26 ottobre 2015

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L’ osservatore d’ Italia QUOTIDIANO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE WWW.OSSERVATOREITALIA.IT

Lunedì 26 Ottobre 2015

Anno IV Numero 147

Direttore Responsabile: Maria Chiara Shanti Rai (Chiara Rai) - Editore: L’OSSERVATORE D’ITALIA Srls - Tel. 3457934445 / 3406878120 - Fax. 02700505039 - Email: direzione@osservatoreitalia.it Aut. Tribunale di Velletri (RM) 2/2012 del 16/01/2012 / Iscrizione Registro ROC 24189 DEL 07/02/2014

ROMA CAPITALE: L’IGNAZIO MARINO DAY

STIAMO CON SICIGNANO a pagina 2

STATO DI NECESSITÀ

Il problema è profondo, e richiede un cambiamento radicale: pene certe, raddoppiate e triplicate per le recidive; aumento dell’organico di Polizia e Carabinieri... L’editoriale

di Roberto Ragone

SENATO: SARANNO

A chi giova la kermesse televisiva di questi giorni, in cui ogni programma ha il suo angolo dedicato alla vicenda Sicignano? A cui va tutta ...

(ESODATI) FAMOSI! Emanuel Galea

L a famigerata” Riforma Fornero”,

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Il Commento

elemento portante del d.l. “Salva Italia”, autore il governo Monti, opera di fine 2011, imponeva il sistema di calcolo contributivo nella costruzione della pensione di tutti i lavoratori, anche per coloro, che, in virtù della riforma Dini del 1955 adottavano il sistema retributivo. Messa in attuazione la riforma mostrava i suoi lati deboli. Sarebbe complicato cercare di illustrare qui, in poche righe, il meccanismo. Ci limitiamo nel dire che quelle complicanze hanno fatto nascere la categoria degli “esodati”, e cioè, i lavoratori che avevano interrotto il proprio rapporto di lavoro volontariamente per effetto di ristrutturazione o crisi aziendale senza aver maturato il diritto alla pensione. Risultato fu la nascita di una sacca di disoccupati, maggiormente di età superiore agli anni 50. Le cose non furono così semplici come le stiamo descrivendo noi, ebbene il quadro generale, per dare un’idea, era questo. Oggi però, non è di questi sfortunati che vogliamo parlare. La nostra intende essere una semplice considerazione su un futuro, non molto lontano, di un esodo di altra gente che volontariamente ... Continua a pagina 2

LAZIO NOMINOPOLI: DOVE E’ FINITA LA SHORT LIST? di *Fabrizio Santori

Sulle nomine dei direttori generali della sanità laziale continuano ad esserci delle decisioni offuscate dalla smania di proseguire il vergognoso poltronificio che caratterizza la giunta Zingaretti. Alla Asl di Viterbo, con la recente nomina della Donetti, si è proceduto in netta continuità con la penosa gestione commissariale Macchitella, mentre dalla Asl di Frosinone sembrano arrivare delle novità poco rassicuranti. Comunque, si tratta in entrambi i casi di nomine indirizzate a soggetti che non sono presenti nella meravigliosa short list stilata da Agenas, per la modica cifra di 80 mila euro, al fine di selezionare i migliori manager sanitari. Una buotade pubblicitaria che aveva permesso al presidente Zingaretti di sbandierare la sua grande azione di meritocrazia, smentita poi come al solito dai fatti. Con la sostituzione di Macchitella, si volta pagina in una gestione dell’ASL ... Continua a pagina 2

GRECIA, MIGRANTI: NUOVO NAUFRAGIO. MORTI

2 BIMBI DI 2 E 7 ANNI

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma

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Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma


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PRIMO PIANO

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edizione di Lunedì 26 Ottobre 2015 - Anno IV Numero 147

dalla prima l’editoriale di Emanuel Galea ... lascia il proprio “posto di lavoro”, se così si può definire, solamente, al contrario dei nostri esodati della “marca Fornero”, gli esodati di cui trattasi, anche se hanno superato i 50 anni, non dovrebbero temere lo spet tro della disoccupazione. Sono stati sempre lungimiranti e alle voci della loro busta paga non hanno fatto mancare voci di salvaguardia. La preoccupazione è di ben altro genere. La preoccupazione questa volta è dei cittadini. Giustamente la gente già immagina lo scenario, grandi movimenti e tempi di trasmigrazione di questi esodati famosi per occupare altre posizioni istituzionali. La riforma di Matteo Renzi passa con un margine largo 179 sì, 16 no e 7 astenuti. Per il momento sono state scongiurate le elezioni anticipate. Grande euforia tra i membri del governo. Per il ministro Maria Elena Boschi è stata “una bellissima giornata per l’Italia”. Lorenzo Guerini, invece, è fortemente convinto che “col Pd l’Italia riparte davvero. “ Luigi Zanda allunga il passo e pensa “Ora l’Italia è credibile con le cancellerie e i mer cati” Il suo primo passaggio al Senato, la riforma, l’aveva avuta nel 2014, anche se in tono minore. La missione affidata al Parlamento da Giorgio Napolitano, due anni fa, al momento della sua rielezione, ha avuto il successivo passaggio al Senato. Quel percorso è compiuto. C’è l’ultima lettura alla Camera, dove la maggioranza non ha problemi di numeri. Tappa successiva poi sarà il referendum nel

2016, quando la riforma verrà sotto posta al giudizio degli italiani. Se l’esito sarà positivo, come auspica la sinistra, 315 senatori, (309 dei quali eletti nelle 20 regioni italiane e 6 eletti nella circoscrizione Estero), da impiegati, privilegiati,autoeletti, attualmente con posto assicurato e lautamente remunerato, entreranno nella sfera degli “esodati”. Certamente non esodati comuni bensì esodati doc, ed essendo tali saranno fonte del solito “vergognoso poltronificio”. Dove sarà collocata questa pre tenziosa “forza lavoro”? La riforma costituzionale è stata accolta alla Camera da movimentati e più che motivati dissensi. Le opposizioni lasciano l’aula, i leghisti sventolano la Carta, i Grillini la tessera parlamentare, però, siate certi che domani gli stessi attori li troveremo seduti su comode poltrone in un’Italia ripartita proporzionalmente in ragione delle forze politiche. Il Presidente emerito Giorgio Napolitano, il papa nero del governo Renzi, spinge sull’acceleratore e sprona la maggioranza affinché sistemi l’Itali cum. È tutto già deciso a tavolino, nelle segreterie. Nell’Italicum c'è poco da sistemare. Quello che ci stava da razziare , i partiti lo hanno rapinato tutto. La Costituzione “più bella del mondo” l’hanno ridotta ad un zerbino per il loro passaggio e il popolo italiano, per loro, non è che una password di cui si servono per aprire i forzieri e prelevare il foraggio per i loro famelici stomaci.

GRECIA, MIGRANTI: NUOVO NAUFRAGIO. MORTI 2 BIMBI DI 2 E 7 ANNI

Una donna e due bambini di 2 e 7 anni sono annegati nelle acque davanti all'isola di Lesbo, in Grecia, dopo il naufragio del barcone su cui erano a bordo. Lo riferisce la Guardia costiera: altri 7 migranti risultano dispersi. Il barcone trasportava 63 migranti ed è finito sugli scogli a causa delle cattive condizioni del mare. 53 salvati. Intanto in

Croazia sono entrati11.500 migranti in un giorno, un numero record secondo quanto reso noto dal portavoce del ministero dell'Interno Domagoj Dzigulovic spiegando che il numero di persone arrivate ieri è il più alto mai registrato in un solo giorno da metà settembre, da quando è iniziato lo straordinario afflusso di migranti

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dalla prima Il commento di *Fabrizio Santori di Viterbo a dir poco fallimentare, dispiace che il testimone venga raccolto in netta continuità con lo stesso, attraverso un atto di nomina pieno di imprecisioni. Una brutta pagina della sanità viterbese che fu a suo tempo condita da una nomina inconferibile, scavalcata dall’affidamento di una non ancor meglio specificata gestione commissariale di cui il dirigente della cabina di regia D’Amato e lo stesso Macchitella dovranno fornire le dovute relazioni. Senza dimenticare che presto sarà il momento del riassetto anche dei vertici dell’ASL di Frosinone, dove si paventa la nomina di Mostarda, attuale direttore sanitario, così come riferito da numerosi quotidiani e blog del territorio, anche lui fuori dalla short-list dei 50 nomi selezionati

dall’Agenas. Con solo un anno e mezzo di esperienza sulle spalle, non vorrei che dopo i disastri della Mastrobuono, ormai scaricata anche dallo Spallanzani, i ciociari passassero dalla padella alla brace. Peraltro l'eventuale nomina di Mostarda significherebbe che la short list non conta nulla e che quindi, come ho sempre sostenuto, non solo sono stati sprecati soldi pubblici ma addirittura confermano che il presidente Zingaretti sta facendo le solite nomine politiche per accontentare gli amici degli amici. Questa Amministrazione si conferma ancora una volta molto più attenta alla gestione delle nomine e delle poltrone, piuttosto che affrontare le vere esigenze sa nitarie del territorio. *consigliere regionale del Lazio

ROMA CAPITALE: L’IGNAZIO MARINO DAY

Ignazio Marino-day a Roma. Il sindaco dimissionario della Capitale è stato osannato da oltre tremila sostenitori in piazza del Campidoglio e lui non si è fatto indietro anzi. "Voi mi chiedete di ripensarci. Io ci penso e non vi deluderò" ha detto nel suo intervento Marino. "Questa piazza mi dà il coraggio e la determinazione di andare avanti. State scrivendo una pagina importante della democrazia di questa città" ha aggiunto. Marino è salito prima sulla scalinata di Palazzo Senatorio da dove ha tenuto il suo discorso, citando anche, tra gli applausi, una frase di Che Guevara (''Noi siamo realisti e vogliamo l’impossibile"). Il sindaco dimissionario ha voluto poi salutare i sostenitori facendo un giro nella piazza e poi è risalito in Campidoglio. Prima di entrare ha salu-

l'immagine di E.T., l'alieno protagonista del film di Spielberg, accompagnandola con la frase 'Sono marziana Marino ripensaci'. E di certo non le mandano a dire al Partito democratico, "reo di averlo in questi mesi "abbandonato e all'ultimo sfiduciato". E in piazza spuntano anche dei cartelli con la scritte 'Matteo stai sereno...', 'Renzi fai vedere le tue ricevute'. "In questo Paese quando capita una persona onesta e capace al governo si mette in moto un meccanismo per farlo cadere - spiega un sostenitore del chirurgo dem - E con Marino è successa la stessa cosa. I romani si chiedono perché Marino non può continuare a fare il sindaco. Non è indagato, non ha nessun avviso di garanzia. Quindi? È stato votato non solo

tato mandando baci e facendo il segno alle primarie ma anche da 665mila rodella vittoria con le mani. mani. Il Pd su Roma sta facendo il suo I supporter del sindaco-chirurgo errore più grande sovvertendo il voto hanno chiesto a Marino di "ripensarci, popolare. Il segretario del partito di tornare sui suoi passi e ritirare le di- dovrà rispondere al suo elettorato di missioni". In piazza hanno portato quest'azione". tanti palloncini colorati, rossi verdi e "Deve essere il Pd a dire che se ne deve bianchi, con le scritte '#IostoconMa- andare - chiosa una signora - Quello rino', 'Marino ripensaci', 'Avanti tutta sto aspettando... Hanno chiuso con sindaco', 'Noi con Marino voi con pa- me". Tra i cartelli portati in piazza dai drini. Marino ripensaci daje'. C'è chi supporter di Marino anche 'Roma stai mostra i cartelli 'Oggi sono in Campi- serena il Pd ti scippa il voto democradoglio e il mio sindaco rivoglio', 'Ma- tico', 'Caro Pd il nostro voto democrarino Roma è stata defraudata ma non tico non può e non deve essere da te, with love from San John'. Una si- scippato', 'Dimissioni in massa degli gnora ha stampato su un cartoncino eletti Pd? Saluti ai consiglieri emeriti'.


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dalla prima “STIAMO CON SICIGNANO” di Roberto Ragone ... la nostra comprensione e solidarietà; sentirsi chiamare "assassino" ad ogni piè sospinto dopo una vita passata onestamente e godendo della stima del prossimo è decisamente distruttivo. Ogni trasmissione fa la sua parte, particolarmente negli orari di massimo ascolto, quelli delle casalinghe, gli orari "nazional-popolari" o degli inconcludenti "talk" serali, per convincere il popolo che armarsi e reagire all’intrusione notturna di un potenziale assassino è sbagliato; che la soluzione a questi problemi è quella di togliere dalla circolazione le armi detenute legittimamente, perché un privato non deve avere la possibilità di acquistare una pistola, quasi fosse portatrice, l'arma, del virus Ebola. Un privato non del tutto sano sotto il profilo psichiatrico (ma chi lo è?), che si ergerebbe, a sentire alcuni, a "giudice, giuria e boia", condannando a morte il malcapitato "soltanto" per un furto. O una rapina, con botte da orbi. E se il rapinato muore di collasso cardiaco, o soffocato dal bavaglio, o di emorragia interna causata dalle botte, solo un preterintenzionale. I ruoli si invertono: chi si erge a "giudice, giuria e boia", invece, è proprio il rapinatore, e il condannato è la vittima. Si vuole criminalizzare chi armi detiene, e ne ipotizza l’uso quando in stato di necessità. L’ho detto già altrove, e qui lo ripeto: le armi da fuoco, antiche o moderne, non sono nè buone, né cattive, non sparano da sole, né uccidono i bambini, come sosteneva appena Venerdì mattina su Rai 1 il buon Ferrero, Rifondazione Comunista. Mi fa specie sentir pontificare in TV, vestiti di un'autorità che non esiste, personaggi che non hanno mai tenuto in mano un'arma, e che non ne sono esperti. Ognuno dovrebbe parlare di ciò che conosce. Ve lo dice uno che ha incominciato a sedici anni a maneggiare un fucile da caccia, con il permesso paterno; ha fatto gare ufficiali di carabina, cal. 22, passando poi alla pistola in quattro specialità diverse su cinque. Ho fatto tre stages del CONI all’Acquacetosa, a Roma, conseguendo la qualifica di istruttore CAS (Centro Avviamento allo Sport). Sono stato per ventinove anni istruttore di tiro di pistola di Grosso Calibro presso il Poligono UITS

di Bari, ho tirato al piattello, ho ricaricato cartucce di tutti i calibri. Ho avuto per lo stesso periodo il porto d’armi per difesa personale. La mia è stata una grande passione, e come me ce ne sono tanti, per i quali la pistola è un bell’oggetto con cui divertirsi e non un simulacro di morte. Mi sono fatto male? No. Ho fatto male ad altri? No. Ho due figli maschi che avrebbero potuto per la loro curiosità correre dei rischi: bene, loro sapevano molto bene cosa dovevano e potevano fare. Non ho mai negato loro di toccare, guardare, ascoltare, seguirmi al poligono di tiro, nella massima sicurezza. Per questo quando sento che ‘pu-

lendo l’arma è 'partito un colpo’ addrizzo le orecchie, e le mie sopracciglia si inarcano: ho insegnato ai frequentatori dell’impianto di tiro prima di tutto la sicurezza, e in tanti anni non ho mai avuto il benché minimo incidente. Avevo la licenza di collezione di armi comuni da sparo, una cassaforte da sette quintali e mezzo, tre fucili da caccia, una carabina, dodici fra pistole e revolver, tutto regolarmente denunciato e custodito. Una sera a Milano con mia moglie e una coppia di amici abbiamo subito una rapina in trattoria. Non ho reagito, non sono uno sceriffo. I tre balordi, regolarmente armati, sono andati via con il bottino. Un’altra volta – abitavamo in una villa monofamiliare, e accanto avevano impiantato un cantiere edile – avevo visto dei movimenti strani. Un giorno avevo avvertito il guardiano i guardiani sono i basisti migliori - in termini molto decisi. Una notte sentii abbaiare tutti i cani del vicinato. Salii in terrazzo e tirai in aria cinque colpi di 357 magnum. Erano le due, il mio era un revolver a canna corta e fece un fracasso del diavolo. I cani tacquero, e da quell’episodio non avemmo più fastidi. Sono abbastanza anziano da ricordare il momento politico in cui la sinistra voleva disarmare la polizia. Ora mi chiedo: cosa c’entra tirare in ballo il numero delle morti per arma da fuoco negli USA – sembra siano cinque volte quelle degli ultimi tempi in Italia, Ferrero dixit – quando il numero degli abitanti in America è dieci volte il nostro? Favoleggiare di scontri a fuoco fra banditi notturni e padroni di casa sorpresi nel sonno non ha senso. Se il rapinatore di anziani – che sia o no straniero, non ne facciamo una questione di xenofobia, come alcuni adombrano – sa che in quell’abitazione c’è un’arma, passerà oltre, dove è sicuro di non trovare resistenza. È la stessa filosofia degli adesivi apposti su furgoni che hanno l’antifurto satellitare: se c’è un sistema che possa intralciare la serenità del reato, si passa avanti, dove è più facile e senza rischi. Ipotizzare che se il padrone di casa è armato il ladro si presenti armato e pronto al fuoco è solo imbecillità, perché il ladro sa che nello scontro può anche avere la peggio (que-

sto accade nelle rapine ai furgoni portavalori, o dove c’è un bottino importante). O peggio, è un’obiezione ideologizzata. Apprezzo, stimo e rispetto che ha delle ‘idee’, ma non condivido l’imbecillità delle ‘ideologie’. E allora, torniamo all’interrogativo originario: Cui Prodest? A chi giova che si tolgano dalla circolazione tutte le armi regolari in mano ai privati, i quali sarebbero anche ‘privati’ del diritto di detenerne, nonostante la legge lo preveda? Siamo in uno Stato di diritto o no? Siamo ancora in Democrazia – parola svuotata oggi, al terzo governo non eletto, di ogni significato – oppure in dittatura? Siamo cittadini o sudditi? Perché ci si preoccupa che aumentino quelli che in TV chiamano "omicidi", se questi riguardano cittadini onesti costretti – e ripeto, "costretti" – a difendersi come ultima spiaggia con un’arma da fuoco per sopperire alle macroscopiche mancanze di uno Stato che sperpera in macchine blu, sempre nuove e blindate, un aereo personale da 175 mln di euro come l’Air Force One di Obama, scorte h24 che impegnano l’organico delle Forze dell’Ordine e lo sottraggono al controllo del territorio; mentre le auto di Polizia e Carabinieri – progressivamente sempre più modeste e capaci di minori prestazioni – sono per lo più in officina o ferme per mancanza di carburante? Perché preoccuparsi se le morti ipotizzate riguarderebbero quegli individui che invece di andare in giro di notte dovrebbero scontare pene certe nelle patrie galere? Perché invece non preoccuparsi che l’anziano vicino di casa possa un giorno rimanere per terra agonizzante per essere stato aggredito per sottrargli la – misera – pensione? Perchè non voler capire che i ladri dichiaratamente cercano proprio le per sone più deboli? Perché gridare all’imbarbarimento se questo è stato originato proprio da politiche che hanno guardato solo a certi interessi e mai alla tutela dei cittadini? Perché non voler guardare oltre il proprio naso, non volendo vedere che se un delinquente ha bisogno di un'arma non ha difficoltà ad averla, mentre invece è proprio lui quello che non dovrebbe avere questa possibilità? E’ una vecchia

diatriba: disarmeremmo le gente per bene, armando la mano di chi per bene non è, e magari recidivo, e magari fuori per un indulto, un decreto svuota-carceri, una depenalizzazione del reato definito a torto ‘minore’, ma sempre odioso e pericoloso per le sue conseguenze sulle vittime. Uno ‘stupro psicologico’ lo ha definito Sicignano, ed io concordo con lui. E che dire delle decine di vecchiette rapinate o scippate e morte per essere state trascinate sull’asfalto, o di anziani soli uccisi per pochi spiccioli? Qui il problema è profondo, e richiede un cambiamento radicale: pene certe, raddoppiate e triplicate per le recidive; aumento dell’organico di Polizia e Carabinieri, stanziamenti pubblici sostanziosi per il rinnovamento del parco auto e mezzi tecnologici avanzati (non solo autovelox tesi a far cassa); controllo del territorio reale e continuo, non bastano le telecamere per andarli a prendere dopo; una revisione della Magistratura, troppo garantista nei confronti di chi delinque, e non abbastanza illuminata verso le vittime: a volte un’interpretazione troppo sbilanciata tradisce lo spirito della legge. Costruzione di nuove carceri, revisione della legge sulla difesa personale: è vero che la rieducazione è importante, ma altrettanto lo è la certezza della pena e la tutela del cittadino. Il processo a Sicignano, se ci sarà, sarà una cartina di tornasole: sarà un momento di tensione sociale, di aspettativa e di confronto tra chi detesta le armi a prescindere, e chi invece è convinto che avere la possibilità di difendersi sia un fatto ormai vitale. Condannando Sicignano lo Stato (ma chi è lo Stato? Non siamo noi cittadini? Oppure dobbiamo sentir dire da qualcuno ‘L’Etat c’est moi’ come Luigi XIV?) condannerebbe tutti i cittadini onesti, privandoli della possibilità di difendersi adeguatamente; assolvendolo, molti ipotizzerebbero una diffusione incontrollata delle armi e del ‘diritto di uccidere’, con le immagini più truci e catastrofiche. Pronti tutti, ciascuno di noi, a disfarci di una inutile arma una volta che le cose fossero cambiate, e che le nostre strade, le nostre case, le nostre notti fossero diventate sicure. Come diceva un personaggio in TV, "la domanda sorge spontanea": come mai chi è contrario alle armi in casa è generalmente – absit iniuria verbis – di sinistra? Personalmente non sono iscritto ad alcun partito, non perseguo alcuna ideologia, non faccio politica: mi piacerebbe che l’Italia fosse un posto dove tutti vivono bene e serenamente, senza l’impulso di fuggire all’estero. Ancora una volta però dobbiamo imparare proprio dall’estero, da quell’America che tanto disprezziamo per la libera circolazione delle armi – un giorno andremo anche a vedere se questo è vero, e in che misura - , da un italiano che ha ripulito la città di New York: Giuliani e la sua formula vincente: ancora e sempre tolleranza zero.


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