Quaderno 2-2016

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colare stabilità, essendo stati prescelti sulla base di precisi criteri di esclusione. È interessante notare come, negli Stati Uniti, proprio in vista delle difficoltà insite negli studi di sicurezza, tra i requisiti per la accettazione di un sito vi siano la relativa “caratterizzabilità”, modellabilità, analizzabilità e monitorabilità [5]. A partire dagli scenari, soprattutto in vista di una trattazione quantitativa, la potenziale migrazione delle sostanze radioattive dal deposito viene tradotta in modelli concettuali, essenzialmente attraverso valutazioni di esperti [20]. I modelli concettuali, dunque, descrivono schematicamente il trasporto dei contaminanti, a partire da un insieme di sorgenti di rilascio, attraverso compartimenti ed altre possibili vie di transito. I compartimenti sono costituiti, ad esempio, dalla matrice del rifiuto stesso, dai fusti, dai moduli di contenimento, dalle strutture del deposito, dalle diverse componenti della geosfera e della biosfera, dagli acquiferi; taluni di questi compartimenti, se particolarmente estesi o eterogenei, possono essere suddivisi in strati sovrapposti. Le vie di transito dei contaminanti possono essere le diverse barriere, l’aria (per i gas es.: Radon- e per gli elementi volatili), il suolo, le acque superficiali e sotterranee (principalmente a seguito di fenomeni di lisciviazione), le piante (attraverso l’estrazione di sostanze dal suolo), gli animali (mediante scavo e costruzione di tane o attraverso il relativo ciclo di alimentazione ed eiezione). I meccanismi dominanti di trasporto hanno luogo ad opera delle acque e dell’aria. Naturalmente, oltre ai processi di trasporto nelle diverse direzioni, il modello deve contemplare anche processi che determinano modifiche nelle caratteristiche delle parti interessate, quali: • degradazione delle matrici e delle strutture di contenimento; • erosione da flussi liquidi o aeriformi o da lastre di ghiaccio;

collassi (es.: pendii), cedimenti, consolidamenti; • lisciviazione; • reazioni chimiche, anche correlate al trasporto di calore, corrosione; • variazione della porosità del mezzo, occlusione di alcune vie di trasporto, anche come conseguenza della precipitazione di sostanze derivanti dalla degradazione di rifiuti e barriere; • dissoluzione, deposizione e saturazione di liquidi, formazione di pozze. Alcuni eventi naturali o indotti dall’uomo richiedono una particolare valutazione anche solo per determinarne la ragionevole esclusione (tornado, test di armamenti, utilizzo di fuoristrada per ricreazione, meteoriti, fenomeni vulcanici) [20]. Infine, i modelli devono assicurare la copertura di tutte le principali vie di esposizione dell’uomo, sono pertanto rilevanti le modalità di utilizzo delle acque, della flora e della fauna da parte della popolazione. Ad esempio, il codice RESRADOFFSITE considera nove vie di esposizione per l’uomo: radiazione diretta esterna, inalazione di particolati e Radon, ingestione di piante alimentari, di carne, di latte e di cibo acquatico, di acqua e di suolo. Il modello concettuale di quel codice è illustrato nella figura 1. Per una completa definizione di eventi e processi può essere molto utile il coinvolgimento, anche via web e fin dalle prime fasi di avvio degli studi, di diversi soggetti informati e portatori di interessi in grado di fornire contributi di esperienza, di memoria storica e di conoscenza delle caratteristiche e degli usi locali. Sono disponibili numerose esperienze relative a siti di smaltimento con particolare riferimento a quelli basati principalmente sulle barriere geologiche. Infatti, ad esempio, negli USA sono stati utilizzati nel passato sistemi di smaltimento con barriere ingegneristiche relativa-

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA


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