6 ottobre 2015

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L’ osservatore d’ Italia QUOTIDIANO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE WWW.OSSERVATOREITALIA.IT

Martedì 6 Ottobre 2015

Anno IV Numero 133

Direttore Responsabile: Maria Chiara Shanti Rai (Chiara Rai) - Editore: L’OSSERVATORE D’ITALIA Srls - Tel. 3457934445 / 3406878120 - Fax. 02700505039 - Email: direzione@osservatoreitalia.it Aut. Tribunale di Velletri (RM) 2/2012 del 16/01/2012 / Iscrizione Registro ROC 24189 DEL 07/02/2014

IL MAXI PROCESSO AL MONDO DI MEZZO: BUZZI PREPARA I FUOCHI D’ARTIFICIO di Cinzia Marchegiani a pagina 4

PSICO IDEALISTE CON I NOSTRI SOLDI LA RIVELAZIONE DELLE FONTI GIUDIZIARIE DI ALEPPO

Greta e Vanessa sono state liberate lo scorso 15 gennaio dopo oltre 150 giorni di prigionia durante i quali sono ingrassate. L’editoriale

di Ivan Galea

VERDINI SI, VERDINI NO...

Sono partite come due ragazzine viziate con un pugno di impossibili e psico ideali per cercare di creare un “islam democratico”. ...

SE FAMO DU SPAGHI di Silvio Rossi

U n’alleanza sulle riforme che ha

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Il commento

creato più di uno scontento, in entrambi i fronti del panorama politico italiano (e che naturalmente non è benvista neanche dai Cinque Stelle, che sono invisi alla politica perpetrata dai partiti tradizionali). L’aiuto portato da Denis Verdini a Matteo Renzi, con l’ALA che, con i suoi sette deputati, e soprattutto con i tredici senatori, potrebbe rivelarsi determinante per far approdare con successo la riforma costituzionale, non è piaciuto né ai vecchi alleati del banchiere fiorentino, in primis il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, né tantomeno alla minoranza del PD, che spesso in parlamento si dimostra l’ala più dura contro i cambiamenti proposti dal Premier. I “duri e puri” del Partito Democratico, l’ala sinistra gruppo parlamentare, rimproverano la loro “sostituzione” con Verdini, per raggiungere la maggioranza in Senato. Giudicando «inaccettabili» i voti provenienti dal nuovo gruppo. Verdini è diventato, per Bersani e seguaci, il simbolo degli inqualificabili, il simulacro dell’avversario con cui non si può concordare neanche sulle riforme. Da parte dei renziani, la ... Continua a pagina 2

QUELLO SFREGIO A PEPPINO

IMPASTATO

di Angelo Barraco

Ricordare Peppino Impastato, vittima della mafia, è un bel gesto, oltre che un dovere morale e civile, che deve mandare un segnale forte alla società civile. A Marsala la piazza intitolata a Peppino Impastato è totalmente abbandonata al degrado. E in questo caso si viene a creare una notevole spaccatura tra quello che diventa la memoria comune del simbolo della lotta alla mafia e di come questo simbolo viene poi dimenticato dalle Istituzioni. Il cittadino si trova davanti ad una piazza dedicata a Peppino Impastato completamente in stato di degrado e di abbandono quasi a simboleggiare l'assenza delle istituzioni che dovrebbero essere, in particolar modo in questo caso, presenti. Ma qual è il problema? La piazza è totalmente abbandonata al degrado e all'incuria, un cittadino che decide di farvi una passeggiata si trova di fronte ad un’infinità di lattine di birra, bottiglie abbandonate, panchine in marmo spaccate a metà, ... Continua a pagina 2

CROCETTA: CHIESTO GIUDIZIO

IMMEDIATO I GIORNALISTI

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma

a pagina 5

GRECIA: TROVATI I CADAVERI

DI DUE BAMBINI A KOS

a pagina 3

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma


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PRIMO PIANO

L’osservatore d’Italia

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dalla prima l’editoriale di Silvio Rossi ... replica è che ALA non è entrata nella maggioranza di governo, ma sta sostenendo il processo delle riforme, così come fece anche Forza Italia, prima che Berlusconi dichiarasse concluso il “Patto del Nazareno”, e che il Primo Ministro ha sempre detto che, mentre le

azoni governative vengono votate dalla sola maggioranza, le riforme sono da intendere come provvedimenti da condividere con chiunque abbia voglia di partecipare a un percorso condi viso con tutti. Ma anche fosse entrata ALA nella coalizione, con quale coerenza Gotor, Migliavacca, Mineo, possono additare Verdini, quando solo due anni fa, dopo il fallimento del tentativo bersaniano di formare un governo, hanno partecipato a un governo in cui Berlusconi era alleato, ed

esprimeva cinque ministri, tra cui il vicepremier (che era appartenente a Forza Italia prima della separazione con NCD), e la De Girolamo, appena tornata tra le braccia del Cavaliere? Con quale serietà un Fassina può parlare oggi di Verdini, se durante il governo Letta, divi-

deva il ruolo di viceministro alle Finanze insieme a Casero, allora appartenente a Forza Italia? Verdini, e i venti parlamentari che hanno condiviso con lui la nuova avventura, possono essere politicamente poco attrattivi per gli esponenti di un partito di centrosinistra, ma certamente ciò non avviene oggi, mentre lo si considerava un buon alleato di governo, quando l’ala sinistra del partito aveva la presunzione di dare le carte, non conoscendo neanche i se greti del gioco.

dalla prima “PSICO IDEALISTE CON I NOSTRI SOLDI” Nureddin Zenkin. In ogni caso non risulta nulla di quanto asserito". È quanto fa sapere ... Per di più ora spunta anche la notizia che l'Unità di crisi della Farnesina a proposito la loro libertà sarebbe costata ben undici mi- delle notizie secondo cui sarebbe stato palioni euro. Se fosse vero, l’esclamazione che gato un riscatto di 12 milioni di dollari per

di Ivan Galea

sorge spontanea è soltanto una: vergogna! Ripetiamo 11 milioni di euro è il riscatto che sarebbe stato pagato per il rilascio di Greta e Vanessa, le due ragazze italiane rapite in

mafia, l’ingiustizia e l’illegalità. Il modo migliore per ricordarlo non è di certo con un luogo dove vige il vandalismo e l’abbandono. La lotta per una città migliore è un interesse di tutti, l’inciviltà è ingiustificabile ma l’interesse di chi di competenza è la risposta alle promesse fatte ai cittadini per una città migliore. Ha collaborato David Sciacca

AMIANTO OLIVETTI: DE BENEDETTI, PASSERA E COLANINNO RINVIATI A GIUDIZIO Ci sono anche Carlo e Franco De Benedetti, Corrado Passera e Roberto Colaninno fra i rinviati a giudizio per le morti da amianto degli ex lavoratori della Olivetti di Ivrea. Nella tarda mattinata di oggi il gup Cecilia Marino ha prosciolto tutti coloro che hanno ricoperto il ruolo di consigliere di amministrazione, ma ha disposto invece il processo per presidenti, amministratori delegati e dirigenti dell'azienda piemontese. I fratelli De Benedetti e Corrado Passera sono accusati di omicidio colposo in concorso mentre la posizione di Colaninno e' marginale: dovra' rispondere di un solo caso di lesioni. La prima udienza si terra' il prossimo 27 novembre. "Considerata l'inconsistenza della tesi accusatoria, l'Ingegner Carlo De Benedetti e' amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup del Tribunale di Ivrea ma resta convinto che il processo stabilira' la sua totale estraneita' ai reati che gli vengono contestati". E' quanto afferma un portavoce di Carlo De Benedetti dopo la decisione del

il rilascio di Greta e Vanessa, rapite in Siria nel luglio dello scorso anno. Ma i misteri restano. C’è poca chiarezza, ad esempio, su

cosa abbia spinto le ragazze a intraprendere Siria lo scorso anno. Lo dicono fonti giudi- una missione così rischiosa senza poter contare sull’aiuto di reti in grado di offrire loro il necessario supporto organizzativo e di co-

pertura, considerando che la loro Ong, Assistenza sanitaria in Siria – Horryaty, conta solo tre membri (di cui due sono proprio loro) e non è presente nell’elenco di quelle

riconosciute dalla Farnesina. Ci si chiede, inoltre, quali fossero i reali obiettivi del progetto che, alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni dei Ros, appaiono oggi parecchio confusi. E, per alcuni analisti, in

parte anche poco umanitari. Gian Micalessin, reporter di guerra impegnato da anni nelle principali aree di crisi e di conflitto del mondo e giornalista per Il Giornale, nell’articolo “Crolla l’alibi pacifista, ecco tutte le

prove delle amicizie jihadiste” ha passato in rassegna tutti gli elementi poco convincenti: dalle telefonate ai kit medici, passando per

dalla prima Il commento di Angelo Barraco ... palme crollate al suolo, cumuli di fogliame che impediscono il transito. E come se non bastasse la piazza si trova nelle vicinanze di una scuola elementare. Perché non curare e rivalorizzare quest’area del territorio marsalese? La piazza porta il nome di Peppino Impastato, un nome importante poiché è uno dei nomi che rappresenta la lotta contro la

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Horryaty. Micalessin a Formiche.net racconta: «Greta e Vanessa sono due ragazzine anche idealiste e generose ma che si sono

nutrite di una serie di miti legati alle primavere arabe, ad esempio che si sia fatta davvero una battaglia per la democrazia e per la libertà e che ci fosse la possibilità di in-

staurare un Islam democratico». «Idee totalziarie di Aleppo, secondo cui una delle per- mente infondate – secondo Micalessin – sone coinvolte nel negoziato è stata poiché cozzano con l’applicazione della shacondannata per essersi intascata circa metà ria che permea l’intera società, e non considell'importo. Il rapitore truffatore. Si tratta derano che alla base delle primavere arabe di Hussam Atrash, descritto come uno dei c’era lo storico movimento dei Fratelli Musignori della guerra locali, capo del gruppo sulmani, strenuo oppositore di Bashar al-

Ansar al Islam Il "tribunale islamico" del Mo- Assad, egemone anche in Siria, che ha dato vimento Nureddin Zenki, una delle milizie poi vita a tutti i movimenti radicali islamigià indicata come coinvolta nel sequestro, lo sti».La confusione tra politica e impegno ha condannato. L' Ansa ha ricevuto una umanitario: «E’ questo l’errore di fondo» per copia digitale del testo della condanna il reporter. «Le due ragazze si sono ispirate emessa il 2 ottobre scorso dal tribunale Qa- a ideali di carattere politico pensando di an-

dare a battersi per una causa molto più grande e alta». E continua: «Greta e Vanessa si sono poste come crocerossine neutrali, caratteristica imprescindibile e tipica di chi intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari, agisce come agente umanitario in campo di equivalenti a poco più di 11 milioni di euro. guerra, ma schierandosi apertamente per I restanti 7 milioni e mezzo sono stati divisi una parte, che in questo caso è anche ar-

simiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb. Secondo la condanna, Atrash, basato ad Abzimo, la località dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si è

tribunale di Ivrea. "La corposa indagine dei Pubblici Ministeri si basa infatti - prosegue - su semplici ipotesi, che non si fondano ne' sulla realta' processuale ne' sulla realta' storica dell'azienda. L'Ingegner De Benedetti - conclude - ricorda ancora una volta che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l'Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell'epoca"

tra i restanti signori della guerra locali. Il ri- mata», spiega Micalessin che ritiene ci sia lascio Greta e Vanessa sono state liberate lo stata una vera e propria «collusione ideoloscorso 15 gennaio dopo oltre 150 giorni di gica». Tanta ingenuità di fondo e la sintonia prigionia durante i quali sono ingrassate. con una delle parti in causa, che non è sicuOriginarie una di Besozzo, in provincia di ramente una delle più affidabili, sono gli eleVarese, l'altra di Brembate, nel bergamasco, menti che per il giornalista hanno messo in

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, 20 e 22 moto questa “missione”: «I fatti testimoanni, quando sono state rapite erano al loro niano l’immaturità politica di queste due rasecondo viaggio in Siria in poco meno quat- gazze che non hanno capito che la parte con tro mesi. Vanessa studia mediazione lingui- cui si sono schierate è quella che ha perso stica e culturale all'Università di Milano, qualsiasi credibilità – spiega -. Sono ormai dove ha cominciato a imparare l'arabo oltre due anni che circolano i rapporti dello

all'inglese. Greta è volontaria della Croce Human Right Watch che parlano dei crimini Rossa ed era già stata in missione in Africa. di guerra commessi dal FreeSyrian Army e Farnesina: "Non risulta nulla di quanto asse- soprattutto dei legami e degli accordi tra rito" "Non riteniamo di dover commentare molti comandanti dell’Esercito siriano libero supposte fonti giudiziarie di Aleppo o del e i gruppi jihadisti più estremisti. Ma c’è sedicente tribunale islamico del movimento davvero scarsa informazione su questo».


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CAOS IN SENATO: VOLANO GLI INSULTI SESSISTI

"Cinque giorni di sospensione dalle sedute per i senatori Vincenzo D'Anna e Lucio Barani". Lo ha deciso il Consiglio di presidenza del Senato al termine della riunione. A riferire la decisione è Cinzia Bonfrisco, capogruppo dei Conservatori e Riformisti. Il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama ha deciso di comminare anche un giorno di sospensione al senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola responsabile, secondo il Consiglio, di aver insultato alcuni esponenti del governo e della segreteria d'Aula, ha reso noto il questore Bottici (M5S) al termine della riunione del Consiglio durata oltre quattro ore. Il consiglio di presidenza del Senato ha comminato anche una censura nei confronti del gruppo della Lega, per aver sventolato in aula dei soldi per denunciare la "compravendita dei senatori verdiniani" che ci sarebbe stata, secondo loro, per il ddl Boschi. Censura anche al capogruppo del M5S, Gianluca Castaldi. Gli episodi accaduti nella seduta in Senato sono stati "di tale gravità" che "hanno offeso persone e senatori" ed hanno "minato la credibilità delle istituzioni", ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, annunciando in aula le sanzioni decise per il caso Barani. "Da questo momento

nessuna deroga al principio di correttezza verrà tollerato in Aula", ha detto ancora Grasso. Grasso ha chiesto la "collaborazione" dei capigruppo per evitare ulteriori "condotte poco consone" ad un'aula parlamentare. "Il Consiglio di Presidenza - ha detto ancora Grasso - ha convenuto di estendere le proprie valutazioni ad altri episodi accaduti nella stessa seduta del 1° ottobre. A tal fine si procederà ad un'ulteriore convocazione del Consiglio, una volta acquisiti i necessari elementi istruttori". Le denunce delle colleghe del Movimento 5 Stelle, Barbara Lezzi e Paola Taverna - più alcuni filmati - hanno indiziato Barani e D'Anna di mimica oscena nei confronti delle colleghe pentastellate. La riunione dell'organismo, che conta 18 componenti ed è presieduto da Grasso, avrebbe dovuto fermarsi entro le 15 per l'inizio dell'aula (in discussione ancora il disegno di legge Boschi): ma proprio per non interrompere la valutazione e rinviare il verdetto ad altra data, si è deciso di prolungare il consiglio e posticipare la seduta sul ddl di un'ora e mezza (alle 16.30). Barani rischiava al massimo fino a dieci giorni di sospensione. Al termine, Bonfrisco ha giudicata la decisione "non adeguata alla gravità dell'oltraggio fatto all'aula e alle donne".

NOBEL MEDICINA 2015: PREMIATI CAMPBELL, OMURA E TU

Grazie a questi medici messo un punto fermo sulla malaria

Il premio Nobel è un riconoscimento molto im- tere un punto su questa terribile malattia che afportante che rappresenta il raggiungimento di fligge un terzo della popolazione mondiale conun traguardo. La medicina è una scienza com- centrata in Africa sub-sahariana, sud Asia e plessa, anni di studio e di ricerche hanno por- centro sud America. tato a scoperte sensazionali che hanno migliorato di gran lunga la vita dell’uomo, sono state sconfitte malattie che un tempo venivano ritenute impossibili da sconfiggere e le prospettive di vita sono certamente più alte. Quest’anno il Nobel per la medicina è stato assegnato a William C. Campbell e Satoshi Omura, in merito alle ricerche contro i parassiti che causano infezioni e nuove strategie di lotta alla malaria. Nobel per cure anti malaria. Oltre a loro, a ricevere il premio c’era anche Youyou Tu che ha scoperto una nuova terapia contro la malaria. Le scoperte fatte da questi soggetti hanno permesso di met-

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MONDADORI: ACQUISTATA RCS MEDIA

GROUP "LIBRI" PER 127,5 MILIONI DI EURO Il mondo dell’editoria ha subito un’importante sterzata e un’importante cambiamento, Rcs Media Group ha firmato un contratto per la cessione di Rcs Libri alla Mondadori per 127,5 milioni, su una valutazione complessiva di circa 130 milioni. Al prezzo stabilito è prevista un’aggiunta di cinque milioni. Invece è esclusa la vendita di Adelphi. In seguito all’accordo siglato ieri sera sulla cessione, Rcs e Mondadori avanzano con numeri importanti. Rcs avanza con 5.92% e 0,89 euro e Mondadori invece con 3,59% a quota 1 euro. Marina Berlusconi, che è presidente della Arnoldo Mondadori editore, commenta così quanto avvenuto: “È un'operazione di cui siamo particolarmente orgogliosi. Un rilevante investimento, da parte di una grande azienda italiana, in un settore nobile e speciale come quello del libro” aggiunge inoltre “La Mondadori, di cui la mia famiglia è l'editore da ormai 25 anni, torna a crescere e compie un passo cruciale verso una sempre maggiore solidità. Ma quello annunciato ieri sera è anche un investimento sul futuro del nostro Paese e sulla qualità di questo futuro. Le dinamiche del settore spingono in tutto il mondo gli editori ad unire le forze. Un processo che in Italia, dove gli operatori hanno dimensioni molto più piccole rispetto a quelli degli altri principali Paesi, risulta ancora più necessario. L'acquisizione della Rcs Libri va in questa direzione. E soprattutto siamo determinati a mettere tutto l'impegno necessario per tutelare e valorizzare quel sistema di eccellenze editoriali e culturali di cui la Mondadori si trova al centro”. Ma da chi è stata presa la decisione della vendita della divisione Libri? È stata una decisione presa all’unanimità da Cda di Rcs. Si è tenuto oggi il consiglio di amministrazione Mondadori una riunione, il gruppo Mondadori sarà presente in Italia con i libri e nell’editoria scolastica ma anche negli illustrati a livello internazionali. Ernesto Mauri afferma “ora siamo pronti per una nuova fase di sviluppo nel 'mestiere' più antico di Mondadori, il più solido e nel quale vantiamo una tradizione di eccellenza e innovazione, si aprono nuove prospettive di crescita”.

GRECIA: TROVATI I CADAVERI DI DUE BAMBINI SULLE SPIAGGE DI KOS

I cadaveri di due bambini sono stati trovati sulla spiaggia di Kos, in Grecia. Uno aveva tra i 3 ed i 5 anni, l'altro probabilmente neppure un anno. Non è chiaro a quando risalga la morte. Il più piccolo è in avanzato stato di decomposizione ed era sulla spiaggia di un hotel, nella stessa zona dove è stato trovato il corpo dell'altro bambino. Solo nell'ultimo weekend, la Guardia costiera greca ha condotto 57 operazioni nell'Egeo, salvando 1.743 migranti. Il ritrovamento non può non richiamare alla mente la medesima sorte di Aylan, il bambino di tre anni trovato sulla spiaggia Bodrum in Turchia, annegato insieme con la madre e il fratellino. La Bild pubblica rapporto segreto: fino 1,5 mln attesi in Ger mania in 2015 Nel 2015 la Germania sarà raggiunta da 1,5 milioni di richiedenti asilo. Sono stime istituzionali, contenute in un rapporto segreto, pubblicato da Bild. Se dovessero essere raggiunti dalle famiglie la cifra salirebbe a 7 milioni. Secondo le ultime cifre pubblicate dalle istituzioni gli arrivi previsti quest'anno erano 800 mila.


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MAFIA CAPITALE L’osservatore d’Italia

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IL MAXI PROCESSO AL MONDO DI MEZZO: BUZZI PREPARA I FUOCHI D’ARTIFICIO Buzzi chiama a testimoniare 250 persone, tra i quali Nicola Zingaretti, il sindaco Marino, Gianni Alemanno, oltre il Prefetto Gabrielli, gli ex Prefetti, Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta di Cinzia Marchegiani Roma – Il maxi processo su Mafia Capitale sta entrando nel vivo della storia ancor prima dell'inizio della prima udienza che è stata calendarizzara dal Gip per il prossimo 5 novembre e che si svolgerà presso la X° sezione della Procura di Roma, nell’aula bunker del car cere di Rebibbia. Ai primi di agosto 2015, Salvatore Buzzi aveva scatenato lo tsunami sulla Regione Lazio, toccando i massimi vertici, dal presidente Nicola Zinaretti, a Daniele Leodori Presidente del Consiglio regionale del Lazio. Confessioni pesanti le sue rilasciate ai magistrati presso il carcere di Nuoro, dove è detenuto dal 2 dicembre 2014, soprattutto in merito ai rapporti con importanti esponenti della politica tanto che lo stesso Nicola Zingaretti finito nell’occhio del ciclone, ha dovuto rispondere al Consiglio Regionale del Lazio lo scorso 3 agosto 2015. Gelo e paura sul governo regionale, tanto che inaspettatamente Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale del Lazio, anticipava il giorno successivo la chiusura dei lavori dello stesso Consiglio regionale, mandando tutti in vacanza anticipata, scatenando aspre critiche da parte di tutta l’opposizione. Proprio in riferimento all'sms con il quale lo stesso Daniele Leodori informava tale decisione: “Si comunica che la seduta consiliare n.44 è aggiornata. Con apposita Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari sarà individuata la data della ripresa dei lavori. Cordialmente, la Segreteria operativa del Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale”, era stato definito uno sgarbo istituzionale da tutta l'opposizione, tanto che alla ripresa dei lavori nel mese di settembre, gli stessi consiglieri Aurigemma per Forza Italia, Sabatini per Ncd, Storace per La Destra, Sbardella per il Gruppo Misto, Corrado per il Movimento Cinque Stelle e Righini per Fratelli d'Italia , avevano deciso di saltare la conferenza dei capigruppo, la riunione che decide il calendario delle assemblee e di salire sul l'Aventino. In Regione Lazio d’altronde era stato sollevato un dibattito tesissimo, un vero processo al governatore Nicola Zingaretti. E il presidente della Regione Lazio con la nota di smentita aveva messo tutto a tacere, riservandosi querele per tutelare sua onorabilità. Nicola Zingaretti nello stesso comunicato annunciava: “Avverto impraticabilità per chi con onestà vuole cambiare la Regione. Da indiscrezioni di stampa contenute nel servizio di un tg emerge che il signor Salvatore Buzzi, in carcere dal 2 dicembre, avrebbe rilasciato dichiarazioni sui suoi atti corruttori diretti verso molte personalità politiche, nessuna della Re-

gione Lazio”. Ebbene, nella nota di Nicola Zingaretti non si cita il presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori, mentre Salvatore Buzzi lo trascina nel vortice di Mafia Capitale come persona informata di fatti precisi e dettagliati. Infatti, secondo il servizio di un Tg, Buzzi tira in ballo anche Daniele Leodori: “sapeva che l’assessore Patanè ci chiedeva soldi per la gara del multi ma teriale”. Ora a far ripiombare nel terrore i politici romani sono le parole dell’avvocato di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi, che ha anticipato a mezzo stampa le linee strategiche della difesa del primo degli imputati per mafia, Salvatore Buzzi. Buzzi chiama come testimoni Zingaretti, Marino, Alemanno e i Prefetti di Roma. L’avv. Diddi ha spiegato che Buzzi è prontissimo ad affrontare questo maxi processo, e ovviamente a combattere. Il legale spiega che la loro lista dei testimoni che dovrà essere presentata a fine ottobre è quasi pronta: “comprende circa 250 persone. Chiameremo a testimoniare molti nomi noti, tra cui il presidente della Regione Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, l'ex sindaco Gianni Alemanno, l'attuale Prefetto Franco Gabrielli, gli ex Prefetti Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. D'altra parte, visto che la Procura ritiene che il mio cliente, insieme agli altri imputati, abbiamo condizionato con metodi non ortodossi la pubblica amministrazione, noi chiame-

remo davanti al giudice i rappresentanti e i vertici della pubblica amministrazione per chiedere se ritengono che ci siano stati condizionamenti. Certo, non posso escludere che qualche funzionario possa avere sfruttato il ruolo che ricopriva a sui favore, ma è tutto da dimostrare di quale reato si sia trat tato”. Tutto è pronto, il maxi Processo si svolgerà con circa tre udienze a settimane almeno fino a gennaio nell'aula bunker di Rebibbia e vedrà dietro il banco degli imputati 59 persone, tutti sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, estorsione, riciclaggio e usura. Il Maxi processo. Il Gip di Roma, accogliendo la richiesta della Procura guidata da Giuseppe Pignatone, aveva disposto il processo con rito immediato per 34 persone coinvolte nella seconda parte dell'inchiesta su Mafia Capitale, tra cui troviamo Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, ritenuti i capi del clan, oltre a molti politici e imprenditori. I pm guidati da Pignatone, dopo la ormai nota ed eclatante operazione avvenuta a dicembre 2014, avevano avviato una seconda fase dell’indagine, terminata quando il Giudice per le indagini preliminari, la dott.ssa Flavia Costantini, il 29 maggio 2015 emetteva istanza di cattura e arresto per ben 19 persone tra cui Buzzi e Carminati, mentre ad altri 25 personaggi veniva applicata la custodia cautelare, rigettando la richiesta della misura caute-

lare nei confronti di Fabrizio Amore, Gabriella Errico, Luca Odevaine e Giovanni Fiscon. La seconda fase d’inchiesta su mafia capitale s’inpernia su Buzzi e i suoi contati, lo stesso gip lo definisce come “riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipaliz zate”. Buzzi preannuncia fuochi d’artificio, d’altronde nessuso lo conosceva, nessuno ha fatto affari con le sue coop sociali, ma 3600 ore di intercettazionin dicono altro, tanto che la Procura ha comunicato che sarà allestita per i legali della difesa di Buzzi, una apposita sala per l'ascolto, criticata dallo stesso legale Diddi, la quale l’ha definita:“Iniziativa che ritengo assolutamente inutile. Anzi, ho già inoltrato la richiesta affinché il mio assistito possa essere messo nella condizione di ascoltare in prima persona le telefonate intercettate. Richiesta che corrisponde al principio dettato dall'articolo 6 della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo, secondo il quale un accusato ha il diritto di difendersi personalmente e il presupposto fondamentale perché lo faccia è quello di po tersi documentare”. Per novembre sono annunciati fuochi d’artificio. Il Campidoglio, il governo regionale sotto lente d’ingrandimento, così non ci sono mai stati.


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CASO CROCETTA: CHIESTO IL GIUDIZIO IMMEDIATO PER I DUE GIORNALISTI DE L’ESPRESSO

CRONACA

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NEMI (RM), FESTA DELLA BIRRA: TROPPA SCHIUMA E POCO MALTO

di Ivan Galea

Palermo - La procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di Piero Messina e Maurizio Zoppi, i giornalisti dell'Espresso che, a luglio, pubblicarono la notizia di una presunta intercettazione tra Rosario Crocetta e il medico Matteo Tutino. I due cronisti sono accusati di calunnia e di diffusione di notizie false ed esagerate. Scrissero che, dalla telefonata, emergeva come il governatore non reagì a una frase di Tutino su Lucia Borsellino. La richiesta di giudizio immediato è stata firmata dal procuratore Francesco Lo Voi, che subito dopo la pubblicazione della notizia smentì più volte l'esistenza dell'intercettazione, dall'aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Claudio Camilleri. L'accusa può chiedere l'immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare, quando la prova del reato è evidente e nei 90 giorni dalla commissione del reato. La parola passa ora al gip, che ha cinque giorni di tempo decidere se

accogliere l'istanza. Gli imputati, poi, potranno o fare giudizio ordinario o scegliere il rito abbreviato. Zoppi e Messina si sono difesi sostenendo di aver ascoltato l'intercettazione. La procura ha negato che esistesse sia agli atti del procedimento in cui il medico Tutino è indagato per truffa, sia in qualunque altro fascicolo d'indagine pendente da vanti ai pm. L'accusa contesta ai due l'aver calunniato l'ex capo del Nas di Palermo, il capitano Cosentino, che venne indicato come la fonte della notizia. Messina fece il nome del militare a un altro ufficiale dell'Arma, mentre Zoppi in sede di inter rogatorio davanti ai pm. Circostanza che ha fatto scattare anche per lui l'accusa di calunnia: inizialmente, infatti, a suo carico era stato ipotizzato solo il reato di divulgazione di notizia falsa.

NAPOLI, LOTTA ALLA CRIMINALITÀ: LAMPIONI

ACCESI FINO ALL’ALBA di Christian Montagna

Napoli – E’ quando cala il buio che a Napoli esce fuori l’illegalità, quando gli altri non possono vedere; quando le vittime non possono riconoscere i loro aguzzini. Succede così che nella Napoli violenta si spara, si uccide, si terrorizza e si vive sempre peggio. L’interessante iniziativa del Comune cerca proprio, in collaborazione con la Prefettura di poter quanto meno attenuare e scoraggiare la criminalità allungando ad esem pio di ore il tempo delle luci accese. L’assessore Ciro Borriello, che in particolare si occupa della messa in sicurezza della città, attraverso anche il sistema di illuminazione ha annunciato di essere pronto a preparare una gara da 50 milioni di euro per dodici anni da poter strutturare in modo diverso: da un lato, ci sarà il costo dell’energia e dall’altro, chi vince, deve provvedere a riammodernare una rete vecchia che produce molte diseconomie. I disservizi. L’attenzione delle istituzione sul problema nasce come spesso accade da un ripetuto disservizio che agevola di conseguenza la malavita organizzata: i quartieri Scampia, Rione Sanità e Piazza Carlo III ad esempio, in questi giorni sono rimasti senza luce ma oltre a questi,

anche il quartiere Fuorigrotta, il quartiere Chiaia e Pianura. Luoghi dove da anni si annidano i rifugi dei clan che operano nella città. In ogni quartiere poi, la causa del blackout è diversa; a Scampìa, ad esempio, molto frequente è il furto dei cavi di rame, il materiale principale che trasporta l’energia; al Rione Sanità invece gli impianti da tati sono da rottamare. Il Prefetto. Il lavoro in collaborazione tra ditte del settore, Palazzo San Giacomo e Prefettura mira a delineare le zone maggiormente critiche a cui bisogna aumentare il tempo di illuminazione. Il Prefetto, ad esempio, ha chiesto di illuminare per un’ora in più il quartiere Sanità, dai Vergini fin dove finisce poiché le luci attualmente si spengono alle 5. Oggettivamente, proprio in questo ultimo periodo, il Rione Sanità è stato vittima di faide di camorra in cui, ricorderete, perse la vita il giovane 17 enne Genny Casarano.

Nemi (RM) - “Un Lago di Birra” un evento che si è tenuto per tre intere giornate a Nemi e che non ha riscosso un gran successo. A difettare una “censura” poco utile che ha soffocato la viabilità e l’organizzazione dei vari stand a dire di molti mal posizionati oltre all'iniziativa fantasma della parata di Harley Davidson che non c’è stata. La scelta è opinabile: che c’azzecca la birra a Nemi soprattutto dopo l’ultima trovata di aderire all'associazione Città del Vino pur non avendo vigneti da sban dierare ai turisti già abbastanza confusi. Dal vino alla birra passando per le mountain bike il risultato è che si snatura l’identità di questo splendido paese che per tradizione è noto essere la cittadina delle fragole e dei fiori, tant’è che si vanta una sagra antichissima che ogni anno celebra i prodotti tipici di Nemi. Sulla questione è anche intervenuto con un breve commento il presidente dello storico consorzio di tutela del Frascati Docg Mauro De Angelis il quale si mostra generalmente scettico di fronte all’entrata di Nemi nell'associazione Città del Vino: “Non entro nei particolari perché questo caso non lo conosco – dice De Angelis – certo si pone il problema di una perdita d’identità. Nemi è famosa per le fragole e i fiori e dovrebbe puntare sul proprio prodotto tipico. Così come Frascati non è famosa per la birra. Dovremmo, come territorio dei Castelli Romani, fare sistema e puntare, ogni paese, sulle proprie peculiarità e specialità. Oggi nascono mille feste e celebrazioni che rischiano di snaturare la tradizione dei prodotti tipici del nostro territorio. Io proporrei, ad esempio, addirittura una unica data per la festa del vino e dell’uva perché sono troppe e ormai si trovano ovunque. Detto questo, rispetto all’entrata di Nemi nella prestigiosa associazione Città del Vino, riconosco che rimango meravigliato positivamente visto che non è semplice farvi parte, proprio perché ci sono determinati requisiti da rispettare. Vanno bene le iniziative e la voglia di fare ma non dimentichiamoci di valorizzare i prodotti di cui possiamo vantare una autentica paternità”. Ma oltre a questa di De Angelis che rimane pur sempre una apprezzabile e condivisibile opinione, la festa della birra a Nemi ha avuto problemi anche logistici e di organizzazione: l’ordinanza del comandante della polizia municipale Gabriele Di Bella ha fatto molto discutere. Di Bella ha ristretto la viabilità per i giorni 2, 3 e 4 Ottobre con innumerevoli divieti di transito e sosta non solo nel centro storico ma anche nella zona alta di Nemi "Le Colombe", penalizzando ancora una volta i residenti, su via De Sanctis trasformata ad un solo senso di marcia. Una soluzione, quest’ultima che non è sembrata realmente necessaria, anche perché di Sabato, soprattutto l’intero parcheggio allestito su via De Sanctis si presentava deserto. Insomma tanti divieti per nulla, vista la scarsa partecipazione. Tutte queste limitazioni al traffico possono trovare giustificazione in occasione della tradizionale sagra delle fragole e dei fiori, ma non trovano senso per le altre manifestazioni improvvisate come la festa della birra a Nemi che nessuno nel resto dei paesi limitrofi il paese delle fragole e della regione Lazio (per non parlare dell’Italia ) conosce. Il corso principale si è presentato con stand “fast food”, mentre alla birra è stato riservato un can tuccio non troppo immediatamente riconoscibile. Speriamo in futuro di non doverci imbattere nella festa di Robin Hood, visti i cartelli stradali posti agli ingressi di Nemi che espongono un falso gemellaggio con la città di Nottingham.


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L’osservatore d’Italia

edizione di Martedì 6 Ottobre 2015 - Anno IV Numero 133

www.osservatoreitalia.it


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