Due donne un carisma 3 - 2017

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Elisabetta Girelli

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ANNO XXII

Due donne un carisma

Maddalena Girelli

settembre 2017


gsh Sommario 1) L’opera delle sorelle Girelli e la Compagnia di Sant’Orsola.....................................................pag. 3 2) Le sfide della nuova evangelizzazione........pag. 5 3) Ricordo e memoria delle sorelle Girelli....pag. 7

Pubblicazione sulla spiritualità delle sorelle Girelli - Anno XXII, 2017, n. 3 a cura della Compagnia S. Orsola Via F. Crispi, 23 - 25121 Brescia Tel. 030 295675 - 030 3757965 Direttore Responsabile: D. Antonio Fappani

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gsh L’opera delle sorelle Girelli e la Compagnia di Sant’Orsola Fra le molte opere di carattere spirituale, culturale e sociale emerge nella vita delle sorelle Girelli la rifondazione da loro compiuta della Compagnia di sant’Orsola che pure aveva svolto prima dell’età napoleonica tante attività benefiche nelle parrocchie. Il travaglio della rinascita della Compagnia fu lungo e difficile, ma dopo aver accostato diversi movimenti femminili, abbastanza numerosi in un secolo in cui si voleva ricostituire e organizzare un laicato femminile piuttosto disperso, la scelta delle due sorelle si soffermò sulla figura e sulla proposta di Angela Merici. Tale scelta rispondeva a due esigenze fondamentali: la consacrazione a Dio e la vita nel mondo, lontano dal tranquillo riparo del chiostro. In effetti la vita nella società religiosa e civile interpellava continuamente le consacrate con sempre nuove richieste, mai prima considerate. Gli anni della prima metà dell’Ottocento, tra crisi politiche, interventi repressivi, guerre che si trascinavano in Paesi già impoveriti e persino devastati dalle truppe napoleoniche, furono inquieti e difficili. In questo contesto si inserì la rivoluzione industriale con il conseguente abbandono delle campagne e l’emergere del mondo operaio con le sue rivendicazioni. Le sorelle Girelli erano molto consapevoli di tutto ciò, sia per la loro formazione in un ambiente familiare ricco di stimoli, sia per la loro personale, costante attenzione al mondo che le circondava. È importante cercar di capire perché in una molteplicità di possibili opzioni scelsero proprio l’ideale di vita proposto da sant’Angela Merici. La riscoperta e lo studio della Regola portarono a valorizzarne l’importanza e per certi aspetti l’attualità, la quale poi doveva esprimersi attraverso un’opera di aggiornamento e di apertura alle necessità del vivere quotidiano. Fedeltà e aggiornamento furono le preoccupazioni costanti di Maddalena ed Elisabetta Girelli. Come dichiarava mons. Verzeri, presiedendo la cerimonia della professione nel 1868: “ La Compagnia non era un Oratorio né una semplice Congregazione devota come sono tante altre che pur sono sì utili e sante, ma...doveva riconoscersi e tenersi come vero Istituto 3


gsh Religioso piantato in mezzo al secolo; ed esser tale veramente perché ha una vera Fondatrice Santa, uno statuto approvato dalla Chiesa e un regime di vera e propria professione Religiosa”. La Compagnia si doveva sviluppare in stretto rapporto con le parrocchie e in una relazione vitale con i parroci; doveva elaborare criteri nuovi per la formazione e la direzione delle consorelle; soprattutto però doveva riflettere sulle forme di apostolato, perché secondo lo spirito di sant’Angela esso fosse coerente con le necessità del tempo e dei luoghi in cui ci si trovava a operare. La stessa sant’Angela aveva esplicitamente previsto che le sue figlie potessero modificare e arricchire il testo della Regola là dove le esigenze contingenti lo richiedessero. Aver compreso con chiarezza come questa apertura fosse l’elemento precipuo della Regola di sant’Angela fu il grande merito delle sorelle Girelli, che seppero trarne insegnamenti e stimoli per affrontare i tanti problemi della società a loro contemporanea. Questa nuova comprensione delle possibili aperture di una vita consacrata resta un patrimonio a cui attingere da parte di tante generazioni di Angeline e di quelle che verranno. Ancora oggi essa può ispirare lo stile di vita di persone consacrate, in una fraterna capacità di ascoltare, di consigliare, di farsi carico con quel rinnovato entusiasmo che risuona nell’invito di sant’Angela: “E fate vita nuova”.

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gsh Le sfide della nuova evangelizzazione È molto significativo il fatto che papa Francesco si sia voluto recare sulle tombe di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani a rendere omaggio a due santi del mondo contemporaneo e alla loro personale lettura dell’invito alla santità rivolto a ogni cristiano. Entrambi questi sacerdoti posero, accanto a una indiscussa fedeltà alla Chiesa, l’impegno a farsi carico delle necessità del mondo che li circondava con l’annuncio vivo del Vangelo. Hanno cercato di leggere i segni dei tempi nterpretandone le esigenze alla luce del messaggio cristiano. Papa Francesco ha invitato tutti a riflettere sul duplice valore della loro scelta: anche quando maldicenze, cattiverie o più semplicemente incomprensioni li affliggevano, restavano figli devoti e obbedienti della Chiesa senza però desistere dal compito che si sentivano affidato dalla Provvidenza. Dall’esilio in piccoli borghi sperduti seppero inviare a tutti messaggi forti e originali; seppero, come don Mazzolari, opporsi alle prevaricazioni di un regime dittatoriale e sostenere ed accogliere i perseguitati; organizzarono, come don Milani, una scuola talmente innovativa da diventare segno di cambiamento non solo in Italia: il suo volume, scritto a più mani con i suoi ragazzi, “Lettera a una professoressa”, fu tradotto e stampato in molti Paesi del mondo. Il segreto della loro santità fu, come proclama papa Francesco, nell’avere con umiltà ma anche con fermezza saputo trovare nell’obbedienza la forza di cambiare le cose, non con proclami altisonanti o con una intensa attività sociale, ma individuando nell’ambiente intorno un punto preciso dal quale partire e sul quale lavorare. È un comportamento che è alla portata di tutti. Infatti il pontefice non ha voluto fare la rievocazione storica di due sacerdoti, ma proporre un esempio a tutti i cristiani nella concretezza della loro vita. Lo straordinario sta nella quotidianità ordinaria delle piccole cose, dei gesti semplici uniti a grandi pensieri. Il bivio di fronte a cui si sono trovati don Primo e don Lorenzo si presenta a ogni cristiano e gli impone scelte radicali. Del resto lo stesso pontefice non è esente dalla prova di tali scelte. Spesso noi non ci rendiamo con5


gsh to della logorante tensione fra il vangelo della misericordia e la fermezza nella difesa dei principi fondamentali della fede e della morale. Riusciamo a mala pena a comprendere la fatica di estendere a tutti gli uomini la tenerezza della comprensione paterna, la condanna di soprusi e aberrazioni, la pazienza dell’accettazione e dell’attesa. Tutto questo però vale anche per ciascuno di noi, succube spesso della tentazione di una vita comoda, chiusa in se stessa anziché aperta al dono. Se padri e madri, insegnanti e catechisti, anime devote e anime consacrate, tutti compissero il loro dovere con dolcezza e comprensione, ponendosi accanto ai giovani con poche parole, ma con gesti importanti, riuscirebbero a trasmettere a questa generazione così drammaticamente disorientata in un totale vuoto di valori la fiducia di essere capiti e perdonati, accolti sempre. Il cristiano, fermo nelle sue convinzioni e aperto alla capacità di comprendere, è nella società che lo circonda un punto di riferimento costruttivo, una persona di cui ci si può fidare. Egli induce a compiere passi decisivi e scelte innovative perché lui stesso li compie nel quotidiano esercizio della vita più semplice e comune o più socialmente impegnata e responsabile dei molti a lui affidati. La santità di don Mazzolari e di don Milani viene dal papa indicata come una strada che si apre davanti a tutti. Irma Bonini Valetti

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gsh Ricordo e memoria delle sorelle Girelli Il seguente documento è un ricordo delle sorelle Girelli scritto da LUDOVICO MONTINI, fratello di Paolo VI. La famiglia Montini conosceva bene le sorelle Girelli. Il papà Giorgio aveva collaborato con loro per opere caritative nelle parrocchie attorno alle Grazie. D. Battista celebrò una delle sue prime messe nella stanza dove Maddalena Girelli giaceva ammalata, in via Cairoli. Ludovico Montini presenta le Girelli nell’aspetto della brescianità benefica di quella classe di famiglie benestanti della città, che avevano fatto della carità il segno distintivo della loro nobiltà. “Le sorelle Girelli furono tra le persone che si identificano con la mia brescianità. Fin da piccole la loro figura si imprime nella relazione con la mia Famiglia e nell’ambiente delle conoscenze familiari del tempo. Le Girelli sono poste molto in alto nella scala dei valori sociali dl Brescia, come una aristocrazia singolare della bontà e dell’esempio, senza privilegi di potere, ma con privilegio di considerazione indiscutibile. Le sorelle Girelli si presentano alla mia memoria come una inscindibile unità, anche se il loro nome proprio: Elisabetta e Maddalena mi fossero ben noti, ed anche la loro figura fisica si presenta distinta alla mia memoria. Ma insieme formavano quasi una istituzione nella loro unità di azione e di guida nel campo cattolico, nel fermento vivo del loro tempo: religiosità dinamica con illuminazione laicale, caratteristica della fioritura storica del loro tempo in tensione fra sopravvivenze temporali e spinte di libertà. Ricordare la gravità e le difficoltà intorno al “Sillabo”, intorno all’intransigentismo del potere politico di Roma papale ... é cosa superflua in questo momento ... Ma bisogna tenerne conto per capire il perché le sorelle Girelli rappresentano (come ho detto) quasi una istituzione bresciana fra le Famiglie e la gente del tempo. 7


gsh Donne del Vangelo

Come si sa, le sorelle Girelli furono a scuola e convitto nel “Collegio delle Vergini” di Castiglione. Il Collegio ebbe una lunga serie di peripezie legali, molto più tardi. Furono cause lunghe e difficili nelle quali si prodigò la competenza e la passione del noto Avvocato Luigi Bazoli; per il riconoscimento legale contro la soppressione. Le due sorelle frequentarono il collegio con la mia nonna: Francesca Buffali Montini e con altre fanciulle di altre Famiglie bresciane, partecipando così di quella élite nobil borghese che fa da tramite fra i residui della restaurazione napoleonica e le nuove leve della società borgheseliberale patriottica, propria della seconda metà dell’800. Valore incommensurabile della personalità delle sorelle Girelli da un lato degne entrambi della brescianità laica del tempo, e assimilabili per un altro verso a quel “gruppo di santità” che va dalla Paola di Rosa alla Verzeri, dalla Canosa di Verona alla Cocchetti legata ai Passi di Bergamo, dalla Capitanio e Gerosa alla Cabrini (più tardi) ... per dire soltanto del Lombardo-Veneto. Sagge donne del Vangelo, di un femminismo Cattolico ante litteram, profondo e amabile severo e integrale che solo arriva a velare di pudore l’insondabile sensibilità femminile. Si spiega così come le sorelle Girelli fossero amate e riverite da ogni ceto di persone, conside-

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gsh rate quasi una unità - ripeto - istituzionale singolare nella nostra diocesi, e ovunque si estese la loro famiglia religiosa. Come mia testimonianza personale non ho cose emergenti da riferire; posso soltanto affermare e confermare tutte quelle cose che sono riportate nelle varie pubblicazioni e nelle quali si descrivono la vita e le attività delle sorelle Girelli. I vari autori, spogliati un po’ da quel tanto di agiografia che si addice alla presentazione esemplare di Elisabetta e di Maddalena, danno una idea fedele di quanto io posso ricordare di loro. Aggiungo se mai qualche cenno. Primo: io ho sempre ritenuto come una specie di primato in Elisabetta. Difatti quasi sempre si parla di Elisabetta e di Maddalena, e non viceversa. Solo chi si ferma a considerare la cosa avverte che Maddalena é prima di Elisabetta per nascita. Soltanto dopo la morte di Elisabetta é apparsa la persona di Maddalena nella sua piena e viva realtà esterna. Mentre nell’interno delle loro opere la gerarchia anche dell’età, era valida, Maddalena é infatti la superiora, Elisabetta é come in subordine, mentre esteriormente nel binomio, Elisabetta é quasi sempre nominata prima di Maddalena. Ciò è dovuto al fatto che Elisabetta scrive e pubblica, ha più facilità di relazioni sociali, si direbbe, estroversa rispetto a Maddalena, la quale é più raccolta in sè e concentrata nella direzione e amministrazione delle varie opere fondate dalle Girelli. Così a me è rimasto il ricordo della loro immagine .... istituzionale! Secondo: la loro unità le rafforza reciprocamente; e se è vero che Maddalena si conosce meglio dopo la scomparsa della sorella, rimane, secondo me, estremamente importante rilevare la singolarità di questa coppia la cui santità matura anche nel completamento che una anima dà e riceve dall’altra anima, moltiplicandone i benefici frutti per entrambe e ciò senza commistione o perdita delle personalità rispettive, anzi dimostrando nella economia della carità un servizio continuo una per l’altra. Si potrebbe dire che l’una s’é santificata nella propria identità aiutando l’altra a compiere lo stesso prodigio di scambio ineffabile e misterioso, che il procedere verso la santità ciascuna secondo la propria vocazione. Terzo: dovrei forse insistere su questa istituzionale figura delle sorelle Girelli che si presenta a poco a poco come tipica del loro tempo, e genera 9


gsh i frutti della istituzione delle “Angeline”! Le “opere e i giorni” delle Girelli trasferiscono nella realtà quotidiana l’esempio della loro unità di vocazione pur nel rispetto della singola loro personalità. Le “Angeline” portavano in un certo senso nelle famiglie, nelle parrocchie, il segno caratteristico di due sorelle uguali e differenti, consacrate dai loro stessi voti come dalle stesse regole di vita pratica. È forse così che la “Compagnia di S. Orsola” diviene nella diffusa valutazione del tempo la famiglia delle “Angeline”. Dire “Angeline” a Brescia voleva dire sì “figlie di S. Angela”, ma sul modello delle sorelle Girelli e sulla loro comune direzione frutto della confluenza delle due anime di Elisabetta e di Maddalena nella vita concreta. Dire “Angeline” a mio ricordo voleva dire riassumere nel comune sentimento, quello che fin qui ho cercato di esprimere. Nella nostra casa infatti ci furono a servizio quasi sempre delle “Angeline” così come nelle altre famiglie amiche. Il riferimento fra la buona colf del tempo e l’opera delle sorelle Girelli, era cosa normale. Quarto: piccoli ricordi. Fin da piccolo io ricordo le due sorelle all’uscita della funzione classica in Duomo per Natale e fine anno: dopo la Messa e la solenne benedizione del Vescovo c’era un breve incontro fra familiari con lo scambio di saluti, auguri e confidenze. Questa è solo una istantanea di gruppo! Mentre devo proprio richiamare che mio padre (Giorgio) e tutti gli amici del suo ambiente, avevano grande stima, confidenza e affezione per le Girelli. E mio zio (Dr. Giuseppe) fu sempre loro medico di fiducia e medico di fiducia della Compagnia delle “Angeline”. Fu lui che assistette alla riesumazione dei corpi delle due sorelle. Ricordo poi vagamente d’esser andato qualche volta a far loro visita in casa (niente di monolocale, ma linda e pulita) non so più con chi, se con la Nonna mia, la Mamma (Giuditta Alghisi, mamma anche di Paolo VI) o la nostra “Zia Maria”. Nomino apposta la Zia Maria perché essa era un po’ il simbolo di tutte le cure, le piccole incombenze, le provviste, l’ordine del servizio nella nostra grossa famiglia, che sempre ospitava cugini e parenti. Era la “Zia Maria” che assicurava l’andamento domestico un po’ sul modello delle tante preziose “angeline” che passarono nella nostre case bresciane... La Zia Maria, a guardarla ora, mi sembra un po’ un frutto delle Girelli sia nell’immagine del buon andamento della vita di quei tempi, ma sia an10


gsh che perché mi ricordo che le sorelle Girelli, intorno a quegli anni erano accompagnate (e accennerò più avanti) da una loro giovane parente Erminia Passi, che io paragonavo un po’ - per certi aspetti - con la nostra Zia Maria. Fra i ricordi, confermo qui il noto episodio del cospicuo versamento delle Girelli per lo sciopero di Concesio, e se non sbaglio, fu proprio dalla Zia che io seppi di tale versamento che venne fatto con queste parole: “Abbiamo venduto un po’ di fieno... é qui nella busta, per lo sciopero di Concesio”. Erano 1400 lire del tempo, che oggi sarebbero circa 140 milioni! Finisco questi cenni con un richiamo ad altre parole che mi sono state riferite in casa a proposito (come dicevo) della loro nipote Erminia Passi (la quale succedette a Maddalena a capo della Compagnia). Si tratta di un motto di spirito significativo del carattere delle Girelli. Per il fatto che qualcuno aveva trattato con rispetto e deferenza la Erminia, subito una delle Girelli aggiunse testualmente (in dialetto) : “Te, te, non crederti qualcosa, che ti trattano bene perché sai come si fa col cane della padrona!”. Quinto: é proprio da questo singolare motto che traggo qualche riflessione, sulla personalità umana e santificata delle Girelli. Le Girelli erano considerate Signore, si diceva sempre “le Signore Girelli”. E lo erano, nel senso di ricchezza, ma non nella figura di “persone ricche” neppure per ceto. Signore proprietarie, ma non padrone nel senso sociale deteriore. Signore, buone amministratrici, non conservatrici della ricchezza. Signore benefiche, ma non benefattrici di elargizioni! Le Girelli erano libere nello spirito della loro vita e delle loro opere. Capaci di autorità, senza sforzi di parole, ma non autoritarie. Decise nella loro attività e relazioni umane; ma sommesse, modeste ed umili e sempre esemplari in ogni comportamento. 11


gsh Spiritualità aperta alle necessità del mondo

Da qui bisognerebbe passare a qualche approfondimento (sempre secondo quanto io mi sento di riassumere nello spirito del ricordo). Le caratteristiche della classe borghese (borghese alta) nel passaggio risorgimentale post napoleonico (Napoleone III!) si presentano un po’ come il passaggio dalla inerzia dei “signori” alla nuova fase di fervore di operosità per tutti, di probità negli impegni attivi, semplicità sempre schietta ma un po’ riservata dei bresciani. Sicché si trovavano commisti: un patriottismo sincero (da 10 giornate di Brescia a battaglia di S. Martino) con un patriottismo di fondo anticlericale e anticattolico - spesso massone. Erano i tempi che gli “zanardelliani” imperavano, mentre magari avevano in famiglia sorelle di tipo Angeline. Le sorelle Girelli si pongono nel bel mezzo della linea di nobiltà dei cattolici-laici del tempo: un rischio e un’audacia. Il trasformismo degli avversari laici, con la loro sottile areligiosità (non disgiunta da una certa stima esterna per le Girelli) arrivava fino a certi scherzi ironici sul pietismo delle Girelli. D’altronde l’intransigentismo miope di taluni cattolicissimi, non vedeva troppo di buon occhio la linea che era nello spirito delle Girelli! Politica o non politica? Le Girelli non facevano politica, ma, a mio avviso, erano vicine a quella formula diventata poi famosa: “la preparazione nell’astensione”, che da Brescia ha preparato quella via dei laici cattolici - e arrivata fra tante vicende storiche fino agli orientamenti del Vaticano II e alle odierne direttive della CEI. Le Girelli furono donne borghesi del loro tempo, ma la loro spiritualità santificante, le avrebbe sempre guidate verso “i segni dei tempi” cristiani. La caratteristica della spiritualità delle Girelli, pietà religiosa estesa e devota senz’esser pietismo. Riservatezza personale austera. Intimità mistica, che appare negli scritti specialmente di Elisabetta, ma che si esplica nell’azione evangelizzatrice di Maddalena, con sintonia ben cosciente fra le due sorelle. La spiritualità (sulla linea di quel tempo) sul modello della spiritualità francese (si potrebbe approfondire questa nota (S. Francesco di Sales)). Anzitutto però la ispirazione di fondo che veniva dall’”Imitazione di Cristo” del Kernpis, e, inutile dirlo, dal Vangelo - specie come veniva presentato alla “Pace” - l’Oratorio filippino in auge. 12


gsh Severità rigida assoluta dei costumi spinta forse fino a certe forme che ora appaiono anche troppo eccessive, mentre si corre alle esagerazioni pagane dell’educazione sessuale. Grandissimo appoggio sul “confessore” e sul direttore spirituale. Mortificazione continua, per rinnegare se stesse anche nella liceità materiale. Una spersonalizzazione che portava alla sistematica ubbidienza, come disciplina della volontà, anche fra loro, in modo reciproco (come abbiamo prima accennato). Tutto questo dico per reminiscenza, più che per ricordi specifici.

Le Girelli, caritatevoli e santificanti

Veniamo all’oggi, e qui riassumo: Breve cenno sulle novità spirituali maturate nel Vaticano II: libertà e persona umana messa più in risalto. Una specie di battesimo cristiano delle demoniache tendenze del nostro tempo: corporeità, marxismo, esistenzialismo.... Una concezione senza Dio nella società. Un accrescersi di scienze profane che influisce su tutti gli aspetti della condotta sociale (psicanalisi ... mass-media ...). Tanto per fare un esempio solo: pensiamo alla differenza fra il tema della castità del tempo delle Girelli e la forza delle riflessioni di Papa Wojtila sulla “coppia”. Una differenza e un calo religioso, proprio entro la comunità della “buona gente” che andava allora e quella che va ora in Chiesa. Cosa ci direbbero, come si comporterebbero, quali eredità ci consegnerebbero oggi le sorelle Girelli? Quale può essere la loro attualità?? Ecco io penso che vi sarebbe una specie di incontro-scontro. Da una parte il ricordo del loro esempio concreto nelle vicende del loro tempo: ci si ferma come ad un passato che non torna. Dall’altra una sopravvivenza vitale della loro esemplarità santificante. Ma su questa strada, che sembra di sorpasso dei valori “delle Girelli” si sta andando verso le catacombe materiali (in un restringimento di numero, di vocazioni, di orizzonti operativi, ...) oppure verso “catacombe élitarie” (gruppi più intimamente ristretti, meno opere e più contemplazioni?? O c’è dell’altro ?? Guardando alle “Girelli” si finisce per guardare alla Chiesa stessa nel suo cammino nel tempo. E questa riflessione ci porta già a ritenere che le Girelli sono un punto di riferimento sulla santità vissuta secondo i tempi. 13


gsh La Chiesa è sempre sulla trincea del cattolicesimo vivente. E qui su questa trincea troveremo in linea anche oggi le sorelle Girelli. In linea di incontro e scontro, ma linea di guida e di avanguardia per l’esempio di queste due donne del loro tempo, ma guida ed avanguardia per noi e per la continua rifioritura della Chiesa. Ma come ciò? Anzitutto (mi si lasci dire) sul terreno materiale della nostra brescianità che si rinnova nella storia: non ci dice nulla per la nostra terra l’incontro qui fra Giovanni Paolo II e lo spirito di G.B. Montini che fu giovane contemporaneo delle Girelli?? Poi sul terreno della spiritualità che pur sembra un po’ in contestazione di scontro e incontro fra le forme che mutano, mentre invece perdura la sostanza santificante. Abbiamo davanti due anime sante, esempio ancor oggi vitale: di rinnegamento di sé quanto ai beni temporali, anche se oggi questi richiedono forme economiche più avanzate di uso; esempio di castigatezza dei sensi anche se oggi da esercitare in forme meno semplicistiche e meno rigide, meno piccine di quelle fino troppo eccessive della fine del secolo (si pensi alle ridicole pruderie della grande Regina Vittoria, dei loro tempi!!) - ma castigatezza sempre più che mai necessaria se si vuol dalla decadenza salire verso una virilità e una femminilità degne dell’uomo, e di una umanità come la Chiesa del Vaticano Il ci indica; esempio di ubbidienza (o disciplina) meno irrazionale e meno meschina sì di quella che ci ha portato per eccesso alle contestazioni diffuse, ma pur sempre necessarie per risanare un permissivismo lassista che minaccia tutte le fibre della umanità; un esempio di preghiera continua, profonda, convinta, garanzia anticipatrice di quella riforma liturgica, che oggi ci fa sembrare un po’ superate le troppo devozionali forme del loro tempo. Così “le Girelli” nell’incontro e scontro che scandisce i tempi le possiamo sentire vive, ed esemplarmente santificanti, per la Chiesa di oggi. Maddalena ed Elisabetta. Elisabetta e Maddalena! Guide oggi, attuali, verso la santità nel variare del cammino verso l’eternità”. a cura di Don Mario Trebeschi

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s hVenerabili Preghierag alle Sorelle Girelli per ottenere grazie!

Elisabetta Girelli

Maddalena Girelli

O SS. Trinità, sorgente di ogni bene, profondamente Vi adoro e, con la massima fiducia, Vi supplico di glorificare le vostre fedeli Serve Venerabili Maddalena ed Elisabetta Girelli e di concedermi per loro intercessione la grazia... Padre nostro, Ave Maria e Gloria N.B.: 1) Chi si rivolge al Signore con la suddetta preghiera, specie in caso di novena, affidi la propria intenzione all’intercessione di entrambe le venerabili sorelle. 2) Ottenendo grazie per intercessione delle Venerabili Serve di Dio Maddalena ed Elisabetta si prega darne sollecita comunicazione a: Compagnia S. Orsola - Figlie di S. Angela - Via Crispi, 23 - 25121 Brescia. Chi desiderasse avere questo inserto da distribuire in Parrocchia, può richiederlo telefonando allo 030.295675. Supplemento a “La Voce della Compagnia di S. Angela. Brescia”, settembre 2017, n. 3

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