Bollettino delle attività di valorizzazione del patrimonio di Palazzo Reale (parte II)

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piermarini lighting project settembre 2022 Attreverso il Piermarini Lighting Project è stato realizzato un intervento illuminotecnico sullo Scalone d’Onore di Palazzo Reale, in collaborazione con lo Studio Panzeri. L’intervento nasce dalla volontà di valorizzare la monumentale scala d’ingresso del Palazzo, realizzata dal Piermarini a fine XVIII secolo durante i restauri voluti da Maria Teresa d’Asburgo. Lo Scalone, mantenutosi pressoché integro, è uno dei più significativi esempi degli stile neoclassico a Milano; vi si ravvisano infatti tutti gli elementi stilistici tipici di questa stagione artistica, l’armonia delle proporzioni, la compostezza e la sobrietà delle linee pure sono chiari richiami a quelle che Winckelmann ha definito "nobile semplicità” e “quieta grandezza” (cfr. Panzeri. La forma della luce, Piermarini Lighting Project, Milano, 2022). Gli elementi artistici si fanno carico di comunicare anche i messaggi morali ed etici veicolati dal Neoclassicismo, guidato dalla volontà di illuminare le menti e spezzare le catene dell’ignoranza. Il Piermarini Lighting Project è risultato dunque coerente con il lavoro di Piermarini e le soluzioni elaborate si sono rivelate ottime per la sua valorizzazione rispettando la monumentalità dell’opera e allo stesso tempo aprendo un dialogo tra il passato e la modernità. Il Piermarini Lighting Project è un omaggio contemporaneo. Il programma di valorizzazione intrapreso da Palazzo

Reale per i suoi tesori è volto a dare nuova vita agli stessi creando un dialogo con la modernità verso cui si è sempre proteso con le mostre temporanee. In particolare, il Piermarini Lighting Project non solo mira a valorizzare l’opera piermariniana ma la “rinnova” caricando i suoi significati di nuove sfumature e permettendo al pubblico di guardarla da una prospettiva inedita. Le luci sono state disposte negli spazi tra le paraste modanate evidenziando così non solo le altezze ma anche l’alternanza di forme e di pieni e vuoti creati dalle modanature stesse lungo le pareti. Inoltre, l’utilizzo di luci a led ha permesso anche di incrementare il risparmio energetico del 35% rispetto ai livelli di consumo precedenti.

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Studi sull’Archivio Papini per l’Arengario e dispersione degli arredi Firenze, 27/28 ottobre 2022 Collaborazione con Palazzo Pitti per le tappezzerie e gli arredi. Collaborazione con Museo Stibbert per la ricostruzione della sala del trono Nell’ottobre 2022 si sono condotte delle attività di ricerca che interessano: • La dispersione degli arredi in sedi internazionali dopo la dismissione delle opere delle residenze reali italiane (Archivio della facoltà di Architettura di Firenze) • approfondimenti sulla costruzione dell’Arengario (Archivio della facoltà di Architettura di Firenze) • ricerca su tappezzerie e sul trono di Milano, collocato in deposito presso Palazzo Pitti. Il trono era stato inviato da Milano in occasione della proclamazione di Firenze a capitale d’Italia; • incontro per visionare l’abito di Napoleone, eseguito con la collaborazione del Museo Stibbert

ubicate in Italia alle sedi italiane all’estero. Vengono visionati una serie di testi specifici protocolli, delibere, giornali d’epoca, relazioni ponendo attenzione particolare alla relazione sui lavori svolti dal 1924 al 1927 (anno di pubblicazione della relazione) indirizzata all’allora primo Ministro e Ministro degli esteri (Benito Mussolini) da parte del Presidente della Commissione Permanente per l’acquisto e l’arredamento delle ambasciate reali all’estero. La commissione C.A.S.E. (Commissione per Acquisto e Arredamento Sedi italiane all’Estero) si pronuncia sulla volontà di dare ai rappresentanti italiani fuori dalla propria nazione un luogo di riferimento che richiami lo stile e la “rinnovata” dignità della patria lontana. Nella relazione vengono elencati i siti acquistati fino al ‘23 e poi il loro aumento nell’arco dei tre anni successivi, ovvero presenta lo stato delle cose in termini di sedi italiane all’estero per come era nel 1927 (numero di ambasciate, legazioni costruzioni recenti e in corso). Alla fine, traccia un resoconto finanziario sulle spese per l’acquisto di immobili, le spese per le dotazioni e per gli arredi che la Commissione - tramite il dislocamento degli arredi alle residenze in Italia - ha fornito a questi siti. Relativamente agli approfondimenti trovati in

La dispersione degli arredi, argomento approfondito grazie alla ricerca sulla documentazione visionata all’Archivio della facoltà di Architettura di Firenze, è un tema ascrivibile all’interno del progetto di conoscenza, recupero e allestimento dei pezzi originariamente conservati presso la sede di Palazzo Reale a Milano. Si conduce, infatti, un’indagine sugli anni in cui le sedi delle ambasciate vengono costruite o acquistate dallo Stato e viene nominata la commissione che sceglierà come procedere rispetto allo spostamento degli arredi dalle residenze reali

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Archivio a proposito dell’Arengario, il documento più interessante è inerente al progetto per la costruzione della Torre Littoria in piazza Duomo ideata dall’architetto Giulio Minoletti nel 1935. Nella relazione del progetto l’architetto è determinato nel voler demolire la Manica lunga del Palazzo Reale per far posto alla nuova struttura, con l’intenzione pure di nascondere in parte il Palazzo stesso: per Minoletti sia dal punto di vista visivo che funzionale l’Arengario doveva essere uno dei punti focali della nuova piazza del Duomo. Ciò che voleva creare era una «massa poco importante rispetto al Duomo, ma sufficiente per tagliare fuori il palazzo Reale e per concludere l’edificio mengoniano». Tali ricerche hanno fornito importanti elementi per lo studio e la valorizzazione dell’identità storica del Palazzo Reale di Milano e servono da base per seminari e pubblicazioni.

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Studi propedeutici alla ricostruzione della Sala del Trono parigi, 16/19 dicembre 2022 Il progetto di riallestimento della Sala del Trono di Napoleone ha avuto inizio nei primi anni 2000 – periodo a cui risalgono le prime ricerche scientifiche a riguardo – ed è stato poi ripreso nel 2019. Tuttavia la pandemia ne ha rallentato i progressi e solo nel 2022 è stato possibile progredire con i lavori di ricostruzione. Le pareti della sala, secondo l’inventario del 1814, erano ricoperte di un tessuto di “velluto di seta operato a telaio con effetto di disegno per trama di metallo bianco”. Oltre al velluto, le pareti erano arricchite da uno o due arazzi, menzionati in alcuni documenti francesi (da Malmaison) in cui viene riportato che questi ultimi sarebbero stati commissionati alla manifattura Gobelins nel 1809. Per la ricostruzione del baldacchino il disegno del Canonica fornisce informazioni più dettagliate. La parte esterna del baldacchino doveva essere “di velluto unito con decori ricamati a riporto con filati metallici” e la parte interna “di raso di seta bianco ricamato con seta” e decorato con ricami uguali a quelli del manto utilizzato durante l’incoronazione (oggi al Museo del Risorgimento di Milano). Un grande contributo alla ricerca sulla Sala del Trono di Palazzo Reale è giunto in seguito alla visita presso il Castello di Versailles, durante la quale l’ Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi e la Direzione di Palazzo Reale hanno incontrato la Presidente ARRE Catherine Pégard, insieme alla

Coordinatrice Generale ARRE, Elena Alliaudi, e all’Assistente di Ricerca presso il Dipartimento di Curatela del Château de Versailles, Noemie Wansart. Durante l’incontro è stato esaminato il modello della sala del trono grazie al quale sono stati raccolti importanti dati riguardanti l’allestimento della sala di Palazzo Reale. Nella stessa missione, si è anche sancito l’inizio di una importante collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Parigi, dove si è tenuto l’incontro con l’Ambasciatrice S.E. Emanuela D’Alessandro per il progetto di valorizzazione di importanti pezzi d’arte che un tempo adornavano la residenza milanese e che durante i decenni sono stati trasferiti in differenti ambasciate. Ciò ha costituito un grande passo avanti per il progetto di mappatura e valorizzazione del patrimonio di Palazzo Reale e ha reso ancora più saldi i legami con le residenze reali europee e con le ambasciate italiane operanti in altri Paesi.

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Conferenze e iniziative nazionali e internazionali 3



arre General Assembly 2022 Versailles 24-25 marzo 2022 Con il Management Meeting tenutosi a Versailles a marzo 2022, l’ Association of European Royal Residences ha accolto Palazzo Reale tra i suoi membri effettivi, insieme al Castello di Fontainebleau (Francia) e al Palazzo di Eggenberg (Austria).

Il programma EPICO, creato nel 2015, consiste in una partnership tra le principali residenze reali aperte al pubblico ed è volto ad assicurare la conservazione degli edifici e delle collezioni. Il programma si concentra in particolare sulle formule di conservazione preventiva e sulla quantificazione delle risorse necessarie agli interventi. Nella pratica, un team multidisciplinare di esperti specializzati in tecniche di conservazione valuta le condizioni e le misure da adottare, basandosi su manuali e strumenti previsti e forniti dallo stesso programma. Già cinque residenze hanno adottato il metodo EPICO tra Francia, Italia e Polonia.

L’incontro, organizzato sotto l’Alto Patronato del Parlamento Europeo, ha sancito l’inizio del percorso biennale. Difatti, in questa occasione, oltre all’ingresso dei nuovi membri sono state definite le linee di indirizzo da seguire durante il 2022/23 e i temi che sarebbero stati affrontati durante i technical meetings periodici. Questa Assemblea Generale si è svolta con il fermo intento da parte dei membri di riprendere i progetti interrotti a causa della pandemia da COVID19 e intraprendere nuove iniziative, creando nuove collaborazioni e partnership per rafforzare il network internazionale e allo stesso tempo le singole istituzioni coinvolte.

L’attività di ricerca di EPICO per il biennio 2023/25 si concentrerà sulla nuova efficienza energetica e sullo sviluppo sostenibile oltre a confermare l’attenzione verso l’interazione tra la conservazione delle collezioni e l’ambiente circostante (al centro del programma di ricerca fin dall’inizio). È centrale l’interesse per il cambiamento climatico e il suo impatto sui beni storici. Tra gli obiettivi vi è dunque anche lo studio di soluzioni per ridurre il consumo energetico e la produzione di CO2 all’interno delle istituzioni coinvolte.

I membri effettivi hanno votato riguardo alcuni importanti temi come l’adesione al programma EPICO, il rinnovo dei mobility grants programs e gli argomenti da affrontare durante i technical meetings per il 2022.

Inoltre, i metodi conservativi adottati verranno

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integrati dalle nuove tecnologie che permetteranno di ottenere risultati più efficaci.

anche definiti i temi dei technical meetings per il 2022: digitalizzazione, Project Management, conservazione, restauro e ricostruzione dei manufatti tessili storici.

Il rinnovo dei mobility grants è fondamentale per portare avanti le collaborazioni tra le istituzioni membri, in quanto costituisce la base su cui poter sviluppare progetti condivisi. Gli scambi tra residenze costituiscono un importante mezzo per condividere scoperte e conoscenze tecniche. È per questo che l’associazione finanzia dei viaggi-scambio tra studiosi all’interno dei Palazzi Reali, in modo da poter conoscere il funzionamento delle realtà altrui e trarre nuovi spunti. All’insegna di questo mutuo scambio sono state organizzate delle visite tra il 2022 e il 2023, e Palazzo Reale è stato coinvolto nella rete di sharing. Al termine dell’Assemblea Generale sono stati

Palazzo Reale ha preso parte alle conferenze previste durante l’anno portando il proprio contributo. In particolare, il recupero dei manufatti tessili storici ha costituito un tema sensibile dal momento che le ricerche sulla valorizzazione del patrimonio del palazzo si sono focalizzate sul ciclo di arazzi di Giasone e Medea, apposti nelle omonime sale.

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seminario all’Universita’àcattolica di Milano in museologia, museograffiifia e gestione dei beni culturali Milano 21 aprile 2022 Nel 1943 il Palazzo subisce i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che devastano irrimediabilmente buona parte del piano nobile, in particolare la Sala delle Cariatidi. Il Palazzo si trasforma negli anni ’50 in sede espositiva per importanti mostre e grazie ai restauri riacquista centralità culturale. La stratificazione di tutte queste testimonianze storico-artistiche e culturali costituisce un patrimonio da tutelare e valorizzare.

Il seminario approfondisce la tematica della dispersione del patrimonio artistico del Palazzo Reale di Milano di cui si è messa in campo una ricerca e ricognizione ai fini di una mappatura, anche in digitale, per la valorizzazione dello stesso. A seguito dei diversi cambi dinastici e fasi storiche il Palazzo Reale di Milano ha visto la dispersione delle opere d’arte e degli arredi, che vennero ricollocati poi in Italia e all’estero in altri musei, sede reali, uffici pubblici e ambasciate. Nel 1919 Vittorio Emanuele III rinuncia al Palazzo milanese e a diversi altri possedimenti in favore del Demanio. Nel 1925 l’edificio assume una nuova funzione: la parte posteriore del Palazzo viene demolita per far posto all’attuale sede del Comune. Nel 1936 viene demolito anche il lato occidentale del Palazzo, la cosiddetta “Manica Lunga”, per fare spazio all’Arengario riducendo di quasi due terzi la superficie dell’edificio. Qui ne consegue lo spoglio di opere ed arredi. In questo quadro è essenziale il lavoro portato avanti dal Professor Roberto Papini a cui viene commissionato il riallestimento delle sale storiche del Palazzo, che si trasformava da sede istituzionale a Museo delle Arti Decorative della città. Allo stesso Papini, coadivuto da altri esperti, viene inoltre affidato il compito di ricollocare molti degli arredi recuperati e selezionati presso le ambasciate italiane all’estero.

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Convegno Internazionale: Conservazione preventiva e Manutenzione Programmata Napoli, maggio-giugno 2022 Ambienti storici ed esposizioni temporanee. Le collezioni di Palazzo reale di Milano: formazione, dispersione, recupero e restauro. Nel corso della conferenza che si è svolta a Napoli nelle giornate del 31 maggio e 1° giugno 2022, la direzione ha discusso il tema delle collezioni del Palazzo Reale di Milano, la loro dispersione e i successivi progetti di recupero e restauro. In particolare si tratta: del progetto del recupero degli arredi storici e ricostruzione degli appartamenti reali; interventi di restauro sul Centrotavola di Raffaelli e alle volte e delle Sale degli Arazzi; procedure di conservazione e prevenzione secondo i protocolli internazionali, e sull’importante ruolo di privati e sponsorizzazioni a supporto dei progetti. Entrando nel merito della dispersione delle opere di Palazzo Reale, si può affermare che il processo abbia inizio nel 1859, quando il Palazzo entra a far parte della rete di residenze della famiglia reale italiana a seguito della conquista di Milano e della Lombardia da parte di Vittorio Emanuele II. I Savoia, che grazie alla creazione di una rete nazionale di regge dispongono di un immenso patrimonio artistico e architettonico, iniziano a far migrare opere e arredi nei diversi palazzi reali italiani. Dal 1859 fino all’uccisione di Umberto I nel 1900, il Palazzo è sede della corona reale italiana insieme alla villa reale di Monza (residenza di campagna dei regnanti) e gode di grande prestigio. Il patrimonio del palazzo di Milano è immenso:

per avere un’idea basti pensare alla descrizione che Giuseppe Mongeri fa nel 1863 del Palazzo, all’epoca costituito da oltre cinquecento stanze. Nel 1919 Vittorio Emanuele III decide di cedere alcuni dei suoi beni allo Stato in un clima generale di malcontento per i danni e i sacrifici della guerra. Tra questi rientra anche il Palazzo Reale di Milano, che sarà oggetto di numerosi ipotesi di riuso: Tribunale, Museo delle arti decorative, sede del Comune. Si stabilisce in quel frangente che alcuni saloni di rappresentanza sarebbero rimasti ad uso della corona, mentre i 24 saloni monumentali sarebbero stati destinati al pubblico come museo dell’età neoclassica. Dal 1920, anno in cui il Palazzo passa dallo Stato al Comune di Milano, fino alla Seconda Guerra Mondiale, la dispersione degli arredi continua in modo intenso e molte delle opere vengono spedite all’estero per arredare sedi di rappresentanza nazionale. In particolare, molti pezzi vengono spediti presso Ambasciate, alla Camera dei deputati e presso la nuova sede del Ministro dell’Interno a Roma. Alcuni dei luoghi che oggi conservano opere e arredi originari di Palazzo Reale sono: le ville reali di Milano e Monza, i palazzi Litta, Cusani, Clerici e Diotti, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, museo del Duomo, Palazzi Reali di Torino, Roma,

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Firenze, e all’estero Parigi, Stoccolma, Monaco, Lisbona, Tirana, Rio de Janeiro e Città del Messico. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti che colpiscono l’edificio nel 1943 la situazione peggiora ulteriormente. Oltre a subire numerosi danni alla struttura e alle sale interne, quali la sala delle Cariatidi e la sala delle Otto Colonne, si susseguono a Palazzo atti di vandalismo e saccheggio. Dal 1949 iniziano i lavori di ricostruzione e dagli anni Cinquanta diventa, e ancora oggi è, sede espositiva di grandi mostre internazionali. Nel 1979 inizia il progetto per il recupero integrale del Palazzo. I lavori vengono eseguiti secondo la volontà dell’amministrazione e per esigenze finanziarie operando una suddivisione del Palazzo in quattro lotti, affrontati ciascuno a distanza circa di un quinquennio dall’altro.

Il progetto di riallestimento del Palazzo si prefigge di ricreare l’atmosfera che si respirava in un luogo che è stato la dimora di figure eminenti della storia, teatro di eventi di rilievo e che, ancora oggi, è fulcro culturale della città di Milano. Qui, come è noto, si programmano, progettano e gestiscono grandi mostre d’arte. Negli ultimi anni in particolare il Palazzo ha raggiunto livelli di eccellenza per qualità dei progetti scientifici e per varietà di proposte. Durante l’intervento tenuto alla conferenza di Napoli, viene presa come emblema la mostra dedicata a Claude Monet, intitolata “Monet”, con le opere del Musée Marmottan Monet a Parigi e inserita all’interno del più ampio progetto “Musei del mondo a Palazzo Reale”, tenutasi nell’anno 2021. L’intento del progetto è che i visitatori possano godere della visione di collezioni conservate nei più grandi musei sulla scena internazionale. L’occasione della mostra Monet si rivela preziosa per mostrare l’unione delle due anime di Palazzo Reale: la prima, quella di monumento storico e la seconda, quella del palazzo come luogo sede di mostre prestigiose. Infatti, è proprio tramite il contatto tra il Musée Marmottan Monet, anch’esso dalla duplice anima napoleonica e impressionista, e il Palazzo Reale di Milano, che vengono riscoperti profondi legami storici. La mostra diventa scenario sia dell’esposizione di opere del padre della corrente impressionista, sia di un allestimento fatto di originali arredi napoleonici, che testimoniano il passato comune delle due realtà protagoniste. Altro ruolo che impegna la direzione è la manutenzione e conservazione preventiva del proprio patrimonio artistico così da contenere - per quanto possibile - gli interventi di restauro come

Dal 2019 viene messo in cantiere un importante progetto, che si basa sull’idea del Palazzo come “museo di se stesso”. Si pone due fondamentali obiettivi: • ripercorrere le epoche del Palazzo tramite l’analisi di testimonianze di stratificazioni storico-artistiche; • tentare di riportare gli arredi originali nelle sale. Ad oggi, sono state recuperate alcune opere e oggetti d’arredo e di mobilio di grande valore artistico. Trasversalmente a questa opera di recupero, si sta stilando una mappatura e un catalogo provvisto di fotografie e descrizioni delle opere e, sulla stessa scia, sono state gettate le basi per una collaborazione con importanti musei (Fontainebleau, Malmaison, con le ambasciate di Germania a Parigi e d’Italia a Lisbona) al fine di costruire mostre tematiche e progetti condivisi con altre istituzioni.

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pure di gestire al meglio le risorse economiche. E’ stata, dunque, necessaria l’impostazione di una metodologia di analisi adeguata che tenga conto dell’involucro edilizio, degli spazi interni, delle condizioni microclimatiche e ambientali, dei sistemi impiantistici, dello stato di conservazione dei beni e degli apparati decorativi. All’interno del progetto di recupero degli arredi si inserisce quello del restauro del centrotavola di Giacomo Raffaelli e quello delle volte delle Sale degli Arazzi.

report, relativo allo stato di conservazione di ogni opera. I comportamenti operativi da adottare sono, infine, redatti internamente al Comune, dall’Unità Valorizzazione e Sicurezza Sedi, e verificati da ente accertatore esterno. L’ultimo tema affrontato riguarda il supporto dei privati e degli sponsor nella realizzazione di mostre. Palazzo Reale cita ad esempio le recenti collaborazioni con i soggetti che hanno sponsorizzato per il restauro degli arredi storici e delle opere di Appiani.

In base a studi nel campo di tutela e conservazione dei beni culturali, facendo riferimento in particolare allo European protocol in Preventive Conservation (EPICO), Palazzo Reale ha elaborato uno schema che evidenzia i fattori di rischio di più alto impatto. Oltre all’EPICO, nella redazione del progetto di conservazione preventiva programmata, si è tenuto conto pure delle sezioni sulle misure di Conservazione del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici D.L. 42-2004 e della definizione del concetto di Conservazione formulata dall’ICOM nel 2008. Le azioni intraprese per la gestione e cura delle collezioni al fine di preservare al meglio le collezioni a lungo termine e garantire una migliore gestione delle risorse finanziarie seguono un determinato processo. In primis si attua il monitoraggio giornaliero dei beni; si elaborano i dati; si redige un manuale da consultare con soluzioni a problemi concreti. La direzione si è occupata anche di stilare delle procedure operative - che implicano la presenza di personale di custodia e operatori museali e un allarme anti intrusione – e i documenti operativi: il Facility Report, con tutte le caratteristiche degli spazi e delle sale, e il Condition

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Technical Meeting: Digitalization in the middle of the pandemic crises Schoenbrunn Palace, 6 - 7 ottobre 2022 Durante la conferenza tenutasi a Schoenbrunn il 6 e 7 ottobre 2022 per l’Associazione delle Residenze Reali Europee si è discusso del tema della digitalizzazione, diventato ancor più rilevante a seguito degli anni della pandemia. Gli strumenti digitali, in generale, possono condurre a numerosi vantaggi. Rispetto all’uso che potrebbe farne Palazzo Reale si evidenziano i principali: possono fornire un importante strumento di ricostruzione visiva del patrimonio artistico disperso; possono essere di straordinaria utilità nella localizzazione di pezzi perduti tramite database, archivi e piattaforme efficienti; possono creare atmosfere e portare a differenti percezioni di una stessa opera tramite l’utilizzo della realtà aumentata o immersiva. La storia dell’antica residenza reale di Milano è piuttosto tumultuosa: l’edificio subisce numerose trasformazioni, di funzione e di struttura, e perde molti dei suoi pezzi originari. La proposta avanzata all’interno della conferenza, è quindi l’utilizzo di un processo di digitalizzazione come strumento utile a mostrare le differenti fasi storiche dell’ex residenza reale. In questa direzione, la creazione di un tour virtuale potrebbe aiutare a colmare diversi gap e mostrare all’utenza una ricostruzione di ambienti e opere oggi perduti. Sono molti, infatti, i capolavori che erano custoditi

a Palazzo e che ora non esistono più oppure hanno sede differente. Qualche esempio tra tanti: la Vergine delle Rocce di Leonardo oggi al Louvre, ma secondo alcuni storici, nata per essere posta presso la chiesa di san Gottardo; l’antico teatro del Palazzo - Salone Margherita - sostituito dal settecentesco Regio Ducal Teatro, e demolito nel 1776; il ciclo di affreschi di Bernardino Luini (1520 - 1523) oggi alla Pinacoteca di Brera; un ciclo di affreschi di Andrea Appiani (1808) oggi a Villa Carlotta. Nel campo del recupero degli arredi custoditi nel Palazzo gli strumenti digitali hanno, comunque, già avuto un loro ruolo. La ricerca, avviata sul fronte nazionale, ha portato a una serie di elenchi di opere contenuti in file Excel e Word. E’ stato, così, realizzato un database che contiene i dati rendendoli accessibili secondo diversi criteri attraverso la modalità dei filtri. Un’ulteriore proposta in relazione al tema del digitale è sostanzialmente quella di un virtual rendering. Grazie alle collaborazioni che il Palazzo ha intrecciato con diverse regge europee si vuole aspirare alla creazione di un itinerario che metta in rete le diverse sedi, come una sorta di Grand Tour digitale, dall’Italia verso diversi paesi europei e fino al sud America, paesi che custodiscono le opere d’arte del Palazzo.

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Un’ipotesi progettuale riguarda infine il compito più duro sicuramente riguarderebbe la ricostruzione in 3D della Sala delle Cariatidi con un progetto grafico che la proietterebbe per come appariva nel XIX secolo.

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Technical Meeting: Textiles 1. Preservation of wall hangings Copenaghen, novembre 2022 Quasi al termine del 2022 si è svolto uno degli incontri tecnici previsti dal programma dell’European Royal Residences Association. A novembre il castello di Rosenborg a Copenaghen ha ospitato l’incontro sulla conservazione degli apparati parietali.

È chiaro che a Palazzo Reale si siano succedute diverse Sale del Trono con l’avvicendarsi delle diverse casate regnanti, ma in seguito alle valutazioni fatte sul progetto, la Sala del Trono di epoca Napoleonica è risultata essere la più rappresentativa e la più ricca. La struttura mantiene degli elementi in comune con il modello generale, simile in tutti i Palazzi europei, ma la maestria degli artisti italiani ha donato a questo spazio delle particolarità e degli aspetti unici, come ad esempio il soffitto affrescato da Andrea Appiani. Ad arricchire l’intero apparato vi erano drappi, pannelli a parete e la complessa struttura del baldacchino del trono. Non essendoci molte fonti grafiche esistenti, alla base dello studio di restauro vi è stato l’inventario del 1814.

Il tema è stato affrontato da molteplici punti di vista, considerando l’analisi tecnica, l’etica conservativa che guida i restauri, le dinamiche che intervengono durante gli allestimenti di mostra e la conservazione dei materiali in deposito o ancora gli aspetti storici legati a determinati pezzi, oltre che l’analisi di specifici casi studio. Uno dei casi analizzati durante il meeting è stato proprio quello di Palazzo Reale. L’attenzione si è focalizzata sul restauro della Sala del Trono, partendo dall’inquadramento storico e dalle ricerche specifiche fatte sui tessuti.

Il caso studio di Palazzo Reale comprendeva anche il confronto con altri esemplari tessili di epoca napoleonica nelle residenze fiorentine, come Palazzo Pitti e Villa La Petraia. Sono state esposte le ricostruzioni storiche eseguite per la scelta dei tessuti delle pareti : le tappezzerie degli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti, ad esempio, riporterebbero lo stesso motivo ad aquile rappresentato sulla tappezzeria inizialmente scelta per riallestire la Sala dei Ministri di Palazzo Reale (anche questo ambiente tra l’altro ha ospitato il trono

La direzione della nostra residenza ha potuto illustrare agli altri membri europei i risultati di un vasto programma di restauro iniziato nel 2019 sulla base di studi risalenti al 2001 - di cui la Sala del Trono fa parte. Il progetto ha riunito la città di Milano, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e il Museo Stibbert di Firenze.

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dei Savoia e recentemente è stato incluso nei lavori di allestimento storico in stile napoleonico). Un altro confronto che ha contribuito a rafforzare la connessione tra le residenze italiane è che lo stesso simbolo (una palmetta) che si suppone fosse stato realizzato per la tappezzeria della Sala del Trono milanese ricorre anche nelle tappezzerie di Villa La Petraia (Firenze).

Durante gli anni di ricerche, il ritrovamento di un disegno del baldacchino del trono di Palazzo Reale realizzato da Luigi Canonica nel 1805 ha dato un significativo contributo al progetto. Grazie alle specifiche indicazioni grafiche del Canonica gli esperti sono riusciti ad ideare un progetto definitivo, che però presentava ancora alcune criticità legate agli aspetti più pratici, come i costi ingenti e i tempi di realizzazione notevoli per tessuti e ricami. Ciò ha portato ad optare per la produzione industriale, sacrificando i metodi di realizzazione più antichi che avrebbero reso il risultato ancora più autentico.

Durante l’incontro a Copenaghen sono poi state esposte anche le ricerche fatte sui tessuti storici. Un fattore che ha senz’altro agevolato il lavoro è stato il fatto che le caratteristiche delle Sale di Parata usate da Napoleone nelle sue residenze, fossero state definite per decreto dallo stesso Imperatore, in modo che diventassero il simbolo del suo potere. Ciò rende le Sale del Trono napoleoniche tutte più o meno simili nella scelta degli apparati e permette di compensare la mancanza di fonti grafiche con la presenza di altri esempi dello stesso ambiente.

Il progetto definitivo prevedeva quindi un baldacchino in velluto verde con ricami metallici di stelle, foderato in seta bianca anch’essa ricamata. Questa è sembrata la scelta più indicata per ricostruire un quadro complessivo coerente, dal momento che il baldacchino realizzato in queste tinte sarebbe simile al mantello indossato da Napoleone durante l’incoronazione.

Per questo allestimento storico, infatti, oltre all’inventario di Palazzo Reale del 1814 che ha fornito la base storica per il recupero degli arredi, sono stati consultati gli archivi del Museo del Tessuto di Lione e del Mobilier National di Parigi e gli archivi privati di Tassinari & Chatel e di Prelle a Lione e Parigi. Durante le ricerche è stato definito il tipo di velluto, la tonalità di colore e il simbolo più appropriato da riportare in serie. Si è trattato di un vero e proprio studio critico finalizzato alla scelta del motivo e del colore più fedele dal punto di vista storico e più rappresentativo della potenza napoleonica. Tra le differenti tonalità e i motivi a palmette, la costante è sembrata essere la stella, simbolo personale di Napoleone.

Alla base della scelta dei tessuti e dei ricami vi è stata la tradizione simbolica riferita al potere regio e in particolare l’iconografia legata alla figura di Napoleone; i motivi che ricorrono nella sala, partendo dal baldacchino per finire nelle decorazioni di sgabelli e tendaggi, richiama l’autorità dell’Impero che a sua volta si rifà alla simbologia classica. Il restauro sarebbe partito dalla ricostruzione dell’affresco che domina il soffitto: l’Apoteosi di Napoleone dipinta da Andrea Appiani nel 1808. Questo è l’unico affresco che è stato possibile recuperare, poiché altre decorazioni sono andate

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distrutte durante il secondo conflitto mondiale. In ogni caso, grazie all’ottima condizione in cui si sono conservati i cartigli di epoca napoleonica che stabilivano l’appartenenza di determinati arredi a Palazzo Reale, è stato possibile presentare un progetto completo che assegnasse i pezzi storici alla loro sede originaria.

all’arte italiana. In occasione del centenario di tale progetto verrà realizzato un convegno che metterà in luce una pagina di storia del Palazzo Reale di Milano ed i legami internazionali intessuti con istituzioni di tutto il mondo.

Nella stessa occasione si è tenuto un incontro presso l’ambasciata d’Italia con S. E. l’Ambasciatrice Stefania Rosini per impostare una collaborazione per la valorizzazione del progetto di costruzione, acquisto e arredo delle sedi estere. Questo programma si inserisce nell’ambito di un organico progetto di promozione dell’immagine d’Italia nel mondo che ha visto, a partire dal 1923, l’utilizzo di opere e arredi dei Palazzi Reali collocati presso le ambasciate per dare lustro alla cultura e

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RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI VALORIZZAZIONE 4



collaborando non solo con realtà istituzionali ma anche con soggetti privati, con cui ha saputo creare intese vincenti che riuscissero a coniugare gli interessi e le esigenze di tutti gli stakeholders coinvolti.

Palazzo Reale ha concluso l’anno 2022 avendo raggiunto significativi risultati nell’ambito della valorizzazione del suo patrimonio. I progetti intrapresi hanno contribuito a rafforzare l’immagine dell’istituzione sia all’interno della comunità scientifica italiana sia a livello internazionale e le ricerche sulle opere riscoperte hanno conferito ulteriore lustro alla residenza che passo dopo passo potrà tornare a mostrarsi com’era in epoca moderna. Le attività di studio riguardanti i pezzi d’arte che un tempo erano custoditi a palazzo, i sopralluoghi e le ricerche negli inventari storici hanno costituito un importante punto di partenza per i progetti di riallestimento degli Appartamenti Reali che proseguiranno anche nel biennio successivo. I contatti con le altre residenze italiane sono stati di vitale importanza non solo per la ricerca critica ma anche per dare avvio alla costituzione di una rete di residenze reali nazionale all’interno della quale poter interagire e cooperare. Inoltre, grazie alla collaborazione con altre residenze reali europee e con le associazioni di cui è parte, Palazzo Reale non solo ha potuto confermare la sua presenza nello scenario internazionale riportando alla luce inediti legami storici, ma ha anche avuto l’occasione per condividere conoscenze e competenze tecniche nell’ambito della gestione museale e nella valorizzazione delle collezioni. Ad esempio, le conferenze tenute dall’Associazione Residenze Reale Europee hanno costituito un importante momento di crescita grazie ai contributi forniti e agli spunti ricevuti. Un altro aspetto degno di nota è certamente la dinamicità con cui Palazzo Reale ha portato avanti gli innumerevoli progetti di valorizzazione

Tra questi ultimi è presente anche la città di Milano a cui Palazzo Reale ha restituito - e continuerà a restituire - una significativa pagina di storia, narrata attraverso il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico. Il valore etico della ricerca infatti ha costituito la base di tutte le iniziative proposte e si è orientato verso la narrazione di eventi del passato ai fini della riscoperta dell’identità milanese. Il rigore scientifico e l’impegno civico rendono Palazzo Reale un punto di riferimento culturale per Milano e garantiscono la qualità delle sue iniziative, permettendo di mantenere così un alto profilo nel contesto locale e internazionale.

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highlights 2023

Nel 2022 hanno avuto inizio anche progetti che sono stati poi sviluppati e portati a termine nel 2023 tra cui: • il focus A CASA DEL VICERÈ - Eugenio di Beauharnais nella Milano napoleonica, nel contesto del restauro del centrotavola di Raffaelli. I due progetti, inaugurati per MuseoCity 2023, da un lato approfondiscono lo stile, i costumi e le manifatture di inizio XIX secolo, dall’altro forniscono il contesto ideale per la nuova collocazione museale di un capolavoro di Palazzo Reale; • il progetto di mappatura delle residenze Reali italiane - basata sul Regio Decreto del 1919 - per creare un network nazionale che possa supportare tutte le realtà coinvolte; • la conferenza ARRE, tenutasi ad aprile 2023 in Regno Unito, riguardante la conservazione dei cicli di arazzi. L’incontro internazionale ha messo ancora una volta in luce i legami di Palazzo Reale con le altre residenze reali europee anche grazie alla storia degli arazzi che custodisce; • il convegno internazionale (maggio 2023, Caserta) in onore del 250° anniversario dalla morte di Luigi Vanvitelli. In questa occasione i rappresentanti di Palazzo Reale hanno potuto presentare l’eredità che Piermarini ha lasciato alla città di Milano e le relazioni con l’opera del suo maestro, Vanvitelli.

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il Management Meeting ARRE, a giugno 2023 nei Paesi Bassi, che ha visto riuniti tutti i membri dell’associazione; la conferenza ARRE - tenutasi in Polonia a ottobre 2023 - dedicata alle collezioni botaniche delle residenze reali, con la riscoperta dell’antica collezione milanese, grazie agli studi congiunti con il Museo di Storia Naturale. la ricerca storico-critica sull’antico teatro di corte - ora perduto - in funzione della co-produzione della mostra Patrizia Mussa. Teatralità. Architetture della Meraviglia con il Teatro alla Scala di Milano; la ricerca riguardo all’antico giardino di corte e al tema dell’acqua, ai fini della partnership con Grohe che proporrà un innovativo progetto per i cortili del palazzo durante il Fuorisalone 2024; l’adesione del Palazzo alla Fédération Européenne des Cités Napoléoniennes, associazione europeista di livello internazionale che riunisce città e istituzioni legate all’epoca napoleonica. Il progetto permetterà a Palazzo Reale di rafforzare relazioni già esistenti e di stringere nuovi importanti legami nello scenario europeo, mettendo in luce l’eredità napoleonica qui custodita.





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