodo semplice e veloce per regalare al viso una sferzata di giovinezza e luce, oltre a coprire chiaramente i peli bianchi”. Essere ‘on trend’ significa proprio avere un look che sembra completamente naturale. Al pubblico maschile viene di solito proposto di dare risalto alla forma naturale del sopracciglio, la più indicata per la forma del proprio viso. “Il risultato – prosegue De Feudis – deve essere totalmente naturale, solo più curato. Le sopracciglia sono quella parte del viso che può migliorare ed esaltare in un attimo, come per miracolo, i tratti del viso di chiunque, bisogna però stare molto attenti!”. Per Diego Dalla Palma, le sopracciglia sono diventate addirittura oggetto di ‘Brow Studio’, una linea professionale ad hoc composta da 14 prodotti. Per un effetto sculpting ne possono bastare tre: il fissatore volumizzante con fibre, simile a un mini mascara, il delineatore in crema resistente all’acqua a lunga tenuta e la matita ad alta precisione waterproof. E, per scoprire la forma perfetta da scolpire, l’azienda suggerisce un giro di ‘brow shaping’ in una delle Brow Station, a Firenze o Milano.


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BARBA & BAFFI A MILANO E IN ITALIA MILANO FRANCESCO CIRIGNOTTA

Il salone di bellezza di Francesco Cirignotta, situato in Porta Genova, zona Navigli, si presenta come una vera e propria oasi di benessere. Qui alla cura per l’aspetto estetico dell’uomo, si accompagna l’attenzione metodica alla sua pace interiore. Qui il tempo e lo spazio progressivamente si dilatano e si fermano. Ci si immerge, così, in un mondo completamente rilassante, in cui lo studio della cute, del capello, della barba e del viso rappresentano lo step necessario prima di procedere all’azione.I tagli e i trattamenti proposti sono tutti frutto della sapiente esperienza del tricoesteta, in cui strumenti classici e moderni vengono ricombinati per ottenere il risultato migliore in assoluto. Milano, è Francesco Cirignotta il barbiere più bravo del mondo ... Il Financial Times lo ha celebrato come il «barbiere più bravo del mondo». Anche Le Figaro ha parlato di lui, dell'«eleganza dei suoi servizi». TONSOR CLUB L’uomo gentile? Va al Tonsor Club. La mission di Stefano & Mauro è di creare un luogo elegante, concreto e in contatto con gli elementi essenziali della vita, dai materiali alle forme di grande spessore artistico e culturale post-moderno. L’atmosfera che si respira entrando al Tonsor Club, ubicato tra le zone di Brera e di Moscova, piú precisamente in Via Palermo, è quella d’altri tempi. Tonsor Club usa prodotti di alta qualità tra vintage e novità: Proraso e Baxter sono validissimi prodotti per offrire un’esperienza in coerenza con stile ed eleganza nostalgica. Lo Staff, composto da Nadia, Francesco, Gabriele e Cris rappresentano l’essenza dell’attenzione quasi maniacale al dettaglio: difatti tutti gli elementi sono integrati nell’esperienza tonsoriale in modo da stupire fin dal primo ingresso in salone. Adatto a: l’uomo che non deve mai chiedere nulla e si vuole sentire a casa in un’ambiente minimal vintage, sulla propria poltrona del salotto.

curare l’uomo a 360º: Gian Antonio, Pietro e Viktoryi sono l’anima del salone e fanno vivere un’esperienza coinvolgente e appagatnte ad ogni persona. Con il servizio online a disposizione del cliente 24/7, il salone si presenta come uno tra i piú tecnologici e al tempo stesso eleganti, di tutto il comprensorio. LOFFREBARBERSHOP E per gli amanti del gioco del pallone il consiglio non può che esser quello di provare LoffreBarberShop, in cui avrete la possibilità di incontrare campioni del calibro di Bryan Cristante, attualmente centrocampista dell’Atalanta, nonché della Nazionale Italiana Under-21. Situato a due passi da Loreto e da Parco Trotter (area verde progettata agli inizi del ‘900) il LoffreBarberShop, gestito da Davide Loffredo si é progressivamente specializzato nel taglio e nella cura della clientela maschile. Questa linea di pensiero si è anche estesa al salone, che se dapprima era presentava una struttura minimal, ora risulta estremamente caratterizzato, grazie alla presenza alle pareti di stampe e di quadri in perfetto old style. Anche i tagli richiesti dalla clientela risultano decisamente eterogenei. Si puó passare da un da un classico razor fade, ad un hair tatoo (richiestissimo dai calciatori più pagati a livello nazionale e internazionale, basti pensare a Pogba che in piú occasioni ha esibito un look personalizzato e su misura), passando per una cresta in perfetto stile punk, ed una spuntatina.

GIAN ANTONIO PISTERZI BARBER SHOP Gian Antonio Pisterzi é il Barber Shop più esclusivo di Via Montenapoleone, centro dello shopping di lusso e della moda di alta classe di Milano tra il Duomo e San Babila. Gian Antonio è il vero barbiere di eleganza di grande esperienza e fama internazionale: in passato ha lavorato prima nelle crociere di lusso, poi come barber shop di Dolce & Gabbana e poi anche come Master Barber Worldwide per Acqua di Parma. Qui non si tagliano solo i capelli: una filosofia olistica per

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DOLCE & GABBANA BARBER SHOP Per l’uomo, invece, che ama circondarsi dal lusso, il Barber Shop D&G é un must. Situato in Corso Venezia, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno voluto solo il meglio per la propria barberia. All’interno dell’atelier predomina uno stile sfarzoso e lussureggiante, in cui si respira l’atmosfera tipica degli anni ’50. Tra una rasatura e un taglio, ci si può anche godere un momento di relax al Bar Martini by Dolce&Gabbana, o regalarsi un po’ di shopping presso lo Store D&G. L’accento viene di conseguenza posto non solo al viso maschile, ma si estende a tutta la globalità , per rendere l’uomo perfetto e alla moda in tutto l’arco della giornata.

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BARBERINO’S BARBER SHOP – CLASSIC ITALIAN BARBER - CATENA Barberino’s è un importante punto di riferimento per l’uomo di Milano: situato sia in Corso Magenta che in zona San Babila, il nome Barberino’s è degno di essere raccontato come storia. Il termine Barberino è stato scelto per ricordare Giovanni Callegari, un barbiere emigrato negli Stati Uniti nei primi del ‘900 e diventato in seguito famosissimo con il nome di Barberino. Questa filosofia è stata poi ripresa anche a livello di location: i saloni, infatti, presentano lo stile tipico dei primi anni ’20.I prodotti artigianali sono completamente naturali e ricchi di principi attivi mentre gli strumenti utilizzati dai barbieri, sono realizzati con i materiali più pregiati e seguendo i più alti standard qualitativi.

Via Verdi, proprio di fronte al Teatro la Scala, e in seguito in Via Gerolamo Morone 3, sempre accanto al famoso teatro milanese. Negli anni a seguire la Barberia Colla è stata ceduta dapprima alla famiglia Bompieri con Franco, barbiere e scrittore di fama, responsabile della gestione. Più avanti e fino ai giorni nostri è stata rilevata da Francesca Benedetta e Lalla Pedroni che, grazie all’aiuto di Giordano, Peppe e Vito, si pongono l’obiettivo di proporre tagli e rituali di benessere in linea con la rigorosa tradizione e il prestigio dello storico salone. La rasatura, ad esempio, richiestissima dai clienti, consta di tre fasi. Vi è la prima fase in cui viene applicato sul viso del sapone all’olio di mandorla. Il secondo step prevede l’utilizzo di una lama sterile che viene passata sul viso con maestria, in modo da rendere la pelle liscia e vellutata. Infine seguirà un massaggio con un olio lenitivo e successivamente l’applicazione di un panno caldo sul viso, in modo da ammorbidire la pelle e il pelo. Non per niente, questo luogo magico è stato più volte meta del famoso compositore Giacomo Puccini.

BARBERIA DELLE COLONNE Orazio come Figaro: non siamo a Siviglia bensì a Milano, eppure la trasposizione dall’opera di Rossini “Il Barbiere di Siviglia“ , della predisposizione di Orazio, il titolare insieme al nonno che gli ha insegnato il mestiere, non si limita solo ad abbellire il volto ma arriva fino ad ascoltare l’uomo per capirlo a fondo e consigliarlo correttamente. Ecco che la Barberia alle Colonne, in zona Ticinese di fronte alle Colonne di San Lorenzo, continua la propria attività artigianale tra nonno e nipote con passione e con grinta da oltre 40 anni. Affidarsi all’esperienza di Orazio Senior e alla freschezza di Orazio Jr., significa avere la possibilità di ottenere dai tagli più trendy e alla moda, fino a quelli più classici ed eleganti. Adatto a: chi vuole vivere un pezzo di storia di Milano ma con la rivisitazione dello stile in chiave moderna, tutto in tradizione famigliare.

ANTICA BARBERIA COLLA L’Antica Barberia Colla é stata fondata nel 1904, dal geniale Dino Colla. Inizialmente ubicata in Via Manzoni, a seguito dell’enorme successo ottenuto grazie alla grande pazienza e maestria del suo fondatore, si é trasferita dapprima in

Oir Barber Shop deve il proprio termine “oir” dall’irlandese e significa letteralmente “oro” . Situato in Zona Moscova, il salone è particolarmente indicato per un uomo giovane e sportivo che vuole sentirsi totalmente libero da ogni schema e classicismo. Qui si respira aria totalmente fresca e per niente aristocratica. Oir Barber Shop vuole brillare di luce propria grazie anche al talento di Andrea Discanni, prima direttore di Barberino’s e in passato maestro barbiere di Bullfrog. Andrea, Alessia, Edoardo e Mauro sono tutti dotati di una grande passione per l’arte della cura e della definizione della barba e dei capelli. L’ambiente è studiato fino al pi§ piccolo dettaglio. Entrando nel salone si possono notare contrasti tra i colori chiari e scuri, mentre alle pareti sono appese le maglie di alcuni tra i calciatori più famosi al mondo, il che consente all’avventore di concedersi anche una full immersion nella storia del mondo dello sport. BARBER SHOP BULLFROG - CATENA Barber Shop Bullfrog è il modern electric barber di Milano, situato con i suoi quattro atelier in pieno centro. La sua filosofia è basata sui criteri di velocità e di qualità. Il tutto al giusto prezzo. Le location risultano curate nei minimi dettagli ed in pieno stile vintage. Ad esempio, il famoso salone sito in zona Isola, che condivide il cortile con il locale Deus ex Machina (piú conosciuto come Deus), viene arricchito dalla presenza sulle pareti di collezioni di farfalle e da stampe d’epoca. Il barber stylist propone tagli alla moda, tra cui il Ducktail, Hooliwoodian Beard e il Short Boxed Beard, sono stati studiati per soddisfare i bisogni della propria clientela. La parola chiave che ispira il lavoro, difatti, si fonde nell’acronimo Womo, che letteralmente vuol dire “What Original Men Own”. Anche i prodotti proposti sono frutto di una scelta metodica e laboriosa. Accanto ai famosissimi brand Proraso e Kielh’s, Bullfrog propone prodotti a proprio marchio, che vengono minuziosamente studiati sia a livello di packaging che a livello di contenuto, in modo da renderli piú unici che rari. E se siete anche attenti al portafoglio, Bullfrog è in grado di offrire prezzi adatti a tutte le tasche. Per un One Grade all Over



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LEADER ONLINE

CHI SONO I PIÙ INFLUENCER DEL MONDO

Il 9 febbraio a Milano al Teatro Vetra di Milano dalle 14.30 alle 19. Biglietti da 350 a 650 euro (vip ticket). Tutto esaurito in un lampo. Anzi, la coda online ha raggiunto numeri da stadio di calcio. Non si ferma la Chiara Ferragni mania. La vendita online dei biglietti per la prima masterclass dell’influencer dedicata alla bellezza, insieme al suo truccatore Manuele Mameli è stato un successo, con oltre 37 mila persone in coda online per acquistare i ticket. L’evento ha già un account Instagram (@ beautybites) dedicato che in pochi giorni ha totalizzato oltre 44,3 mila follower. “Beauty Bites – racconta Chiara Ferragni

– è stata pensata per permettere ai miei followers di passare dal virtuale al reale. Questa esperienza li farà immergere a 360° nel mio universo e in quello di Manuele, entrando nella nostra personale make-up room per scoprire come sentirsi più belli per affrontare con ottimismo le sfide di ogni giorno”. La Beauty Bites Masterclass sarà in programma il 9 febbraio a Milano al Teatro Vetra di Milano dalle 14.30 alle 19.

Ferragni

masterclass L’evento si dividerà in due parti: la prima dedicata a consigli beauty più tecnici per i professionisti e la seconda chiamata ‘tutorial’ durante la quale anche i meno esperti potranno mettersi alla prova. sempre nella seconda parte, Chiara si cimenterà nel replicare da sola i consigli di Manuele come una vera ‘beauty junkie’.

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Per il programma della masterclass, è stata suddivisa l’utenza in tre fasce, assegnando a ciascuna un biglietto e dei vantaggi dedicati. Si parte dal ‘regular ticket’, un biglietto basic dal

Zoe Sugg. Conosciuta come Zoella, ha cominciato condividendo su YouTube i cosmetici acquistati. Ora, a 27 anni, Zoe ha oltre 11 milioni di iscritti al suo canale. Scrive libri e crea linea di cosmetici personali. Huda Kattan Di base a Dubai ha una propria linea di prodotti (appena arrivata anche in Italia, in esclusiva da Sephora) e conta più di 20 milioni di follower su Intagram. Le sue ciglia finte hanno fra le principali fan Kim Kardashian. I suoi tutorial beauty sono un vero mantra per beauty addict.

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di Giada D'Alessio

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valore di 350 euro che include una make-up bag Beauty Bites da 150 euro, l’attestato di partecipazione alla masterclass, posti a sedere nel terzo settore del teatro e un California buffet. Poi a salire, ‘l’exclusive ticket’, dal costo di 450 euro, che include una make-up bag Beauty Bites del valore di 350 euro, l’attestato di partecipazione alla masterclass, i posti a sedere nel settore centrale del teatro e il buffet. Infine i ‘vip ticket’ dal costo di 650 euro (che sono andati sold out in poche ore) che includono la foto con Chiara e Manuele, oltre alla bag beauty dal valore

Jeffree Star. Comincia su MySpace e poi continua su YouTube (4 milioni di followers) e Instagram. Ha realizzato una linea di rossetti liquidi cruelty free. Kandee Johnson. Il primo video che ha postato, nel 2008, lo ha realizzato utilizzando la video camera dei nonni. Da allora, oltre a milioni di followers conquistati, Kandee ha lanciato una linea di smalti,

Qui nasce (e domina) l'estetista cinica

Cristina Fogazzi, alias Estetista Cinica, bresciana di origine, è milanese di adozione. E di successo, grazie al Centro Estetico Bellavera, in via Buonarroti. E all'ingresso nientemeno che nel department store simbolo del capoluogo lombardo, la Rinascente, dove sta per aprire un corner del suo marchio di skincare VeraLab. A comunicarlo è stata proprio

lei in un post sul suo profilo Instagram. L’Estetica Cinica che ha appena lanciato il nuovo e-commerce, Veralab. it, è riuscita nell’ultimo anno a triplicare i ricavi. Messi a punto nel Laboratorio dell’Estetista Cinica grazie alla collaborazione con la cosmetologa Maria Grazia Adorno, i prodotti di bellezza Veralab hanno

Cristina Fogazzi, con la pelle alla conquista del web

conquistato il mercato attraverso il tamtam della rete: sono state in gran parte le follower stesse a fare da cassa di risonanza del brand. In principio era un blog, estetistacinica. it, poi è diventata una promettente start up e oggi, con un incremento del giro d’affari del 300%, è una delle nuove realtà imprenditoriali italiane di maggior successo. L’Estetista

Cinica, è riuscita, con un modello di business che intreccia in maniera fluida le dinamiche commerciali online e offline, a conquistare sempre più addicted parlando in modo professionale e ironico di bellezza femminile. Il nuovo e-commerce veralab.it è stato lanciato nel novembre 2018. Vende esclusivamente i suoi prodotti di bellezza. Inoltre


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OCCHIELLO

RESTYLING DEL SALONE TONY&GUY DI VIA MONTI Servizi e consigli come alla concierge di un hotel. Anzi, come nel salotto di casa

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di Eleonora Vitti

MEDICINE IN GRANDI SUPERFICI

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A Milano arrivano le superfarmacie di Boots

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All'apertura non è stato dato risalto. Ma la notizia è rapidamente rimbalzata: impossibile non notare il progetto passando in Fulvio Testi ty’, e anche all’interno viene dato un ampio spazio alla bellezza e al benesNessun clamore, nessuna comunica- sere in generale. Il format del ‘drug’ zione, anche se il nome di cui si parla famoso in tutto il mondo non è in è un big internazionale della salute e realtà ancora definitivo, o meglio è della bellezza. È Boots, catena rino- in evoluzione, perché la catena, come mata in tutto il mondo di proprietà già detto, è in fase di test. Lo spazio del gruppo Walgreens Boots Alliance, comunque è di 200 metri quadrati e che ha aperto la sua insegna pochi presenta un layout molto pulito, linegiorni fa, a Milano, in viale Fulvio are, con una forte impronta self-serTesti 90. Arriva per la prima volta vice. Per quanto riguarda la bellezza, in Italia un colosso così importante sono presenti diversi marchi come pochi ne parlano, ma in realtà è merciali, ma la vera novità in Italia è una scelta voluta: l’ingresso dei brand l’azienda, contatdistribuiti da Boots, PARAFARMACI tata da Pambianco tra cui l’omonimo Beauty, racconta di brand, ma anche essere in una fase di No7, Soap & Glory, test in cui sta valuBotanics, YourGotando il format per odSkin (che è distriottimizzarlo e intebuito anche in altre grarlo in una realtà peculiare come è farmacie), e altri. quella italiana. Al momento Walgreens Boots AllianDando un’occhiata al nuovo punto ce conta 9 punti vendita, tutti a Mivendita, risulta difficile chiamarlo lano, facenti capo alla catena Essere farmacia, perché nell’insegna esterna Benessere, chiusa per fallimento. Si si cita espressamente ‘farmacia e beau- tratta di farmacie che probabilmente di Veronica Sureni

87%

verranno riconvertite con l’insegna Boots. Ci si aspetta quindi nelle prossime settimane l’apertura di altre insegne Boots nel capoluogo meneghino. LA FRONTIERA DEL CAPITALE Tra le varie società di capitali che si stanno muovendo in Italia, attualmente Hippocrates Holding conta su un network di oltre 40 farmacie di proprietà, Alliance Healthcare Italia, controllata da Stefano Pessina a titolo personale (il manager è anche a capo di Walgreens Boot Alliance), ha aperto due punti vendita Boots a Milano in viale Fulvio Testi e a Corvetto (a Pambianco Beauty risulta che l’azienda abbia al momento acquistato 9 punti vendita, tutti a Milano), mentre l’insegna Dr.Max dovrebbe vedere la luce quest’anno con, secondo quanto risulta a PharmacyScanner, 14 farmacie acquisite dal fondo ceco Penta Investments. macie di proprietà, Alliance Healthcare Italia, controllata da Stefano

L’homey feeling, cioè il sentirsi a casa, è il concetto su cui si è basato il restyling del salone milanese Toni&Guy, in via Vincenzo Monti. Lo storico spazio di acconciature infatti ha un nuovo arredamento e un’atmosfera calda, accogliente, domestica, a rappresentare il confort di una casa. All’interno del salone nasce il servizio di Digital Concierge: proprio come in un hotel, i clienti hanno a disposizione consigli e servizi, dal delivery food, ai servizi di mobility in città, fino all’acquisto dei prodotti Dyson, marchio partner di Toni&Guy da molti anni, il tutto con sconti speciali riservati. Inoltre, al piano terra è stata allestita una zona living in cui è possibile rilassarsi tra divanetti e librerie, ed elementi materici si mescolano a un design green, arricchito con piante vere e materiali forniti da aziende ecosostenibili che rispettano l’ambiente. Oltre alla sensazione domestica e digitale, il nuovo salone si focalizza sul green, e infatti ha realizzato una parete sulla quale sono state applicate le piante Tillandsia in grado di assorbire e di trattenere le sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera. Un vero e proprio



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BEAUTY & THE CITY

Storicamente è il quartiere degli artisti, con le sue vie strette e lastricate di sampietrini, frequentate dagli scrittori e dai poeti bohemien della Scapigliatura milanese: è il quartiere di Brera, ancora oggi una delle zone più caratteristiche nella città della Madonnina, con l’Accademia delle Belle Arti e la Pinacoteca, e dove le cartomanti fermano i turisti in mezzo alla strada. In questa atmosfera così anticonvenzionale, negli ultimi tre anni si sono moltiplicati i negozi di profumeria e di cosmetica, al punto che il Brera-district è diventato per anto-

In via Brera, la Madonnina si fa bella Non più solo cultura. Accanto a Pinacoteca e Accademia si sono moltiplicati i negozi di profumeria e cosmetica

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nomasia la ‘via del beauty’ nella città della Madonnina. Ultima apertura in ordine di tempo è quella del monomarca francese Fragonard in via Solferino 2, ma poco prima l’australiana Aesop si è affacciata in Piazza del Carmine, con un negozio che vuole essere la risposta contemporanea a un quartiere storico. Durante la Vogue Fashion Night Out del 22 settembre di quest’anno è arrivata un po’ di Provenza nel cuore di Milano, e in via Mercato 18 ha esordito il flagship store Compagnie de Provence. Poco distante, in via Fiori Chiari, spicca la vetrina verde di Caudalie, e lo stesso marciapiede ospita Dr. Vranjes Antica Officina del Farmacista

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pagina a cura di Andrea Sica

Vincente la disponibilità delle piccole dimensioni

e al numero civico 12 il monobrand Mac Cosmetics. In via Brera trovano casa Diptyque Paris, L’Olfattorio e The Body Shop, mentre via Madonnina è stata prescelta dalle insegne di Diego Dalla Palma e di Santa Maria Novella. A questi nomi si aggiungono diverse profumerie indipendenti multimarca, che hanno trovato nella via un ‘passeggio’ vivace e copioso.

Una nuova vetrina nella via del beauty milanese

Vieni da chiedersi perché, tra tutte le vie di prestigio di Milano, proprio il quartiere di Brera sia stato prescelto dalle aziende della bellezza. Risponde Roberto Orlandinotti, titolare di Orlandinotti Real Estate, che

Emanuele ad esempio, hanno spazi per i punti vendita molto grandi”. In effetti le boutique di Brera si sviluppano su superfici di dimensioni ridotte, che vanno dai 25 ai 70 metri quadrati. E’ anche vero che nel Quadrilatero della moda milanese si possono trovare metrature contenute per il retail, ma in questa area tra via Montenapoleone e via del Gesù, frequentata da turisti altospendenti, sembra che non funzionino tipologie di prodotti con importi bassi, come lo sono i profumi e i cosmetici. “Storicamente – spiega Orlandinotti – nel Quadrilatero non funzionano negozi con scontrini medi in uscita bassi, sotto i 200 euro”. Infatti in questa celebre zona di Milano si concentrano soprattutto gioiellerie, boutique di moda, design e pelletteria. Un altro elemento che scoraggia l’apertura di un negozio beauty nel Quadrilatero è il fatto

ha seguito l’ingresso in Italia di Caudalie e di Aesop con i rispettivi negozi: “Brera è l’unica zona a Milano caratterizzata da storia e charme architettonico e contemporaneamente con spazi retail di piccole dimensioni. Altre vie, come Corso Vittorio

I costi sono (ancora) inferiori al Quadrilatero che il sell-out di un negozio di cosmetica si aggira mediamente su 200mila euro l’anno, un importo che non regge gli alti costi di locazione del Quadrilatero, che oscillano tra 4.800 e 8.500 euro al metro quadro. Sostanzialmente un punto vendita di 50 metri quadri costerebbe in questa ‘cittadella della

Paris Hilton sbarca in Rinascente A Milano ha presentato per la prima volta in Europa la sua nuova linea beauty ProD.N.A

Paris Hilton ha presentato per la prima volta in Europa la sua nuova linea beauty ProD.N.A alla Rinascente Duomo a Milano. “Ho sempre voluto trovare i migliori prodotti sul mercato per sentirmi più giovane – ha sottolineato la Hilton – quindi dopo anni di ricerche ho deciso di creare una linea in grado di offrire i migliori risultati in assoluto.

La linea Pro D.N.A. è stata sviluppata con lo scopo di creare un prodotto rivoluzionario e innovativo, in grado di riparare naturalmente il Dna danneggiato”. La linea è stata realizzata dalla Hilton Lifestyle Group, fondata nel 2016 con l’obiettivo di creare prodotti che

migliorassero la salute e l’aspetto dei loro clienti attraverso una cura della pelle innovativa e ritardante dell’invecchiamento. I prodotti sono realizzati con elementi naturali provenienti da tutto il mondo e sono testati su tutti i tipi di pelle, anche quelle più sensibili. Per ottenere un viso apparentemente senza età, Paris Hilton ha imparato a sfruttare le fonti naturali, senza



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CITTÀ CHE CAMBIA

RIQUALIFICATION

Là dove c'era la stazione nascono nuove Milano I cantieri aperti nel capoluogo lombardo e hinterland riguardano oltre 2 milioni di metri quadrati. Sono quelli interessati dalle grandi opere di riqualificazione. Da Human Technopole a via Bramante con la nuova sede Adi. Ma, soprattutto, la scommessa di restyling riguarda il recupero dei sette ex scali ferroviari della città di Eleonora Vitti

un hub tecnologico senza pari nel Vecchio continente, disteso su oltre un milione di metri quadrati che ospiterà uffici privati, sedi di rappresentanza, negozi, gallerie d’arte, lo Human Technopole, i dipartimen-

C’è una Milano prima di Expo e una dopo. Quella prima racconta di una città che per molto tempo ha mantenuto quasi inalterata la sua immagine. Quella dopo è il ritratto di un territorio che sta pian piano rimodellando alcune delle sue zone, nel solco di quello che è stato il grande proin cantiere: GLI SCALI FERROVIARI getto di riqualificazione Sarà lanciato questa mattina dell’area di Porta Nuova il concorso internazionale e che ha rappresentato, indetto da FS Sistemi soprattutto a livello di Urbani e Coima per la immagine, un successo a redazione dei masterplan livello internazionale del di rigenerazione degli scali capoluogo. Il restyling, ora, è però ben più esteso. ferroviari Farini (618.733 I nuovi cantieri che trametri quadrati) e San sformeranno il volto delCristoforo (158.276 metri la città si estenderanno quadrati). Con questi per oltre due milioni di anche Greco, Lambrate, metri quadrati distribuiti Porta Romana, Rogoredo, tra l’area che ha ospitato Expo 2015, la zona di Porta Genova. L'accordo via Bramante attorno al di programma tra Comune Cimitero Monumentale e tutte le superfici attualmente occupate dagli ex scali ferroviari. I tempi di realizzazio- ti scientifici dell’Università Statale ne sono piuttosto lunghi (alcuni di di Milano e l’Ospedale Galeazzi. I questi lavori sono appena partiti, e terreni di proprietà di Arexpo, per solo una piccola parte di questi can- il prossimo secolo, saranno gestitieri sarà smantellata già dal prossi- ti dal consorzio guidato dal gruppo mo anno, burocrazia permettendo), australiano di real estate LendLease ma attorno a questi progetti si sta già per 671 milioni euro in 99 anni che, crendo un clima di attesa sulle poten- con una inflazione presunta del 2%, ziali ricadute positive dal punto di vi- diventeranno circa 2 miliardi. Ad sta immobiliare e di business per tut- aggiudicarsi il masterplan per la trato l’indotto commerciale e cittadino. sformazione dell’area da un milione di metri quadrati è stato lo studio di L’EREDITÀ DI EXPO architettura Carlo Ratti Associati con un maxi progetto che include un ParUno dei progetti faraonici che coin- co della Scienza, del Sapere e dell’Involgerà l’hinterland di Milano è la novazione (ora ribattezzato con il riqualificazione degli spazi dove si è nome Mind) con uffici, centri di tenuto Expo 2015. Qui nascerà un ricerca, università, residenze e spazi

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culturali, aree per l’agricoltura urbana e il primo quartiere al mondo progettato per veicoli a guida autonoma. Human technopole, l’istituto dedicato allo studio delle scienze della vita in campo biomedicale, sarà la prima

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SCALI MILANO

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lavoreranno 1.500 persone e sarà a regime entro il 2023. Con lo scorso dicembre sono iniziati i primi trasferimenti all’interno di Palazzo Italia, che sarà ristrutturato entro la seconda metà del 2018, mentre ora sarà avviata la progettazione dei nuovi edifici.

struttura a vedere la luce. Occuperà circa 30mila metri quadri in prossimità dell’Albero della vita. Includerà tre edifici esistenti (Palazzo Italia, Unità di Servizio 6, Cardo Nord-Ovest) e due di nuova costruzione che ospiteranno sette centri di ricerca e quattro strutture scientifiche. Qui vi

IL NUOVO VOLTO DI VIA BRAMANTE

Nell’area di 32mila metri quadrati di fronte al Cimitero Monumentale, a qualche centinaio di metri dalla Fabbric del Vapore, verso la fine dell’Ottocento il Comune di Milano stipulò con Edison una prima “convenzione tranviaria” per garantire una progressiva elettrificazione delle linee milanesi. Tutta quest’area è ora oggetto dell’altro grande progetto di riqualificazione, questa volta nel semicentro della città. L’intervento è eseguito da Immobiliare Porta Volta, proprietario dell’area, nell’ambito del Programma integrato di intervento insistente sulle aree tra via Ceresio, via Bramante e via Procaccini. Qui saranno realizzati quasi 13mila metri quadrati di edilizia residenziale, un nuovo hotel che ha già aperto i battenti (l’hotel Viu, in via Fioravanti) e una piazza arredata a verde di 6mila metri quadrati. Punta di diamante del progetto sarà la nuova sede dell’Adi (Associazione per il disegno industriale) che occuperà l’edificio in stile liberty chiamato Tram a cavalli. Il complesso si sviluppa su una piazza di circa 8mila metri quadri, di cui 5.988 ad uso pubblico concessi in uso per 35 anni all’Adi dal Comune di Milano (a Palazzo Marino sono state cedute da Immobiliare Porta Volta le aree di pubblico interesse). Il progetto per Porta Volta è curato dagli studi Bodini di Roma e Perotta di Milano che si occupano anche della ristrutturazione dell’edificio che ospiterà l’Adi e la Collezione storica del Compasso d’Oro Adi. Solo per questo immobile l’investimento stanziato per la ristrutturazione si aggira sui 5-6milioni di


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SULL'ATLANTICO

Le ville di Nobu di David Rockwell Lo studio newyorkese è da poco tornato in Florida per l’espansione del Nobu Hotel Miami Beach, proseguendo il progetto concluso nel 2017 di Eleonora Vitti Il Nobu Hotel Miami Beach non è certo un nuovo indirizzo nella città più cosmopolita della Florida. Quando infatti lo Chef Nobu Matsuhisa insieme all’attore Robert De Niro decise di inaugurare un Nobu Hotel sulla penisola era il 2015 e scelsero il Eden Roc Hotel del 1955. Situato sulla famosa Collins Avenue e affacciato su un tratto di costa atlantica da cartolina, il Nobu Hotel Miami Beach (The Leading Hotels of the World) è stato applaudito fin da subito come indirizzo esclusivo, elegante e ricercato. La firma delle 206 suite e camere era dell’architetto americano David Rockwell. Recentemente lo studio di New York ha aggiunto la ciliegina sulla torta, o meglio 3 ciliegine. Sono le ville, Nobu, Asahi e Yuhi, situate agli ultimi piani dell’edificio e fortemente ca-

ratterizzate negli ambienti, per soddisfare al meglio ogni tipologia di cliente di lusso. Se è vero che tutte le suite e le camere erano state disegnate prendendo come ispirazione le case sulla spiaggia tipiche degli Stati Uniti, è vero anche che per le ville Rockwell ha deciso di aggiungere dettagli customizzati e alcune delle migliori tecnologie ideate per il mondo dell’hotellerie. In ordine, la Nobu Villa, la più grande per metratura, fino a 220 mq, è il punto d’incontro tra le case sulla spiaggia giapponesi e lo stile di Miami più moderno. Con un terrazzo continuo che costeggia tutti i lati dell’appartamento, una sala da biliardo e una cucina professionale, la Nobu Villa è pensata anche per eventi privati. Segue poi la Asahi Villa, quella che forse rappresenta l’emblema dell’atmosfera giapponese: pavimento in quercia sbiancato insieme a marmi italiani ne

SUL TAMIGI

The Tulip, la cultura si fa spazio a Londra Lo studio Foster & Partners ha progettato un nuovo polo per ospitare eventi culturali, didattici, di business e tecnologici. Una nuova torre, alta più di 300 metri, cambia lo skiline.

Safra Group e Foster + Partners, rispettivamente proprietari ed architetti del noto 30 St Mary Axe, hanno presentato alla City of London Corporation il progetto “The Tulip”, un nuovo spazio culturale che dovrebbe ergersi, 305,3 metri, proprio in prossimità dell’edificio meglio noto come “The Gherkin”. The Tulip, il cui nome deriva dalla forma ispirata alla natura, valorizzerebbe ulteriormente The Gherkin, uno degli edifici più riconoscibili e apprezzati dello skyline londinese, offrendo un nuovo polo

Uno spazio del nuovo progetto

All'ultimo piano un'aula che potrà ospitare fino a 20mila studenti

culturale e turistico. Una delle caratteristiche di questo nuovo grattacielo sarà l’aula situata all’ultimo piano che potrà ospitare fino a 20mila studenti londinesi. Questa struttura educativa, messa a disposizione dal J. Safra Group condividerà tematiche inerenti al programma di studi nazionale, utilizzando strumenti innovativi in grado di riprodurre e comunicare la storia e il dinamismo della città. The Tulip ambisce a fornire un punto di vista senza paragoni su Londra con le sue gallerie panoramiche, i ponti sospesi, le ante scorrevoli in vetro e le capsule che ruoteranno

• TOP 3 •

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LA CITY

Anche Unipol cambia Milano

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Un’alta torre a pianta ellittica aperta sulla città, una nuova sede operativa che riabilita un vecchio edificio e un investimento in ambito alberghiero. di Mirko Lugano Aveva ragione Umberto Boccioni quando la chiamava “La città che sale”. Milano sembra non fermarsi mai e continua a rappresentare la realtà italiana capace di investire. Il grande masterplan che sta interessando l’area di 290mila metri quadrati di Porta Nuova ne è uno degli esempi, il più riuscito degli ultimi 15 anni. Considerato uno dei più grandi progetti di riqualificazione d’Europa, il progetto rappresenta la volontà di creare un legame tra l’identità di Milano, forte ed elegante, e la visione internazionale che la contraddistingue. Non stupisce quindi che, ai progetti conclusi e già diventati icone, vadano ad aggiungersene di nuovi, altrettanto d’impatto. Dopo la recente inaugurazione della Biblioteca degli Alberi, proseguono gli interventi che vanno sotto il grande progetto di riqualificazione immobiliare e di valorizzazione urbana Urban Up, sviluppato dal Gruppo Unipol e che ha preso il via proprio dalla città di Milano. Una nuova sede operativa, che ridarà vita (e dignità) all’ex Palazzo Ligresti, un centro direzionale degno delle città più futuristiche e un nuovo punto di riferimento nell’hotellerie di fascia alta.

sciato incompiuto e abbandonato, che era stato ribattezzato “il rasoio”. Il progetto di riqualificazione ha preso il via dall’edificio esistente, trasformandolo da ecomostro ad esempio virtuoso di sostenibilità, tanto da aggiudicarsi il BIM & Digital Award 2018 per gli edifici del terziario di grandi dimensioni. “Per Unipol questo progetto è una pietra miliare per la sua importanza dal punto di vista di efficienza ed efficacia – ha dichiarato Massimo Roy di CMR, lo studio che ha progettato la nuova sede – soprattutto per la facciata che lo caratterizza, ventilata, prismatica, dinamica e profondamente innovativa.” Sarà un vero e proprio esempio di architettura green e sostenibile: all’esterno tutte le superfici sono in gres trattato con biossido di titanio, un rivestimento innovativo che agisce con gli agenti inquinanti tramite un processo fotocatalitico e che, combinato con le aree verdi previste dal progetto, contribuirà a ridurre l’inquinamento atmosferico locale di oltre il 50%; mentre all’interno un’impiantistica all’avanguardia basata su fonti rinnovabili contraddistinguerà la sede Unipol come edificio a bassissimo impatto ambientale. “Il progetto in De Castilia – ha aggiunto Massimo Roy – è un altro tassello nella grande scacchiera di Porta Nuova. Noi come CMR siamo stati molto fortunati ad essere parte di questo grande lavoro di rigenerazione urbana, dovuto alla straordinaria visione di imprenditori illuminati e al susseguirsi di amministrazioni capaci che hanno portato Milano sul palcoscenico europeo.”

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c 129 a f NUMERO PIANI DELLA TORRE

DE CASTILIA 23 Con la prossima primavera vedrà la luce la sede operativa del gruppo, finora dislocato in più zone di Milano, all’interno di un palazzo per anni la-

LE TORRI DI UN RINASCIMENTO I simboli storici della “città che sale”

È interessante osservare quanto il fenomeno delle torri abbia caratterizzato il “rinascimento” della città di Milano. La lista dei progetti che puntano alle nuvole è molto lunga, cosa impensabile solo una decina d’anni fa, quando lo skyline della città era contrassegnato da 3-4 punti di riferimento al massimo. • Ci sono infatti il restauro di edifici storici, come la Torre Velasca e il grattacielo Pirelli, • gli edifici costruiti nel nuovo millennio come la torre Unicredit, quella di Allianz e il Bosco Verticale, • e quelli che saranno costruiti nel corso dei prossimi anni, dalla sede di UnipolSai, al grattacielo residenziale di via Pirelli 33 Senza contare che, attorno a questi, c’è una moltiplicazione di iniziative di recupero e rilancio immobiliare sull’intero territorio urbano. In queste torri c’è la “Città che sale” che è anche il titolo di un ‘ritratto’ di Milano di Umberto Boccioni, un sistema dotato della forza propulsiva necessaria al proprio sviluppo.

LA TORRE A settembre sono cominciati gli scavi di quello che sarà un nuovo fiore all’occhiello della rivoluzione contemporanea meneghina. Si tratta del centro direzionale Unipol, firmato da Mario Cucinella. Per l’architetto siciliano di origine e bolognese d’adozione, Milano è la città nella quale l’architettura contemporanea può essere veicolo di business ma anche di rappresentazione del tempo che viviamo. “Credo che la grande operazione urbanistica di Porta Nuova sia stata molto coraggiosa – ha dichiarato a Pambianco Design – e ciò che più mi colpisce è vederne il successo, perché è stata ben orchestrata e gestita dal punto di vista politico, visto che sono passati più di 10 anni e sono cambiate diverse amministrazioni, e

anche imprenditoriale”. La Torre Unipol sarà alta quasi 120 metri per una superficie totale di 31mila metri cubi. 23 piani fuori terra più 3 interrati, in una sorta di unicum con il tessuto stradale della zona. Una metafora della società in cui viviamo, rafforzata dalla geometria a rete della facciata che s’ispira al sistema delle relazioni contemporanee. “Vuole essere un edificio aperto e trasparente, e credo che al momento a livello di realizzazione costruttiva sia tra i più difficili in Italia, ma come immagine sarà tra i più semplici. Abbiamo infatti scelto materiali naturali, trasparenza, il bianco come colore predominante”. Con un’anima quasi domestica negli arredi e nelle scelte di stile, la torre ospiterà spazi commerciali, un grande auditorium di oltre 270 posti, gli uffici Unipol e, in copertura, una serra-giar-


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DESIGN PER LE STRADE

Uno, dieci o centomila. S Ogni aprile la città si trasforma per effetto dell'appuntamento del design più importante al mondo. Sono centinaia gli appuntamenti dei brand di arredamento (ma anche della moda) che cambiano il colore di Milano. E, soprattutto, di alcuni distretti caratteristici, in cui il Salone si identifica. E si moltiplica.

m i s di Veronica Sureni

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Se è vero che Milano vive di design tutto l’anno, è altrettanto sicuro che ad aprile, durante la settimana del Salone del Mobile, dia il meglio di sé, non solo nel polo fieristico di Rho, ma anche per le strade della città, in alcuni dei quartieri più iconici del capoluogo. La mappa del Fuorisalone quest’anno si arricchirà di un nuovo indirizzo, IDD

BRERA

Tradizione e innovazione

Forte dei numeri dell’ultima edizione (250.000 passaggi per 180 eventi e 300 aziende aderenti), anche quest’anno si ripromette di unire tradizione e innovazione presentando progetti che spaziano tra il design, l’architettura e l’arte. Grazie al successo dei Brera Design Days di ottobre, il tema scelto è Be Human, ossia progettare con empatia. Un vero e proprio invito a indagare le potenzialità degli oggetti e dei luoghi perché questi creino le condizioni favorevoli allo sviluppo dell’empatia umana. Verrà premiato il progetto www.thesocialitefamily.com di Constance Gennari per la capacità di raccontare storie personali nelle quali i lettori si immedesimino. Negli interni al terzo piano di via Palermo 1, sarà presentato Souvenir Milano, a cura

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(Innovation Design District) di Porta Nuova che va ad aggiungersi aglle ormai tradizionali aree del design di Brera, Porta Romana, Triennale, Fabbrica del Vapore, Zona Ventura Lambrate e l’iconica Zona Tortona, Isola Design District e Ventura Centrale. Il Fuorisalone mantiene ancora oggi il carattere spontaneo che lo caratterizza dai primi anni ’80 e anzi, vede un’espansione a settori affini al design, come l’arte, la moda e il food in un’unica si-

SUPERSTUDIO

NENDO A SUPERDESIGN Si ripropone il format "meno fiera e più museo". Per questa edizione, si punta a una collettiva che prenderà le sembianze di un'abitazione immaginaria. Anche quest’anno il progetto Superdesign Show darà voce, ancora una volta, al concept lanciato nel 2009 ‘meno fiera, più museo’ sempre con la curatela di Gisella Borioli, CEO di Superstudio e ideatrice Superdesign Show. Tema di quest’anno è Only the Best che punta a valorizzare i grandi nomi, i progetti innovativi, le tendenze del lifestyle, le soluzioni tecnologiche che migliorano l’ambiente e la vita di ogni giorno. “Fin da quando ho immaginato il design fuorisalone al Superstudio, nel lontano 2000 – ha dichiarato Borioli a Pambianco Design – ho pensato che dovesse essere presentato in modo innovativo. La formula ‘meno fiera e più museo’ ci ha dato autorevolezza, grazie anche alla selezione e alla ricerca costante”. La novità di quest’edizio-

ne è il ritorno Giulio Cappellini nella veste di Art Director firmando Superloft, mostra collettiva che prenderà le sembianze di un’abitazione immaginaria reale, elegante ed eclettica con la partecipazione di alcuni protagonisti del design made in Italy e di maestri artigiani. Dal living alla wellness-room, dalla cucina alle camere da letto, dalla veranda agli spazi di servizio: un superloft internazionale, che potrebbe stare a Parigi, così come a New York a Berlino o Shanghai. “Superstudio si riconferma anche quest’anno un luogo dove ammirare istallazioni di grandi designer e grandi aziende e dove scoprire talenti emergenti e nuove realtà produttive” ha infatti affermato a Pambianco Design. L’evento più atteso sarà la mo-


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Saloni del mobile Dissim aliberf erumquam, comnihi llumqui comnis velit landem porum nonsere provitatem alicim ipsum ento doluptiis reician drcip

asdasdNat que odi doluptas maionsequae. Harciate optatem faccuptLici diae magnis nulpa consece sciendae cum, tem sundic tem quis alia quisimo lorepel magnam rehento quibustis aut autem

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nergia di progetto che risponde all’unica parola d’ordine: creatività. Ogni quartiere di Milano rifiorisce durante la Design Week, ma ci sono alcuni luoghi che ne rimangono i caposaldi: si tratta di Superstudio, che ha aperto al design nel 2000 grazie a Gisella Borioli e Giulio Cappellini e che punta a riconquistare l’allure di un tempo grazie anche all’attesa mostra di Nendo, Brera Design District, che raccoglie sotto di sé l’anima più storica della città e

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5vie, gemma nascosta dietro vicino a piazza del Duomo che crea dialogo tra gallerie d’arte, antiquari e giovani designer. Ecco cosa presenteranno queste tre realtà al prossimo Fuorisalone. e è vero che Milano vive di design tutto l’anno, è altrettanto sicuro che ad aprile, durante la settimana del Salone del Mobile, dia il meglio di sé, non solo nel polo fieristico di Rho, ma anche per le strade della città, in alcuni dei

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Connessioni tra storia e moderno Nel mantenere sempre contemporaneo il dialogo tra arte e design, il distretto propone ogni anno lavori internazionali che valorizzano il patrimonio del centro storico riuscendo a creare connessioni sempre nuove con la contemporaneità. Per il 2018 in particolare, verranno presentati tre progetti: Unsighted a cura di Nicolas Bellavance-Lecompte (architetto, curatore e gallerista), Schloss Hollenegg for Design a cura di Alice Stori Liechtenstein e Projecto Travessa da Ermida a cura di Mário Caeiro. Il primo sarà una sfida per i designer, perché saranno invitati a produrre un pezzo senza conoscere il contesto, il luogo o la destinazione. Schloss Hollenegg for Design (una piattaforma internazionale, con sede austriaca, che sostiene la ricerca, il pensiero e la critica del design) presenterà




WINE&FOOD A CASA DI IDENTITÀ GOLOSE “Il primo hub internazionale della gastronomia”. Paolo Marchi e Claudio Ceroni, fondatori di Identità Golose, definiscono così il nuovo capitolo nella storia, lunga ormai 15 anni, del congresso internazionale dell’alta cucina, che oggi inaugura uno spazio fisico di proprietà, Identità Milano. Sorge in via Romagnosi 3, a duecento metri dal Teatro alla Scala, nel luogo che ha ospitato per 50 anni la Fondazione Feltrinelli. Qui Identità Golose continuerà a raccontare e celebrare l’alta cucina, ma lo farà all’interno di un centro polifunzionale, progettato dall’architetto Egidio Tordera, che comprende un’area eventi, aule per la didattica, un’enoteca e uno spazio dedicato alla ristorazione dove si alterneranno i migliori chef italiani e internazionali. Identità Milano è il risultato di un percorso iniziato tre anni fa. “Quando abbiamo chiuso la collaborazione con Expo 2015, io e Paolo Marchi ci siamo detti che un’esperienza così unica non doveva finire, occorreva un seguito”, racconta Ceroni. “Siamo stati i primi a credere in Expo, un evento che puntava a rendere Milano ancora più internazionale e oggi tutto questo è realtà”. Per Identità Golose, evento che nel corso degli anni ha creato innumerevoli occasioni di confronto sul mondo del cibo, “tre giorni di congresso non bastano più ad approfondire le attività e

IN CITTÀ PAUSA PRANZO

Lo street food district che cucina nel cuore di Milano

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A due passi dal Duomo e dalla Galleria c’è il regno dello street food. Il pasto veloce di qualità e da asporto è ormai una tendenza internazionale che Milano ha sposato appieno. Anzi, ha anticipato i tempi, dando vita e forma a uno street food district in piena regola e con poche analogie nelle capitali occidentali. I brand dello spuntino hanno preso possesso degli spazi disponibili e distribuiti lungo tre piccole strade, via Santa Radegonda, via San Raffaele e via Agnello, esaurendo di fatto le capacità dell’area che oggi è sold out e presenta valori ingenti di buonuscita per il subentro: secondo quanto risulta a Pambianco Magazine, il key money concordato per le ultime trattative concluse in zona era compreso tra i 10 e 15mila euro al metro, cui naturalmente va aggiunto l’affitto delle location. Si tratta quindi di un investimento importante e tale da selezionare i pretendenti sulla base della forza economica e finanziaria del brand. In cambio, oltre all’immagine, ci sono incassi altrettanto ingenti.Tutto nacque attorno a Luini. Davanti allo storico forno del panzerotto, attività fondata nel 1888, si crea ogni giorno una lunga fila di clienti con tanto di servizio d’ordine a

FORMULA 'ATTIMI'

Le location da scoprire a Citylife Dopo Fiumicino, il format di Heinz Beck con Chef Express è arrivato a Milano La scelta di Citylife è un test per ulteriori aperture in location simili, anche all’estero Chef tristellato, prezzi accessibili, menù a tempo. La formula di Attimi, ideata da Heinz Beck con Chef Express, è arrivata a Milano con l’obiettivo di bissare il successo ottenuto al Terminal E dell’aeroporto internazionale di Roma Fiumicino. “Volevamo Milano, ma lo scalo di Linate è troppo piccolo e Malpensa troppo distante”, afferma lo chef del ristorante La Pergola del Rome Cavalieri Waldorf Astoria. “A quel punto, abbiamo individuato uno spazio in città”. La scelta, in accordo con Chef Express, è stata Citylife. “Crediamo moltissimo nello sviluppo del centro commerciale – sottolinea Cristian Biasoni, amministratore delegato della società di ristorazione controllata da Gruppo Cremonini e capace di generare 573 milioni di ricavi nel 2017 – dove siamo già presenti con la versione urban e premium di Roadhouse, con il fresh mex Calavera e con Juice Bar nella galleria commerciale. Avevamo a dispo-

sizione una location prestigiosa, 630 metri quadrati con vista spettacolare sul parco di Citylife, e perciò abbiamo pensato di inserire il nostro format più prestigioso”. L’ESTERO DOPO MILANO Aperto a luglio con formula light, Attimi in Citylife sarà sviluppato gradualmente con l’idea di coprire i diversi momenti (o attimi….) della giornata, dalla colazione alla parte di fine dining passando attraverso l’offerta pranzo stile bistrot e, novità milanese del format, l’aperitivo gestito con tanto di isola del bartender al centro della sala. “Rispetto a Fiumicino – afferma Biasoni – qui la dimensione dello spazio ci permette di offrire

qualcosa in più. Inoltre, per quanto veloce, a Milano la vita concede al nostro cliente qualche momento in più, per-


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sorvegliare le operazioni. Fino a sei anni fa, però, attorno a Luini non c’era seguito, se non quello rappresentato da pizzerie e ristoranti altrettanto storici come la pizzeria Di Gennaro. “Quanto aprimmo nel 2011, occupammo uno spazio sfitto da tempo e non versammo un centesimo di buonuscita”, ricorda Vincenzo Ferrieri, CEO di Cioccolatitaliani, ben piazzato al civico 6 di via San Raffaele, una location strategica, per il gruppo fondato sulla chocolate experience, che da qui trae il 30% degli incassi totali di Milano, dove dispone di altri quattro punti vendita. “Per noi, quello shop è un flagship. Si tratta non solo del negozio più performante della catena, ma anche di quello che ci ha offerto più visibilità internazionale, permettendoci di concludere accordi di partnership come quello che sta portando il brand ad aprire in Oman dopo aver conquistato Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e Kuwait”. Per il gruppo da 30 milioni di ricavi nel 2016, e con stime di chiusura sui 38 milioni a fine anno, è giunto il momento di avviare il restyling di questo punto vendita, dopo sei anni di grande crescita. “Chiuderemo per qualche settimana a febbraio. L’importanza della boutique di via San Raffaele è tale da imporre adeguati cambiamenti per

A due passi dal Duomo, il pasto veloce di qualità e da asporto è ormai una tendenza

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ché non ci sono aerei in partenza”. Citylife rappresenta per Attimi una sorta di test, per qualità e servizio, in chiave urban center. “Se dovesse andare come ci aspettiamo, penseremo seriamente allo sviluppo in contesti simili, anche se non intendiamo far breccia nelle vie del centro storico”, afferma Biasoni. L’identità del format è legata a un target differente, ben rappresentato nello shopping center sorto negli spazi dell’ex fiera di Milano. “Si tratta di un pubblico mediamente giovane – sot-

offrire un premium di massima bellezza. Abbiamo ricevuto tante offerte allettanti per cedere lo spazio, offerte che ci hanno ancor più convinto di quanto sia stata giusta la nostra scelta. Abbiamo contribuito all’esplosione di quella zona” conclude Ferrieri. Nel quartiere dello street food non poteva non trovar spazio l’hamburger, presente sia in salsa americana con il colosso McDonald’s in Galleria Fontana (tra Santa Radegonda e San Raffaele) sia nella ver-

tolinea Biasoni – composto dai clienti dei negozi e dipendenti dei molti uffici in zona, dai residenti e dagli spettatori del cinema multisala”. “Dopo Milano – gli fa eco Beck – mi piacerebbe esportarlo in una capitale europea, una città dinamica e in fermento. Penso a Londra innanzitutto, ma anche a Berlino, Madrid o Bruxelles”. L’intesa dello chef bavarese di nascita e romano d’adozione con il gruppo Cremonini ha basi solide e prospettive di potenziamento. “Abbiamo voluto Beck – precisa l’AD di Chef Express – perché si tratta non solo di uno chef di livello mondiale ma anche di un manager della ristorazione, qualità che gli permette di confrontarsi con una realtà complessa come la nostra, standardizzata e poco incline alla diversificazione. Ma in quanto chef, Beck è anche un po’ artista e di artisti ne riusciamo a gestire uno per volta… Pertanto sarà lui il nostro unico partner ‘tre stelle Michelin’, con una logica di lungo periodo, perché difficilmente andiamo a cercare l’occasione o la star del momento quando si tratta di core business”

sione made in Italy di Mama Burger, il cui punto vendita è al civico 18 di via Agnello. Nato come terzo store della mini-catena, si è imposto velocemente come flagship e principale fonte di introiti. “Oggi ci assicura circa due milioni l’anno su un totale di 2,8 milioni”, racconta il CEO Guido Cancellieri, evidenziando l’apporto del suo locale e del vicino Juice Bar alla riqualificazione dell’area. “Quando siamo arrivati noi, la zona era abbandonata a se stessa”, spiega l’imprenditore, impegnato nel potenziamento di Mama Burger con l’apertura a fine settembre presso il centro direzionale Mac7 e in procinto di inaugurare lo store in piazza Gae Aulenti, iniziative che dovrebbero far decollare i conti inevitabilmente condizionati dalla chiusura dello “storico” Mama Burger di via Vittor Pisani, zona giudicata non più adatta all’attività. “Abbiamo tante richieste per via Agnello, ci sono grandi gruppi di pizzerie e altri tipi di street food interessati alla zona. Per noi però è diventata una location fondamentale, con uno zoccolo duro di clientela milanese per la pausa pranzo, ma anche tanti stranieri, tra cui imprenditori mediorientali che spesso ci chiedono partnership per aprire anche nei Paesi del Golfo. Ci stiamo pensando”. Mama Burger sta inoltre lavorando per potenziare il servi-

Nasce Milano Wine Club Milano Wine Club è innanzi tutto un club, in quanto tale punta a formare un’élite composta da opinion leader, professionisti e imprenditori, offrendo loro una serie di esperienze “members only” legate al nettare di Bacco. Qualcosa di molto diverso dalla Milano Wine Week che, invece, è stata studiata da Gordini come un mix tra eventi pop (basti pensare al brindisi ‘flashmob’ di Citylife con migliaia di persone a sollevare al cielo calici di Trentodoc) e momenti culturali, senza dimenticare la parte della proposta politica incentrata nell’evento del Wine Business Forum. Di conseguenza, le adesioni nella prima fase dovranno essere approvate dal board. A macchina avviata, l’ingresso sarà subordinato alla presentazione da parte di due membri del club. I quali, come da tradizione, diventeranno di fatto i garanti dell’altrui richiesta, con tutte le conseguenze del caso qualora i pretendenti non siano all’altezza della propria ambizione.

Ovviamente, essendo un club basato a Milano e con un gruppo di padri fondatori molto autorevoli, si profilano collaborazioni con cantine altrettanto autorevoli. È lecito ipotizzare che i nomi di queste cantine, che resteranno top secret fino all’evento di apertura già fissato per il 3 dicembre, siano abbastanza simili ai nomi di coloro che hanno sostenuto la Milano Wine Week. Si parla di 40 collaborazioni iniziali e non resta che attendere poco più di un mese per svelare il segreto. La presentazione si terrà sempre in casa Armani e sarà organizzata in parte all’Emporio Armani Caffè e Ristorante, in parte all’Armani Privé. Qui, durante la sera, sarà organizzato un party durante il quale le aziende partner faranno degustare i loro vini di punta esclusivamente in grandi formati.


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INTERVISTA

La lunga vita di ogni società è data soprattutto dai contenuti che si esercitano. Per farlo servono le persone

di Andrea Sica

Nel panorama dell’alta gastronomia italiana, c’è uno chef che negli ultimi anni si è guadagnato con le sue azioni il ruolo di campione delle nuove aperture di ristoranti. Si tratta di Enrico Bartolini, cuoco-imprenditore toscano che dal 2016 guida il ristorante al terzo piano del Mudec di Milano, due stelle Michelin, punta di diamante del suo universo di locali e collaborazioni. A soli 38 anni, oggi Bartolini è un leader sia in termini di nuove insegne da lui dirette, sia per le partnership di diversa natura avviate in Italia e all’estero con differenti società. La storia professionale di Bartolini è cambiata nel momento in cui ha iniziato a operare a Milano, entrando nel mondo della ristorazione milanese nel momento più favorevole per la città. Dopo gli inizi sotto la guida di Massimiliano Alajmo, l’iniziale affermazione in Oltrepò alle Robinie di Aldo Cop-

ENRICO BARTOLINI, dal 2016 guida il ristorante al terzo piano del Mudec di Milano, due stelle Michelin

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pola (dove conquista la prima stella) e l’esperienza al Devero di Cavenago Brianza (seconda stella), dal 2016 in poi lo chef ha firmato col suo nome cinque ristoranti italiani: il ristorante al Mudec di Milano, il Casual a Bergamo, la Trattoria Enrico Bartolini presso l’Andana del Gruppo Terra Moretti a Castiglione della Pescaia (raccogliendo l’eredità di Alain Ducasse), il Glam all’interno del luxury hotel Palazzo Venart a Venezia e la Locanda del Sant’Uffizio in provincia di Asti, tra le colline del Monferrato, per complessive cinque stelle Michelin. A questi si aggiungono il ristorante Spiga a Hong Kong, il primo all’estero col suo marchio in collaborazione con Dining Concepts, e le partecipazioni con Skelmore Hospitality nei locali Roberto’s di Dubai e Abu Dhabi. Bartolini ha anche stretto una partnership con Pandenus, tra i format di maggiore successo soprattutto a Milano, destinata ad ampliarsi nel prossimo futuro, mentre a maggio di quest’anno ha concluso, dopo pochi mesi, quella iniziata con Eataly presso il parco agroalimentare Fico a Bologna. Lo chef ha portato la sua filosofia “Contemporary Classic”, un mix di tradizione e innovazione, anche al di fuori dei suoi ristoranti attraverso attività collaterali importanti per il suo business: i catering e i banchetti per gli eventi e varie collaborazioni, come

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quelle con la maison Krug, il brand di lusso Hermès, la compagnia aerea Emirates. Infine, Bartolini collabora con La Collina dei Ciliegi, cantina della Valpolicella dell’imprenditore della finanza Massimo Gianolli, per la Sky Lounge Vip allo stadio San Siro di Milano. Tante attività, anche geograficamente distanti tra loro, comportano la necessità di un metodo gestionale tale da garantire un costante livello di eccellenza, dal servizio alla cucina. Ed è grazie a questo metodo che Bartolini è riuscito nell’intento di crescere mantenendo, nelle diverse formule, un posizionamento alto e un rafforzamento del brand. Negli ultimi anni ci ha abituati a continue aperture: dove vuole arrivare? Siamo una piccola realtà che oggi conta cinque ristoranti, alcuni di questi come l’Andana o la Locanda del Sant’Uffizio si dividono al loro interno in diverse attività; poi ci sono i tre locali all’estero in cui siamo partner e due bistrot a Milano insieme a Pandenus, che diventeranno sei a inizio 2019. A tutto questo si aggiungono gli eventi, le colazioni dell’hotel e gli showcooking, che danno una discreta sostenibilità e ci consentono di continuare a lavorare sul nostro obiettivo: la qualità. Quanti dipendenti lavorano nei suoi ristoranti? Se consideriamo i locali a gestione diretta, attual-

Uno chef 'da museo' sulle tavole del mondo

Ogni locale ha un suo carattere che dipende anche dalle persone che ci lavorano, interpretano il luogo e lo fanno loro mente sono circa 150 dipendenti, mentre superiamo i 200 contando quelli dove siamo in società. Come fa a gestire tutti questi locali, anche lontani tra loro? Non ho la sfera magica, sono fortemente concentrato sui contenuti e non mi lascio impressionare dai volumi. Mi interessa che i numeri siano sostenibili, ma la lunga vita di ogni società è data so-



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RISTO TOP RISTORANTI A CONFRONTO

LA CLASSIFICA DEI FORMAT DI RISTORAZIONE L’Italia nel piatto si è svegliata. Dopo decenni piatti-icona portati al successo da catene estere, ora c’è una generazione della riscossa Firma diasdakjs Crescono fino al 50% i ricavi 2017 delle società con brand replicabili nella ristorazione. Il settore è al riparo dalla concorrenza online che, intesa come food delivery, finisce per essere un suo alleato. L’Italia della ristorazione si è svegliata. Dopo decenni di lamentele per i suoi piatti-icona portati al successo da catene estere come Pizza Hut, per non parlare di Starbucks con il suo Frapuccino, c’è una generazione che ha smesso di piangere e ha lanciato, partendo dall’Italia, nuove formule che iniziano ad attrarre l’attenzione non solo degli

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investitori, ma anche dei developer nel retail. Il 2018 è iniziato perciò con la firma di nuovi accordi legati al franchising di catene nate in Italia e scoperte dagli stessi developer, perlopiù mediorientali (è il caso di Spontini con Alshaya), nel nostro Paese o in quella formidabile piazza per la visibilità internazionale che è Londra. Proprio la capitale britannica è assieme a Milano il punto nevralgico delle nuove aperture di catene che crescono, e spesso lo fanno a doppia cifra.

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AL RIPARO DALL'ONLINE

Secondo lo studio di Pambianco Stra-

Londra e Milano sono le città delle nuove aperture di catene italiane che spesso crescono a doppia cifra

tegie di Impresa sui principali format italiani di ristorazione, segmentati per fasce, non compare alcun segno negativo nel confronto tra 2017 e 2016 in termini di fatturato. Nella peggiore delle ipotesi, e in assenza di nuove aperture, i gruppi del retail hanno confermato il risultato dell’esercizio precedente. Tra le insegne in espansione, l’aumento del giro d’affari può arrivare fino al 50% come nel caso di La Piadineria, peraltro ceduta a fine 2017 da Idea Taste of Italy a Permira con esito più che soddisfacente per il fondo facente capo a De Agostini, o di Langosteria, che alle location milanesi ha aggiunto quelle stagionali di Paraggi (Liguria) e Courmayeur (Valle d’Aosta). Il picco, in termini di crescita anno su anno, appartiene alla piccola ma preziosa catena avviata da Savini Tartufi, con i suoi truffle restaurant, protagonista di un incremento del 54% su valori comunque più contenuti rispetto agli altri brand. In teoria, i ricavi dei format di fascia alta sarebbero ancora troppo bassi per attrarre investitori, ma nella pratica non è così. Obicà ad esempio, che chiuderà l’anno con 38,1 milioni ed è quindi sotto la fatidica soglia dei 50 milioni, si appresta al suo primo cambio

di fondo, con l’ormai imminente uscita di Neo Investment Partners, entrato sei anni fa, dal capitale della catena di mozzarella bar. Lo stesso è già accaduto nella fascia media dove Sebeto, proprietario del brand Rossopomodoro nella pizza e certamente posizionato in alto con il brand Ham Holy Burger (hamburger gourmet), è stato al centro di una trattativa conclusa a inizio marzo per l’uscita di Change Capital e l’ingresso di un altro fondo londinese, OpCapita. “Queste ed altre trattative sono indice di una maturazione del mercato”, spiega a Pambianco Wine&Food Nicola Reggio, partner di Area Retail, società di consulenza specializzata nella diffusione retail dei food format. “I format infatti iniziano ad avere fatturati interessanti e, al tempo stesso, i potenziali investitori, fondi di private equity, club deal, family offices etc, hanno abbassato l’asticella della loro soglia limite per investire proprio perché, pur non facendo numeri enormi, questi gruppi della ristorazione presentano notevoli potenzialità di sviluppo. Oggi si possono valutare investimenti sotto i cinque milioni di euro per entrare in società che ne fatturano anche meno di dieci”. E se il parametro



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LE STRADE DEL VINO APPUNTAMENTI

Milano diventa "Wine City" 50 mila presenze alla prima edizione di Milano Wine Week, organizzata in fretta ma capace di incontrare le adesioni dei big vitivinicoli. È stata una scommessa sulla città e su una formula diversa di promuovere e raccontare il prodotto di Mirko Lugano

formula diversa dalle tradizionali fiere per affrontare e raccontare il vino da un palcoscenico privilegiato. “Ora vogliamo diventare un punto di riferimento a livello internazionale”, è la sfida lanciata da Gordini. E pensare che fino a giugno la Milano Wine Week semplicemente non esisteva. L’annuncio del tentativo di realizzare sotto il Duomo una manifestazione che potesse ripetere i successi delle Fashion week o Design week risale all’inizio dell’estate e soltanto a luglio sono stati fatti i primi incontri. Nel mezzo c’è stato il mese di agosto e pertanto le decisioni di partecipazione sono state definite soltanto al rientro dalle ferie estive.

trasformato in Franciacorta District al pari di Porta Romana diventata terra d’Oltrepò Pavese. Ai consorzi lombardi si sono aggiunte poi alcune tra le imprese più rappresentative del settore a cominciare dai main partner vinicoli Ferrari Trento, Guido Berlucchi, Gruppo Santa Margherita, Zonin

e ai media partner Spirito Divino e Pambianco Wine&Food. Qualche numero di Milano Wine Week? Più di 200 eventi, di cui 50 soltanto a Palazzo Bovara dove sono state stappate duemila bottiglie; tremila calici di Trentodoc sollevati al cielo per il brindisi di apertura in Citylife; cinquanta locali attivati per il Franciacorta District e Oltrepo District; cinquanta installazioni di visibilità all’interno del qauartiere Brera/Garibaldi e Porta Romana; centomila guide distribuite nelle uscite della metropolitana e in tutti gli eventi; 32 partner

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Milano città del vino? Archiviata la prima edizione di Milano Wine Week, dal 7 al 14 ottobre, si può dire che il sogno inizia a diventare realtà. Il successo è stato superiore alle attese con oltre 150 mila presenze dichiarate dall’organizzazione durante la settimana di iniziative, partendo dal flashmob sotto forma di brindisi collettivo di sabato 6 ottobre per poi continuare tra eventi, presentazioni, dibattiti e tasting distribuiti tra Palazzo Bovara e il resto della città. Il più importante a livello istituzionale è stato il Wine Business Forum di martedì 9 ottobre, con la consegna al ministro Gian Marco Centinaio delle pro- LA SCOMMESSA DI poste emerse dai vari tavoli FRANCIACORTA di discussione. Organizzare una manifestazione così Chi ha scelto di rischiare è complessa in tempo record apparso soddisfatto, a copoteva sembrare una follia minciare dal consorzio di ma Federico Gordini, presi- tutela del Franciacorta che è dente e fondatore di Mww, stato tra i maggiori protagoè riuscito nell’impresa di nisti non solo organizzando riunire attorno alla sua ‘creatura’ i nomi che contra main sponsor (Dhl), tano del mondo vitivinifounding supporters, colo. È stata una scom- Oltre 150 mila presenze durante la settimana partner vinicoli e partner messa su Milano, città istituzionali. 774mila acdi iniziative, dal flashmob con brindisi trainante per l’economia count unici raggiunti su italiana e diventata orFacebook per un engagecollettivo ai dibattiti e tasting nella città mai un laboratorio di ment di 50mila tra like, sperimentazione di tutti commenti e condivisioni, i trend legati alla ristoramentre i video caricati zione e all’horeca soprattut- il Franciacorta Day dell’11 1821, Cantine Pasqua e sul profilo hanno ottenuto dopo il successo di Expo ottobre, ma anche “occu- Feudi di San Gregorio, oltre to 104mila visualizzazioni. 2015. Ed è stata anche una pando” il quartiere di Brera al principale sponsor Dhl Si aggiungono poi i dati di

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chiusura di Bottiglie Aperte, la manifestazione presieduta da Gordini, gestita da Abs Wine&Spirits e dedicata all’horeca, per la prima volta in scena a Superstudio Più, location che ha creato le condizioni per il salto di qualità anche numerico: gli espositori sono aumentati del 70% e i visitatori del 25% per un totale di cinquemila presenze. In casa Mww già si guarda all’edizione del 2019. “Milano – afferma Gordini – è il luogo giusto dove riunirsi per parlare di vino in modo diverso, attuale, internazionale. Oltre ad attirare altre ini-

ziative che fanno parte del calendario vinicolo italiano, il nostro obiettivo quello di arrivare a innalzare sempre più il livello della manifestazione al punto da coinvolgere i massimi esperti di vino a livello internazionale”. E i benefici sono ricaduti anche sulla città e sulle attività legate all’horeca, grazie anche al supporto di Epam-Fipe e


G R A N D E C U V É E A L M A N O N D O S AT O L A Q U I N T E S S E N Z A D E L F R A N C I A C O R TA


TECH&THE CITY RETAIL UN SALTO DA ZARA

Lo shopping adesso si fa attraverso i QR code

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PRODOTTI COL NOME

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Lusso o fast fashion, ma sempre personalizzato La strada per ingaggiare il cliente è segnata. Nei negozi della moda, senza distinzioni di settore o segmento, la parola d'ordine è 'customizzazione' La febbre della personalizzazione è inarrestabile e ha fatto una nuova ‘vittima’. Zara, il colosso spagnolo del gruppo Inditex, ha infatti annunciato il lancio della sua prima capsule collection di capi denim personalizzabili. La customizzazione sarà offerta per la sezione “Trf” e permetterà ai clienti di aggiungere parole ricamate su pantaloni, shorts, gonne e giacche di jeans. Il servizio, chiamato Zara Trf Edited, sarà lanciato il 27 marzo in soli tre punti vendita Zara, tra cui quello di Milano in Corso Vittorio Emanuele (cui si aggiungono quelli di Plaça de Catalunya a Barcellona, e Kalverstraat ad Amsterdam) e sul sito in Spagna, Inghilterra, Olanda e Italia. Il brand del gruppo da oltre 26 miliardi di euro di ricavi nel 2018 va così ad aggiungersi a una fol-

ta schiera di marchi che hanno fatto della personalizzazione una ghiotta opportunità di business. Tra questi, vanno ricordate le mosse recenti del lusso. Per esempio, Ermenegildo Zegna, con la sua prima sneaker completamente personalizzabile My Cesare, Gucci con il progetto DIY – Do it yourself, Etro che ha lanciato negli scorsi giorni la pochette personalizzabile Rsvp (mentre Louis Vuitton già da tempo offre questa tipologia di servizio). A questi si aggiunge anche Golden Goose che, all’interno del suo flagship store di Milano, ha aperto il primo Lab, il cui scopo è quello di mettere in contatto clienti e artigiani per rendere le sneakers (appena acquistate o già utilizzate) dei pezzi unici. Anche Lectra, gruppo francese specializzato nella produzione di

software e soluzioni tecnologiche premium per le aziende dei settori moda, arredamento e auto, ha lanciato recentemente Fashion on demand per accompagnare le aziende partner nello sviluppo e potenziamento dei servizi di customizzazione.

Per quanto riguarda i brand di fascia più bassa, Mia Bag, Save My Bag e O Bag, per esempio, offrono la possibilità di personalizzare i propri modelli. Così come i giganti dello sportswear Nike e Adidas.

La febbre della personalizzazione è inarrestabile e ha fatto una nuova ‘vittima’. Zara, il colosso spagnolo del gruppo Inditex, ha infatti annunciato il lancio della sua prima capsule collection di capi denim personalizzabili. La customiz-


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Oltre 3.500 mq votati alla tecnologia e alla sostenibilità. Il flagship milanese di Zara in Corso Vittorio Emanuele II riapre al pubblico domani dopo quattro mesi di ristrutturazione. Non un semplice punto vendita, ma uno spazio che, oltre a quattro piani dedicati allo shopping tradizionale delle collezioni donna e bambino, vanta un ‘punto automatizzato di raccolta’: un distributore intelligente che permette ai clienti di ritirare gli invii dopo aver inserito il QR code o il codice pin ricevuti attraverso l’email al momento dell’ordine. Il sistema automatizzato è in grado di gestire 900 pacchi contemporaneamente, consegnando al cliente in pochi secondi il proprio acquisto, senza attese. Parallelamente, lo store ospita anche uno spazio ‘showroom’ in cui è possibile accedere a una selezione di ultime proposte del marchio e, qualora non disponibili in loco, acquistarle subito sul sito web.

venzionali. In seguito alla ristrutturazione, è stata migliorata l’illuminazione led che permette un maggior risparmio energetico, così come l’efficienza dei sistemi di riscaldamento e refrigerazione. Un focus importante è rappresentato anche nell’impegno a riutilizzare i materiali e gestire i residui in modo responsabile. Entro il 2020 tutti i negozi del gruppo si avvarranno di strutture eco-efficienti.

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Architettonicamente, il flagship recupera l’essenza dell’edificio originale del 1941 che fino al 1999 ha ospitato lo storico Cinema Astra. Il progetto, diretto dall’architetto spagnolo Elsa Urquijo, ha preservato gli elementi storici come il mosaico e

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zazione sarà offerta per la sezione “Trf ” e permetterà ai clienti di aggiungere parole ricamate su pantaloni, shorts, gonne e giacche di jeans. Il servizio, chiamato Zara Trf

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Dopo la ristrutturazione, il negozio in Corso Vittorio Emanuele è tra quelli 'pilota' per il retail automatico del gruppo il lampadario all’ingresso integrandoli con soluzioni contemporanee. Il negozio rispecchia inoltre la volontà del gruppo Inditex di incrementare l’impegno nel campo dell’ecoefficienza attraverso un risparmio medio del 20% in elettricità con la conseguente riduzione di emissioni, e fino al un 40% nel consumo di acqua rispetto a negozi con-

Edited, sarà lanciato il 27 marzo in soli tre punti vendita Zara, tra cui quello di Milano in Corso Vittorio Emanuele (cui si aggiungono quelli di Plaça de Catalunya a Barcellona, e Kalverstraat ad Amsterdam) e sul sito in Spagna, Inghilterra, Olanda e Italia.

Il brand del gruppo da oltre 26 miliardi di euro di ricavi nel 2018 va così ad aggiungersi a una folta schiera di marchi che hanno fatto della personalizzazione una ghiotta opportunità di business. Tra questi, vanno ricordate le mosse recenti del lusso. Per esempio, Ermenegildo Zegna, con la sua prima sneaker completamente personalizzabile My Cesare, Gucci con il progetto DIY – Do it yourself, Etro che ha lanciato negli scorsi giorni la pochette personalizzabile Rsvp (mentre Louis Vuitton già da tempo offre questa tipologia di servizio). A questi si aggiunge anche Golden Goose che, all’interno del suo flagship store di Milano, ha aperto il primo Lab, il cui scopo è quello di mettere in contatto clienti e artigiani per rendere le sneakers (appena acquistate o già utilizzate) dei pezzi unici. Anche Lectra, gruppo francese specializzato nella produzione di software e

In concomitanza del re-opening del primo store italiano di Zara, da ieri e fino a domani in Piazza San Carlo è stato allestito Cinema Zara, dedicato alla proiezione di film e cortometraggi italiani. In store è presente una capsule di capi femminili realizzati in esclusiva per il punto vendita in Corso Vittorio Emanuele II.

Ieri, il presidente e CEO di Inditex Pablo Isla ha inoltre dichiarato che entro il 2020 i prodotti di ciascun marchio del gruppo potranno essere inviati in tutti i Paesi del mondo, inclusi quelli in cui non sono presenti negozi fisici. Inoltre, entro il 2020 in tutti i negozi tradizionali sarà presente un sistema integrato che fonde gli ordini avvenuti online con l’inventario in-store, grazie alla tecnologia Rfid.

Nel futuro si pagherà per entrare La digitalizzazione permetterà alle aziende di offrire nuove opportunità commerciali e trasformerà in modo significativo la struttura e l’organizzazione dei negozi in un’ottica di lungo termine, è quanto emerge dalla ricerca ‘Commerce 2040: Revolutionary Tech Will Boost Consumer Engagement‘ elaborata da Euromonitor. Il commercio e gli store del futuro, secondo la società londinese di analisi, dovranno adattarsi di volta in volta al tipo di cliente e al tipo di prodotto e per farlo dovranno sfruttare le molteplici possibilità offerte dalle nuove tecnologie come la realtà virtuale e le ‘wearables’ (dispositivi elettronici indossabili). Questi ultimi guideranno il cliente all’interno dello store e nell’acquisto dei prodotti che in automatico verranno aggiunti in una sorta di carrello virtuale. Anche il pagamento avverrà in automatico nel momento in cui il cliente uscirà dal negozio. Un cambiamento prevedibile e già parzialmente in atto, al quale però la ricerca aggiunge un’ipotesi più inaspettata, ovvero che in futuro si potrebbe dover pagare anche solo per accedere a questo tipo di negozi all’avanguardia, per poter usufruire dell’esperienza immersiva e custom made promessa. Inoltre, i negozi saranno il luogo di elezione per selezionare e provare i prodotti, grazie anche ad aree dedicate in cui si potranno testare nel contesto per il quale sono destinati: ad esempio, un’azienda di cappotti o giubbotti darà la possibilità di provarli in una zona fredda adattata all’interno del negozio, come fa già Moncler, o le scarpe da calcio su un prato. Viceversa, gli acquisti, molto probabilmente, verranno soprattutto effettuati online. Per questo motivo, i nuovi store avranno anche un’entrata indipendente per i clienti che dovranno solo ritirare un acquisto effettuato online.


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NASCE UN QUARTIERE A TRAINO DIGITALE

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Porta Nuova, i colossi hi-tech si prendono la ‘città della moda’

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L'area da sempre era stata immaginata come una sorta di nuovo Quadrilatero. In realtà, adesso registra già la presenza di Amazon, Microsoft, Samsung e Google di Veronica Sureni

Porta Nuova cambia pelle. E la metamorfosi appare un definitivo tramonto dei progetti di assegnare al quartiere il ruolo aggregatore dell’industria del lusso milanese. Quella che, in piani successivi che riportano alla fine degli anni Novanta, era la cosiddetta ‘Città nella moda’, si sta trasformando in hub tecnologico dominato dalle sedi, nuove e faraoniche, delle grandi multinazionali del web e dell’e-commerce. L’ultima in ordine di tempo ad affacciarsi nell’area è Amazon che ha annunciato ieri il trasloco da via Soperga (zona Stazione Centrale) e l’apertura, nel 2017, dei nuovi uffici direzionali nell’ex edificio (totalmente ristrutturato) di Maire Tecnimont di viale Monte Grappa 3. La futuristica sede italiana da 17.500 metri quadrati ospiterà gli oltre 400 dipendenti corporate attualmente impiegati a Milano dalle società del gruppo, e fornirà spazio sufficiente per ospitare un totale di oltre 1.100 dipendenti. Nel Quadrilatero hi-tech si trasferirà anche Microsoft. Il trasloco sarà ancora più incisivo per il gruppo di programmazione perché, da Peschiera Borromeo, prevede il trasferimento di circa mille dipendenti nella nuova Piramide in viale Pasubio, già inaugurata dalla Fondazione Feltrinelli. I nuovi inquilini vanno ad aggiungersi a quelli già presenti nell’area, come Samsung (da aprile 2015) nei Diamantini di via Mike Bongiorno (ex Varesine),

Google in via Confalonieri (nel 2014) e LinkedIn nella nuova sede avveniristica di Garibaldi (in piazza Freud, dal 2015).

La tecnologia sembra dunque prendere il posto del fashion a in quello che dieci anni fa doveva diventare la Città della moda con tanto di museo della moda (Modam), mai realizzato. Con il passare degli anni, con il cambio delle giunte e del sistema fashion, il nuovo quartiere direzionale era stato scelto come sede delle sfilate milanesi dalla Camera nazionale della moda italiana. Qui, in realtà, non si sono mai trasferiti i big del lusso con i loro défilé, ma, piuttosto, si è cercato di dare un’identità alla struttura del The Mall facendola diventare hub di presentazione delle collezioni dei giovani stilisti. Sul fronte commerciale, poi, l’area sta vivendo una nuova fase di trasformazione. Da nuovo Quadrilatero della moda e del lusso, la zona di piazza Gae Aulenti e via Capelli sta cambiando volto. La prima ospita i big dell’activewear con gli spazi di Nike, Reebok*, New Balance e Adidas, creando così idealmente un connubio con il mondo hi-tech. Via Capelli, dopo la chiusura di alcuni store tra cui quello di Costume National, ha puntato sul settore dei temporary store. Tra gli ultimi, Maison About e Ducati.

Porta Nuova cambia pelle. E la metamorfosi appare un definitivo tramonto dei progetti di assegna-

re al quartiere il ruolo aggregatore dell’industria del lusso milanese. Quella che, in piani successivi che riportano alla fine degli anni Novanta, era la cosiddetta ‘Città nella moda’, si sta trasformando in hub tecnologico dominato dalle sedi, nuove e faraoniche, delle grandi multinazionali del web e dell’e-commerce. L’ultima in ordine di tempo ad affacciarsi nell’area è Amazon che ha annunciato ieri il trasloco da via Soperga (zona Stazione Centrale) e l’apertura, nel 2017, dei nuovi uffici direzionali nell’ex edificio (totalmente ristrutturato) di Maire Tecnimont di viale Monte Grappa 3. La futuristica sede italiana da 17.500 metri quadrati ospiterà gli oltre 400 dipendenti corporate attualmente impiegati a Milano dalle società del gruppo, e fornirà spazio sufficiente per ospitare un totale di oltre 1.100 dipendenti. Nel Quadrilatero hi-tech si trasferirà anche Microsoft. Il trasloco sarà ancora più incisivo per il gruppo di programmazione perché, da Peschiera Borromeo, prevede il trasferimento di circa mille dipendenti nella nuova Piramide in viale Pasubio, già inaugurata dalla Fondazione Feltrinelli. I nuovi inquilini vanno ad aggiungersi a quelli già presenti nell’area, come Samsung (da aprile 2015) nei Diamantini di via Mike Bongiorno (ex Varesine), Google in via Confalonieri (nel 2014) e LinkedIn nella nuova sede avveniristica di Garibaldi (in piazza


Ph. Giovanni Gastel

EXTRASOFT, FLOYD TABLE, ILE TABLE. WWW.LIVINGDIVANI.IT


CLUB&THE CITY MILANO

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SUPER ESCLUVIVO

A MILANO ARRIVA CORE Firma diasdakjs

Uno dei club più esclusivi di tutta New York, Core, è pronto per sbarcare nel cuore di Milano, a pochi passi da Piazza San Babila, in un edificio storico di corso Matteotti 14. Stando a quanto si legge sul Corriere della Sera, il club aprirà i battenti nel 2020: come nella Grande Mela, sarà a numero chiuso (solo 600 persone, presentate da qualche membro del club newyorchese o dai fondatori). La quota di iscrizione si aggirerà attorno ai 5mila euro (a New York è di 50mila dollari), e si aggiungerà alla quota annuale da ulteriori 5mila euro (in America è di 17mila euro).

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spiegato le due imprenditrici al quotidiano — è di includere i game-changers, persone in grado di cambiare con le loro idee le regole del gioco: saremo inclusivi, senza distinzioni di provenienza, età, genere, colore della pelle o orientamento sessuale”.

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I soci avranno accesso a una serie di suite, collezioni di artisti, chef stellati, teatro e cinema privati e a una libreria, oltre a poter sfruttare una programmazione culturale nel corso di tutto l’anno. Sul sito del club si legge che Core è “una comunità internazionale di menti ingegnose, fuori dagli schemi. Di leader. Un epicentro di libertà e idee. Bellezza, consapevolezza, disinvoltura, intuizione, piacere”. Negli intenti delle due fondatrici, Jenni e Dangene Enterprise, qui dovrebbero riunirsi le menti più brillanti e gli esponenti di spicco di Milano. “”Il nostro obiettivo — hanno

Nello specifico, verranno selezionate persone appartenenti a tredici categorie professionali: moda, media, tecnologia, ristorazione, design, automotive, finanza, energia e biotecnologie, arte e cultura, architettura, immobiliare, legislativo e governativo, consulenza e servizi.

Il 30% dei membri sarà milanese, un altro 30% da tutto il resto d’Italia, un 30% europeo e il 10% dal resto del

Il Club a numero chiuso aprirà i battenti nel 2020 a pochi passi da Piazza San Babila. Quota annuale di 5mila euro, più 5mila di iscrizione

mondo. I membri di New York saranno anche membri di Milano. Uno dei club più esclusivi di tutta New York, Core, è pronto per sbarcare nel cuore di Milano, a pochi passi da Piazza San Babila, in un edificio storico di corso Matteotti 14. Stando a quanto si legge sul Corriere della Sera, il club aprirà i battenti nel 2020: come nella Grande Mela, sarà a numero chiuso (solo 600 persone, presentate da qualche membro del club newyorchese o dai fondatori). La quota di iscrizione si aggirerà attorno ai 5mila euro (a New York è di 50mila dollari), e si aggiungerà alla quota annuale da ulteriori 5mila euro (in America è di 17mila euro). I soci avranno accesso a una serie di suite, collezioni di artisti, chef

stellati, teatro e cinema privati e a una libreria, oltre a poter sfruttare una programmazione culturale nel corso di tutto l’anno. Sul sito del club si legge che Core è “una comunità internazionale di menti ingegnose, fuori dagli schemi. Di leader. Un epicentro di libertà e idee. Bellezza, consapevolezza, disinvoltura, intuizione, piacere”. Negli intenti delle due fondatrici, Jenni e Dangene Enterprise, qui dovrebbero riunirsi le menti più brillanti e gli esponenti di spicco di Milano. “”Il nostro obiettivo — hanno spiegato le due imprenditrici al quotidiano — è di includere i game-changers, persone in grado di cambiare con le loro idee le regole del gioco: saremo inclusivi, senza distinzioni di provenienza, età, genere, colore della pelle o orientamento sessuale”. Nello specifico, verranno selezionate persone appartenenti a tredici categorie professionali: moda, media, tecnologia, ristorazione, design, automotive, finanza, energia e biotecnologie, arte e cultura, architettura, immobi-


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LEADER ONLINE Il progetto itinerante della griffe francese ha debuttato a New York ed è arrivato per la prima volta in Europa, a Milano. L'allestimento è stato in Corso Venezio presso lo storico Palazzo Bovara Hermès ha scelto Milano per il suo Carré Club. Dopo il lancio a New York dello scorso settembre, l’evento itinerante è approdato a Toronto, Singapore, Los Angeles ed è arrivato per la prima volta in Europa, nel capoluogo lombardo. Dal 23 al 25 novembre, Hermès Carré Club è stato allestito presso lo storico Palazzo Bovara in Corso Venezia.

Uno spazio aperto al pubblico dalla mattina alla sera in cui poter immergersi nel mondo del famoso carré di seta, tra gli articoli più rappresentativi della maison francese. Alla reception gli ospiti effettueranno il check-in ricevendo così la tessera associativa. Attraverso le successive stan-

Bienvenu al Carré Club di Hermès ze in cui si articolerà l’experience potranno visitare le istallazioni che evocheranno un club, il laboratorio di un artista o un appartamento privato in un mix di arte, artigianalità, creatività ed heritage ideato da Bali Barret, direttore artistico del delle collezioni donna Hermès.

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Hermès Carré Club darà la possibilità ai visitatori di prendere parte a svariate experience: cantare

Anche nel 2018, i cinesi si sono riconfermati tra i clienti più importanti del Quadrilatero e la MonteNapoleone VIP Lounge, nata da un progetto di MonteNapoleone District con la partecipazione di Global Blue, Planet, Tax Refund e Ferrari Tax Free For You, è pronta ad accoglierli offrendo un ventaglio di esperienze personalizzate. Inclusi nel voucher di accesso, un servizio di concierge dedicato e la possibilità di spedire il bagaglio e i propri acquisti verso l’aeroporto di partenza ricevendo assistenza Vip per espletare tutte le formalità di tax refund senza stress e code. Anche nel 2018, i cinesi si sono riconfermati tra i clienti più importanti del Quadrilatero e la MonteNapoleone VIP Lounge, nata da un progetto di MonteNapoleone District con la partecipazione di Global Blue, Planet, Tax Refund e Ferrari Tax Free For You, è pronta ad accoglierli offrendo un ventaglio di esperienze personalizzate. Inclusi nel voucher di accesso, un servizio di concierge dedicato e la possibilità di spedire il bagaglio e i propri acquisti verso l’aeroporto di partenza

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di Giada D'Alessio

I VIP SI RILASSANO IN MONTENAPO

in una piccola sala di registrazione dedicata al karaoke, gustare un ‘carré caffè’ e altre specialità sul tema del carré, interagire con gli artisti e designer all’opera dal vivo. Durante il percorso si potrà anche lasciare il proprio segno dando il nome a uno dei 75mila colori pubblicati sulle pareti del corridoio, tante sono le sfumature utilizzate da Hermès dal 1937, anno di nascita

Limoni apre la prima beauty lounge

LLG Leading Luxury Group, il più grande polo del beauty luxury in Italia nato dalla confluenza delle due principali catene di Profumerie Limoni e La Gardenia, ha inaugurato la sua prima Limoni Beauty Lounge, in via Fratelli Castiglioni a Milano, sul perimetro di piazza Gae Aulenti, nel cuore di zona Porta Nuova. L’innovativa Limoni Beauty Lounge si distingue dalle altre già esistenti all’interno

di alcuni dei negozi Limoni e La Gardenia perché vive in maniera indipendente dall’ambiente profumeria e propone una gamma di servizi molto più ampia e specializzata. Si presenta, infatti, come uno spazio dedicato principalmente a servizi per viso e corpo dove personale altamente specializzato è formato anche per l’utilizzo di macchinari professionali. Si tratta di dispositivi e strumenti di ultima generazione che

consentono di intervenire in maniera efficace ma non invasiva sugli inestetismi più comuni, come le rughe e la cellulite, stimolando i muscoli e ridonando nuova luce ed elasticità alla cute. Non potevano mancare, inoltre, l’area hair styling per lei e la Barberia per lui in collaborazione con i brand Hair Studio’s ed Elite del Gruppo Panariello. “La nostra prima Limoni Beauty Lounge rappresenta un plus in termini di


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FORNASETTI tempo e meraviglia senza confini

Fornasetti, atelier italiano di design del lusso, e Cole & Son, importante brand britannico creatore di carte da parati, hanno presentato la loro ultima collaborazione “Senza Tempo”: una collezione (appunto senza tempo), di 19 carte da parati dai tratti stravaganti e sognanti, pronta a stimolare l’immaginazione. Dalla mano artistica e attenta al dettaglio più minuzioso di Fornasetti, combinata all’abile artigianalità e maestria di Cole & Son, nascono carte da parati in cui tempo e meraviglia non hanno confini. La collezione cattura l’arguzia, l’originalità e l’universo senza confini del linguaggio visivo di Fornasetti, rivelando le trame capricciose e le curiosità ricorrenti che fanno parte del mondo incantato dell’artista: dalle fantasiose macchine volanti alle scimmie dispettose, all’architettura classica, fino alla seduttività surreale esercitata dagli oggetti quotidiani. Fondato a Milano negli anni 50, l’Atelier Fornasetti è oggi guidato da Barnaba Fornasetti, custode del patrimonio del padre Piero, artista e designer italiano (nato a Milano nel 1913 e scomparso nel 1988) considerato come uno dei talenti più creativi e originali del Novecento grazie alla vasta produzione di oggetti e di mobili caratterizzati da una grande varietà di decori. La lezione del lavoro di Fornasetti sta nel rigore, unito alla grande fantasia e una sottile vena di humor.


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