Programma Rustioni_Rana | Stagione 17_18

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STAGIONE CONCERTISTICA 2017 / 18

DANIELE RUSTIONI direttore

BEATRICE RANA pianoforte


FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING

Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini

Elisa Bonini

REVISORE UNICO

Andrea Gianfaldoni

Vittorio Quarta

AMMINISTRAZIONE

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli UFFICIO DEL PERSONALE

SEGRETERIA

Stefania Tombelli (dir.Generale) Tiziana Goretti (dir.Artistica) Ambra Greco (Comunicazione) DIRETTORE ARTISTICO

Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE

Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO

Thomas Dausgaard

DIRETTORE GENERALE

Marco Parri DIRETTORE SERVIZI MUSICALI

Paolo Frassinelli DIRETTORE COMUNICAZIONE

Riccardo Basile

SERVIZI TECNICI ORCHESTRA

Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI

Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo Alessandro Goretti, Sara Bonaccorso PERSONALE DI SALA

Lisa Baldi, Giovannella Berardengo Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini Enrico Guerrini, Alessandro Iachino Michele Leccese, Pasquale Matarrese Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani Mario Venneri, Sara Vivoli


CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

XXXVII STAGIONE CONCERTISTICA 2017 - 2018

con il contributo di

partner


DANIELE RUSTIONI direttore

BEATRICE RANA pianoforte

FRANCESCO ANTONIONI * Nostro mare. Cinque brevi scene per orchestra (2015) da una poesia di Erri De Luca brano vincitore del Festival Play it! edizione 2015 * in programma solo per i concerti del 14 maggio a Pisa e del 19 maggio a Livorno

JOHANNES BRAHMS Concerto n.1 in re minore per pianoforte e orchestra op.15 Maestoso | Adagio | Rondò

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 Pastorale Allegro ma non troppo Andante molto moto Allegro Allegretto

PISA, TEATRO VERDI

FIRENZE, TEATRO VERDI

BOLZANO, SALA CONCERTO AUDITORIUM

LIVORNO, TEATRO GOLDONI

lunedì 14 maggio 2018 ore 21.00

martedì 15 maggio 2018 ore 20.00

giovedì 17 maggio 2018 ore 21.00 sabato 19 maggio 2018 ore 20.30

TRENTO, TEATRO AUDITORIUM

mercoledì 16 maggio 2018 ore 20.00 concerto fiorentino trasmesso in differita da Rai Radio Tre

Rai Radio

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService


DANIELE RUSTIONI A 35 anni Daniele Rustioni si è ormai imposto all'attenzione internazionale sia nel repertorio operistico che in quello sinfonico. Direttore musicale dell'Opéra National de Lyon, dirige regolarmente nei migliori teatri internazionali dalla Royal Opera House Covent Garden, all'Opera di Monaco di Baviera, all'Opéra di Parigi, all'Opernhaus di Zurigo, al Teatro alla Scala al Teatro Regio Torino, alla Fenice di Venezia. Nell'aprile 2017 ha debuttato al MET in Aida con grandissimo successo ed è stato subito inviato per le stagioni future. La prima produzione come direttore principale dell'Opéra National de Lyon è stata un'innovativa e originale messa in scena del War Requiem di Britten curata da Yoshi Oida; è seguito il Festival "Verdi e il potere" nell'ambito del quale è stato il protagonista assoluto dirigendo una produzione di Macbeth per la regia di Ivo van Hove, una nuova produzione della versione originale in 5 atti del Don Carlos e Attila in forma di concerto, già presentato al Théâtre des Champs Elysées di Parigi. Altri importanti appuntamenti lirici della stagione sono stati il ritorno all'Opernhaus di Zurigo con una nuova produzione di Madama Butterfly,

mentre all'Opera di Stoccarda dirige il suo primo Der Freischütz di Weber. Direttore principale dell'Orchestra della Toscana, svolge un'intensa attività come apprezzato interprete di un già vasto repertorio sinfonico. Ha già diretto tutte le maggiori orchestre sinfoniche italiane, l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala e l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Durante la questa stagione ha debuttato con la Danish National Symphony Orchestra, con l'Orchestra della Radio-Televisione di Dublino, con la Bayerisches Staatsorchester e con l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Stoccarda, oltre che con la BBC Symphony Orchestra. Nella prossima stagione è previsto invece il debutto sinfonico negli Stati Uniti con la Indianapolis Symphony Orchestra. Daniele Rustioni è regolarmente presente in Giappone dove ha debuttato con Madama Butterfly alla Tokyo Nikikai Opera nel 2014 e ha diretto concerti sinfonici con la Tokyo Symphony Orchestra, la Hyogo Performing Arts Center Symphony Orchestra e la Kyushu Symphony. In questo mese torna sul podio della Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra e fa il suo debutto con la Osaka


Philharmonic. La sua discografia conta la prima registrazione di Adelson e Salvini di Bellini per Opera Rara, accolta da unanimi consensi della critica. Per Sony Classical ha registrato un album con Erwin Schrott e sta realizzando un ciclo dedicato al repertorio sinfonico italiano della prima metà del ‘900 con l'Orchestra della Toscana: il primo volume dedicato a Ghedini è uscito nel 2016, mentre proprio in questi giorni è in uscita la registrazione dedicata a musiche di Petrassi; prossimo l'appuntamento anche con Alfredo Casella, con il quale si concluderà questa importante avventura discografica. In Dvd è disponibile la registrazione della produzione de Il signor Bruschino del Rossini Opera Festival per l'etichetta Opus Arte. Nel 2013 ha ricevuto l'International Opera Award come migliore novità dell'anno.


BEATRICE RANA A soli 24 anni si è già imposta nel panorama musicale internazionale ottenendo l'apprezzamento e l'interesse di associazioni concertistiche, direttori d’orchestra, critici e pubblico di numerosi Paesi. L'anno 2017 resterà per sempre una pietra miliare nella sua carriera per la pubblicazione di un CD con le Variazioni Goldberg (Warner Classics), con cui ha ottenuto critiche entusiastiche in tutto il mondo musicale e grazie al quale ha vinto un Gramophone Award nella categoria "Young Artist of the Year". Ha tenuto un tour con le stesse Variazioni Goldberg nel 2016 e 2017, con concerti al Théâtre des ChampsElysées di Parigi, al Festival de Pâques di Aix en Provence, alla Wigmore Hall di Londra, alla Toppan Hall di Tokyo, alla Konzerthaus di Berlino, al San Francisco Performances, alla Chopin Society di Minneapolis, alla Casa da Musica di Porto e molti altri. Nel corso della questa stagione, ha debuttato in recital nella sala principale del Concertgebouw di Amsterdam ed al Festival Pianistico di Lucerna; è apparsa inoltre alla Philharmonie di Colonia, alla serie Great Performers della Gulbenkian di Lisbona, alla Koerner Hall di Toronto, con Antonio Pappano e l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con Yuri Temirkanov e la Filarmonica di San Pietroburgo, con Emmanuel Krivine e l'Orchestre National de France, con

Osmo Vänska e la Filarmonica di Helsinki, con Sir Roger Norrington e la Camerata Salzburg e alla Royal Festival Hall con la London Philharmonich diretta da Mikhail Jurowski. Per il Cartellone 18/19 sono previsti debutti con la Royal Concertgebouw Orchestra, la Sinfonica di Melbourne, la Filarmonica di Liverpool, la Sinfonica Nazionale Danese; si esibirà inoltre con la Philadelphia Orchestra e Yannick Nézet-Seguin a Philadelphia e New York, con la Tonkünstler Orchester e Yutaka Sado al Musikverein ed inizierà una "residenza" all'Opera di Zurigo con Fabio Luisi e la Philharmonia di Zurigo per un ciclo completo dei Concerti di Beethoven. Terrà inoltre recital alla Victoria Hall di Ginevra, al Prinzregenten Theater di Monaco, alla Queen Elizabeth Hall di Londra ed alla Carnegie Hall di New York. Ospite frequente delle più prestigiose orchestre in Italia e all'estero e dei più rinomati festival internazionali, si è esibita diretta da artisti del calibro di Riccardo Chailly, Yannick Nézet-Seguin, Jun Märkl, Leonard Slatkin, Trevor Pinnock, Fabien Gabel, Osmo Vänska, Lahav Shani, Joshua Weilerstein, Andrès Orozco-Estrada, Susanna Mälkki, Fabio Luisi e Zubin Mehta. Artista esclusiva "Warner Classics", Beatrice Rana ha pubblicato il suo primo album


nell'autunno 2015 interpretando il Concerto n.2 di Prokof'ev e il Concerto n.1 di Čajkovskij con Antonio Pappano e l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il disco ha ricevuto consenso unanime internazionale ed è stato nominato "Editor's Choice da Gramophone e Recording of the Month" dal BBC Magazine. Ha attirato l'attenzione internazionale nel 2011, con la vittoria del primo premio e dei premi speciali della giuria al Concorso Internazionale di Montreal ma è nel 2013 che la sua carriera ha iniziato a decollare a un livello ancora superiore, grazie alla vittoria della Medaglia d’Argento e del Premio del Pubblico al Concorso Pianistico Internazionale Van Cliburn. Nel settembre 2015 è stata nominata "New Generation Artist" della BBC mentre nell'aprile 2016 le è stato aggiudicato il Borletti-Buitoni Trust. Sempre nel 2016 ha ricevuto il Premio Franco Abbiati da parte dei critici musicali italiani come migliore solista dell'anno. Nata in Italia da una famiglia di musicisti, Beatrice Rana ha iniziato lo studio del pianoforte all'età di quattro anni ed ha debuttato in orchestra a nove anni. Attualmente vive a Roma dove continua gli studi con il suo mentore di sempre, Benedetto Lupo; in precedenza ha anche studiato con Arie Vardi alla Hochschule für Musik di Hannover.


FRANCESCO ANTONIONI (Teramo 1971)

Nostro mare. Cinque brevi scene per orchestra (2015) da una poesia di Erri De Luca brano vincitore il Festival Play it! edizione 2015

durata: 13 minuti circa Contrariamente alle storie raccontate nella tradizione (o forse in conformità agli aspetti più cruenti e dunque spesso rimossi di quelle stesse storie), il mare mediterraneo è diventato sotto i nostri occhi un luogo diverso. Una poesia di Erri de Luca ha dato lo spunto per una successione di brevi scene, di situazioni emotive differenti, accomunate da un senso di urgenza e di partecipazione, come un possibile studio di nette connotazioni musicali, per un teatro immaginario.

I. ... senza una strada sopra le tue onde ... II. ... sia benedetto il tuo sale, sia benedetto il tuo fondale ... III. ... Custodisci le vite, le visite cadute come foglie sul viale ... IV. ... tu sei più giusto della terraferma ... V. ... all’alba sei colore del frumento ... note dell'autore

Non è compito della musica stabilire demarcazioni etiche, o dare giudizi su quel che è giusto o sbagliato, poiché essa agisce su un piano irriducibile alla logica di contrapposizioni che domina il dibattito, né la musica può sostituirsi al racconto o all’esperienza diretta, incommensurabile rispetto alla sua rappresentazione. Tuttavia essa deve poter fornire uno sguardo diverso, che tenga assieme sentimenti ed emozioni contrastanti, a volte opposti, tenuti insieme da strette relazioni polifoniche, per abbracciare le tante contraddizioni con cui siamo chiamati ogni giorno a confrontarci.

brano in programma solo per i concerti del 14 maggio a Pisa e del 19 maggio a Livorno


JOHANNES BRAHMS (Amburgo 1833 - Vienna 1897)

Concerto n.1 in re minore per pianoforte e orchestra op.15 durata: 50 minuti circa

Un gesto drammatico e disperato, a piena orchestra, annunciato dalla terribilità apocalittica dei timpani. Inaspettato, si rovescia addosso a noi con una furia inesorabile. Inizia così il Concerto n.1 per pianoforte di Brahms. E mai fino a quel momento, nella storia del genere musicale del concerto solistico, si sarebbe potuto immaginare di avviare il discorso in questa maniera, con un finimondo. Tradizione vuole che un attacco così sconvolgente Brahms lo avesse concepito come reazione alla notizia che Schumann, il suo mentore e amico ormai finito nel gorgo della pazzia, aveva cercato la morte gettandosi nelle acque del Reno, alla fine di febbraio del 1854; i primi abbozzi del Concerto n.1 risalgono al marzo di quello stesso anno. Ma l'intenzione originaria di Brahms era stata in realtà quella di scrivere una sinfonia, spinto dalla necessità di confrontarsi con quella forma e soprattutto con l'eredità ingombrante lasciata da Beethoven in quel campo, in particolare con le potenti innovazioni linguistiche ed espressive della sua Sinfonia n.9. Lo stesso Schumann aveva sollecitato quel temibile raffronto presagendo per il giovane Brahms, nell'articolo Vie nuove del 1853, una fortuna come autore di sinfonie più che di pagine per pianoforte. Buttate giù le prime idee, Brahms si rese però conto che, data la sua mancanza di

dimestichezza con la scrittura per orchestra, sarebbe stato per lui più pratico indirizzarle nelle strutture di una sonata per due pianoforti; solo che poi neppure questa destinazione strumentale lo soddisfaceva, e fu così che, in quello stesso 1854, annunciò a Clara Schumann (la moglie di Robert, musa, confidente, amica di una vita, e forse qualcosa di più) di aver ulteriormente trasformato la sonata in un concerto per pianoforte. Il processo creativo continuò però ad essere particolarmente tormentato. Il primo movimento del Concerto venne modificato fino al 1857; il secondo movimento, un Lento funebre, fu scartato (diventerà poi il secondo pannello del Requiem Tedesco) per essere sostituito da un movimento lento forse appositamente scritto in quel medesimo 1857, anno al quale risale pure il conclusivo Rondò. Il lavoro venne portato a termine nel 1858, non senza ripensamenti; e quando il Concerto n.1 venne eseguito per la prima volta, ad Hannover il 22 gennaio 1859, con al pianoforte lo stesso Brahms, gli esiti furono alquanto tiepidi, e con non poco sconcerto fra gli orchestrali. A spiazzare era stata anzitutto la fisionomia e la concezione grandiosa della pagina, nella quale il rapporto fra il solista e l'orchestra era stato pensato da Brahms in maniera paritetica ma drammatica, e inserito in una


concezione spiccatamente sinfonica: la voce del pianoforte è come parte integrante dell'orchestra, ne costituisce una sorta di ampliamento. Niente di tutto questo si ritrova nel concerto per pianoforte così come era stato codificato fino ad allora, dominato da un virtuosismo solistico ora tenero ora spettacolare, da un'elegante brillantezza, come in Mendelssohn ad esempio. Brahms seguì piuttosto la strada particolare indicata da Beethoven, e segnatamente dal suo Concerto n.3 op.37. E se, in quello stesso 1858, Saint-Saëns (Concerto per pianoforte n.1 op.17) risolveva la dialettica solista/orchestra con un dialogo luminoso e in punta di penna, Liszt concentrava le sperimentazioni e la fantasia dei due Concerti per pianoforte in una durata rapida. Di dimensioni grandiose, si diceva, è invece il Concerto n.1 di Brahms, nell'estensione e nella concezione. A cominciare dal vasto primo movimento, annunciato da quel gesto disperato e che nella sua introduzione tutta orchestrale contiene già i temi principali: quasi un grido di dolore è il primo, mentre sommesso e struggente, agli archi, è il secondo. Pare in tutto e per tutto l'attacco di una sinfonia, fino a quando non entra il pianoforte solo, che rivisita in chiave squisitamente lirica una parte del primo tema, ma che di continuo farà affiorare sui suoi tasti i minacciosi rulli

di timpano dell'inizio. Ed è da questo momento che pianoforte e orchestra proseguono il discorso strettamente avvinti l'uno con l'altra, sempre alla pari. Il pianoforte espone poi un nuovo tema, sognante e sereno, che poi riecheggia al corno, come un evocativo richiamo in lontananza; ma poi riprende l'implacabile tema iniziale, con l'orchestra sempre vicina sviluppa i motivi finora ascoltati, e porta infine alla nuova ripresa di quel tremendo tema per dar vita a un'incalzante conclusione. L'Adagio che segue è una dolcissima elegia, un momento di pura contemplazione. Sulla copia manoscritta di questo movimento, Brahms aveva scritto le parole "Benedictus qui venit in nomine Domini", poi cancellate. Il riferimento al testo liturgico ha dato adito alle più svariate interpretazioni: la volontà, da parte di Brahms, di affermare la sua identità di discepolo spirituale di Schumann, che lui stesso era solito appellare "Domine"; un omaggio a Beethoven, e segnatamente al Benedictus della sua Missa Solemnis, dove la purezza espressiva della musica si eleva a dimensione spirituale; o un più concreto omaggio a Clara, la sacerdotessa del credo schumanniano, confortato dalle parole dello stesso Brahms in una lettera (30 dicembre 1856) a lei inviata: "Dipingo anche un tuo soave ritratto, che sarà l'Adagio".


Innegabile rimane comunque il tono come di una preghiera che pervade l'intero movimento, aperto da un tema estatico e sommesso, agli archi, integrato dai fagotti, poi ripreso dai corni; segue l'entrata dolcissima del pianoforte, che quel tema rielabora con una fantasia imbevuta di delicatezza. Una sezione introdotta dai fiati lascia subito spazio al motivo principale, fino a quando il solo pianoforte conduce alla coda conclusiva, con l'orchestra ripiegata in un assorto raccoglimento. Una spiccata energia ritmica caratterizza invece il Finale, costruito nella forma di un rondò, dove cioè un tema principale si alterna con altri episodi dal carattere più diverso. Ben sei sono i motivi che si affacciano intorno a un'idea che ha la vivace baldanza di una danza popolare, esposta fin da subito al pianoforte. Brahms ci offre qui un vero prontuario sull'arte della variazione, una girandola inarrestabile di soluzioni che prevedono anche un severo fugato. Sull'ultima fermata dell'orchestra, il pianoforte affronta da solo una cadenza, dal carattere errante e fantasioso, che serve in realtà a ricondurre il discorso verso una conclusione tutta affermativa: una vitalità quasi esibita, a cancellare le nubi di morte che avevano aperto il Concerto. Francesco Ermini Polacci


LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 - Vienna 1827)

Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 Pastorale durata: 40 minuti circa

Il 22 dicembre 1808 il pubblico viennese convenuto al Theater an der Wien potè, assistere a un concerto per sottoscrizione che sembra oggi, per il suo programma, ma anche per la sua durata, assolutamente eccezionale. Esso era interamente dedicato a musiche di Beethoven (impegnato anche come pianista e direttore) e prevedeva, nella prima parte: Sinfonia Pastorale più espressione di sentimenti che pittura [Sinfonia n.6, op.68]; Aria, cantata dalla Sig.ra Killitzky [aria "Ah, perfido" op.65]; Inno con testo latino, nello stile da chiesa, con solisti e coro [Gloria dalla Messa in do, op.86]; Concerto per pianoforte, suonato dall'autore [Concerto n.4, op.58]. E nella seconda parte: Grande sinfonia in do minore [Sinfonia n.5, op.67]; "Heiling", con testo latino, nello stile da chiesa, con solisti e coro [Sanctus dalla Messa in do, op.86]; Fantasia per pianoforte solo [improvvisazione]; Fantasia per pianoforte, che gradualmente include l'orchestra e conclude con il coro come finale [Fantasia per pianoforte, coro e orchestra, op.80]. La struttura del concerto, che durò quattro ore, era certamente meno insolita all'epoca di quanto non appaia oggi: ci mostra Beethoven in ruolo di pianista e improvvisatore, nonché. di compositore, mentre presenta per la prima volta in pubblico concerto opere come la Quinta e Sesta Sinfonia

(collocate, secondo la tradizione, in apertura delle due parti del concerto, a mo’ di fastosa cornice), il Quarto Concerto per pianoforte e la Fantasia op.80, insieme a un pezzo vocale, a parti di una messa (indicata tramite parafrasi, dato che era proibito presentare in concerto musica sacra) e libere improvvisazioni. Oggi vediamo rappresentati in questo programma aspetti diversi dell'ispirazione beethoveniana: il più marcato contrasto risiede forse proprio tra la Quinta Sinfonia (energica, concentrata, svolta con logica stringente) e la Sesta. Per collocare stilisticamente la Pastorale è necessario però ricordare anche il grande amore sempre dimostrato da Beethoven per la natura e le passeggiate in campagna: appena poteva, fuggiva da Vienna per cercare la pace agreste, ed è precisamente a questo stato d'animo che allude il sottotitolo del primo movimento: "Il risveglio di serene sensazioni arrivando in campagna". La dicitura è anche molto esplicita per quanto riguarda il dubbio se considerare la Pastorale una sinfonia a programma o un saggio di descrittivismo musicale: come chiarito fin nel sottotitolo ("mehr Ausdruck der Empfidung als Malerei"), quel che si vuole evocare sono i sentimenti, non le immagini. Fin dall'inizio dell'Allegro ma non troppo l'ascoltatore è invitato alla calma con


il respiro ampio delle frasi, con l'immobilità, indotta dalle molteplici ripetizioni di piccole cellule e dalle note lunghe o ribattute degli strumenti bassi. Anche la seconda zona tematica non porterà. contrasto, ripetendo figure fluide su accompagnamenti morbidamente brulicanti. Il secondo movimento Andante molto mosso, è la celebre "Scena del ruscello" in cui sul tappeto lievemente ondeggiante dell'accompagnamento si stagliano melodie lunghe e tranquille: alla fine del movimento si ascoltano accenni a versi di uccelli (indicati in partitura: usignolo, quaglia, cuculo) da intendersi più come suggerimento per gli esecutori che come prescrizione descrittiva per gli ascoltatori. Segue "Allegra riunione di contadini", uno scherzo campestre in cui prende importanza il suono degli strumenti a fiato per evocare una musica all'aria aperta. Nella parte centrale la chiara scansione ritmica data dagli sforzati porta la ruvidezza di una danza rustica. Dopo il ritorno dello scherzo, ci si collega direttamente al "Temporale": erede legittimo di decine di temporali evocati nelle sinfonie caratteristiche e negli oratori dell'epoca, si caratterizza per una sua specifica, "sublime", terribilità, data non tanto dall'imitazione di tuoni e lampi, quanto dal voler esprimere il sentimento di terrore provocato dal temporale. Senza soluzione di continuità lo sconvolgimento atmosferico (e dell'animo) si calma e conduce alla risoluzione cui tende tutta la sinfonia: "Canto

pastorale. Lieti sentimenti di ringraziamento dopo il temporale". Tornano le distese frasi lunghe e le rassicuranti iterazioni: si allude a un orizzonte vasto e sereno, garantito da una divinità benigna. Se all'epoca la Sinfonia Pastorale si poneva in evidente collegamento con opere di ambientazione analoga molto conosciute a Vienna, come gli oratori di Haydn, La creazione,1798 e Le stagioni, 1801 (che avevano contribuito a diffondere un vocabolario musicale naturalistico a tutti familiare), in seguito essa stessa servì da riferimento per ogni realizzazione sinfonica di sentimenti agresti: dalla "Scena dei campi" nella Sinfonia fantastica di Berlioz (1830), alla Prima Sinfonia di Schumann (Primavera 1841) essa si impose nel repertorio come modello o termine di confronto. E ad aumentare la sua popolarità, nel Novecento, contribuì anche la versione Walt Disney, nel celebre episodio del film Fantasia (1940), in cui però lo spirito della sinfonia viene esplicitamente frainteso diventando, contro la volontà beethoveniana, "più pittura sonora che espressione di sentimenti". Maria Grazia Sità


VIOLINI PRIMI

Daniele Giorgi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Marian Elleman Susanna Pasquariello Marco Pistelli Franziska Schotensack VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Patrizia Bettotti ** Stefano Bianchi Clarice Curradi Marcello D'Angelo Paolo Del Lungo Chiara Foletto Alessandro Giani VIOLE

Stefano Zanobini * Olga Arzilli * Caterina Cioli ** Alessandro Franconi Sabrina Giuliani Pier Paolo Ricci

VIOLONCELLI

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri * Andrea Landi ** Matilde Michelozzi Giovanni Simeone CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Mattia Riva FLAUTI

Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Elisa Cozzini OBOI

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * CLARINETTI

Marco Ortolani * Alfredo Vena *

CORNI

Andrea Albori * Paolo Faggi * Alberto Bertoni Gabriele Galluzzo TROMBE

Donato De Sena * William Castaldi TROMBONI

Stefano Tomasi * Marcello Angeli TIMPANI

Morgan M.Tortelli * PERCUSSIONI

Michele Vannucci * prime parti ** concertino

FAGOTTI

Paolo Carlini * Umberto Codecà *

ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA

Alfredo Vignoli


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Marco Bianchi 0 1 7 7 4 6 2 04 8 6



CORSO DI ALTA FORMAZIONE

Organizzato dalla Fondazione Orchestra Regionale Toscana, è rivolto a 18 giovani strumentisti tra i 18 ed i 28 anni. Il corso si svolgerà da luglio 2018 a marzo 2019 per un totale di 294 ore di cui 50 in aula e 244 on stage

IL BANDO SCADE IL 1° GIUGNO 2018 Il bando completo e la domanda di ammissione sono scaricabili dal nostro sito orchestradellatoscana.it


Il nostro GRAZIE ... è AUMENTATO! Anche quest'anno Realtà Aumentata ha accompagnato l'intera stagione, riconfermandosi come un appuntamento molto atteso e seguito dal nostro pubblico. Tanti hanno preso parte all'iniziativa per vivere un'esperienza sensoriale totalmente diversa dal solito. Con l'ORT cambiare punto di vista e di ascolto è possibile, lo conferma Realtà Aumentata che ha offerto l'opportunità agli spettatori che vi hanno preso parte di seguire i concerti sul palcoscenico, in mezzo all'orchestra. Grazie a tutti quelli che in questa stagione vi hanno partecipato. Grazie a Silvia Angelucci, Mauro Annese, Riccardo Barone, Gabriele Brogelli, Sandra Buti, Roberto Cantini, Concetta De Simone, Carlo Degl'Innocenti, Antonio Di Giovanni, Anna Di Giusto, Donatella Donati, Vincenzo Esposito, Silvia

Fabbri, Laura Fabbrini, Carla Fabiani, Mario Claudio Guacci, Emanuela Leprini, Claudio Luccianti, Vito Manfre, Luciana Natali, Michele Padovano, Paolo Pampaloni, Simonetta Pampaloni, Riccardo Paoletti Perini, Aldo Perasole, Silvia Porto, Giovanna Reggioli, Annarosa Scarpelli, Marianna Storri, Mauro Tognoni, Carla Vezzosi. La novità di quest'anno è stata la partecipazione di giovani studenti, fra questi Eugenia Bonifazi, Letizia Crocetti, Rachele Gidari, Laila Mugly, Irene Pratesi del Liceo Linguistico "Suore serve di Maria" di Firenze e gli allievi del Liceo musicale Dante Alighieri e del Liceo Classico Machiavelli di Firenze già impegnati nel progetto di alternanza Scuola-Lavoro con l’ORT. Vi aspettiamo alla prossima stagione! sviluppo@orchestradellatoscana.it


STAGIONE CONCERTISTICA 2017_18


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TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze

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muSArT muSArT FeSTivAl FeSTivAl 2018 2018

Firenze, Firenze, Piazza Piazza SS. SS. Annunziata Annunziata mercoledì mercoledì 18 18 luglio luglio ore ore 21.15 21.15 GeorGe GeorGe Gershwin Gershwin

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