roma e della realizzazione di un deposito. L’oggetto di questa nota riguarda essenzialmente quella parte dell’analisi di sicurezza in grado di fornire il quadro globale dell’efficacia delle misure attuate, indirizzata principalmente alla verifica dell’effettivo raggiungimento degli obbiettivi di limitazione dell’impatto radiologico e di controllo del rischio da radiazioni ionizzanti (in taluni contesti denominati indicatori primari di sicurezza [6]). Detta verifica è intesa a valutare l’efficacia delle misure attuate per l’isolamento dei materiali pericolosi dalla biosfera e presuppone una analisi accurata, che tenga conto delle caratteristiche tecniche del progetto e delle modalità operative, nelle diverse condizioni e nei tempi ipotizzabili. Nella letteratura internazionale, a seconda dei contesti, analisi di questo tipo possono essere indicate con varie locuzioni quali “safety analysis”, “safety case”, “performance analysis” etc.; in questa nota tale analisi verrà denominata“studio di sicurezza”. Come già accennato, dai risultati dello studio di sicurezza possono emergere limitazioni alla quantità di rifiuti da immagazzinare nel sito. Per effettuare uno studio di sicurezza adeguato, bisogna conoscere in dettaglio le caratteristiche dei rifiuti4, il progetto generale, con particolare riferimento alle barriere ingegneristiche, e le caratteristiche specifiche del sito. Si deve anche individuare, tra l’altro, la cosiddetta persona di riferimento per le valutazioni radiologiche, quella persona cioè che, per dimora e abitudini, è suscettibile di ricevere la dose da radiazioni più elevata5. È bene che i primi studi di sicurezza siano effettuati nelle fasi iniziali del progetto, sia per ottimizzarne le caratteristiche, sia per un dialogo efficace con l’autorità di controllo e le diverse parti interessate. Successivamente potranno essere prodotti i necessari aggiornamenti, basati sulle ulteriori informazioni che si rendono via via disponibili. Per lo svolgimento dello studio, tenendo anche conto delle informazioni sulle esperienze derivanti da valutazioni effettuate in altri paesi6, sono in genere prodotti, in successione e con iterazioni successive: • gli scenari possibili, in base alle caratteristiche del progetto ed ai fenomeni che possono aver luogo; • modelli concettuali, che compongono in maniera strutturata gli elementi rilevanti (assunzioni, elementi coinvolti e loro interazioni, geometrie, caratteristiche e prestazioni del deposito e dell’ambiente circostante etc.) descrivendo gli scenari a un livello di dettaglio e di schematizzazione tali da poter effettuare valutazioni qualitative esaustive e/o passare agevolmente al passo successivo quando si debba procedere ad una analisi quantitativa;
• •
modelli matematici; codici di calcolo (acquisiti o prodotti ad hoc) capaci di risolvere le equazioni del modello matematico; • analisi di sensibilità; • “Importance Analysis”, nell’ambito della quale i risultati dello studio sono integrati e interpretati per identificare quelli che influenzano maggiormente la decisione riguardo al raggiungimento degli obbiettivi [17]. Sono disponibili linee guida internazionalmente accettate che definiscono le principali caratteristiche dello studio.
Scenario - Modello concettuale - FEP Per l’individuazione degli scenari e lo sviluppo del modello concettuale è necessario identificare gli elementi, i fenomeni e le interazioni più rilevanti, attraverso quella che viene identificata come analisi FEP (features, events and processes), in uso fin dagli anni ‘80. Per features si intendono i componenti (prodotti, strutture o condizioni) determinanti ai fini della prestazione richiesta al sistema. Gli events ed i processes sono legati a fenomeni, naturali o causati dall’uomo, e differiscono tra loro in relazione all’intervallo di tempo nei quali essi hanno luogo, rispettivamente trascurabili o significativi rispetto al periodo per il quale viene effettuato lo studio complessivo. I processi ipotizzabili sono numerosi (idraulici, idrogeologici, chimici, geochimici etc.) e riguardano, tra l’altro, le relazioni tra i componenti (es.: le sovrapposte strutture di contenimento). Ai FEP si devono aggiungere i meccanismi che portano all’esposizione dell’uomo, per giungere alla valutazione delle dosi.
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