18 novembre 2015

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L’ osservatore d’ Italia QUOTIDIANO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE Mercoledì 18 Novembre 2015

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Anno IV Numero 162

Direttore Responsabile: Maria Chiara Shanti Rai (Chiara Rai) - Editore: L’OSSERVATORE D’ITALIA Srls - Tel. 3457934445 / 3406878120 - Fax. 02700505039 - Email: direzione@osservatoreitalia.it Aut. Tribunale di Velletri (RM) 2/2012 del 16/01/2012 / Iscrizione Registro ROC 24189 DEL 07/02/2014

PUTIN DICHIARA GUERRA ALL'ISIS di Angelo Barraco a pagina 4

L’EUROPA ENTRA IN GUERRA CONTRO L’ISIS

L’ORA DELLE DECISIONI IRREVOCABILI

Secondo la normativa prevista dal Trattato dell'Unione, uno stato membro vittima di aggressione può coinvolgere gli altri paesi che sono tenuti ad aiutarlo con tutti i mezzi a loro disposizione. L’editoriale

di Matteo La Stella

PREVENZIONE E IL NEMICO

L'Europa accoglie la richiesta d'aiuto da parte del presidente francese Francois Hollande, secondo l'articolo 42.7 del Trattato di Lisbona. (...)

INVISIBILE DEL TERRORISMO

A

di *Francesco Tagliente

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Il commento

distanza di pochi mesi dell'attacco alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo del 7 gennaio, la Francia, il 13 novembre, ha subito un altro attentato terroristico, questa volta più scioccante, barbaro, vile, terribile, plurimo, fatto con ferocia sanguinaria causando 129 morti e 352 feriti di cui 99 gravissimi. Un attentato che ha colpito la Francia e la comunità mondiale. Ci sono infatti anche molti stranieri tra vittime dell'attacco. Tra i morti identificati finora vi sono persone di 14 Paesi, oltre alla Francia: Algeria, Belgio, Gran Bretagna, Cile, Germania, Italia, Messico, Marocco, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Tunisia, Usa. Gli attentatori non hanno puntato solo su obiettivi simbolici, su cui si può concentrare la sorveglianza. Sono stati attaccati anche luoghi affollati cui effetto numerico e quindi il terrore alimentato e più elevato. Gli attentati sono stati compiuti per incutere terrore. Si tratta di una vera e propria una strategia del terrore. Questi ultimi attacchi non fanno stare tranquillo nessun Paese. Con questo nuovo attacco i ... Continua a pagina 2

MONTECASSINO E GLI INSETTI

I

di Michele Santulli n questi giorni in tutto il mondo i media godono quasi sadicamente a parlare non di Montecassino bensì a descrivere le imprese, modeste e banali, di un insetto che ha avuto pure lui la fortuna rarissima di essere stato accolto nel sacro recinto del Cenobio, di averne goduto la vicinanza, essersene nutrito, averne avuto apporti e rapporti. Un vile e modesto ladruncolo di mele, il fatto di esser vissuto un istante nella Casa di San Benedetto, è divenuto un motivo quasi di onorificenza, perfino un alibi delle sue malefatte, assurto alle prime pagine della cronaca planetaria! Una specie di transfert, per cui le intraprese miserevoli di un ladruncolo di strada, solo perché consumate, proditoriamente e vilmente, in uno dei pochissimi luoghi eccelsi della umanità, debbano quasi sminuirsi, quasi iden tificate con il Cenobio medesimo! Gratificante invece e edificante è rammentare che cosa è ... Continua a pagina 3

GUERRA IN SIRIA: QUELLE STRANE COINCIDENZE

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma

di Cinzia Marchegiani a pagina 3

CAIVANO VIOLENZE SESSUALI

SULLA FIGLIA DI 3 ANNI

a pagina 5

Eleganza e accoglienza al centro del mondo Grand Hotel Palace - Roma


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PRIMO PIANO

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edizione di Mercoledì 18 Novembre 2015 - Anno IV Numero 162

dalla prima l’editoriale di *Francesco Tagliente ... terroristi hanno mirato anche all’uomo qualunque. Questo ci conferma che anche nessun luogo può ritenersi immune dal terrorismo. Questo vale anche nel mondo dello sport. Gli eventi sportivi, come tutti gli altri eventi che richiamano un considerevole numero di persone ora sono da considerare obiettivi

tercettazioni ed agenti sotto copertura. Serve una continua rimodulazione dei dispositivi di controllo del territorio per adeguarlo alle nuove esigenze. Serve una continua penetrazione delle agenzie di controllo sociale e delle forze di polizia nelle periferie per prevenire il radicamento del fondamentalismo islamico.

spuntare ovunque. Per la lotta al terrorismo serve intanto una condivisione e cooperazione operativa di tutte le potenze mondiali. I Paesi devono sentirsi uniti come è stato in passato per noi negli anni di piombo. Servono controlli più stretti alle frontiere, non escludendo l’ipotesi di acquisire anche i dati passeggeri già effettivo in America. Servono espulsioni mirate, monitoraggio delle carceri e perquisizioni a tappeto nei luoghi dove si ritiene possa annidarsi l’integralismo. Servono controlli specializzati con monitoraggio dei siti di social network, mirate in-

loro referente il Vice Questore Massimo Germani. L’ingresso agli impianti sportivi, piaccia o no, deve avvenire attraverso varchi di accesso tutti dotati di sistema di videosorveglianza e metal detector portatili e il numero dei varchi deve essere calibrato alla capienza dell’impianto. Il decreto interministeriale sulla sicurezza degli impianti del 6 giugno 2005 ormai è datato alle esigenze di 10 anni fa. Diciamo che la prevenzione dovrebbe essere l’abc in tutti i settori.

esposti a rischio. Ma attenzione a non alimentare la paura. L'Italia dispone di servizi di intelligence e strutture investigative con una grande storia alle spalle, abbiamo maturato una grande esperienza nella lotta al terrorismo sin dagli anni della strategia della tensione nei cosiddetti anni di piombo, le nostre istituzioni hanno una grande capacità di monitoraggio che può rassicurare i nostri concittadini. Parlo del Comitato di Analisi strategica antiterrorismo, dell Aisi e dell’Aise. Parlo della direzione centrale della Polizia di Prevenzione e del ROS dei carabinieri. Ma parlo anche delle strutture investigative territoriali come le DIGOS e gli omologhi Uffici investigativi dei Carabinieri. Per le Olimpiadi di Monaco del 1972 sono stato Probabile Olimpico (P.O.). Un anno prima, nel mese di ottobre del 1971, sono entrato nell’Accademia del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza. Di quel massacro ho un ricordo ancora vivo forse perché all’epoca seguendo gli eventi pensavo che se non avessi vinto il concorso in Accademia mi sarei potuto trovare anche io a Monaco. Ricordo bene quell’attentato: I terroristi fecero irruzione negli alloggi destinati alla delegazione israeliana uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica. Un successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque terroristi e di un poliziotto tedesco. Le due emergenze mondiali ora sono l’immigrazione e il terrorismo, è bene chiarire subito che lo sforzo di prevenzione può ridurre il rischio di attentati ma non eliminarlo con certezza. E’ difficile difendersi contro un nemico invisibile che può

Servono controlli sugli aeromobili a pilotaggio remoto come i droni, metal detector per il controllo accesso nei luoghi ad alta concentrazione di persone. Un valido ulteriore strumento potrebbe essere l'anagrafe delle telecamere, che altro non è che il censimento di tutte le telecamere attive in città per poter agevolare l'attività preventiva, operativa e investigativa delle Forze di Polizia. Una riflessione è doverosa: la minaccia terroristica non dovrebbe mai indurre alla sospensione di un evento programmato come gli Europei di Calcio in Francia e il Giubileo. Quindi ogni tutubanza in questo senso, a mio parere è da escludere. Diverso è il caso della sospensione degli eventi, come spesso è avvenuto con i nostri campionati di calcio per commemorare le vittime di un attentato. Per battere il terrorismo è fondamentale non cambiare abitudini. Gli atti di terrorismo non dovrebbero farci cambiare i programmi. La lotta al terrorismo la possono fare anche i comuni cittadini continuando a vivere come prima. Il responsabile della sicurezza di una delegazione sportiva che partecipa a una competizione internazionale come le Olimpiadi, i Mondiali o gli Europei di calcio deve garantire la sicurezza anche psicologica dei giocatori, degli atleti e di tutti i componenti della squadra che rappresenta, raccordarsi prima durante e dopo le gare con i responsabili della gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica designato alle misure di sicurezza presso i villaggi e i siti olimpici. Cosa che ho fatto io in Giappone, Corea, Portogallo e Germania da responsabile della sicurezza della Nazionale Italiana di Calcio dal 2002 al 2006 e che ho poi garantito ai responsabili della sicurezza delle delegazioni Olimpiadi a Torino. Nel 2006, designando come

*Già Questore di Roma e Firenze

e Prefetto di Pisa

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dalla prima “L’ORA DELLE DECISIONI IRREVOCABILI” di Matteo La Stella ... Sulla scia degli attentati terroristici che il 13 novembre scorso hanno scioccato Parigi ed in risposta al monito lanciato lunedì dallo stesso Hollande, che ha richiesto un coinvolgimento militare maggiore degli altri stati membri:”L'Europa unita risponde si”. Questo il responso dell'alto rappresentante per gli Affari Esteri Ue Federica Mogherini che annuncia il sostegno unanime da parte del Consiglio di Difesa- riunito a Bruxelles- in merito all'attuazione di una strategia collettiva prevista dall'arti colo. L'art.42.7 e gli aiuti economici. Secondo la normativa prevista dal Trattato dell'Unione, infatti, uno stato membro vittima di aggressione può coinvolgere gli altri paesi che sono tenuti ad aiutarlo con tutti i mezzi a loro disposizione. In virtù della decisione presa, la Francia si avvia ad una serie di incontri bilaterali con i partner Ue per discutere il tipo di assistenza che ogni paese dovrà fornire. “L'aiuto dell'Europa- spiega il ministro della Difesa francese Yves Le Drian- potrebbe includere un maggiore supporto in Siria, Iraq, Africa”, concentrando l'attenzione su un determinato tipo di appoggio: quello militare. Ringraziando l'Europa per la mano tesa, il ministro ha poi ricordato che:”Si tratta della prima volta che si fa appello a questo articolo”, prima di rincarare la dose chiarendo come l'assistenza debba essere:” Rapida, altrimenti non ha senso”. Parigi, però, ha chiesto e ottienenuto anche aiuti economici da parte della Ue. "Dobbiamo dare tutti gli strumenti a polizia e gendarmeria - ha asserrito il primo ministro Manuel Valls - in uomini e in investimenti. Questo non lo faremo a detrimento del bilancio di altri settori. L'Europa deve capire. E aiutarci”. La Francia: “Sarà costretta a non rispettare” gli impegni dettati dal bilancio europeo. “Dobbiamo dare tutti gli strumenti alla polizia, alla gendarmeria e ai servizi di informazione” ha sottolineato Valls “Dobbiamo assumercene la responsabilità e l'Europa deve capirlo”. “Una cosa è chiara - la replica di Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari - nelle circostanze attuali: in questo momento terribile la sicurezza dei cittadini in Francia e in Europa è la priorità assoluta, e la Commissione Ue lo capisce pienamente”. Guerra all'Isis. Intanto, dopo le dichiarazioni di guerra nei confronti dello Stato Islamico, Parigi continua a bombardare Raqqua. La roccaforte siriana dell'Isis e i territori adiacenti sono stati oggetto di bombardamenti nella notte, come conferma lo Stato maggiore della Difesa:”Per la seconda volta in 24 ore le truppe francesi hanno effettuato un raid contro Daesh a Raqqa, in Siria”. Dieci i velivoli che hanno preso parte all'incursione sganciando un totale di

16 bombe su di una serie di obbiettivi individuati nel corso di numerose ricognizioni. Questa l'unica differenza rispetto al primo raid aereo, eseguito su posta zioni segnalate dal Pentagono. Caccia all'uomo. Nel frattempo si intensificano le ricerche per stanare l'ultimo fondamentalista ancora a piede libero dopo le stragi di Parigi. Salah Abdeslam si sarebbe diretto, secondo una prima ipotesi in Belgio. Da qui, stando alla ricostruzione del sito “Nouvel Observateur”, un soggetto vicino al jhiadista sarebbe partito per aiutarlo ad allontanarsi dal luogo degli attacchi. Abdeslam avrebbe telefonato quindi ad Hamza Attou poco dopo le 22, e con la tragedia ancora in corso gli avrebbe chiesto:”Pronto, puoi aiutarmi? Puoi venire a prendermi a Parigi? Ti pago la benzina e i pedaggi”. Controlli a tappeto. Viceversa, controlli a tappetto da parte delle autorità francesi antiterrorismo hanno portato a 23 arresti tra domenica e lunedì. Centoventotto perquisizioni eseguite e andate avanti anche nella notte tra lunedì e martedì, tra Tolosa e Remis. Intanto a Bruxelles è salito il numero degli arrestati. Sono due, infatti, gli artificieri finiti in manette per la detenzione di nitrato di ammonio, componente chimico utile al confezzionamento delle cinture dei kamikaze. Oltre a Mohamed Amri, infatti, è finito in manette anche Hamza Attou, lo stesso che venerdì notte avrebbe offerto un passaggio al fuggitivo Salah Abdeslam. Altri arresti si sono registrati in Germania, nei pressi di Aquisgrana. Tre le persone bloccate dalle autorità tedesche per una possibile implicazione negli attentati di venerdì scorso. Secondo i media si tratterebbe di due donne ed un uomo, anche se al momento non è ancora stata data l'ufficialità da parte della polizia. Dunque, oggi più di ieri il popolo francese rincorre la libertà, come nel celebre dipinto di Delacroix esposto al Louvre. Niente rivoluzioni interne, mirate a spodestare reggenti bramosi di antiche onnipotenze: stavolta l'indipendenza in gioco è totalmente diversa, e non riguarda solo il paese d'Oltralpe. La Francia indossa l'elmetto per il libero arbitrio della sua gente, perchè possa uscire di casa e prendere parte ad un concerto senza sentirsi costantemente minacciata dalla scimitarra jhiadista. Scende in campo contro quei fantasmi che si materializzano sempre più spesso sotto forma di bestie, assetate di fama e golose di sangue, che pur di mantenere alto il clima di terrore uccidono spietati, nascondendo la testa tra le righe del Corano. Questa volta l'Europa unita sostiene la guerra, perchè “torni nostro quel che fu già nostro”: la libertà di vivere.


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dalla prima - Il commento di Michele Santulli ... Montecassino e che cosa rappresenta. Montecassino è il primo baluardo della civiltà e della cultura occidentali; quando la Chiesa di Roma non esisteva e anzi ancora arrancava tra discordie e antipapi e violenze che troveranno finalmente l’inizio della conclusione con Gregorio VII papa benedettino (anno mille) e coi suoi successori di schiatta ciociara (Innocenzo III, ecc.) il messaggio di San Benedetto irradiato dal Sacro Monte aveva già da secoli prima letteralmente invaso e inondato l’Europa: quasi duecento anni prima del grande Gregorio VII, in tutta Europa si contavano già circa ottocento monasteri maschili e mille femminili, emanazioni di Montecassino! E tra questi alcuni rappresentano e accompagnano la nascita e la evoluzione verso la civiltà e la cultura e l’amore per la Divinità dei rispettivi Paesi: Cluny, Fulda, Reichenau, Ettal, S.Gallo, Einsiedeln… Questo successo strepitoso e universale della parola ed esempio dell’umile monaco di Montecassino comportò che la sua ‘Regola’ divenisse il libro più letto e più conosciuto in quei tempi dopo la Bibbia. Quando si sente parlare di ‘Regola’ si pensa subito a precetti e ammonizioni noiose e pe danti. Ma la si legga e si aprirà un mondo inaspettato, non di prescrizioni e imperativi bensì di consigli e di raccomandazioni così concreti e terreni da restarne sbalorditi e si capirà anche perché, per esempio, ancora oggi, l’epoca della in-

formatica, una delle letture commentate e discusse nei seminari e congressi di manager e di dirigenti aziendali in tutto il mondo siano certi principi e insegnamenti di San Benedetto presenti nella sua ‘Regola’. Eppure siamo nel sesto secolo, nel periodo più oscuro e primitivo dell’Occidente, morte violenza e prevaricazione ne erano gli ingredienti. Questo monaco dunque fu un gigante di intelligenza e di senso pratico, una divina infusione, sulla cima di quel monte. Tutti gli ordini monastici più antichi sono nati e sviluppati dalle sue parole: i cistercensi, i certosini, gli olivetani, i ca maldolesi… E’ S.Benedetto che ha insegnato a leggere e a scrivere alla umanità. È a Montecassino che per primo si mise in pratica ufficialmente e pubblicamente l’uso e l’impiego della parola e della scrittura che poi fu portato in tutta Europa, parecchi secoli prima che fossero scoperti i caratteri mobili della stampa: fu questo monaco umile eccezionale, amato e odiato, che impiantò una vera e propria scuola di scrittura e di lettura, già in quegli anni bui, motivo di richiamo e di studio. Fu lui che per primo nella storia della umanità sottolineò il valore della preghiera e del colloquio personale con la divinità, fu lui per primo che promosse e divulgò il valore e il significato della istruzione, fu lui il primo anche a liberare l’uomo dalla schiavitù totale alla quale era soggiogato dagli inizi dei tempi e a predicare

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e a illustrare invece non solo la importanza del lavoro ma anche il suo ruolo di strumento anche esso che assieme alla preghiera e allo studio ci avvicina a Dio: e la cura della bellezza in ogni sua espressione quale cornice di ogni attività deve pure essere obbiettivo delle azioni e comportamenti. Concetti sconvolgenti quasi destabilizzanti e perfino sobillatori che scossero l’Europa dalle fondamenta e fecero dell’insegnamento di San Benedetto la pietra miliare e la guida del mondo intiero. E il suo messaggio del lavoro quale strumento nobile e di amore di Dio e di realizzazione della propria umanità passò secoli più tardi per le mani di quell’altro riformatore cristiano che fu Giovanni Calvino che addirittura del lavoro e del successo personale di ognuno fece il segno della gratificazione di Dio e perfino della predestinazione, senza menzionare l’uso altrettanto rivoluzionario ma meno ‘cristiano’ che ne farà secoli più tardi anche quell’altro grande della umanità che fu Carlo Marx. Tutto dunque è partito da Montecassino, la prima fiamma che ha illuminato e riscaldato la umanità. Il colophon, il finalino di questo libro che è l’insegnamento di Montecassino oggi ancora più attuale e significativo, è pur sempre istruttivo rinvenirlo nella silloge apodittica dello sconosciuto brillante ermeneuta del 1800 allorchè sintetizzò il suo insegnamento, felicemente in: ora, labora et lege.

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A dispetto di vicende umane negative che purtroppo accompagnano il percorso esistenziale, l’Abbazia di Montecassino è stata fino ai giorni nostri punto di riferimento e di richiamo e di ammaestramento. Certo è che molto più meriterebbe tale significativa realtà, in iniziative e proposte tali da tenere e nutrire sempre di più la fiamma originaria ma purtroppo cominciano a mancare le forze, le vocazioni diminuiscono in modo esponenziale, il numero dei monaci si assottiglia sempre di più. A fronte di tale stato di fatto e a fronte anche di nuove emergenze che si sono abbattute ultimamente quali la perdita e lo spodestamento nel 2013 dalla secolare diocesi, la ‘promozione’ anzi la rimozione vera e propria nel 2007 di un suo amato abate della ricostruzione postbellica a arcivescovo di Gaeta, la perdita nel 2013 della facoltà consolidata e secolare ad eleggere il proprio abate da parte della comunità dei monaci, i guasti e i danni di immagine che sta provocando l’insetto ’mariuolo’ di craxiana memoria inseritosi nei gangli vitali dell’abbazia, tutto ciò è motivo di turbamento nella vita del Sacro Cenobio; epperò siamo fiduciosi che anche questo momento, sicuramente assieme alla distruzione del 1944, il peggiore e più buio della storia, sarà gradualmente superato e dimenticato, nel segno che marca il cammino di Montecassino da sempre: succisa virescit, anche se mi tagli, ho la forza di rigerminare.

GUERRA IN SIRIA: IL MISTERO DEL SATELLITE E QUELLE STRANE COINCIDENZE

Il 5 settembre 2015 le immagini dei satelliti aveva immortalato più di 700 tir per i rifornimenti di cibo e carburante di Cinzia Marchegiani

La Francia ha dichiarato guerra alla Siria e ora bombarda con l’approvazione del mondo. Ma quante bugie e misteri si celano dietro questa guerra nata dal mas sacro nel cuore di Parigi? Una strage che per sommi capi sembra un remake del precedente attacco terroristico nella sede di Charlie Hedbo. Intelligence francesi talmente sfortunati da avere maglie grosse come quelle delle reti da pesca, da farsi attaccare da commandos su tre postazioni diverse. Anche questa volta al fianco dei kamikaze è stato ritrovato un passaporto, che ha permesso di stanare gli integralisti che avevano vissuto nei sobborghi di Bruxelles. Ora il presidente Hollande ha dichiarato guerra e vorrebbe coinvolgere tutta l’Europa, certamente gli consentirà di poter avere la certezza che non sarà l’unica nazione ad avere sul peso della coscienza responsabilità storiche di una guerra piena di grandi ombre. Posizione dell'ISIS già nota a settembre 2015 e fuori dalla citta di Raqqa. Come mai si attacca la città di Raqqa quando il 5 settembre 2015 le immagini dei satelliti aveva immortalato più di 700 tir per i rifornimenti di cibo e carburante, oltre le armi ai convogli dell’ISIS? Il gior-

nale Asia News ne aveva già allora sollevato il quesito, grazie ai satelliti si conoscevano le coordinate precise e non si colpiva il cuore dell’ISIS mentre si preferisce sparare e gettare bombe sui ci vili? Ecco questa è una domanda che ci facciamo anche noi e ora troppe sono le incongruenze che ci vengono in mente. Nell’era dei satelliti e delle bombe intelligenti si entra in guerra dopo la figura che la Russia di Putin ha

fatto fare all’intelligence di tutto il mondo e di un’America che, fato vuole, non riesce mai a stanare l’ISIS, una creatura che attende rifornimenti di ogni tipo, anche armamenti che per assurdo potrebbero provenire dagli stessi Stati che vorrebbero distruggerlo, perché si sposta e vive in grandi carovane, dove dimorano perseguitati, donne rapite e prigionieri. Questa guerra ha moltissimi scheletri nell’armadio e vive e si alimenta del grande impatto mediatico che sortisce

sulle persone importanti reazionarie che fanno leva sulla rabbia e le emotività, non vorremmo che fossero usate per avere l’approvazione di operazioni che sanno di morte e manovre geopolitiche neppure troppo sconosciute. Quante verità ci sono state taciute? I bambini, le donne, i civili uccisi da bombe che distruggono tutto, tranne i terroristi che non si riescono a stanare neanche a casa propria, figuriamoci altrove.


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GUERRA ALL’ISIS L’osservatore d’Italia

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AEREO RUSSO CADUTO IN SINAI: È ATTENTATO TERRORISTICO. PUTIN DICHIARA GUERRA ALL'ISIS Il premier russo: "“Li cercheremo dappertutto, ovunque si nascondano, li troveremo in ogni posto del mondo e li puniremo" di Angelo Barraco

9.400 metri di quota e per il quale sembra ormai accertata l'ipotesi di una bomba a bordo. L'aereo, decollato dallo scalo di Stanted a nord di Londra, atterrò senza problemi e ai passeggeri non venne rivelato che erano stati ad un passo dalla morte. Il ministero dei Trasporti britannico ha confermato la noti-

Un atto terroristico a causare il disastro aereo del volo di linea russo nei cieli del Sinai, così riferisce il capo dei servizi segreti Russi Aleksandr Bortnikov a Putin. I risultati dell’inchiesta sono stati comunicati a Putin nella tarda serata di ieri,

dopo il suo ritorno dal G20 in Turchia. A tale riunione hanno presenziato: il ministro della Difesa Serghiei Shoigu, il direttore dell'Fsb Aleksandr Bortnikov, il capo di stato maggiore delle forze armate russe Valeri Gherasimov, il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, e il direttore del servizio di sicurezza all'estero, Mikhail Fradkov. Dopo che Putin ha saputo dai servizi segreti l’origine del disastro ha riferito che i responsabili saranno scovati ovunque si nascondano e saranno puniti. Inoltre Putin ha sottolineato che Mosca conta sul sostegno dei partner internazionali per la ricerca dei criminali: “Li cercheremo dappertutto, dovunque si nascondano, li troveremo in ogni posto del mondo e li puniremo. Non e' la prima volta che la Russia affronta barbari crimini terroristici, spesso senza alcun motivo visibile esterno o interno come e' stato nel caso dell'esplosione nella stazione di Volgograd alla fine del 2013” ha proseguito inoltre dicendo “Non abbiamo dimenticato nulla e nessuno, l'uccisione di nostri cittadini nel Sinai e' uno dei piu' sanguinosi crimini come numero di vittime: non asciugheremo le lacrime dalla nostra anima e dal nostro cuore, cio' che e' successo rimarra' con noi per sempre, ma - ha ribadito il leader russo - non ci impedira' di trovare e punire i criminali”. Putin usa il pugno duro, sottolinea fortemente che i raid aerei contro l’Isis devono essere intensificati e afferma che l’attività bellica non deve essere soltanto continua ma rafforzata, inoltre ha ordinato agli 007 di eliminare i responsabili dell’attacco. Due impiegati dell’aeroporto di Sharm sono stati arrestati poiché sospettati di aver aiutato i terroristi nell’aver piazzato la bomba. Ma dall’Egitto arriva la smentita che riguarda l’arresto e alcuni media internazionali annunciano: “L'Egitto smentisce l'arresto di due funzionari dell'aeroporto di Sharm el Sheikh, sospettati di di aver aiutato a

piazzare la bomba sull'aereo russo precipitato in Sinai, la notizia è falsa e priva di fondamento”. Gli eventi. Sul disastro avvenuto nel Sinai ai danni di un aereo russo, emerge con maggiore concretezza l’ipotesi della bomba avvalorata dagli inquirenti britannici. Intanto molti paesi hanno sospeso i voli in direzione Sharm el-Sheikh. Dunque è stato un evento "brutale e improvviso" a far cadere l'aereo russo precipitato sabato nel Sinai. A rivelarlo una fonte vicino all'inchiesta secondo cui le registrazioni della scatola nera farebbero quindi propendere più per la pista bomba. "Ogni cosa sem-

bra procedere normale, assolutamente normale durante il volo. E improvvisamente niente" ha spiegato la fonte secondo quanto riportano media francesi. "Ciò va nella direzione di un evento improvviso e immediato". Sempre secondo questa fonte anche l'analisi delle foto di alcuni rottami, perforati dall'interno verso l'esterno, "accreditano la tesi di un congegno pirotecnico". I dati preliminari non permettono di identificare "la cause della disintegrazione dell'aereo" che però è avvenuta in fase di decollo, ovvero 23 minuti e 14 secondi dopo che il velivolo si era alzato in volo, quando ancora era inserito il pilota automatico. A precisarlo, come detto, è stato il capo della commissione d'inchiesta egiziana sul disastro aereo dell'Airbus della Metrojet, Ayman el-Mokkadem, il quale ha aggiunto che "si sente un rumore nell'ultimo secondo della registrazione della scatola nera". Tale rumore, tuttavia, dovrà essere sottoposto a un'analisi spettrometrica per poterne definire l'origine. L'investigatore capo ha spiegato inoltre che i frammenti del velivolo si sono dispersi in un'area di 13 kilometri, dinamica "consistente con una deflagrazione in volo". Gli inquirenti hanno comunque ribadito che al momento non è possibile tirare "alcuna conclusione" sulla causa del disastro. Jet britannico schivò missile egiziano su Sharm Già oltre due mesi fa qualcuno provò ad abbattere un aereo di linea in fase di atterraggio all'aeroporto di Sharm el Sheikh. Il 23 agosto scorso solo la perizia del pilota e del primo ufficiale evitarono un altro attentato nei cieli del resort egiziano. Secondo quanto riferisce il Daily Mail e ha confermato il ministero dei Trasporti di Londa, un Boeing 737 della compagnia Thomson con 189 passeggeri a bordo venne sfiorato a soli 300 metri da un missile mentre era a bassa quota in avvicinamento, preparandosi ad atterrare a Sharm. Solo l'abilità del pilota, che vide il missile partire da terra e la traiettoria in volo, consentì di compiere una manovra 'evasiva' per schivare il razzo che passò appunto a soli 300 metri dall'aereo, in termini aeronautici un'inezia. In quel caso si tratto' con ogni probabilità di un missile "spalleggiabile" tipo lo statunitense Stinger o il russo Strela, che hanno gittate fino ad un massimo di 4 mila metri, ipotesi esclusa per l'Airbus A321 delle russa Metrojet, che volava a

zia dello scampato disastro per il jet della Thomson. Una fonte ha riferito "che ai comandi c'era il co-pilota ma è stato il comandante, sempre in cabina, ad avvistare il missile dirigersi verso l'aereo. Fu lui ad ordinare un'improvvisa virata a sinistra per evitare il razzo che passò a 300 metri di distanza. Solo i 5 membri dell'equipaggio furono informati del rischio corso. Al momento di ripartire, di notte, per precauzione il Boeing 737 decollò con tutte le luci spente. Forze armate egiziane ammettono errore Fonti egiziane avrebbero riferito che non si sarebbe trattato di un attentato terroristico ma ad un errore durante un'esercitazione delle truppe del Cairo vicino all'aeroporo di Sharm. Elemento che aumenta le perplessità ed i dubbi sull'affidabilità delle forze armate egiziane, se loro stesse ammettono di aver rischiato di abbattere, seppur per errore, un aereo di linea britannico con 189 persone a bordo. In ogni caso se il comandante del volo della Thomson Airways non si fosse accorto del lancio e della traiettoria del missile, mentre il copilota era impegnato nell'avvicinamento finale alla pista per atterraggio, invece che passare ad appena 300 metri dal velivolo, il missile dell'esercito egiziano avrebbe potuto centrarlo in pieno. Il governo egiziano, sempre più in difficoltà, ha ammesso che il missile che già oltre due mesi fa aveva sfiorato ad appena 300 metri un aereo di linea in fase di atterraggio all'aeroporto di Sharm el Shei, era stato sparato per errore dai suoi soldati durante un'esercitazione. Elemento che aumenta le perplessità ed i dubbi sull'affidabilità delle forze armate egiziane, se loro stesse ammettono di aver rischiato di abbattere, seppur per errore, un aereo di linea britannico con 189 persone a bordo. Il 23 agosto scorso solo la perizia del pilota e del primo ufficiale evitarono un disastro ma non a questo punto, secondo il governo egiziano, un altro attentato nei cieli del resort egiziano, come quello che sabato scorso ha visto abbattere un Airbus A321 della russa Metrojet con 324 persone a bordo. Secondo quanto riferisce il Daily Mail e ha confermato il ministero dei Trasporti di Londa, un Boeing 737 della compagnia Thomson con 189 passeggeri a bordo venne sfiorato a soli 300 metri da un missile mentre era a bassa quota in avvicinamento, preparandosi ad atter rare a Sharm. Turisti italiani in partenza Non rinunciano alla vacanza i 135 turisti italiani in partenza oggi, alle 14, da Roma Fiumicino con il primo volo per il mar Rosso,

dopo il disastro dell'Airbus russo nel Sinai. Sessantanove di loro sono diretti a Sharm el-Sheikh, mentre 66 fanno sosta a Marsa Alam, sulla costa ovest del Mar Rosso. L'arrivo dell'aereo della compagnia Blue Panorama a Sharm elSheikh, dopo un primo scalo a Marsa Alam, è previsto per le 20.45 ora locale.

Saranno le Forze Armate egiziane invece a farsi carico delle operazioni di rimpatrio delle decine di migliaia di cittadini russi bloccati nel Paese nordafricano. Dvorkovich ha definito adeguate le misure di sicurezza in vigore negli aeroporti di Mosca, verso i quali saranno indirizzati i rimpatriati. Frattanto la confederazione degli operatori turistici russi Ruti ha fatto sapere che saranno 13 le compagnie aeree coinvolte nelle operazioni di rimpatrio Tensione in aeroporto Cresce la tensione all'aeroporto di Sharm El-Sheikh, in Egitto, dove i passeggeri stranieri in attesa di rientrare in patria devono fare i conti con i voli cancellati per motivi di sicurezza, ma anche con un inasprimento delle misure di sicurezza e di controllo. Un funzionario dello scalo racconta ad al-Ahram, a condizione di anonimato, che i controlli sui passeggeri e sui bagagli si sono fatti più accurati, dopo che l'intelligence britannica ha parlato della possibile esplosione di una bomba nella stiva dell'aereo russo precipitato sabato scorso a 23 minuti dal decollo e costato la vita a tutte le 224 persone a bordo. "I controlli sono diventati più rigorosi - ha detto il funzionario - È aumentato il numero degli impiegati per migliorare il processo di ricerca mentre le forze di sicurezza, polizia ed esercito, sono dispiegati in forza all'aeroporto per mantenere un alto livello di sicurezza". La tensione riguarda poi anche gli operatori del settore del turismo a Sharm El-Sheikh, dove si prevede un calo di arrivi, e quindi di introiti, per l'allarme sicurezza e per la decisione di molti Paesi, dalla Russia alla Turchia, dalla Gran Bretagna alla Francia, di sospendere i propri voli. "La preoccupazione principale è che l'incidente possa mettere a rischio il settore del turismo" ha detto ad al-Ahram il presidente del settore turismo della Camera di commercio del Cairo, Amary Abdel Aziz. "Speravamo che la stagione 2016 fosse migliore di quella del 205" ha aggiunto. Sono i turisti russi i più presenti in Egitto, il 60% degli stranieri che frequentano il Mar Rosso, ma ieri anche il presidente Vladimir Putin ha ordinato la sospensione dei voli dal suo Paese verso l'Egitto per motivi di sicurezza. Aperta indagine su personale aeroporto E' stata aperta un'indagine su tutto il personale dell'aeroporto di Sharm el Sheikh che è entrato in contatto con l'aereo russo schiantatosi una settimana fa nei cieli del Sinai. Lo hanno annunciato funzionari dello scalo e della sicurezza egiziani all'Associated Press.


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CRONACA

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LORIS STIVAL, NUOVA VERSIONE SHOCK DELLA MADRE: "MORTO PER UN INCIDENTE" Un colpo di scena che lascia l'amaro in bocca. Veronica ha fatto tanti voli pindarici per poi finire vicina alla verità ma che appare ancora lievemente distorta. Perché tante bugie sulla versione di com'è morto il suo piccolo Loris? Ma andiamo per gradi. Loris Stival sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche che lo hanno strangolato. E' la versione della madre fornita a investigatori e magistrati di Ragusa, secondo quanto apprende l'Ansa. "incidente", avvenuto dopo che lei era Per Veronica Panarello sarebbe stato un tornata a casa, dopo avere accompa

gnato a scuola il figlio più piccolo.

Veronica Panarello, la madre di Loris, si trova in cella dal 9 dicembre scorso e su di lei pende la pesante accusa di aver ucciso il figlio con delle fascette. Le fascette che avrebbe utilizzato la donna per uccidere il figlio sono state consegnate dalla stessa con la spiegazione che tale fascette fossero state richieste e utilizzate dalla maestra di Loris per dei lavori a scuola. A maggio inoltre era stata respinta la richiesta di

scarcerazione. Nel mese di maggio di quest’anno la Corte di Cassazione ha deciso che Veronica doveva rimanere in carcere. Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Francesco Villardita e puntava alla scarcerazione della donna, ma è stato rigettato dalla I Sezione Penale della Corte di Cassazione, confermate dal Tribunale di Catania con l’ordinanza di rigetto del 3 gennaio. Il ricorso presentato dagli avvocati era costituito da 21 motivazioni che avrebbero dovuto far uscire dal carcere la donna.

blicazione di: - il documento ufficiale di Giunta o di Consiglio dove è stato stabilito che si potevano assegnare due sale del Palazzo Sforza Cesarini alla Associazione Città del Vino - il documento che indichi la quota di affitto che dovrà pagare la suddetta Associazione e che tipologia di contratto è stato stipulato per l’utilizzo delle sale - il documento con gli accordi fatti con detta Associazione per il pagamento della quota parte delle utenze ( Luce, Acqua, Spese di pulizia sale, ecc ) - le autorizzazioni necessarie degli organi preposti per applicare una targa dell’Associazione forando le mura storiche del Palazzo di fianco all’ingresso principale I portavoce del Movimento 5 Stelle di Genzano di Roma avvertono poi che: "in mancanza delle doverose risposte (con la pubblicazione, se esistono, dei documenti ufficiali ) alle nostre domande,

agiremo di conseguenza verso gli organi preposti e continueremo con ogni mezzo ad informare i Genzanesi di questo modo autoritario e padronale di uti lizzo dei beni pubblici." Insomma, una vicenda, che tra lo spostamento della sede legale e rappresentativa dell'associazione Città del Vino che fino a qualche giorno fa si trovava in terra di Siena in quel di Toscana, regione italiana tra le più rappresentative, se non la più rappresentativa, della viticoltura e dell'enologia italiana e che ora si trova a Genzano di Roma in un territorio dove oggi figurano solo due produttori, anche se fino a qualche decennio fa esisteva una realtà fatta da decine e decine di produttori che portavano quotidianamente il vino a Roma, dove c'erano due cantine sociali, ormai scomparse, che commercializzavano circa 200mila ettolitri di vino l'anno, dove la vitivinicoltura sembra subire un profondo declino prossima ormai all'estinzione, tra la richiesta di un comune, Nemi, che nulla ci azzecca con la viticoltura e con l'enologia, ci si domanda se tutta questa operazione non sia finalizzata ad "ubriacare" gli elettori in vista delle prossime comunali di Genzano di Roma e a seguire a Nemi. Assisteremo forse alla nascita del nuovo marchio PDop coniato dall'associazione "Città del Vino" per l'occasione?

GENZANO E NEMI, COMUNALI: LA "CITTÀ DEL VINO" CONIA IL

NUOVO MARCHIO PDop? di Ivan Galea

Genzano / Nemi (RM) - Sulla nuova sede legale e di rappresentanza dell'associazione "Città del Vino" presso Palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma, inaugurata lo scorso 17 ottobre 2015 e che ora riunisce i 450 Comuni italiani a vocazione vinicola, il Movimento 5 Stelle di Genzano di Roma ha protocollato, in data 12 novembre 2015, una richiesta di informazioni rivolta al Sindaco e a tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione in merito alla vi cenda che i pentastellati hanno sollevato a ridosso dell'evento che l'amministrazione di Flavio Gabbarini ha definito come "promozione del territorio" mentre per il M5s si tratterebbe solo "di una passarella politica per il Sindaco e per una deputata genzanese passata da SEL al PD." Quest'ultimo appare come un chiaro riferimento a Ileana Piazzoni attualmente deputata del Pd fuoriuscita dalle fila di Sel nel 2014. Oltre allo spostamento della sede legale e rappresentativa dell'associazione "Città del Vino" presso palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma, si è anche assistito ultimamente alla richiesta da parte del comune di Nemi di farne parte, nonostante il paese delle fragoline non sembri proprio poter rispondere a quei requisiti peculiari richiesti

dalle norme statuarie dell'associazione "Città del Vino" tra i quali si legge che possono divenire soci ordinari i Comuni che danno nome ad un vino o nei quali si producono vini a denominazione di origine o a indicazione geografica, o che documentino un’adeguata tradizione enologica connessa a valori di carattere ambientale, storico e culturale o produt tivo. "Abbiamo spulciato l'Albo Pretorio, commentano dal M5s di Genzano di Roma - dove abbiamo trovato alcune determinazioni che elencano le spese sostenute per la "promozione dell'evento" (circa 15.000 euro) ma nulla che indichi i doverosi passaggi per l'assegnazione delle sale del Palazzo Cesarini alla Associazione di cui il Sindaco è coordinatore regionale. Magari - proseguono i portavoce M5s di Genzano di Roma - ci è sfuggita? Può essere, ma finora non è giunta risposta, solo attacchi strumentali volti a screditare il M5s come insensibile alla promozione del territorio. Attacchi rivolti a noi da personaggi che da decenni sono nel cerchio magico della politica che ha amministrato Genzano e che ha lasciato morire ben due cantine sociali senza muovere un dito". Ecco cosa è stato chiesto all'amministrazione comunale dal M5s di Genzano di Roma con l'atto protocollato lo scorso 12 novembre 2015. La tempestiva pub

CAIVANO (NA): VIOLENZE SESSUALI SULLA FIGLIA DI 3 ANNI

L’uomo avrebbe costretto la bimba a subire atti sessuali contro la sua volontà in presenza della madre Napoli - All’alba di ieri, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i carabinieri della Compagnia di Casoria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Procura di Napoli Nord, nei confronti di 2 persone, conviventi, indagate per violenza sessuale aggravata nei confronti della loro figlia di 3 anni. Le indagini, pur derivando dalla vicenda - che ha suscitato grave allarme tra la popolazione - , della morte della piccola Fortuna Loffredo, avvenuta nel Parco Verde di Caivano il 24 giugno

che l’uomo avrebbe costretto la bimba a subire atti sessuali contro la sua volontà in presenza della madre, la quale - sebbene avvisata in più occasioni dalla figlia dei comportamenti assunti dal convivente ai suoi danni - non li impediva, omettendo, altresì, di denunciarli né si attivava per evitare il protrarsi delle violenze. Nel corso dell'indagini furono già adottati provvedimenti cautelari personali ed arrestati 2 coniugi, che abitavano nella stessa palazzina di Fortuna Loffredo, anch’essi accusati di violenza sessuale aggravata nei confronti della loro 2014, ha fatto emergere un ulteriore Fortuna. fatto, autonomo rispetto alla tragedia di Nel corso delle investigazioni, è risultato figlia di 12 anni.


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