Yohji Yamamoto "Y's"

OSCAR COLA ANTONINI A03000715

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA CAMPANIA LUIGI VANVITELLI DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E DISEGNO INDUSTRIA LE

CdL IN DESIGN PER LA MODA A.A 2016/2017 CORSO: ABILITA' INFORMATICHE DOCENTI: ANGELO ESPOSITO MARROCCELLA ALESSANDRA CIRAFICI

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA CAMPANIA LUIGI VANVITELLI DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E DISEGNO INDUSTRIALE CdL IN DESIGN PER LA MODA CORSO: ABILITA' INFORMATICHE A.A 2016/2017 OSCAR COLA ANTONINI A03000715 DOCENTI ANGELO ESPOSITO MARROCCELLA ALESSANDRA CIRAFICI

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Y

BIOGRAFIA

amamoto Yōhji; Tokyo, 3 ottobre 1943) è uno stilista giapponese. Dopo essersi laureato in legge all’Università Keio nel 1966, Yamamoto prosegue i propri studi di design della moda alla Bunka Fashion College. Dopo aver presentato le proprie creazioni pret-a-porter nel 1977, debutta a Parigi nel 1981, Yamamoto diventa rapidamente uno degli stilisti più influenti sulla scena dell’alta moda. Le sue principali linee di abbigliamento Yohji Yamamoto (unisex) e Y’s, ottengono un grande successo commerciale, soprattutto a Tokyo, anche se entrambi marchi sono venduti anche nelle boutique a New York, Parigi e Anversa.

Ha inoltre realizzato una versione limited edition della maglia del Real Madrid.

Nel 1989, il regista Wim Wenders realizza un documentario sulla vita e la professione di Yamamoto, intitolato Appunti di viaggio su moda e città. In anni più recenti Yamamoto ha avviato diverse collaborazioni con marchi come Adidas (una linea di abbigliamento sportivo chiamata Y-3), Hermès, Mikimoto e Mandarina Duck, che hanno aumentato il bacino di utenza del brand giapponese, permettendogli di aprire nuovi negozi nel mondo, e la prima boutique Y-3 a New York.

Inoltre collaborazioni con artisti di vario genere (Elton John, i Placebo, Takeshi Kitano - per il quale ha realizzato i costumi per i film Brother, Dolls e Zatoichi, Pina Bausch e Heiner Müller), hanno dato l’occasione allo stilista di mostrare differenti lati della sua estetica.

Fra i clienti di Yamamoto si possono citare Herbie Hancock, Chris Lowe, Pete Wentz, Steve McQueen, la stilista Donna Karan, la cantante Anna Oxa e l’attore Justin Theroux.

Yamamoto ha anche disegnato i costumi di scena per i concerti di Jean Michel Jarre.

Backstage sfilata autunno/inverno Yohji Yamamoto 16/17

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STILE:Assistere ad

una sfilata di Yamamoto e sentirsi proiettati in un mondo che sembra coniugare il futuro con la tradizione, è un tutt’uno. I suoi abiti sembrano uscire da certe antiche stampe giapponesi, dove il nero prevale e viene esaltato dall’accostamento con il bianco e i colori chiari e brillanti,

spesso in monocromia. Ciò nonostante, li si vede concepiti per uomini e donne che vivono nella city. Ogni abito di Yamamoto è costruito per sembrare già indossato.

Perciò ogni capo ha qualcosa che lo rende unico, fatto per chi lo indosserà e per nessun altro, come un’opera d’arte.

Ha sicuramente impresso nel suo immaginario gli orrori conclusivi della seconda guerra mondiale: gli

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strappi, gli accostamenti di tessuti grezzi e pesanti con la leggerezza di altri, l’uso di accessori unisex caratterizzano i vestiti delle sue prime collezioni nel ’77, ricordando uno stile post-bellico, o meglio post-atomico. « Lo stile è

titolo di “maestro”. Nelle collezioni del 1997 rende omaggio a Chanel e Dior, invertendo le proprie tendenze innovative, e recuperando canoni e stilemi della moda tradizionale.

l’arte di mischiare, di mettere in valore e di governare esteticamente ciò che uno ama. Per quel che mi riguarda, mi piace associare allo chic dei creatori quel che vado trovando al mercato delle Pulci. Scegliere è la nostra ultima libertà. Indossare gli abiti di certi stilisti è come cambiare vita. Quando qualcuno mi dice: “Yohji, desidero portare i tuoi vestiti”, gli rispondo: “Attento, non fidarti. Non è così semplice”. » (Intervista di Yohji Yamamoto su Elle del 1999) Dal 1983, la moda Yamamoto (insieme a quella di Rei Kawakubo), inizia a influenzare le passerelle occidentali. Già dalla metà degli anni ottanta, gli viene riconosciuto dai suoi colleghi il 9

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GOSSIP L'INQUIETANTE SAGGEZZA DI YOHJI YAMAMOTO

Spirito di contraddizione e fumo di sigaretta: in questa intervista per i-D il maestro ci parla della sua carriera e di anticonformismo.

Come si fa ad evitare di essere mediocri?

Non conformandosi.

Quando ho debuttato con la mia prima collezione a Tokyo tutto il mondo mi criticava: "Perché fa roba così orribile?" Invece che rassegnarmi ho deciso di rischiare, mi sono spostato a Parigi, questa città magnifica, per aprire un piccolo negozio, nella speranza che la gente lì

apprezzasse i miei abiti orribili.

La vostra idea ha funzionato, avete avuto tantissimo successo!

Non mi sono mai fidato del successo. Porta violenza. La gente è invidiosa, gelosa. E poi quando hai successo una volta fai di tutto per averne di più.

Per me il successo è la ricompensa per un lavoro ben fatto. Le altre concezioni di successo sono roba da Americani (ride).

Le spiace se mi accendo una sigaretta?

Cosa vorreste oggi come oggi?

Sono diventato un'enciclopedia, un saggio della moda. Non ha nemmeno importanza a che domanda rispondo. Questa cosa comincia ad annoiarmi. A volte vorrei occuparmi di altro. Ho iniziato a dipin-

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gere e a scrivere.

Sono una fenice.

Vorrei anche fare dei film.

Che genere di film?

Qualcosa a metà tra fiction e documentario. O forse dei porno.

La moda non è mai stata arte?

No, mai. È sempre stata solo vestiti. È artigianato, non arte.

Il mondo della moda è cambiato molto dal vostro debutto nell'industria?

Sì, la fast-fashion ha conquistato tutti. C'è questa necessita di fare in fretta.

La gente spreca i

vestiti. Compra, compra, compra, poi magari nemmeno li mette e alla fine li butta via. È questo l'inquinamento. Tutto ciò mi spaventa.

I prodotti che utilizziamo sono tossici. Ci sono già così tanti sprechi nel mondo.

Quanti uccelli stanno volando nel cielo in questo istante?

3 milioni? Lo sappiamo tutti che la terra si sta surriscaldando sempre di più. È arrabbiatissima.

Dobbiamo davvero riflettere su come migliorare la nostra indu-

stria. Non sono un ecologista, ma ultimamente penso davvero che la terra sia arrabbiata con noi. Dobbiamo fare in modo che si calmi.

Dobbiamo fare in modo che la situazione non precipiti. La gente che vuole sempre di più è difficile da gestire. I soldi sono una cosa problematica, non lo sapevate?

Una cosa che fa comodo ma che rende la gente scomoda.

Sapete di essere un'influenza per un'intera generazione di

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creativi?

La nuova generazione non ha nemmeno il tempo di respirare. Dovrebbero smetterla di stare con la testa davanti ad uno schermo. Pensano di conoscere il mondo grazie ai loro computer, ma non sanno nulla.

Per quanto mi riguarda non c'è nessuna sfida in atto. Non ho mai trovato nessuno al mio livello.

Non ho rivali.

Per lo meno, non ancora.

Vi ritirerete un giorno?

Non riesco ad immaginarmelo.

Credo sarebbe

una noia. Mi sento male al pensiero che il mio brand vada avanti senza di me.

Penso che Yohji Yamamoto morirà con Yohji Yamamoto.

Siete nostalgico?

Si, un po'. Il passato ha un lato romantico.

Questa cosa mi stimola intellettualmente.

Ma non dormo sugli allori. Mi rinnovo, ogni stagione. Il ritmo, il desiderio, mi fanno tenere in vita. Non sono mai soddisfatto, non sono mai contento

del mio lavoro.

"Essere migliore ogni giorno", questo è il mio motto. Più che un nostalgico sono un pessimista. Mia madre era vedova, sono cresciuto nella povertà. A 5 anni ho capito che il mondo era ingiusto. Mi sono sempre sentito sul punto di esplodere. È stata dura, ma sono sempre riuscito a reggermi sulle mie gambe e a non scadere nel banale.

Testo : Tess Lochanski

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BRAND IMAGE

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LA COMUNICAZIONE DIGITALE DEL BRAND

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Adidas yohji yamamoto :

la moda incontra il calcio con le nuove adizero f50 adidas in collaborazione con il pluripremiato stilista giapponese Yohji Yamamoto, l’uomo dietro al brand adidas Y- 3, presenta le scarpe da calcio adizero f50 Yohji Yamamoto in edizione limitata.

La adizero f50 Yohji Yamamoto è l’ultima di una serie di scarpe da calcio in edizione speciale, come le Copa Mundial bianche e “The Enlightened pack”, calzature con tecnologia riflettente utilizzate nell’ultimo turno di UEFA Champions League.

fiducia per esprimere se stessi senza alcun timore. Le persone devono sentirsi libere di esprimere se stesse. Basta seguire il proprio istinto.”

Le f50 Yamamoto utilizzano la stessa tecnologia della gamma adizero permettendo ai giocatori di essere più veloci che mai. L’ingegneria di precisione ha giocato un ruolo fondamentale in ogni aspetto della progettazione e di sviluppo di una delle scarpe più leggere sul mercato (solo 165g).

Sulla parte anteriore delle adizero f50 Yohji Yamamoto è disegnata una coppia di leoni imperiali che, anticamente, facevano da guardia agli imperatori giapponesi che vivevano su terreni sacri. Questo design che nasce dalla tradizione è stato riproposto in un contesto a cavallo tra modernità e cultura giapponese legata alla fantascienza, creando una connessione spirituale tra il passato e il futuro. Il risultato è un design inaspettato che trae ispirazione dal mondo della moda e che si farà sicuramente notare sul campo di calcio.

Yohji Yamamoto ha dichiarato: “La mia ispirazione è una miscela di tradizione e cultura moderna e fantascientifica giapponese che, spero, dia ai giocatori armonia e maggiore 24

"adizero f50 by Yohji Yamamoto"

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