5 ottobre 2015

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L’ osservatore d’ Italia QUOTIDIANO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE Lunedì 5 Ottobre 2015

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Anno IV Numero 132

Direttore Responsabile: Maria Chiara Shanti Rai (Chiara Rai) - Editore: L’OSSERVATORE D’ITALIA Srls - Tel. 3457934445 / 3406878120 - Fax. 02700505039 - Email: direzione@osservatoreitalia.it Aut. Tribunale di Velletri (RM) 2/2012 del 16/01/2012 / Iscrizione Registro ROC 24189 DEL 07/02/2014

PROCURA DI VELLETRI: TRA LUNGAGGINI E "STRANE COINCIDENZE"

RENZI TORNA IN TV L’inchiesta di Chiara Rai alle pagine 2 e 6

IL PREMIER A "IN MEZZ'ORA"

"In legge di stabilità riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo" che potrebbe essere quello del pagamento in bolletta.” L’editoriale

Sconti Ires e sul canone Rai e crescita. Il premier Matteo Renzi a 'In mezz'ora' (che lo vede tornare in tv dopo la polemica sui talk show e la Rai) delinea i contorni della legge di stabilità e parla degli scenari economici italiani ...

L’ENNESIMO FUNERALE DELLA DESTRA “TERMINALE” di Alfio Bosco*

I n occasione della riunione di ieri a

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Il commento

Roma della fondazione Alleanza Nazionale, che cosa vorrebbero ancora fare oggi i famosi colonnelli? E Gianfranco Fini che torna in tv a sentenziare? Dovrebbero soltanto avere il decoro di nascondersi rispetto al capolavoro assoluto che hanno saputo creare, che è stato quello di sterminare un'identità, come neppure i partigiani del triangolo rosso avrebbero potuto sognare, cancellandola total mente. Ieri si è celebrato l'ennesimo funerale della “loro” destra, quella “terminale”, assente e disintegrata dai fallimenti di Fini e del suo codazzo di colonnelli ex An, ben pasciuti prima nella pancia di via della Scrofa, pensionatisi poi ad Arcore e dintorni. E poi gli italiani non dimenticano chi ha sostenuto in Parlamento il go verno Monti. La destra c'è ma solo tra gli elettori e questa destra in coma profondo ha bisogno disperato di nuove facce, nuovi leader, che abbiano il coraggio di non farsi sponsorizzare da ex sin daci ed ex ministri.

IL “COLPO SCURO” E LA FINE

DELLE PROVINCE di Michele Santulli

Ad Atina, cittadina in provincia di Frosinone, si chiamava ‘colpo scuro’, quello che chiudeva e concludeva un fuoco pirotecnico, il colpo più solenne, l’ultimo, il più maestoso, il più fragoroso. Lo stesso sta accadendo in Ciociaria e in particolare nella Ciociaria frusinate, la più ciociara delle tre, in tutti gli aspetti. La soppressione e abolizione delle Province, a detta della gran parte, è una delle poche iniziative veramente felici che con grandi spasimi i governi sono riusciti a portare a termine, pur se ancora assistiamo agli ultimi sussulti: un sistema di carrozzoni informi e parassitari che hanno rappresentato la causa prima, diretta e indiretta, ove più ove meno, del degrado architettonico, paesaggistico e anche morale del Paese. La loro fine comporta una revisione degli aspetti territoriali che negli obbiettivi governativi prevedono accorpamenti e aggregazioni finalizzati alla più funzionale ed economica governabilità. ...

*portavoce nazionale di Riva Destra

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FIGLI CONTESI: CHI PAGA LE CONSEGUENZE?

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma

di Domenico Leccese alle pagine 4 e 5

ATICANO: ARRIVA LA BUFERA

CHARAMSA

di Cinzia Marchegiani a pagina 3

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma


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PRIMO PIANO

L’osservatore d’Italia

PROCURA DI VELLETRI: TRA LUNGAGGINI

E "STRANE COINCIDENZE" di Chiara Rai

Nella conversazione gli rivela L’anno scorso c’è stato un flebile anche che sono entrati i carabicontrasto ai reati contro la pub- nieri. Fegatelli sospetta che blica amministrazione addirittura stiano indagando pure su di lui le denunce risultano contenute sia per la questione dei rifiuti e gli da parte dei privati che degli enti chiede: "Mi verifichi un attimo se pubblici. Eppure, almeno per mi sta arrivando qualche pilotto quanto riguarda le denunce contro le pubbliche amministrazioni note al nostro quotidiano L’Osservatore d’Italia, ce ne sarebbe di lavoro di fare. I dati sul contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione sono contenuti nel bilancio sociale 2014 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri.

da parte di qualcuno?". Marcoccia: "Allora io mò a Velletri ti ci vedo subito, perché se ci sta quel magistrato che è fidanzato con un'amica di mia moglie, ti ci vedo subito, se no te ce vado a vede’ domani...aggia parlà con una persona". Il bello è che non è la prima volta che si parla di presunte talpe o legami magistratura-politica che derivano da rapporti a doppio nodo. E allora anche un posto in Regione ricoperto da un parente di un Pm non diventa fantascienza quando determinate “storie” denunciate finiscono come carta straccia in un cestino perché magari è una denuncia anonima. Anche questo elemento dovrebbe essere preso in considerazione.

Ad esporre i fatti è il Procuratore Francesco Prete. Il Procuratore capo di Velletri nella sua relazione scrive: "La nuova legge 190/2012 - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione Ndr. - non ha sortito in questo circondario apprezzabili risultati nell'emersione dei fenomeni più perniciosi, restando contenute le Ma addirittura ci sono casi di ardenunce di tali reati provenienti chiviazione anche quando c’è da privati o da organi della P.A.". qualcuno che ci mette la faccia. Non a caso il tribunale di Velletri Dunque, la domanda sorge si trova nella classifica stilata da spontanea sono poche le de- "Osservatorio per il monitoraggio nunce o sono troppe le richieste degli effetti sull’economia delle di archiviazione? Il fatto è che riforme della giustizia", “Elenchi spesso e volentieri la Procura di Tribunali con le performance Velletri è chiamata in causa per sotto media su due dimensioni”. questioni poco edificanti: strane Al 21 posto su 75 per lungaggine archiviazioni, strane lentezze di dei processi, alcuni pendenti da processi che poi finiscono in pre- tre anni. Insomma Velletri è tra i scrizione, “strane coincidenze” tribunali “bocciati” volendo parcome scrive il giudice Ayala in un lare di pagelle. E ancora altri numeri: per quanto riguarda il suo libro. Solo lo scorso anno il Messaggero Tribunale ordinario, nel 2013, ha parlato di una talpa in Procura erano 1.314.511 i processi penper informare i manager corrotti denti di primo grado, il 29% dei da Cerroni sul delicatissimo tema quali concentrato in soli dieci Tridei rifiuti, anche qui entra in bunali tra cui Velletri (Napoli, ballo la procura di Velletri. È Fe- Santa Maria Capua Vetere, Roma, gatelli (il direttore del diparti- Latina, Bologna, Milano, Velletri, mento istituzionale e territorio Perugia, Taranto).

della Regione Lazio) a rivolgersi a un sindacalista affinché cerchi di sapere se i Pm stiano indagando sugli uffici di via della Pisana. L’alto dirigente chiama il sindacalista Franco Marcoccia della Uil Lazio e gli chiede se può fare delle verifiche “informali” presso la Procura di Velletri per tentare di accertare se è indagato. Per tranquillizzarlo, Marcoccia millanta credito negli uffici giudiziari, poiché - confida - può cercare di sapere tramite un’amica della moglie che è fidanzata con un magistrato di quel Tribunale.

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Ad esempio c’è il processo al sindaco di Nemi Alberto Bertucci, imputato per turbativa d’asta e frode nei pubblici incanti che non riesce a vedere luce tra rinvii di udienze e difetti di notifiche. Dopo più di due anni di rinvii, tutte le notifiche agli imputati sono finalmente andate a buon fine. Un esito giunto dopo ben cinque udienze conclusesi con un nulla di fatto. Possibile che una giustizia lenta e farraginosa debba essere la causa di tanti processi lasciati cadere nel vuoto per ... [Continua a pag. 6]

dalla prima “RENZI IN TV” ... ma, il giorno dopo l'ok ai primi articoli delle riforme parla anche dell'apporto dei senatori verdinani. Ecco quello che ha detto il premier: Canone Rai in bolletta, si pagherà 100 euro - "In legge di stabilità riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo" che potrebbe essere quello del pagamento in bolletta. "Oggi costa 113 euro, il prossimo anno costerà 100 euro. Chi è onesto e paga, paga meno". Pil arriverà all'uno per cento - La stima di crescita del Pil è stata rivista al rialzo ma "secondo me arriverà all'1%". Dal 2016 taglio dell'Ires - "Il prossimo anno ci sarà anche, a dispetto delle aspettative, un intervento significativo sul lavoro, di riduzione delle tasse per le imprese. Volevo portarlo nel 2017, credo che riusciremo ad anticiparlo almeno in parte al 2016". Il premier fatto anche delle stime sul rientro dei capitali e spiegato come veranno usate que-

ste coperture nella stabilità. "Il primo miliardo e mezzo è già entrato con la voluntary disclosure. Sul prossimo anno saremo molto prudenti nella legge di stabilità, metteremo poco: 2-2,5 miliardi. Ma sono convinto che dalla Svizzera arriverà una cifra intorno ai 5 miliardi". "Con il collegato alla legge di stabilità - ha detto ancora - ci saranno mille poltrone tagliate ma non ci saranno tagli alla sanità". Verdiniani? Chi vota riforma aiuta l'Italia "Sulle riforme credo che ci sia un gruppo di persone che fa una scelta utile per l'Italia. Chi appoggia le riforme aiuta l'Italia". "I senatori che stanno con Verdini le riforme le avevano già votate: l'incoerenza non è di chi sta votando le riforme ma di chi ha cam biato idea". Non è più il tempo dei furbetti - "Le tasse le abbassiamo e le pagano tutti e chi è onesto paga meno: in Italia è finito il tempo dei furbi".

dalla prima Il commento di Michele Santulli ... Per gran parte di esse non sorgeranno problemi specifici di assestamenti geografici e geopolitici in quanto tutte, di regola, quando furono costituite una novantina di anni addietro, erano rispettose dei loro addentellati territoriali storici tradizionali. Unicamente, a mio avviso, l’esteso territorio a Sud di Roma racchiuso tra il fiume Garigliano, gli Appennini e il Mar Tirreno, da sempre ombra e appendice di Roma, subì all’epoca la maggiore spersonalizzazione e frantumazione nella riorganizzazione amministrativa e territoriale a opera del Regime Mussoliniano: infatti il Regime trovò davanti a sé un territorio, l’unico in Italia, a essersi conservato uniforme e indiviso e identico da sempre, sin dai tempi più remoti e sempre complementare e tributario solamente di Roma, dai tempi di Augusto al fatidico 1870 e anche dopo: essere stata parte costitutiva dello Stato della Chiesa per dieciquindici secoli ha comportato un ruolo unico in Italia: non ci fu mai dunque la necessità o la evenienza o la contingenza di interventi radicali a seguito di guerre o di altro: stessa popolazione, stessi governanti, medesime situazioni sociali e umane per almeno venti secoli. L’unico dettaglio al di fuori di questa armonia antropologica e sociale e amministrativa fu che ad un certo punto della Storia quella parte di territorio racchiusa tra il fiume Garigliano/suo prolungamento fino a Minturno e il fiume Liri/suo prolungamento ideale fino a Terracina, divenne provincia del Regno di Napoli col nome di Alta Terra di Lavoro. Di conseguenza l’antica e secolare unitarietà e omogeneità divennero appannaggi di due entità differenti: lo Stato della Chiesa in massima parte e il Regno di Napoli. Ed ecco alcuni ‘colpi scuri’ il cui fragore inizia a sentirsi in giro in siffatta evenienza della dissoluzione delle province: Arpino se ne va con l’Abruzzo, Latina con Viterbo, Frosinone con l’Africa, Cassino con Caserta e Capua e altro analogo. L’ipotesi anzi la possibilità della riunificazione dell’antica regione sotto un nome comune, non si pone, almeno fino adesso: la parola riaggregazione, la parola ricompattazione, la parola riunificazione non si conoscono: e siccome si ignora la storia, allora non si conoscono le vicende passate: il libro della storia è re-

stato intonso, per cui si parte affrancati dai paletti e dai punti di riferimento che servono da guida: all’arrembaggio dunque, a vista, senza bussola! Ed ecco i ‘colpi scuri’: io me ne vado con Avezzano perché mi dà più soldi, io con Viterbo perché ha i peperoncini, io con l’Africa così sono certa di comandare, io con Capua e Caserta che siamo così congeniali e affini grazie alla camorra che ci unisce, e così via sparando. Se poi ci si ricorda un solo istante dei nostri uomini politici, allora si capisce tutto… e mal si prevede. In questi giorni è apparsa una nota del giornalista A.Porcu che, pur se con termini scientifici e tecnici, sostiene chiaramente che gli uomini politici presenti in Ciociaria, essendo venute a mancare -fortunatamente!!- certe condizioni una volta determinanti al loro operare, ora non sono in grado di svolgere il ruolo per cui sono chiamati e che, in alternativa, coloro in grado di guardare, ed operare, alla prospettiva futura, sono solo gli imprenditori: io avrei ci tato ancora prima, i sindaci. Un grande momento storico, come tale unico, di quelli cioè che accadono in circostanze eccezionali e straordinarie, si sta parando dunque all’attenzione dei nostri governanti ed amministratori: la scomparsa ed estinzione delle province e quindi la questione del territorio. E per i ciociari detta questione è particolarmente spettacolare: si tratta di Frosinone, di Latina e della parte meridionale della provincia di Roma che, se tornate assieme, ricreano e ricostituiscono l’antico secolare territorio noto una volta come Lazio Nuovo, poi Campagna di Roma, poi Marittima e Campagna e che guarda indietro a venticinque secoli di storia comune, a partire dagli Ernici, dai Volsci, dagli Osci, Equi, Sanniti… Oggi la Grande Provincia. Se informati ed edotti della loro storia e del loro passato, se affrancati da campanilismo e analoghe picciolerie, solo i sindaci possono, a mio avviso, dare l’abbrivio e indicare la direzione alla ricompattazione e riaggregazione quindi alla rinascita dell’antica regione: il ruolo dei sindaci si è enormemente qualificato e connotato. E se così, si tratta unicamente di trovare anche un nome unificante: quello storicamente consolidato e sperimentato è: Ciociaria. In caso contrario sentiremo ‘colpi scuri’…


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MAFIA: AVVOCATI DI DELL’UTRI CHIEDONO ANNULLAMENTO DELLA CONDANNA

Gli avvocati di Marcello Dell'Utri hanno depositato richiesta di incidente di esecuzione alla corte d'appello di Palermo chiedendo l'annullamento della sentenza con la quale è stato condannato a sette anni per concorso in associazione mafiosa. Nella richiesta i legali Giuseppe Di Peri, Bruno Nascimbeni e Andrea Saccucci citano la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha annullato il verdetto di condanna per l'ex n.2 del Sisde Bruno Contrada, accusato come Dell'Utri di concorso in associazione ma fiosa. La sentenza della Cedu, divenuta definitiva il 14 settembre scorso, ha annullato il verdetto di condanna emesso nei confronti di Contrada, sostenendo che la giurisprudenza italiana, fino al 1994, sul concorso in associazione mafiosa, non consentiva la tipizzazione del reato e, quindi, non permetteva all'imputato di

prevedere gli effetti negativi della propria condotta. Solo dopo il 1994, con la cosiddetta sentenza Dimitri, secondo i giudici europei, la Cassazione ha raggiunto un'interpretazione uni voca del reato. Siccome la condotta per cui Dell'Utri è stato condannato, come fu per Contrada, è precedente al 1994, secondo i legali ci sarebbero tutti i pre supposti per una revoca del verdetto. L'istanza è stata ai giudici della III sezione della corte d'appello di Palermo che emise la sentenza di condanna a sette anni, poi confermata dalla Cassazione. Il collegio ora dovrà fissare un'udienza in camera di consiglio alla presenza di accusa e difesa, e poi decidere sulla richiesta. Dell'Utri è attualmente detenuto nel carcere di Parma per scontare la pena.

MORATORIA SCIOPERI PER GIUBILEO: E' SCONTRO TRA SINDACATI E GARANTE È scontro tra sindacati e il garante Roberto Alesse sull'ipotesi di moratoria per il Giubileo lanciata dall'Autorità sugli scioperi Venerdì, in concomitanza con i disagi provocati dall'astensione dal lavoro dei macchinisti Atac. Ancora oggi Alesse, smentendo che fosse già stato disposto un blocco preventivo degli scioperi per il Giubileo, è tornato ad auspicare che le parti "sappiano responsabilmente addivenire ad un accordo per evitare scioperi nelle giornate più importanti dell'anno giubilare". "Qualora ciò non dovesse accadere - ha aggiunto - l'Autoritá non mancherà di segnalare al Governo e al Prefetto, titolari del relativo potere, l'opportunità di emanare l'ordinanza di precettazione, per evitare un pregiudizio ai diritti costituzionali dei cittadini utenti dei servizi pubblici". Un'ipotesi subito rispedita al mittente dai sindacati: "Nessuna legge speciale e nessuna moratoria per il Giubileo. Si dia avvio alla contrattazione di anticipo a cominciare dai servizi pubblici più strategici", hanno dichiarato il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino, il responsabile della Cisl di Roma Mario Bertone e il

segretario generale della Uil di Roma e del Lazio Alberto Civica. "Ormai da qualche mese, ossia da quando il Giubileo è stato annunciato da papa Francesco - hanno aggiunto i segretari - abbiamo chiesto all'amministrazione comunale l'apertura di un tavolo di confronto. A oggi l'unico realizzato è stato quello riguardante l'edilizia. E' urgente confrontarsi anche su altri settori. Anziché invocare moratorie, il presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi dovrebbe lanciare questo appello".

INTERNI

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VATICANO: ARRIVA LA BUFERA CHARAMSA di Cinzia Marchegiani Roma - La Chiesa deve affrontare nuovi scenari, nuove sfide, e soprattutto le minacce che vengono dal suo interno. Il valore della famiglia, la cellula della vita, della società sembra essere sotto assedio, così il Vaticano affronta e si domanda come la Chiesa deve rispondere e "intercettare" i cambiamenti che interessano la famiglia nella società contemporanea. Argomento talmente importante che Papa Francesco vi apre il Sinodo straordinario dei vescovi convocato e calendarizzato dal 5 al 19 ottobre 2015. Non a caso la famiglia è messa al centro della discussione e di analisi da parte del clero. Bufera con il caso Charamsa. La bufera innescata dal coming out del monsignor Krzysztof Charamsa sembra però non placarsi. Lui, in un’intervista esclusiva aveva chiesto alla Chiesa di aprirsi, confessando di essere un omosessuale e avere un compagno di vita, e dichiarava: "L’amore omosessuale è un amore familiare, che ha bisogno della famiglia. Una coppia di lesbiche o di omosessuali deve poter dire alla propria Chiesa: noi ci amiamo secondo la nostra natura e questo bene del nostro amore lo offriamo agli altri. Non sono posizioni dell’at tuale dottrina, ma sono presenti nella ricerca teologica". Inaugurazione Sinodo dedicato alla famiglia. Papa Francesco alla vigilia della confessione shock del monsignor Charamsa, inaugura il Sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia, con la messa di sabato pomeriggio 3 ottobre in Piazza San Pietro. Nell’omelia si sofferma sulla necessità di andare incontro ai deboli e ai peccatori. Un messaggio criptico che molti hanno visto rivolto al coming out del monsignor Charamsa. Il Papa, commentando il brano del Vangelo sul rapporto tra l'uomo e il sabato ha detto: "Ricordo san Giovanni Paolo II quando dice anche l'errore e il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l'uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato. Noi dobbiamo amare il nostro tempo e aiutare l'uomo del nostro tempo”. Conclude Papa Francesco spiegando che la Chiesa deve cercarlo, accoglierlo e accompagnarlo, perché una Chiesa con le porte chiuse tradisce sé stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera: “Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fra telli”. Charamsa allontanato dalla Chiesa. Intervento di Padre Federico Lombardi, responsabile della Sala Stampa della Santa Sede. Padre Lombardi ha scritto in un comunicato dopo l'intervista rilasciata al Corriere della Sera da monsignor Krzysztof Charamsa, teologo polacco, ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, e docente nelle università pontificie: “A proposito delle dichiarazioni e interviste rilasciate da monsignor Krzystof Charamsa si deve osservare che - nonostante il rispetto che meritano le vicende e le situazioni personali e le riflessioni su di esse - la scelta di operare una manifestazione così clamorosa alla vigilia dell’apertura del Sinodo appare molto grave e non responsabile, poiché mira a sottoporre l’assemblea sinodale a una indebita pressione mediatica”. Padre Lombardi poi sottolinea che il monsignor Charamsa non potrà continuare a svolgere i compiti precedenti presso la Congregazione per la dottrina della fede e le università pontificie - mentre gli altri aspetti della sua situazione sono di compe tenza del suo Ordinario diocesano.. Charamsa vuole svelare i segreti dell’ex Santo Uffizio. E’ lo stesso giornale Avvenire che spiega come la polemica e la posizione del monsignor Charamsa non si è placata, ma sembra voler aprire immense voragini all’interno della Chiesa. Si legge: “Questa mattina, dopo la pubblicazione dell'intervista, monsignor Krzysztof Charamsa ha tenuto una conferenza stampa in un ristorante romano. Ai giornalisti ha detto che l'ex Santo Uffizio è "il cuore dell'omofobia della Chiesa cattolica". E ha an nunciato l'uscita di un suo libro autobiografico”. Papa Francesco dovrà affrontare battaglie durissime, quelle più grandi sono innescate all’interno della sua stessa chiesa.


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L’INTERVISTA

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FIGLI CONTESI E GENITORIALITÀ: CHI PAGA LE CONSEGUENZE? di Domenico Leccese Intervista all’Ing. Giuseppe Iuele Presidente ADF Basilicata (Associazione per i Diritti del Fanciullo) – premio Livatino 2015 per l’impegno sociale - Catania 16 maggio 2015. Che cos’è la genitorialità, per esercitarla correttamente servono lezioni scolastiche? La genitorialità è un fatto naturale come lo è la stessa procreazione, esiste da quando esiste il mondo ed è dettato dalla Natura; tutte le specie viventi la esprimono rispondendo ad un codice non scritto da uomo ma dalla Natura. Ovviamente vi sono comportamenti deteriori che possano inficiarne il corretto esercizio in modo grave ma in questo caso, è evidente che siamo di fronte a genitori con serie e conclamate patolo gie psicologiche e/o psichiatriche. Resta il dato che quanto sta accadendo nella nostra società mette in evidenza una deviazione generalizzata anche da parte di genitori che non sono affetti da alcuna patologia ma che sono travolti da condizionamenti psico-sociali. Un esempio: un comportamento da condizionamento psico-sociale è quello di una persona che, travolta dai bombardamenti degli oroscopi, arriva a modificare e condizionare la propria giornata in virtù di quanto ha letto o ascoltato prima di uscire di casa. Altro esempio, per ritornare alla domanda, è costituito dalla sempre più invasiva presenza, nel quotidiano vivere, di talune teorie psicologiche che fanno sempre più presa su genitori fragili che ad ogni e qualsiasi manifestazione di un bambino, riconducono il tutto ad un qualche disagio di natura psicologica. Così, questi genitori, dimenticando il loro comportamento da bambini, sottopongono immediatamente il presunto problema ai professionisti della psiche che, salvo le debite eccezioni, intravvedono interessanti e lucrose prospettive di lavoro ed anche laddove non vi è da fare alcuna lettura psicologica perché non vi è disagio nel fanciullo, finiscono per generare, per intanto, una dipendenza psicologica del genitore che abiura al proprio ruolo naturale lasciandosi andare a proiezioni (i cosiddetti

films) che hanno pesanti ricadute non su loro (il malato immaginario di Moliere docet) bensì sui propri figli che diventano oggetto di studio per chi è alla ricerca di quel che non c’è. Chi di noi non ha mai fatto i capricci perché non voleva mangiare una pietanza e fingeva di rimettere il boccone? Chi non voleva andare all’asilo e fingeva di star male per restare a casa e sentirsi coccolato dal genitore? Chi non ha mostrato disappunto e capricci non stante avesse ricevuto un regalo per il sol fatto che non era proprio del colore desiderato (volevo un gatto nero nero nero…)? Di certo non c’è alcun problema o disa-

DA SINISTRA: DOMENICO LECCESE - GIUSEPPE IUELE

gio sottaciuto o sotteso a questi comportamenti ed un bravo genitore lo capisce senza allarmarsi, semmai coccola il bambino o se necessario lo rimpro vera anche. Fino ad ieri i nostri genitori riconoscevano che si trattava di capricci e non già di un disagio, oggi certi genitori pensano subito ad oscuri comportamenti epifenomeno di un disagio profondo e scappano dai professionisti della psiche. Un bravo genitore sa come e dove investigare per capire se vi è un disagio o meno; inizia ad osservare più attentamente gli amichetti, gli adulti di riferimento e l’ambiente scolastico e ricreativo senza falsi allarmismi e ove i comportamenti del contesto non sono lineari fa ricorso, in quel caso, a seri professionisti così come va dal pediatra se un raffreddamento perdura oltre un certo limite. Forse perché sono venute meno le relazioni parentali e di vicinato

sulle quali si poteva contare una volta, quelle capaci di intervenire con efficacia e buon senso e coadiuvare la funzione genitoriale, sta di fatto che i genitori odierni, per quanto più emancipati ed acculturati di quanto non siano stati i loro genitori, nonni e così via a salire nelle generazioni, si stanno dimostrando effettivamente fragili, insicuri e pronti ad allarmarsi oltremodo e hanno dimenticato che devono saper dire anche i “no” e non solo i “si” pensando a chissà cosa sta tormentando i figli. Siamo arrivati ad una tale centrifugazione e psicosi sociale che oggi se un adulto conoscente dei genitori vede un bambino picchiarsi al parco giochi è molto probabile che non intervenga e non riferisca nulla ai genitori così come è più probabilmente che un estraneo segnali un banale accaduto di litigio tra bambini op un rimprovero sostenuto ai Servizi Sociali (SS).

E così arriva la fine del fanciullo che si ritrova ad entrare in un tunnel senza uscita con il rischio di occupare un posto in una Casa Famiglia. Alla luce di queste considerazioni è evidente, a mio avviso, che non esiste una scuola nella quale apprendere come fare i genitori, non a caso, da sempre, si dice che è il “mestiere” più difficile, di contro non credo vi sia nessuno in grado di insegnarlo a fare anche perché, a meno che costui non venga da un altro mondo, egli stesso ha sentito i suoi genitori esprimere il peso della funzione (il mestiere più difficile) e quindi come può mai ergersi a maestro? Ove così non fosse, verrebbe meno anche il principio di falsificabilità di una teoria che è alla base del pensiero filosofico di Popper e, conseguentemente, sarebbe confutata la teoria di coloro che si ritengono in grado di insegnare a fare i genitori. Resta fermo comunque, per un genitore


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L’INTERVISTA

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FIGLI CONTESI E GENITORIALITÀ: CHI PAGA LE CONSEGUENZE?

attento e degno, il dovere d’intervento genitore. mirato e scevro da condizionamenti Si grida ovunque lo slogan che si può psico-sociali. smettere di essere marito e moglie perché l’amore può finire ma non si può Come mai, nonostante le evidenze giu- smettere di essere genitori e figli. Certo! diziarie e di cronaca sono sempre più Rimane però i fatto che i danni maggiori i cosiddetti “figli contesi” a pagare il li pagano proprio i fanciulli che vorrebprezzo delle strumentalizzazioni e de bero ricevere cura, affetto, vicinanza e vastazioni ? sostegno da entrambi i genitori e non Dalla data di entrata in vigore della già, invece, negazione di questi diritti e Legge 54/2006 che ha sancito il diritto men che meno vorrebbero essere strudei figli ad avere due genitori, il cosid- mentalizzati da uno dei due per colpire detto diritto alla bigenitorialità, così l’altro. come natura e organizzazione sociale E’ una violenza inaudita non solo di un da sempre ritengono, a meno che un fi- diritto naturale, prima ancora che giuriglio non sia orfano, ad oggi, sebbene dico, ma è un assoluta negazione del disiano trascorsi quasi 10 anni, si è an- ritto di ogni fanciullo a crescere sereno dando manifestando ed affermando un senza dover rinnegare o accusare l’altro fenomeno di devastanti proporzioni che genitore dei reati più infamanti per vede un genitore attaccare l’altro geni- compiacere al genitore con il quale si tore e pur di annientarlo si fa scudo dei trova a coabitare e a trascorrere gran figli e li utilizza quale strumento di ri- parte del proprio tempo di vita, affetcatto affettivo e di vessazione dell’altro tivo, ludico, formativo nonostante la

legge sull’affido condiviso non preveda, come purtroppo fanno invece le sentenze, né diritti di visita e né la cosiddetta coabitazione con uno solo dei genitori coaffidatari. Sta di fatto che le statistiche giudiziarie in ambito civile e minorile vedono solo sulla carta enunciato l’ineludibile diritto del fanciullo alla bigenitorialità, e tanto è vero che a fronte del riconoscimento di questo diritto, nelle stesse sentenze si parla di “diritto di visita” e coabitazione con solo uno dei genitori; l’altro genitore è relegato, quando va bene, a spazi marginali di tempo se accordati dall’altro e comunque a corrispondere un mantenimento non già direttamente al figlio ma per tramite del genitore. Si verifica di conseguenza che quando un genitore ritenga di esercitare la propria genitorialità e garantire al figlio il diritto alla bigenitorialità, sempre più soventi sono i ricorsi alla giustizia penale con false e calunniose accuse del genitore con cui coabita il minore. Accuse avanzate al solo fine di escludere definitivamente l’altro genitore dalla vita del figlio e prive di fondamento alcuno, calunniose nel 90% dei casi. Infatti le cancellerie dei tribunali penali e delle procure sono piene di procedimenti generati da accuse false e calunniose che però, nel mentre che la Giustizia svolge il suo lungo percorso, di fatto, per il principio di cautela e di credibilità dell’accusatore, non meno per l’intervento di taluni operatori delle scienze psico-sociali di cui si avvalgono gli inquirenti e giudicanti, si produce, proprio per mano delle istituzioni, una recisione pressoché definitiva dei rapporti genitoriali del fanciullo con il geni tore bersaglio delle accuse. Ma non finisce qui! Questi fanciulli vengono immediatamente sottoposti a monitoraggio da parte dei Servizi Sociali, ad osservazione da parte dei professionisti della psiche e finiscono ben presto con l’entrare in un tunnel che devasta la loro infanzia e recide i rapporti affettivi con l’altro genitore; il tutto al fine di cercare spasmodicamente, morbosamente, nei disegni, nelle affermazioni e nei comportamenti del bambino la conferma delle accuse

dell’altro genitore e di persone a lui le gate. Il risultato, in assoluto conflitto con il dovere di tutelare il minore, è la negazione del suo diritto alla salute psico-fisica, la devastazione della sua infanzia, la mistificazione della realtà e la diffusione, operata senza alcun ritegno ed etica professionale da parte di taluni operatori del diritto ed operatori delle professioni psico-sociali. Come dire: qual è la fortuna dell’ om brellaio? Risposta: quando piove, ovvio! E le relazioni ciclostilate di certi servizi Sociali, le consulenze tecniche pilatesche o viziate da un pregiudizio di par-

tenza, il sempre più evidente fenomeno di surrogazione delle funzioni giudicanti o, di contro, gli accomodamenti più o meno esplicitamente richiesti da inquirenti o giudicanti pregiudizialmente schierati, cosa altro sono se non la prova provata della esistenza di una peste bubbonica? Quanto affermo, prosegue l’Ing. Giuseppe Iuele, trova riscontro in chiare prese di distanza da questo devastante quadro ad opera proprio di Magistrati e Giudici, ad esempio l’ex Giudice Francesco Morcavallo o il PM Carmen Pugliesi e tanti altri operatori del diritto e delle professioni psico-sociali accorti e professionali ma, ove non bastassero queste prese di distanza a far capire la drammaticità della situazione, vi sono i casi di cronaca sempre più allarmanti che denunciano la gravità delle devastazioni sui fanciulli; ad esempio i fratellini di Basiglio, il caso di Rignano Flaminio ed il caso ultimo di un genitore in carcere da oltre 9 anni con condanna passata in giudicato che vede, nel mentre, i figli divenuti maggiorenni in una casa famiglia, accusare pubblicamente l’altro genitore per averli costretti, con maltrattamenti fisici e psicologici, ad accusare falsamente l’altro genitore e a sostenere le false accuse davanti a scienziate della psiche, ad inquirenti e giudicanti. …… Quel genitore è ancora in un carcere di massima sicurezza, e l’altro genitore fa salotto in TV da gossiprosa … eppure se è vero, come è vero, che sono le testimonianze a fornire ai giudici gli elementi che motivano le sentenze perché, mi domando e chiedo ai preposti ed al popolo italiano, in nome del quale vengono emesse le sentenze : ….. ma la testimonianza resa in diretta a tutta Italia da questi due maggiorenni hanno meno valore di quelle che sono state loro estorte e/o imposte quando erano minorenni? Alla luce di queste considerazioni, continua il Presidente di ADF Basilicata, è evidente che troppe cose non vanno nella direzione della tutela dei fanciulli, dei loro diritti ed anche dei diritti di poveri genitori che incappano in queste disavventure solo perché amano i propri figli e combattono per assicurare loro il diritto alla bigenitorialità ed a se stessi il diritto ad essere genitori. Mi sento di dire ed augurare, conclude Giuseppe Iuele, che eccettuate le figure istituzionali che intervengono in questa materia delicatissima con la dovuta umanità, professionalità e terzietà, coloro che fanno parte delle tifoserie non abbiano ad incorrere in tali tragedie per ché sono disumane! Si sa, comunque, che fin quando la civiltà del vivere non sarà tale e fin quando anche in questi ambiti ci saranno le tifoserie, nessuno dei loro figli, e loro stessi, potranno ritenersi immuni dall’essere colpiti da questo tipo di tra gedie.


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L’INCHIESTA

L’osservatore d’Italia

www.osservatoreitalia.it

edizione di Lunedì 5 Ottobre 2015 - Anno IV Numero 132

PROCURA DI VELLETRI: TRA LUNGAGGINI E "STRANE COINCIDENZE" di Chiara Rai [Continua da pag. 2] ... decorrenza dei termini? L'ultima bufera giudiziaria di Albano Laziale sarebbe stata archiviata se chi l’ha presentata non avesse opposto ricorso alla richiesta di archiviazione. Ma se adesso il procedimento si protrarrà per le lunghe tra eccessivi rinvii e difetti di notifiche potrebbe chiudersi anche con una sonora prescrizione “beffa” per i cittadini perché si parla di milioni di euro di soldi pubblici e di reati gravi come l’abuso d’ufficio in con corso. Parliamo della denuncia di Marco Risica. O meglio di undici imputati ad Albano Laziale tra cui il primo cittadino Nicola Marini che dovranno presentarsi di fronte al Gup il prossimo 10 marzo 2016 per rispondere di diversi reati tra cui l'abuso d'ufficio in concorso. Marco Risica insieme all'ex consigliere comunale Nabil Cassabgi sono i promotori di questa vicenda giudiziaria che ha scatenato una vera e propria bufera politica. Risica durante la video intervista rilasciata al direttore de L'Osservatore d'Italia lancia pesanti accuse riguardo presunte collusioni tra chi dovrebbe garantire uno stato di legalità e alcuni imputati. "Sciatto", è il termine con il quale Risica definisce il dispositivo che fissa i capi d'imputazione per gli 11 imputati e li rimanda al Gup nell'udienza del 10 marzo 2016. "Sciatto per appartenere ad un ufficio troppo delicato come quello del Pubblico Ministero. - ha affermato Risica durante la video intervista - Il Pubblico Ministero viene percepito dall'opinione pubblica come la pubblica accusa, ed è vero, la pubblica accusa degli imputati - ha sottolineato Risica - ma costituisce al tempo stesso la difesa della legalità e la difesa dei cit tadini". Ed ecco che Risica durante la video intervista lancia una prima riflessione che getta gravi ombre sulla Procura di Velletri: "Questo documento sembra scritto più dalla difesa degli imputati e non dalla pubblica accusa". Per capire e

comprendere i passaggi che hanno caratterizzato fino ad ora questa vicenda giudiziaria occorre partire dalla richiesta di archiviazione fatta dal Pubblico Ministero riguardo la denuncia dei fatti presentata da Marco Risica e da Nabil Cassabgi, i quali nel momento in cui sono venuti a conoscenza della richiesta di archiviazione hanno immediatamente presentato opposizione al Gip Alessandra Ilari, la quale ha accolto in pieno il ricorso aggiungendo tra gli indagati anche Vincenzo Santoro. Risica fa notare che per la stessa fattispecie di reati che vengono contestati agli imputati, tra i quali spicca il nome dell'attuale sin-

IL PROCURATORE CAPO DI VELLETRI FRANCESCO PRETE daco di Albano Laziale Nicola Marini esponente tra l'altro del PD e che è interessato da tutti i capi d'imputazione formulati dal Pm per il processo, la Procura di Roma aveva chiesto l'arresto di un dirigente del Comune di Roma per la nota vicenda dell'aula Giulio Cesare. In pratica ad Albano Laziale fu indetta una gara negoziata - ad inviti - alla quale parteciparono 5 società (tutte riconducibili allo stesso gruppo) e quattro di queste non avevano i requisiti per partecipare alla stessa. Situazione evidenziata all'epoca dei fatti anche dall'AVCP e richiamata nello stesso dispositivo che lo ricorda. E qui Risica rimarca il fatto che per lo stesso reato alla Procura di Velletri è stata chiesta l'archiviazione mentre a Roma è stato chiesto l'arresto. La divergenza interpretativa tra le due

Procure - Roma e Velletri - riguardo la stessa fattispecie di reato viene ipotizzata da Risica dal fatto che il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini figura tra i proprietari della società immobiliare denominata Marini Immobiliare Srl la quale a sua volta ha partecipazioni in

altre società immobiliari il cui amministratore unico è Andrea Magnanimi. Risica quindi spiega che Nicola Marini nominò presidente della commissione edilizia del Comune di Albano Laziale il geometra Mario Iacoacci zio di Andrea Magnanimi e che quest'ultimo figura come CTU di riferimento del Pubblico Ministero che ha inizialmente richiesto l'archiviazione del caso. Esisterebbe quindi una relazione di carattere professionale tra il Pm e Mario Iacoacci zio di Andrea Magnanimi a sua volta socio del sindaco oggi imputato Nicola Marini. Risica evidenzia anche il fatto che la figlia di Mario Iacoacci e il Pm in questione

frequentano lo stesso villaggio a Sibari in Calabria. Non da poco conto infine il fatto riportato da Risica durante la video intervista che lo stesso Mario Iacoacci durante alcune sedute della commissione edilizia di Albano Laziale amava vantarsi della sua amicizia con il Pubblico Ministero dicendo a chi obiettava qualcosa "guarda che telefono a Peppe".

Per tutti questi motivi Risica ipotizza che non ci sia stata equidistanza nel comportamento della Procura di Velletri nei confronti del sindaco Nicola Marini e dei suoi accoliti rispetto per esempio all'ex sindaco di Albano Laziale Marco Mattei che non figurava all'interno di nessuna denuncia e nel dispositivo figura invece, con enorme stupore, come capo lista - Mattei+10 - quasi come se fosse stato tirato per i capelli per signi ficare un "mal comune mezzo gaudio".


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