A&B n. 11 anno 2015

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Web Edition N.11 Novembre

2015

Esce dal 1949

tti

ollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

GLI INGEGNERI LIGURI, D’ACCORDO CON LA NUOVA NORMA, CHIEDONO PIÙ INCISIVITà

PIANO CASA: REGIONE LIGURIA, AVANTI CON MAGGIOR CORAGGIO

MAURIZIO MICHELINI* oi ingegneri liguri non siamo palazzinari, né cementificatori o speculatori. Rispettiamo l’ambiente e ci comportiamo in modo eticamente corretto, e non solo perché lo impone il Codice Deontologico. Noi ingegneri siamo tecnici, e per questo abbiamo una visione che separa la sostanza dalla retorica di qualunque origine, pronunciandoci senza badare agli schieramenti politici e senza paura di andare contro gli interessi di chicchessia. Decidendo di prendere fermamente la parola nella vicenda del “piano casa”, siamo guidati da una sola ragione: tutelare gli interessi della collettività, intesi come sviluppo economico sostenibile e salvaguardia dell’ambiente. Basta leggere le finalità della norma per capire che sono questi gli obiettivi: riqualificare a costo zero il patrimonio edilizio, offrendo metri cubi di ampliamento in cambio di prestazioni. Meglio aspettare e vedere un vecchio immobile cadere a pezzi o consentire di demolirlo e ricostruirlo un po’ più grande e in regola con gli standard più avanzati? Meglio mantenere in vita un edificio energivoro o consentire di ampliarlo e renderlo ad energia quasi zero? Ogni scelta ha benefici e costi, ripercussioni positive e negative, ma non scegliere è peggio. Tutto sta nel trovare un equilibrio tra interessi da tutelare e obiettivi da raggiungere, come meglio esposto in questo numero speciale di A&B. Personalmente esprimo soddisfazione per la proposta di aggiornare e stabilizzare il piano casa da parte della nuova giunta regionale: confido che la Regione recepisca le proposte di semplificazione e di coordinamento con le norme edilizie pubblicate su questo giornale. * Presidente Federazione Ordini Ingegneri Liguria

N

Il Disegno di Legge n. 26/2015 “Modifiche alla Legge Regionale 3 novembre 2009 n. 49 (Piano casa)”, proposto dalla nuova Giunta, è un passo avanti verso gli obiettivi di incentivazione dell’edilizia sostenibile e di salvaguardia dell’ambiente, quindi, ben venga. Ma non basta: può essere migliorato, per favorire la demolizione e la ricostruzione senza ulteriore uso di suolo dei palazzi fatiscenti che risalgono agli anni ‘60-’70. Come? Accogliendo le nostre proposte, illustrate in questo numero speciale di “A&B”, modificando il testo o intervenendo con successive leggi, che ci auguriamo possano essere condivise a larga maggioranza del Consiglio Regionale.

RIQUALIFICARE IL PATRIMONIO EDILIZIO A COSTO ZERO: SI FA COSì

È VERO CHE...

1. ...la proposta di legge incentiva gli interventi nelle ville dei ricchi? No, non è la proposta a porre tali incentivi, ma l’impostazione normativa data nel 2009, che limita gli interventi di recupero agli edifici mono o pluri-familiari non eccedenti i 1.500 mc (circa 389 mq netti). Effettivamente, in questa metratura, ci sono molte più ville che edifici condominiali, ma non vedo dove stia il problema: in tempi di crisi, i soldi vanno cercati dove ci sono, e queste piccole opere danno lavoro a professionisti e imprese locali. 2. ...la proposta di legge consente l’applicazione agli edifici abusivi condonati? Un edificio condonato non è più abusivo e, giuridicamente, deve essere ritenuto regolare a tutti gli effetti. Le norme nazionali, infatti, non prevedevano limitazioni in proposito, anche perché il proprietario dell’immobile condonato potrebbe non essere colui che ha commesso l’abuso: che senso ha punire chi eredita o acquista un immobile condonato per le colpe di chi un tempo ha commesso l’abuso? 3. ...la proposta di legge consentirà di costruire indiscriminatamente nei parchi e, addirittura, a Portofino? No, perché i parchi e i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia sono già tutelati per legge (D.Lgs. 42/2004, art. 142), perché l’applicazione del piano casa è esclusa nei centri storici (D.L. 70/2011, art. 5, c. 10), perché qualsiasi ente territoriale può chiedere alla Soprintendenza la dichiarazione di interesse culturale per interi complessi immobiliari (D.Lgs. 42/2004, art. 14), perché le opere sono soggette a nulla osta dell’Ente Parco (L.R. 12/1995, art. 21, comma 2) e, non per ultimo, perché il progetto deve essere firmato da un professionista deontologicamente obbligato al rispetto dell’ambiente. 4. ...la proposta di legge incentiva il consumo del suolo? No, non è la proposta a consentire di incrementare il volume dei fabbricati senza imporre che ciò avvenga senza nuovo uso di suolo, ma l’impostazione normativa data nel 2009, con il limite di 170 mc (circa 44 mq). La proposta si limita a portare il tetto a 200 mc (circa 52 mq, ossia, 8 mq in più), che è il limite consigliato nell’accordo tra Stato, Regioni ed Enti locali dell’1.4.2009. 5. ...la proposta di legge incentiva la riqualificazione energetica e architettonica? Sì, ma poco più rispetto all’attuale disposto normativo e molto meno rispetto a quanto consentirebbe la piena attuazione del D.L. 70/2001 (piano casa 2), che non pone limiti alla volumetria degli immobili da riqualificare, nè alla premialità volumetrica incentivante, così da poterlo applicare in larga scala. M.M.

Periodico della Federazione Regionale deglin.Ordini degli Ingegneri dellaWLiguria e b /1 11 - Novembre 2015 -


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