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ELENCO OPERE CON BREVI DIDASCALIE INCERTEZZA. La tempesta Arturo Martini La tempesta, 1926 circa gesso, cm 84 x 101 x 16 Collezione privata Esposto alla XV Biennale di Venezia del 1926. PROLOGO. Volti del tempo Gino Severini (Cortona, Arezzo, 1883 - Parigi 1966) Maternità, 1916 olio su tela, cm 96 x 65 Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona Esposto alla Galerie de Mme Bongard, Parigi 1916; alla Galerie Barbazange (Salon D’Antin), Parigi 1916; all’Exposition de “Lyre et Palette”, Galerie de la rue Huyghens, Parigi 1917, e alla II Biennale Romana. Mostra Internazionale di Belle Arti, Roma, 1923. Il dipinto raffigurava la moglie dell’artista Jeanne intenta ad allattare il loro figlio Antonio, che sarebbe morto pochi mesi dopo. Giorgio de Chirico (Volos, Grecia, 1888 – Roma 1978) Ritratto di Alfredo Casella, post 1924 tempera all’uovo su tela, cm 103 x 94 FAI – Fondo Ambiente Italiano, Villa Necchi Campiglio, Collezione Claudia Gianferrari, Milano Compositore, musicologo e collezionista di arte contemporanea, Alfredo Casella (Torino 1883-Roma 1947), già raffigurato da de Chirico in un precedente ritratto del 1924, fu direttore della rivista “Ars Nova”, cui collaborarono, oltre allo stesso de Chirico, Busoni, Carrà, Papini e Savinio. Baccio Maria Bacci (Firenze 1888 – Fiesole, Firenze, 1974) Ritratto di Matteo Marangoni, 1919 olio su tela, cm 105 x 84 Wolfsoniana - Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova (inv. GX1993.463) Storico dell’arte e compositore, Marangoni, dopo la laurea in antropologia, si indirizzò verso lo studio delle arti figurative. Interessato alla pittura del Seicento, pubblicò nel 1927 Arte barocca e Come si guarda un quadro opera che, come il successivo manuale Saper vedere (1933), riscosse un grande successo. Achille Funi (Ferrara 1890 - Appiano Gentile, Como, 1972) Umberto Notari nello studio di piazza Cavour a Milano, 1921 olio su tela, cm 108 x 94 Collezione privata Direttore delle riviste “Avvenimenti” (1915-1917) e “Le Industrie Italiane Illustrate” (1917-1926), Notari, collezionista e intellettuale vicino al futurismo, fu animatore nella sua casa di piazza Cavour di un effervescente salotto culturale frequentato tra gli altri da Marinetti, Carrà, Bontempelli, Missiroli, Ada Negri e Borgese. Antonio Donghi (Roma 1897 – 1963) Ritratto di Lauro de Bosis, 1924-1926 olio su tela, cm 40 x 33 Collezione F.B. Figlio del poeta dannunziano Adolfo, de Bosis fu membro a New York della Italy-America Society e insegnò letteratura italiana ad Harvard. Antifascista fin dalla marcia su Roma, organizzò a Parigi, dove si era rifugiato, un raid aereo sulla capitale, disseminando il 3 ottobre 1931 migliaia di volantini in cui inneggiava il re e il popolo italiano a rivoltarsi contro il fascismo. Dopo l’impresa si inabissò in mare col suo velivolo all’altezza dell’isola d’Elba.

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Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) Il figlio dell’armatore, 1925 olio su tela, cm 131 x 96 Arch. Alberto Galardi Il personaggio, raffigurato sul balcone del suo palazzo di Chiavari, sullo sfondo di Portofino, era Colombo Sanguineti, discendente di una facoltosa famiglia ligure che gestiva i trasporti marittimi del grano tra Russia, Genova e il Mediterraneo. Gregorio Sciltian (Rostov sul Don, Russia, 1900 – Roma 1985) Ritratto del pittore futurista Ivo Pannaggi, 1926 olio su tela, cm 220 x 115 Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera, Brescia Esposto alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma nel 1926. Pittore e architetto, Pannaggi nel 1921 aderisce giovanissimo al futurismo e nel 1923 è tra i firmatari del manifesto L’Arte Meccanica; aperto alle suggestioni delle avanguardie internazionali (tra il 1932 e il 1933 frequenta il Bauhaus a Dessau e Berlino) si distinse per la progettazione degli ambienti di matrice neoplastica della Casa Zampini a Esanatoglia. Pippo Rizzo (Corleone, Palermo, 1897 – Palermo 1964) Il nomade, 1929 olio su tavola, cm 161 x 99 Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”, Palermo (inv. 1325) Dietro a questo ritratto dell’amico Guido Cesareo, esposto nel 1929 alla II Mostra d’arte del Sindacato Siciliano Fascista degli artisti al Teatro Massimo di Palermo, si cela in realtà l’immagine dell’artista stesso, che per i suoi continui spostamenti si autodefinì il “pittore viaggiante”. Fillia (Luigi Colombo) (Revello, Cuneo, 1904 – Torino 1936) Autoritratto (Alberi e case), 1925-1926 olio su tela, cm 54 x 44 Collezione privata, courtesy Galleria Narciso, Torino Esposto alla mostra del Gruppo Futurista Torinese, Casa d’Arte Bragaglia, Roma 1927 e alla Mostra d’Arte Futurista Nazionale, Il Convegno, Palermo 1927. Enrico Prampolini (Modena 1894 – Roma 1956) Interpretazione futurista della Duchessa de La Salle-Roche-Maure, 1928 olio su cartone, cm 73 x 48,5 Collezione privata, courtesy Galleria Narciso, Torino Nata ad Atene nel 1887, Marika Karousos acquisì il titolo nobiliare grazie all’effimero matrimonio con il duca Marc de La Salle-Roche-Maure. Già ritratta nel 1925 da Tamara de Lempicka, fu un’attiva animatrice culturale sino agli anni trenta, epoca in cui insieme alla figlia Romana (anche lei raffigurata da Prampolini nel 1929) si ritirò in Svizzera, dove morì in ristrettezze nel 1973. Carlo Carrà (Quargento, Alessandria, 1881 – Milano 1966) Ritratto di Papini, 1913 inchiostro acquarellato su carta, cm 28 x 22 courtesy by Galleria Russo, Roma Tra i protagonisti nel 1913 dell’accordo tra il movimento futurista e il gruppo fiorentino de “La Voce”, Papini si distaccò dal Futurismo già nel 1915, liquidando tale esperienza nel volume L’esperienza futurista (1919). In seguito alla guerra, cui non partecipò a causa della sua forte miopia, si avvicinò al cattolicesimo attraverso posizioni spesso molto intransigenti. Francesco Messina (Linguaglossa, Catania, 1900 – Milano 1995) Ritratto del pittore Piero Marussig, 1929 bronzo, cm 46 x 20 x 22 Wolfsoniana - Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova, Donazione Paola Messina (inv. GG2008.1) Esposto alla XVII Biennale di Venezia del 1930 e, tra il 1931 e 1932, alle mostre del Novecento Italiano a Stoccolma, Göteborg, Helsinki, Abo e Oslo, il ritratto fu realizzato da Messina a Genova, dove Marussig, uno tra i fondatori del gruppo del Novecento, risiedette per sei mesi a Sturla, prendendo alloggio vicino al suo studio.

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Alberto Savinio (Andrea de Chirico) (Atene 1891 – Roma 1952) Ritratto di Mademoiselle Parisis, 1929 olio su tela, cm 91,1 x 72,8 courtesy ED Gallery, Piacenza Il ritratto, raffigurante una celebre soubrette parigina, collezionista dei dipinti di Savinio, reca sul retro la dedica «dont le coeur, autant que la téte est d’or. A. Savinio, Paris, Juin 1929». Domenico Guerello (Portofino, Genova, 1891 – 1931) Calma argentea. Ritratto di Alma Fidora, 1922 olio su tela, cm 108 x 90,6 Galleria d’Arte Moderna, Genova (inv. 374) Nel dipinto, esposto alla LXIX Esposizione Società Promotrice di Belle Arti di Genova del 1923, è ritratta Alma Fidora che - moglie del critico d’arte Ugo Nebbia - fu tra i fondatori del gruppo Nuove Tendenze, alla cui alla prima mostra partecipò nel 1914, distinguendosi poi negli anni tra le due guerre per la sua attività nel campo della moda. Lia Pasqualino Noto (Palermo 1909 – 1998) L’infermiera (Ritratto di donna o Ritratto), 1931 olio su tavola, cm 100 x 65,5 Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”, Palermo (inv. 291) Esposto alla III Esposizione del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti, Teatro Massimo, Palermo 1932. Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963) Studio per il ritratto di Renato Gualino, 1922-1923 olio su tavola, cm 79 x 60 Collezione privata, Torino Il dipinto rappresenta la prima versione, incompiuta, del ritratto del figlio dell’imprenditore e collezionista Riccardo Gualino, per la cui residenza torinese Casorati progettò nel 1925, in collaborazione con Alberto Sartoris, il Teatrino privato e gli arredi di alcune stanze da letto. Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963) Ritratto di Renato Gualino, 1923-1924 olio su compensato, cm 98,5 x 74,5 Istituto Matteucci, Viareggio Il ritratto di Renato fu esposto nel 1924, insieme a quelli dei genitori Cesarina e Riccardo Gualino, nella sala personale di Casorati alla XIV Biennale di Venezia. Leonardo Dudreville (Venezia 1885 – Ghiffa, Verbano-Cusio-Ossola, 1975) Studio di carattere, 1921 olio su tavola, cm 37 x 27 Fondazione Carima - Museo Palazzo Ricci, Macerata Noto anche come Ritratto di tenore e ufficiale o Testa d’uomo, l’opera fu esposta nel 1922 alla Mostra di pittura e scultura italiana contemporanea presso la Bottega di Poesia di Milano. Leonardo Dudreville (Venezia 1885 – Ghiffa, Verbano-Cusio-Ossola, 1975) Marcella, 1923 olio su tavola, cm 19,5 x 17 courtesy ED Gallery, Piacenza Il dipinto ritrae Marcella Gerardi, prima compagna di Leonardo Dudreville, in posa davanti al riquadro centrale, con l’abbraccio dei due amanti, del suo celebre dipinto Amore: discorso primo (1924). Carlo Levi (Torino 1902 – Roma 1975) Il fratello e la sorella, 1925 tempera e cera su tavola, cm 120,5 x 100,5 Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, Palazzo Lanfranchi, Matera Esposto alla XV Biennale di Venezia del 1926, il doppio ritratto raffigurava il fratello dell’artista, ingegnere, e la sorella, studiosa di psicologia.

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Giuseppe Zancolli (Verona 1888 – 1965) Ritratto di Vittorio Dal Nero, 1924 olio su tavola, cm 144 x 131 Comune di Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti Direttore dal 1904 al 1933 del Museo di Storia Naturale di Verona, di cui curò il riordinamento delle collezioni, Dal Nero è raffigurato in quest’opera - presentata nel 1925 alla XXXIX Esposizione d’arte promossa dalla Società di Belle Arti, presso il Palazzo della Gran Guardia di Verona - insieme alla sua enorme raccolta ornitologica. Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) I chirurghi, 1926 olio su tela, cm 148 x 123 Museo Civico di Palazzo Chiericati, Vicenza (inv. A 695) Esposto nel 1927 alla Galleria Pesaro di Milano. ATTESE. Sospensione Malinconia Inquietudine Virgilio Guidi (Roma 1891 – Venezia 1984) In tram, 1923 olio su tela, cm 160 x 190,5 Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (inv. 2606) Esposto alla XIV Biennale di Venezia del 1924. La figura che si affaccia in secondo piano sulla sinistra è l’autoritratto dell’artista. Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) Nudo con fruttiera (Venere), 1923 circa olio su tela, cm 100 x 75,5 GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (inv. P/1574) Esposto con il titolo Venere alla XIV Biennale veneziana del 1924 nella sala dei “Sei pittori del Novecento”, presentati in catalogo da Margherita Sarfatti. Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947) Nena, 1928-1930 terra refrattaria, cm 46 x 23 x 30 Museo della Ceramica, Savona, courtesy Fondazione Agostino De Mari È il ritratto della figlia Maria, chiamata con il vezzeggiativo di Nena. Sono noti diversi esemplari della scultura in terracotta: quello qui esposto ha gli occhi cavi. Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963) Testa femminile, 1919-1920 gesso patinato, cm 30 x 15 x 16,5 Collezione privata, Torino Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963) Ragazza con scodella (Interno) (Mattino), 1919 circa tempera su tela, cm 145 x 114 GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (inv. P/1541) Presentato all’Esposizione degli Artisti dissidenti di Ca’ Pesaro alla Galleria Geri Boralevi di Venezia nel luglio-agosto 1920, dove il pittore ebbe un’intera sala, e l’anno seguente alla Mostra d’arte presso la Mole Antonelliana di Torino. Antonio Donghi (Roma 1897 – 1963) Le lavandaie, 1922 circa olio su tela, cm 148 x 95 courtesy by Galleria Russo, Roma Esposto nel 1924 all’Esposizione di venti artisti italiani alla Galleria Pesaro di Milano, nel 1926 alla Exhibition of Modern Italian Art, una mostra, organizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione, itinerante in alcuni musei statunitensi (New York, Boston, Washington, Chicago, San Francisco) e l’anno successivo, grazie all’appoggio di Lauro de Bosis, alla personale che l’artista tenne alla New Gallery di New York.

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Antonio Donghi (Roma 1897 – 1963) Donna alla finestra, 1926 olio su tela, cm 87 x 74 Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze (inv. CG 431, Accademia 835) Esposto alla mostra personale dell’artista alla New Gallery di New York nel 1927, il dipinto venne presentato alla XVII Biennale di Venezia del 1930, dove venne acquistato dal Museo d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Pompeo Borra (Milano 1898 – 1973) Composizione (Le amiche), 1924 olio su tela, cm 126 x 103 Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Collezione VAF-Stiftung (inv. Mart 4056, inv. VAF 1707) Presentato alla XIV Biennale veneziana del 1924 con il titolo Composizione, il dipinto venne esposto nel 1927-1928 all’Esposizione d’arte italiana in Olanda allo Stadelijk Museum di Amsterdam e al Pulchri Studio dell’Aja. Cagnaccio di San Pietro (Natalino Bentivoglio Scarpa) (Desenzano, Brescia, 1897 – Venezia 1946) La sera (Il rosario), 1923 olio su tela, cm 149 x 119,5 Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova (inv. GX1993.461) Esposto alla XIV Mostra di Ca’ Pesaro a Venezia nel 1923; alla IV Esposizione d’Arte delle Tre Venezie a Padova nel 1926; alla LXXX Esposizione Nazionale d’Arte a Palazzo Pitti a Firenze nel 1927; alla Mostra dei quarant’anni della Biennale a Venezia nel 1935. Ottone Rosai (Firenze 1895 – Ivrea, Torino, 1957) L’attesa, 1920 olio su tela, cm 29 x 32 Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano Carlo Carrà (Quargnento, Alessandria, 1881 – Milano 1966) Vele nel porto, 1923 olio su tela, cm 52 x 67 Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, Firenze Dipinto a Camogli durante l’estate del 1923, il dipinto venne esposto alla personale dell’artista alla Terza Biennale romana del 1925 e alla mostra, condivisa con Soffici, presso la Galleria Bardi di Milano nel gennaio del 1930. Presto entrato nella collezione di Roberto Longhi, il critico lo pubblicò nella monografia che dedicò all’amico pittore nel 1937. Domenico Guerello (Portofino, Genova, 1891 –1931) La lunga attesa, 1916 olio su tela, cm 80 x 120 Collezione privata Piero Marussig (Trieste 1879 – Pavia 1937) Ragazza con garofano, 1925 olio su tela, cm 60,3 x 50,3 Collezione Mita e Gigi Tartaglino Esposto alla XV edizione della Biennale di Venezia del 1926. PRELUDIO. Il trauma della guerra Ettore Beraldini (Savigliano, Cuneo, 1887 - Verona 1965) La canzone del Piave o Inno al Piave, 1929 olio su tela, cm 100 x 143,3 Collezione della Fondazione Cariverona Anselmo Bucci (Fossombrone, Pesaro e Urbino, 1887 – Monza 1955) Millenovecentodiciotto, 1920 olio su tela, cm 88,5 x 156,5 courtesy Matteo Mapelli, Galleria Antologia, Monza

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Carlo Potente (Vicenza 1888 –1934) La cena dei rimasti, 1924 olio su tela, cm 185,5 x 200 Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova (GD1993.46.1) Esposto alla XIV Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 1924. Galileo Chini (Firenze 1863 – 1956) Le vedove, 1916-1918 olio su tela, cm 140 x 230 Archivio Galileo Chini, Lido di Camaiore Eugenio Baroni (Taranto 1880 – Genova 1935) La madre benedicente, 1920 bronzo, cm 107 x 25 x 25 Galleria d’Arte Moderna, Genova (inv. 472) Esposto alla XV Biennale di Venezia del 1926, questo studio in bronzo rappresentava il particolare della prima stazione del Monumento al fante di Monte San Michele al Carso, la cui realizzazione fu bloccata da Mussolini a causa del suo antiretorico impianto realistico. Domenico Rambelli (Faenza, Ravenna, 1886 – Roma 1972) Il Fante morente. Studio per il Monumento ai caduti di Viareggio, 1925-1927 bronzo, cm 60 x 32 x 25 Accademia di San Luca Studio della testa di una delle tre figure (Il Seminatore, Il Marinaio morente e Il Fante morente) che costituivano il monumento commemorativo di Viareggio. Antonio Giuseppe Santagata (Genova 1888 – Recco, Genova, 1985) Ritratto di Carlo Delcroix, 1928 marmo, cm 65 x 55 x 40 Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra, Roma Destinata al Salone delle Adunate della Casa Madre di Roma, la versione in marmo di questo ritratto scultoreo, replicata in diversi materiali per tutte le altre sedi nella penisola dell’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra, fu esposta nel 1928 alla XVI Biennale di Venezia. Giovanni Battista Costantini (Roma 1872 – 1947) Ritorno alla vita, 1915-1921 olio su tela, cm 122 x 160 Collezione Jacorossi, Roma L’opera faceva parte di un ciclo di quarantatré dipinti, intitolato Lacrime della guerra, che fu interamente esposto a Roma nel 1921 alla Prima Biennale romana. Esposizione Nazionale di Belle Arti nel cinquantenario della Capitale. Lorenzo Viani (Viareggio, Lucca, 1882 – Lido di Ostia, Roma, 1936) Il reduce (Il ritorno del reduce), 1919-1923 tempera e olio su cartone, cm 100 x 70 Collezione privata, courtesy 800/900 ArtStudio, Livorno-Lucca Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno, Firenze, 1879 – Forte dei Marmi, Lucca, 1964) Millenovecentodiciannove (Il reduce), 1929-1930 olio su carta applicata su tela, cm 145 x 75 Museo di Palazzo Pretorio, Prato Esposto nel 1931 alla sua mostra personale alla I Quadriennale d’arte nazionale di Roma e alla Thirtieth International Exhibition of Paintings al Carnegie Institute di Pittsburg. METROPOLI. Disagio Violenza Solitudine Leonardo Dudreville (Venezia 1885 – Ghiffa, Verbano-Cusio-Ossola, 1975) Un caduto, 1919 olio su tela, cm 85,5 x 120 Museo del Novecento, Milano

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Esposto nel 1922 alla Fiorentina Primaverile di Firenze e nel 1936 alla sua personale alla Galleria Dedalo di Milano. Sexto Canegallo (Sestri Ponente, Genova, 1892 – Genova 1966) La folla, 1920 olio su tela, cm 103 x 248 Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova (GX1993.500) Presentato nel 1920 alle due mostre personali al Teatro Argentina di Roma e al Teatro Carlo Felice di Genova con questa dicitura in catalogo: «Analisi di vita collettiva resa in vibrazioni cerebrali. Volti umani esprimenti oscillazioni dello stato d’animo della collettività (calma, piacere, dolore, odio, calma)». Il dipinto fu poi esposto nel 1925 alla Galerie La Boëtie di Parigi. Domingo Motta (Genova 1872 – 1962) La metropoli del futuro, 1918 olio su tela, cm 95 x 159, Collezione privata Sexto Canegallo (Sestri Ponente, Genova, 1892 – Genova 1966) Un uomo finito, 1920 olio su tela, cm 90 x 45 Collezione privata Questo e i seguenti due ritratti furono esposti nel 1920 alle personali di Roma e Genova e nel 1925 a quella di Parigi nella sezione Ritratti bizzarri. La didascalia ad esso riferita in catalogo era: «Ritratto morale di individuo in istato cosciente di decadenza». Aristocratico vizioso, 1920 olio su tela, cm 90 x 45 Collezione privata Indicato così in catalogo: «Ritratto esprimente la parabola della decadenza per dissolvimento da vizio con sensazione di raffinato godimento debilitante. Riassunto di vibrazioni flessuose e cadenti». Megalomane, 1920 olio su tela, cm 90 x 45 Collezione privata Didascalia in catalogo: «Concezione espansiva di mentalità obiettiva anormale». Sexto Canegallo (Sestri Ponente, Genova, 1892 – Genova 1966) Ferocia, 1920 olio su tela, cm 90 x 90 Collezione privata Esposto nel 1920 a Roma e Genova nel gruppo degli Stati passionali di esasperazione, era così descritto in catalogo: «Figura umana che stringe spasmodicamente un teschio con voluttà di furore malvagio e pressoché sanguinario». Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) Il tempio, 1925 circa matita grassa, china tempera diluita e tempera su cartoncino, cm 36,2 x 22,2 courtesy by Galleria Russo, Roma Si tratta di un bozzetto preparatorio per l’illustrazione Il tempio, pubblicata fuori testo nell’ottobre del 1925 su “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia”. Adolfo Wildt (Milano 1868 – 1931) Madre (Madre Ravera), 1929 marmo su base in bronzo, cm 48 x 49,5 x 18,5 Collezione privata Questa scultura che Wildt riprodusse in diverse versioni, di cui una esposta alla Quadriennale del 1931, rappresenta il particolare della testa della madre nel monumento bronzeo dedicato alla famiglia Ravera, sterminata nel 1928 durante un attentato dinamitardo a Vittorio Emanuele presso la Fiera di Milano. Aroldo Bonzagni (Cento, Ferrara, 1887 – Milano 1918) Rifiuti della società, 1917-1918 olio su tela, cm 80 x 80 Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagni”, Cento

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IRRAZIONALITA’. Angoscia Incubo Mistero Primo Conti (Firenze 1900 – Fiesole, Firenze, 1988) Macbeth e le streghe, 1922 olio su tela, cm 200 x 118,5 Galleria d’Arte Moderna, Genova (inv. 1310) Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904 – Arco, Trento, 1933) Profeta in vista di Gerusalemme, 1930 olio su tavola, cm 42,3 x 46,5 Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano Esposto nel 1930 a Roma alla mostra Scipione e Mafai presso la Galleria di Roma diretta da Pier Maria Bardi. Luigi Gigiotti Zanini (Vigo di Fassa, Trento, 1893 - Gargnano, Brescia,1962) L’incendio, 1924 olio su tavola, cm 125 x 85 Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (inv. Mart 471) Esposto nel 1926 alla I Mostra del Novecento Italiano e nel 1928 alla mostra Neue italienische Malerei di Lipsia. Dario Wolf (Trento 1901 – 1971) Potente impotente, 1922 acquaforte, cm 35,5 x 25 Collezione privata Si tratta della prima acquaforte realizzata da Wolf. Il pellegrinaggio, 1925 acquaforte, cm 25,7 x 18,6 Collezione privata Il destino, 1926 acquaforte, cm 47,5 x 33,4 Collezione privata Il mito della montagna, 1927 acquaforte, cm 41,5 x 31,2 Collezione privata Superstizione, 1923 acquaforte, cm 48,4 x 33,2 Collezione privata Gli amici, 1924 acquaforte, cm 25 x 17,7 Collezione privata Il personaggio raffigurato era Pino Prati, promessa dell’alpinismo italiano, morto venticinquenne scalando la vetta del Campanil Basso, che solo tre anni prima Wolf aveva scelto come sfondo del suo ritratto. Tito Giacinto Fuga (notizie biografiche non conosciute) Noi viviamo nel mistero che abbiamo violato, 1930 olio su tela, cm 141 x 200 The Mitchell Wolfson Jr. Collection, Genoa-Miami, in comodato presso Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova L’intervento di restauro è stato realizzato e offerto dallo Studio Oberto di Genova in memoria di Martino Oberto

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Giandante X (Giovanni Pescò) (Milano 1900 – 1984) Testa d’uomo o Testa di Benito Mussolini, 1922-1923 bronzo, cm 40 x 38 Fondazione Massimo e Sonia Cirulli Alberto Martini (Oderzo, Treviso, 1876 – Milano 1954) Modelli e fantasmi al mio studio (Conversazione con i miei fantasmi), 1928 olio su cartone telato, cm 64 x 64 Collezione privata Autoritratto straordinario, 1928 penna su carta, cm 34 x 25 Collezione privata Sguardi numerosi (Mouvement du regard), 1930 olio su cartone, cm 73 x 60 Collezione privata Sul retro del dipinto compaiono le scritte «Mouvement du regard – Peinture ectoplastique» e «Tu hai nome di vivere e pure sei morte. Apocalisse». ALIENAZIONE. Maschera Marionetta Uomo meccanico Gian Emilio Malerba (Milano 1880 – 1926) Maschere, 1922 olio su tela, cm 160 x 203 Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (inv. 2537) Esposto alla XIII Biennale di Venezia del 1922. Gino Severini (Cortona, Arezzo, 1883 – Parigi 1966) Arlecchino musicante. Disegno per le decorazioni di Montegufoni, 1921 circa matita su carta, cm 34 x 24 Collezione F.B. Studio per l’Arlecchino per l’affresco di dimensioni maggiori, quello con le tre maschere musicanti, nel salotto del castello di Montegufoni. I due arlecchini. Disegno per le decorazioni di Montegufoni, 1921 circa matita su carta, cm 33 x 18,4 courtesy by Galleria Russo, Roma Bozzetto definitivo per la scena ad affresco di medesimo soggetto eseguita su una delle pareti del salotto di Montegufoni. La famiglia di Arlecchino, 1921 circa matita su carta, cm 48 x 31 Collezione F.B. Potrebbe trattarsi di uno dei primi disegni per i riquadri minori nel salotto del castello di Montegufoni, poi sostituiti da nature morte sullo sfondo di paesaggi toscani e tre singole maschere musicanti (un Pulcinella e due Pierrot). Bozzetto per biglietto d’auguri per la famiglia Sitwell, 1922 matita su carta, cm 47 x 32 Collezione F.B. Tramite il mercante francese Léonce Rosenberg, nell’aprile 1921 il barone inglese George Sitwell commissionò a Severini l’esecuzione di alcuni affreschi in una stanza del suo castello a Montegufoni nel Chianti vicino a Firenze. Il ciclo venne terminato nell’aprile dell’anno seguente. Gino Severini (Cortona, Arezzo, 1883 – Parigi 1966) L’équilibriste o Maschere e rovine, 1928 olio su tela, cm 159,5 x 145 Collezione Banca Monte dei Paschi di Siena (inv. MPS 5049307) Nel giugno 1928 il mercante Léonce Rosenberg commissionò a Severini l’esecuzione di quattro pannelli per la sua abitazione parigina in rue Longchamp 75. Originariamente la decorazione prevedeva soggetti romani

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antichi ma, con il passare del tempo, l’artista optò per maschere della commedia dell’arte, ambientate su sfondi di rovine che propongono particolari piuttosto fedeli del Foro imperiale. Cornelio Geranzani (Genova 1880 – 1955) Ballerina, 1920 olio su tela, cm 85 x 70 Collezione privata Cornelio Geranzani (Genova 1880 – 1955) La soubrette, 1920 circa olio su tela, cm 55 x 55 Collezione privata, courtesy Galleria Novecento, Genova Oscar Saccorotti (Roma 1898 – Recco, Genova, 1986) Il circo equestre, 1927 olio su tela, cm 130 x 105 Collezione privata, courtesy Galleria Arte Casa, Genova Fortunato Depero (Fondo, Trento, 1892 – Rovereto, Tremto, 1960) Cavalieri, 1925-1927 tarsia di panni colorati, cm 102 x 210 Maria Paola Maino, Roma Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) Manichino, 1919-1920 matita, inchiostro e tempera su cartoncino, cm 32,3 x 22 Collezione privata Adolfo Wildt (Milano 1868 – 1931) Maschera di Mussolini (Il Duce), 1924 marmo, cm 55 x 50 x 20 Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (inv. 2679) Si tratta della maschera di Mussolini che Wildt ritagliò nel 1924 dal famoso ritratto a mezzo busto eseguito l’anno precedente. L’esemplare in mostra venne acquistato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma alla Terza Biennale romana del 1925. Della scultura esistono più esemplari sia in marmo sia in bronzo. Grazie all’accorta regia di Margherita Sarfatti, il ritratto divenne assai popolare, riprodotto su giornali, cartoline e libri, a iniziare da Dux della stessa Sarfatti, pubblicato nel 1926. Ernesto (Michahelles) Thayaht (Firenze 1893 – Marina di Pietrasanta, Lucca, 1959) Vir o Dux, 1929 gesso patinato nero (primo gesso), cm 33 x 18 x 28 Fondazione Massimo e Sonia Cirulli Dell’effigie di Mussolini, ideata da Thayaht nel 1928, sono noti diversi esemplari. Quello fuso in ghisa acciaiosa e montato su una pietra miliare venne presentato nella primavera del 1929 al concorso d’arte nazionale a Palazzo Vecchio a Firenze e nell’ottobre successivo alla Mostra di trentatré artisti futuristi alla Galleria Pesaro di Milano. Marinetti convinse l’artista a donare un esemplare al Duce che l’apprezzò molto. L’opera divenne subito nota e partecipò a numerose mostre, anche all’estero. Nicolaj Diulgheroff (Kyustendil, Bulgaria, 1901 – Torino 1982) L’uomo razionale, 1928 olio su tela, cm 113,5 x 99 Collezione privata, courtesy Galleria Narciso, Torino Esposto alla Mostra di trentatré artisti futuristi alla Galleria Pesaro di Milano nel 1929 e l’anno successivo alla mostra Arte futurista. Pittura, scultura, architettura, ceramica, arredamento ad Alessandria. Mino Rosso (Castagnole Monferrato, Asti, 1904 – Torino 1963) Manichino, 1927 Bronzo dorato, cm 107 x 52 x 47 Collezione privata, courtesy Galleria Narciso, Torino

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Giuseppe Piccone (Albisola Superiore, Savona, 1912 – Albissola Marina, Savona, 1960) Boxeur (Pugilatore), 1930 circa legno dipinto, cm 120 x 82 x 40 Galleria Carlo Virgilio & C., Roma Ne esiste una versione più piccola e con il piede destro diversamente flesso, nella quale è stato individuato il modello per una ceramica realizzata dalla Manifattura Giuseppe Mazzotti di Albissola Marina all’inizio degli anni trenta. EVASIONI. Nostalgia Sogno Magia Ferruccio Ferrazzi (Roma 1891 – 1978) Figure nella notte (Donne di notte), 1925 olio su tela, cm 90 x 71,5 Ilaria Ferrazzi Esposto nella sua sala personale alla I Quadriennale di Roma del 1931 e alla XXXI International Exhibition of Paintings al Carnegie Institute di Pittsburg del 1933; sul retro riporta la scritta «Figure nella città di notte». Tullio Garbari (Pergine Valsugana, Trento, 1892 – Parigi 1931) La Sibilla di Terlago, 1930 olio su tavola, cm 150 x 150 Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto / Provincia Autonoma di Trento – Soprintendenza per i Beni Culturali (inv. PAT 360687 - MPA 329) Esposto alla III Mostra d’Arte Triveneta del Sindacato fascista Belle Arti di Padova, Padova 1932. Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) La fata della montagna, 1929 olio su tela, cm 100 x 90 Collezione Boschi Di Stefano, Milano Fausto Pirandello (Roma 1899 – 1975) Composizione (Siesta rustica), 1924-1926 olio su tela, cm 100 x 126 Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano Felice Carena (Cumiana, Torino, 1879 – Venezia 1966) Gli apostoli, 1926 olio su tela, cm 135 x 190 Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze (inv. CG. 432 Accademia 596) Esposto nella sua sala personale alla XV Biennale di Venezia del 1926, all’Exposition du Novecento Italiano di Nizza del 1929 e alla Settimana Italiana di Atene del 1931. Gisberto Ceracchini (Foiano della Chiana, Arezzo, 1899 – Petrignano del Lago, Perugia, 1982) Estate, 1928 olio su tela, cm 138 x 162 Collezione Mita e Gigi Tartaglino Esposto alla Seconda Mostra del Novecento Italiano, Palazzo della Permanente, Milano 1929. Achille Funi (Ferrara 1890 - Appiano Gentile, Como, 1972) La terra, 1921 olio su tela, cm 99 x 90 Collezione privata, courtesy Archivio Achille Funi, Milano Esposto alla XIII Biennale di Venezia del 1922 e successivamente nella sua sala personale alla Biennale del 1932. Entrò a far parte della collezione di Arturo Tosi, come già testimoniato nel 1925 dalla monografia della Sarfatti. Leonardo Dudreville (Venezia 1885 – Ghiffa, Verbano-Cusio-Ossola, 1975) Argento, 1927 olio su tavola, cm 37 x 27 courtesy Matteo Mapelli, Galleria Antologia, Monza Esposto alla Quadriennale di Torino, Palazzo della Promotrice, Torino 1927

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IDENTITÀ. Stereotipo Ambiguità Desiderio Achille Funi (Ferrara 1890 – Appiano Gentile, Como, 1972) Autoritratto con brocca blu, 1920 olio su tela, cm 39,5 x 36,5 Studio d’arte Nicoletta Colombo, Milano Virgilio Socrate Funi decise di assumere il nome Achille fin da quando, bambino, si dedicò alla lettura dei classici (Omero, Ariosto, Tasso). Qui il nuovo nome compare sul vaso sulla sinistra. Gian Emilio Malerba (Milano 1880 – 1926) Femmina volgo, 1920 olio su tela, cm 134 x 151 Collezione privata, courtesy Matteo Mapelli, Galleria Antologia, Monza Presentato all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano nell’autunno del 1920, il dipinto venne esposto alle mostre postume dedicate all’artista che si tennero, sempre nel capoluogo lombardo, nel 1927 alla Galleria Pesaro e nel 1931 alla Galleria del Milione. Ram (Ruggero Alfredo Michahelles) (Firenze 1898 – 1976) Grande nudo giovanile n. 2, 1927 circa olio su tela, cm 91 x 97 Courtesy Società di Belle Arti, Viareggio Mario Tozzi (Fossombrone, Pesaro e Urbino, 1895 – Saint Jean du Gard 1979) La toeletta del mattino, 1922 olio su tela, cm 160 x 114 Museo del Paesaggio, Verbania Esposto alla personale dell’artista che si tenne al Museo del Paesaggio di Pallanza nel settembre-ottobre 1923, alla XIV Biennale di Venezia del 1924 e nel 1927 alla mostra Italienische Maler al Kunsthaus di Zurigo e all’Esposizione d’arte italiana in Olanda allo Stedelijk Museum di Amsterdam e al Pulchri Studio all’Aja. La modella è Marie Thérèse, la moglie del pittore che egli sposò nel 1919 quando si trasferì a Parigi. Filippo de Pisis (Ferrara 1896 – Brugherio, Monza Brianza, 1956) Ragazzo disteso, s.d. (1928-1930) matita su carta, cm 34,5 x 49 Collezione privata Nudo sul divano, s.d. (1929 circa) matita su carta, cm 22,8 x 33 Collezione privata Filippo de Pisis Ritratto di ragazzo, 1924 matita su cartone, cm 29,5 x 34 Collezione F.B. Achille Funi (Ferrara 1890 – Appiano Gentile, Como, 1972) Saffo, 1924 olio su tavola, cm 84 x 77 Collezione privata, courtesy Archivio Achille Funi, Milano Alimondo Ciampi (San Mauro a Signa, Firenze, 1876 – Firenze 1939) Il bacio (Le amiche), 1926 bronzo con base in marmo, cm 68 x 50 x 50 Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova (inv. GD1993.45.1) Esposto nel 1927 alla 80ª Esposizione Nazionale della Società di Belle Arti di Firenze a Palazzo Pitti e l’anno successivo alla Galleria Cavalensi e Botti di Firenze e alla Galleria Pesaro di Milano. Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904 – Arco, Trento, 1933) I masturbatori (La coppia scombinata), 1930 inchiostro su carta, cm 32 x 21 Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano

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Giovanni Grande (Torino 1887 – 1937) Lenci, Torino San Sebastiano, 1929-1930 terraglia formata a colaggio e decorata a smalti policromi sottovetrina, cm 40 x 13 x 18 Collezione privata, Genova Sandro Vacchetti (Carrù, Cuneo, 1889 – Torino 1974) Lenci, Torino Le due tigri, 1929-1930 terraglia formata a colaggio e decorata a smalti policromi sottovetrina, cm 42 x 30 x 15 Collezione Battisti Castellano L’elaborazione del soggetto, disegnato da Sandro Vacchetti che della Lenci fu direttore artistico dal 1922 al 1934, risale al 1929. Un esemplare delle Due tigri fu infatti presentato nel dicembre di quell’anno alla Mostra delle ceramiche Lenci tenutasi alla Galleria Pesaro di Milano, il cui catalogo fu curato da Ugo Ojetti. Ferruccio Ferrazzi (Roma 1891 – 1978) Bambola nella vetrina, 1919 olio su tela, cm 112 x 69,5 Ilaria Ferrazzi È con questo dipinto che iniziò la genesi dell’Idolo del prisma. Nel 1931 così scrisse Ferrazzi: « … Per me è la bambola che vidi con Depero nello stupore di una sera a Milano, nella vetrina di un parrucchiere e che pensavo di portare nella corsa sfrenata di una carrozza, tra il lampeggiare degli archi elettrici nelle cavità oscure delle infinite strade cubiche della città. Per me è questo nervoso prismatismo della nostra epoca che rivive rigido, perfido e fermo in quella fanciulla: essa non ha nulla della molle dolcezza di un preraffaellita ma fissa un momento del nostro tempo». Ferruccio Ferrazzi (Roma 1891 – 1978) Idolo del prisma, 1925 olio su tavola, cm 159 x 93 Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova (inv. GX1993.473) Esposto nel 1926 alla Exhibition of Modern Italian Art alle Grand Central Art Galleries di New York nell’ambito di una mostra itinerante che toccò in seguito Boston, Washington, Chicago e San Francisco, alla mostra Italienische Maler al Kunsthaus di Zurigo nel 1927 e alla mostra personale dell’artista alla I Quadriennale romana del 1931. Il quadro entrò subito nella collezione di Arturo e Herta Ottolenghi che di lì a poco commissionarono al pittore il ciclo di affreschi per il proprio mausoleo ad Acqui Terme, progettato da Marcello Piacentini. Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904 – Arco, Trento, 1933) Natura morta con piuma, 1929 olio su tavola, cm 45,5 x 50,7 Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano Renato Bertelli (Lastra a Signa, Firenze, 1900- Firenze, 1974) Fabbrica Ceramica Salvini, Firenze La Marchesa Casati in maschera di Medusa, 1920 circa terracotta dipinta e invetriata con applicazioni di vetri, cm 37 x 15 x 9 Collezione Cavallini Sgarbi La marchesa Luisa Amman Casati Stampa (Milano 1881 – Londra 1957) fu una delle figure più note della Belle Époque internazionale ma il suo mito resistette intatto per tutti gli anni venti. Bella e ricca, intelligente e colta, eccentrica e sempre eccessiva, amante di D’Annunzio e di van Dongen, appassionata d’arte e amica di molti artisti, dai futuristi a Alberto Martini a Man Ray, dedita all’occultismo, allo spiritismo e alle droghe, fece della sua vita un’opera d’arte. Alberto Savinio (Andrea Francesco Alberto de Chirico) (Atene 1891 – Roma 1952) Penelope, 1930-1933 tempera su tela, cm 50 x 40 Collezione privata Presentato nel 1934 alla mostra personale dell’artista presso la Galleria Sabatello di Roma, per il dipinto fece da modella Delia Morini, moglie di Gino Galletti e cognata di Savinio.

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DÉCO. Eleganza Lusso Edonismo Anselmo Bucci (Fossombrone, Pesaro e Urbino, 1887 – Monza 1955) L’Odéon, 1919-1920 olio su tela, cm 101 x 123 courtesy Matteo Mapelli, Galleria Antologia, Monza Esposto alla mostra Arte italiana contemporanea alla Galleria Pesaro di Milano nell’ottobre-novembre 1921, alla Fiorentina Primaverile al Palazzo del San Gallo a Firenze nel 1922 e alla personale dell’artista alla Galleria Pesaro nel 1923. Bucci si era trasferito a Parigi nel 1906 con Dudreville. Mentre quest’ultimo rientrò prestissimo, Bucci vi restò ininterrottamente fino allo scoppio della I guerra mondiale. Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) Ritratto della moglie, 1924 olio su tela, cm 120 x 100 Collezione Mita e Gigi Tartaglino Esposto alla mostra individuale dell’artista, presentata da Ugo Ojetti, alla XIV Biennale di Venezia del 1924. Nell’occasione il dipinto entrò nella collezione del critico fiorentino e della moglie Fernanda. Anselmo Bucci (Fossombrone, Pesaro e Urbino, 1887 – Monza 1955) Rosa Rodrigo (La bella), 1923 olio su tela, cm 72 x 60 courtesy Matteo Mapelli, Galleria Antologia, Monza Libero Andreotti (Pescia, Pistoia, 1875 – Firenze 1933) Donna che si asciuga, 1922 pietra d’Istria, cm 93 x 28 x 38 Galleria Benappi Una delle due fusioni in bronzo venne presentata nel 1921 alla Galleria Pesaro di Milano, con introduzione in catalogo di Ugo Ojetti, nella cui collezione figuravano ben 23 sculture dell’artista oltre a un numero imprecisato di suoi disegni. Il bronzo venne ripresentato alla retrospettiva dello scultore che si tenne alla Biennale veneziana del 1934, un anno dopo la sua morte. Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958) Donna in abito da sera, 1925 circa olio su tavola, cm 44,5 x 30,5 Fondazione Biagiotti Cigna Il verso della tavola presenta Espansione di primavera del 1928. EPILOGO Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947) La lupa ferita, 1930-1931 bronzo, cm 86 x 135 x 60 Collezione privata L’esemplare unico in bronzo venne esposto alla mostra L’Art italien des XIXᵉ et XXᵉ siècles al Jeu de Paume a Parigi nel 1935. L’esemplare in terra refrattaria venne presentato nel febbraio del 1932 alla mostra, condivisa con Primo Conti, alla Galleria di Palazzo Ferroni a Firenze. Donato dallo scultore a Massimo Bontempelli, si trova ora al Middelheim Museum di Anversa. Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947) La Pisana, 1928 pietra di Vicenza, cm 150 x 73 x 57 Collezione privata Il gesso del 1928 venne tradotto in pietra di Vicenza nel 1929-1930, presentato alla mostra personale alla Galleria Guglielmi di Torino e acquistato dal conte Arturo Ottolenghi e dalla moglie Herta Wedekind nel 1931. Dal medesimo originale deriva la versione unica o «grande frammento» in creta donata a Massimo Bontempelli nel maggio 1932.

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