Padova Magazine 03 - 2019/2020

PADOVA Periodico di Sport e Cultura del Calcio Padova

Anno V_N. 2_Dicembre 2019

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A.C.P.

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Il tifo è una cosa viva!

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atleta”.

e si cerca la definizione del verbo tifare nell’enciclopedia Treccani, ci viene suggerito quanto segue: “Fare il tifo, parteggiare con accesa passione per una squadra sportiva o per un

Definizione corretta dal punto di vista linguistico, ma che forse suonerà incompleta per chi vive Padova settimana per settimana, all’Euganeo o macinando chilometri in trasferta. Esultando per le nostre vittorie, ma senza badare troppo all’estetica del gioco, né ai risultati quando non arrivano.

Un primo concetto che nella definizione manca, e che invece i nostri tifosi hanno ben presente, è l’aggregazione. Lo stare insieme, ritrovandosi di persona per condividere in diretta le emozioni della partita. Condividere, ecco un altro concetto che completa la nostra definizione. Gioire, arrabbiarsi, applaudire, incitare, ma sempre assieme ad altre persone che provano con noi quell’emozione.

E d’altro canto il tifo è difficile da ingabbiare in una definizione. Perché il tifo è una cosa viva, che si rinnova di generazione in generazione, di padre in figlio ma anche che cambia con l’evolversi della società. A pensarci, sarebbe impossibile riproporre oggi i modelli di aggregazione degli anni ’80. In comune con quel periodo resta il fatto che il tifo è fatto di persone che vogliono stare insieme e contagiarsi con l’amore nei confronti dello sport e di Padova. Non lo si può ricon-

durre a lungo in sigle, settori, dinamiche sempre uguali.

Nelle scorse settimane, abbiamo voluto riunire le varie anime del tifo per fare il punto della situazione e capire da dove ripartire per dare più linfa ai supporter che siedono di Tribuna Est, Tribuna Family e Tribuna Ovest.

Ne è scaturito un dibattito e molto valide proposte.

Sotto l’albero vorremmo trovare questo: coesione, unità d’intenti, voglia di condividere nuove idee e forme di aggregazione. Non solo per ricompattarsi attorno ai ragazzi di Sullo, ma soprattutto per diventare una forza in grado di attrarre nuovi sostenitori. In una casa unita, sotto il cui tetto si va d’amore e d’accordo, si entra più volentieri!

La Società farà il suo, a cominciare dalle iniziative per festeggiare i nostro 110 anni. La squadra anche, continuando a dare il massimo in campo per regalarci belle emozioni come quelle vissute nel girone d’andata.

Ma il tifo appartiene a chi lo vive in prima persona e perciò sono sicuro che saranno in primis i nostri tifosi a mobilitarsi per dare quel contributo che in un campionato così equilibrato può e deve fare la differenza.

Auguri, biancoscudati!

Daniele Boscolo Meneguolo Presidente Calcio Padova

I migliori Auguri Biancoscudati

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ccoci al secondo numero del nostro magazine, ovviamente in gran parte dedicato agli auguri e non solo. Francesco Jori ci presenta, nella sua rubrica di storia padovana, una Birbante donna, ma che birbante!

Trattasi di Speronella Dalesmanini, una moglie tremendissima che cambiò ben sei mariti… Il buon Fernando Zanetto ci fa ancora una volta riflettere con i suoi “Diritti e Doveri” mentre, ritornando al calcio, ci godiamo un’interessante intervista di Max Candotti al Vecepresidente Fabio Pinelli.

Alessandro Vinci propone, nella sua rubrica

“Meteore Biancoscudate”, la triste storia di Michele Rogliani, ex calciatore biancoscudato tragicamente scomparso. A restituirci un po’ di serenità è Maria Paola che ci insegna come vivere meglio respirando meglio. E infine, come di consueto, La Bronsa Remigio, i lazzaroni Biancoscoppiati, Il Tifoso Sustoso e la vignetta di Vale ci riportano il sorriso e il buonumore per tramettervi gli Auguri Natalizi e di Buon Anno Nuovo da tutto il Calcio Padova, dalle giovanili, dagli atleti del calcio a 5, dalle splendide ragazze del femminile, dagli sponsor e da tutti noi.

Auguroni!

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Ferruccio Ruzzante

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Speronella Dalesmanini Articolo di Francesco Jori

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i chiamo Dalesmanini, Speronella Dalesmanini. E voglio dirvi subito che è un vero peccato non aver potuto vivere ai giorni vostri anziché tanti secoli fa: perché sarei finita sui rotocalchi più diffusi, avrei fatto il giro dei salotti che contano, sarei stata ospite fissa in tv contesa tra la D’Urso e la Venier, e magari mi avrebbero pure proposto il ruolo di protagonista in un film. Presuntuosa?

Neanche un po': vi dico solo una cosa, io di mariti ne ho passati sei; e di extra… beh, lasciamo perdere. Sta di fatto che a 15 anni avevo già l’anello al dito, ma non certo al naso; e quando me ne sono andata da questo mondo, a 50 anni compiuti, non posso certo dire di essermi annoiata in vita mia. State a sentire.

Nasco a Padova nel 1149, in una famiglia bene come reddito e condizione sociale, e ancor meglio ammanicata: giusto per dire, mio fratello Dalesmanino è diventato prima console, e poi addirittura podestà,

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che sarebbe come dire il sindaco di oggi. Mi fanno sposare prestissimo con il rampollo di una dinasty emergente, Jacopino da Carrara. Ma perché ridursi ad appena 15 anni ad autorecludersi in un’ordinaria vita coniugale? Perché non cercare di tenere le porte aperte al futuro? E io scelgo il futuro, in fin dei conti senza grandi opposizioni dalla mia famiglia, anzi: all’epoca, quello che voi chiamate divorzio è prassi diffusa. Anche perché il marito numero due è uno che meglio non si può quanto a status sociale: nientepopodimenoche il conte Pagano della Torre, in quel momento vicario a Padova dell’imperatore Federico Barbarossa, e dunque capo supremo della città; capirai… Qui mette radici la leggenda che mi viene attribuita: dicono che il giovanotto, invaghito di me, mi abbia letteralmente rapita, portandomi nel suo maniero di Rocca Pendice a Teolo. Uno smacco per l’establishment padovano: sempre il mito sostiene che mio fratello Dalesmanino

Jorate Padovane

a quel punto avrebbe radunato i cavalieri patavini e abbia stretto d’assedio la fortezza, fino ad espugnarla e a riportarmi a casa. Da lì sarebbe partita un’onda lunga che avrebbe portato alla cacciata degli imperiali e alla nascita del libero Comune, di cui poi lo stesso Dalesmanino come ho già detto sarebbe diventato podestà.

Vero, falso, un po’ e un po’? Vi lascio nel dubbio, in fondo essere protagoniste di un romanzo fa sempre piacere. Sta di fatto che a quel punto, per non rovinare la media, passo al marito numero tre: Pietro da Zaussano, esponente di un’altra famiglia di primo piano, i Traversari, un cui fratello avrebbe fatto parte del gruppo dei miei liberatori (Pietro sarebbe chiaramente il fratello furbo: uno combatte sul campo, l’altro nell’alcova…). Comunque, e non sto a dirvi perché (insomma, uno avrà pur diritto a un minimo di privacy, no?), neppure questo funziona a lungo, e arriva il turno del numero quattro: un omonimo, Pietro da Gennaro. Scolorito, peraltro, perché il suo turno di servizio scade rapidamente, e io passo al quinto.

Uno che conta, almeno come casato: Ezzelino II, dell’omonima dinasty di Onara di Tombolo. E però, volete saperlo?, neppure con questo funziona; così passo al sesto, l’ultimo della serie. Quello giusto? Diciamo quello definitivo.

Stavolta pesco in provincia. Il novello sposo è uno di Monselice, Olderico Fontana; dal quale ho pure un figlio, Jacopo, che peraltro era quasi meglio se non arrivava.

Perché è uno che ha letteralmente

... vi dico solo una cosa, io di mariti ne ho passati sei; e di extra… beh, lasciamo perdere. le mani bucate: si infilerà in investimenti sbagliati, e subirà un crack finanziario che lo costringerà a saccheggiare il patrimonio di famiglia per coprire il buco. Ma vista

anche la sua posizione, la cosa farà notizia nel tempo, fino ad arrivare un secolo dopo all’orecchio niente meno che di quel malmostoso di Dante Alighieri, il quale già di suo ce l’ha con Padova: al Sommo Poeta non par vero di cogliere la palla al balzo per rifilarlo nell’Inferno, al canto XIII, bollandolo come scialacquatore. Insomma, a un certo punto tra giro di mariti e rogne familiari ne ho abbastanza.

E decido di uscire di scena in punta di piedi, dopo aver attraversato la vita da protagonista. Così mi trasferisco nella quiete agreste di Villanova, a due passi dalla città ma isolata. E qui, poco prima di morire, cerco di migliorare almeno un po’ il mio spregiudicato e avventuroso curriculum, in vista del trasloco nell’aldilà, destinando una parte del mio cospicuo patrimonio (incrementato anche grazie all’intensa maratona nuziale con i vari consorti) nelle cosiddette opere di bene: ospedali, monasteri, chiese di Padova e dintorni, ma pure di altre aree, Venezia inclusa, e con una donazione specifica all’ospedale di San Giovanni a Gerusalemme. Senza dimenticare peraltro mio marito (l’ultimo…) e mia figlia Zamponia; l’altro figlio Jacopo no, capace che mi faceva arrivare qualche cambiale anche nella tomba.

Che dire, cari padovani di oggi, e in particolare i tifosi della squadra di calcio? Io la mia parte l’ho fatta, sia in casa che in trasferta. Poi, come diceva quel tale, l’importante non è vincere ma partecipare. E io ho partecipato, oh se ho partecipato…

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“Sport in Rosa”: a Venezia la seconda Edizione

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i è tenuta all'auditorium Santa Margherita di Venezia, la seconda edizione di ”Sport veneto in Rosa”, organizzata dal Coni regionale.

La consigliera comunale, Barbara Casarin, ha portato il saluto del sindaco Luigi Brugnaro, e prima di iniziare la cerimonia, è stata letta una lettera inviata dal Governatore Luca Zaia, al presidente del Coni, Gianfranco Bardelle.

Per la Regione è intervenuto l’assessore allo Sport, Cristiano Corazzari: “Il Veneto per tradizione è una fucina di atleti, ma, vorrei sottolineare, anche di atlete. L’importanza crescente dello sport femminile, come si rileva nel panorama nazionale e mondiale, nella nostra Regione costituisce ormai un dato di fatto e ci tengo davvero a ringraziare tutte le atlete per i traguardi raggiunti, per l’impegno e la passione profusi nella loro attività, che costituiscono un vero motivo d’orgoglio per la nostra Regione”.

Questo l’elenco delle premiata: Camilla Alessio, campionessa del mondo 2019 inseguimento a squadre su pista; Nicole Marchetti, campionessa italiana Under 18 di bocce; Veronica Lisi, campionessa italiana di canottaggio singolo; Viola Ghigi e Claudia Nazzari, tricolori di canottaggio, specialità Vip 750 Junior; Lisa Boattin, calciatrice della Juventus scudettata, che riceva anche la medaglia di bronzo al Valore atletico; Martina Sartorato, campionessa europea di kickboxing light contact; Ilaria Cusinato, campionessa italiana di nuoto 200 delfini, 200 e 400 misti; Silvia Pastrello e Sara Toffolo, campionesse europee Under 20 di basket; Carlotta Brunelli, tricolore nella pesistica di strappo e slancio; Alessia Scaramuzza, tricolore giovanile metri 6000 Pinne; Viola Magoga, prima classificata European Beach Games m.50, m.100 e staffetta 4X50 pinne; Manuela Furlan, campionessa d’Italia di rugby con il Villorba; Eloisa Passaro. campionessa italiana a squadre sciabola e argento ai campionati europei Under 23; Martina Favaretto, seconda classificata ai mondiali nel fioretto Under 20 e vincitrice della Coppa del Mondo; Martina Sinigalia e Claudia Borella, campionesse italiane a squadra di fioretto; Camilla Coppini, sport equestri, seconda classificata ai mondiali a squadre, campionessa italiana giovanile; Anna Comarella, campionessa Italiana do sci 20 Km tecnica classica; Monica Ferrighetto, campionessa italiana Super gigante sci d’erba ; Sofia Littamè, oro europeo di tiro a volo Mix Team; Silvia Bortot, campionessa d’Europa pugilato professionistico.

Sono state quindi premiate le squadre femminili venete che hanno vinto il titolo italiano. Softball Bussolengo, Serie A1; Curling Club Dolomiti Fontel; Alleghe Hockey; Wuber Famila Schio Basket.

Dopo aver consegnato questi riconoscimenti alle atlete di Sport Veneto in Rosa, la cerimonia è proseguita con la consegna delle benemerenze.

Sportive di bronzo per la Provincia di Venezia. Continuiamo con società che riceveranno la Stella di Bronzo.

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IL CONI RENDE OMAGGIO ALLE CAMPIONESSE STELLA DI BRONZO A SOCIETÀ SPORTIVE ASSOCIAZIONE MOTONAUTICA VENEZIA A.S.D. Federazione Italiana Motonautica PREMIA: Presidente, Delegato e per FIM Ettore Merenda, ritira il Premio Alessandro Visentin Associazione nata nel 1997 a Murano con l’obiettivo di far conoscere la motonautica.

L’associazione oltre a essere attiva nel campo agonistico, promuove attività di educazione al rispetto dell’ambiente lagunare e marino.

CIRCOLO NAUTICO PORTO SANTA MARGHERITA A.S.D. Federazione Italiana Vela PREMIA: Presidente, Delegato e per FIV Francesco Pappagallo, ritira il Premio il Presidente ASD Gian Antonio Marcorin Fondato nel 1967 da un gruppo di amici appassionati di navigazione, il Circolo Nautico Porto Santa Margherita, è oggi considerata una delle società veliche più attive dell’Adriatico, con circa 300 soci. Fin dalla sua fondazione il circolo nautico ha riunito amanti del mare e degli sport nautici, promuovendo e divulgando i valori legati al mare, allo sport, alla socializzazione e competizione agonistica.

STELLA DI BRONZO A DIRIGENTI SPORTIVI PATRIZIA MARRAS Associazione Italiana Cultura e Sport

PREMIA: Presidente, Delegato e per AICS Mario Pongan Nel 2017 diventa Presidente Provinciale dell’Ente di Promozione.

A livello Nazionale ricopre dal 2018 l’incarico di VicePresidente della Commissione Pari Opportunità per l’Associazione Italiana Cultura e Sport.

PALMA DI BRONZO AL MERITO TECNICO GLORIA DE BEI Federazione Italiana Kickboxing PREMIA: Presidente, Delegato e per FIKBMS ……………….

Dopo aver vinto numerosi titoli come atleta, continua la sua carriera come allenatrice dei giovani atleti di kickboxing.

MEDAGLIA DI BRONZO AL MERITO SPORTIVO CECILIA BELLATI Federazione Italiana Canottaggio PREMIA: Presidente, Delegato e per FIC Sandro Frisiero Campionessa Italiana otto con LUDOVICA BUSETTO Federazione Italiana Golf L’atleta è in Florida dove ha conseguito una borsa di studio e ritira il Premio la mamma Sarbina Cappon.

PREMIA: Presidente, Delegato e per FIG il Delegato Giovanni Anfodillo Campionessa Italiana Nazionale Dilettanti a Squadre MARY JANE CAPORAL Federazione Canottaggio Sedile Fisso PREMIA: Presidente, Delegato e per

Silvio Bortot, campionessa d'Europa.

FICSF Marco Zanella Campionessa Italiana Voga in piedi 7,50 doppio ALESSIA CASSON Federazione Italiana Nuoto: PREMIA: Presidente, Delegato e per FIN Stefano Brandolin Campionessa Italiana Pallanuoto Femminile LUIGINA DAVANZO Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso PREMIA: Presidente, Delegato e per FICSF Marco Zanella Campionessa Italiana Voga in piedi 7,50 singolo e doppio LAURA LORENZATO Federazione Italiana Sport Rotellistici.

Ritira il premio il papà Marino Lorenzato. PREMIA: Presidente, Delegato e in Rappresentanza della FISR Scarpa Dario 2° classificata nel campionato Europeo corsa su strada-km 42,195 Maratona

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CAMILLA RIZZOTTO Federazione Ginnastica Italiana PREMIA: Presidente, Delegato e per FGI Moreno Bernardi Campionessa Italiana Ginnastica Aerobica - Trio Dopo aver premiato tutte le benemerenze femminili, passiamo alla premiazione delle benemerenze maschili.

Continuando con le medaglie al merito sportivo:

ELIA BORTOLUZ Federazione Italiana Giuoco Calcio PREMIA: Presidente, Delegato e per FICG Dino Brusaferro Campione Italiano Dilettanti Attualmente l’atleta è in forza all’U.S. Pergolettese di Crema che non ha confermato la partecipazione

ANTONIO CHIARENZA Federazione Italiana Motonautica PREMIA: Presidente, Delegato e per FIM Ettore Merenda 6° Classificato Campionato Mondiale cl.3D offshore

MASSIMO CIGANA Federazione Italiana Triathlon PREMIA: Presidente, Delegato e per FITri ………………………..

Campione Italiano Duathlon Individuale

ANDREA COMELLO Federazione Italiana Motonautica PREMIA: Presidente, Delegato e per FIM Ettore Merenda 4° classificato nel campionato mondiale cl.3D offshore.

MIRCO DE GRANDIS Federazione Italiana Dama PREMIA: Presidente, Delegato e per FID Dino Bellin per il Premiato ritirano il premio Bullo Claudio o Lanza Mauro Campione Italiano Dama Italiana a Squadre

MARCO FRANZATO Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso PREMIA: Presidente, Delegato e per FICSF Marco Zanella Campione Italiano Voga in piedi 7,50 –singolo

LORENZO LODICI Federazione Italiana Scacchi L’atleta attualmente è in Georgia per un campionato Europeo ritirano il premio il papà Lodici Roberto e Ravagnan Roberta PREMIA: Presidente, Delegato e per FIS Tino Testolina Campione Italiano Scacchi

4° Classificato Campionato Mondiale attività marittime –pesca con canna da natante per clubs Invito a rimanere a Luigi Russo per la prossima premiazione

GIANNINO PREVARIN Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee PREMIA: Presidente, Delegato e per FIPSAS Luigi Russo 4° Classificato Campionato Mondiale attività marittime –pesca con canna da natante per clubs

STELLA DI BRONZO A DIRIGENTI SPORTIVI ROBERTO MAMERTI Federazione Italiana Giuoco Calcio Ritira il premio il figlio Giacomo Mamerti PREMIA: Presidente, Delegato e per FIGC Dino Brusaferro Dal 1998 al 2012 ha ricoperto l’incarico di direttore generale della società calcistica La Stimma Don Bosco di San Donà di Piave.

Dal 2012 al 2016 è stato eletto consigliere della FIGC Regionale Veneto e dal 2016 ricopre la carica di Vice Presidente Regionale della stessa Federazione

DENNI PETRACCO Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee PREMIA: Presidente, Delegato e per FIPSAS Luigi Russo

GIANCARLO MURIOTTO Federazione Italiana Giuoco Calcio PREMIA: Presidente, Delegato e per FIGC Dino Brusaferro Presidente della sezione provinciale Arbitri della sezione di Mestre è una presenza puntuale e costante a tutti gli appuntamenti della sua Federazione.

MAURIZIO RANIOLO Federazione Italiana Cronometristi PREMIA: Presidente, Delegato e per FICR Giuseppe Berton Entra nella Federazione Cronometristi nel 1984 e da subito si rende disponibile per il cronometraggio di tutte le discipline sportive. Si è poi specializzato nel Finish link PADOVA MAGAZINE

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IVANO SACCHETTO Federazione Italiana Atletica Leggera PREMIA: Presidente, Delegato e per FIDAL Giuliano Corallo Inizia la sua carriera sportiva come atleta del Gruppo Atletico Aristide COIN. Dal 1994 è organizzatore di Family Run e Venice Marathon ricoprendo dal 2017 l’incarico di Consigliere di Venice Marathon. Dal 2017 è fiduciario Coni per i Comuni di Mira, Mirano, Salzano e Spinea.

GILBERTO SARTORATO Federazione Italiana Atletica Leggera PREMIA: Presidente, Delegato e per FIDAL Giuliano Corallo Dal 1985 è tesserato come atleta mezzofondo-maratona. Dal 1990 si dedica alla promozione e diffusione dell’atletica leggera tra i giovani. Ha ricoperto il ruolo di Dirigente e Direttore Sportivo del Gruppo Atletico Aristide COIN, Vice Presidente FIDAL Venezia e dal 2017 Presidente FIDAL Venezia.

GIANCARLO VIANELLO Federazione Italiana Pallavolo PREMIA: Presidente, Delegato e per FIPAV Roberto Maso Da anni attivo sul territorio chioggiotto nella promozione del volley. Giancarlo Vianello ha ricoperto numerosi incarichi, prima come dirigente di Società e a seguire come consigliere, vicepresidente e dal 2017 Presidente della Federazione Pallavolo per la Provincia di Venezia.

ALESSANDRO VISENTIN Federazione Italiana Motonautica

PREMIA: Presidente, Delegato e per FIM Ettore Merenda Atleta pluri medagliato e dirigente dell’Associazione Motonautica Venezia .

Dal 1991 al 1994 ha collezionato la medaglia d’argento al merito sportivo coni in varie competizioni europee e mondiali di offshore.

PAOLO VOLPATO Federazione Italiana Biliardo Sportivo PREMIA:Presidente, Delegato e per FIBS Paola Inizia l’attività di dirigente sportivo nel 1999 come delegato FIBIS della sezione “boccette” del Triveneto”. Dal 2014 è stato eletto e riconfermato Presidente Provinciale unico FIBIS del Comitato Provinciale di Venezia-Padova e Rovigo. E’ inoltre Consigliere Nazionale della commissione tecnica sezione boccette e responsabile di sezione del Nord-Est.

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PALMA DI BRONZO AL MERITO TECNICO ALESSANDRO BERTON Federazione Italiana Canoa Kayak NON CONFERMATA PRESENZA PREMIA: Presidente, Delegato e per FICK Andrea Bedin

MANUEL NORDIO Federazione Italiana Kickboxing PREMIA: Presidente, Delegato e ritira il Premio Gloria De Bei in quanto Manuel Nordio è all’estero

RENZO PAGANIN Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali PREMIA: Presidente, Delegato Vito Vittorio NON SONO PRESENTI RAPPRESENTANTI FIJLKAM

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partecipando a manifestazioni di livello nazionale, europeo e mondiale. Attualmente si dedica alla grafica televisiva in streaming per la federazione Cronometristi

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Meteore biancoscudate

Michele Rogliani

La meteora che si spense troppo presto Articolo di Alessandro Vinci

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n quasi 110 anni di storia, al Padova di meteore ne sono passate tante. Alcune sono rimaste nell’immaginario collettivo, di altre invece se ne ricordano in pochi. Soltanto una, però, si è consumata a tal punto da spegnersi del tutto. La storia di Michele Rogliani, nato a Venezia il 9

Tuttavia, più le aspettative salivano e i paragoni si facevano insistenti, meno lui riusciva a dimostrare il suo potenziale.

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giugno 1961, non ha a che fare soltanto con il pallone.

Se ne parlava molto bene, a fine anni Settanta, di quel riccioluto esterno offensivo dotato al contempo di corsa, rapidità e un fiuto del gol da vero centravanti. I primi ad accorgersi delle sue qualità furono gli osservatori della Mestrina, poi su di lui si fiondò il Padova. Caterve di gol negli Allievi, fino all’esordio tra i grandi ad appena sedici anni, in occasione della sfida interna di Coppa Italia Semiprofessionisti col Forlì del 16 novembre 1977 (0-0). La stagione successiva, in C1, ancora due scam-

poli di partita: a La Spezia (1-1) e in casa contro il Piacenza (4-1).

Che il ragazzo fosse promettente era evidente a tutti. In particolar modo a Giussy Farina, proprietario del Padova ma anche presidente del Vicenza. Così, quando a fine stagione decise di disfarsi della società biancoscudata, ne approfittò per girare al suo “Lane”, nel frattempo retrocesso in B, i prospetti più interessanti: da Manzo a Perrone, da Bigotto a Mocellin, fino a Sanguin e, naturalmente, Rogliani.

Come prevedibile, anche in

terra berica gli addetti ai lavori non faticarono ad apprezzare le doti dell’ala veneziana, freddezza sotto porta in primis. Perciò, pur giocando ancora in Primavera e non essendo una prima punta, cominciò a essere etichettato come “il nuovo Paolo Rossi”. Tuttavia, più le aspettative salivano e i paragoni si facevano insistenti, meno lui riusciva a dimostrare il suo potenziale. Questione di carattere. Di una fragilità di fondo che non riusciva a scrollarsi di dosso, quasi fosse il più arcigno dei marcatori. Ecco perché, dopo appena tre presenze in prima squadra, nell’estate 1981 si ritrovò in Serie C2, mandato a “farsi le ossa” in prestito al Casale.

Fu allora, sostengono alcuni, che entrò in contatto per la prima volta con i suoi demoni. Qualche amicizia sbagliata, la delusione di aver

fallito il grande salto, la voglia di sfuggire alle pressioni esterne. Prima la cocaina, poi l’eroina. In dosi sempre più massicce. Le conseguenze sulle prestazioni non si fecero attendere: di fatto la sua carriera terminò già l’annata successiva, tra le fila del Monselice di Edy Reja.

Vittima della dipendenza, pur di sottrarsi al richiamo del “buco” arrivò a farsi incatenare dai genitori al termosifone della sua camera, nella casa di famiglia a Cannaregio. Alle 3 di mattina del 27 febbraio 1985 accadde però l’impensabile: una

sigaretta spenta male innescò un incendio proprio accanto al suo letto, bruciando la moquette e le grandi librerie in legno. Michele urlò. I familiari credettero si trattasse di una delle solite crisi di astinenza. Poi una sorella vide del fumo uscire da sotto la porta. Da lì fu il panico. Nella concitazione si faticò a recuperare le chiavi del lucchetto, poi le fiamme si fecero troppo alte. Dopo interminabili minuti, i pompieri trovarono Michele svenuto a terra, ancora legato al termosifone. Il fuoco non lo aveva ancora raggiunto, ma il fumo aveva già aggredito i suoi polmoni, asfissiandolo.

L’ex biancoscudato, che pochi giorni più tardi sarebbe dovuto entrare in una comunità terapeutica specializzata, spirò durante il trasporto in ospedale.

Non aveva ancora compiuto 24 anni, ma il pallone della vita, per lui, aveva smesso di rotolare già da tempo.

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Articolo di Fernando Zanetto

Doveri e Diritti!

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PER L’AUTOMAZIONE

C A N C E L L I • P O R TO N I DA G A R AG E • B A R R I E R E TA P P A R E L L E • T E N D E D A S O L E E S E R R A N D E

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ettera aperta alle competenti Autorità preposte a fare rispettare i doveri e a salvaguardare e garantire i diritti di ogni singolo cittadino.

Mi chiamo Fernando Zanetto, ho 77 anni di età, da molti anni sono vedovo, ho due figlie e tre nipoti. Attualmente dopo quasi sessanta anni di lavoro, a scuola non sono andato oltre alla terza media obbligatoria e quindi ho iniziato presto a lavorare, faccio a tempo pieno il pensionato. Un’ ora alla settimana di tennis con il maestro, qualche passeggiata a piedi, qualche giro in bici, alcuni momenti sempre piacevoli di nonno-sitter con i nipoti e partecipazioni purtroppo sempre più frequenti a funerali di parenti, conoscenti ed amici.

Questo per presentarmi e solamente perché tutti si rendano conto che mi reputo e vorrei essere considerato una persona qualunque, quindi uno dei tanti “normali”, che ci sono e continuano a comportarsi nella loro vita di tutti i giorni da onesti e corretti cittadini rispettosi e attenti ai loro doveri e non sempre altrettanto solerti nel fare rispettare i propri diritti. Ma veniamo al dunque ed al motivo di questa lettera aperta, vergata a titolo personale, ma certo di avere come spinta alle spalle le mani di molte altre persone, come me private in talune circostanze del loro sacrosanto ed inviolabile diritto, sancito anche dalla Costituzione, di non essere condizionate nella loro libertà di movimento e scelta. Tra le tante persone ne voglio citare una. Si tratta di un giovanotto di 80 anni, abbonato per le partite casalinghe del Padova ma talmente tifoso della squadra biancoscudata da seguirla spesso anche in trasferta. Quasi sempre viaggiando in auto da solo, Luigino il suo nome, di sicuro non ha fatto mancare il suo sostegno a Fano, Trieste e altre città. Tornando alla libertà di movimento e scelta mi riferisco a tutti i condizionamenti ancora presenti per potere accedere ad una partita di calcio, sia nella città di residenza sia in misura ancora maggiore negli incontri in trasferta. Prendiamo ed analizziamo le misure coercitive ancora in essere in questo momento, che purtroppo per cercare di prevenire comportamenti non consoni da parte di alcune frange della tifoseria, talvolta organizzata, penalizzano pesantemente coloro che non si identificano con questi tifosi ed anzi ne prendono le distanze. Purtroppo ancora attualmente in molte occasioni, le competenti Autorità preposte all’Ordine e alla Sicurezza degli Stadi, su decisioni dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni Sportive, decidono che per una determinata gara i residenti nella provincia della squadra impegnata in trasferta possono acquistare esclusivamente i biglietti per il settore ospiti e solo se in possesso di Tessera del Tifoso. Noi non vogliamo mettere in discussione né le norme, né i criteri che hanno spinto e continuano a spingere le Autorità preposte ad arrivare a simili decisioni, ma possiamo senz’altro non essere d’accordo nel merito dei provvedimenti presi in questi ultimi anni, per molti incontri di calcio. In questo modo continuano ad essere penalizzate tutte quelle persone che vogliono assistere alle partite in settori più tranquilli e non a stretto contatto con i tifosi più caldi per incitamenti, ma anche sfottò, intemperanze ed “altro” e questi “tifosi” , alcuni già conosciuti a Questura, Polizia e Digos andrebbero loro al limite penalizzati. Perchè a 80

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Curiosità

anni il Luigino (di cui sopra) e molti altri più o meno Over devono avere bisogno di una tessera del tifoso per acquistare un biglietto, quando essendoci la nominatività del titolo di accesso tutti devono presentare un valido documento d’identità personale e con i sistemi informatici attuali in qualsiasi momento si può sapere tutto di tutti.

Una ulteriore ed ancora più importante considerazione è quella di pensare come delle persone, diciamo mature, possano nuocere a qualcosa o qualcuno assistendo alla partita da un settore più tranquillo e più consono e comodo anche per la loro età. Che libertà è quella che ti impedisce di scegliere ma che ti obbliga, non per comportamenti scorretti personali ma di altri, a scelte condizionate. Non si possono penalizzare i “normali”, perché risulta più facile o perché accettano delle imposizioni senza fare casino.

Se alcuni devono essere perseguiti per comportamenti anomali e non rispettosi del civile vivere quotidiano lo si deve fare, lasciando però alle molte persone “normali” di potere esercitare il proprio sacrosanto diritto di libertà. Di motivazioni e considerazioni ce ne sarebbero ancora, ma senza dilungarci oltre speriamo di avere, in attesa di qualche risposta, reso in queste righe chiari i principi della nostra posizione.

Nessun privilegio, ma anche nessuna vessazione, viviamo in un Paese Democratico. Un grazie anticipato a quanti si adopereranno per eliminare questa che personalmente consideriamo una palese: “Ingiustizia”. Saluti ed auguri per le prossime festività e come di consueto sempre “forza PADOVA”.

CRIO BARRIERA PER ASTE FINO A 5 M

Fernando Zanetto nonno di Alice, Veronica e Lorenzo.

Calendario prossimi incontri: Lega di serie C - Stag. 2019/2020 (possibili variazioni soltanto per motivi di ordine pubblico) 19° giornata

Reggiana Padova

1° giornata rit. Padova Virtus Vr

Lunedì

16/12

h. 20.45

Domenica

22/12

h. 17.30

Giorni ed orari d’inizio non ancora ufficializzati dalla lega di serie C : 2° giornata

Fano Padova

Domenica

12/1/20

h. ...

3° giornata

Padova Modena

Domenica

19/01

h. ...

4° giornata

Carpi Padova

Domenica

26/01

h. ...

5° giornata

Padova Vis Pesaro

Domenica

02/02

h. ...

6° giornata

Cesena Padova

Domenica

09/02

h. ...

7° giornata

Padova Fermana

Domenica

16/02

h. ...

8° giornata

Arzignano Padova

Domenica

23/02

h. ...

TETHYS 24V L’EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIA

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Fabio Pinelli

“Giovani, valori e territorio.

Vi racconto il vivaio biancoscudato”

Articolo di Massimo Candotti

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ll’ingresso del suo studio in piazzetta Sartori c’è una foto del Padova anni ’20 in cui pare di riconoscere un giovane Giovanni Monti. Tra Codici Penali, Civili e decine di libri di Diritto non di rado spuntano foto e poster dei biancoscudati; dalla lampada della sua scrivania pende un gagliardetto del Gattamelata con le firme dei giocatori promossi in serie A nel 1994.

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Vice Presidente, non serve essere un detective per capire che nella tua vita il calcio e la legge hanno un posto di grande rilievo.

Mi sono laureato con una tesi di diritto societario sulle società sportive. Mentre scrivevo la tesi ero entrato a far parte del settore giovanile come dirigente accompagnatore, ricordo che Piero Aggradi mi gratificava mandandomi in giro a fare l’osservatore. Il calcio mi piaceva, mi piaceva stare con i giovani e apprendere le nozioni di tattica e tecnica. Dall’altra parte c’era il diritto penale, una passione altrettanto grande che dopo 27 anni di attività professionale non si è affievolita.

Rispetto alla tua professione, cosa rappresenta il Padova?

Il calcio rappresenta una finestra di pura passione. Mi piace il senso di appartenenza che crea e lo trovo uno sport bellissimo anche dal punto di vista estetico, attrae masse, trasmette emozioni. Allargando il discorso, mi ha fatto immensamente piacere tornare per dare il mio contributo al Club perché il calcio coinvolge tantissime famiglie del nostro territorio e come sapete il mio compito è prevalentemente orientato sui giovani. Credo che un settore giovanile abbia due compiti da portare avanti con pari attenzione.

Da un lato, costruire giovani calciatori per creare valore, dando loro l’obiettivo concreto e realizzabile di poter arrivare a vestire la maglia della prima squadra. Dall’altro, essere un veicolo di aggregazione per i giovani e per le loro famiglie, un luogo di grande valore pedagogico, dove emergano i valori educativi e di sviluppo della persona attraverso la pratica sportiva.

Il campo di calcio, in effetti, è un laboratorio perfetto per testare se certi valori funzionano ancora.

Gli adulti di oggi sono i giovani di ieri e i loro valori si sono creati nei luoghi tradizionali di aggregazione, oggi in crisi per la disintermediazione della società contemporanea. Il settore giovanile di una squadra di calcio, come di qualunque altro sport, può dare un contributo importante, per la costruzione di una comunità dove prevalgano valori educativi alti come il rispetto per il prossimo, compagno o avversario che sia, l’impegno e la serietà come presupposto per raggiungere un buon risultato e per migliorarsi, l’integrazione tra giovani di etnie diverse e così via. Puntare

sulla crescita del vivaio è anche una maniera magnifica per esplicitare una visione positiva che guarda al futuro della nostra società: credere nei giovani significa credere nella propria identità e nelle proprie radici.

A livello tecnico quale strada si vuole percorrere?

Cominciamo col dire che bisogna darsi tempo, le logiche sono più dilatate rispetto a quelle della prima squadra perché i risultati si misurano in un arco temporale più ampio. Carlo Sabatini sta portando avanti un lavoro eccellente. È una persona capace, appassionata, molto competente e moralmente integra. Non manca mai di trasmettere agli allenatori quei valori morali che sono per noi imprescindibili se vogliamo che siano anche educatori per i nostri ragazzi.

Sotto il profilo tecnico, con la sua guida abbiamo l’obiettivo di costruire

Mi ha fatto veramente piacere, abbiamo un Direttore Sportivo estremamente competente e molto orientato nel favorire che i giovani del vivaio possano emergere e distinguersi in prima squadra. Un grande complimento e attestato di stima va rivolto a chi ha scoperto e “coltivato” Lovato e Piovanello a dimostrazione del fatto che il calcio Padova può annoverare uno staff di allenatori del settore giovanile e di osservatori di assoluto rilievo. In generale, in Italia mi pare ci sia ancora molto timore nel lanciare i giovani, mentre vedo che all’estero anche club di prima fascia come per es il Manchester United non si creano di questi problemi. Possiamo

Puntare sulla crescita del vivaio è anche una maniera magnifica per esplicitare una visione positiva che guarda al futuro della nostra società un’impronta metodologica che sia immediatamente riconoscibile, una filosofia di lavoro quotidiano che sia sposata da tutti i tecnici e che miri non al mero risultato della partita nel breve termine, ma alla costruzione dell’uomo-giocatore nel lungo termine.

pensare di essere orgogliosi di andare controcorrente, favorendo un’inversione di rotta anche culturale: i media, i tifosi, il mondo sportivo in generale , devono trasmettere il messaggio che i giovani sono una risorsa del club e vanno cresciuti con pazienza, permettendo loro anche di sbagliare. Padova potrebbe essere In questo senso, che effetto ti ha all’avanguardia anche in questo: i fatto vedere in campo Lovato e giovani sanno ripagare gli adulti che Piovanello nella partita vinta contro danno loro fiducia. il Rimini?

Articolo di Massimo Candotti

Carlo Sabatini

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l corso di Direttore Sportivo lo ha tenuto per un po’ lontano dal suo habitat naturale, il campo. Tra una lezione di Julio Velasco e un intervento del CT Mancini, Carlo Sabatini ci ha raccontato il suo terzo atto biancoscudato.

Per la prima volta mi portarono a Padova Sandreani e Aggradi, c’era un ambiente frizzante e all’avanguardia con molti tecnici e dirigenti preparatissimi. Ricordo Viscidi, Fincato, Fasolato, Scantamburlo, ero molto giovane e mi pareva di vivere in un sogno perché ero già molto a contatto con la prima squadra. Fu un’esperienza formativa fondamentale.

La parte più bella del mio lavoro è ancora lo stare in campo con le squadre, dare suggerimenti ai tecnici.

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Il secondo capitolo fu, se possibile ancora più memorabile.

Indimenticabile, si. Sono tornato dopo gli anni di Udine per allenare in un settore giovanile di alto livello, poi Mauro Meluso e Gianluca Sottovia mi hanno dato la possibile di allenare la prima squadra. Un sogno, ho toccato il cielo con un dito e lo ribadisco: per me è stato come allenare in Champions League. Ci sono stati momenti difficili, ma la gioia della promozione in B del 2009 e della successiva salvezza mi hanno ampiamente ripagato di tutto.

E questo terzo atto, come lo chiamiamo?

Il tempo della saggezza. Ho fatto ulteriori esperienze, sia a livello di prima squadra che di settore giovanile e spero di metterle a disposizione del Calcio Padova per fare qualcosa di importante e lasciare un segno. Questa è la mia ambizione e darò tutto me stesso per far si che sì realizzi.

Nell’intervista al Vice Presidente abbiamo introdotto il concetto di metodologia. Quali sono le coordinate tecniche della metodologia del nostro settore giovanile?

L’obiettivo è ambizioso: riproporre il metodo adottato nello staff tecnico della nazionale, che per noi è un punto di riferimento. Allenamenti mirati al miglioramento tecnico e mentale. Non è fondamentale che tutte le squadre giochino con lo stesso modulo, ma ci deve essere un’idea condivisa di gioco propositivo e basato sulla qualità tecnica come prerogativa. Per questo, anche gli allenatori si dovranno abituare a lavorare per sviluppare prevalentemente le qualità individuali del singolo giocatore e successivamente pensare a come sposarle con il gioco di squadra. Ci vorrà tempo e la volontà di insistere su questi principi già in fase di selezione dei ragazzi. Stiamo seminando.

Da quando eri il tutor di Alex Del Piero, il linguaggio dei ragazzi è cambiato molto. Come ci si adegua per essere efficaci nella comunicazione?

C’è un abisso, ora i ragazzi sono bombardati dalle immagini. Il dialogo resta fondamentale, ma chiediamo agli allenatori di produrre e utilizzare i video per una comunicazione più immediata. Non abbiamo abbandonato l’uso della parola però, la riteniamo molto importante sia per spiegare la tecnica e la tattica, sia per trasmettere loro i valori di riferimento. E’ indubbio però che fargli vedere una clip di come, ad esempio, è cambiato il modo di giocare di Chiellini, sia un veicolo molto efficace per far capire ai ragazzi dove vogliamo arrivare.

Stanno diventando famose le tue riunioni-fiume con i mister, ti senti un po’ l’allenatore degli allenatori?

La parte più bella del mio lavoro è ancora lo stare in campo con le squadre, dare suggerimenti ai tecnici. La riunione è il momento in cui si cerca di rafforzare le linee guida, individuare le problematiche e fornire gli strumenti per risolverle.

Devo dire che tutti i mister e i preparatori sono molto coinvolti, partiamo con una scaletta che dura un’ora e mezza e si finisce che si sforano le due ore e mezza. Sono sicuro che le famiglie dei mister si arrabbiano, ma credo che sia un momento fondamentale.

Insistete molto sui valori anche con i tecnici, oltre che con i ragazzi?

Assolutamente sì. Noi grandi dobbiamo essere i primi portatori dei valori che vogliamo insegnare. Non si può esigere il saluto dai ragazzi se noi per primi non li salutiamo al campo. Dobbiamo saper comunicare l’attaccamento alla maglia, i ragazzi devono essere orgogliosi di far parte di una Società che mette in campo il suo meglio per gestirli e farli crescere. Infine, chiediamo ai mister di rispettare i nostri calciatori nel loro percorso di crescita, di essere bravi nel curare il rapporto umano e cercare di dare a tutti la giusta considerazione. Sapendoli anche aspettare e stimolare nei momenti di difficoltà”.

Il tuo salone nel cuore di Padova Via San Fermo, 39 - Padova www.gaetanogocoppola.com

Riduci lo stress:

respira!

Articolo di Mariapaola La Caria

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a frenesia delle nostre giornate ci porta molto spesso a “non avere neanche il tempo di respirare”. Tra il lavoro e la famiglia i tempi sono così contratti che forse qualche volta davvero ci dimentichiamo di respirare, oppure il nostro respiro è talmente superficiale che ci crea problemi invece che farci star bene.

Quando respiriamo profondamente i nostri polmoni aumentano la loro capacità di espansione.

Quando respiriamo profondamente l'aumento dello scambio tra ossigeno e anidride carbonica permette le migliori performance al nostro cervello e al nostro corpo.

Quando respiriamo profondamente abbassiamo il livello dell'ansia. È bene porre attenzione ad un concetto fondamentale: l'ossigeno non viene immagazzinato una volta per

Saper respirare nelle diverse modalità ti permette di rifornire il tuo corpo e il tuo cervello di ossigeno nella giusta quantità nel giusto momento.

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tutte e deve essere rifornito in modo regolare.

Saper respirare nelle diverse modalità ti permette di rifornire il tuo corpo e il tuo cervello di ossigeno nella giusta quantità nel giusto momento.

L’importanza del respiro trova profonde radici nelle culture orientali che sulle tecniche di respirazione hanno elaborato una vera e propria filosofia di benessere fisico e psichico.

L’educazione del respiro è quindi un aspetto importantissimo, soprattutto nella formazione fisica di base, in quanto ti permette di: • migliorare l’elasticità della gabbia toracica e aumentare la funzionalità e l’efficienza dell’apparato respiratorio • migliorare i processi metabolici dell’intero organismo generando quindi una maggiore efficienza fisica generale • mantenere la corretta postura • far acquisire un più facile controllo degli stati di ansia e di emotività, favorendo la concentrazione ed il rilassamento generale.

Respirare è un atto naturale, il più semplice che conosciamo, ma farlo sotto sforzo richiede coscienza e concentrazione. Molti atleti non riconoscono ad esempio la differenza tra respirazione diaframmati-

ca e toracica e ciò comporta per loro un sovraccarico dei muscoli inspiratori.

Le fasi della respirazione sono due: 1. INSPIRAZIONE: è la prima fase ed è un processo attivo. Consiste nel fatto che il muscolo diaframma si contrae e si abbassa e che i muscoli intercostali si contraggono. Questo determina un aumento della gabbia toracica che provoca una espansione anche del polmone, che la segue passivamente, grazie alla grande espansibilità di cui è dotato.

2. ESPIRAZIONE: è la seconda fase ed è un processo passivo, inizia con la cessazione della contrazione dei muscoli inspiratori, così le fibre polmonari non più stirate ritornano alla lunghezza di riposo.

Abbiamo parlato della forma della respirazione: toracica o addominale?

La prima, TORACICA, utilizza l'innalzamento e dilatazione del torace dovuto alla contrazione dei muscoli intercostali esterni e degli altri muscoli elevatori delle coste: E' tipica di donne e bambini.

La seconda, DIAFRAMMATICA O ADDOMINALE, è un movimento verso l’esterno della parete addominale dovuto alla contrazione e alla discesa del diaframma. E' un movimento tipico dei neonati e degli uomini.

La respirazione diaframmatica è quella che più di tutte le altre permette la centratura su se stessi e la presenza mentale e fisica.

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Come farlo? Ogni giorno dedica anche solo tre minuti ad un atto di respirazione consapevole: Inspira profondamente (gonfiando la pancia come se fosse un palloncino)contando mentalmente fino a 4, trattieni contando fino a 4 ed espira lentamente svuotando la pancia completamente (conta fino a 6). L'atto di espirazione è solitamente più lungo di quello di inspirazione in modo da ripulire al meglio i polmoni.

Buon respiro.

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Alexi, un Americano a Padova

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opo un pomeriggio da soli o con gli amici, allo stadio o davanti allo schermo, niente di meglio che continuare a stare insieme in un locale “biancoscudato”.

Tra una battuta e l’altra, un sorriso o una stretta di mano, niente di meglio che degustare un buon bicchiere ed un cicchetto.

Festeggiare possibilmente la vittoria del Padova o nella malaugurata ipotesi di un pareggio o, ahinoi, di una sconfitta, consolarsi tutti insieme con un cocktail corroborante.

Ecco a voi l’elenco dei bar tifosissimi nell’alta Padovana. In questo numero l’amico Alessandro, sensibilissimo barman del TR3PI Bistrot, ci pro-

pone un fantastico aperitivo ispirato all’ “Americano a Padova” Alexi Lalas.

Si tratta di un cocktail molto intrigante, per gli ingredienti utilizzati, dal gusto piacevolmente amaricante e dai colori iconici, il bianco e il rosso.

L’abbiamo provato con un crostino al baccalà mantecato con petali di pomodoro essicati e peperoncino dolce, un abbinamento inusuale ma particolarmente sorprendente che ci ha rallegrato e reso leggermente euforici .

Appuntamento a TR3PI Bistrot a Pieve di Curtarolo , via B.Longo 2 .Forza Padova !!!

A cura di Ferruccio Ruzzante

BAR BIANCOSCUDATI ALTA PADOVANA: SHANTI LOUNGE BAR di Rizzato Cristiano Piazzetta Curte Rodulo 1, 35010 Curtarolo (PD)

OSTERIA PONCIA Via Argine Villabozza 48, 35010 Curtarolo (PD)

BAR MONDIAL Via Caltana 203, 35011 Campodarsego (PD)

CHEERS PUB Via Daniele Manin 2, 35019 Tombolo (PD)

FRANCY'S BAR di Crivellaro Francesca Via Roma 36, 35011 Campodarsego (PD)

ENJOY CAFE' di Salvato Maurizio Viale dell'Industria 8/A, 35010 Curtarolo (PD)

CAFFÈ COLONNA Via Roma 46, Piazzola sul Brenta (PD)

ANTICA OSTERIA Via Basse 62, Campo San Martino (PD)

MACOLETTA Contrà dei Nodari, 2, 35012 Camposampiero (PD)

ROMA 109 Via Roma, 109, 35010 Borgoricco (PD)

GREENWICH Via Sant'Andrea 48, Curtarolo (PD)

CAFFÈ IN PIAZZETTA Piazza Ganzina 10/11 Loreggia (PD)

TR3PI BISTROT Via Padre Bernardo Longo 2, Curtarolo (PD)

HOSTARIA MAMMA MIA Via Alcide de Gasperi, 5, 35010 Limena PD

BAR GIRAMONDO Via G. Garibaldi 51, 35030 Cadoneghe PD

"Alexi, un Americano a Padova".

- Bitter tenace About ten - Martini extra dry - Riduzione di cabernet colli euganei - Acqua tonica Guarnizione: lemon peel e cigliegia maraschina Tecnica di preparazione: Build Bicchiere: old fashioned

"Il riferimento al primo calciatore americano della serie A è chiaro, Alexi Lalas con la sua chioma ha ispirato una variante del classico Americano contraddistinta dalle note aromatiche, speziate e balsamiche di bitter Tenace, liquore amaro prodotto da About ten (azienza padovana che punta alla qualità e originalità nella selezione degli ingredienti usati nei suoi prodotti) e dalla morbidezza della riduzione di un cabernet dei nostri colli euganei."

Alessandro Pizzigolotto Tr3PI Bistrot

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Risate Biancoscudate Inserto umoristico di Padova Magazine

Il restyling (Biancoscoppiato) dello stadio euganeo !

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i siamo: sembra ormai certo che il progetto di rifacimento-abbellimento-sistemazione-lifting dello stadio Euganeo, per quanto riguarda almeno le curve, possa divenire realtà. Stentiamo ancora a crederci: un catafalco di tale bruttezza e sproporzioni, famoso in tutto il mondo (in una delle prime partite di serie A nel 1994 l'allora inviato di "Quelli che il calcio" Everardo Dalla Noce lo definì, in diretta nazionale, lo stadio "meno sexy" d'Italia), su cui negli anni si sono accavallate opinioni, progetti e sparate più o meno fantasiose (campo da gioco girato, costruzione di “quinte” come a teatro o manufatti in tubi innocenti monta-smonta

all’evenienza stile Art Attack, e come non citare la nuova curva a bordo campo a forma di torta Almondy di Jens Bernhardsson, tra le varie) che potrà assumere le sembianze di uno stadio degno di tale nome!

Beh, ragazzi, ve lo confessiamo: abbiamo presentato un progetto anche noi Biancoscoppiati!

Purtoppo, nonostante l’ingente investimento di tempo e risorse, la spremitura di meningi, il coinvolgimento dei più eminenti luminari dell’architettura, non siamo riusciti a convincere l’assessore Bonavina, con nostro enorme rammarico… eh sì che proponevamo di installare rastrelliere per le bici ovunque, anche nelle toilettes!

Noi ve lo sottoponiamo comunque, con tanto di rendering: 1 - Curva, finalmente e realmente, a 6 metri dal campo: via le distanze abissali fra tifosi e partita! Come? Semplice: si prolunga il terreno di gioco di 30 metri, da entrambi i lati, così da abbattere anche il record mondiale di lunghezza, tipo partita di Holly & Benji… ed entreremo nel Guinness dei Primati !

Articolo di Matteo Don (fu Ampelio Padovan) e Lisa Cilender Reschiglian

...nel 1994 l' allora inviato di "Quelli che il calcio" Everardo Dalla Noce lo definì, in diretta nazionale, lo stadio "meno sexy" d'Italia)...

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I Biancoscoppiati

2 - Trasformazione del secondo anello tribuna Est in trampolino olimpionico da sci. Saremo la succursale di Milano-Cortina 2026!

3 - Trasformazione area nord nella nuova Cittadella dello Sport (ci potrà giocare anche la simpaticissima squadra granata): nuovo bocciodromo a 26 piste che si potrà trasformare in palazzo per il Curling qualora ci si scordasse di accendere il riscaldamento d’inverno!

4 - Briscolodromo olimpionico da 40 tavoli professionali e tribuna da 500 ospizi (ops, spazi) dotati di sputacchiere, cateteri self e calcolatrici settate su “15+18=36” (cit.); 5 - Abbattimento del collegamento fra tribuna Ovest/curva Nord con creazione nuova zona coperta per barbecue e "gree" ecosostenibili PADOVA MAGAZINE

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(si potranno usare le rastrelliere!) e che verrà raccordata a zona pic-nic (punto 7). In fase di analisi la rifinitura con staccionate, fiorellini, uccellini parlanti e Mary Poppins svolazzante con ombrello (o mentre fa il gesto dell’ombrello, boh, vedremo); 6 - Cantierodromo perenne per over 65 con tribuna in tubi innocenti da 400 posti e postazioni Var per analisi tecnico/tattiche in tempo reale,

dotati di distributori h24 di bianchetti e spuncioni (ma solo con cibi dentiera-friendly); 7- Abbattimento barriere architettoniche delle tribune: via i vetri alti! La zona fra tribuna e campo di gioco verrà trasformata in area pic-nic da cui sarà possibile assistere alle partite comodamente sdraiati a terra (si raccomanda di non offrire cibo

agli animal,ehm… giocatori!).

Se il budget lo consentirà si provvederà all’installazione di nuovi seggiolini a forma di water (che saranno comunque più comodi di quelli attuali).

8 - Questa sarà l'opera più impegnativa: innalzamento tensostruttura polifunzionale con bandierine eoliche per raggiungere l'indipendenza energetica (potrà venire utilizzato anche come tendone da circo, siamo già in mezza parola con gli eredi di Amedeo Orfei… sarà il PalaMedeo).

Disponibile presso il nostro punto vendita TUTTO il merchandising stagione 2019/2020 MAGLIE GARA - FELPE - POLO - T-SHIRT SCIARPE - CUFFIE

9 - Bonifica del laghetto Euganeo per trasformazione in piscia (si, è scritto correttamente) a 8 corsie di sorpasso (o sorpiscio che dir si voglia). Recupero, tramite equipe esperta di palombari, degli oggetti abbandonati sul fondale che verranno utilizzati per la tombola di fine anno con benedizione del Prete de Legnaro.

10 - Modifica dello scarico del laghetto Euganeo e creazione di pedana per gare della Red Bull Flug Tag. Il canale di scolo sarà riadattato a scivolo per esilaranti inseguimenti a bordo degli pneumatici recuperati dal fondale (Gardaland ci fai una pippa)!

11 - Risoluzione definitiva di una esigenza annosa: prolungamento linea del tram e nuovo, modernissimo, capolinea sotto la tribuna Est. Parallelamente costruzione di tunnel sotterraneo per raggiungere McDonald’s senza andare a campi.

Via M. Polo 19/a - Albignasego (PD) Tel. 049 8724114 - Fax 049 685601

Se il paninaro abusivo di viale Nereo Rocco non ci mette i bastoni tra le ruote provvederemo con apertura di nuovo ristorante "STALLATO" con chef Carlo CACCO… giusto per rimanere in linea con lo stile dello stadio.

12- Un occhio all’ambiente: "simesara" a soja selvaggia tutto l’anno e nuova oasi naturale per la salvaguardia della pantegana autoctona.

BAE PERSE - Ciàcoe, s-ciantìsi e fregoe varie

Ma cossa zea la vita ?

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arda che a ze proprio ‘na ecatonbe: fioi che copa i genitori, pare che copa mare e fioi, zii che copa i cugnà…, ormai la ze ‘na vera guera in fameja. E proprio parchè se perde senpre pì spesso el senso del valore dea vita che ze giusto domandarse: ma cossa zea la vita? Semo ‘nda in serca dapartuto, gavèmo parlà co raquanta zente, interogà i tifosi dea tribuna owest, rumà su un smerdaro de libri e eco el risultato:

E proprio parchè se perde senpre pì spesso el senso del valore dea vita che ze giusto domandarse: ma cossa zea la vita?

- Ghe ze do regole nela vita: primo, no bisogna fadigare par picoe robe e , secondo,

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la vita ze fata solo che de picoe robe.

- A vita a ze come un rodolo de carta igienica, pì che te te avicini ala fine, più in pressa a va via..

- A vita ze bèa, come un albaro de Nadàe, pecà che ghe sia senpre qualcùn che ronpe e bae…

- A vita ze un zugo diffisie da interpretare, de quei co e istrussiòn scrite in giaponese.

- A vita mete tuti ala prova. E desso qualcun anca in provéta.

Articolo di Remigio Ruzzante (Beolco)

- A vita ze come un panìn, inporta solo queo che te ghe meti dentro.

- A vita ze come un gran catalogo, te poi ordinare queo che te voi, ma spesso, dopo, i te manda a taja sbalià.

- Nea vita ze inportante che i altri te vegna incontro, cosi' te sé da che parte spostarte…

- La vita ze come na bicicleta co dieze velosità. La magior parte de nialtri invesse gà marce che no doparaà mai.

- A vita ze come el zugo del

calcio: scuminsia che te ghè ‘na voja mata de corere, te te fermi a 45 ani par ciapàre fià e a 90 pochi ghe riva in piè.

Ma sopratuto per tuta la vita te gira le bae.

- Mi credo che bisognarìa vi-

vare ogni giorno come se el fusse l’ultimo, e questo ze el motivo par cui no gò mai un vestito neto. Parchè, chi vuto che se meta a fare la lavatrice l’ultimo giorno dela propria vita?

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"El tifoso sustoso"

Egregio Direttore mi complimento per la bella rivista, collorata e pattinata.

Sono un tifoso da poco tempo, mi sono trasferito da Sebastopoli dove ho nato a Colognola ai colli, dove vivo e tifafo la squadra del paese, la US Cotognata che però non vince e neanche convince per cui adesso tiffo il Padova che ha una bella malietta rossa col cavalluccio gattomelato.

Sono contento che abiamo batuto il Vicenza come un bacalà , ben gli sta a quel Rosso inquinatore che va ancora a Diesel quando che la benzina verde la è migliore e eletrico mejo ancora.

Scrivo questa mail per segnalare un fatto grave…..che mi ha molto colpito e afondato.

L’altro giorno sono stato dal casolino a comperare la mostarda e il mascarpone per Natale e sono stato servito da un bruto ceffo che avevo lo scudo biancoscudato tatuato sora na tetta e non è bello e gnanca fotomodello rovinare el simbolo in sta maniera volgare e insipida.

Allego foto del bruto.

Tanto vi dovevamo e perciò la salutto e….. Forza Padua che gliela mettiamo in quel posto anca ai Veronesi.

Bruno Scuretto

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A.C.P.

Calcio Padova Settore Giovanile

Articolo di Ottorino Cavinato

Le giovani promesse Biancoscudate si fanno onore su tutti i campi THE FIRST BURNER WITH SELF CONTROL

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eguiamo nel dettaglio i campionati delle squadre del settore giovanile.

Dopo nove giornate la formazione Berretti occupa la terza posizione a tre punti dalla capolista Albinoleffe. La squadra di Gualtiero Grandini è incappata in una giornata storta a Vicenza, poi ha superato nell’ordine il coriaceo Sudtirol (20, gol di Menato e Vecchiato) e la Feralpi Salò (1-0, rete di Vasic).

Anche l’Under 17 è attualmente al terzo posto in graduatoria dietro alla coppia di testa Modena-Vicenza. La formazione allenata da Giuseppe Agostini si è sbarazzata abbastanza facilmente della Virtus Vecomp (4-0, gol di Ejesi, Riccardo Nalesso, Campion e Radoni), poi ha diviso la posta in un derby avvincente e combattuto col Vicenza (2-2, reti di Sartori e Campion, ha impattato con un robusto Sudtirol (1-1, gol di Sartori e infine ha avuto vita facile contro l’Arzignano (7-1, doppiette per Dramè e Sartori).

Per non smentire le compagini più “adulte” anche l’Under 16 oc-

cupa la terza piazza dietro a Vicenza e Pergolettese. Dopo aver pareggiato in zona Cesarini col Vicenza (1-1 gol di Marco Nalesso), la compagine di Alessandro Cuccarolo ha espugnato il terreno del Sudtirol (2-0, gol di Scarparo e Miccoli) e nell’ultima partita ha pareggiato alla fine di un incontro piacevole e dai continui rovesciamenti di fronte con l’Alessandria (2-2, reti di Zaghetto e Betonte).

no (3-1, gol di Masiero e dop- Da segnalare infine le convopietta di Beccaro). cazioni di Jacopo Gasparini, Davide Perinot e Matteo SarA metà classifica l’Under 14 di tori per la selezione nazionale Massimo Pedriali mentre l’Un- di Serie C e dello stesso Matteo der 13 di Roberto Curci coman- Sartori per la selezione nazioda a punteggio pieno il proprio nale di Serie A e B. girone.

Al secondo posto l’Under 15 di Claudio Ottoni che ha “Asfaltato” nella ripresa la Virtus Vecomp (9-1, doppiette per Tiveron, Masiero e Pedron), poi ha strappato un pareggio grazie ad un finale di gara arrembante a Vicenza (3-3, reti di Ghirardello, Crescini e Beccaro).

Nel turno seguente è incappata nella prima sconfitta stagionale ad opera del Sudtirol (10) e nell’ultima gara i tre punti sono arrivati contro l’Arzigna-

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Calcio Padova Femminile

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Calcio Padova Femminile: ragazze sempre vincenti!

Articolo di Miriam Palma

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eriodo positivo per la formazione a 11 del Calcio Padova Femminile, che partecipa al girone B di serie C e che dopo una partenza non entusiasmante è riuscito a collezionare 12 punti che valgono un sesto posto in classifica. Buon lavoro dello

La società si dichiara orgogliosa per i due percorsi che stanno affrontando le due formazioni a livello nazionale, con l’obiettivo però di fare sempre meglio. staff tecnico e della rosa che, viaggiando sulla stessa lunghezza d’onda, sono riusciti a suon di buone prestazioni a portare a casa risultati positivi. Vittorie che arrivano anche da situazioni non proprio favorevoli, come quella della trasferta ad Oristano, in cui affrontando un viaggio di notte, a causa del mare mosso, la formazione di mister Di Stasio non è riuscita a chiudere occhio, ma ha comun-

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que centrato l’obiettivo di portare a casa tre punti che in queste circostanze valgono doppio. Peccato per non aver agguantato il quinto posto nello scontro diretto contro il Trento Clarentia, quando il Padova ha svolto una buona gara, ma è stato beffato nel recupero.

Situazione positiva anche per la formazione del calcio a5 del Calcio Padova Femminile, che milita nel girone A di serie A2 nazionale e che occupa attualmente la quarta posizione in classifica a 3 punti dal secondo posto. Il campo e i risultati hanno dato merito al lavoro dello staff e delle ragazze che dall’inizio della stagione dimostrano di avere un buon livello di gioco. Nell’ultima giornata di campionato le padovane hanno rifilato un 6-2 tra le mura amiche, ai danni del Trilacum. Anche per la formazione di mister Ercolin però, c’è qualche rimpianto di troppo per non aver saputo cogliere l’occasione di agganciare in classifica il secondo posto, nello scontro diretto contro il Duomo Chieri, e di aver dimostrato il proprio valore solo nei minuti finali della gara, quando pur subendo un parziale di 4-0, sono state in grado di reagire portando il risultato finale sul 4-3.

La società si dichiara orgogliosa per i due percorsi che stanno affrontando le due formazioni a livello nazionale, con l’obiettivo però di fare sempre meglio. Allora forza Padova, ad maiora!

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Calcio Padova C5

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Calcio Padova C5: partenza in salita CALCIO

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ma fiducia per il futuro

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on è cominciato nel migliore dei modi il campionato di Serie C1 per il Calcio Padova C5 che quasi al giro di boa si trova nelle parti meno nobili della graduatoria. Eventualità comunque messa in preventivo da parte della società in considerazione dello svecchiamento della rosa attuato in estate con l'ingresso di diversi giovani talenti, i quali stanno completando il loro periodo di maturazione. La squadra di mister Gaston Simionato (che ha sostituito Gilles Facchinelli alla quinta giornata) ha infatti alternato buone prestazioni

ad altre meno convincenti, ma in generale ogni partita è stata tutto sommato ben giocata anche se alcuni errori di inesperienza hanno poi influito pesantemente nel risultato finale. L'obiettivo per questo ultimo scorcio di 2019 è quello di riuscire finalmente a cogliere una serie di risultati positivi che possano verosimilmente portare all'aggancio dell'ottavo posto e ad una qualificazione in extremis alla Final Eight di Coppa Italia, competizione che vede i biancoscudati protagonisti da ormai tre stagioni.

In ogni caso, con lo scoccare del 2020 e la partenza del girone discendente, la società si aspetta un significativo cambio di marcia in quanto crede molto nel progetto che ha improntato: tanti giovani affamati, di cui circa la metà cresciuta "in casa", che abbiano voglia di mettersi in luce e ottenere risultati importanti. Per quanto riguarda i singoli, Feverati ('97), Tchamesse ('98) e Varotto ('98) si stanno imponendo all'attenzione degli addetti ai lavori e si candidano ad essere tra le prime promesse cresciute nel vivaio del Calcio Padova C5 ad approdare in palcoscenici più prestigiosi.

In ottica giovanili invece continuano i progressi di tutte le formazioni con un incremento nel numero dei tesserati rispetto allo scorso anno; l'aspetto rilevante da sottolineare però è la richiesta di riconoscimento del titolo di "Scuola Calcio Èlite" per diventare la prima società di fùtsal del territorio padovano (e una delle prime in Veneto) ad ot-

Articolo di Luca Galasso

L'obiettivo per questo ultimo scorcio di 2019 è quello di riuscire finalmente a cogliere una serie di risultati positivi... tenerlo. Una risposta in tal senso è attesa verso il termine della stagione agonistica, tuttavia i dirigenti sono fiduciosi in quanto stanno lavorando sotto vari aspetti, non ultimo quello della formazione rivolta ad operatori e genitori, al fine di guadagnare questa sorta di certificazione di qualità per l'opera svolta nei confronti dei giovani e delle famiglie del territorio padovano.

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Articolo di Massimo Candotti

Carlo Sabatini

I

l corso di Direttore Sportivo lo ha tenuto per un po’ lontano dal suo habitat naturale, il campo. Tra una lezione di Julio Velasco e un intervento del CT Mancini, Carlo Sabatini ci ha raccontato il suo terzo atto biancoscudato.

Per la prima volta mi portarono a Padova Sandreani e Aggradi, c’era un ambiente frizzante e all’avanguardia con molti tecnici e dirigenti preparatissimi. Ricordo Viscidi, Fincato, Fasolato, Scantamburlo, ero molto giovane e mi pareva di vivere in un sogno perché ero già molto a contatto con la prima squadra. Fu un’esperienza formativa fondamentale.

Il secondo capitolo fu, se possibile ancora più memorabile.

Indimenticabile, si. Sono tornato dopo gli anni di Udine per allenare in un settore giovanile di alto livello, poi Mauro Meluso e Gianluca Sottovia mi hanno dato la possibile di allenare la prima squadra. Un sogno, ho toccato il cielo con un dito e lo ribadisco: per me è stato come allenare in Champions League. Ci sono stati momenti difficili, ma la gioia della promozione in B del 2009 e della successiva salvezza mi hanno ampiamente ripagato di tutto.

E questo terzo atto, come lo chiamiamo?

Il tempo della saggezza. Ho fatto ulteriori esperienze, sia a livello di prima squadra che di settore giovanile e spero di metterle a disposizione del Calcio Padova per fare qualcosa di importante e lasciare un segno.

Questa è la mia ambizione e darò tutto me stesso per far si che si realizzi.

La parte più bella del mio lavoro è ancora lo stare in campo con le squadre, dare suggerimenti ai tecnici.

Nell’intervista al Vice Presidente abbiamo introdotto il concetto di metodologia. Quali sono le coordinate tecniche della metodologia del nostro settore giovanile?

L’obiettivo è ambizioso: riproporre il metodo adottato nello staff tecnico della nazionale, che per noi è un punto di riferimento. Allenamenti mirati al miglioramento tecnico e mentale. Non è fondamentale che tutte le squadre giochino con lo stesso modulo, ma ci deve essere un’idea condivisa di gioco propositivo e basato sulla qualità tecnica come prerogativa.

Per questo, anche gli allenatori si dovranno abituare a lavorare per sviluppare prevalentemente le qualità individuali del singolo giocatore e successivamente pensare a come sposarle con il gioco di squadra. Ci vorrà tempo e la volontà di insistere su questi principi già in fase di selezione dei ragazzi. Stiamo seminando.

Da quando eri il tutor di Alex Del Piero, il linguaggio dei ragazzi è cambiato molto. Come ci si adegua per essere efficaci nella comunicazione?

C’è un abisso, ora i ragazzi sono bombardati dalle immagini. Il dialogo resta fondamentale, ma chiediamo agli allenatori di produrre e utilizzare i video per una comunicazione più immediata. Non abbiamo abbandonato l’uso della parola però, la riteniamo molto importante sia per spiegare la tecnica e la tattica, sia per trasmettere loro i valori di riferimento.

E’ indubbio però che fargli vedere una clip di come, ad esempio, è cambiato il modo di giocare di Chiellini, sia un veicolo molto efficace per far capire ai ragazzi dove vogliamo arrivare

Stanno diventando famose le tue riunioni-fiume con i mister, ti senti un po’ l’allenatore degli allenatori?

La parte più bella del mio lavoro è ancora lo stare in campo con le squadre, dare suggerimenti ai tecnici.

La riunione è il momento in cui si cerca di rafforzare le linee guida, individuare le problematiche e fornire gli strumenti per risolverle. Devo dire che tutti i mister e i preparatori sono molto coinvolti, partiamo con una scaletta che dura un’ora e mezza e si finisce che si sforano le due ore e mezza. Sono sicuro che le famiglie dei mister si arrabbiano, ma credo che sia un momento fondamentale.

Insistete molto sui valori anche con i tecnici, oltre che con i ragazzi?

Assolutamente si. Noi grandi dobbiamo essere i primi portatori dei valori che vogliamo insegnare. Non si può esigere il saluto dai ragazzi se noi per primi non li salutiamo al campo. Dobbiamo saper comunicare l’attaccamento alla maglia, i ragazzi devono essere orgogliosi di far parte di una Società che mette in campo il suo meglio per gestirli e farli crescere.

Infine, chiediamo ai mister di rispettare i nostri calciatori nel loro percorso di crescita, di essere bravi nel curare il rapporto umano e cercare di dare a tutti la giusta considerazione.

Sapendoli anche aspettare e stimolare nei momenti di difficoltà”

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