Quaderno 2-2016

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Per questo tipo di impianto, la Norma definisce quindi le seguenti tabelle millesimali12: Per determinare la quota involontaria, ci sono due metodi: il calcolo (teorico) delle perdite dalla rete di distribuzione utilizzando le formule e i criteri riportati nella UNI/TS 11300-2 (servono le dimensioni di tutte le tubazioni, lo sviluppo della rete e le caratteristiche dell’isolamento), o l’applicazione di una percentuale forfettaria sul fabbisogno13 di energia totale desunta dal prospetto 10 della Norma. La prima criticità da segnalare è la seguente: quei valori percentuali tratti dal prospetto (variabili dal 20% al 30% del fabbisogno) sono validi per impianti funzionanti a regime continuo e omogeneo. Per edifici con l’impianto utilizzato solo da una parte degli utenti, le tipiche “case per vacanza”, una percentuale verosimile è del 70% sul consumo finale di energia14. Su impianti non sezionabili, infatti, per mandare l’acqua calda in un singolo appartamento (esempio estremo) devo in ogni caso farla circolare sull’intera rete di distribuzione, con conseguenti elevate perdite di energia “involontarie” rispetto a quella totale. Applicare la percentuale da Norma potrebbe portare ad aumentare in modo squilibrato il costo volontario che dovranno sostenere coloro che usano l’impianto maggiormente (per orari di funzionamento o per posizione termicamente svantaggiata). E tale fenomeno, come già scritto, non è proprio solo delle “case per vacanza”, ma si ha anche negli edifici abitati normalmente ma con utilizzazione ridotta rispetto al 100%; specie se sono situati in quelle zone climatiche dagli inverni non particolarmente freddi.

La norma non entra in dettaglio poi, su un aspetto fondamentale che, forse è dato per scontato. È su questo aspetto, che si segnala la seconda criticità, per la quale ci sono già i primi pareri: quando si effettuano i calcoli energetici per stabilire i millesimi di fabbisogno, è plausibile ritenere che li si debbano effettuare sullo stato reale dell’appartamento: se ho una nuova finestra in PVC con doppio vetro trattato cambiata un anno addietro, la considero nei calcoli, in quanto in effetti riduce il consumo non solo dell’appartamento ma anche dell’impianto centralizzato! Assodato questo punto, cosa succede se successivamente all’approvazione delle tabelle millesimali, un condomino cambia le finestre o si isola la parete esterna: vanno rifatte le tabelle?! Un metodo impossibile da proporre. La soluzione prospettata da alcuni, e attualmente in valutazione nella revisione della Norma, è quindi quella di effettuare i calcoli sulla base dello stato iniziale dell’edificio come costruito; si risolve il problema della variazione continua delle tabelle scaricando l’onere sul professionista che si trova costretto a “ipotizzare” su edifici esistenti, la configurazione originale15. Tale assunto, viene giustificato anche con il fatto che le spese involontarie di energia sono proporzionali alla grandezza e alla potenzialità dell’impianto, che si ipotizza inalterata rispetto all’epoca di costruzione. Non sempre ciò è vero, specialmente per quanto riguarda le caldaie, ma è una giustificazione ragionevole. Recentemente, analizzando un condominio degli anni ’50, è stato possibile recuperare la descrizione dell’immobile effettuata da un collega

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