7 novembre 2015

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L’ osservatore d’ Italia QUOTIDIANO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE WWW.OSSERVATOREITALIA.IT

Sabato 7 Novembre 2015

Anno IV Numero 155

Direttore Responsabile: Maria Chiara Shanti Rai (Chiara Rai) - Editore: L’OSSERVATORE D’ITALIA Srls - Tel. 3457934445 / 3406878120 - Fax. 02700505039 - Email: direzione@osservatoreitalia.it Aut. Tribunale di Velletri (RM) 2/2012 del 16/01/2012 / Iscrizione Registro ROC 24189 DEL 07/02/2014

COTRAL, ERA COLACECI: DALLA PADELLA ALLA BRACE a pagina 3

STUPRI DI MINORENNI

------------UN ALTRO ------------BRAVO RAGAZZO

Ragazza di 17 anni molestata all'interno di un ascensore ha riconosciuto Simone Borgese grazie alle foto pubblicate

dopo il suo arresto per lo stupro della tassista avvenuto lo scorso 8 maggio L’editoriale

NELLE PIEGHE DELLA

Simone Borgese, il trentenne romano già a processo per una violenza sessuale su una tassista, avvenuto lo scorso 8 maggio, è stato ...

STABILITÀ - PARTE PRIMA di Emanuel Galea

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C onferenza Stato Regioni:

Il Commento

Pier Carlo Padoan, soddisfatto, tira un sospiro di sollievo. La Legge di Stabilità, fino ad ora, ha filato come un treno. Qualcuno dice come l’espresso, chi come la freccia del sud e c'è chi preferisce non esagerare e vede il viaggio come quello dell’accelerato che si ferma in tutte le stazioni. Bando alle divagazioni, la legge si è vista transitare davanti alla Corte dei Conti, attraverso l’Ufficio parlamentare del Bilancio, è stata salutata dall’Istat e con qualche “se e ma” anche da parte di Bankitalia. Fino a venerdì 13 novembre, quando il testo affronterà la commissione Bilancio, il ministro dell’Economia non avrà fastidi. Il primo scoglio da circumnavigare sono le Regioni e gli Enti pubblici. Chiamparino, il governatore piemontese rappresenta la pancia molle della protesta e definisce la Stabilità un bicchiere mezzo pieno, discorso che indebolisce il grido delle Regioni e rafforza lo spavaldo presidente che convoca i governatori al grido di “Venite e ci divertiamo”. Su una cosa non si può non convenire con Renzi: quando invita le Regioni ad eliminare ... Continua a pagina 2

REGIONE LAZIO, ITALIANI,

IMMIGRATI E... TICKET di *Fabrizio Santori

L’ affare delle cartelle pazze della

Regione Lazio prosegue senza sosta e senza vergogna. Gravissimo è l'atteggiamento dell'amministrazione regionale, che fraziona il credito e accolla i costi al cittadino. Difatti, il contribuente non riceve un resoconto di tutte le voci di spesa, ma una cartella pazza per ogni ticket. Ci sono stati cittadini che ne hanno ricevute addirittura tre. Inoltre ogni avviso riporta tra le voci di costo spese amministrative pari a 25 euro, di fatto un costo esorbitante che viene accollato ai cittadini anche su richieste pochi euro. Facendo poi un semplice calcolo della serva, se sono state inviate 235.000 lettere moltiplicate per 25 euro si arriva ad evidenziare un costo di gestione dell'operazione pari a 5.875.000 euro. È una operazione che la giunta Zingaretti sta perpetrando ai danni dei cittadini, un abuso intollerabile. La Regione restituisca i soldi tolti ... Continua a pagina 2

BRASILE, TSUNAMI DI FANGO: SI CONTINUA A SCAVARE

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma

di Chiara Rai

a pagina 4

SCONTRO SUL VIDEO CHE

INCHIODA MASSIMO BOSSETTI

di Angelo Barraco a pagina 5

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma


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PRIMO PIANO

L’osservatore d’Italia

dalla prima l’editoriale di Emanuel Galea ... gli sprechi e sarebbe pura demagogia negarli e confonderli con i servizi utili ai cittadini. Sergio Chiamparino, in audizione davanti alle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato, ad onore del vero non è che ha risparmiato critiche alla legge di stabilità. “I tagli dal

2017 al 2019, diceva, “configurano una situazione che di fatto mette a rischio la sopravvivenza del sistema delle Regioni”. Renzi non indietreggia e parlando con i suoi collaboratori confida: “Sulla sanità ci sono più soldi del passato. Il punto è che le tasse devono scendere. Non consentirò alle Regioni di aumentare le imposte ai cittadini, non si può scaricare sempre sugli italiani. Eliminino piuttosto gli sprechi”. Quale Italiano oserebbe dissentire con quanto detto? Renzi deve affrontare i sindacati che bocciano la finanziaria, magari infastiditi dal taglio ai patronati e allo stesso tempo incassa l’opinione molto positiva di Rete Imprese Italia. Confindustria esprime parere favorevole e per Renzi è tutta musica per il suo udito. Nella seconda parte cercheremo di entrare in altre pieghe della legge, e ce ne sono ad libitum. Per questa prima parte ci soffermiamo sulla Conferenza Stato Regioni. Veniamo informati che l’incontro con Renzi ha soddisfatto i governatori. Gli è stato promesso un decreto salva-Regioni e a seguire un confronto sui fondi per la sanità. I fondi per la sanità ci sono, magari non quanto stanno chiedendo le Regioni. Renzi insiste che i fondi passano a 11 miliardi, discorso che rompe la resistenza dei governatori tranne che di Roberto Maroni, Luca Zaia e Giovanni Toti. Il sottosegretario Claudio De Vincenti spiega che il decreto “salva-Regioni” è inteso a risolvere “un problema di natura contabile”. Quale?

Il finanziamento presente nella legge di stabilità ammonta a 1,3 miliardi, cifra che le Regioni giudicano non sufficiente. La materia da contendere è la gestione dei costi standard e della spesa farmaceutica da parte delle Regioni, costi e spesa in forte odore di sprechi. Secondo un rapporto del GIMBE - Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze - durante la X conferenza nazionale, tenutasi a Bologna lo scorso marzo 2015, la spesa per la sanità nel 2014 era di 111,4 mi-

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liardi di euro. Il 23% del totale, secondo questo rapporto, rappresentava lo spreco, vale a dire 25 miliardi dovuti, fra l’altro, all’eccessivo numero di prestazioni inefficaci, inappropriate o troppo costose rispetto ai bene fici reali. La riforma del titolo V del 2001,

ha causato l’accentramento, da parte delle Regioni, di illimitati poteri dove si sviluppano e crescono affari redditizi. Ancora si sente echeggiare nei cieli del Lazio il nome di “er Batman” Fiorito che trascinò nell'oblio la giunta Polverini. Non c’è Regione che non sia finita oggetto di un’indagine. Si è sentito parlare di tutto: mutande, rolex, penne di valore. La Regione Piemonte, sarà ricordata per i pacchetti di sigarette e un navigatore satellitare, l'Emilia Romagna, rimane agli annali soprattutto per acquisizione spazi in tv. Bolzano, balzato alla cronaca per lo yogurt, le cene, i fiori, due ritratti familiari, i fazzolettini di carta. Ma il fasto delle Regioni non finisce con costi e spese dei consiglieri. Ci sarebbero le sedi distaccate a Roma e a Bruxelles che costano ai cittadini migliaia e migliaia di euro, variano da città a città e dai colori del partito . Dulcis in fundo ci sono le società partecipate, il cimitero degli elefanti, un angolo comodo dove collocare personale dismesso, trombato o raccomandato. Carrozzoni che secondo le stime della Corte dei Conti, perdono 26 miliardi di euro l'anno. Ci sarebbero più sprechi nelle Regioni che nelle stelle del cielo di Roma. “Venite e ci divertiamo”. Ci siamo illusi ancora una volta. Per un attimo credevamo che Renzi facesse sul serio. Alla Conferenza Stato Regioni, parlando di sprechi, tutti si aspettavano che il premier mettesse sul tavolo gli attributi. Gli sprechi sono sprechi e vanno eliminati, tutti, senza se e senza ma. Invece, salvo ripen-

samenti dell’ultima ora, si vocifera che si è arrivati ad un compromesso, e cioè a un taglio del 5%! Ecco perché l’incontro con Renzi ha soddisfatto i go vernatori! Esultano i consiglieri delle Regioni Piemonte, Emilia Roma gna, Bolzano, Lazio. La loro indennità per lo yogurt, le mutande, spazi in tv, per i navigatori satellitari e per le feste dei consiglieri mascherati con teste da maiale è stata rispar miata. Meno male che Renzi c’è!

dalla prima “UN ALTRO BRAVO RAGAZZO!” di Chiara Rai ... nuovamente rinviato a giudizio per una seconda violenza sessuale. La decisione è stata presa dal gup Maria Agrimi che, in questo caso, ha mandato a processo Borgese per un episodio avvenuto nel giugno dello scorso anno. In quell'occasione, l'imputato avrebbe molestato una ragazza di 17 anni all'interno di un ascensore. Decisive per il riconoscimento di Borgese da parte della minore, le foto pubblicate dopo il suo arresto per lo stupro della tassista. In un primo momento, infatti, la giovane aveva denunciato la violenza subita senza riuscire a fornire agli inquirenti l'identità del molestatore. Per l'episodio dell'aggressione sessuale alla tassista, Borgese sarà chiamato a difendersi davanti ai giudici della quinta sezione penale. Per la vicenda della diciassettenne, invece, il processo a carico del trentenne si aprirà il prossimo 5 aprile, davanti alla prima sezione penale. Queste ragazze non potranno cancellare facilmente il ricordo di una violenza. Allo stesso modo, quest’uomo a caccia di ragazzine non dovrebbe avere vita facile. Ma su questo punto la legge non è chiara anche se rispetto al passato sono stati fatti dei passi da gigante. L'Italia, grazie a una lunga battaglia delle donne, si è dotata soltanto da pochi anni di una legislazione per il perseguimento dei reati di violenza sessuale. La legge 15 febbraio 1996, n. 66, ha rappresentato un passaggio fondamentale di questo percorso: riconoscendo che la sessualità è uno dei veicoli attraverso i quali si esprime la personalità umana, una modalità di comunicazione interpersonale, essa attribuisce alla violenza sessuale la gravità e la dignità di reato contro la persona. Mentre, infatti, i delitti sessuali nell'originario codice Rocco rientravano tra i “delitti contro la moralità pubblica e il buon costume”, è solo con la legge n. 66 del 1996 che essi ottengono l'attuale collocazione, all'interno del libro secondo del codice penale, nell'ambito del titolo XII dedicato ai “delitti contro la persona”, al capo III “sui delitti contro la libertà individuale”. La violenza sessuale è ora vista come un'offesa diretta e immediata a diritti fondamentali ed esclusivi dell'individuo. A essere offesa è dunque la persona e a essere violato è il diritto di ognuno di determinarsi con assoluta libertà in campo sessuale. La teoria è quasi perfetta mentre per la pratica mancano misure rigide e ineludibili. Non c’è certezza della pena e non ci sono pene commisurate alla gravità dell’atto dell’atto commesso. Violentare una donna è un reato gravissimo ma il Borgese di turno pagherà il giusto? Questo si chiedono gli italiani che assistono a sentenze scandalose come quella sul mostro che ha rovinato la vita a Chiara Insidioso massacrandola di botte fino a ridurla un vegetale e a rovinarle la

vita per sempre. E se dopo aver stuprato, il violentatore di turno, avesse picchiato la vittima fino ad ucciderla? Avrebbe potuto farlo e allora ci vuole il pugno duro con chi abusa sessualmente di una persona che non è consenziente e che si sente lesa nella sua dignità di donna, di essere umano. Una enorme assurdità , ad esempio, è data dal fatto che nei casi di stupro, pedofilia e prostituzione minorile, il giudice non è obbligato a disporre o mantenere la custodia in carcere dell’indagato, ma può applicare misure cautelari alternative. La Corte Costituzionale - bocciando in parte le norme introdotte dal decreto 11/2009 in materia di misure cautelari nei casi di violenza sessuale, in particolare l’articolo 275 del codice di procedura penale - stabilisce che presunti rei possono non subire la detenzione preventiva alla sentenza “se vengono raccolti elementi specifici, in relazioni al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari siano comunque soddisfatte”. In pratica, la Consulta afferma un elementare principio di diritto: è illegittimo e contrario al principio d’uguaglianza dell’articolo 3 della Costituzione disporre a priori con legge la custodia cautelare in carcere nei casi citati. Occorre invece che il giudice sia libero di decidere di volta in volta, in base agli elementi a sua disposizione, quale sia la migliore misura cautelativa da adottare. Non so definire quante pagine servirebbero invece per descrivere nel dettaglio quanti principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana vengono violati da chi commette abusi sessuali, violenze, maltrattamenti sulle donne. Oltre alla libertà personale violata, alla dignità di un individuo si forma una cicatrice indelebile capace di compromettere le scelte di vita della persona che subisce. Che i legislatori abbiano il coraggio di andare fino in fondo. Ancora rimane un disegno di legge quello che dovrebbe essere giusto fare, tra le altre pene da infliggere, ed è l’introduzione del trattamento farmacologico di blocco androgenico totale a carico dei condannati per delitti di violenza sessuale. Allora sì che gli stupri e le violenze diminuirebbero

dalla prima - Il commento di *Fabrizio Santori ... ingiustamente ai cittadini E non finisce qui. Stavolta pare che la giunta Zingaretti stia pretendendo i soldi dei ticket solo da cittadini italiani e non anche dagli immigrati. Il centrosinistra come al solito conosce bene chi viene esentato e quali

sono i codici per i soliti noti mentre per i nostri concittadini solo valanghe di balzelli che minano alla base il rapporto di fiducia tra chi sostiene lo Stato e chi invece usufrui sce solo di attenzioni e privilegi.

*Consigliere regionale del Lazio.


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INTERNI PENSIONI, ECCO LA PROPOSTA DELL'INPS: TAGLI AI VITALIZI E L’osservatore d’Italia

REDDITO MINIMO PER GLI OVER 55

Una sorta di salto dell'ostacolo da parte di Tito Boeri, numero uno dell'Istituto, che dopo aver sondato il disinteresse

da parte del Governo ha optato per la pubblicazione della proposta di Matteo La Stella Dal reddito minimo per gli over 55 all'uscita dal mondo del lavoro a partire dai 63 anni, il tutto, finanziato tramite tagli considerevoli alle pensioni d'oro e ai vitalizi, da ricalcolare secondo la norma. “Abbattere del 50% la povertà” tra gli italiani ultra 55enni che ancora non hanno maturato le condizioni per incassare la pensione: questa la dottrina dell'INPS nell'era della trasparenza, scesa in campo al fianco dei più deboli con la pubblicazione del pacchetto di normative “Non per cassa ma per equità”, già consegnato al Governo nel giugno scorso. Una sorta di salto dell'ostacolo da parte di Tito Boeri, numero uno dell'Istituto e cofondatore della pagina web “lavoce.info”, che dopo aver sondato il disinteresse da parte del Governo, intento – come lui stesso ha sottolineato- ad adottare tramite legge di Stabilità solo “interventi selettivi e parziali” in questo campo, ha optato nella giornata di mercoledì per la pub blicazione in rete della proposta. La risposta del Governo. La pubblicazione ha mosso in serata la risposta da parte del Governo che ha escluso categoricamente il conflitto con l'INPS. “Nessuno scontro” tra Palazzo Chigi e l'Istituto, la diffusione del documento era concordata. Questa la controffensiva del Governo che successivamente ha passato la parola al ministero del Lavoro, per cui il pacchetto è: “Un contributo utile al dibattito”, salvo sottolineare che le misure: “Mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali

Via le integrazioni al minimo per i pensionati fuori Ue. Il documento “Non per cassa ma per equità” contiene, tra le altre misure, l'eliminazione delle pensioni al minimo con maggiorazione degli assegni versati per i pensionati che risiedono fuori dall'area Ue. Infatti, i pensionati emigrati, come spiegato tempo fa da Tito Boeri, avrebbero già diritto all'assistenza nel di base nel paese ospitante.

non indifferenti e non equi”. Mentre, per sciogliere il nodo e: “Non far pagare questi costi ai pensionati servono risorse che, al momento, non ci sono. Si vedrà presto come intervenire in modo organico sul tema, ma senza effetti col laterali”. In fine è intervenuto anche il dicastero dell'interno che tramite Angelino Alfano ha fatto sapere:”Bisogna distinguere la demagogia dalle cose concrete quindi ci sarà da studiare e vedere se l'intero si stema proposto regge”. Una soluzione che, al momento, sembra non incontrare l'appoggio del premier Renzi, convinto che in questo momento l'importante sia regalare solo iniezioni di fiducia al paese, senza approntare tagli alle pensioni che superano i 2mila euro. Un ordine d'arresto, dunque, proveniente non solo dal ministro Poletti, che, anzi, ha suscitato malumore diffuso nella maggioranza dopo la pubbli cazione.

offrire secondo il primo punto ( articoli dal primo all'ottavo, ndr):”una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su- proprio nella fascia d'età in cui- la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell'area euro”. Tagli alle super-pensioni. Per tamponare i costi della manovra, secondo Boeri, sarebbe sufficiente andare ad attingere dalle 230mila famiglie ad alto reddito, dalle 25mila pensioni d'oro, assegnate tramite gestioni speciali e non giustificate dai contributi versati negli anni e dai circa 4mila percettori di vitalizi per “cariche elettive”. Nel mirino dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, però, sarebbero anche altre classi di superpensionati, privilegiati rispetto al resto della popolazione perche sottoposti a regole più dolci rispetto al resto degli italiani. Dai piloti di aerei ai ferrovieri, passando per i dipendenti del settore elettrico e quelli delle forze armate fino 16 articoli. Il pacchetto proposto dal- ai componenti delle Autorità indipen l'INPS è costituto di 16 norme, utili ad denti e ai dirigenti sindacali.

Reddito minimo per gli over 55. L'articolo uno del testo targato INPS prevede l'inserimento di un reddito minimo garantito per le famiglie con almeno un componente ultra 55enne. L'assegno previsto sarebbe di 500 euro a regime ( 400 euro nel 2016 e nel 2017). In pratica, un nucleo familiare formato da 2 persone con reddito complessivo pari a 500 euro e di cui una over 55, avrebbe diritto ad un “bonus” da 250 euro men sili. Pensione flessibile dai 63 anni: l'assegno si abbassa. L'uscita flessibile dal lavoro, secondo L'INPS, prevederebbe una diminuzione dell'assegno di previdenza ai “pensionati precoci”. “Il principio è che chi va in pensione prima non può avere diritto ad una pensione piena per quanto riguarda la quota retributiva dovendo spalmare questi diritti su molti più mesi di chi va in pensione più tardi”. Dunque:”Ogni anno in meno di lavoro rispetto alla età normale di pensionamento comporta una riduzione di questi pagamenti men sili”. Un'ipotesi, dunque, che prende in considerazione uscite anticipate ai 63 anni e 7 mesi, con un taglio dell'assegno da applicare alla sola quota retributiva che andrebbe poi a scomparire.

COTRAL, ERA COLACECI: DALLA PADELLA ALLA BRACE Sciopero di 4 ore per il prossimo martedì 10 novembre 2015 con astensione dalle prestazioni lavorative dalle 12.30 alle 16.30 Regione Lazio - L'azienda regionale di trasporto pubblico extraurbano Cotral fa sapere che l’organizzazione sindacale S.U.L. CT (Sindacato Unitario Lavoratori) ha proclamato uno sciopero di 4 (quattro) ore per il prossimo martedì 10 novembre 2015 con astensione dalle prestazioni lavorative dalle 12.30 alle LA PRESIDENTE COTRAL AMALIA COLACECI stazioni terminali. 16.30. Ancora disagi, quindi, per gli utenti Cotral, per il prossimo martedì dalle ore 12.30 alle 16.30, quando le vetture rientreranno nei depositi dando inizio alla protesta con la conseguenza che non ci saranno partenze dai capolinea o dalle

Dal Sindacato Unitario Lavoratori denunciano una situazione del trasporto pubblico ormai arrivata all'esasperazione, dove la dirigenza della Cotral invece di dare priorità alla carenza strutturale di autobus e alla manuten-

zione degli stessi, si sta concentrando su azioni volte al peggioramento dell'organizzazione del lavoro con la conseguenza di costringere gli utenti ad attese interminabili a viaggi assurdi in autobus fatiscenti. Il Sindacato denuncia anche le aggressioni, ormai all'ordine del giorno, subite dal personale dipendente Cotral che evidenziano que sto stato di malessere. L'accusa del sindacato alla dirigenza Cotral è quindi quella di aver intrapreso una serie di azioni unilaterali che sta inasprendo ulteriormente la già critica situazione:

- trasferìrnento di personale a oltre cento chilometri dalla residenza senza motivo. -soppressioni di corse, repressione e utilizzo della disciplina per costringere il personale a prestare servizio anche in condizioni non ottimali - comunicazioni errate in riferimento ad accordi vigenti Una carenze di personale e di mezzi che viene attribuita alla mancata programmazione della politica e dei dirigenti, le cui vittime sono quelli che la mattina sono sulla strada: autisti, personale front line e passeggeri.


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ESTERI SINAI, DISASTRO AEREO: UNA BOMBA NELLA STIVA L’osservatore d’Italia

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Gli inquirenti sospettano che qualcuno che poteva accedere alla stiva dell’aereo abbia collocato la bomba o all’interno di un bagaglio o sopra uno di essi, di Angelo Barraco Continuano senza sosta le indagini in merito al disastro aereo del Sinai, adesso a parlare sono gli inquirenti britannici che attribuiscono l’esplosione ad una bomba che si trovava nella stiva del velivolo. La notizia la si apprende tramite la BBC online, dove si legge inoltre che gli inquirenti sospettano che qualcuno che poteva accedere alla stiva dell’aereo abbia collocato la bomba o all’interno di un bagaglio o sopra uno di essi, il tutto prima del decollo. Gli inquirenti britannici, in piena fase investigativa, non escludono l’ipotesi del guasto anche se le voci di un attentato diventato sempre più frequenti e l’ombra del sospetto è sempre più presente verso chi indaga. Un elemento che poteva e doveva far luce sulla vicenda era senza ombra di dubbio la scatola nera del velivolo, ma fonti vicine alle indagini riferiscono i dati raccolti dalla scatola nera non aiutano a chiarire la situazione ed emerge inoltre che “tutti i sistemi funzionavano regolarmente e l’aereo dopo il decollo ha quasi raggiunto l'altezza prestabilita, dopo è avvenuto un evento dopo il quale la registrazione di tutti i parametri si è fermata in un attimo”. In merito all’attentato ha espresso la sua opinione anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama che per la prima volta cha riferito in un’intervista: “Credo ci sia la possibilita' di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente”, anche David Cameron sostiene si sia trattato di una bomba: “E' più probabile che sia stata una bomba”. Tanti sono i voli sospesi in seguito all’attentato poiché molte compagnie hanno deciso di non volare su quel tratto. Fonti dell’intelligence Usa citate dalla Cnn riferiscono che a causare l’esplosione dell’aereo russo sarebbe stata una bomba che si trovava all’interno

di una valigia o all’interno di un baga glio a mano. Le fonti precisano inoltre che la matrice dell’attentato sarebbe l’Isis o un gruppo affiliato. La fonte ha riferito che le indagini non sono ancora concluse. L’ipotesi che viene avvalorata sarebbe quella del bagaglio portato a bordo grazie a due elementi che hanno permesso ciò: la mancanza di controlli nello scalo e la complicità di un impiegato dell’aeroporto di Sharm el-Sheik. Intanto i jihadisti dell’Isis tornano a parlare dell’incidente aereo con un nuovo messaggio: “Non siamo obbligati a svelarvi il modo in cui abbiamo abbattuto l'aereo, ma ve lo diremo solo quando e come vorremo noi. Voi controllate le scatole nere, visionate il relitto e provate a confermare che non è stato abbattuto, se ci riuscite. Noi l'abbiamo abbattuto, voi morirete di rabbia”. Il messaggio audio è stato pubblicato su diversi siti jihadisti. Una prima analisi, seppur parziale, esclude l’impatto esterno, a riferirlo è Miles O’Brien, analista dell’aviazione Usa che alla CNN ha riferito: “il numero dei lampi di calore è fondamentale: se ne è stato rilevato uno solo , questo in qualche modo potrebbe allontanare l'ipotesi del lancio di un missile e portare all'idea di un'esplo-

sione a bordo dell'aereo”. Il presidente Valdimir Putin, ad un incontro tenutosi pochi giorni fa in merito ad disastro aereo ha riferito che le indagini sullo schianto A-321 dovranno andare avanti sino a quando sarà necessario. L’incontro si è tenuto con il ministro dei Trasporti Maxim Sokov che ha aggiunto: “Non ci sono dubbi che tutto debba essere fatto per avere un quadro obiettivo di quanto accaduto, agire di conseguenza”. In seguito all’attentato molti voli sono stati sospesi, l’irlanda non volerà su quello spazio aereo fino a nuovo ordine, la Gran Bretagna ha sospeso i voli. Pochi giorni fa l’Isis ha reso noto un video in cui esulta in merito allo schianto dell’aereo russo nel Sinai e definiscono Vladimir Putin un “maiale”, inoltre nel video riferiscono che quanto è accaduto è soltanto l’inizio e questa sarebbe una vendetta per i raid in Siria. Nel video reso noto riferiscono “Invaderemo il vostro Paese e uccideremo la vostra gente”. Ma non è possibile verificare l’autenticità del video. Intanto Russia ed Egitto hanno negato l’autenticità delle precedenti rivendicazioni sulla tragedia da parte dell’Isis. Ricordiamo che l’ipo-

tesi terrorismo era stata smentita dal ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov, ritenendola non attendibile. avevaa dichiarato inoltre: “Ora diversi mass media pubblicano informazioni variegate secondo cui l'aereo sarebbe stato abbattuto da un missile antiaereo lanciato dai terroristi. Questa informazione non puo' essere considerata attendibile”. Intanto sul luogo in cui è avvenuto lo schianto sono stati trovati degli “elementi che non hanno a che fare con la struttura del velivolo”. Gli elementi in questione ovviamente potrebbero essere “materiale trasportato dai passeggeri, per esempio di attrezzature per l'immersione”, ma saranno le analisi sulle scatole nere a dare risposte a quanto è accaduto. La vicenda. Il mese di ottobre si è chiuso con una tragica notizia che ha scosso tutto il globo, un aereo di linea russo è precipitato nel Sinai centrale, in Egitto. A bordo c’erano 224, tra cui diversi bambini, nessun membro dell’equipaggio si è salvato. L’aereo, un Airbus A-321 della piccola compagnia siberiana Kogalymavia, era decollato in mattinata da Sharm el-Sheikh per San Pietroburgo. L’aereo è precipitato in una zona in cui combattono i jihadisti dell’Isis ma fonti della sicurezza egiziana hanno attribuito l’origine del disastro ad un “guasto tecnico” e quindi hanno escluso l’atto terroristico. Ma emerge inoltre che il comandante dell’aereo precipitato aveva chiesto un atterraggio di emergenza, l'ente aeronautico russo Rosaviatsia ammetteva che si erano perse le tracce dell'aereo sulla penisola del Sinai e che 23 minuti dopo il decollo, avvenuto "alle 6.51 ora di Mosca" da Sharm el-Sheikh, meta turistica molto in voga tra i russi, l'Airbus non aveva "contattato Larnaca (Cipro)" come previsto ed era "scomparso dai radar". Putin intanto ha ordinato l’avvio delle indagini in merito a quanto accaduto.

BRASILE, TSUNAMI DI FANGO: SI CONTINUA A SCAVARE Scenario catastrofico, con almeno 16 morti e 45 dispersi Brazilia- Morti e feriti oltre a un numero imprecisato di dispersi, il bilancio dell'incidente avvenuto giovedì presso una miniera di ferro in Brasile: il cedimento di una diga, costruita per contenere le acque reflue, ha provocato uno tsunami di fango che ha travolto il villaggio di Bento Rodrigues a Mariana, cittadina nella regione centrale di Minas Gerais (sud-est). L'onda di acqua, melma e residui, alta fino a tre metri, ha praticamente sepolto tutto quello che si trovava a valle: immagini delle tv locali mostrano case completamente sommerse e alcune auto che sono state tra-

scinate in cima ai tetti dalla forte cor rente. Poche ore dopo la tragedia, il Sindacato dei lavoratori dell'industria mineraria di Mariana (Metabase) aveva illustrato uno scenario catastrofico, con almeno 16 morti e 45 dispersi. Vigili del fuoco e altri soccorritori non hanno però confermato una cifra ufficiale, mentre si continua a scavare con difficoltà sotto la densa coltre di melma. Per ora incalcolabili anche i danni ambientali. La zona di Mariana città storica che divenne la prima capitale dello Stato di Minas Gerais - è stata

oggetto di intenso sfruttamento minerario, soprattutto di oro e ferro, sin dalla colonizzazione portoghese, nel XVII secolo. L'incidente è avvenuto attorno alle 16 di ieri (orario di Brasilia) nella 'Barragem de Fundao', una barriera di scarti

minerari appartenente alla compagnia di estrazione Samarco. A Bento Rodrigues vivevano circa 600 persone, la maggioranza delle quali operai della miniera. Sulle cause, ancora sconosciute, è stata aperta un'inchiesta.


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CRONACA

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MILANO, PRIMARIE CENTROSINISTRA: SI VOTA IL 7 FEBBRAIO 2016 Fissate dal 7 dicembre al 7 gennaio le date per la presentazione delle candidature.

Milano - La data delle primarie del centrosinistra resta fissata per il 7 febbraio. E' l'esito della riunione dei segretari dei partiti del centrosinistra che si e' con clusa in via Marino. Fissate dal 7 dicembre al 7 gennaio le date per la presentazione delle candidature. "Ora che c'e' un regolamento e delle date e tempistiche certe, tutti possono scegliere come partecipare", ha spiegato il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati al termine della riunione. Per le candidature serviranno fra le 2500 e le 3mila firme sulla citta' di Milano e "tra le 200 e le 300 in area metropolitana", ha spiegato. Viene quindi confermata la data gia' annunciata, ma poi discussa anche all'ultima segreteria del Pd metropolitano che aveva ipotiz- suo slittamento di qualche settimana. rantire lo svolgimento delle primarie in zato, con un documento approvato, il "Le forze politiche sono impegnate a ga- un clima di positiva dialettica politica e

NAPOLI: CAMERA DI COMMERCIO COMMISSARIATA

ritengono necessario affermare che i candidati ammessi alle primarie possono contare sul pieno e leale sostegno di tutta la coalizione in caso di vittoria", sta scritto nel documento sottoscritto oggi dalle forze del centrosinistra, con l'esclusione dei Comunisti italiani. Secondo l'accordo le primarie restano "lo strumento che insieme adottiamo per mettere al centro della nostra azione le idee e le priorita' per costruire il futuro della citta'. Decidiamo di affrontare insieme questa sfida e di farlo uniti dai principi espressi dalla Carta dei Valori sottoscritta il 2 ottobre". L'accordo e' stato firmato da Pd, Sel, Italia dei Valori, Movimento civica Milano, Centro democratico, Centro popolare, Democrazia solidale, Lista Milly Moratti e Verdi.

De Luca ha nominato il commissario straordinario il dirigente regionale Maria Salerno Napoli - Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha adottato il decreto con il quale si scioglie il Consiglio della Camera di Commercio di Napoli e si procede alla nomina del commissario. Ne dà notizia Palazzo S.Lucia. "Preso

atto del decorso del termine di legge senza che sia stato portato a compimento il procedimento per il rinnovo del Consiglio della Camera di commercio di Napoli e preso atto della decadenza dello stesso organo ai sensi di

legge" il governatore ha nominato il commissario straordinario il dirigente regionale Maria Salerno. La dirigente, che ha già ricoperto diversi incarichi e che attualmente è alla Direzione Risorse Finanziarie, fino all'insediamento del nuovo Consiglio camerale "assicurerà l'espletamento delle funzioni di legge e il compimento delle procedure di rinnovo dell'organo stesso", si precisa. Il commissariamento, adottato in conformità del parere del Ministero dello Sviluppo economico e di analogo parere reso dall'Avvocatura regionale, che hanno escluso ulteriori ipotesi di proro-

gatio degli organi, si è reso necessario per evitare vacatio di potere ai sensi di legge, in quanto, nei sei mesi successivi alla scadenza del quinquennio del Consiglio camerale, avvenuta il 5 maggio 2015, il procedimento di rinnovo, nonostante i solleciti della Regione, non sono stati portati a compimento. In caso di ritardo o inadempimento del l'Ente regio nale, il Ministero dello sviluppo economico avrebbe potuto, ai sensi di legge, provvedere allo scioglimento del Consiglio per decadenza, per mancata ricostituzione degli organi nei termini previsti.

ROMA CAMPIDOGLIO: ECCO LA SQUADRA DEL COMMISSARIO TRONCA Roma - Il prefetto di Roma Franco Gabrielli ha nominato sei subcommissari che affiancheranno il lavoro del commissario Francesco Paolo Tronca. I subcommissari nominati dal prefetto e che affiancheranno Tronca nella provvisoria gestione dell'amministrazione capitolina sono Ugo Taucer, Iolanda Rolli, Livio Panini D'Alba, Clara Vaccaro, Giuseppe Castaldo e Pasqualino Castaldi. "Ai neo-subcommissari - si legge in una nota della Prefettura di Roma - un vivo ringraziamento per la disponibilità dimostrata e gli auguri di buon lavoro per l'incarico che si accingono ad assumere". E' una corsa contro il tempo quella che Roma si prepara ad affrontare in vista del Giubileo. A poco più di un mese dall'apertura della Porta Santa, la Capitale deve fare i conti con il ritardo dell'avvio dei lavori e attende i 300 milioni che dovrebbero arrivare dal governo. Proprio per questo il premier Matteo Renzi starebbe lavorando ad un dl omnibus sulle emergenze per supportare il tandem tra il neocommissario di Roma Paolo Tronca ed il prefetto, Franco Gabrielli, già al lavoro per garantire che tutto fili liscio nella Capitale prima e durante l'Anno Santo. E che

questa sia la scommessa lo lascia intendere lo stesso Renzi. "Il prefetto Gabrielli è una sicurezza e sta facendo un ottimo lavoro", dice il presidente del

Consiglio, sottolineando poi il "lavoro sotterraneo e straordinario" durante l'Expo fatto da Tronca, "che dovrà gestire i poteri di sindaco, giunta e consiglio". "Sono veramente orgoglioso di poter prestare il mio servizio e la mia responsabilità per la Capitale della nazione", il messaggio lanciato dal neocommissario. Una discussione sul tipo di provvedimento, sul quale ancora nulla è deciso, potrebbe essere affrontata già domani, durante il pre-consiglio - o direttamente nel consiglio dei ministri che potrebbe riunirsi giovedì prossimo. Il decreto legge omnibus dovrebbe far fronte, appunto, a diverse emergenze e contenere - insieme al pro-

getto di spesa di 300 milioni per il Giubileo e alla definizione del 'dream team'anche le risorse per Terre dei fuochi, Ilva o il dopo Expo. In alternativa, per il Giubileo, si ipotizza pure, anche se sembra rappresentare una seconda scelta, un decreto del presidente del consiglio, dunque un atto amministrativo. Il neocommissario, insomma, si trova davanti un lavoro arduo in una città ancora scossa dalle inchieste giudiziarie e dalla crisi politica che ha portato alla "sfiducia" nei confronti di Ignazio Marino, ancora una volta attaccato da Renzi. "Non c'è disonestà intellettuale più grande afferma il premier - di chi inventa congiure di palazzo per nascondere i propri fallimenti". Polemiche a parte, ora per il tandem Gabrielli-Tronca è il momento di mettersi all'opera. Delle 31 gare d'appalto indette per il Giubileo solo due sarebbero partite, mentre le altre, tutte assegnate, sono ancora in stand-by. Si tratta di lavori ed opere pubbliche in diversi quadranti della città, pensati per accogliere nel miglior modo possibile i milioni di pellegrini attesi a Roma. Nei prossimi giorni Tronca avrà un incontro a palazzo Chigi, dove oggi è stato ricevuto invece Gabrielli. Il prefetto ha visto

il sottosegretario Claudio De Vincenti, con il quale avrebbe parlato proprio dello stato di avanzamento dei lavori per il Giubileo della Misericordia. Ma i nodi da sciogliere sono anche legati a temi delicati come rifiuti e trasporto pubblico, note dolenti sulle quali Tronca chiederà sicuramente aiuto ad un "dream team" ancora tutto da decidere. I nomi più quotati restano quelli di Marco Rettighieri, Gloria Zavatta, Carlo Fuortes e Giovanni Malagò. Per il commissario, però, lunedì è stato il giorno della cerimonia di insediamento, cominciata con la deposizione della tradizionale corona all'Altare della Patria e proseguita poi nei luoghi simbolo della Capitale, da Porta San Paolo, luogo della resistenza romana, alle Fosse Ardeatine passando per il Tempio Maggiore dove ha incontrato i vertici della comunità ebraica. "Un atto di omaggio alla Capitale nel rispetto della tradizione", come sottolineano in Campidoglio. Ricordando le vittime dell'eccidio nazista, Tronca ha voluto rendere "omaggio a chi ci donò col proprio sacrificio la libertà e la democrazia", come ha scritto lui stesso nel libro d'oro alle Fosse Ardeatine


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IL PROCESSO

L’osservatore d’Italia

edizione di Sabato 7 Novembre 2015 - Anno IV Numero 155

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YARA GAMBIRASIO: SCONTRO SUL VIDEO CHE INCHIODA MASSIMO BOSSETTI Difesa e parte civile dibattono su presunta manipolazione del video di Angelo Barraco Nel processo a Massimo Bossetti c’è un duro scontro tra Parte Civile e Difesa in merito al video che il comandante dei Ris di Parma aveva spiegato di aver dato ai mezzi stampa e tali video ritraggono il passaggio del furgone dell’uomo nell’area della palestra proprio dove la ragazza scomparve. Lo scontro tra le due parti riguarda una presunta manipolazione del video. L’avvocato di Massimo Bossetti ritiene il video “un tarocco di Stato”, l’avvocato di Parte Civile ha risposto “Tarocco lo si usa per le arance”. Nell’udienza di fine ottobre ha reso la sua deposizione il comandante dei Ris di Parma Giampiero Lago, riferendo in merito alle sfere di metallo trovate sul corpo della piccola Yara Gambirasio: “Gli esiti del lavoro di comparazione tra

le sfere di metallo trovate sul corpo e quelle acquisite dall'autocarro Iveco Daily dell'imputato supportano le ipotesi che sia stato il tessuto del sedile del mezzo all'origine di quelle particelle trovate sul cadavere”. Queste sfere di metallo non potevano essere il risultato di una contaminazione da parte del terreno di Chignolo d’Isola. Ha inoltre aggiunto: “Ci chiedemmo come una ragazza di 13 anni, con una vita normale, che andava in palestra, a scuola, potesse avere quelle particelle” e per tale motivo sono stati eseguiti dei rilievi a quattro ragazzi della stessa età della piccola Yara e nei loro abiti sono state trovate 9 particelle di questo tipo, invece nel corpo di Yara c’erano circa un centinaio. L’analisi passa quindi alle persone che potessero essere entrate in contatto con quelle sferette e sulle tute di operai, tornitori e soggetti che svolgono simili professioni sono state trovate “migliaia” di queste sferette. Sull’autocarro di Massimo Bossetti, riferisce, sono stati eseguite analisi poiché è muratore, in particolare le analisi sono state eseguite sull’abitacolo e le sferette trovate risul tano dello stesso tipo. Rinvenimento tracce sul furgone di Bossetti nel febbraio scorso. le tracce di sedile del veicolo di Massimo Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara, avrebbero avuto riscontro con quelle trovate nel corpo di Yara. Il 26 novembre 2010 Yara sarebbe salita sul furgone di Massimo Bossetti. L’analisi dei Ris ha stabilito che i fili di stoffa trovati nella parte esterna dei leggings di Yara apparterrebbero proprio ai sedili dell’Iveco Daily di Massimo Bossetti. Processo. Verso la metà del mese di settembre, in aula, viene ascoltato Ilario Scotti, colui che ha rinvenuto il corpo il 26 febbraio del 2011 a Chignolo d’Isola. L’uomo ha ribadito quanto dichiarato durante la fase investigativa ma ha

detto anche altro. L’uomo ha raccontato che mentre quel 26 febbraio attendeva l’arrivo delle forze dell’ordine, c’era un uomo rimasto a guardarlo ai bordi del campo per circa un quarto d’ora ed è andato via quando ha udito le sirene: “Quando andai a recuperare l'aereo mi sembro' di vedere un mucchio di stracci, poi capii che era un cadavere e chiamai il 113. Mentre aspettavo vidi un uomo calvo, di 50-55 anni, al volante di un'utilitaria: ha posteggiato all'inizio della stradina, e' sceso dall'auto e poi e' salito con i piedi sui dei blocchetti di cemento da dove e' rimasto a guardarmi per 1015 minuti, poi si e' allontanato quando si sono sentite le sirene”. Prima dell’uomo è stata interrogata la sorella di Yara, Keba Gambirasio, che ha parlato della sorella riferendo in aula: “Non mi ha mai parlato di ragazzi più grandi o di avere confidenza con alcuni di loro. Non aveva rapporti con persone più grandi, me lo avrebbe detto o lo avrei saputo: io conoscevo tutte le sue frequentazioni, i compagni e gli amici del Centro estivo. Lei non mi mostrava mai il suo cellulare, ma so che nei contatti aveva solo numeri di parenti e compagni di scuola. Quando andavamo in vacanza stavamo dai parenti e frequentavamo solamente loro, e per uscire di casa chiedevamo sempre il permesso ai nostri genitori. La sera in cui è scomparsa avevamo discusso per portare lo stereo in palestra, ma poi avevamo deciso che lo avrebbe portato lei”. Chi è l’uomo misterioso che si trovava sul luogo del delitto?

bunale di Bergamo, il processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e ritrovata tre mesi dopo in un campo, esattamente il 26 febbraio 2011. In Tribunale non ci sono stati i genitori di Yara che si costituiranno parte civile e saranno presenti in aula nel momento in cui dovranno testimoniare poiché vogliono evitare la pressione mediatica. L’attesa mediatica è stata tanta, come d'altronde dall'inizio di questa vicenda. Molti si sono accalcati fuori dal Tribunale di Bergamo per poter vedere qualcosa, cogliere l’attimo in cui entra il presunto Killer ed assaporare in diretta un momento che prima avevano visto soltanto attraverso uno schermo televisivo. L’udienza di è stata blindata e sono stati centellinati i posti per i giornalisti e le troupe televisive. Bossetti, in carcere dal 16 giugno dell’anno scorso, ha voluto presenziare in Aula ed è arrivato in Tribunale a bordo del furgone della Polizia ed è entrato dall’ingresso secondario, è stato condotto in aula ed è stato fatto entrare nella gabbia degli imputati.

Racconto di una testimone: Yara Gambirasio e Massimo Bossetti si conoscevano? Nell’elenco dell’accusa per il processo a Massimo Bossetti, accusato per l’omicidio di Yara Gambirasio, figura la testimonianza di Alma Azzolin, di Trescore Balneario. Il suo racconto è reputato dagli inquirenti fondato. Risulta a verbale che una mattina tra agosto e l’inizio dell’anno scolastico 2010, la donna fosse parcheggiata a fianco al ciL’iter: Il 3 Luglio è iniziato presso il Tri- mitero di Brembate e avesse notato una

macchina color chiaro modello Station Wagon e alla guida dell’auto vi era un uomo su cui era salita una ragazza. La donna ha dichiarato che l’uomo fosse Massimo Bossetti e che la ragazza fosse Yara. La donna avrebbe visto Bossetti e Yara insieme circa 3 mesi prima della scomparsa. Lei frequentava il centro sportivo di Brembate poiché la figlia svolgeva attività sportive proprio lì. La testimone pare non avere dubbi: “Ho visto Bossetti e Yara insieme prima della scomparsa della piccola” aggiungendo che “È lei la ragazza vista in macchina con Bossetti accanto alla palestra agli inizi di settembre”. Massimo Bossetti è in carcere dal 16 giugno 2014 ed è accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010,intorno alle 18,30 quando esce dal palasport di Brembate di Sopra e da quel momento non si saprà più nulla di lei fino al 26 febbraio 2011, dove viene ritrovata per puro caso. Ma oltre all’accusa di omicidio su Bossetti pende l’accusa di calunnia verso un collega, secondo l’accusa , Massimo Bossetti durante gli interrogatori avrebbe cercato di sviare le indagini e indirizzare gli inquirenti verso di lui sull’omicidio e come possi bile colpevole. Per l’omicidio di Yara le aggravanti contestate quelle di aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà” e aver “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un'adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”.


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